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Il viaggio negli Stati Uniti d'America

Il sottotitolo dell'articolo di Raffaele Manica dedicato ad America amore apparso su “Il Foglio” recita: “La sua America è euforica, pullulante, in eterno perlage per l'incontro tra oggetto, stile e innamoramento”430.

I libri di saggi di marca arbasiniana rappresentano una specie di autobiografia intellettuale del Novecento e dell'autore stesso, e America amore costituisce un tassello importatissimo di questo percorso431. Il monumentale testo arbasiniano è un'enciclopedia dell'America. Caratteristiche salienti

di Arbasino in America amore sono: entusiasmo, curiosità, patrimonio culturale enciclopedico.

Numerosi scrittori si sono cimentati in viaggi e scritti sull'America, precedendo Arbasino nella scoperta della realtà americana432.

Nel corso del Novecento, con la modernizzazione dei mezzi di trasporto, i viaggi sono diventati via via più frequenti e, al giorno d'oggi, per attirare l'attenzione di ipotetici lettori, lo scrittore di letteratura odeporica deve puntare sulla meta inedita e avventurosa e sulla particolarità del punto di vista, unite ad una ricerca stilistica originale.

I due libri americani di Emilio Cecchi sono Messico, (1932) e America amara (1939). Al “mito americano” si contrappone una forte spinta antiamericanista (in sintonia con la linea del regime fascista...): lo scrittore ne critica l'utilitarismo, la ricerca del solo benessere materiale e il coinvolgimento eccessivo nel lavoro, negli affari, nella rincorsa al guadagno e alla ricchezza. Il volume è il frutto delle corrispondenze per “Il Corriere della Sera” avvenute durante due soggiorni, nel 1930-31 e nel 1937-38. L'America è “amara” e la modernizzazione mostra tutti i suoi aspetti negativi. Di fianco alle opere umane, Cecchi si meraviglia spesso di fronte agli spettacoli della natura americana, ancora in parte incontaminata; si sofferma sulla descrizione della dismisura dei grattacieli, la cui bellezza gli appare inumana, quasi demoniaca.

Mario Soldati pubblica nel 1935 America primo amore, che condivide con Cecchi una certa visione del continente americano: dai loro scritti emerge il “gusto amaro” dell'America e la loro risposta è un atteggiamento critico. Descrivono gli aspetti più duri dell'esistenza nelle metropoli ma non si sottraggono a momenti di autentico e positivo stupore, che mitigano il giudizio implicito sul continente americano. Soldati compie il suo primo viaggio in America nel 1929, avendo ricevuto

430 RAFFAELE MANICA, Swinging Arbasino, in “Il Foglio”, 9 aprile 2011. 431 Ibidem.

432 Per la trattazione degli autori che scrivono testi di viaggio riguardo al continente americano, cfr. R. RICORDA, La

una borsa di studio per la Columbia University; il soggiorno dura due anni e le corrispondenze danno forma al libro; successive riedizioni testimoniano diversi stadi di evoluzione dell'opera (a partire da quella del 1935). Si intrecciano amore e delusione; Soldati percepisce e trasmette il contrasto fra la tragica tristezza e la vivace allegria del continente americano. Grande attenzione e spazio nel libro vengono dedicati alla città di New York, descritta attraverso il succedersi di diverse “istantanee, che ne fissano in poche pagine luoghi o aspetti particolari”433. All'interno del tessuto della narrazione inserisce numerose citazioni e riferimenti colti434.

Le posizioni di altri scrittori sono più equilibrate e riescono ad analizzare in modo più oggettivo le contraddizioni che caratterizzano gli Stati Uniti d'America sotto molteplici punti di vista.

Un altro autore che la critica ha affiancato come precedente ad America amore è Giuseppe Antonio Borgese con il suo Atlante americano (1936). Pubblicato nel 1936, l'Atlante americano è una “raccolta antologica degli articoli pubblicati dall'autore sul “Corriere della Sera” durante il suo soggiorno-esilio statunitense”435.

A partire dal secondo Novecento, fra i viaggiatori europei c'è la tendenza a prediligere meta extraeuropee: si amplifica l'interesse per gli Stati Uniti.

Nel 1953 Guido Piovene pubblica De America, “monumentale volume odeporico”436. Secondo il giudizio di Parise, Piovene ha il merito di aver informato gli italiani sull'America. Egli vede gli Stati Uniti una nazione ricca di energia e modernità, unite alla bellezza dei paesaggi naturalistici e delle costruzioni dell'uomo (dighe, ponti, metropoli...). In un anno, fra il 1950 e il 1951, percorre l'America in macchina da una costa all'altra. Il racconto mantiene le caratteristiche di diario, non subisce rielaborazioni, si presenta come un racconto in presa diretta degli Stati Uniti negli anni Cinquanta. La scrittura restituisce la complessità della realtà americana, vista in complesso in chiave positiva. Si sofferma spesso sulla trattazione della discriminazione razziale subita dai neri.

