Corso di Laurea magistrale in Marketing e
Comunicazione
Tesi di Laurea
Il marketing digitale
Il caso Porsche Italia
Relatore
Ch. Prof. Andrea Ellero
Laureando
Leonardo Pavanello
Matricola 826120
Anno Accademico
2011 / 2012
S
OMMARIO
I
NTRODUZIONE ... 3C
APITOLO1
I
L MARKETING DIGITALE ... 5ϭ͘ϭ>͛ĞǀŽůƵnjŝŽŶĞĚŝ/ŶƚĞƌŶĞƚĞůĞĚŝǀĞƌƐĞƐƚƌĂƚĞŐŝĞŽŶůŝŶĞ... 5
1.2 Il passaggio dal marketing tradizionale al marketing digitale ... 11
1.3 Una definizione di marketing digitale ... 13
1.4 Il piano di marketing digitale ... 16
C
APITOLO2
W
EB ES
OCIALM
EDIAA
NALYTICS ... 552.1 Cos'è la Web Analytics? ... 55
2.2 La Web Analytics 2.0 ... 58
2.3 Molteplicità e metriche fondamentali ... 61
2.4 Dalle metriche aggregate al comportamento dei visitatori ... 66
2.5 Dalla Web Analytics alla Social Media Analytics ... 69
2.6 Altre analisi emergenti: Web Mobile e Video ... 72
C
APITOLO3
I
L CASOP
ORSCHEO
NLINES
ERVICEC
HECK ... 81ϯ͘ϭ>͛ĂnjŝĞŶĚĂ͗WŽƌƐĐŚĞ/ƚĂůŝĂ^͘Ɖ͘Ă ... 81
3.2 La struttura marketing di Porsche Italia S.p.a ... 82
3.3 La campagna Porsche Online Service Check ... 85
A
PPENDICE ... 125B
IBLIOGRAFIA ... 129
/
EdZKh/KE
Lo sviluppo della tecnologia digitale in questi ultimi anni ha cambiato profondamente la società e le modalità con cui le persone comunicano e si relazionano. Questi fattori di cambiamento hanno inciso in maniera rilevante anche sulle attività delle aziende͕ ƚĂŶƚŽ ĐŚĞ ĂůĐƵŶŝ ĂƵƚŽƌŝ ŚĂŶŶŽ ƉĂƌůĂƚŽ Ěŝ ͞ZŝǀŽůƵnjŝŽŶĞ ĚŝŐŝƚĂůĞ͟;ZŝĨŬŝŶ͕ϭϵϵϵͿ͘
>͛ĞǀŽůƵnjŝŽŶĞĚŝgitale ha determinato anche un importante mutamento nei paradigmi tradizionali del marketing, tanto da essere definito una delle sue nuove forze trainanti per il futuro (Kotler et al., 2010). Lo sviluppo di Internet, dei social media e del mobile hanno definito per le aziende una serie di nuove opportunità per interagire con i consumatori. Una nuova interazione che deve però basarsi sul concetto di relazione riconsiderando quindi la comunicazione online come un ĚŝĂůŽŐŽĐŚĞƉĂƌƚĞĚĂůů͛ĂƐĐŽůƚŽĞĚĂůůĂƚƌĂƐƉĂƌĞŶnjĂ͘Ăůů͛ĂůƚƌŽůĂƚŽĂŶĐŚĞŝĐŽŶƐƵŵĂƚŽƌŝ sono cambiati e sfruttano a loro vantaggio le opportunità concesse dai nuovi media aggregandosi in gruppi o neotribù (Cova, 2010) per condividere le loro esperienze, troppo spesso trascurate dal marketing tradizionale.
Per capire al meglio le dinamiche di questa evoluzione ed esaminare come sfruttare correttamente le opportunità offerte da questi strumenti è necessario considerarle ŝŶƵŶ͛ŽƚƚŝĐĂŝŶƚĞŐƌĂƚŝǀĂƌŝƉĞŶƐĂŶĚŽŝůƚƌĂĚŝnjŝŽŶĂůĞŵŽĚĞůůŽĚŝŵĂƌŬĞƚŝŶŐ͘
Questa tesi si pone in questa prospettiva e cerca di affrontare le tematiche emergenti dalla letteratura più recente in materia di marketing digitale fornendo un percorso di analisi coerente.
Nel primo capitolo si approfondisce il tema dello sviluppo del marketing digitale e ĚĞŝƐƵŽŝƐƚƌƵŵĞŶƚŝĂŶĐŚĞŝŶƵŶ͛ŽƚƚŝĐĂĚŝƉŝĂŶŝĨŝĐĂnjŝŽŶĞ͘
EĞůƐĞĐŽŶĚŽĐĂƉŝƚŽůŽŝŶǀĞĐĞƐŝƉŽŶĞů͛ĂƚƚĞŶnjŝŽŶĞƐƵůů͛ĂƐĐŽůƚŽĞůĂŵŝƐƵƌĂnjŝŽŶĞ online, analizzando come integrare questo processo con le metriche business tradizionali.
Il capitolo conclusivo infine sviluppa il caso Porsche Online Service Check, una campagna realizzata esclusivamente online da Porsche Italia S.p.a. che mette in pratica buona parte dei concetti illustrati nei capitoli precedenti.
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ϭ
/ůŵĂƌŬĞƚŝŶŐĚŝŐŝƚĂůĞ
1.1 >͛ĞǀŽůƵnjŝŽŶĞĚŝ/nternet e le diverse strategie online
>͛ĂƉƉƌŽĐĐŝŽƐƚƌĂƚĞŐŝĐŽĚŝŵĂƌŬĞƚŝŶŐŽŶůŝŶĞƐŝğĞǀŽůƵƚŽŶĞůƚĞŵƉŽĚŝƉĂƌŝƉĂƐƐŽĐŽŶůĂ naturale evoluzione di Internet. Per questo motivo vale la pena riassumere, anche se molto brevemente, i passi fondamentali nella storia recente di Internet.
Internet (contrazione della locuzione inglese Interconnected Networks, ovvero Reti Interconnesse) è un sistema di reti telematiche mondiale ad accesso pubblico che attualmente rappresenta il principale mezzo di comunicazione di massa in grado di offrire ai suoi utilizzatori una vasta serie di contenuti e servizi. L͛/ƚĂůŝĂ ĨƵ ƵŶŽ ĚĞŝ primi paesi europei a connettersi ad Internet nel 1986 grazie ad alcuni finanziamenti del dipartimento della difesa degli Stati Uniti. La connessione avvenne da Pisa, dove era presente un gruppo di ricerca in materia informatica fra i più avanzati in Europa. Fino ai primi anni novanta Internet rimase un mezzo dedicato alle comunicazioni Ăůů͛ŝŶƚerno della comunità scientifica e tra le associazioni governative. Dal 1995 in poi iniziò la diffusione tra gli utenti privati, con una crescita molto lenta nel primo periodo (1995-‐2000) e una vera esplosione Ăůů͛ŝŶŝnjŝŽ ĚĞů ŶƵŽǀŽ ŵŝůůĞŶŶŝŽ. La rilevazione effettuata da Internet World Stats (Internet World Stats, 2012) il 31 Dicembre 2011, stima il numero di Italiani online ad una cifra appena superiore ai trentacinque milioni con una crescita, in dieci anni, quasi del 700%. Altri istituti di ricerca come GfK Eurisko (Livraghi, 2012) , stimano un numero molto inferiore (circa ventisei ŵŝůŝŽŶŝͿ͕ŵĂƚƵƚƚŝĐŽŶĨĞƌŵĂŶŽů͛elevatissimo tasso di crescita registrato negli ultimi dieci anni.
