• Non ci sono risultati.

Il treno e la stazione ferroviaria nell’immaginario pirandelliano

26 W OLFGANG S CHIVELBUSCH ,

146

forza invisibile della locomotiva, i personaggi»27, che «si raccontano storie, confrontano idee e ricordi, si confessano, si smascherano, si rivelano in lunghi monologhi»28.

Il treno può essere paragonato ad un palcoscenico dinamico, nel quale gli attori, mediante la convivenza forzata con altri individui-commedianti, svelano il loro ruolo teatrale. La novella assume la funzione di scenario, che trasforma delle esperienze individuali in metafore esistenziali.

Ultima novella da considerare è Una giornata, testo che inizia proprio con l’uscita improvvisa del protagonista dal treno fermo in stazione:

mi trovo a terra, solo, nella tenebra d’una stazione deserta; e non so a chi rivolgermi per sapere che m’è accaduto, dove sono. Ho solo intravisto un lanternino cieco, accorso per richiudere lo sportello del treno da cui sono stato espulso. Il treno è subito ripartito. E subito scomparso nell’interno della stazione quel lanternino, col riverbero vagellante del suo lume vano. (NA, III, 1, p. 782)

Essendo questa una novella surreale, in tal caso il treno assume la valenza allegorica di ʹmacchina del tempoʹ, che trascina il protagonista lungo tutta la sua esistenza. La sua vita viene riassunta in pochi momenti e incontri, il mezzo ferroviario consente questo breve riepilogo trasportando il personaggio all’inizio della sua giovinezza.

In questo passo il protagonista può essere visto come «una lucciola sperduta nel buio assoluto che lo circonda»29. Silvia Acocella approfondisce il ruolo del lanternino nella vicenda, considerando come «il riverbero della sua anima è accompagnato da piccole luci, quasi dei riflessi dell’infinito che

27 Ivi, p. 279. 28 Ibidem.

147

si porta dentro: come […] il lanternino cieco che guida il viaggio surreale di Una giornata»30.

Come ultima considerazione sul tema, citerò alcune frasi dal romanzo Il fu Mattia Pascal. Qui è la città e le innovazioni della tecnologia ad essere giudicati:

il frastuono, il fermento continuo della città m’intronavano. […] Perché tutto questo stordimento di macchine? E che farà l’uomo quando le macchine faranno tutto? Si accorgerà allora che il così detto progresso non ha nulla a che fare con la felicità? Di tutte le invenzioni, con cui la scienza crede onestamente d’arricchire l’umanità (e la impoverisce, perché costano tanto care), che gioja infondo proviamo noi, anche ammirandole? 31

Poi, Adriano Meis, continua narrando un episodio avvenuto il giorno prima:

in un tram elettrico, il giorno avanti, m’ero imbattuto in un pover’uomo, di quelli che non possono fare a meno di comunicare a gli altri tutto ciò che passa loro per la mente. – Che bella invenzione! – mi aveva detto. – Con due soldini, in pochi minuti, mi giro mezza Milano. […] e non pensava che il suo stipendiuccio se n’andava tutto quanto e non gli bastava per vivere intronato di quella vita fragorosa, col tram elettrico, con la luce elettrica, ecc., ecc. 32

Il movimento caotico e assordante della città, con tutti i suoi nuovi mezzi della modernità, «ostruisce il canale comunicativo» tra gli individui e «trasforma il soggetto in un personaggio ʹspaesatoʹ»33.

Anche se in questo caso trattiamo di un romanzo e non di novelle, la simbologia riguardo i nuovi mezzi tecnologici, sia quelli di trasporto che quelli del tessuto urbano, ritiene una valutazione negativa. In città, sia i treni con le stazioni ferroviarie, sia le nuove forme di illuminazione artificiale

30 Ibidem.

31 LUIGIPIRANDELLO, Il fu Mattia Pascal, cit., p. 429. 32 Ivi, pp. 429-430.

33 ILARIA CROTTI, In viaggio con Mattia (Pascal): da Miragno a Roma, andata e ritorno,

148

elettrica, sono emblemi di una modernità non completamente apprezzata dallo scrittore siciliano. Questi nuovi simboli dell’avanguardia scientifica, vengono vissuti come degli ostacoli alla naturale realizzazione dell’uomo, e non come mezzi per agevolare tale sviluppo.

Come abbiamo potuto osservare, nella maggior parte delle novelle analizzate, il treno viene associato al buio della notte. Si carica in questo modo, di una valenza ancor più angosciosa e negativa. Il mezzo meccanico figura come un mostro nemico e minaccioso che avanza nell’oscurità, trascinando con sé le vite degli inermi protagonisti. Tale insistenza sulla notte è forse correlata all’essenza propria dei personaggi: come i nostri desideri e i nostri istinti più segreti, restano nascosti nelle profondità del nostro inconscio, così il buio della notte cela al mondo la nostra vera realtà, i nostri reali impulsi. Il treno funge così da mezzo attraverso il quale possiamo essere, o almeno pensare, ciò che desideriamo; è lo strumento che consente di liberarci dalle oppressioni, dai limiti imposti dalla vita e dalla società. Ci svincola così dalle rigide regole della vita, anche se solo per il breve tragitto che dobbiamo compiere. Tale significato però, può apparire in aperta contrapposizione con i giudizi negativi di Pirandello sul mezzo ferroviario. Ritengo invece, che il treno possa essere in parte collegato al lato inconscio dell’essere umano, alla parte più buia e inquietante, rispecchiata appunto nelle descrizioni tenebrose e terrificanti sul tema. Nello scrittore siciliano, è possibile associare il lato più apertamente ostile nei confronti degli strumenti della modernità, con una forte valenza simbolica attribuita a tali mezzi. Il giudizio negativo sulla società moderna, costruttrice di macchine e responsabile dell’alienazione dell’uomo, viene

149

rispecchiata nel valore negativo sui treni e le stazioni ferroviarie. Queste moderne macchine della velocità, alienano l’uomo in quanto stravolgono le abitudini del viaggio: da spettatore di una natura destinata a restare intatta, il passeggero diventa vittima della velocità e del frastuono assieme alla natura.

151

Documenti correlati