• Non ci sono risultati.

Verso un modello di riqualificazione e sviluppo: dieci parole chiave

Giuseppe De Luca, Valeria Lingua*

2. Verso un modello di riqualificazione e sviluppo: dieci parole chiave

Affrontare la riqualificazione del waterfront, dell’area portuale o dell’intera città di un’isola richiede certamente una cassetta degli at- trezzi che, se da un lato porta a formulare ipotesi progettuali tipiche del tema della riqualificazione urbana e portuale, dall’altra implica ne- cessariamente una specifica attenzione alla questione dell’insularità.

Dall’analisi dei casi nell’ambito del progetto Arcipelago Medi- terraneo è emersa una serie di strategie e fattori progettuali utili ad affrontare i problemi, dilemmi e conflitti che riguardano specificata- mente la riqualificazione delle città-porto delle isole del Mediterraneo. Si tratta di obiettivi e azioni riconducibili a dieci parole chiave: acces- sibilità, sicurezza, paesaggio, identità, ambiente, permeabilità, fat- tibilità, cooperazione, transcalarità, networking. La formulazione in io) per la gestione in forma associata dei piani strutturali, dei regolamenti urbanistici e delle loro varianti, al fine di garantire, tramite il coordinamento delle scelte territoriali, un ordinato assetto del territorio, la tutela dell’ambiente, lo sviluppo di attività compa- tibili in una logica di sostenibilità. Questo tentativo, interessante nei suoi presupposti, ha prodotto una serie di indagini ma non è ancora giunto alla definizione di strumenti di pianificazione o atti di governo del territorio in forma associata.

Giuseppe De Luca, Valeria Lingua Competitività globale e strategie di sviluppo locale

Arcipelago Mediterraneo

vedere la costruzione, in prossimità dello specchio acqueo, dei soli servizi essenziali per la funzionalità del porto (servizi igienici, ufficio comando, ufficio ormeggiatori, cala vele e ormeggi), la cui collocazione dovrà assicurarne la libera visione. Inoltre, la riqualificazione del mare può avvenire attraverso l’apertura dei quartieri periferici al litorale e la riqualificazione delle spiagge e dei servizi di balneazione.

Ambiente: occorre considerare il territorio insulare nel suo com-

plesso, quindi come insieme di ecosistemi naturali e antropici. in ri- ferimento agli ecosistemi naturali, le isole intese come paradigma (Staniscia, ivi) richiedono necessariamente una particolare attenzione alla tutela dei loro habitat, in particolare di quelli naturali, che spesso assumono caratteri di rarità. L’istituzione e la gestione di aree protette a tutela di particolari paesaggi ed ecosistemi della flora e della fauna, marini e terrestri, è dunque una delle principali azioni generalmen- te intraprese: occorre tuttavia uno sforzo nella gestione integrata dei parchi e delle aree tutelate dell’isola e dell’arcipelago. Quanto agli eco- sistemi antropici, una corretta azione ambientale richiede necessaria- mente la gestione integrata dei servizi a rete (acquedotti, fognature, smaltimento rifiuti), nonché il perseguimento del risparmio energetico negli interventi di riqualificazione. In particolare, i nuovi interventi dovranno assumere come riferimento lo standard a basso consumo energetico (lowenergy) e, in prospettiva, il nuovo standard energetico del “consumo quasi zero”, introdotto dalla recente Direttiva Europea 2010/31/EU, che ne impone l’adozione ai Paesi membri per tutte le nuo- ve costruzioni a partire dal 2020. L’insieme di questi fattori, insieme all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, può permettere all’isola di ottenere l’autosufficienza energetica e configurarsi come Zero Impact

Island. Occorre tuttavia che gli impianti che utilizzano fonti energeti-

che rinnovabili (eolico, geotermico, biogas, solare e fotovoltaico) siano inseriti correttamente nel contesto paesaggistico dell’isola, tenendo in considerazione non solo gli effetti positivi in termini energetici, ma an- che gli impatti sul paesaggio e sul consumo di suolo.

Fattibilità: negli interventi di riqualificazione nelle città porto in-

sulari, la fattibilità delle operazioni è garantita dall’integrazione del mix funzionale, attraverso la razionalizzazione della distribuzione del- le funzioni portuali e dei relativi flussi, l’individuazione di funzioni pertinenti nelle aree dismesse e, in generale, il rinnovo e la riqualifi- cazione urbana; e dall’integrazione delle risorse pubbliche e private, attraverso, ad esempio, la possibilità di realizzare “residenze portuali” in stretta connessione con i posti barca per garantire la fattibilità dell’o- perazione del porto turistico o la realizzazione di parcheggi con premi volumetrici o funzionali (possibilità di realizzazione di residenze). In termini generali, le proposte di riqualificazione dovrebbero essere (per scala architettonica e per risorse finanziarie da impegnare) adeguate alle reali possibilità e potenzialità dell’isola, il che si traduce per esem- pio nella necessità di scartare progetti faraonici, fuori scala o eccessi- vamente costosi, selezionati spesso solo per immagine, ma non di rado destinati a rimanere incompiuti o irrealizzati, comportando dunque re l’identità del paesaggio è quindi fondamentale. La tutela e valoriz-

