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Progetto WATERinCORE: “Gestione sostenibile delle acque attraverso il miglioramento della Responsabilità Comune nei bacini idrografici del Mediterraneo” (in collaborazione con

Nel documento PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’ (pagine 35-42)

4. SERVIZIO IDRICO INTEGRATO

5.6 Progetto WATERinCORE: “Gestione sostenibile delle acque attraverso il miglioramento della Responsabilità Comune nei bacini idrografici del Mediterraneo” (in collaborazione con

l’Assessorato BB.CC. e I.S.)

Il CSEI Catania, nel maggio 2011, ha firmato una convenzione con l’ARPA Sicilia per l’esecuzione di alcune attività connesse al progetto WATERinCORE relativo al tema della

“Gestione sostenibile delle acque attraverso il miglioramento della Responsabilità Comune nei bacini idrografici del Mediterraneo” di cui l’ARPA Sicilia è co-partner.

Il progetto WATERinCORE è attuato nell’ambito del programma transnazionale di cooperazione territoriale europea MED (http://www.programmemed.eu), Priorità Asse 2: Protezione dell’ambiente e promozione di uno sviluppo territoriale sostenibile, Obiettivo 2.1: Tutela e valorizzazione delle risorse naturali e patrimonio culturale.

Obiettivo generale del progetto è la protezione delle risorse idriche attraverso la gestione sostenibile e l’accrescimento della responsabilità comune nelle regioni del Mediterraneo.

Il progetto, tenendo conto della politica e del quadro giuridico europeo, sta cercando di sviluppare soluzioni comuni, metodi e strumenti che utilizzano le diverse esperienze nel Water Management, schemi amministrativi e legislativi nonché la cultura della Partecipazione Pubblica (PP) in paesi partecipanti, come definita dalla Agenda 21 Locale.

Ai fini della realizzazione di alcune fasi della Component 3 – Water Management in the

partecipant’s region: Pilot river basins - il CSEI Catania, in considerazione della competenza, della specializzazione e della conoscenza del territorio della provincia di Ragusa, si è occupato di supportare l’ARPA Sicilia per la stesura di quatto deliverables (report monografici) ai fini della definizione di uno scenario strategico di sviluppo sostenibile per il futuro assetto dell’area del bacino del fiume Irminio. I rapporti sono stati consegnati all’ARPA entro i tempi previsti.

Nel corso del 2012 si prevede che il CSEI Catania collabori per sviluppare altre fasi progettuali relative alle fasi 4 e 5 del progetto.

5.7 Seminario su “Il Valore dell’Ambiente” nell’ambito della “Giornata Mondiale dell’Ambiente 2012” (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)

Nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata Mondiale dell’Ambiente 2012 (www.unep.org/wed), sarà organizzato un seminario divulgativo, dal titolo “Il valore

dell’ambiente”, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica, ed in particolare i giovani, alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente nel territorio della Sicilia.

L’evento, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado della Sicilia Orientale e agli studenti dell’Università di Catania, sarà organizzato in collaborazione con il Dipartimento GeSA e con il CdL in Pianificazione, progettazione e gestione del territorio e dell’ambiente dell’Università di Catania e il COF dell’Università di Catania, con il contributo della Regione Siciliana – Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.

5.8 Corso di formazione sull’utilizzo dei sistemi di fitodepurazione per il trattamento ed il riuso delle acque reflue – II° edizione (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)

