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Voci dai margini: dinamiche di auto-identificazione

Ukrajins’kyj/Rosijs’komovnyj/Rosijs’kyj La definizione di nuove finestre interpretative

4.3. Voci dai margini: dinamiche di auto-identificazione

[…] in questo momento la letteratura russofona d’Ucraina è un fenomeno privo di alternative: è del tutto impossibile […] ignorarlo, limitarlo o tentare di ucrainizzarlo per diversi anni. Che faccia il suo corso […] che i suoi scrittori si guadagnino da vivere […] E se per caso da questo humus letterario dovesse germogliare un fiore che, seppur non molto bello, fosse senza precedenti? (Okara 1998, T.d.A.).87

L’ideologizzazione delle relazioni russo-ucraine ha messo in secondo piano il dato estetico-letterario della produzione ucraina in lingua russa. Si presenta anch’essa come un movimento ‘non-integrale’, diffuso in molte province del territorio nazionale. Anche in questo caso non si può parlare di strategie narrative universalmente comuni: parte delle pubblicazioni si ascrive alla letteratura di massa, in prevalenza al genere ‘fantasy’, come nel caso di Marina (n. 1968) e Sergej Djačenko (n. 1945), mentre un nutrito gruppo di autori elabora percorsi di indagine e rielaborazione artistica della propria coscienza storica, attraverso gli strumenti della satira e della rappresentazione allegorica del passato. I ‘fiori’ della letteratura di lingua russa, auspicati da Okara nel 1998, trovano la loro naturale sede di pubblicazione in antologie, riviste e raccolte letterarie. La situazione ‘deficitaria’ del mercato letterario nazionale li vede agire in uno spazio di ‘contatto’. Come osservano T. Kochanovskaja e M. Nazarenko (2012a), le

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“Intorno alla letteratura ucraina di lingua russa ha preso forma una sua comunità […] secondo l’opinione dei

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sostenitori della letteratura russofona d’Ucraina, la cooperazione tra le due ‘compagnie’ - quella ucrainofona e quella russofona - è necessaria, e potrebbe rivelarsi utile per entrambe le parti in causa” [Навколо української російськомовної літератури також склалася своя спільнота…на думку сторонників української російськомовної літератури, співпраця між цими двома «тусовками» – україномовною і російськомовною – потрібна і могла б виявитися корисною для обох сторін] (Olijnyk 2013, T.d.A.). “[…] на данный момент русскоязычная литература на Украине – явление безальтернативное, ее никак 87 невозможно […]игнорировать, ущемлять или пытаться украинизировать за несколько лет – пускай себе существует […] пускай писатели зарабатывают себе на жизнь […] А вдруг сквозь этот литературный гумус прорастет какой-нибудь, пусть не очень красивый, но зато еще невиданный цветок?”.

dinamiche del mercato contemporaneo attirano gli autori russofoni d’Ucraina nel contesto letterario russo, proprio per le maggiori possibilità di pubblicazione. Questo fenomeno determina differenti tipi di ‘ibridazione’ tra il sistema letterario ucraino e quello russo, come osserva I. Kukulin (2007):

[…] la letteratura russa d’Ucraina sembra essere composta da diverse ‘sottoletterature’, che reggono diversi tipi di interazione con la letteratura ucrainofona e con quella russa: alcuni autori tendono allo stile retorico del postmodernismo europeo, altri alla poesia tradizionalista non ufficiale degli anni Settanta, ed altri ancora alla prosa “rurale” d’età sovietica…Ogni autore si trova subito legato a diversi contesti, tanto letterari, quanto extra-letterari: coloro che scrivono in russo, nella vita di ogni giorno si trovano di fronte a documenti in lingua ucraina, tengono delle conversazioni quotidiane in ucraino o in “suržik” e così via. L’unità di misura delle relazioni letterarie russo-ucraine diventa prima di tutto il singolo autore, e solo successivamente i gruppi letterari, i periodici o altro 88

(T.d.A.).

L’asistematicità dei percorsi della produzione letteraria russofona d’Ucraina non consente di determinare globalmente la sua ‘autonomia’, o in alternativa la sua dipendenza, da uno dei due ‘sistemi culturali’ . Solo un’analisi delle sue 89 eterogenee tendenze e ‘affiliazioni’, tanto nel caso di singoli autori quanto per gli indirizzi di periodici e riviste legate a contesti regionali, consente di cogliere il suo carattere ‘marginale’ e ‘dinamico’.