Fig. 1.1 La crescita degli utenti Internet in Italia da gennaio 2001 al novembre 2011
(Livraghi, 2012)
Naturalmente l͛ŝŶĐƌĞŵĞŶƚŽĚĞůŶƵŵĞƌŽĚŝƵƚĞŶƚŝĐŽŶĂĐĐĞƐƐŽĂĚInternet negli ultimi ĂŶŶŝŶŽŶƌŝŐƵĂƌĚĂƐŽůƚĂŶƚŽů͛/ƚĂůŝĂŵĂğƵŶĚĂƚŽĐŚĞ si conferma a livello mondiale, con una crescita media dal 2000 al 2011 del 528,1% (Internet World Stats, 2012).
Fig. 1.2 Utenti connessi ad Internet a livello mondiale (Internet World Stats, 2012)
Oltre al numero di utenti è cresciuto anche il numero delle modalità di fruizione di Internet. La proliferazione di dispositivi mobile ha favorito la crescita degli accessi ad Internet e rappresenta un trend in crescita, tanto che le stime di Morgan Stanley (Meeker, Devitt e Wu, 2010) indicano nel 2014 ů͛ĂŶŶŽ del sorpasso degli utenti internet mobile rispetto a quelli desktop.
Fig. 1.3 Crescita globale utenti Internet Desktop VS utenti Internet mobile (Meeker, Devitt e Wu, 2010)
Questi dati testimoniano che oggi Internet può definirsi un mezzo che rappresenta una componente importante dello stile di vita delle persone.
Un ulteriore aspetto sul quale ha influito la crescita di Internet è stato quello relativo alle modalità di diffusione dei contenuti online. Si può classificare ů͛ĞǀŽůƵnjŝŽŶĞdei siti ŽŶůŝŶĞ ĐŽŶƐŝĚĞƌĂŶĚŽ ĚƵĞ ĚŝŵĞŶƐŝŽŶŝ ĨŽŶĚĂŵĞŶƚĂůŝ ĐŚĞ ƐŽŶŽ ů͛ŝŶƚĞƌĂƚƚŝǀŝƚă Ğ ŝ contenuti.
Fig. 1.4 Classificazione Siti in base alle dimensioni Interazione e Contenuti
SITI VETRINA
SITI IN FLASH -‐
GAMES PORTALI E-‐COMMERCE SOCIAL NETWORK -‐ BLOG INTERAZIONE CONTENUTI ANNI ϵϬ͛ ANNI 2000 ANNI 2005-‐11
Osservando lo schema grafico in Fig. 1.4 è possibile affermare che il web nel tempo è cambiato passando da una dimensione statica, che vedeva principalmente i siti come delle semplici vetrine, allo stato attuale in cui il livello ĚĞůů͛ĞƐƉĞƌŝĞŶnjĂ ǁĞď è direttamente proporzionale al livello di interazione, e alla qualità dei contenuti presenti in un sito.
La nascita di nuovi modelli ha quindi cambiato profondamente Internet, tanto che alcuni autori per descrivere questo cambiamento hanno iniziato a parlare di Web 2.0. Il concetto di Web 2.0 è stato ŝŶƚƌŽĚŽƚƚŽĚĂdŝŵK͛ZĞŝůůLJ per indicare l'insieme di tutte quelle nuove applicazioni e/o piattaforme online che permettono uno spiccato livello di interazione tra un sito e l'utente.
Fig. 1.5 Sintesi delle applicazioni web 2.0, classificate per funzione (Solis, 2012)
In questo percorso di evoluzione le aziende sono state ben attente nel cercare di seguire i trend emergenti della rete adeguando la loro presenza online.
Sostanzialmente le fasi di sviluppo legate alle strategie di marketing online sono tre: 1) Fase informativa;
2) Fase relazionale -‐ vendita; 3) Fase collaborativa.
Ogni fase di questo percorso amplia e ridefinisce gli obiettivi di marketing delle aziendĞĂƚƚƌĂǀĞƌƐŽů͛ƵƚŝůŝnjnjŽĚĞůůĂƌĞƚĞ.
Fig. 1.6 Evoluzione delle strategie di marketing online ed esempi di piattaforme (Rielaborazione personale da Peretti, 2011)
Per ogni fase (fig. 1.6) è possibile considerare alcuni esempi di piattaforme che hannŽ ĐƌĞĂƚŽ ƵŶ͛ŝŶŶŽǀĂnjŝŽŶĞ tale da portare ad una nuovo tipo di approccio di marketing online.
EĞů ĐŽƌƐŽ ĚĞůůĂ ƉƌŝŵĂ ĨĂƐĞ ůĞ ŝŵƉƌĞƐĞ ŚĂŶŶŽ ƵƚŝůŝnjnjĂƚŽ /ŶƚĞƌŶĞƚ ŝŶ ƵŶ͛ŽƚƚŝĐĂ puramente informativa. Ogni azienda che approdava su Internet creava un proprio sito che poteva essere paragonato ad una brochure istituzionale. Le funzioni attribuite alla presenza online erano quindi consolidare la propria identità in un ulteriore mezzo di comunicazione e informare i propri clienti, potenziali ed effettivi,
NUMERO UTENTI t Fase informativa Fase Relazionale -‐ Vendita Fase Collaborativa 1995 2005
relativamente aůů͛ŽĨĨĞƌƚĂĂĚŝƐƉŽƐŝnjŝŽŶĞ͘ In questa fase il flusso informativo attivato online era strettamente ad una via.