Goffredo Parise, al contrario, nei suoi due testi americani trasmette un'inquietante immagine degli Stati Uniti. Odore d'America viene pubblicato nel 1961: l'incontro di Parise con l'America segna la fine di un mito nell'immaginario dello scrittore, l'immaginario cinematografico hollywoodiano: emerge la desolazione della modernità, che comincia ad essere vista in chiave negativa. Nel 1977 esce il secondo volume americano di Parise, New York, raccolta dei reportage pubblicati su “Il Corriere della Sera” tra gennaio e aprile 1976. Il testo analizza come l'American way of life abbia

433 Ivi, p. 246.

434 “La prosa di Soldati è ricca e capace di attingere a esiti di notevole felicità espressiva; numerose sono le citazioni e i

riferimenti colti, letterari ma non solo (già il titolo, America primo amore, contiene un riferimento cinematografico, a Lonesome di Paul Fejos, tradotto appunto con Primo amore nella versione italiana).” R. RICORDA, La letteratura

di viaggio in Italia. Dal Settecento a oggi, cit., p. 247.

435 R. RICORDA, La letteratura di viaggio in Italia. Dal Settecento a oggi, cit., p. 74. 436 Ivi, p. 86.

ormai contaminato il globo intero, non lasciando più possibilità di sopravvivenza all'esotico e alla natura incontaminata. Anche Arbasino è costretto a fare i conti in America con il deprecabile turismo globalizzato: questa tendenza emerge soprattutto in America Latina.

Anche Italo Calvino si trova, in Collezione di sabbia (1984) a fare i conti con il turismo di massa. Calvino compie un ampio tour in America; si confronta con il mito letterario che ha dell'America; assiste ad episodi di razzismo e lotte di massa fra bianchi e neri. Il suo Diario americano si compone di lettere, appunti e riflessioni raccolte fra il 1959 e il 1960 durante il viaggio.

Per gli scrittori del Novecento che hanno viaggiato in America – Mario Soldati, Emilio Cecchi, Mario Praz, Guido Piovene, Goffredo Parise -, il giudizio è sempre in bilico fra positività e negatività, fra l'amore e il rifiuto, fra il considerarla la realizzazione di un sogno o la materializzazione di delusioni, disillusioni e frustrazioni; spesso il mito americano crolla e l'ago della bilancia finisce per pendere verso la negatività, fino al limite della descrizione dell'America come luogo infernale.

Arbasino vive sentimenti positivi nei confronti del continente americano, che realizza a suo parere le aspettative di superamento della ristrettezza culturale italiana ed europea, concretizzandone il bisogno di un reale cosmopolitismo.

“È tanta la “roba” dell'emporio americano di Arbasino, […] ricca l'infiorescenza e densa la linfa di quest'ampia sezione del suo giardino letterario”437. Gli scritti di Arbasino sull'America coprono un arco temporale dell'ampiezza di mezzo secolo, a partire dai suoi primi articoli pubblicati nel 1959. Uno dei fili conduttori di quest'opera multiforme sull'America è la critica della cultura, progetto portato avanti con costanza durante una vita intera, che trova qui ampia trattazione per quel che riguarda il filone americano, in un itinerario composito che attraversa il tempo e i luoghi fino a restituirci, attraverso l'accumulo di materiali, un resoconto dettagliato dell'andamento della cultura americana nel corso di mezzo secolo.

Arbasino vive l'America in prima persona, ci torna con regolarità anche per lunghe permanenze, intreccia relazioni. L'incontro con l'America e la conoscenza di questo luogo costituiscono un work

in progress che nell'arco di lunghi anni sviluppa, approfondisce o ritratta temi e motivi438. Nel 1959,

