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Valutazioni statunitensi prima del test indiano.

IL PRIMO TEST ATOMICO INDIANO: IMPLICAZIONI E CONSEGUENZE SUL PIANO

3.3. Valutazioni statunitensi prima del test indiano.

Il programma nucleare indiano non rientrava, però, tra le priorità di politica estera dell’amministrazione americana, coinvolta in Vietnam.258

Tuttavia, nel 1972 lo State Department’s Bureau of Intelligence and Research (INR), aveva steso una serie di rapporti in cui si anticipava che l’India, visto il livello raggiunto in campo nucleare, sarebbe stata in grado di condurre un primo test atomico sotterraneo o subacqueo nel breve periodo. Si stimava che le riserve di plutonio indiane erano al momento sufficienti per la costruzione di 20 o 30 ordigni nucleari. L’INR sottolineava che l’esplosione, sia che fosse stata classificata come test militare o pacifico, sarebbe stata condotta con molta probabilità in accordo con i termini fissati dal Limited Test Ban Treaty, che New Delhi aveva firmato.259

L’INR si soffermava ad analizzare lo scenario ipotetico che una esplosione indiana avrebbe potuto generare.

-I Sovietici avrebbero probabilmente visto un regresso della politica generale contro la proliferazione delle armi atomiche, visto che avrebbe

257 George Perkovich, op. cit., p. 181.

258 In William Burr, The Nixon Administration and the Indian Nuclear Program, 1972-1974, in

http://www.wilsoncenter.org/publication.

259 A Concerted Effort by India to Conceal Preparations May Well Succeed," State Department Bureau of Intelligence and Research Intelligence Note, “India to Go Nuclear?” 14 January 1972, Secret, in The Nixon Administration and the Indian Nuclear Program, 1972-1974, in William Burr, op.cit.

allontanato la possibilità di ratifica del NPT da parte della Germania, così come le sanzioni previste per disincentivare Israele che mirava a trasformare il proprio programma nucleare verso obiettivi militari, così come incoraggiare atri paesi firmatari del NPT, come ad esempio il Giappone. Alla luce di ciò, un raffreddamento dei rapporti tra Mosca e New Delhi era visto come molto improbabile. Mosca avrebbe piuttosto giocato sui possibili vantaggi che un’India nucleare avrebbe generato, compensandone così gli aspetti negativi. Il peso delle richieste indiane nel dialogo sulla sicurezza e il disarmo sarebbe infatti accresciuto, indebolendo la posizione cinese.

- La Cina avrebbe fortemente condannato i test di New Delhi come manifestazione aggressiva di un paese che non riesce a raggiungere lo status e il prestigio internazionale di una grande potenza. Ma, forse, nel lungo periodo, questo avrebbe portato Pechino a cercare di normalizzare le relazioni con New Delhi.

- Il Pakistan avrebbe guardato agli esperimenti con profondo timore rimarcando il carattere violento e aggressivo indiano.

- L’opinione pubblica in Giappone avrebbe inizialmente condannato l’azione indiana che andava a contribuire negativamente al già difficoltoso dialogo internazionale contro la proliferazione atomica, e intensificato le tensioni nel contesto asiatico. Una più attenta riflessione portava però a pensare che, alla lunga, anche Tokyo avrebbe presto guardato un’India nucleare come contrappeso alla Cina. Inoltre il Giappone, visti i vantaggi che lo status di “potenza nucleare” avrebbe portato all’India, avrebbe presto potuto guardare nella stessa direzione.

- I Paesi Arabi avrebbero condiviso le paure di Mosca riguardo un eventuale incoraggiamento ad Israele a dichiarare la propria capacità atomica come deterrente verso i vicini arabi. Le relazioni tra New Delhi e i paesi del mondo arabo, già abbastanza freddi in seguito alla guerra indo- pakistana, ne avrebbero ulteriormente risentito.