Nella seconda fase le aziende iniziano a utilizzare Internet anche come un canale di comunicazione a due vie stabilendo così una prima relazione con i propri clienti. In ƋƵĞƐƚĂ ĨĂƐĞ ǀŝƐƚĂ ů͛ĞƐƉĞƌŝĞŶnjĂ Ěŝ ƐƵĐĐĞƐƐŽ Ěŝ ĂůĐƵŶŝ ŶƵŽǀŝ Ɛŝƚŝ͕ ĐŽŵĞ ĂĚ ĞƐĞŵƉŝŽ Amazon ed eBay, il web inizia ad essere apprezzato anche come un canale di vendita ƐĞĐŽŶĚĂƌŝŽ͘>ĂƐĐĞůƚĂĚĞůů͛Ğ-‐commerce inizia ad essere considerata interessante dalle ŽƌŐĂŶŝnjnjĂnjŝŽŶŝƐŽƉƌĂƚƚƵƚƚŽƉĞƌůĞůŝŵŝƚĂƚĞďĂƌƌŝĞƌĞĚ͛ŝŶŐƌĞƐƐŽ͘
La terza ed ultima fase è quella definita collaborativa in cui le strategie di marketing più avanzate mirano a creare un rapporto di fidelizzazione con i proprio clienti. In questa fase i social media permettono alle aziende di declinare in maniera più completa la loro identità online. ƚƚƌĂǀĞƌƐŽů͛ƵƚŝůŝnjnjŽĚi questi nuovi media le aziende si aprono al dialogo con i propri clienti attuali o potenziali permettendo ad ognuno di essi di partecipare più o meno attivamente alla costruzione identitaria del brand online. In questa fase la principale strategia online sono ů͛ĂĚǀĞƌƚĂŝŶŵĞŶƚ e la partecipazione attiva. >͛advertainment, termine introdotto da Patrizia Musso nel 1999 (Musso, 1999), è un termine composto dalle parole "advertising" (pubblicità) ed "entertainment" (intrattenimento). Questo termine vuole raggruppare un insieme di tecniche di comunicazione che hanno come obiettivo primario intrattenere il consumatore offrendogli esperienze di marca gratificanti. Molti brand, come Coca Cola, Dell e Nike hanno percepito in maniera immediata questi trend online e si sono aperti da subito alla possibilità di utilizzare strumenti nuovi (ad. es. forum, social network o blog) per coinvolgere ed avere un interazione diretta e disintermediata con i propri consumatori creando di fatto dei canali di comunicazione di proprietà (owned media). Il principale vantaggio fornito da questo tipo di canali è di facilitare il passaggio progressivo dai paid media agli earned media. Gli earned media, diversamente dai paid media che vengono acquistati per veicolare la comunicazione, sono tutti i canali di comunicazione spontanei che si generano senza alcun tipo di remunerazione economica. Il passaggio a questo tipo di supporto ĚĂƉĂƌƚĞĚĞŝ͞ĨĂŶ͟ĚĞůůĂŵĂƌĐĂğƉĞƌžƵŶƚƌĂŐƵĂƌĚŽŵŽůƚŽĚŝĨĨŝĐŝůĞĚĂƌĂŐŐŝƵŶŐĞƌĞĐŚĞ
si costruisce gradualmente nel tempo offrendo non solo contenuti di qualità ma anche rispondendo alle esigenze dei fan nei momenti in cui è richiesto.
Fig. 1.7 Il passaggio progressivo da Paid a Earned media (Leaderlab, 2012)
La nuova sfida del marketing online è quindi quella di creare strategie capaci, non solo di coinvolgere i consumatori, ma anche di ascoltarli e offrirgli il necessario supporto per accettare in maniera naturale e personale i brand.
1.2 Il passaggio dal marketing tradizionale al marketing digitale
>͛ĞǀŽůƵnjŝŽŶĞ Ěŝ /ŶƚĞƌŶĞƚ͕ ů͛ĞƐƉůŽƐŝŽŶĞ ĚĞŝ ƐŽĐŝĂů ŵĞĚŝĂ Ğ ŝů ĚĞĐůŝŶŽ ĚĞŝ ŵĞnjnjŝ Ěŝ comunicazione tradizionali ha messo in luce in questi ultimi anni un sistema di valori diverso dei consumatori che è emerso soprattutto nei loro atteggiamenti di consumo. Fabris (2009) sottolinea ĐŽŵĞ ĞƐŝƐƚĂ Ăůů͛ŝŶƚĞƌŶŽ ĚĞŝ ĐŽŶƐƵŵĂƚŽƌŝ ŝƚĂůŝĂŶŝ una nuova tendenza alla ricerca di beni con un forte contenuto relazionale. Questa tendenza emerge con particolari atteggiamenti, spesso rilevati anche da molti studi di sociologia del consumo, ĐŽŵĞ ĂĚ ĞƐĞŵƉŝŽ ů͛imprevedibilità delle scelte di consumo, la minore fedeltà alle marche, la ĚŝŵŝŶƵnjŝŽŶĞĚĞŐůŝĂĐƋƵŝƐƚŝĚ͛impulso e la forte ricerca di prodotti considerati ͞ĂƵƚĞŶƚŝĐŝ͘͟
Oltre a questi atteggiamenti il nuovo consumatore manifesta maggiori competenze creando in rete contenuti autorevoli che condivide con i propri pari. Nel descrivere questa situazione alcuni Badot e Cova (2003) parlano di powershift ovvero di ƵŶ͛inversione dei rapporti di forza tra aziende e consumatori. EĞůů͛ŽƚƚŝĐĂ ĚĞů ŵĂƌŬĞƚŝŶŐƚƌĂĚŝnjŝŽŶĂůĞŝŶĨĂƚƚŝğů͛ŝŵƉƌĞƐĂĐŚĞĚĞƚŝĞŶĞů͛ĞdžƉĞƌƚŝƐĞ relativa alla propria offerta e il consumatore è considerato un ingenuo.
Per far fronte a questo nuovo modello di consumatore, le organizzazioni devono ƌŝĐŽŶŽƐĐĞƌĞƵŶůŝǀĞůůŽĚŝ͞ĂƵƚŽƌŝƚă͟ĚŝǀĞƌƐŽĂůĐŽŶƐƵŵĂƚŽƌĞĞ cercare di puntare sulle esperienze come elemento chiave per innescare ŝů ƉƌŽĐĞƐƐŽ Ě͛ĂĐƋƵŝƐƚŽ͘ Alla base dĞůů͛ĞƐƉĞƌŝĞŶnjĂ Đ͛ğ, ovviamente, la relazione che occorre instaurare con il proprio target di riferimento ed è proprio in questo ambito che deve essere utilizzato il marketing digitale. Come accennato nel paragrafo precedente una strategia online deve essere in grado di relazionarsi con il proprio target e di coinvolgerlo.
Una visione analoga, relativa ad un nuovo modello di consumatore è quella data da Walker Smith, CEO di Yankelovich (Smith, 2005):
͞/ŶƵŽǀŝconsumatori sono intelligenti, tecnologicamente avanzati e con poco tempo a disposizione. Questi nuovi consumatori vogliono interagire con le marche e non essere distuƌďĂƚŝĚĂŵĞƐƐĂŐŐŝƉƵďďůŝĐŝƚĂƌŝ͘͟
Per rispondere coerentemente a questo nuovo modello di consumatore delineato da Fabris e Smith risulta evidente che i brand non possono aspettarsi Ěŝ͞ƌĂĐĐŽŶƚĂƌĞ͟Ğ ͞ǀĞŶĚĞƌĞ͟(strategie push) utilizzando in maniera tradizionale le leve del marketing. Per essere efficaci con questi nuovi consumatori i brand devono cercare di instaurare un dialogo attraverso la creazione di esperienze che fanno leva sul coinvolgimento. Solo accettando una prospettiva aperta al dialogo, che trova spazio online in social media e community, si può costruire una relazione significativa in grado di instaurare uno scambio di valori che porta valore aggiunto ad entrambi. Per riassumere sinteticamente il passaggio concettuale dal marketing al marketing digitale è utile ricordare la metafora utilizzata da Sawhney e Kotler (2001) secondo i quali i moderni marketer devono cambiare il lorŽĂƉƉƌŽĐĐŝŽĚĂ͞ĂĐĐŝĂƚŽƌŝĂ'ŝĂƌĚŝŶŝĞƌŝ͘͟
Questa semplice metafora riguarda il passaggio di tempo ed energie da parte degli ĂĚĚĞƚƚŝ ŵĂƌŬĞƚŝŶŐ ĚĂůů͛ĂĐƋƵŝƐŝnjŝŽŶĞ Ěŝ ŶƵŽǀŝ ĐůŝĞŶƚŝ Ăů ƐĞƌǀŝƌĞ ŝn maniera migliore quelli attuali coltivando relazioni in maniera più autentica e paritaria.