L’utilizzo di specie vegetali per la depurazione di acque e di suoli contaminati rappresenta una tecnologia di trattamento di grande interesse, con vantaggi economici ed ambientali ormai diffusamente riconosciuti. In particolare, i sistemi di fitodepurazione delle acque reflue sono particolarmente indicati per il trattamento dei liquami di piccole e medie comunità o dei piccoli insediamenti agroindustriali sia nel caso dello scarico in corpi idrici o sul suolo sia nel caso di riuso degli effluenti. Inoltre tali sistemi possono essere utilizzati anche per il disinquinamento dei corsi d’acqua mediante la realizzazione di opportune fasce tampone per la depurazione degli inquinanti di origine diffusa. In Italia l’interesse verso questa tecnologia si è sviluppato solo nell’ultimo decennio, grazie anche all’emanazione del D.Lgs 152/99 (aggiornato con il D.Lgs. 152/2006) nel quale viene consigliata l’adozione di alcune tipologie di trattamento naturale, quali lagunaggio e fitodepurazione, per tutti gli agglomerati con popolazione equivalente compresa tra 50 e 2.000 AE e per gli agglomerati di maggiori dimensioni (con popolazione equivalente compresa tra i 2.000 e i 25.000 AE), come trattamento di affinamento da realizzarsi a valle di impianti a fanghi attivi o a biomasse adesa. La fitodepurazione anni ha quindi ricevuto un crescente interesse da parte di tecnici ed amministratori e numerosi sono i casi di applicazione di tale tecnologia soprattutto nel nord e centro Italia. Nel Meridione, dove le caratteristiche climatiche sarebbero particolarmente favorevoli alla applicazione della fitodepurazione, di contro si registra ancora una modesta diffusione degli impianti di fitodepurazione anche a causa di una carente conoscenza da parte di tecnici ed operatori del settore. Anche le tecniche di

phytoremediation dei suoli sono ancora poco applicate in Italia sebbene, soprattutto per alcune condizioni particolari, siano di particolare efficacia.

Il CSEI Catania, allo scopo di illustrare e contribuire sempre più a diffondere la tecnologia della fitodepurazione e le sue possibili applicazioni, ha già organizzato in passato singoli incontri di studio e seminari su questo tema.

Nel 2012 organizzerà una summer school, della durata di 3-4 giorni, che prevederà la partecipazione in qualità di docenti di alcuni dei maggiori esperti nazionali e internazionali con lo scopo principale di approfondire le applicazioni di successo dei sistemi di fitodepurazione e diffondere le principali e più aggiornate innovazioni di tale tecnologia di trattamento. Un riguardo particolare sarà dedicato ai sistemi di fitodisidratazione dei fanghi ed ai sistemi a scarico zero. Inoltre, una sezione della summer school sarà indirizzata ai sistemi di fitorimedio per la bonifica di suoli contaminati.

Le relazioni verranno svolte da docenti universitari e tecnici esperti nel settore della fitodepurazione e della phytoremediation. La partecipazione alla scuola sarà limitata ad un numero selezionato di liberi professionisti, ricercatori e tecnici ed amministratori di Enti pubblici e privati responsabili della realizzazione, gestione e monitoraggio dei sistemi di trattamento delle acque reflue.

5.9 Seminario sull’adeguamento, rinaturazione e manutenzione dei corsi d’acqua naturali (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)

Con la direttiva 2000/60/CE e successivamente con il D.Lgs.vo152/06 e sue modifiche e sostituzioni si individuano norme, strutture ed attività articolate e complesse miranti ad una adeguata gestione dei bacini idrografici.

A livello internazionale e nazionale è stato ormai riconosciuto che occorre affrontare il tema dell’assetto dei corsi d’acqua e del territorio con un approccio di tipo integrato e multi-obiettivo,

