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View of Federico Bertoni, Insegnare (e vivere) ai tempi del virus

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Academic year: 2021

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Between, vol. X, n. 19 (Maggio/May 2020)

Federico Bertoni

Insegnare (e vivere) ai tempi del virus

“Semi”, Milano, Nottetempo, 2020, 35 pp.

«L’università è uno dei pochi luoghi utopici ancora esistenti in questa società», affermava Edward Said nel suo Umanesimo e critica

democratica (2007). Utopico perché spazio di un’analisi critica e

chiarificatrice, della formazione di una cittadinanza partecipativa e attiva, di una liberazione di soggettività sempre più emancipate e consapevoli, capaci di immaginare e realizzare futuri migliori e alternativi. L’universitas come locus materiale e immateriale, dunque: l’uno insieme all’altro, l’uno – lo spazio politico della com-presenza – quale condizione dell’altro (l’esperienza dell’idealità e della crescita dell’immaginario).

Parte in fondo da questo paradosso, che è oggi amaro vissuto quotidiano, il pamphlet open source (iniziamo a non chiamarlo instant

book) di Federico Bertoni. Un libro ben più meditato di quanto si possa

superficialmente immaginare sulla dissoluzione dello spazio politico della conoscenza; non solo un testo che riflette con felice verve narrativa e argomentativa, nell’immediato e per l’immediato, sulla crisi

di presenza dell’università nei mesi del Covid-19, sulla teledidattica,

sull’informatizzazione dei processi di trasmissione del sapere. La riflessione di Bertoni è sull’oggi ma ha un respiro che viene da anni di pensiero su università e scuola, e dunque guarda avanti: già in

Universitaly (2016) l’autore aveva descritto i processi di trasformazione

delle università italiane in “consumer oriented corporations”, sistemi ciechi di propagazione di una tecnocrazia efficientista, a fronte di disinvestimenti strutturali mostruosi e di un impoverimento lineare dei processi di apprendimento. Con questa nuova proposta Bertoni ci porta a operare con ancora più forza una trasgressione necessaria; il

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Between, vol. X, n. 19 (Maggio/May 2020)

559 sociologo americano Wright Mills la chiamerebbe “immaginazione sociologica”, ovvero coraggio di comprendere la propria posizione sociale e immaginare il futuro del gruppo a cui apparteniamo. Qualcuno ci ha convinti, da troppo tempo, che questa azione vada lasciata a delle aride linee guida o a qualche sistema di assicurazione qualità di dubbia provenienza. Bertoni ci ricorda invece che ciò che rischia di accadere alla nostra università, come alla nostra scuola, è accettare una logica dell’emergenza che è l’assicurazione a vita per i manovratori indisturbabili e per le governance allineate; una logica che rischia di sferrare un colpo definitivo alla funzione politica dei luoghi della scienza e della cultura.

Se come insegna DeLillo, nel mondo attuale “la tecnologia fa avverare la realtà”, l’adesione all’e-learning può essere solo a tempo e condizionata, perché il rischio della telematizzazione delle università e della scuola è reale, e con esso si avvererebbero la fine del “corpo politico” della conoscenza e la nascita di un nuovo sistema classista del sapere. Dunque, per evitare che quello che il mondo della cultura sta vivendo in questi mesi diventi un “nuovo stato dell’essere” (liquido, immateriale, anestetizzato, impolitico, asociale), alcuni precetti di base: disturbare i conducenti, pretendere piattaforme informatiche non proprietarie, uscire dalle discussioni ristrette di dirigenze opache, condividere come comunità le scelte dei prossimi mesi e dei prossimi anni, stringere un patto tra scuola e università, uscire dalla logica cieca della valutazione e della statistica anvuriana. Le vere emergenze sono la cultura, il sapere, la conoscenza, uniche vie per un futuro sostenibile, e già in crisi e da anni. Se sapremo fare anche solo alcune delle cose – e ne indico poche – che Bertoni propone, i prossimi anni potranno essere migliori di un passato che è tutto meno che splendente.

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Federico Bertoni, Insegnare (e vivere) ai tempi del virus (Attilio Scuderi)

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L’autore

Attilio Scuderi

Attilio Scuderi insegna Letterature Comparate presso l’Università di Catania. Si è occupato di autori italiani e stranieri del Novecento, di studi culturali e tematici e di mitocritica. Ha inoltre pubblicato

L’arcipelago del vivente. Umanesimo e diversità in Elias Canetti (2016) e Il libertino in fuga. Machiavelli e la genealogia di un modello culturale (2018).

Email: atscu@tin.it

La recensione

Data invio: 10/05/2020

Data accettazione: 20/05/2020 Data pubblicazione: 30/05/2020

Come citare questa recensione

Scuderi, Attilio, “Federico Bertoni, Insegnare (e vivere) ai tempi del virus,

Le culture del dissenso in Europa nella seconda metà del Novecento, Eds. C.

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