1.3 Una definizione di marketing digitale
Le prime definizioni di marketing digitale appaiono su vari blog e paper accademici in Nord America ed in Gran Bretagna a partire dal 2006. La definizione di marketing digitale trova le sue radici in altri concetti ĐŽŵĞ ƋƵĞůůŽ Ěŝ ͞Ğ-‐ŵĂƌŬĞƚŝŶŐ͕͟ ͞ǁĞď DĂƌŬĞƚŝŶŐ͟ e quello di ͞DĂƌŬĞƚŝŶŐ /ŶƚĞƌĂƚƚŝǀŽ͟ che si possono riassumere nella ĚĞĨŝŶŝnjŝŽŶĞ Ěŝ ͞/ŶƚĞƌŶĞƚ DĂƌŬĞƚŝŶŐ͘͟ Il concetto di Internet marketing è stato espresso molto chiaramente da Dave Chaffey (Chaffey, 2001):
͞>͛/ŶƚĞƌŶĞƚŵĂƌŬĞƚŝŶŐƉƵžĞƐƐĞƌĞĚĞĨŝŶŝƚŽĐŽŵĞů͛ƵƚŝůŝnjnjŽĚŝ/ŶƚĞƌŶĞƚ͕ƉĞƌƌĞĂůŝnjnjĂƌĞŐůŝ ŽďŝĞƚƚŝǀŝĚŝŵĂƌŬĞƚŝŶŐĞƐƵƉƉŽƌƚĂƌĞŝůĐŽŶĐĞƚƚŽŵŽĚĞƌŶŽĚŝŵĂƌŬĞƚŝŶŐ͘͟
Il marketing digitale però non è un sinonimo di Internet marketing. Come risulta evidente dalla definizione di Chaffey l͛/ŶƚĞƌŶĞƚŵĂƌŬĞƚŝŶŐĨĂƌŝĨĞƌŝŵĞŶƚo tipicamente Ăůů͛ƵƚŝůŝnjnjŽĚŝ/ŶƚĞƌŶĞƚcome mezzo esclusivo attraverso il quale sviluppare interazioni di mercato. Il marketing digitale vuole superare questo tipo di approccio ĐŽŶƐŝĚĞƌĂŶĚŽ ĂŶĐŚĞ ů͛ĞǀŽůƵnjŝŽŶĞ Ěŝ Ăůƚƌŝ ŵĞnjnjŝ Ěŝ ĐŽŵƵŶŝĐĂnjŝŽŶĞ ;ƐŽĐŝĂů ŵĞĚŝĂ͕ ŵŽďŝůĞ͕ŝŶƚĞƌĂĐƚŝǀĞƚǀ͙Ϳ͘
ŽŵĞĞǀŝĚĞŶnjŝĂƚŽĚĂůƌĞƉŽƌƚ͞Social CRM: The New Frontier of Marketing, Sales and Service͟ Ěŝ ĐĐĞŶƚƵƌĞ ;ĐĐĞŶƚƵƌĞ͕ ϮϬϭϮ) ů͛ĞǀŽůƵnjŝŽŶĞ ĚĞŝ ĚŝǀĞƌƐi mezzi di comunicazione grazie allo sviluppo di nuove tecnologie, come il touchscreen, è alla ďĂƐĞ ĚĞůů͛evoluzione del concetto di Internet marketing a quello di marketing digitale. >͛ĞǀŽůƵnjŝŽne dei mezzi di comunicazione si rispecchia perfettamente ŶĞůů͛esperienza di consumo. È quindi necessaria una nuova definizione in grado di considerare una visione più allargata per comprendere al meglio, ŝŶ ƵŶ͛ottica integrata, il consumatore moderno e tutti i nuovi strumenti di cui dispone.
Fig. 1.8 Visione allargata dei nuovi mezzi di comunicazione e delle loro funzioni
(Accenture, 2012)
La definizione di marketing digitale deve inoltre essere in grado di cogliere in maniera più generale le caratteristiche e le potenzialità di questi nuovi strumenti ͞ƐĐŽůůĞŐĂŶĚŽƐŝ͟ĚĂůů͛ŝĚĞĂ ĚĞůů͛ƵƚŝůŝnjnjŽĞĚĞůůĞproprietà esclusive di un singolo mezzo. Considerando i trend più recenti (Parkin, 2011) analizziamo ora quelle che sono le principali caratteristiche che deve soddisfare una definizione completa di marketing digitale.
Integrazione
Il marketing digitale deve essere strettamente connesso alle attività di marketing più ͞ƚƌĂĚŝnjŝŽŶĂůŝ͘͟Questa nuova tipologia di marketing deve supportare, dove possibile, ogni attività aziendale cercando di valorizzarla. Nel considerare ad esempio un evento, si potrebbe definire un sistema di inviti sia cartaceo che tramite e-‐mail, con
una landing page di conferma accessibile ŽůƚƌĞĐŚĞĚĂůů͛Ğ-‐mail anche tramite un QR-‐ ĐŽĚĞŝŶƐĞƌŝƚŽŶĞůů͛invito cartaceo.
Monitorabilità
Nel marketing digitale, in genere, tutto può essere monitorato e si possono ottenere informazioni quantitative relativamente ad ogni tipologia di attività, basti pensare alle piattaforme di web analytics che permettono di ottenere informazioni riguardanti ad ogni singolo click avvenuto Ăůů͛interno del sito. Oltre al monitoraggio ƋƵĂŶƚŝƚĂƚŝǀŽ Đ͛ğ ĂŶĐŚĞ ƋƵĞůůŽ ƋƵĂůŝƚĂƚŝǀŽ ĐŚĞ serve invece a fornire indicazioni qƵĂůŝƚĂƚŝǀĞ ƐƵůů͛ĂŶĚĂŵĞŶƚŽ Ěŝ ƵŶ͛ŝŶŝnjŝĂƚŝǀĂ͘ >͛ĂŶĂůŝƐŝ ƋƵĂůŝƚĂƚŝǀĂ può essere utilizzata anche per comprendere i bisogni, i comportamenti e le necessità del proprio target.