$ 184 “[…] русская литература Украины состоит словно бы из нескольких “сублитератур”, поддерживающих 88 разного типа взаимодействия с украиноязычной и с российской литературами: одни авторы ориентируются на стилистику европейского постмодернизма, другие - неподцензурной традиционалистской поэзии 1970-х годов, третьи - “деревенской” прозы... Каждый автор включен сразу в несколько контекстов, как литературных, так и внелитературных: те, кто пишет по-русски, в быту сталкиваются с украиноязычными документами, участвуют в бытовых разговорах на украинском языке или “суржике” и т.п. Единицей измерения русско-украинских литературных связей становится прежде всего отдельный автор, и уж только потом - литературная группа, периодическое издание и т.п”.

“La domanda sull’esistenza o meno di una letteratura russofona d’Ucraina a sé stante, o se si tratti in

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alternativa semplicemente di una parte della letteratura russa, è retorica: non esiste nessuna letteratura ucraina unica, né nessuna letteratura russa unica, ma piuttosto possiamo parlare di campi multi-strutturati” [Вопрос о том, является ли русскоязычная литература Украины самостоятельной или это часть русской литературы “вообще”, при этом оказывается риторическим: ни единой украинской литературы, ни единой русской не существует, скорее можно говорить о сложноустроенных полях] (Kukulin 2007, T.d.A.).

Passiamo allora a tracciare un quadro della situazione attuale. In primo luogo, ci concentreremo sul contesto di Kyjiv, il cui testo culturale si erge ancora oggi a 90 simbolica espressione di nuovi modelli relazionali tra il contesto ucrainofono e quello russofono. Il dialogo tra i due movimenti segue percorsi differenti che mettono in evidenza i possibili canali di diffusione del fenomeno rosijs’komovnyj. Gli indirizzi culturali proposti da due importanti riviste letterarie della capitale aiutano a far luce sul complesso sistema di auto-identificazione degli autori in oggetto.

Šo , fondata a Kyjiv nel 2005, è una rivista culturale pubblicata in entrambe le 91 lingue, in ucraino e russo, che segue un particolare approccio in relazione al ‘Sistema Ucraina’, cercando di tenere intatto il legame tra la tradizione culturale comune alla Russia e il nuovo canone post-indipendenza. La linea editoriale è portata avanti da Aleksandr Kabanov (n. 1968, Cherson), poeta noto tanto nell’ambiente della capitale ucraina come a Mosca: si auto-definisce ‘poeta russo e cittadino ucraino’ - russkij poet i ukrainskij graždanin (Volodarskij 2010). La rivista organizza ogni anno un festival di poesia, il Kyjivs’ki Lavry , che mette a 92 confronto la lettura di componimenti in diverse lingue, in ucraino e in russo, come in polacco, al fine di stimolare un confronto e dialogo aperto. All’interno di ogni numero, inoltre, trova spazio una sezione, intitolata Šo-Izdat, dedicata alla pubblicazione di racconti, poesie e brani tratti dai romanzi di alcuni tra i più noti esponenti della letteratura nazionale in lingua ucraina e russa . Un interessante 93 progetto dedicato ad un rating della produzione letteraria nazionale, intitolato Lico

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“Senza lo straordinario spessore culturale di Kiev, con tutte le sue stratificazioni linguistiche, religiose, 90

etniche, estetiche, senza il suo polimorfismo di tradizioni, di immagini e simboli, di mentalità, di linee e colori (bizantine e latino-germaniche, moscovite e polacche, vladimiriane e mazepiane, barocche e ‘moderniste’, della steppa e della città, e via dicendo) ogni considerazione sul carattere nazionale ucraino resta parziale e poco trasparente” (Brogi Bercoff 2005: 122).

Cf. <http://sho.kiev.ua/>.

