(such as “plant virology institute” cnr, u.s. grugliasco - turin) played a fundamental role.
Il tema era relativo alla valu- tazione dello status sanitario, per fini omologativi, di nuo- vi cloni di questi due vitigni. Analogamente si è operato nei riguardi di Groppello di Revò, 110 R. e Moscato giallo, la- vorando pure per conto terzi (Università di Bologna quale Costitutore di nuovi cloni di Sangiovese).
Nel periodo è iniziato l’appro- fondimento sullo stato virolo- gico di piante di Pinot grigio, localizzate nella Piana Rota- liana, segnalate fin dal 2006 come sofferenti di una nuova, preoccupante e indeterminata affezione.
Le ricerche in merito, in parte con il supporto di Mezzacoro- na s.c.a., vengono svolte an- 2
che grazie alla collaborazione scientifica del DiSTA-Universi- tà di Bologna e del CNR-Uni- versità di Bari.
Altro aspetto qualificante è stata la partecipazione di FEM al Gruppo di Lavoro “Protocol- lo Virus della vite-ARNADIA” (biennio 2010-2011), coordina- to dal CRA-Patologia Vegetale di Roma. In stretto contat- to con ACOVIT (associazione nazionale dei costitutori di materiali viticoli, con sede presso FEM), il gruppo ha già
reso noto i risultati mediante la stesura delle linee guida per la diagnosi e l’identifica- zione degli 8 virus della vite coperti da norme fitosanitarie (Direttiva n. 2005/43/CE; D.M. 8 febbraio 2005; D.M. 7 luglio 2006; Decreto 24 giugno 2008): Grapevine leafroll-associated virus 1, 2 e 3 (GLRaV-1, 2 e 3), Grapevine fanleaf virus (GFLV), Arabis mosaic virus (ArMV), Grapevine virus A e B (GVA e GVB), Grapevine fleck virus (GFkV). Le metodologie riportate nei vari protocolli sono state scelte sulla base della loro sensibilità, specifi- cità, accuratezza, sensibilità analitica, ripetibilità e ripro- ducibilità.
L’uso di protocolli diagnostici armonizzati e validati è alla base di un’efficiente applica-
zione delle misure fitosanita- rie, consentendo anche il con- fronto di risultati ottenuti da diversi laboratori. Quanto sca- turito dal comune lavoro è ora in corso di validazione secondo i parametri ISO 16140:2003 e ISO 17025.
Infine, selezione sanitaria si- gnifica anche attività di ricerca e sperimentazione; nel 2010 è stata avviata una prova di tra- smissione per innesto-inoculo di alcuni virus della vite (GFLV, ArMV, GLRaV-1, GLRaV-3, GVA+GLRaV-1, GFkV), accerta- ti mediante ELISA su materiali in selezione di ibridi portin- nesti (Kober 5BB e Vitis rupe- stris), originariamente esenti da tali infezioni.
Per concludere, altre attività collegate alla diagnostica ed alla conservazione e/o pre-
moltiplicazione di materiali selezionati si riferiscono al ri- sanamento da virus (di cloni o biotipi in selezione, anche per conto terzi) mediante la tec- nica della coltura in vitro di apici meristematici abbinata alla termoterapia e lo svolgi- mento di test sierologici, co- me servizio affidato al CTT per conto dell’Ufficio Fitosanitario Provinciale, su campioni rela- tivi ai controlli previsti dalla normativa a carico del settore vivaistico viticolo.
… ATTIVITà DIAGNOSTICA SUI VIRUS DELLA VITE
3 Sintomi evidenti della sindrome del complesso del legno riccio della vite su Kober 5BB indicatrice (talea) per un biotipo in selezione
ANNATA FITOSANITARIA 2010 PER LA VITICOLTURA
mauRiZio boTTuRaI
l germogliamento è stato inferiore in percentuale rispetto al 2009 con punte negative su alcune varietà quali Marzemino, Merlot, Pinot Grigio e Chardonnay. Il ritardo è stato di tre-quattro giorni rispetto al 2009.Successivamente le condizioni climatiche non particolarmente favorevoli hanno aumentato il margine temporale rispetto alla scorsa annata e in fioritura si registravano 7 giorni di ritardo. La fertilità delle gemme è risultata di 1,97 grappoli per germoglio su pinot grigio, valore buono e superiore al 2009.
Anche la formazione di germogli doppi è risultata bassa, in li- nea con quanto registrato lo scorso anno, a differenza di quanto avvenuto nel 2008 e quindi il lavoro di scacchiatura manuale è risultato più agevole. La fioritura è stata buona. Solo nelle zone più tardive ha coinciso con un periodo piovoso di alcuni giorni. Ad inizio invaiatura, la differenza rispetto al 2009 si è ridotta a cinque giorni grazie al mese di luglio dove le temperature sono state più elevate.