Un’esplosione nucleare, benché garantirebbe all’India lo status e il prestigio di potenza nucleare, avrebbe, nel lungo periodo, il suo svantaggio che, secondo quanto rapportava l’INR, rientrava nelle valutazioni del governo di New Delhi.260 I costi dell’operazione sarebbero stati eccessivi in

una fase economico finanziaria molto difficile per l’India e inoltre, vi era la consapevolezza che gli aiuti accordati sia con Washington sia con Mosca sarebbero venuti meno. 261

Durante marzo e aprile del 1972 i servizi di intelligence canadesi e inglesi rapportavano che, malgrado non vi fosse evidenza riguardo un imminente test approvato dal governo indiano, le pressioni provenienti dalle elite interne e l’avanzamento del programma nucleare facevano pensare che New Delhi avrebbe accettato di eseguire i primi test in meno di un anno. 262

Nonostante la questione indiana non fosse una priorità nell’agenda dell’amministrazione Nixon, impegnata nel conflitto in Vietnam, le valutazioni riportate dal INR e dai governi di Ottawa e Londra non passarono inosservate agli occhi del Segretario di Stato che in un memorandum indirizzato al presidente sottolineava quanto un test nucleare indiano avrebbe pesato sulla politica statunitense nel dialogo sulla proliferazione atomica e sullo scenario asiatico.263 Kissinger sottolineava

che, in primo luogo, un test indiano avrebbe certamente riaperto e incentivato il dialogo sulla necessità di vietare gli esperimenti nucleari a livello globale, così come avrebbe allargato le richieste di garanzia di sicurezza del Pakistan. Kissinger richiamava quindi all’importanza di

260 “Increased Status of a Nuclear Power," Memorandum from Ray Cline, Director, Bureau of Intelligence and Research, to Director of Central Intelligence Richard Helms, enclosing “Possibility of an Indian Nuclear Test,” 23 Febbraio1972, Secret, in William Burr, op.cit.

261Ibidem.

262 Trudeau’s Warning, U.S. Embassy Canada cable 391 to State Department, “India’s Nuclear

Intentions,” 7 March 1972; State Department cable 59655 to U.S. Embassy United Kingdom, “Indian Nuclear Intentions", 7 Aprile1972, in William Burr, op.cit.

263 Henry Kissinger to President Nixon, “Proposed NSSM on the Implications of an Indian

Nuclear Test,” with cover memorandum from Richard T. Kennedy, 4 Luglio 1972, Nixon Presidential Library, National Security Council Institutional Files, box H-192, NSSM-156, In William Burr, op.cit.

intervento preventivo così da attenuare le implicazioni sul piano internazionale che ciò avrebbe scatenato: essere preparati a tale eventualità significava, perciò, evitare affermazioni iniziali “azzardate” precludendo possibili opzioni future. 264

Nell’agosto che 1972 lo Special National Intelligence Estimate (SNIE), in un rapporto aggiornato sullo sviluppo del programma nucleare indiano, sosteneva che il governo di New Delhi, date le pressioni interne, avrebbe potuto decidere di dar il via ai primi test atomici entro un anno, ma che le implicazioni sul piano internazionale rimanevano ancora un rischio non marginale che certamente non avrebbe compensato i vantaggi che lo status di potenza nucleare avrebbe apportato. Il SNIE riteneva, quindi, che una prima esplosione atomica indiana restava una probabilità ancora remota. 265 La possibilità che New Delhi “avesse finalmente deciso” venne

fuori in un memorandum segreto inviato nel 1973 al console di Mumbai da un rappresentante dell’osservatorio scientifico dell’Atomic Energy Commission, a cui però il consolato non diede importanza vista la mancanza di evidenti prove oggettive. 266

Nel gennaio 1974, cinque mesi prima che l’India eseguisse il suo primo test atomico, l’ambasciata americana a New Delhi scriveva al Dipartimento di Stato che le probabilità che il governo indiano approvasse un esperimento nucleare si facevano più remote che in passato, valutata la grave situazione economica che sembrava aver calmato perfino le correnti interne più convinte. 267

264Ibidem.

265Special National Intelligence Estimate 31-72, “Indian Nuclear Developments and their Likely

Implications”, 3 agosto 1972, FRUS, 1969–1976 Volume E–7, Documents on South Asia, 1969–1972, Document 298.

266U.S. Embassy India cable 5797 to State Department forwarding Bombay consulate cable 983,

“India’s Nuclear Position”, 17 Maggio 1973, NARA, RG 59.