91

Cf. <http://www.sho.kiev.ua/content/590>. 92

Cf. Nikitin 2013a; Slyvyns’kyj 2013; Žadan 2013a. 93

tvorčeskoj nacional’nosti (Il volto della creatività nazionale), ha preso vita nel 94 numero della rivista pubblicato all’inizio del 2014. La ricerca ha coinvolto più di settanta attori culturali tra critici, poeti, scrittori ed editori ucrainofoni e russofoni. La loro valutazione era volta a definire, programmaticamente, quattro categorie differenti della letteratura nazionale: da un lato la prosa e la poesia ucraina, dall’altro la prosa e la poesia ‘russa d’Ucraina’. La scelta di quest’ultima locuzione per definire il fenomeno russofono è così motivata dal curatore del progetto, Jurij Volodarskij: la formula ‘letteratura russa d’Ucraina’ conferisce un carattere “civicamente” strutturato al contesto letterario nazionale, teso ad includere all’interno della ‘produzione letteraria d’Ucraina’ tutti i testi scritti dai ‘cittadini’ del Paese, in qualsiasi lingua . Un risultato indicativo emerso dal rating 95 di Šo è rappresentato dal fatto che gli scrittori russofoni più popolari pubblichino le loro opere all’estero, principalmente in Russia. La particolarità del fenomeno viene spiegata da Volodarskij, prendendo in prestito una metafora elaborata dal critico sovietico Viktor Šklovskij (1893-1984), in merito alle dinamiche del ‘successo’ in letteratura. L’espressione Gamburgskij Sčet (Il punteggio di Amburgo), idioma che dà il titolo ad un saggio scritto nel 1929 dal critico russo,

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Cf. “Lico tvorčeskoj nacional’nosti”, Šo, 1-2 (99-100), 2014, pp. 80-92.

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“L’espressione ‘letteratura ucraina’ per ragioni intrinseche è associata allo stesso tempo sia alla lingua che allo

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stato. Per questo motivo, quando per letteratura ucraina intendiamo i testi scritti in lingua ucraina, non è possibile includere anche la prosa di Andrej Kurkov […] Ma se invece il discorso è relativo alle opere associate non dalla lingua, ma dallo stato, ovvero se parliamo dei testi scritti dai suoi abitanti e dai suoi cittadini a pieno titolo? Sembrerebbe molto più semplice: invece della definizione ambigua di ‘letteratura ucraina’, possiamo utilizzare un’espressione del tutto esplicita, ovvero ‘letteratura d’Ucraina’, e così il problema scompare da solo. Sembra chiaro che alla letteratura d’Ucraina appartiene tutto ciò che viene scritto all’interno del paese in qualsiasi lingua, ovvero in ucraino, in russo, in ungherese, in tataro di Crimea e così via” [А вот выражение "украинская литература" в силу естественных причин соотносится одновременно и с языком, и с государством. Поэтому, когда под украинской литературой мы подразумеваем тексты, написанные на украинском языке, включать в нее прозу того же Андрея Куркова, безусловно, нельзя…Но как быть, если речь идет о сочинениях, соотносящихся не с языком, а со страной, о текстах, написанных ее жителями и полноправными гражданами? Казалось бы, проще простого: вместо двусмысленного определения "украинская литература" используем вполне очевидное "литература Украины", и проблема отпадает сама собой. Вроде бы понятно, что к литературе Украины относится все, что написано в стране на любом языке - украинском, русском, венгерском, крымско-татарском и т. д] (Volodarskij 2013, T.d.A.).

ne interpreta le ‘regole’ fondamentali, basandosi sul rapporto che intercorre tra

establishment culturale ed artisti all’interno di una determinata società:

Šklovskij raccontava di come esistessero molti lottatori che, con i loro stili differenti, si esibivano alle fiere, al circo ed in diverse città. Andavano in tournée, lottavano e si presentavano come i migliori. Ed ogni anno questi lottatori si riunivano nella città di Amburgo, e combattevano per davvero, per scoprire quale di loro fosse in effetti il migliore. Si trattava di una lotta sgradevole, diversa da quella che aveva luogo al circo […] Ma era proprio durante questa lotta che si comprendeva chi fosse il migliore […] Šklovskij ha chiamato questa tradizione con il nome di “Punteggio di Amburgo”: il momento in cui i migliori si incontrano veramente e combattono tra di loro per la massima categoria. È un momento importante per capire quello che avviene. Sì, è molto importante osservare la letteratura russa d’Ucraina da un punto di vista esterno. Davvero importante 96

(Kyjiv, 20/11/2013, T.d.A.).

