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In “Tom O’Roughley” si afferma che la vera conoscenza può dipendere solo da un processo intuitivo di ricerca dell’illuminazione, e non da una analisi razionale e pragmatica del mondo che non può che rivelarsi ristretta. La poesia ruota attorno alle differenze tra due attitudini opposte, affermando che “wisdom is a butterfly / And not a gloomy bird of prey”.84

In una delle sedute di scrittura automatica tenute con la moglie precedentemente alla stesura di questa poesia, Yeats aveva posto ai suoi istruttori una domanda che conteneva un simbolo che sarebbe rimasto nella sua mente per parecchio: “Is butterfly symbolic of cleared subconsiousness”.85

La risposta delle guide di Georgie aveva esteso tale immagine riferendosi a Yeats come a un’aquila, l’opposto simbolico della farfalla: “Butterfly symbol of innocence of emotion Eagle complexity & unbalanced emotion anger overcoming wisdom – Butterfly wisdom overcoming anger the clearing of subconscious destroys anger”.86

Dopo altri scambi di domande e risposte con i suoi misteriosi interlocutori, infine, Yeats chiese: “Why were we two chosen for each other”.87

Il poeta credeva che lui e sua moglie fossero stati scelti da forze superiori per unirsi in matrimonio e compiere insieme il grande lavoro della scrittura automatica. La risposta fu: “one needs material protection the other emotional protection The Eagle and the Butterfly”.88

Georgie era evidentemente la farfalla, mentre Yeats era l’aquila: due aspetti complementari necessari per la ricezione intuitiva del messaggio degli istruttori e la sua elaborazione e riordinazione razionale.

84

“Tom O’Roughley”. la saggezza è una farfalla non un lugubre uccello da rapina. [Trad. A. Marianni]

85 G. M. Harper, Op. Cit., 1987.

La farfalla simboleggia l’inconscio sgombro da vincoli? [Trad. S. Teatini]

86 Ibid.

Farfalla simbolo di innocenza d’emozione Aquila complessità ed emozione priva di equilibrio rabbia che supera la saggezza – Farfalla saggezza che vince sulla rabbia la liberazione del subconscio distrugge la rabbia.

[Trad. S. Teatini]

87

Ibid.

Perché noi due siamo stati scelti uno per l’altra? [Trad. S. Teatini]

88

Ibid.

uno ha bisogno di protezione materiale l’altro protezione emotiva L’Aquila e la Farfalla [Trad. S. Teatini]

In “Tom O’Roughley”, la farfalla e l’uccello predatore rappresentano la strada zigzagante dell’intuito in contrasto con quella diritta e meccanica della logica, ma in questo caso solo la prima viene vista positivamente. La mente analitica si nutre del mondo anziché liberarsene: impone significati, stabilisce obiettivi e regole, sopravvive limitando la propria area d’indagine.89

“Logic-choppers rule the town”,90 ma Tom, protagonista e voce narrante della poesia, sostiene che, al contrario, “’An aimless joy is a pure joy”.91

Non è da escludere che Yeats possa aver scelto un pazzo come protagonista di questo suo componimento non solo perché risultava adatto a rappresentare una vita priva di ossessioni per gli obiettivi materiali della società e uno stile di ragionamento disordinato e irrazionale: il poeta ricordava probabilmente una comunicazione ricevuta attraverso la scrittura automatica di Georgie in cui si diceva che passare attraverso lo stato dell’idiozia è inevitabile, e che farlo consiste nell’annullamento di ogni ambizione.92

La ventottesima e ultima fase del sistema di A Vision è quella del folle, ed essa costituisce l’immediato preludio alla fase uno: quella del trionfo della primarietà e della dissoluzione delle forme.

‘If little planned is little sinned But little need the grave distress. What’s dying but a second wind? […]

‘And if my dearest friend were dead I’d dance a measure on his grave.’93

89 B. Levine, The Dissolving Image: The Spiritual-Esthetic Development of W. B. Yeats. Detroit: Wayne

State University Press, 1970.