zazione dello skyline può avvenire attraverso molteplici azioni, come l’introduzione di nuovi spazi aperti, visuali e funzioni, la riqualifica- zione dei vuoti e degli spazi aperti esistenti, l’inserimento delle attrez- zature e delle strutture necessarie al rimodellamento del bordo mare e all’ampliamento del porto in continuità logica con la configurazione della rada, il divieto di realizzare opere portuali di altezza superiore all’altezza dei moli esistenti, la riqualificazione e piantumazione con specie arborate idonee nelle aree verdi, nonché limitazioni alla trasfor- mazione nei parchi e nelle oasi naturalistiche. Una particolare attenzio- ne deve essere posta alla ponderazione del ruolo di centralità, punti di riferimento e attratto: occcorre valutare l’impatto dell’inserimento di nuovi episodi architettonici (soprattutto nel caso di progetti con una forte identità autonoma, realizzati da “archistar”) nel sistema paesag- gistico esistente (sia esso urbano o naturale) e valorozzare gli elemen- ti attrattori esistenti (illuminazione, riqualificazione, ecc.). Si tratta di valutazioni che devono portare anche alla verifica degli elementi in- congrui per la tutela del paesaggio, dell’ambiente e della salute, per garantire la messa in sicurezza e/o la ricollocazione di strutture per il trasporto e la lavorazione di prodotti petroliferi, (gasdotti, ecc.).

Identità: la rivitalizzazione della marina e del centro storico può

avvenire attraverso la realizzazione di percorsi di connessione con il porto e la riorganizzazione e segnalazione dei percorsi da e per il cen- tro storico, anche attraverso apposite strutture di informazione. In ge- nerale, il recupero delle strutture storiche attraverso l’inserimento di nuove funzioni e la creazione di nuove centralità, nonché la messa in rete di percorsi tematici, deve avere come punto di partenza il ruolo di queste strutture come elementi identitari dell’isola. Le politiche di riqualificazione della città-porto devono essere tese alla valorizzazione del suo ruolo di gateway dell’isola: a questo scopo, alla realizzazione di servizi e cantieri per la nautica da diporto può accompagnarsi la realizzazione di una porta di accesso all’isola (spazio di promozione delle eccellenze territoriali, ambientali e culturali di carattere materia- le e immateriale, come il prototipo elaborato nell’ambito del progetto Arcimed). Inoltre, nell’ambito del dimensionamento degli strumenti di governo del territorio, rilevare anche le preferenze dei non residenti che utilizzano la città o il porto permette di intercettare e dare risposta non solo alle esigenze dei residenti, ma anche ai bisogni dei port-users e dei city-users.

Permeabilità: le politiche di riqualificazione della città porto, tese

a ristabilire un rapporto tra l’urbe e il suo mare, devono prevedere in- terventi di apertura longitudinale al mare, attraverso la realizzazione di passeggiate lungomare e lungo porto e l’attraversamento longitu- dinale della città, la connessione di tutta la costa con idonei sistemi di TPL, nonché interventi di apertura trasversale all’acqua, attraverso l’aumento degli accessi, la realizzazione di percorsi ortogonali verso il fronte mare, la riqualificazione dei vuoti e degli spazi aperti esistenti, l’introduzione di nuovi spazi aperti, visuali e funzioni. Occorre pre-

Giuseppe De Luca, Valeria Lingua Competitività globale e strategie di sviluppo locale

Arcipelago Mediterraneo

perseguirla, attraverso la messa in rete con altre realtà insulari, o la partecipazione a reti esistenti (insulae, insuleur, ecc.), per poter assu- mere un peso specifico nel più ampio panorama della cooperazione mediterranea.

L’insieme di queste azioni può permettere alle isole di trasforma- re le proprie caratteristiche geografiche e i propri handicap permanenti in potenzialità: si tratta infatti di strategie tese a cambiare il punto di vista, per considerare i limiti propri dell’insularità (svantaggi struttu- rali e vulnerabilità, naturalità e remotness) come vantaggi e opportunità di sviluppo.

Tuttavia, tale atteggiamento deve essere calibrato rispetto alle re- ali esigenze e aspettative della città-porto in relazione alla sua posizione nell’isola e alle caratteristiche territoriali dell’isola stessa. A seconda del livello territoriale e della grandezza dell’isola, infatti, cambia il ruolo delle città portuali e dunque il tema della rigenerazione della città-por- to e del suo rapporto col territorio: di conseguenza, a differenti livelli di appartenenza corrisponderanno diverse letture e approcci al tema della rigenerazione della città-porto e del suo rapporto col territorio.

per portare a una sintesi le Linee guida, questo approccio do- vrebbe basarsi proprio sull’integrazione territoriale, interna ed ester- na, intendendo con questi termini non solo l’integrazione dell’isola con il sistema continentale o di arcipelago su cui affaccia, più o meno esteso, ma anche l’integrazione tra le realtà urbane presenti nel sistema dell’isola stessa e, di conseguenza, tra i diversi sistemi di governance che vi si intersecano.

il tema fondamentale su cui innestare politiche di sviluppo e in- terventi di riqualificazione delle città-porto è dunque quello dell’inte- grazione territoriale, intesa in un’ottica multilivello, finalizzata a:

– concepire la città-porto non solo così come inserita nel sistema insulare di appartenenza, ma nel più ampio sistema del bacino mediterraneo, inteso come macrosistema insulare (integrazione territoriale esterna);

– concepire la città porto in relazione a tutto il sistema insulare di appartenenza: se pare ovvio per le isole di minori dimensioni, non è affatto scontato nelle isole di maggiori dimensioni in cui persiste la presenza di diverse città di accesso all’isola (integra- zione territoriale interna all’isola).