Personalizzazione
L͛ĞǀŝĚĞŶƚĞƚƌĂƐĨŽƌŵĂnjŝŽŶĞ ĚĞŝ ŵĞƌĐĂƚŝĚŝ ŵĂƐƐĂ ad un numero sempre maggiore di mercati frammentati (Anderson, 2010) è ormai evidente. Il marketing digitale deve essere in grado di considerare questa tendenza e ŽĨĨƌŝƌĞƵŶ͛esperienza di consumo sempre più personale.
Multicanalità
La definizione di marketing digitale deve rispecchiare le caratteristiche del nuovo modello di consumatore, citato nel paragrafo precedente, ĞĐŽŶƐŝĚĞƌĂƌĞů͛ŝŶƐŝĞŵĞ di tutti i canali e dei rispettivi mezzi che sono a disposizione, valutando anche quelli emergenti (tv interattiva, Realtà aumentata͙).
Relazionale
L͛ŽďŝĞƚƚŝǀŽĨŝŶĂůĞĚĞǀĞĞƐƐĞƌĞƐĞŵƉƌĞƋƵĞůůŽĚŝĐŽƐƚƌƵŝƌĞƵŶĂƌĞůĂnjŝŽŶĞĐŽŶŝůƉƌŽƉƌŝŽ pubblico di riferimento. La relazione deve essere il punto di partenza e di arrivo, e ĚĞǀĞďĂƐĂƌƐŝƐƵǀĂůŽƌŝĐŽŵĞůĂƚƌĂƐƉĂƌĞŶnjĂ͕ůĂĐŽŶŽƐĐĞŶnjĂƌĞĐŝƉƌŽĐĂĞů͛ĂƉĞƌƚƵƌĂ͘
Considerando queste caratteristiche una definizione che risulta comprenderle tutte è quella data da Paola Peretti (Peretti, 2011):
͞^ŝƉƵžĚĞĨŝŶŝƌĞŝůŵĂƌŬĞƚŝŶŐĚŝŐŝƚĂůĞĐŽŵĞů͛ŝŶƐŝĞŵĞĚŝĂƚƚŝǀŝƚăĐŚĞ͕ĂƚƚƌĂǀĞƌƐŽů͛ƵƐŽĚŝ strumenti digitali, sviluppano campagne di marketing e comunicazione integrate, targhettizzate e capaci di generare risultati misurabili che ĂŝƵƚĂŶŽ ů͛ŽƌŐĂŶŝnjnjĂnjŝŽŶĞ ad individuare e mappare costantemente i bisogni della domanda, a facilitarne gli scambi in modo innovativo, costruendo una relazione interattiva che genera valore nel tempo.͟
1.4 Il piano di marketing digitale
L͛ideazione e la struttura di un piano di marketing digitale deriva sostanzialmente dalla pianificazione strategica del marketing tradizionale. Il piano di marketing tradizionale può essere rappresentato con un processo principalmente composto dai seguenti elementi (Kotler, Keller, 2007):
1. analisi di mercato: fase nel quale si analizza il mercato, il passato e la situazione ĂƚƚƵĂůĞĚĞůů͛ĂnjŝĞŶĚĂĐŽŶƐŝĚĞƌĂŶĚŽle tendenze evolutive di mercato;
2. definizione della strategia: segmentazione della domanda e posizionamento dei prodotti ĞĚĞǀĞŶƚƵĂůĞŵŽĚŝĨŝĐĂĚĞůů͛ŽĨĨĞƌƚĂ͖
3. pianificazione operativa: scelte operative di gestione e declinazione del marketing mix (scelte di pricing, scelte relative alla gestione dei prodotti, scelte di comunicazione e scelte relative alla distribuzione);
4. monitoraggio: definizione di alcuni parametri di monitoraggio (Key Performance Indicator) e di eventuali azioni correttive.
Considerando questi punti come riferimento è possibile impostare in maniera analoga le fasi di un piano di marketing digitale semplicemente rielaborando i processi tradizionali ŝŶƵŶ͛ottica più allargata in grado di integrare e sfruttare tutti i nuovi strumenti digitali (cfr. Fig. 1.8).
Fig. 1.9 Il processo di definizione del piano di marketing digitale
Considerando il concetto moderno di pianificazione di marketing (Vescovi, 2005) ƌŝƐƵůƚĂ ƵƚŝůĞ͕ ĂŶĐŚĞ ŶĞůů͛ŽƚƚŝĐĂ ĚĞů ŵĂƌŬĞƚŝŶŐ ĚŝŐŝƚĂůĞ͕ ĚĞĨŝŶŝƌĞ ĚƵĞ ůŝǀĞůůŝ Ěŝ pianificazione: uno strategico e uno più operativo. Questo processo dovrebbe quindi portare alla redazione di due documenti:
1. pŝĂŶŽĚŝŐŝƚĂůĞĚ͛ŝŶĚŝƌŝnjnjŽ: è un documento di medio-‐lungo periodo che definisce le linee guida essenziali relative ai comportamenti di marketing digitale. Questa tipologia di piano deve possedere la capacità di essere contenitore di diverse soluzioni operative ĐŚĞǀŝĂǀŝĂů͛ĂnjŝĞŶĚĂĐŽŶƐŝĚĞƌĂŵŝŐůŝŽƌŝƌŝƐƉĞƚƚŽĂůla situazione di mercato in cui si trova ad operare;
2. piano digitale di dettaglio: è la traduzione operativa delle linee guida contenute ŶĞů ƉŝĂŶŽ Ě͛ŝŶĚŝƌŝnjnjŽ͘ /Ŷ ƋƵĞƐƚŽ ƉŝĂŶŽ Ɛŝ ƐƉĞĐŝĨŝĐĂŶŽ ůĞ ĚŝǀĞƌƐĞ Ăƚƚŝǀŝƚă ĚĂ compiere, attività che possono essere specificate anche in piani dedicati a seconda del livello di complessità. DĞŶƚƌĞ ŝů ƉŝĂŶŽ Ě͛ŝŶĚŝƌŝnjnjŽ ŚĂ ƵŶ ŽƌŝnjnjŽŶƚĞ temporale medio lungo, il piano di dettaglio definisce un orizzonte a breve. Questa tipologia di piano, avendo una natura più operativa, si presta ad essere aggiornato frequentemente.
Per distinguere al meglio le due tipologie di piani è possibile confrontarne alcune caratteristiche secondo la distinzione realizzata da Vescovi (2005).
