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Il romanzo pubblicato nel 1913 e ritenuto dalla critica uno dei capolavori della Deledda, si apre con Efix, il servo delle dame Pintor che osserva, seduto davanti alla capanna in cui vive, l‟argine primitivo appena rinforzato, adiacente all‟ultimo poderetto rimasto alla famiglia Pintor. Anche quest‟opera, come L‟edera inizia in media-res, il lettore si addentra subito nella vicenda e nel paesaggio sardo senza alcuna presentazione da parte dell‟autrice. Sul calare della sera, dopo aver raccomandato a Dio il raccolto stagionale con cui si sostengono le sue padrone, Efix sta per coricarsi, quando viene sorpreso dall‟arrivo di un ragazzino, Zuannantoni. Il fanciullo gli comunica che le tre donne vogliono che la mattina seguente si rechi in paese perché devono parlagli di una questione urgente. Ad allarmare le signore è una lettera che si sospetta esser stata inviata da Giacinto, il loro nipote. Dopo questa notizia Efix appare piuttosto turbato e preoccupato; ma solo grazie all‟intraprendenza del giovane Zuannantoni che nella notte lo incalza con le sue domande, scopriamo che Giacinto è il figlio di Lia, la sorella morta di Ruth, Ester e Noemi; scappata di casa molti anni prima, con l‟aiuto di Efix, per fuggire da un padre severo e dispotico, don Zame. Nel corso della conversazione, apprendiamo che durante la ricerca disperata della figlia, l‟anziano padre muore, o come sostengono le voci del paese, viene ucciso. L‟atteggiamento scontroso assunto da Efix nei confronti di Zuannantoni, lascia nel lettore l‟impressione che il servo sia coinvolto nella vicenda che da anni è avvolta in un alone di mistero.

L‟indomani, l‟uomo raggiunge la casa delle padrone, insieme leggono la lettera e scoprono che il nipote sta per arrivare. Le sorelle hanno reazioni contrastanti; Ester è disposta ad accoglierlo, Noemi si oppone con forza e Ruth pensa che una volta ospitato, se non si comporta in modo adeguato, possono allontanarlo.

Il servo cerca di assicurarsi che non ci siano dissapori tra le sorelle, parla con ognuna di loro mostrandosi particolarmente premuroso. In seguito, entusiasta per la notizia ricevuta,

si reca dall‟usuraia del paese, Kallina, perché ha bisogno del denaro per comprarsi una nuova berretta e un cavallo per Giacinto.

Dopo l‟annuncio che ha spezzato il fragile equilibrio delle dame Pintor, sono seguite settimane di silenzio in cui le sorelle si erano ormai convinte che Giacinto non sarebbe piùvenuto. Solo all‟inizio di maggio, il ragazzo si presenta a casa delle zie, dove trova Noemi che nella solitudine della sua stanza si sta abbandonando ai ricordi suscitati dal paesaggio primaverile che intravede dalla finestra. Quando si trova di fronte a Giacinto, viene colta da un improvviso timore e sgomento, pur rimanendone attratta, per questo fa avvertire subito Efix del suo arrivo. Dopo aver visto il poderetto lavorato dal servo, Giacinto si reca alla festa di Nostra Signora del Rimedio dove viene accolto con affetto e calore dalle zie e dalle ragazze del paese, tra cui Grixenda, nipote della donna che in passato ha amato suo nonno.

Il giorno successivo, vediamo Efix confrontarsi con don Predu, il cugino delle dame Pintor; l‟uomo pensa che le donne saranno costrette a indebitarsi con Kallina per mantenere Giacinto e per questo si offre di comprare l‟ultimo terreno rimasto alla famiglia. Dopo essersi ambientato nel paese della madre, Giacinto abbandona l‟idea di trasferirsi a Nuoro, si intrattiene con i compaesani tra feste e giochi, paga da bere a tutti, intraprende una relazione con Grixenda e dichiara addirittura al servo di volerla sposare, nonostante lei sia orfana e povera.