La posizione ‘interstiziale’ del fenomeno rosijs’komovnyj tra due contesti letterari determina differenti prospettive di successo ed affermazione: il loro ‘riconoscimento’ può avvenire alternativamente all’interno di uno dei due sistemi letterari nazionali. Volodarskij definisce la letteratura rosijs’komovna come una “terra incognita”, piena di varianti estetico-letterarie e possibili percorsi editoriali . Secondo il redattore di Šo, la via più efficace dello scrittore russofono 97

$ 187 “Шкловский рассказывал историю о том, что вообще существует много борцов разных стилей, которые 96 выступают на ярмарках, в цирке, в разных городах, гастролируют, борются и представляют себя как лучших. Но на самом деле раз в год в городе Гамбурге эти борцы собираются и борются по-настоящему, чтобы выяснить, кто из них на самом деле лучший. Эта борьба некрасивая, не такая, как в цирке […] Но именно в этой борьбе выясняется, кто лучший […] Эту традицию он и назвал «Гамбургский счёт», когда действительно лучшие встречаются и борются между собой по самому большому разряду. Это очень важный момент для понимания того, что где происходит. Очень важно посмотреть на русскую литературу в Украине со стороны – да, это действительно важно”.

“La prosa e la poesia russa d’Ucraina sono molto eterogenee. Esistono molte varianti. Allo stesso tempo,

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purtroppo, forse non è molto nota non solo fuori dai confini dell’Ucraina, ma anche al suo interno. È un pò come una terra incognita. Esiste, ma sono in pochi a conoscerla” [То есть русская проза и поэзия Украины, она очень разная. Тут есть масса вариантов. При этом она, к сожалению, может быть, не очень хорошо известна не только за пределами Украины, но ещё и внутри Украины. Это такая чуть-чуть terra incognita. Как бы она существует, но о ней мало кто знает] (Volodarskij, Kyjiv, 20/11/2013, T.d.A.).

“per arrivare al lettore ucraino, rimane comunque il passaggio attraverso Mosca” ed il suo “mercato”.

Un altro importante canale ‘interno’ di pubblicazione è rappresentato dalla rivista Raduga . Fondata nel 1927, quest’ultima incarna un esempio di 98 rielaborazione dei ‘frammenti’ dell’eredità sovietica ucraina. Dopo l’indipendenza nazionale ed un breve periodo di inattività, la rivista è stata riformata , portando 99 avanti un progetto maggiormente teso al sostegno della produzione culturale ucraina in lingua russa, pubblicando racconti ed estratti di romanzi di scrittori contemporanei . Nel corso degli anni la rivista ha inoltre promosso una serie di 100 iniziative e premi letterari legati alla letteratura russofona d’Ucraina . In un 101 nostro incontro a Kyjiv, il direttore della rivista Jurij Koval’skij, ha confermato il progetto di un’antologia letteraria della produzione artistica ucraina in lingua russa degli ultimi venti anni. La sua definizione di tale movimento letterario è quella di ‘un’isola tra il mercato editoriale russo ed ucraino’:

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188 Cf. <http://raduga.org.ua/>.

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“Le pubblicazioni della rivista sono iniziate nel 1927. La sede era inizialmente a Charkiv, che in quel periodo

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era la capitale della repubblica socialista sovietica ucraina. In seguito al trasferimento della rivista a Kyjiv, nel 1937 la rivista venne chiusa a causa delle repressioni del periodo staliniano [...] Nel 1954 la pubblicazione di Raduga venne ripresa, anche se inizialmente solo come ‘almanacco’, ovvero solo 4 numeri all’anno, per poi successivamente assumere l’odierna periodicità mensile [...] Eravamo un organo dell’Unione degli scrittori. Da una parte era un fattore positivo, ma sotto altri punti di vista lo era meno: in URSS l’attività di scrittore era molto redditizia, e molti cercavano di far parte dell’Unione degli scrittori per poter ottenere più facilmente di essere pubblicati [...] Così di recente abbiamo deciso di non far più parte di questa istituzione, pur non interrompendo completamente i nostri rapporti di collaborazione” [Он начал издаваться с 1927 года, но в 1927 году столицей Украины был Харьков, поэтому он издаваться в Харькове. Потом он переехал, а в 1937 году, когда были сталинские репрессии, журнал был закрыт…Журнал не выходил до 1954 года, а после этого был возобновлён сначала как альманах – то есть он выходил не ежемесячно, а по четыре номера в год, а потом постепенно превратился в ежемесячный журнал…Раньше мы были органом Союза писателей. С одной стороны, это было хорошо, а с другой – плохо, потому что в СССР было очень выгодно быть писателем, и очень многие стремились в этот Союз, а потом приходили в редакцию и говорили: «Вы орган Союза писателей? Вы обязаны меня печатать, потому что я член Союза писателей»…Поэтому мы вышли из Союза писателей, но не порвали с ним отношения] (Koval’skij, Kyjiv, 21/03/2013, T.d.A.).