90

“Tom O’Roughley”. i loici goven[a]no in città [Trad. A. Marianni]

91 Ibid.

solo priva di scopo la gioia è pura gioia [Trad. A. Marianni]

92 G. M. Harper, Op. Cit., 1987. 93 “Tom O’Roughley”.

Se chi poco progetta poco pecca di poca angoscia abbisogna la tomba. cos’è il morire fuorché un riprender fiato? […]

‘E se il mio più caro amico fosse morto sulla sua fossa ballerei qualche passo.’ [Trad. A. Marianni]

La poesia intitolata “The Dawn” presenta delle tematiche simili a quelle trattate in “Tom O’Roughley”. Se in quest’opera troviamo, infatti, l’esaltazione di una “zig-zag wantonness”, nella prima il poeta afferma che:

I would be ignorant as the dawn […]

I would be – for no knowledge is worth a straw – Ignorant and wanton as the dawn.94

Viene nuovamente espresso il desiderio di essere liberi da quell’intelletto materiale “measuring a town”.95

In “Tom O’Roughley”, alla strada diritta dei “logic-choppers”96 viene contrapposta quella tortuosa della farfalla, che non punta la sua preda come un’aquila, ma segue, come Yeats spiega in una nota: “the crooked road of intuition”.97 In “The Dawn”, alle teologie razionali della “pedantic Babylon”,98

costruite su articolati sistemi logici e su una sterile astrologia, il poeta preferisce l’indefinita e totale comprensione insita nell’aurora.

Si è visto come in Per Amica Silentia Lunae venisse mostrata una terza via, alternativa a quelle della freccia e del serpente, per ascendere lungo la catena delle emanazioni cui si è accennato nel capitolo introduttivo a questo studio: quella daimonica del fulmine, a zig-zag. Probabilmente non è un caso che il termine zig-zag ricorra nelle poesie di Yeats solo all’interno di “Tom O’Roughley”.

In “Another Song of a Fool” viene realizzata una più equilibrata sintesi dell’opposizione tra intuito e ragione. L’opera utilizza nuovamente il personaggio del pazzo, e narra la scoperta della vera sapienza nell’occhio di una farfalla. Lo stolto della poesia, nella prima strofa, è istintivamente consapevole della conoscenza superiore che

94 “The Dawn”.

Vorrei essere ignorante come l’alba […]

Vorrei essere – poiché nessun sapere vale un fico – ignorante e senza freni come l’alba.

[Trad. A. Marianni]

95

Ibid.

[che] misurava una città [Trad. A. Marianni]

96

“Tom O’Roughley”.

97

W. B. Yeats, Op. Cit., 1967. la storta strada dell’intuito [Trad. S. Teatini]

98

“The Dawn”. pedantesca Babilonia [Trad. A. Marianni]

si riflette in esso, ma sa anche che lui, un povero sciocco, non potrà mai capire appieno tale mistero: come può l’uomo, con tutte le limitazioni della propria ragione, cogliere davvero la complessità delle vie dell’intuito che si trovano in essa ingabbiate come la farfalla nelle mani del protagonista?

Eppure quel piccolo insetto era stato, a sua volta, un maestro di scuola in una precedente esistenza, e aveva instillato negli alunni il razionale sapere del suo libro con l’ausilio di una spaventosa bacchetta. Nella terza strofa, l’immagine di una campanella scolastica ha un suono al contempo dolce e stridulo, perché richiama gli alunni al cospetto dell’odiato maestro. In essa si realizza una duplice unione degli opposti: da un lato, la sua forma è fusione esplicita di mascolino e femminino, e dall’altro il suo suono è dolce e amaro al tempo stesso. Lo stolto innalza questa sintesi a paradigma di tutte le esperienze cognitive possibili.

È attraverso un processo esperienziale di prova ed errore su molti fiori dal sapore acre che la farfalla acquisisce naturalmente quella che sembra la sua saggezza istintiva:99 la capacità di scegliere le dolci “roses for his meat”.100 Eppure, il protagonista di questa poesia, tutt’altro che stolto, si muove dalla strada dell’intuito al suo opposto, riuscendo in una missione che né intuito né ragione, da soli, potrebbero risolvere. Il poeta compie la stessa opera adottando il pazzo come suo opposto all’interno dell’opera:101

essi diventano uno il daimon dell’altro, forzandosi a vicenda a prendere la maschera di ciò che ognuno, rispettivamente, “most lacks, and it may be dreads”.102

99 H. J. Levine, Op. Cit., 1983. 100

“Another Song of a Fool”. per cibo le rose.

[Trad. A. Marianni]

101 H. J. Levine, Op. Cit., 1983. 102

W. B. Yeats, Per Amica Silentia Lunae. London: Macmillan, 1918. più manca, e forse teme