FASE ANALITICA
Analisi dei competititors, Ricerche di mercato, analisi conversazioni online, analisi
brand reputation
FASE STRATEGICA
Definizione di una strategia digital, definizione degli obiettivi, definizione del target
e posizionamento online
FASE OPERATIVA
Definizione delle tattiche e dei canali digital più adatti, promozione e definizione
timing e budget
MONITORAGGIO
Social e Web Analytics, Azioni correttive
Caratteristiche Piano di indirizzo Piano di dettaglio
Coordinamento altri piani Alto Medio
Contenuti Linee guida Dettaglio operativo
Forma Documento di sintesi Documento dettagliato
Orizzonte temporale Medio-‐lungo breve
Responsabilità Direzione aziendale Middle management
Il processo presentato in figura 1.9 fa riferimento al processo di pianificazione di ĚĞƚƚĂŐůŝŽ ŵĞŶƚƌĞ ŝů ƉŝĂŶŽ Ě͛ŝŶĚŝƌŝnjnjŽ Ɛŝ ĐŽůůŽĐĂ ĂĚ ƵŶĂ ƉŽƐŝnjŝŽŶĞ gerarchicamente superiore. Iů ƉŝĂŶŽ Ěŝ ŵĂƌŬĞƚŝŶŐ ĚŝŐŝƚĂůĞ Ě͛ŝŶĚŝƌŝnjnjŽ non entra nel processo evidenziato in figura 1.9 ma ne definisce alcune linee guida in modo che il ruolo strategico del marketing digitale ƐŝĂ ŝŶƐĞƌŝƚŽ ĐŽĞƌĞŶƚĞŵĞŶƚĞ Ăůů͛ŝŶƚĞƌŶŽ ĚĞůůĂ strategia aziendale. EĞů ĐĂƐŽ ů͛ĂnjŝĞŶĚĂ ƐŝĂ ƵŶĂ ĨŝůŝĂůĞ ŝů ƉŝĂŶŽ Ě͛ŝŶĚŝƌŝnjnjŽ ĐŽŶƚĞƌƌă anche tutte le indicazioni e vincoli imposti dalla casa madre a riguardo.
Vediamo ora di definire in maniera più dettagliata le fasi del piano di marketing digitale descritte in figura 1.9.
1.4.1 La fase analitica
La fase analitica rappresenta il punto di partenza nella costruzione del piano di marketing digitale ed è di fondamentale importanza per la definizione delle fasi successive. La fase analitica ha lo scopo di comprendere lo scenario esterno analizzando i competitors e la domanda partendo dai bisogni dei consumatori. Esistono diverse attività necessarie a definire la situazione di partenza e che andremo a esaminare nel seguito del paragrafo:
x analisi dei competitors online; x ricerche di mercato online;
x analisi ͞netnografica͟ (Kozinets, 2000) e brand reputation; x analisi dei comportamenti di ricerca;
Analisi dei competitors online
>Ž ƐĐŽƉŽ ĚĞůů͛ĂŶĂůŝƐŝ ĚĞŝ ĐŽŵƉĞƚŝƚŽƌƐ ĚĞǀĞ ĞƐƐĞƌĞ ƋƵĞůůŽ Ěŝ ĚĞĨinire una mappatura ĚĞŝĐŽŶĐŽƌƌĞŶƚŝĂƚƚƌĂǀĞƌƐŽƵŶ͛analisi online.
I concorrenti possono essere di due tipi: diretti o indiretti. I concorrenti diretti sono rappresentati dalle altre imprese che operano sullo stesso mercato e nello stesso settore produttivo. I concorrenti indiretti invece sono rappresentati da imprese che si propongono di attirare la stessa clientela (potenziali entranti, prodotti sostitutivi, ecc.) ma possono operare anche in mercati diversi (Porter, 1980).
Questo tipo di analisi online si ƐƵĚĚŝǀŝĚĞŝŶĚƵĞƐƚĞƉ͘/ůƉƌŝŵŽƐƚĞƉƌŝŐƵĂƌĚĂů͛ĂŶĂůŝƐŝ ĚĞŝ ĐŽŶƚĞŶƵƚŝ ŐĞŶĞƌĂƚŝ ĚĂůů͛ĂnjŝĞŶĚĂ Ğ ŝů ƐĞĐŽŶĚŽ ƌŝŐƵĂƌĚĂ ů͛ĂŶĂůŝƐŝ ĚĞŝ ĐŽŶƚĞŶƵƚŝ prodotti dagli utenti.
Dopo aver individuato i principali concorrenti diretti ed indiretti per soddisfare il primo step è necessario iniziare a raccogliere alcune informazioni relative ad alcune variabili. Le variabili sono essenzialmente di tre tipologie: informative, tecniche e relative al coinvolgimento. Le variabili informative riguardano i contenuti del sito, quellĞƚĞĐŶŝĐŚĞĂůů͛ĞĨĨŝĐŝĞŶnjĂĞƋƵĞůůĞƌĞůĂƚŝǀĞĂůĐŽŝŶǀŽůŐŝŵĞŶƚŽŝŶĚŝĐĂŶŽŝůůŝǀĞůůo di ŝŶƚĞƌĂnjŝŽŶĞ ƚƌĂ ů͛ĂnjŝĞŶĚĂ͕ i suoi clienti effettivi e potenziali (prospect). Per valutare queste variabili può essere utile costruire una matrice con un elenco di indici per ogni variabile.
Una volta definiti questi indici sarà necessario valutarli per ognuno dei competitors e sintetizzarli, ad esempio, calcolandone la media aritmetica per ogni sezione. Un esempio possibile di matrice per la valutazione dei competitors è riportato in figura 1.10.
Valutazione dei competitors ʹ ŽŶƚĞŶƵƚŝŐĞŶĞƌĂƚŝĚĂůů͛ĂnjŝĞŶĚĂ
Diretti Indiretti
Tipologia di variabili di analisi Note Competitor 1 Valutazione Competitor 2 Valutazione Competitor 3 Valutazione Competitor 1 Valutazione Competitor 2 Valutazione
Informative
1.1 Servizi offerti (store locator, assistenza
online, tutorial) 1.2 Visibilità dei contatti 1.3 Tipologia dei contenuti (Video, foto) 1.4 Presenza di Brochure e cataloghi
scaricabili 1.5 Integrazione con azioni MKTG offline 1.6 Newsletter 1.7 Altro
VALUTAZIONE MEDIA VARIABILI
INFORMATIVE
Tecniche
2.1 Struttura del sito
2.2 Usability del sito
2.3 Velocità di navigazione
2.4 Ottimizzazione SEO
2.5 Ranking Google
2.6 Affidabilità
2.7 Altro
VALUTAZIONE MEDIA VARIABILI TECNICHE
Coinvolgimento
3.1 Presenza community interna (se si
numero di utenti) 3.2 Presenza di un blog 3.3 Presenza sui social network 3.3.1 Presenza su Facebook (se si numero
di fan) 3.3.2 Presenza su Twitter (se si numero
follower) 3.3.3 Presenza su Linkedin (se si numero
follower) 3.3.4 Presenza su Pinterest (se si numero
follower) 3.3.5 Presenza altri social network (se si
informazioni su utenti) 3.4 Attività mobile 3.5 Presenza di promozioni 3.6 Contenuti personalizzati 3.7 Altro
VALUTAZIONE MEDIA VARIABILI TECNICHE
Valutazioni medie
competitors
La fase successiva richiede ů͛ĂŶĂůŝƐŝ ĚĞŝ ĐŽŶƚĞŶƵƚŝ ƉƌŽĚŽƚƚŝ ĚĂŐůŝ ƵƚĞŶƚŝ ƌiguardanti i competitors. Per trovare questo tipo di informazioni è necessario definire una lista di parole chiave associate ad ogni competitor e iniziare una ricerca nei principali motori di ricerca e social network. Dopo questa ricerca, che può essere supportata anche da software di social media monitoring, potremmo ad esempio catalogare i contenuti relativi ad ogni competitor dividendoli in positivi, neutri o negativi a seconda dei pareri esposti nei contenuti. Anche solo contando il numero di contenuti prodotti sarà possibile fornire un giudizio relativo alla reputazione presso gli utenti di un determinato competitor. Anche questa analisi può essere supportata da una matrice quale ad esempio quella riportata in figura 1.12.