437 MARTINO MARAZZI, America, Alberto Arbasino, cit., p. 243.

438 “È l'esplosione di una “vitalità spaventosa” nei weekend spensierati e goderecci (Off-off, p. 193): applicazione di un

principio di piacere che colpisce gradevolmente assai al di là dei suoi risvolti di mero soddisfacimento sessuale- mentale. C'è infatti, in quel trionfo dei sensi, poco velleitarismo e molto ottimismo; c'è una spinta a “far bene le cose” che non si lascia soffocare dai più disparati alibi autopunitivi, e che da un ambito privato passa con ogni evidenza a quello pubblico delle arti e dell'attività intellettuale: dai cocktail parties e dagli incontri tra la sabbia e le docce alla perfezione artigianale dei musicals, alla professionalità del giornalismo, alla larghezza di vedute dei Galbraith, dei Riesman, degli Schlesinger jr. incontrati per il “Mondo”. Bermudas, flanelle, notti chiare; e, nella luminosità meridiana dei campus e degli uffici, camicie immacolate e bow-ties. Un sapore di Gilded Age, avvolto da una pellicola di rimpianto (nonostante un programmatico “NO NOSTALGIA” ad apertura delle Muse a Los

1960, 1961, 1964 compaiono corrispondenze su “Il Mondo”. In Fratelli d'Italia l'America viene presentata nel terzo capitolo; nelle successive riedizioni che si estendono per tre decenni, lo spazio dedicato alla descrizione delle esperienze ambientate negli U.S.A. andrà sempre più espandendosi, attingendo, se necessario, da ognuna delle “Americhe” precedenti: è l'America degli anni a cavallo tra l'amministrazione Eisenhower e il primo periodo della presidenza Kennedy. La sezione americana, sempre più elaborata ed ampliata con il susseguirsi delle riscritture, descrive l'ambiente sfrenato e anticonformista della comunità gay, una vita frenetica e senza orari, caratterizzata da grande libertà e conseguente felicità. Nel 1960, confluiscono in Parigi o cara alcuni resoconti dei suoi primi viaggi e incontri americani. Nel 1963 scrive articoli per “Il Giorno”, alcune delle quali trovano spazio in Grazie per e magnifiche rose; anche ne La maleducazione teatrale: strutturalismo

e drammaturgia confluiscono dissertazioni teoriche su spettacoli teatrali visti in America. Off-Off

contiene molte riflessioni sulla cultura americana underground, le quali provengono da diari e articoli scritti fra il 1966 e il 1967. Molte delle Sessanta posizioni descrivono incontri avvenuti con personaggi significativi della cultura americana, incontri avvenuti appunto in America. Poi ancora numerosissimi viaggi, articoli, saggi, corrispondenze per “Il Mondo”, “Il Giorno”, “Tempo presente”. Ne Il meraviglioso anzi, pubblicato nel 1985, troviamo una prima descrizione dell'America delle grandi mostre. Nel 2000 Le muse a Los Angeles raccoglie, come si è visto, in maniera più ampia scritti sulle grandi mostre d'arte californiane. E infine America Amore, la summa di mezzo secolo di viaggi e scritti sull'America.

Arbasino, attraverso moltissimi viaggi e permanenze in America, è riuscito ad analizzare questo paese da molteplici punti di vista, si è soffermato su innumerevoli luoghi, aspetti e fenomeni, sulla cultura, sullo stile di vita, sul costume, sulla letteratura, sul teatro, sull'arte, sulla politica, sulla scuola, sulle abitudini439. Si sofferma tanto sul contesto sociale e di costume, quanto sull'opposizione culturale americana: è un paese che nel corso degli anni continua ad interessarlo e ad attirarlo fortemente e a generare in lui il desiderio di trasferire tutto ciò nella pagina scritta440. L'America è uno dei tanti “altrove” scoperti nei suoi instancabili viaggi, ma è un altrove esplorato e scandagliato più degli altri, un altrove che ha ispirato un'enorme mole di articoli giornalistici che ci restituiscono un ritratto descrittivo che anno dopo anno si arricchisce di nuovi particolari e conoscenze, fornendoci un'immagine sempre più approfondita, dettagliata e variegata441:

Angeles), rimane a lungo nella mente del lettore, dove si intreccia a suggestioni diciamo d'ordine entropico.” Ivi, p.

246.

439 “E si tenga presente che in questi giochi vorticosi di give and take molte cose di valore niente affatto secondario

accedono solo molto parzialmente alla dignità ut varietur del grande romanzo.” Ivi, p. 245.

440 È questa “l'America di Arbasino […]: oggetto di passione immutabile ed emozione costante; fonte apparentemente

inesauribile di una volontà di racconto espressa in storie variegatissime sostenute da un tono, da uno stile di inconfondibile omogeneità.” Ivi, p. 243.

un'America scandagliata non solo nei fermenti culturali e nelle ideologie, ma anche vissuta in prima persona nelle abitudini della più materiale quotidianità442. Un paese che ci viene restituito anche attraverso il suo modo di esprimersi, trasferendo il suono del parlato americano delle varie classi sociali nella prosa-conversazione443.