Cf. Krym 2012; Čerepanov 2013. 100

Tra le iniziative del comitato editoriale della rivista: Aktivacija Slova, concorso letterario rivolto ai giovani 101

autori ucraini di lingua russa; Gogolevskaja Premija, premio letterario coordinato congiuntamente dall’Unione degli scrittori ucraini e dalla rivista, dedicato agli scrittori ucraini di lingua russa; Meždunarodnaja literaturnaja Premija Jurija Dolgorukogo, cui partecipa tra gli organizzatori la rivista, e sostenuto da enti governativi russi e dal Moskovskij fond meždunarodnogo sotrudničestva, è un premio dedicato a prosatori e poeti di lingua russa residenti in Ucraina, nei paesi Baltici e nelle regioni caucasiche.

I problemi relativi alla pubblicazione in lingua russa riflettono un’annosa questione. C’è sempre stato un atteggiamento particolare nei confronti dei poeti e dei prosatori che scrivono in russo qui in Ucraina (in questo caso, mi riferisco al contesto professionale, ovvero colleghi scrittori, editori). Da una parte, nella loro patria non sono considerati come scrittori pienamente ucraini, dall’altra, in relazione alla letteratura russa, sono visti come ‘periferici’, ovvero, ‘sradicati’ dalle loro radici linguistiche. In entrambi i casi, è evidente una forma di disprezzo, una certa alienazione (Stasov 2009, T.d.A.). 102

I percorsi artistici divergenti degli scrittori emersi dal bacino di Raduga, pur se appartenenti a diverse generazioni, evidenziano il carattere asistematico delle carriere letterarie degli autori russofoni, come nel caso di Anatolij Krym (n. 1946) ed Andrej Kurkov (n. 1961). Il primo, originario di Vinnycja, città dell’Ucraina occidentale, ha compiuto gli studi superiori presso la facoltà di drammaturgia dell’Istituto di letteratura Maksim Gor’kij di Mosca (1969-1974). Le sue prime opere iniziarono ad essere pubblicate sulle riviste di Mosca Junost’, Znamja,

Moskva. È drammaturgo di successo e sceneggiatore: il suo debutto risale al 1974,

quando al teatro dell’Accademia di Saratov venne messa in scena la prima della

pièce Dolgaja doroga domoj (La lunga strada verso casa). In Ucraina e in Russia

vengono continuamente riproposte le sue pièce teatrali, fra cui Fiktivnyj brak (Nozze fittizie, 1982) e Nelegalka (La clandestina, 2002). La sua attività letteraria è fortemente radicata nel periodo sovietico, cui è poi seguito anche il successo nell’Ucraina post-sovietica. Dal 2004 al 2011 è stato segretario dell’Unione degli scrittori ucraini. Tradotto in molte lingue europee, è stato pubblicato in Italia dall’editrice Spirali di Milano. La mescolanza di differenti matrici culturali rappresenta il dato più caratterizzante della sua produzione artistica (Imposti

$ 189 “Что же касается проблемы издания на русском языке, то она довольно давняя. И заключается в том, 102 что к поэтам и прозаикам, пишущим у нас на русском, всегда было особое отношение (в данном случае имею в виду профессиональную среду – коллег литераторов, издателей). С одной стороны, их считают не совсем украинскими писателями на своей родине, а с другой – применительно к русской литературе – очень периферийными, так сказать, оторванными от языковых корней. То есть в обоих случаях просматривается пренебрежительность, некое отчуждение”.