Valutazione dei competitors -‐ Contenuti generati dagli utenti
Fonte Google You Tube Facebook
Voto Tipologia di
contenuti Negativo Neutro Positivo Negativo Neutro Positivo Negativo Neutro Positivo
D ir e tti Concorrente 1 Concorrente 2 Concorrente 3 In d ir e tti Concorrente 4 Concorrente 5
Fig. 1.12 Matrice per la valutazione dei competitorsʹ Contenuti generati dagli utenti
Grazie a queste due analisi si dovrebbe essere in grado di definire con sufficiente precisione il rapporto tra posizionamento desiderato dai competitors, misurato nel primo step, e quello percepito dai suoi consumatori misurato nel secondo step. La valutazione del gap esistente tra questi due tipi di posizionamento può essere molto
utile per capire quali modalità di comunicazione online, o quali azioni realizzate dai compeƚŝƚŽƌƐ ŶŽŶ ŚĂŶŶŽ ĂǀƵƚŽ ů͛effetto desiderato sul target. In questo modo è possibile avere un feedback oggettivo relativamente alla percezioni del nostro audince a determinate azioni di marketing sia online che offline.
Ricerche di mercato online
Le ricerche di mercato, come per le classiche attività di marketing, servono ad approfondire determinati aspetti di particolare interesse, oppure argomenti per i quali non si è riusciti a raccogliere sufficiente materiale informativo. Considerando la fonte di dati è possibile suddividere le ricerche di mercato in due tipologie generali: primarie e secondarie (Valdani, 1995).
Le indagini di mercato primarie sono le più importanti, in quanto si tratta di ricerche di mercato realizzate ad hoc di fronte ad un problema ben definito. Per eseguire indagini di questo tipo online esistono diverse tecniche, le principali sono le seguenti:
x focus group: la tecnica è analoga a quella utilizzata nei focus group offline soltanto che ci si riunisce in video conferenza. Solitamente il gruppo è composto da una decina di persone ed esplora temi generali da diversi punti di vista. Può permettere anche la raccolta di alcuni dati quantitativi sottoponendo dei sondaggi nel corso della video conferenza;
x interviste in video conference: sono interviste singole che permettono di approfondire temi sensibili;
x tracking e usability test: sono tecniche che ci permettono di ottenere dati e studiare i modi di navigazione e di interazione del nostro pubblico;
x sondaggi online: sono il metodo più efficace per ottenere dati quantitativi. Possono essere somministrati tramite e-‐mail o con un popup Ăůů͛ĂƉĞƌƚƵƌĂͬĐŚŝƵƐƵƌĂĚĞůƐŝƚŽ͖
x panel online: sono rappresentati da un gruppo di persone che accettano di installare un software per monitorare i loro comportamenti online.
Le ricerche di mercato secondarie invece sono quelle che non si commissionano e sono già disponibili. In genere vengono realizzate da una serie di istituti specializzati, come Nielsen, e ƚƌĂƚƚĂŶŽ ƚĞŵŝ Ě͛ŝŶƚĞƌĞƐƐĞ ŐĞŶĞƌĂůŝ legati soprattutto ai trend emergenti.
Analisi netnografica e brand reputation
Il termine netnografia (Kozinets, 2000) identifica un metodo di ricerca qualitativo, su base etnografica, condotta su community virtuali dedicate ad argomenti di interesse per il marketing (definite community market-‐oriented). Questa tecnica permette di immergersi nelle conversazioni dei consumatori online, al fine di estrarne informazioni significative.
Per le aziende le conversazioni online rappresentano un importante asset immateriale dal valore economico reale in grado di fornire risorse informative strategiche. Le risorse informative possono essere classificate come insight commerciali o culturali. Gli insight commerciali forniscono le informazioni più importanti come quelle relative al sentiment di un prodotto/marchio, o suggerimenti ƌĞůĂƚŝǀŝĂůů͛ individuazione di eventuali usi alternativi del prodotto. Gli insight culturali invece identificano le pratiche di interazione tra membri della comunità, i loro modelli di consumo e sistemi di valori etici e sociali.
Robert Kozinets (2000), sociologo e marketer, che ha ideato questo approccio identifica i cinque step fondamentali che definiscono questo approccio:
1. Farsi ammettere nella comunità culturale. È necessario porsi specifiche domande di ricerca di marketing e in seguito identificare le community market-‐oriented più appropriate a rispondere. Le comunità virtuali possono utilizzare svariati ambienti comunicativi ĐŽŵĞĨŽƌƵŵ͕ƐŽĐŝĂůŵĞĚŝĂ͕ŶĞǁƐŐƌŽƵƉ͕ďůŽŐ͙
2. Raccogliere e analizzare i dati. È indispensabile raccogliere più materiale possibile e tracciare una sintesi delle informazioni raccolte. In questa fase, oltre alle osservazioni copiate direttamente dalla community è importante che il ricercatore annoti tutte le sue osservazioni suoi membri e sulle loro interazioni
cercando di capirne anche i significati più profondi e se sono presenti opinion leader o influencer nella community;
3. 'ĂƌĂŶƚŝƌĞ ů͛ĂĨĨŝĚĂďŝůŝƚă ĚĞůů͛ŝŶƚĞƌƉƌĞƚĂnjŝŽŶĞ. Le interpretazioni devono essere affidabili. Per individuare le community virtuali market-‐oriented, la netnografia deve seguire procedure convenzionali atte a garantire che la ricerca sia fondata e affidabile;
4. Condurre ricerche etiche. È necessario condurre un͛Ăƚƚŝǀŝƚă Ěŝ ĂŶĂůŝƐŝ etica che Ğǀŝƚŝ ů͛ ͞avvelenamento͟ ĚĞůůĞ fonti ovvero che ne permetta un utilizzo futuro. Per farlo, in genere, si suggerisce di rivelare l͛ŝĚĞŶƚŝƚă ĚĞů ƌŝĐĞƌĐĂƚŽƌĞ Ğ le sue intenzioni durante la ricerca garantendo la riservatezza e anonimato a chiunque voglia collaborare fornendo informazioni;
5. Fornire opportunità di feedback per i membri della comunità. Molto importante è ƌĞƐƚŝƚƵŝƌĞŝƌŝƐƵůƚĂƚŝĚĞůů͛ŝŶĚĂŐŝŶĞĂŝƐŽŐŐĞƚƚŝƐƚƵĚŝĂƚŝ͕ĞĐŝžŶŽŶƐŽůŽƉĞƌƐǀŝůƵƉƉĂƌĞ ulteriormente la ricerca e correggerne gli errori, ma anche e soprattutto per ͞ƵƐĂƌĞůĂŶĞƚŶŽŐƌĂĨŝĂ come un forum per una comunicazione continua, diffusa e ďŝĚŝƌĞnjŝŽŶĂůĞ͟ (Kozinets, 2000).