considerando cioè contemporaneamente, oltre agli aspetti idraulici, anche quelli geomorfologici ed ambientali al fine di raggiungere l’obiettivo, entro il 2015, dello stato buono per tutti i corsi d’acqua richiesto agli Stati Europei dalla Direttiva Quadro sulle Acque (2000/06/CE); mettere ciò in pratica richiede però di modificare i metodi di pianificazione, progettazione e gestione dei corsi d’acqua, alla ricerca di un nuovo punto d’equilibrio tra esigenze diversificate. La riqualificazione fluviale, nelle azioni specifiche di adeguamento, rinaturazione e manutenzione del corso d’acqua, deve essere intesa come un’insieme di soluzioni progettuali e pianificatorie che permettono di raggiungere obiettivi socio-economico-produttivi, di sicurezza idraulica, di disponibilità idrica, di qualità dell’acqua e geomorfologici, andando nel contempo nella direzione del miglioramento ambientale dei corsi d’acqua riavvicinandoli il più possibile alla loro condizione naturale di ecosistemi che evolvono nel tempo, integrati e comunicanti con il territorio circostante, a tutto vantaggio della qualità delle acque per la rimozione degli inquinanti, della sicurezza idraulica e per il mantenimento della biodiversità. L’elemento propulsore di questa nuova politica non è solo “ambientale”, ma innanzitutto economico, di bilancio costi/benefici: si è preso atto che i costi degli interventi del classico approccio ingegneristico non sono compensati dai benefici. Riqualificare i corsi d’acqua e il relativo territorio dunque “conviene” anche dal punto di vista economico. Questo punto di forza sta alla base dell’idea che la riqualificazione fluviale, intesa come modifica sostanziale del rapporto tra uomo e natura, non è solo un’azione tesa all’obiettivo ambientale, ma anche un potente mezzo per ridurre i rischi e i costi.

Le modifiche recentemente apportate alle norme, le attuazioni realizzate con esiti molto diversi ma che hanno offerto esperienze le cui conoscenza appare molto utile, le incertezze comunque ancora diffuse su competenze e modalità di coordinamento hanno indotto il CSEI Catania a programmare la realizzazione di un seminario di approfondimento e di riflessione che sia anche di scambio di informazioni ed esperienze.

Il seminario si propone l’obiettivo di trattare i temi dell’adeguamento, rinaturazione e manutenzione dei corsi d’acqua con riferimento sia agli aspetti idraulici ed idrologici connessi alla realizzazione di opere di sistemazione idraulica in alveo sia a quelli più propriamente ecologici sia, infine, a quelli connessi alla qualità delle acque fluviali, al fine di contribuire a un’evoluzione nel modo di gestire i corsi d’acqua e il territorio. In particolare sembra opportuno approfondire le problematiche connesse all’adeguamento o manutenzione dei corsi d’acqua naturali anche come seguito ai seminari tenutisi negli scorsi anni sulla gestione degli invasi. Il seminario, che avrà la durata di due giorni, è rivolto agli operatori degli enti addetti o interessati sia alla pianificazione programmazione e controllo che alla gestione operativa dei bacini idrografici ed in particolare dei corsi d’acqua.

5.10 Corso sulla gestione integrata e sostenibile dei rifiuti (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)

I recenti provvedimenti legislativi nel campo della gestione integrata dei rifiuti solidi (D.Lgs. 152/2006 e successive modifiche ed integrazioni) se, da un lato, hanno dato una maggiore organicità al quadro normativo vigente relativo alle problematiche ambientali legate ad una corretta gestione del rifiuti attualmente prodotti ed alla soluzione dei gravi dissesti ambientali provocati in passato da soluzioni di smaltimento affrettate ed approssimative, evidenziano, dall’altro, la necessità, per coloro che operano del settore, di una sempre maggiore professionalità e specializzazione.

Il Corso in “Gestione Integrata e Sostenibile dei Rifiuti” intende pertanto rispondere alle esigenze di formazione relative:

- quadro normativo vigente;

offerti;

- alle misure e agli strumenti per la caratterizzazione e la classificazione dei rifiuti;

- alle tecnologie per il recupero, la valorizzazione, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;

- alla valutazione di impatto ambientale di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti; - alle procedure per la caratterizzazione ed alle tecnologie per la messa in sicurezza permanente

delle vecchie discariche.

5.11 Seminario sulla sostenibilità della produzione e trasformazione di biomassa a fini energetici (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)

Il CSEI Catania intende svolgere un seminario sulla “Sostenibilità della produzione e

trasformazione di biomassa a fini energetici” rivolto ai liberi professionisti, agli imprenditori agricoli ed ai tecnici ed amministratori di Enti pubblici e privati coinvolti nella filiera di produzione e trasformazione delle biomasse a scopi energetici.

