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Approche de l’information-documentation. Concepts fondateurs, sous la direction de Cécile Gardiès, Toulouse, Cépaduès-Éditions, 2011

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Bibliothecae.it, 7 (2018), 1, 461-463 DOI <10.6092/issn.2283-9364/8491>

Approche de l’information-documentation. Concepts fondateurs, ouvrage collectif sous la direction de Cécile Gardiès; préface, Yves Jeanneret; postface, Regina Marteleto, Toulouse, Cépaduès-Éditions, 2011, 232 p., ISBN 9782854289824.

La cultura francese possiede non solo una grande tradizione ma anche una straordinaria capacità nel valorizzarla e nel proseguirla autonomamente, senza sentirsi particolarmente debitrice di altre culture, qui ad esempio, nel campo che ora ci interessa, di quella angloamericana.

Pur essendo noto quali siano i fondatori della Teoria della Informazione, nel volume che illustreremo, a parte una veloce citazione di Claude Shannon e di Norbert Wiener, tutto il resto viene ricondotto ad una disamina e ad una discussione che si fondano da un lato sulla Documentazione di Paul Otlet (1934), e sui precedenti storico-repertorialistici di Jacques-Charles Brunet e di Louise-Noëlle Malclès, e dall’altro sulle stimolanti, ma non sempre pertinenti, elaborazioni filosofico-ermeneutiche, per citarne solo gli autori principali, di Michel Serres, Michel Foucault, Robert Escarpit, Robert Estivals, e Ferdinand de Saussure.

Anche i collegamenti semantici e storici con il concetto di Bibliografia rimangono radicati sul terreno della cultura francese solo da una breve citazione di Gabriel Naudé e dei repertori di Brunet, ignorando però tutti gli altri lavori, sia espositivi che critici, vuoi tedeschi come italiani.

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Raccomando tuttavia la lettura del volume, che rappresenta lo sforzo di inserire un tema così innovativo e quasi rivoluzionario nella cornice di una cultura, che si ingegna per riuscire ad assimilare in sé stessa e a farla propria quella radicale conquista teoretica e tecnologica che ha scosso dalle radici la Weltanschauung del mondo contemporaneo.

Perché il lettore si renda conto di quali siano i contenuti di un volume che sembra redatto su una luna “francese”, si trascrive il contenuto dei tre capitoli e la lista dei loro curatori, quasi tutti docenti dell’Università di Toulouse.

La sobria Introduction (p. 13-18) di Cécile Gardiès definisce così quello che intendeva essere il fulcro centrale dell’opera: «Nous tentons ici de replacer l’information-documentation dans cet ensemble qu’est l’information-communication. [...] Cette position qui progressivement s’est imposée à nous, est développée à partir de ce que nous considérons comme les fondations de l’information-documentation» (p. 17).

Il Primo Capitolo (p. 114) si divide in tre parti. La prima (p. 20-35) si intitola Information, e, redatta da Josiane Senié-Demeurisse e da Viviane Couzinet, fornisce le definizioni di base concludendosi con una lista di opere di riferimento, quasi tutte francesi, fatta eccezione per alcuni titoli importanti di Rafael Capurro. La seconda parte, di Patrick Fraysse, è intestata Document (p. 36-73), e partendo dall’opera di Paul Otlet offre un quadro organico sulla materia e sulla metodologia della documentazione, concludendosi con una bibliografia assai pertinente. La terza parte (p. 75-114), dal titolo impegnativo di Médiation, si deve a Gérard Régimbeau che affronta il tema teoreticamente complesso con riferimenti interpretativi ed esplicativi elaborati da alcuni noti filosofi francesi contemporanei in circostanze socioculturali di carattere analogo. Interessante e stimolante è l’approccio alle mediazioni documentarie applicate alle immagini.

Anche il Secondo Capitolo (p. 115-164) si divide in tre parti. La prima di Viviane Couzinet si intitola Les dispositifs: question documentaire (p. 117-130); nella seconda, Les langages documentaires: éléments d’organisation des connaissances (p. 131-150), Caroline Courbières affronta il tema dei linguaggi e delle strutture, classificatorie utilizzati

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nella documentazione; nella terza parte ancora la Courbières con L’analyse documentaire: éléments d’organisation des connaissances (p. 151-164), conclude, in piena ovvietà, affermando che L’analyse documentaire reste une tâche intellectuelle essentielle dans le travail du documentaliste (p. 162).

Anche il Terzo Capitolo si divide in tre parti. Nella prima parte Des pratiques erudites à la recherche: bibliographie, bibliologie (p. 167-186) Viviane Couzinet esamina il tema dei rapporti fra la informazione-documentazione e le discipline affini, e cioè oltre alla Bibliografia ed alla Bibliologia, la Bibliometria e la Scientometria; mentre Cècile Gardiès, nella seconda parte Culture de l’information, culture informationelle (p. 187-208) evidenzia i rapporti che legano la società della informazione con il concetto della cultura della informazione o “information literacy”; nella terza parte (p. 209-227) Josiane Senié-Demeurisse e Isabelle Fabre illustrano Usages e pratiques de l’information, e si soffermano sull’utenza e sui bisogni di informazione, che si esplicano in varie modalità d’uso.

La postfazione (p. 229-232) si deve ad una specialista brasiliana, Regina Maria Marteleto, che annoda i fili dei rapporti che sul terreno della Informazione e delle sue applicazioni collegano le impostazioni francesi e quelle del paese sudamericano.

Nel complesso il volume espone con chiarezza e coraggio il tentativo di edificare l’impalcatura di una disciplina, che dovrebbe essere quella della Informazione, ma resta tuttavia impantanato nella precorritrice – ma inadeguata – teoria della documentazione di Otlet, ancora incompleta ed inefficace se applicata sul piano delle speculazioni teoriche più avanzate che non appartengono alla tradizione del pensiero francese.

Ciò non toglie che l’opera, nell’insieme ben coordinata, non possa che risultare utile per lo svolgimento di corsi introduttivi, anche per bibliotecari o documentalisti, magari accompagnata da un “caveat” preliminare.

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