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27. Riccardo Vinci, Immigrazione

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Academic year: 2021

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Euclide Tema 2000.4A

” Il fenomeno dell’immigrazione”

Riccardo Vinci IVA Liceo scientifico Albert Einstein Palermo

Con il termine migrazione si fa riferimento a uno spostamento temporaneo o definitivo di gruppi etnici da una sede all’altra. La migrazione è un fenomeno che ha da sempre contraddistinto l’umanità perché spesso, gruppi di uomini sono stati spinti a spostarsi dal territorio nativo per motivi di necessità. Nonostante questo fenomeno abbia contraddistinto la storia, si sente spesso parlare ancora oggi di migrazioni. I fenomeni migratori sono molte volte associati, nel mio paese, a quelle persone che provengono dall’Africa e che tentano di raggiungere l’Italia. Il filosofo italiano Umberto Eco, ha definito la migrazione come un movimento di essere umani non controllabile, distinguendolo dalla immigrazione, che può essere controllata attraverso le decisioni politiche. Inoltre secondo lo scrittore, nel caso della migrazione, i migranti, che non possono essere fermati, contribuiscono alla trasformazione della cultura del posto in cui vanno, mentre nel caso degli immigrati, questi accettano i costumi del paese di arrivo, perché vengono ammessi grazie a dei provvedimenti politici.

LE CAUSE DELLE MIGRAZIONI

Per quanto riguarda le cause delle migrazioni esse possono essere di vario tipo e vanno dal sociale all’economico. Nella storia, ci sono tantissimi esempi di persone che hanno abbandonato la propria terra alla ricerca di un futuro migliore. Basta pensare che nell’epoca del colonialismo, dopo la scoperta dell’America, si raccontava in Europa che nei territori transoceanici fossero presenti delle ricchezze inesplorate, che hanno spinto un gran numero di uomini e donne a partire alla ricerca di una vita migliore. Vi erano anche quelle persone che si stabilirono in America per motivi religiosi, come nel caso dei Padri Pellegrini. Questi ultimi erano puritani e partirono nel nuovo mondo creando una colonia ben organizzata, anche con la collaborazione dei nativi che li aiutarono nell’insediamento e crearono una collaborazione pacifica e prolifica. Ai Padri Pellegrini, si deve la festa del ringraziamento, infatti a seguito di un raccolto molto abbondante, la popolazione della piccola colonia festeggiò, istituendo un banchetto, nel quale il piatto principale era il tacchino. Tutt’ora il 26 novembre di ogni anno si festeggia in America il “Thanksgiving day”. Questo esempio, mostra come anche i migranti possono contribuire positivamente alla storia di un paese. Un altro flusso migratorio può

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essere quello degli inizi del 1900, nel quale molti europei, specialmente italiani, cercarono di trasferirsi in America. Agli inizi del XX esimo secolo l’Italia e specialmente il meridione, si trovava in una situazione molto complessa. Molti italiani emigrarono nel cosiddetto “Nuovo Mondo”, che era visto come un territorio di speranza e libertà. I migranti europei, venivano portati nel centro di Ellis Island, un’isola presente vicino New York. I criteri stabiliti dagli americani erano molto severi e rigidi, infatti le persone con disabilità che non potevano essere utili allo sviluppo economico del paese, venivano respinti e riportati indietro. La situazione di Ellis Island, ha condizionato la vita di molti uomini, e si tratta di una situazione paragonabile a quella di oggi. Molti esseri umani provenienti dall’Africa, scappano per cercare una vita migliore nel nostro paese e un errore della società, risiede nel non essere in grado di comprendere a fondo le motivazioni che spingono le persone che emigrano da una paese all’altro e di emettere giudizi.

LA MIGRAZIONE DAL PUNTO DI VISTA CULTURALE

Ogni persona, ha una propria identità, che rende simili le persone che sono nate nello stesso posto o con le stesse abitudini, ma che nel profondo ci differenzia gli uni dagli altri. Quando si parla di un flusso migratorio, bisogna considerare che i migranti possiedono una propria cultura. Essa deve essere rispettata, perché appartiene all’identità del migrante, che resta pur sempre un uomo. Nel fenomeno delle migrazioni, è inevitabile l’incontro tra le culture, che si uniformano e anche in questo caso, la storia insegna e racconta come avviene. Gli esempi sono innumerevoli, uno è stato citato precedentemente, infatti nel caso dei padri pellegrini, possiamo avere modo di vedere quanto i migranti abbiano influenzato la cultura del paese, ma anche andando a ritroso, nel mondo romano troviamo un incontro tra le culture: nel processo di ellenizzazione, che ha caratterizzato la Roma del periodo prima della nascita di Cristo, è possibile notare il fatto che la cultura greca ha radicalmente cambiato quella romana, sotto diversi punti di vista. Ovviamente, vi erano i cosiddetti tradizionalisti, ovvero uomini come Catone, che non erano favorevoli all’incontro culturale.