Per ridurre lo sfruttamento dei combustibili fossili, risorse in via di esaurimento, e migliorare la qualità dell'ambiente, è importante non solo ottimizzare i processi di trasformazione in termini di risparmio energetico e d'uso di sostanze non tossiche ma, soprattutto, valorizzare le risorse naturali rinnovabili e biodegradabili. In questo contesto le colture cosiddette “no-food” rappresentano una grossa opportunità per l'agricoltura del nostro Paese. Lo sfruttamento ai fini energetici delle biomasse consentirebbe non solo di arginare la vulnerabilità nell’approvvigionamento delle risorse energetiche, ma anche di valorizzare i residui agroindustriali, di creare nuove opportunità di sviluppo per zone marginali, di ridurre i surplus agricoli con sostituzione di colture tradizionali con colture energetiche, di minimizzare le emissioni di CO2 nell’atmosfera e di rendere autonome nella produzione di energia aziende agricole o di lavorazione del legno.

E’ possibile infatti:

- produrre calore, attraverso il processo della combustione;

- convertire le biomasse in combustibili liquidi (oli ed alcoli) impiegati in autotrazione; - convertire le biomasse in combustibili gassosi;

- generare energia elettrica (digestione anaerobica).

Tuttavia, nel nostro paese, le coltivazioni ai fini esclusivamente energetici, sono ancora poco diffuse e, di conseguenza, il costo della relativa biomassa risulta ancora elevato, anche a causa della mancanza di un chiaro quadro normativo e programmatico.

Il seminario avrà la durata di un giorno e mezzo e sarà svolto secondo il seguente schema di massima:

1° Giorno

- Introduzione sull’utilizzo delle biomasse a scopi energetici - La produzione sostenibile di biomasse erbacee

- La produzione sostenibile di biomasse arboree - Le biomasse prodotte nei sistemi di fitodepurazione - Trasformazione di biomasse in etanolo

- Combustione di biomasse

- LCA della filiera di produzione e trasformazione di biomasse a scopo energetico - Presentazione di casi studio

2° Giorno

5.12 Corso di formazione sulla “Valutazione e mitigazione del rischio idrologico-idraulico: strumenti e metodi” (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)

Il recepimento della Direttiva europea 2007/60 in tema di rischio idraulico da alluvioni (avvenuto con il D.Lgs. 23 febbraio 2010, n. 49) impone una serie di scadenze finalizzate alla mitigazione dei rischi da alluvioni ed in particolare la mappatura del rischio entro il 22 giugno 2013 e la definizione di piani di gestione del rischio di alluvioni entro il 22 giugno 2015. Sebbene parte di tali attività sia stata svolta in passato, in ottemperanza alla L. 183/89 e soprattutto alla L. 267/98, che hanno portato tra l’altro alla stesura dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), tuttavia molto rimane ancora da fare, come i recenti disastri della Liguria, della Toscana e della Sicilia hanno tragicamente evidenziato. In particolare, in alcuni casi appare necessario avviare una revisione delle valutazioni effettuate nei PAI già redatti. Infatti, in ottemperanza al comma 2c dell’art. 4 del D.Lgs 49/10, la valutazione preliminare del rischio di alluvioni deve prendere in considerazione la descrizione delle alluvioni significative avvenute in passato che pur non avendo avuto notevoli conseguenze negative ne potrebbero avere in futuro. D’altro canto, emerge la necessità di una maggiore consapevolezza da parte dei diversi soggetti coinvolti (pubbliche amministrazioni, professionisti, imprenditori, ma anche cittadinanza) dei rischi connessi ad uno sviluppo del territorio che non tenga in adeguato conto, attraverso l’applicazione di specifiche metodologie e strumenti, dei pericoli derivanti da eventi meteorici intensi. In tal senso, infatti, occorrerebbe effettuare un efficace controllo, affinché le previsioni del rischio di alluvione siano effettivamente prese in considerazione nelle destinazioni urbanistiche dei Comuni. Inoltre, andrebbe anche eseguita un’attenta valutazione delle esperienze positive, ma anche delle carenze che caratterizzano il sistema di allerta del rischio di alluvioni.