Arbasino vive l'America senza pregiudizi né concetti preconfezionati e superficiali, e ce lo trasmette rispettando questa stessa attitudine al ragionamento razionale sulla realtà incontrata444. Riesce a cogliere la vera bellezza dell'America, che si situa anche nelle grandi contraddizioni, e ad osservare tali contraddizioni nella loro totalità, accettandole, senza nasconderle dietro sterili semplificazioni, trasmettendole con la scrittura attraverso le forme del saggio e della narrativa. Il suo sguardo spazia e si sofferma con attenzione e curiosità su tutto ciò che lo circonda: uomini e cose, situazioni ed eventi, oggetti e soggetti, opere d'arte ed opere letterarie445.

Per America Amore vale la stessa affermazione che Pietro Citati fa a riguardo di Parigi o cara: “La sua prosa andrebbe ascoltata, così da sentire la cadenza, l'accento, le allusioni, i cenni del capo, la piccola commedia che accompagna questa voracità petulante e pettegola.”446

La copertina rossa di America amore ritrae Elizabeth Taylor in bianco e nero nei panni di

Cleopatra di Joseph L. Mankiewicz (1963): si tratta di una strana scelta, visto che nel libro egli

distrugge l'immagine della diva proprio per quanto riguarda quel film (sudata, sporca, poco professionale...), per poi relativamente riabilitarla in occasione di un successivo incontro a Venezia, lodandone lo sguardo incantatore. Un curioso particolare: America amore esce nelle librerie proprio il giorno della morte di Elizabeth Taylor.

America amore si può catalogare con l'etichetta di letteratura di viaggio, ma al suo interno

scopriamo inserimenti di sezioni di altri testi che appartengono al genere della critica letteraria, teatrale e culturale: Arbasino è riuscito a rimodellare il tutto creando un testo che, analizzato nella qualsiasi rilievo artistico, alla portata di qualsiasi scrivente, di qualsiasi contribuente. La seconda è sempre un'opera d'arte, una vera e propria Occasione, un sistema di apprendimento che esige, oltre a fantasia e senso dell'umorismo, una certa fibra, o spina dorsale.” EMANUELE TREVI, Interzona, Alberto Arbasino, cit., p. 324.

442 “si potrebbe stilare una fitta tavola di odori, sapori, suoni, immagini e sensazioni tattili dell'America di Arbasino.”

MARTINO MARAZZI, America, Alberto Arbasino, cit., p. 248.

443 “è un'America plurale e spesso accostata con la freschezza rigorosa e calibrata della sua caratteristica prosa-

conversazione che introietta la vivacità nervosa di un parlato “di classe” […]; ma è anche un mondo contemporaneo restituito da una voce tutto sommato monologante e da un'intelligenza fecondamente idiosincratica.” Ivi p. 244.

444 “Sia in saggistica che in narrativa, l'amor di concretezza mantiene Arbasino un bel passo al di qua degli “ismi”: nel

nostro caso, immune dall'americanismo come dall'antiamericanismo: per coerenza e fedeltà, esempio davvero unico nell'ampia pubblicistica italiana dedicata agli Stati Uniti.” M. MARAZZI, America, Alberto Arbasino, cit., p. 249.

445 Attraverso l'ausilio “di una struttura fatta di accumulo, di estro, di continui rimescolii e di irresistibili accostamenti

[…] egli ha divorato e metabolizzato e reso “arbasinesco” tutto quel che cadeva sotto il suo sguardo.” E. DE ANGELI, Editing, Alberto Arbasino, cit., p. 286.

sua globalità, ci appare armonioso e lineare. Bisogna sottolineare che la compresenza di racconto di viaggio e critica culturale è una caratteristica sempre presente nella letteratura di viaggio di marca arbasiniana. C'è da aggiungere che per le descrizioni Arbasino fa largo uso della similitudine, il che in parte spiega perché abbia bisogno di spaziare tra le discipline e le arti più diverse447.

Considerato nel suo insieme, America amore può essere definito a pieno titolo “letteratura di viaggio” in quanto si tratta di viaggi realmente compiuti dall'autore: risponde quindi al primo requisito per poter essere considerato letteratura odeporica448 (anche se in alcuni punti si trova al confine dell'autobiografia). La narrazione arbasiniana non rispetta però i tre momenti del viaggio identificati da Eric Leed, partenza, transito e arrivo; lo scrittore inventa una tipologia personale di scrittura di viaggio, con caratteristiche peculiari; il racconto sembra strutturarsi in momenti successivi, slegati l'uno dall'altro.

