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VISUALIZZAZIONE DEI DATI DI CONSUMO E REPORT CONCLUSIVO

In questo capitolo si vogliono fornire le basi per la stesura del report finale a conclusione del processo di audit per l’edificio in esame. L’auditor deve infatti presentare al committente una relazione conclusiva in cui siano riportati, tra gli altri, i risultati più significativi del suo lavoro. La stesura di tale relazione deve essere ovviamente quanto più sintetica, ma allo stesso tempo esaustiva, possibile.

Si propone una struttura del report suddivisa in tre parti: la prima relativa ai dati di ingresso e alla descrizione dello stato attuale dell’edificio, la seconda riguardante l’analisi energetica del sistema edificio-impianto e la reportistica dei risultati, mentre la terza parte incentrata sulla proposta di interventi di risparmio energetico corredati dai conseguenti risparmi economici. Si consiglia dunque all’auditor di strutturare il report usando le indicazioni riportate di seguito. La prima parte prevede una descrizione dell’edificio soggetto ad audit con un breve elenco dei componenti murari presenti e dell’utilizzo dell’edificio. In questa parte si prevede anche un report delle grandezze climatiche più significative derivanti o da normativa o da database di altri enti locali. Ancora in questa fase si prevede l’inserimento dei dati di consumo derivanti da fatturazione, nonché ogni altro dato di monitoraggio delle grandezze significative presente. Si consiglia, per una migliore e più immediata visualizzazione, l’uso del grafico P-θ del metodo “Energy Signature”, che permetta la loro correlazione con i dati di temperatura esterna: i dati di ingresso sono la potenza ottenuta dall’energia primaria ricavata dalle fatture di fornitura divisa per il tempo di monitoraggio e la temperatura esterna media sul medesimo periodo di monitoraggio. Tale grafico è ancora più utile nel caso in cui non sia possibile effettuare un monitoraggio diretto poiché si sfrutta l’energia primaria richiesta al generatore.

Si consiglia l’utilizzo di grafici e figure in modo da avere “visivamente” a disposizione i dati principali su cui si è svolto l’audit dell’edificio.

La seconda parte, riguardante l’analisi del sistema edificio-impianto, prevede la citazione delle metodologie usate per l’audit (ad esempio monitoraggi e/o calcoli analitici previsti da precise Normative…), senza fornire una descrizione dettagliata poco utile all’utente finale. Per ogni metodologia (monitoraggio e/o calcolo) occorre presentare in modo esaustivo i risultati ottenuti. Una tipologia di presentazione efficace è costituita dai diagrammi di Sankey, con i quali si possono visualizzare in modo schematico gli input e i risultati dell’audit svolto, evidenziando le destinazioni d’uso energetiche più rilevanti e l’entità delle perdite: in altre parole, con i diagrammi di Sankey si può avere un’idea immediata dei sottosistemi più efficienti e di quelli con rendimenti minori (che sono quelli su cui si possono proporre i primi interventi per la “riqualificazione energetica”).

I risultati dell’analisi energetica possono essere riportati anche in una tabella conclusiva. Potrebbe risultare anche interessante riportare in questa fase i grafici finali previsti dalla metodologia “Energy Signature” descritta nell’Appendice B della UNI EN 15603: 2008, nel caso

in cui sia stato effettuato un monitoraggio della temperatura esterna o di irradianza solare e del fabbisogno energetico dell’edificio in analisi a valle del generatore. Le ipotesi di applicabilità e validità di tale grafico sono costituite da una temperatura interna costante, da apporti interni approssimativamente costanti nel tempo e da apporti solari trascurabili. L’auditor che voglia effettuare il monitoraggio previsto dalla Energy Signature deve valutare su scala temporale sufficientemente lunga (settimanalmente, mensilmente) l’energia richiesta dal locale, e contemporaneamente monitorare la temperatura esterna nello stesso periodo di tempo. Terminato il monitoraggio, si avrà un valore della temperatura esterna medio nel periodo considerato e la potenza media richiesta (data dal rapporto tra l’energia richiesta e il tempo di monitoraggio). Questo procedimento deve essere ripetuto più volte per tutta la durata della stagione di riscaldamento, ottenendo coppie di valori (θest, P) con cui si più ricavare una retta di regressione. E’ molto interessante prolungare il monitoraggio anche nella stagione non di riscaldamento di modo da valutare la potenza “di base” richiesta dall’edificio e che dipende dalla richiesta di ACS e da eventuali perdite. Un esempio di diagramma Energy Signature può essere il seguente.