La situazione precipita quando Efix, recandosi dalle sue padrone, scopre che Giacinto dedito ai sollazzi con gli amici e al gioco oltre a farsi prestare denaro da Kallina e don Predu, ha addirittura firmato una cambiale a nome della zia Ester per ricoprire i debiti accumulati a causa dei suoi vizi. Questa notizia sconvolge il fragile equilibrio delle tre donne: Ester ancora una volta, si mostra disposta ad aiutarlo, Noemi infuriata si scaglia contro la sorella ed Efix accusandoli di averlo sempre protetto, mentre Ruth, sconvolta per l‟accaduto, viene colta da un malore e muore.

Dopo la morte di Ruth, Efix cerca Giacinto per intimargli di lasciare definitivamente la casa delle zie, i due hanno un confronto aspro in cui il ragazzo accusa il servo di esser l‟assassino di suo nonno.

Viene finalmente svelata la verità sulla morte del vecchio Zame; a nulla servono le giustificazioni di Efix che dichiara di averlo fatto per legittima difesa. Il servo, infatti, innamorato di Lia, l‟aveva aiutata a fuggire e quando il padre della ragazza lo aveva

scoperto, aveva iniziato a sospettare che tra i due ci fosse una relazione, era nata una colluttazione ed Efix lo aveva spinto facendolo sbattere la testa contro una pietra, la cui ferita aveva causato la sua morte.

Giacinto, dopo aver ascoltato la confessione dell‟uomo si allontana sconvolto dal paese, senza dire nulla.

Ester e Noemi, sommerse dai debiti causati dalla condotta spregiudicata del nipote, sono costrette a vendere il podere al cugino per poter mantenere la loro casa; mentre Efix continua a lavorare il terreno a servizio del nuovo proprietario.

Con il passare del tempo, don Predu chiede ad Efix di intercedere per lui presso Noemi e convincerla a sposarlo, ma tutti i tentativi falliscono poiché la donna, segretamente innamorata del nipote, si oppone con forza all‟unione con un uomo che disprezza e che sente come un nemico.

La vecchia Potoi, nonna di Grixenda ormai vicina alla morte, chiede ad Efix di convincere Giacinto a mantenere la promessa fatta alla nipote che in sua assenza diviene sempre più triste e depressa.

Il protagonista, dopo il confronto con l‟anziana donna, decide di allontanarsi da Galte e dalle sue signore, convinto che la colpa di cui si è macchiato anni prima sia la causa delle disgrazie che incombono sulla famiglia Pintor.

Giunto a Nuoro, Efix ha un nuovo confronto con Giacinto, in cui cerca di convincerlo a sposare Grixenda, in modo che anche sua zia si liberi dal sentimento che nutre nei suoi confronti e accetti di sposare don Predu. Dopo esser rimasto una settimana insieme al ragazzo, decide di partir, e si reca a una festa dove conosce un mendicante cieco, Ismene, che ha appena perso il compagno che si prendeva cura di lui; i due allora decidono di ripartire insieme, spostandosi da una santuario all‟altro a chiedere l‟elemosina.

Efix avverte un profondo senso di vergogna nel chiedere denaro alle persone, ma ritiene che questa umiliazione sia la giusta punizione da infliggersi per l‟omicidio commesso. Una notte, mentre Efix e Ismene dormono, il mendicante chi si è unito a loro nel corso del cammino, ruba il denaro che hanno guadagnato. Quando, il mattino seguente, il cieco si accorge di esser stato derubato decide di inseguirlo per farsi restituire i soldi. Efix liberatosi dei suoi compagni può finalmente tornare a Galte; qui scopre che il podere ora è lavorato da Zuannantoni, e che Giacinto e Grixenda, così come Noemi e don Predu sono prossimi al matrimonio.

Il servo in un primo momento, torna a lavorare il terreno di cui si è occupato per tutta la vita, ma poco tempo dopo le sue condizioni di salute peggiorano e quindi decide di trascorrere gli ultimi giorni che gli restano nella casa delle dame Pintor, in compagnia di Ester e Noemi. Efix, poco prima della morte confessa al prete Paskale l‟omicidio commesso e poi può finalmente trovare pace; infatti, durante il matrimonio della sua padrona, si lascia morire con la consapevolezza che le sue signore non hanno più bisogno della sua protezione.146

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