2013). Alle radici ebraiche si sovrappongono la scelta della lingua russa ed il legame con l’Ucraina. In particolare la sua posizione riguardo alla questione delle lingue letterarie d’Ucraina, ha comportato un difficile adattamento al contesto culturale nazionale, come afferma l’autore in un’intervista al portale del fondo governativo russo Russkij Mir:

Ho sempre sostenuto che la lingua ucraina debba essere la lingua ufficiale. Tanto dieci anni fa, quanto ancora oggi, riesco a comprendere come da ciò possa derivare il sostegno e lo sviluppo della lingua ucraina per la crescita della cultura nazionale. Ma tutto ciò è stato soppiantato da una lotta alla lingua e alla cultura russa. E che cosa ne consegue? Che tutte le manovre […] che vengono portate avanti mettono lo scrittore russo (non amo la parola ‘russofono’ [‘russkojazyčnyj’], io sono uno scrittore russo [‘russkij’]) in una posizione di secondo piano, di estraneità 103

(Semenova 2013, T.d.A.).

L’appartenenza al contesto culturale ucraino è radicata nella sua produzione letteraria, in cui negli ultimi anni l’autore ha sviluppato un forte interesse per l’analisi del contesto socio-culturale nazionale. La difficile transizione dall’età sovietica è raffigurata attraverso gli strumenti dell’ironia e della satira. Esempio ne è Rasskazy o evrejskom sčast’e (Racconti sulla felicità ebraica), raccolta di racconti del 2008. Il filo conduttore dell’opera è raccontare il senso d’appartenza, che esso sia ad una religione, ad un’ideologia politica o ad un progetto di vita. La felicità ebraica consiste, secondo l’autore, proprio nella capacità di comprendere come la vita sia in realtà governata dal caso o da scelte condizionate da eventi occasionali. Il racconto Russkij Vopros (La questione russa) rappresenta un modello esemplare delle strategie narrative dell’autore. Le sue vicende si svolgono tra gli ultimi anni sovietici e la transizione successiva alla perestrojka.

$ 190 “Я всегда говорил, что украинский язык должен быть государственным языком, но и десять лет назад, 103 и сейчас я понимаю под этим поддержку и культивирование украинского языка для развития национальной культуры, но все это подменили борьбой с русским языком и русской культурой. И что получается? Все шаги […] которые предпринимаются, ставят русского писателя (не люблю слово «русскоязычный», я русский писатель) в положение второсортного, инородного”.

Racconta la storia di Griša, operaio di una fabbrica in un villaggio dell’Ucraina, che si trova a dover fronteggiare il problema del pjataja grafa, ovvero il quinto punto del passaporto sovietico che definiva la nazionalità del cittadino. Rappresenta un percorso emblematico di riflessione su come le ideologie legate all’appartenenza nazionale possano cambiare il destino del singolo. Griša vorrebbe avanzare di grado all’interno della fabbrica in cui lavora, ma per farlo deve diventare membro del partito. L’ostacolo sorge quando all’interno del comitato locale del partito si scopre che la nonna materna di Griša era ebrea, ‘macchiando’ così il pjataja grafa dello stesso Griša. La situazione innesca un confronto serrato tra il vigilante del partito Ivan Petrovič e l’operaio, che prova in tutti modi a dimostrare il contrario, pur di entrare nel partito. Quest’ultimo si ritrova a dover falsificare i documenti e a scrivere articoli contro il ‘sionismo internazionale’. Una volta arrivato il tempo dei cambiamenti e della perestrojka, la situazione viene completamente rovesciata. La necessità economica spinge Griša e la moglie a trasferirsi in Israele, dove per poter confermare il loro trasferimento, devono dimostrare le loro origini ebraiche. L’incontro con Ivan Petrovič, ex-vigilante del partito ora passato al controllo immigrazione israeliano, dà vita ad una situazione gattopardesca, che viene risolta solo tramite l’aiuto della moglie.