In tale grafico, si definisce P0 come la potenza richiesta dal locale quando la temperatura esterna è pari a 0°C, Pb è invece la potenza di base, richiesta dall’edificio quando si raggiunge la temperatura esterna limite θL , in corrispondenza della quale si “esce” dalla stagione di riscaldamento. I punti rossi sono i dati sperimentali a partire dai quali si costruisce la retta di regressione. Come si vede, l’equazione di tale retta è facilmente esprimibile come:

est

H

P

P

0

Dove L b P P H    0

e riflette la sensibilità dell’edificio alla variazione della temperatura esterna. Si possono confrontare i valori della potenza ricavati tramite questo metodo con quelli ricavati dai bilanci semplificati del locale, di tipo: PH(

int 

est)Pa

AIsol dove θint è la temperatura media interna, Pa è la potenza relativa alle perdite e a richieste di energia per usi diversi dal riscaldamento (per esempio per la produzione di ACS; generalmente viene presa pari a Pb) e

AI

sol rappresenta gli apporti solari in ingresso attraverso la superficie esposta per il relativo fattore di utilizzazione.

È importante sottolineare che i valori della potenza trovati a seguito del monitoraggio dell’edificio soggetto a diagnosi possono essere fortemente influenzati dagli apporti solari o da altre variabili oltre alla temperatura esterna (edificio con una notevole superficie vetrata, con una serra solare, edificio ad uso scolastico). In questo caso il metodo Energy Signature con il grafico P-θ non è applicabile. E’ invece opportuno utilizzare il grafico H-m ottenuto (di derivazione dal precedente) dividendo il bilancio globale di energia per la differenza di temperatura tra interno ed esterno e ottenendo quindi un coefficiente di perdite di calore “apparente” H’:

m

A

H

I

A

H

P

P

H

a sol

0 0

'

In cui si è definito m come la variabile meteorologica, pari al rapporto tra l’irradiazione solare e la differenza di temperatura tra ambiente interno ed esterno. In base alla pendenza della retta si capisce se gli apporti solari sono molto rilevanti (retta molto inclinata identificata con la lettera a nel successivo grafico) o se invece sono trascurabili, per cui forse è possibile tornare ad utilizzare il grafico P-θ.

Si è già specificato che il tempo di monitoraggio deve essere sufficientemente lungo in modo da evitare che fenomeni dovuti alle dinamiche termiche possano influire sui risultati del monitoraggio. Per tale motivo, una elaborazione di questo tipo è di facile realizzazione in appartamenti o in generale in locali dotati di contabilizzatore dell’energia.

Grafici di questo tipo risultano particolarmente utili soprattutto quando si voglia verificare il buon andamento del sistema anche a distanza di tempo dall’ultima analisi energetica effettuata. Se si effettuano altri monitoraggi, infatti, si ricaveranno altri punti sperimentali di temperatura e potenza: dovrà essere verificato che tali punti siano vicini alla retta di regressione ricavata precedentemente. Nel caso in cui ciò non si verifichi, si nota immediatamente che il sistema non è caratterizzato dalla stessa “efficienza” trovata nell’audit precedente e si dovranno disporre ulteriori controlli e verifiche per individuare i punti di malfunzionamento del sistema e proporre delle relative soluzioni.

La terza parte, riguardante la proposta di interventi migliorativi e relativa analisi costi-benefici, prevede una tabella riassuntiva degli interventi di riqualificazione energetica con informazioni sulla tipologia di intervento, sulla superficie di edificio interessata, sulle prestazioni energetiche dell’edificio prima e dopo l’intervento, sul costo capitale, sugli eventuali incentivi nazionali o locali, sul flusso di cassa in termini di mancata spesa per fornitura energetica, sul tempo di ritorno dell’investimento. Si consiglia la suddivisione degli interventi in aree tematiche (involucro, impianto, fonti rinnovabili, gestione dell’impianto). In seguito alla tabella riassuntiva, per ogni intervento, si prevede una breve descrizione dell’intervento (con l’ausilio di grafici e immagini esplicative), la definizione del costo capitale (tale valutazione è del tutto a carico dell’auditor) e ogni altra informazione inerente.

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