La “Gita a Chiasso” è una metafora che si è trasformata in un modo di dire tipicamente arbasiniano, ed esprime il suo bisogno di sprovincializzare, di aprirsi a un contesto internazionale, ed il suo desiderio di superare l'ambito ristretto del realismo. Arbasino fugge in Europa per allontanarsi dal provincialismo italiano; quando anche l'Europa comincia a stargli stretta, si sposta in America alla ricerca del cosmopolitismo e dell'apertura che in Europa non riscontra più. L'America raccontata, descritta ed analizzata da Arbasino viene considerata da alcuni critici “la preistoria della nostra contemporaneità”. Questa definizione fa riflettere, in quanto l'America anticipa spesso quanto avverrà anche in Europa: nello specchio americano Arbasino intravede cambiamenti, ribaltamenti politici, massacri ideologici che avverranno poco dopo nella vicina/lontana Europa ed anche, ma non sempre, nella provincialissima Italia.

La prima esperienza di Arbasino in America avviene nel 1959, quando si reca ad Harvard grazie a una borsa di studio, per poi viaggiare a New York e Broadway. Dai suoi numerosi viaggi americani nascono reportage giornalistici per “Il Mondo”, “Illustrazione italiana”, “Il Giorno”, “L'Espresso”: il materiale degli articoli viene ripreso, riscritto e raccolto in sei ampie sezioni tematiche.

Quest'ultima è una tendenza peculiare della letteratura di viaggio, dove “spesso si stratificano […] diversi gradi di elaborazione degli scritti, dalle prime impressioni appuntate durante il viaggio alle corrispondenze giornalistiche e infine alla ripresa in volume”449. Come ogni altro prodotto

447 “[...] senza la pratica costante del Salon, senza la passione ulcerante per l'opera lirica (e lo stesso può dirsi per il

cinema) nemmeno gli sarebbe stato possibile imboccare la strada della narrativa, perché spettacoli e mostre sono i mattoni, la materia prima fondamentale con cui comporre le sue descrizioni e dar voce ai suoi personaggi.” G. PEDULLÀ, Cinema, Alberto Arbasino, cit., p. 270.

448 Ibidem.

letterario arbasiniano, l'opera presenta un alto grado di elaborazione: Raffaele Manica afferma, riguardo ai libri di Arbasino e per sottolineare il grande lavoro che precede la pubblicazione, che “Un testo è essenzialmente un manufatto, e questa idea umile contiene già in sé tutta la nobiltà necessaria.”450

Lo scrittore lombardo possiede l'innata capacità di trovarsi sempre nel luogo del globo terrestre dove sta avvenendo qualcosa di significativo: 1959, Harvard, la presidenza Heisenhower, un boom economico potente, la Guerra Fredda fra U.S.A e Russia in corso, gli scapestrati “sabati del Village”, poi Su e giù per la 101, San Francisco, Los Angeles, Stanford, Berkeley, Hollywood, New Orleans, Cape Cod, Fire Island.

L'opera America amore è così suddivisa:  prima sezione, Harvard '59, pp. 13-160

 seconda sezione, Broadway e Suburbia, pp. 163-371  terza sezione, West Coast, pp. 373-503

 quarta sezione, Off-off, pp. 505-647

 quinta sezione, Trenta posizioni, pp. 649-797  sesta sezione, Alti luoghi, pp.799-867.

I titoli dei capitoli delle sei sezioni del libro tracciano l'itinerario del percorso che seguirà l'enciclopedica narrazione. Ogni sezione si distingue dalle altre per gli argomenti trattati, per il genere verso il quale inclina, per lo stile. Per la costruzione di un'opera così corposa, Arbasino punta sullo stile e sulla struttura. I temi, alcuni risalenti a più di cinquant'anni fa, sono tutt'oggi attuali e le sue riflessioni trovano un riscontro preciso nel presente. Egli vede la realtà con una lungimiranza incredibile, riuscendo a prevederne sviluppi nel futuro.

Come si è già sottolineato, Arbasino lascia moltissimo spazio alla trattazione di spettacoli teatrali; si può affermare che i campi della cultura per i quali traspare maggiore interesse da questo corposo testo siano la letteratura ed il teatro: la letteratura rappresenta il suo modo di conoscere la realtà, da essa provengono innumerevoli suggestioni, il teatro rappresenta la sua attività culturale più frequentata, ampie sezioni del testo sono rappresentate dalla narrazione degli spettacoli visti. Gli spettacoli teatrali sono sempre descritti minuziosamente, a partire dal luogo e dal teatro che ospitano lo spettacolo; gli aspetti sui quali si concentra sono molteplici: le scenografie, l'illuminazione, gli aspetti tecnici della messa in scena, la recitazione e la performance degli attori,

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