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L'architettura insegna. Cento spazi per una nuova scuola

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Academic year: 2021

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Politecnico di Milano

Scuola di Architettura e Società

Corso di Laurea Magistrale in Architettura

L’ARCHITETTURA INSEGNA

C

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spazi

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Relatore:

Prof. Arnaldo Arnaldi

Correlatrice:

Arch. Carolina Martinelli

Laureanda:

Sabina Arrigo

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Quando si discute di spazi scolastici il “modello” mentale che viene evocato è un insieme regolare e ortogonale di banchi in fila, orientati verso un punto comune rappresentato dalla cattedra del docente e di rimando ad una serie di aule disposte linearmente lungo un corridoio.

I diversi modi contemporanei di comunicare e trasmettere informazioni e conoscenze hanno modificato in maniera profonda alcuni aspetti legati alle relazioni comunicative individuali e di gruppo e di conseguenza è cambiato anche il modo di acquisire e riprodurre o scambiare conoscenza.

La tesi si basa su una ricerca relativa a modelli didattici più contemporanei, che mostrano invece come differenti configurazioni spaziali della comunicazione siano in grado di

promuovere comportamenti attivi da parte degli studenti, e si propone di applicare i nuovi principi con la riprogettazione di un edificio scolastico esistente, sito in Milano.

L’obiettivo è quello di pensare la scuola come un organismo vivente, che interagisca con il territorio in cui è inserita, come spazio di vita piacevole che promuova il benessere di chi lo abita e che favorisca l’aggregazione ed il senso di identità.

L’intervento consiste in un rinnovamento generale degli spazi scolastici che ponga al centro dell’azione educativa il soggetto che apprende attraverso la progettazione di spazi aperti alla comunicazione e allo scambio, all’”ossigenazione” delle idee e delle situazioni, sia di socializzazione sia di riflessione individuale, nonché l’inserimento di

un children’s museum all’interno dell’edificio, che possa esporre l’apprendimento stesso. La volontà è quella di progettare gli spazi didattici in maniera alternativa a quella tradizionale: meno rigida, più soft, più aperta all’indeterminazione dell’esperienza, come luogo in cui possano convivere più dimensioni, in cui il soggetto è all’interno della collettività ma ha momenti di privacy, di pausa dal ritmo generale.

Si tratta di uno “spazio relazionale”, ovvero uno spazio integrato, non quindi costituito da una rigida identificazione e separazione delle funzioni, ma piuttosto dalla fluidificazione di queste: nello spazio relazionale è predominante il valore delle connessioni, ovvero dalle esperienze che esso è in grado di attivare.

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