Con riferimento alle problematiche evidenziate, si prevede la realizzazione di un corso si propone di fornire un quadro aggiornato sugli strumenti e le metodologie disponibili per l’analisi e la valutazione del rischio idrologico-idraulico in alvei naturali ed antropizzati. In particolare, dopo un inquadramento normativo, saranno affrontati in un ambito unitario i principali aspetti legati da un lato alla valutazione probabilistica delle portate di piena, indispensabile al fine della valutazione della pericolosità, e dall’altro alla modellazione idraulica dei deflussi conseguenti, finalizzata alla mappatura del rischio. Il corso affronterà altresì problematiche legate al trasporto dei sedimenti, che riveste particolare importanza poiché, come testimoniato dai recenti eventi, costituisce un fattore di incremento della pericolosità, sia sotto forma di colate detritiche, sia come causa di ostruzioni dei manufatti idraulici di smaltimento delle acque meteoriche. Le lezioni verteranno sia su aspetti teorici che applicativi, dando particolare enfasi ad esempi di applicazione delle metodologie a casi studio in ambito siciliano e nazionale. Durante il corso, inoltre, saranno illustrati alcuni degli strumenti software disponibili (HEC-HMS, HEC-RAS, etc.) finalizzati alla valutazione degli input idrologici e alla modellazione idraulica dei corsi d’acqua.

In particolare, il programma del corso potrebbe svolgersi in 2 giornate ed articolarsi attraverso le seguenti tematiche generali:

− inquadramento normativo e istituzionale e coordinamento dei compiti, − modelli idrologici,

− modelli idraulici,

− modelli di trasporto dei sedimenti, − analisi di casi studio.

Il corso si rivolge agli studiosi che svolgono attività di ricerca nel campo dell’idrologia e dell’idraulica, ai dirigenti e tecnici che operano a vario titolo nel settore della valutazione e mitigazione del rischio idrologico-idraulico (Assessorati regionali, Protezione Civile, uffici tecnici provinciali e comunali, genio civile, consorzi di bonifica), nonché ai liberi professionisti

coinvolti in attività di progettazione di opere di ingegneria civile potenzialmente soggette a rischio idraulico (infrastrutture dei trasporti, sistemazioni idrauliche dei corsi d’acqua, opere di urbanizzazione, etc.).

5.13 Progetto “Vigna Energetica” (VIENERGY) - Programma Operativo Italia-Malta 2007-2013 - Bando 01/11 Progetto Strategico

Nell’ambito del Programma Operativo Italia-Malta 2007-2013 - Bando 01/11 Progetto Strategico - è stato presentato nell’agosto 2011, la “concept note” del progetto denominato “Vigna

Energetica” (VIENERGY). ” I partner coinvolti nel progetto sono i seguenti: Istituto Regionale della Vite e del Vino della Regione Siciliana (capofila), A.B.E. s.r.l. di Marsala (TP), Corissia (PA), Ministry for Resources and Rural Affairs (Malta).

Alla base del progetto c’è la ricerca di produzione di energia da fonte rinnovabile “biomasse agricole della filera vitivinicola” che ha come obiettivi il contenimento dei costi di produzione, ma anche quello di aumentare la quota di produzione di energia da fonte rinnovabile. L’obiettivo del progetto è quindi il contenimento del consumo di energia da fonte fossile tramite il riutilizzo delle biomasse residuali derivanti dall’attività vitivinicola per la produzione di energia elettrica e di calore da reimpiegare negli stessi cicli produttivi del vino. Il progetto ha superato la prima selezione ed è in corso l’elaborazione della proposta progettuale definitiva che verrà presentata il prossimo 17 gennaio (scadenza del bando).

5.14 Convegno “Catania Green Plan” (in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.)

Giorno 12 febbraio in occasione del salone del Florovivaismo Mediterraneo MIFLORPLANTARUM, uno tra i più importanti appuntamenti specializzati del Sud Italia, si è svolto a Catania il Convegno “Catania Green Plan” organizzato dal CSEI Catania, da Confvivai e Architerra.