La crescita fogliare non ha avuto picchi particolari, ma è rimasta costante da maggio a metà luglio, su valori accettabili, che hanno
permesso di avere dei vigneti con un buon equilibrio vegetativo. La vendemmia per le basi spumanti è iniziata il 25 agosto e fino al 7 di settembre le condizioni climatiche sono state accettabili. Sicuramente non ideali, per le temperature basse e la piovosi- tà elevata, per esplicare tutte le potenzialità qualitative che la stagione fino a metà agosto faceva presagire per l’annata 2010. Successivamente, nella seconda e terza decade di settembre il tempo non ha certo aiutato la vendemmia soprattutto per le va- rietà rosse più tardive. La puntualità delle previsioni meteorolo- giche ha sicuramente limitato i possibili effetti negativi sulla qua- lità delle uve. Infatti in molti casi si è velocizzata la vendemmia con problemi organizzativi e di stoccaggio per diverse cantine del territorio per anticipare eventi piovosi deleteri sulla qualità delle uve stesse.
FIG. 1 Oidio- Peronospora: andamento testimoni non trattati in Trentino nel decennio 2000-2010
I giorni utili di vendemmia so- no stati pochi rispetto ad altre annate. L’accumulo zuccheri- no non è stato importante co- me nel 2009.
Dal punto di vista fitosanitario, la peronospora non ha destato grandi preoccupazioni così co- me nel 2009.
La prima metà di maggio pio- vosa aveva destato qualche preoccupazione nei tecnici, ma la scarsa piovosità di apri-
le è condizione limitante per la preparazione delle oospore di Plasmopara viticola; inol- tre nella seconda settimana di maggio le temperature si so- no abbassate e questo non ha favorito la comparsa dell’in- fezione primaria. Successi- vamente un periodo di quasi trenta giorni senza pioggia ha di fatto inibito lo sviluppo delle poche infezioni prima- rie riscontrate sui testimoni
non trattati. Con un inoculo così basso, la pioggia di metà giugno non ha assolutamente influito sulla comparsa di ulte- riore malattia. Solo nella fase finale le piogge di agosto e set- tembre in concomitanza con la precoce chiusura dei trat- tamenti avvenuta circa 35-40 giorni prima della vendemmia, ha favorito la comparsa della malattia sulle femminelle. Le condizioni climatiche sono state sicuramente più favore- voli per l’oidio. La comparsa delle prime macchie si è veri- ficata nei primissimi giorni di maggio, favorita da condizioni favorevoli dell’ultima decade di aprile. Ma l’andamento cli- matico della prima metà del mese di maggio, freddo e pio- voso non è stato favorevole ad uno sviluppo immediato della malattia. Da metà maggio in poi invece le condizioni sono
state molto favorevoli all’oi- dio. Nei testimoni non tratta- ti la presenza di oidio è stata importante da metà giugno in poi. Nei vigneti trattati, a par- te qualche caso, non sono stati riscontrati danni significativi, grazie anche ai tempestivi in- terventi agronomici e di difesa fitosanitaria tempestivamente consigliati.
La botrite nella fase finale ha destato molta preoccupazione, poiché le continue bagnature nella fase di maggior accumulo zuccherino ne hanno determinato la comparsa massiccia. Mol- ta cura è stata fatta nella selezione delle uve e i problemi in cantina non sono poi stati molto rilevanti.
Le tignole non hanno destato grossi problemi, se non in pochi vigneti confinanti con boschi o nel- le zone in cui non è garantita la continuità tra i vigneti stessi. Si conferma anche nel 2010 la validità del metodo della confusione sessuale. Si riscontra la presenza di eulia in alcuni vigneti,
ma senza danni sula produzione. Il monitorag- gio condotto sull’intero territorio provinciale ha confermato la presenza di Scafoideus titanus, vettore della Flavescenza Dorata, su quasi tut- to il territorio vitato provinciale. Al contrario i casi di Flavescenza Dorata rimangono molto limitati e nelle zone focolaio, mentre stabile e più diffusa rimane la presenza di legno nero. Il mal dell’esca è in regresso rispetto alle annate precedenti, con forti differenze a seconda della sensibilità varietale.
Da segnalare la presenza di Planococcus ficus, e la frequente segnalazione in diverse zone del Trentino della presenza di tre fillominato- ri della vite: Holocacista rivillei, Phyllocnistis vitigenella e Antispila spp. Nonostante la loro presenza anche massiccia in certe zone, fino ad ora non sono stati riscontrati danni seri alle pro- duzioni, ma è fondamentale monitorare atten- tamente il loro comportamento. Si segnalano la presenza di Ligus spinolai in Val di Cembra, Faedo e Valsugana, di un coleottero, Anomala vitis, conosciuta anche come Cetonia, in Vall- garina e di una cavalletta, Caliptamus italicus, con segnalazione di qualche piccolo danno eco- nomicamente non rilevabile.
FIG. 2 Botrite: andamento climatico a San Michele all’Adige nel
periodo agosto - settembre 2010 FIG. 3tra il 1987 e il 2010 Evoluzione della superficie interessata alla confusione sessuale in Trentino
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