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© Pensa MultiMedia Editore srl ISSN 2035-844X (on line) Studium Educationis• anno XXI - n. 1 - febbraio 2020

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li studi di educazione comparata,

le cui origini risalgono all’opera Esquisse di Jullien de Paris del 1817, hanno contribuito negli ultimi due secoli a mettere a fuoco l’epistemologia e la metodologia di questa disciplina. Nata come scienza empirica preva-lentemente tesa a descrivere fenomeni educativi e scolastici, l’educazione comparata si è infatti evoluta nel corso del Novecento con un doppio ap-proccio, idiografico e nomotetico, at-traversando la fase di sviluppo deno-minata storico fattoriale-interpretativa e quella scientifico sistematica. In quest’ultima fase i comparativisti, pur applicando il metodo classico indivi-duato da Bereday e Hilker negli anni Sessanta del Novecento, hanno uti-lizzato prevalentemente l’analisi so-ciologica e antropologica dei fenomeni educativi, distinguendo sempre più i metodi qualitativi di ricerca – in pre-valenza quello storico e quello etnografico – da quelli quantitativo sta -tistici, applicati soprattutto nelle ri-cerche internazionali che, partendo dalle prove promosse negli anni Ses-santa dall’IEA (International Associa-tion for the EvaluaAssocia-tion of EducaAssocia-tional

Achievement), sono approdati a quelle odierne PISA-OCSE (Programme for International Student Assessment), PIRLS (Progress in International Rea-ding Literacy Study) e TIMSS (Trend in International Mathematics and Science Study).

Il volume di Luca Gallo traccia, con ampi e approfonditi riferimenti bibliografici, questo percorso degli studi comparativi, evidenziando anche interessanti prospettive di sviluppo: la comparazione educativa oggi si pone finalità che vanno da quella co-noscitiva a quella migliorativo-rifor-mista, pluralizzando gli oggetti di stu-dio, che mantengono però una carat-teristica comune, incontestabilmente costitutiva della disciplina, che si può identificare con l’alterità, la relazione con “l’altro”, la dialettica unità-diversità. L’Autore, richiamando Nóvoa, afferma che oggi è necessario storicizzare gli approcci comparativi per contestua-lizzare i concetti riformulando le re-lazioni tra spazio e tempo, dotando gli studi di quello spessore storico che li ancora nelle realtà sociali e culturali, e che permette di prendere in consi-derazione correttamente il fenomeno

Luca Gallo

Itinerari di ricerca della comparazione educativa

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del transfer inteso come traduzione e trasformazione.

Interessanti e documentate risultano anche le ricostruzioni relative alle po-litiche formative e educative in Europa che dai Trattati di Roma del 1957 ar-rivano alla strategia di Lisbona, al “Processo di Bologna”, alla Carta di Nizza e alla Costituzione Europea. Uno spazio considerevole è dedicato anche alle Organizzazioni internazionali che promuovono politiche educative e indagini comparative: queste, sottratte alla logica della diffusione e spettaco-larizzazione attraverso classifiche dei risultati delle prove scolastiche, vengono analizzate nel loro sviluppo temporale, nelle loro finalità e nella loro com-plessità.

L’idea dell’alterità e delle sue im-plicazioni pedagogiche e comparative emerge anche nei capitoli dedicati al Mediteranno – come spazio fisico e

metaforico di incontro-scontro di ci-viltà, culture e religioni – e ai processi multi e interculturali. La prospettiva di questa parte del volume è partico-larmente stimolante perché, da un lato, recupera la storia europea da un punto di vista particolare che è quello del “Mare nostrum”, uno spazio che separa ma anche unisce; dall’altro getta uno sguardo sul futuro dell’Eu-ropa e sulle sfide sociali e pedagogiche che inevitabilmente si dovranno af-frontare. La comparazione educativa, secondo l’idea che attraversa tutto il pregevole studio, è un valido strumento per far fronte a queste sfide, propo-nendo soluzioni sicuramente non de-finitive, ma frutto di analisi e confronti che scoprono tradizioni educative di-verse ma ugualmente importanti.

[di Carla Callegari]

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Studium Educationis• anno XXI- n. 1 - Febbraio 2020 • recensioni

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onsumi, turismo, legislazione, economia, imprese, città, vita quotidiana, scuola. Sono queste le principali questioni magistralmente intersecate con il paradigma della so-stenibilità da Luisa Santelli nel suo ultimo lavoro edito da Guerini.

L’Autrice muove da un’analisi del presente nell’ambito della quale evi-denzia, con particolare puntualità, come molte delle scelte che quotidia-namente compiamo (e che possono avere ripercussioni anche gravi sul

pianeta) siano troppo spesso inconsa-pevoli o, peggio, accompagnate da una consapevolezza tacita, sorda ad ogni richiamo etico e politico, morale e proprio del bene comune. Il land grabbing, l’inquinamento di acque e suoli, le ecomafie, la corruzione sono solo alcune delle più pregnanti esem-plificazioni che Luisa Santelli porta per definire un contesto, quale quello contemporaneo, incapace di compren-dere il senso del limite e, ancor di più, maldisposto ad agire all’interno

Luisa Santelli Beccegato

Educazione allo sviluppo sostenibile. Un importante impegno da condividere

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Studium Educationis• anno XXI- n. 1 - Febbraio 2020 • recensioni dei sui confini; un contesto dove

nep-pure l’impegno legislativo “è sufficiente a fermare il processo di degrado” che è evidentemente umano oltre che am-bientale.

Sebbene la politica e la giurispru-denza abbiano un indiscusso ruolo nel cammino che conduce ad uno sviluppo che auspichiamo sostenibile, è nella possibilità di ciascuna persona fare in modo che il cambiamento spe-rato diventi concreto e che sia duraturo. Per questo l’Autrice riconosce, in per-fetta sintonia con l’Agenda 2030, l’educazione come via, strumento, op-portunità per dar vita a comportamenti realmente rinnovati.

Servono un’educazione e una for-mazione a vocazione squisitamente interdisciplinare, evidentemente tra-sformativa, in grado di generare processi migliorativi della società e dei suoi componenti. Servono un’educazione e una formazione che, come più volte esplicitato nel volume, siano capaci

di andare oltre la dimensione formale per aprirsi e rendere protagoniste tutte le agenzie educative perché tutti pos-siamo (e dobbiamo) promuovere e contribuire ad un cambiamento che è urgente, oltre che necessario.

Particolarmente interessante il pas-saggio sulla solidarietà come compor-tamento da sostenere non solo nelle dinamiche relazionali all’interno della nostra specie ma anche nei confronti della natura, come comportamento da promuovere e da far sviluppare per contrastare processi involutivi e di chiusura estremamente pericolosi per la sopravvivenza del singolo e per la stessa convivenza sociale. Come l’Agenda ONU esplicita benissimo attraverso il Goal sulla Partnership, o ci si salva assieme o non ci si salva. E bisogna agire ora. O sarà troppo tar-di.

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