La manifestazione MiflorPlantarum è stata proposta per la 4^ volta nella stagione primaverile 2012 in collaborazione con ConfVivai, PadovaFiere (Flormart), Regione Siciliana e ANVE, Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori ed intende consolidare le economie relazionali nel settore del verde e del giardinaggio. Punto di forza di questa manifestazione è la proposta della produzione di eccellenza siciliana come riferimento per tutti coloro che operano nel settore del florovivaismo mediterraneo.

Come nella tradizione consolidata delle più importanti manifestazioni internazionali di florovivaismo, una sezione dell’evento è rivolta alla progettazione del paesaggio, che in questa occasione ha affrontato il tema della città verde sostenibile.

Organizzato da Confvivai, CSEI Catania e Architerra, con il patrocinio di Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania, Comune di Catania, Ordini Professionali della Provincia di Catania (Dottori Agronomi e Forestali, Architetti P.P.C., Ingegneri), Bioarchitetura®, Dipartimento Gesa - Gestione dei Sistemi Agroalimentari e Ambientali - Università di Catania, Aiapp Associazione Italiana Architettura del Paesaggio sez. Sicilia, Fondazione Fiumara d’Arte, Fondazione dell’Ordine degli Architetti, Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri, Associazione Spazi Contemporanei, l’evento ha come obiettivo la promozione della filosofia green city nell’ambito dei processi pianificatori ed attuativi delle trasformazioni urbane, con particolare riferimento alla città di Catania.

Il Convegno “Catania Green Plan” è diventato pretesto per l’elaborazione di un documento, promosso da Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania, Ge.SA - Dipartimento Gestione dei Sistemi Agroalimentari ed Ambientali, per la costituzione di un gruppo di lavoro che possa supportare il Comune di Catania, sia nella delicata fase di elaborazione del Piano Regolatore Generale che nelle politiche future, in merito alle tematiche attinenti il paesaggio ed il verde urbano.

5.15 Studio su: “Progettazione e gestione dei sistemi di fitodepurazione per il trattamento delle acque reflue urbane di piccoli e medi insediamenti”(in collaborazione con l’Assessorato BB.CC. e I.S.) La depurazione delle acque reflue di origine civile costituisce uno dei punti cardine delle politiche di tutela ambientale intraprese a livello europeo (Commissione Europea, 2003). Negli ultimi decenni, il grande sviluppo delle reti di raccolta delle acque reflue urbane ha comportato crescenti volumi di effluenti da trattare e la messa in esercizio di migliaia di impianti di depurazione che hanno contribuito in modo significativo alla riduzione dell’inquinamento dei corpi ricettori: il suolo o, più frequentemente, i fiumi, i laghi e le acque costiere.

Il notevole progresso tecnologico conseguito nel settore della depurazione delle acque reflue ha consentito la messa a punto di sistemi di trattamento sempre più avanzati ed in grado di rimuovere un notevole numero di inquinanti. Tuttavia, il trattamento delle acque reflue rappresenta tuttora, soprattutto per i piccoli e medi insediamenti, un rilevante problema economico e gestionale, anche in relazione ai vincoli sempre più restrittivi allo scarico imposti dalla direttiva dell’Unione Europea n.271 del 21 maggio 1991, recepita a livello nazionale con il D.Lgs. 152/2006.

Generalmente per le piccole e medie comunità, la causa del mancato funzionamento ovvero della scarsa efficienza depurativa degli impianti dipende dalla mancanza di personale qualificato e dagli elevati oneri di esercizio e manutenzione. In Italia, in molti casi sono state utilizzate tecnologie di trattamento non idonee al contesto socio-economico e alle caratteristiche qualitative e quantitative delle acque reflue, privilegiando l’utilizzo di tecnologie di tipo tradizionale o intensivo (fanghi attivi, dischi biologici, ecc.) che a causa del loro contenuto tecnologico, sempre più spinto, sono caratterizzate da alti costi di gestione e manutenzione. Per

Nel documento PROGRAMMA DELLE ATTIVITA’ (pagine 35-42)

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