Le dinamiche ‘grottesche’ della transizione sovietica trovano spazio anche nelle opere di Andrej Kurkov. Il suo successo è l’espressione di un percorso letterario peculiare per il fenomeno rosijs’komovnyj. “Il fenomeno Kurkov [...] nasce ufficialmente in Europa”, come ha evidenziato D. Possamai (2008: 135). Nella seconda metà degli anni Novanta, la pubblicazione delle edizioni dei suoi romanzi nel mercato occidentale segna l’inizio della sua affermazione, fino a renderlo un importante autore di best-sellers di lingua russa del periodo post- sovietico. Nelle sue opere, Kurkov si dedica ad una descrizione dai toni grotteschi

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della società ucraina contemporanea, evidenziandone la condizione di smarrimento, segnata dal vuoto post-ideologico (Dalton-Brown 2010: 105), e il difficile processo di rielaborazione identitaria nazionale. La scelta della lingua russa lo ha reso oggetto di dure critiche , rendendo essenziale il ruolo del suo 104 successo all’estero, al fine di facilitare la sua assimilazione all’interno del contesto letterario nazionale: la pubblicazione delle sue ultime opere simultaneamente in lingua russa ed in traduzione ucraina ha agito come fattore positivo nella 105 relazione tra il contesto russofono ed ucrainofono.

Negli ultimi anni è emerso nella capitale ucraina un importante fenomeno editoriale, che funge da stimolo per il confronto tra il ‘sistema letterario’ nazionale e quello russo. Si tratta della casa editrice Laurus, fondata nel 2011 da Paulina Lavrova (n. 1972, San Pietroburgo). La sua linea editoriale era in principio volta alla pubblicazione di autori russofoni, al fine “di coprire il vuoto di edizioni ucraine in lingua russa” . La situazione del mercato editoriale interno e le 106 dinamiche del contesto culturale ucraino hanno poi influito sui recenti indirizzi della casa editrice di Kyjiv, come evidenziato da P. Lavrova:

[…] gli autori ucraini che scrivono in russo […] hanno ormai perso l’abitudine di pubblicare le loro opere in patria. I loro manoscritti vengono accettati solo da piccole case editrici, in quanto le condizioni del mercato sono molto complesse

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“Il mio utilizzo del russo ha effettivamente suscitato una reazione negativa per ben quindici anni. In pratica, 104

mi accusavano di essere uno scrittore russo che solo casualmente vive in Ucraina, e provavano a convincermi a passare all’ucraino nelle mie opere” [Что касается моего русского языка, то это действительно вызывало негативную реакцию на протяжении 15 лет. Меня обвиняли в том, что я, в принципе, просто русский писатель, случайно живущий в Украине, и пытались заставить перейти на украинский язык] (Glavackij 2013, T.d.A.).

Cf. Kozarev (2013). In particolare la pubblicazione del suo ultimo romanzo L’vovskaja gastrol’ Džimi 105

Chendriksa (L’vivs’ka hastrol’ Džimi Chendriksa, Charkiv 2012) per le edizioni Folio.

“[…] volevamo orientarci maggiormente verso la letteratura di lingua russa. E non perché amassimo la lingua

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russa, ma perché Kyjiv è una città bilingue. Nonostante questo, si pubblicano molti libri in lingua ucraina, mentre non avviene lo stesso per quelli in lingua russa. La maggior parte delle case editrici è ormai passata a testi o a traduzioni in lingua ucraina” […мы хотели больше ориентироваться на русскоязычную литературу. И не потому, что так любим русский язык, а потому что Киев – город двуязычный, однако книг на украинском языке издаётся много, а на русском – нет. Большинство издательств полностью перешли на украинские книги или переводы на украинский” (Demina 2014, T.d.A.).

[…] Per gli scrittori russofoni è certamente più facile pubblicare in Russia, dove viene venduta anche la maggior parte della tiratura (Demina 2014, T.d.A.). 107

La pubblicazione di una serie di studi storici riguardanti la questione dei rapporti russo-ucraini, intitolata Zolotye Vorota, ha riscosso un grande successo. Il progetto ha coinvolto storici di entrambi i Paesi, i cui testi sono stati pubblicati in lingua russa ed ucraina . Inoltre, per la serie poetica Čisla si è assistito all’uscita 108 di nuove edizioni di volumi di poeti contemporanei. Le raccolte di versi in lingua russa di Lev Rubinštejn (n. 1947), Bachyt Kenžeev (n. 1950) e Oleg Čuchoncev (n. 1938) accompagnano le edizioni delle poesie degli ucraini Serhij Žadan, Oleksandr Irvanec’ e Petro Midjanka, attivando processi di ‘contatto tra i due sistemi letterari’ (Štypel’ 2014). Andrej Dmitriev (n. 1956), scrittore russo nonché redattore di Laurus, in un nostro incontro ha evidenziato la nascita negli ultimi

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