INTOLLERANZA NELLE MIGRAZIONI

Con il termine intolleranza, si fa riferimento all’ insieme di atteggiamenti di colui che non rispetta le opinioni altrui. L’intolleranza ha radici profonde ed è un istinto tipico degli animali e si verifica a volte in modo spontaneo, poiché è quasi naturale riconoscere la “differenza”. Non è altrettanto corretto, però utilizzare ciò che ci

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differenzia, come un pretesto per attaccare. Alla base dell’intolleranza, vi è la mancanza di disponibilità nell’accettare ciò che ognuno di noi ritiene diverso. Purtroppo, nel nostro paese sono frequenti le testimonianze di persone che hanno subito delle disparità di trattamento, dipendenti da diversi fattori. Ricordo per esempio, quando durante il periodo degli attentati terroristici dell’ISIS, ovvero uno stato che professa il fondamentalismo islamico, molti italiani erano soliti discriminare i musulmani, perché pensavano che fossero dei terroristi. Si è arrivati a mettere in discussioni delle libertà che dovrebbero essere garantite da ogni paese civile, e anche a chiedere a molte donne islamiche di evitare di indossare il “burqa”. La nostra costituzione, grazie all’articolo 19, garantisce che ognuno è libero di professare la propria fede nel modo che desidera, anche se essa non deve ledere la libertà del prossimo. Recentemente ne è iniziata un’altra, a seguito della pandemia Covid 19, nei confronti dei cinesi. Infatti visto che il virus proviene dalla Cina, allora la “colpa” di questa diffusione è loro. Ciò dimostra che l’intolleranza dipende dalla situazione di un paese, infatti mentre molti stolti di fronte a un problema cercano i colpevoli, gli intelligenti (e nel nostro paese e nel mondo per fortuna sono superiori), cercano una soluzione.

VANTAGGI SOCIALI DELLE MIGRAZIONI

Nella società contemporanea, una migrazione controllata e regolamentata offre diversi vantaggi. E’ giusto sottolineare, che la migrazione deve essere controllata, perché nel caso in cui essa non lo sia, non solo crea delle difficoltà nell’organizzazione di un paese, ma favorisce la criminalità e soprattutto il lavoro in nero. Diverse sono le storie di contadini stranieri che lavorano agli ordini di un caporale, contribuendo al guadagno del latifondista in cambio di pochi euro al giorno. Dal punto di vista sociale, i migranti contribuiscono allo sviluppo della popolazione, perché grazie alle loro tradizioni permettono di comprendere come si vive in un paese diverso dal nostro e favoriscono l’incontro culturale e anche la comprensione delle diversità. Quest’ultimo aspetto è collegato anche ai vantaggi “morali” che si ottengono nell’accettare e comprendere una persona diversa da noi. Infatti aiutare un uomo in difficoltà e favorire il suo inserimento all’interno della società è un vantaggio che sembra non abbia dei riscontri evidenti ma in realtà, aiutare una persona e non ostacolarla, garantisce a ognuno di noi la possibilità di stare bene con sé stesso.

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Ogni uomo, deve cercare di essere in linea con i propri principi morali ed etici che, personalmente, vengono prima di ogni cosa. Aiutare il prossimo in difficoltà, non deve essere messo in discussione e non ritengo nel 2020, ancora possibile che qualcuno pensi che uno sia cittadino italiano o francese o tedesco. Si è cittadini del mondo. Ellis Island, dovrebbe essere la dimostrazione di come sia difficile accettare qualcuno che ti respinga, per un difetto fisico o per altro e se pensiamo a tutte le persone che hanno affrontato questo viaggio, dovremmo capire quanto sia difficile abbandonare la propria terra, la propria cultura e le proprie tradizioni, con il rischio anche di non essere accettati. Leggo spesso di testimonianze di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di emigrare e dentro me ne è rimasta una che tutt’ora non riesco a dimenticare. Si tratta di una donna, che ha deciso di adottare dei bambini africani, i quali sono stati discriminati a scuola, solo per il colore della pelle. La donna, in un post su Facebook, esprime tutto il suo dissenso nei confronti di problematiche gravi presenti nella nostra società, come la generalizzazione, gli stereotipi, il razzismo e rispondendo a un affermazione “chi non nasce in Italia non è italiano”, lei risponde che italiano, è colui o colei che ama l’Italia.

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