>͛ĂŶĂůŝƐŝ ŶĞƚŶŽŐƌĂĨŝĐĂ͕ ĂƚƚƌĂǀĞƌƐŽ ůĂ ĐůĂƐƐŝĨŝĐĂnjŝŽŶĞ ĚĞůůĞ ĐŽŶǀĞƌƐĂnjŝŽŶŝ Ğ ƵŶĂ Ɖŝƶ ampia definizione della comunità virtuale, permette di avere un ulteriore informazione relativa alla brand reputation del nostro brand e di capire come sono percepiti i nostri competitors. Ovviamente gli insights derivanti dalla netnografia ĚĞǀŽŶŽ ĞƐƐĞƌĞ ĐŽŶĨƌŽŶƚĂƚŝ ĐŽŶ ů͛ĂŶĂůŝƐŝ ĚĞŝ ĐŽŵƉĞƚŝƚŽƌƐ Ğ ĐŽŶ ƚƵƚƚĞ ůĞ ĂůƚƌĞ attività della fase analitica.
Analisi dei comportamenti di ricerca
YƵĞƐƚĂƌŝĐĞƌĐĂƌŝŐƵĂƌĚĂů͛ĂŶĂůŝƐŝĚĞůůĞƉĂƌŽůĞĐŚŝĂǀĞ;ŬĞLJǁŽƌĚƐͿĚŝŐŝƚĂƚĞĚĂůůĞƉĞƌƐŽŶĞ Ăůů͛ŝŶƚĞƌŶŽ ĚĞŝ ŵŽƚŽƌŝ Ěŝ ƌŝĐĞƌĐĂ ƋƵĂŶĚŽ ƌŝĐĞƌĐĂŶŽ ƵŶ ƉƌŽĚŽƚƚŽͬƐĞƌǀŝnjŝŽ ƌĞůĂƚŝǀŽ Ăů ƐĞƚƚŽƌĞ Ě͛ŝŶƚĞƌĞƐƐĞ ĚĞůů͛ĂnjŝĞŶĚĂ͘ Yuesto tipo di analisi è fondamentale per due ragioni: la prima riguarda la valutazione delů͛ĂƉƉƌŽĐĐŝŽ Ěŝ ƌŝĐĞƌĐĂ verso determinati temi da parte di uno specifico target; la seconda è inerente ů͛utilizzo delle keywords
per ů͛ottimizzazione di un sito web trĂŵŝƚĞ ů͛Ăƚƚŝǀŝƚă Ěŝ ^ĞĂƌĐŚ ŶŐŝŶĞ KƉƚŝŵŝnjĂƚŝŽŶ (SEO).
La finalità più importante di questo tipo di attività è quindi la conoscenza del comportamento del proprio cliente, effettivo o potenziale.
Essendo quindi un aspetto legato ad uno specifico comportamento è importante ĐŽŶƐŝĚĞƌĂƌĞĐŚĞů͛ĂƉƉƌŽĐĐŝŽƵƚŝůŝnjnjĂto dai consumatori è legato a fattori psicologici e istintivi più che a fattori razionali.
Le fasi operative per stilare un primo elenco di keywords è dato questi semplici passaggi:
1. Analizzare il gergo dei propri clienti (o da clienti dei nostri competitors diretti), ƵƚŝůŝnjnjĂŶĚŽĂŶĐŚĞů͛ĂŶĂůŝƐŝŶĞƚŶŽŐƌĂĨŝĐĂ͖
2. Stilare una prima lista di parole chiave relativa ai propri prodotti/servizi suddividendole per tematiche;
3. Utilizzare alcuni keywords suggestion tools per arricchire la lista della parole chiave.
I keywords suggestion tools sono dei generatori di parole chiave targhettizzate. In genere questi strumenti vengono forniti direttamente dal motore di ricerca in base alle loro statistiche. I più importanti utilizzati sono quello di Google: Google Keyword Suggestion Tool (adwords.google.com/o/Targeting/Explorer Fig. 1.13), e quello di Bing: adCenter Labs Keyword Forecast (advertising.microsoft.com/small-‐ business/adcenter-‐downloads/microsoft-‐advertising-‐intelligence). Strumenti come questi sono molto semplici e forniscono le parole chiave inserendo una categoria Ě͛ŝŶƚĞƌĞƐƐĞ͕ƵŶƐŝƚŽŽƉƉƵƌĞƵŶĂĨƌĂƐĞ͘
Fig. 1.13 Google Keyword Suggestion Tool
Mappatura degli influencers online
>͛ƵůƚŝŵĂ Ăƚƚŝǀŝƚă ĚĂ ĞĨĨĞƚƚƵĂƌĞ ŶĞůůa fase analitica è la mappatura degli influencers. YƵĞƐƚ͛Ăƚƚŝǀŝƚă ƐĞƌǀĞ ĂĚ ŝĚĞŶƚŝĨŝĐĂƌĞ ůĞ ƉĞƌƐŽŶĞ che dimostrano un elevato livello di ŝŶĨůƵĞŶnjĂƌĞůĂƚŝǀĂŵĞŶƚĞĂůůĞƚĞŵĂƚŝĐŚĞĚ͛ŝŶƚĞƌĞƐƐĞĚŝƵŶďƌĂŶĚ͘
>͛ŽƉĞƌĂnjŝŽŶĞ Ěŝ ŵĂƉƉĂƚƵƌĂ ğ ĂďďĂƐƚĂŶnjĂ intuitiva. In primo luogo si individuano le ĐĂƚĞŐŽƌŝĞ Ě͛ŝŶƚĞƌĞƐƐĞ ĐŚĞ ğ ŶĞĐĞƐƐĂƌŝŽ ŵĂƉƉĂƌĞ Ğ ŝŶ ƐĞŐƵŝƚŽ ƉĞƌ ŽŐŶŝ ĐĂƚĞŐŽƌŝĂ Ɛŝ procede con una ricerca online attraverso i motori di ricerca. Per individuare i principali influencer, in generale, è sufficiente vedere cosa emerge dalle prime cinque pagine di risultati del motore di ricerca utilizzato. Altri strumenti preziosi che possono supportare questa prima fase esplorativa, per scovare altri influencer, sono alcuni siti che tracciano e classificano i blog per tematiche. Il più importante a livello internazionale è Technorati (technorati.com), ƉĞƌ ů͛/ƚĂůŝĂ ŝŶǀĞĐĞ Ɛŝ ƐƚĂ ĚŝŵŽƐƚƌĂŶĚŽ molto utile il tool di monitoraggio Top Blogs (labs.ebuzzing.it/top-‐blogs) fornito ĚĂůů͛ĂŐĞŶnjŝĂeBuzzing in grado di fornire anche qualche informazione qualitativa. Dopo aver identificato i principali influencer per avere risultati precisi, e stabilire una graduatoria credibile, ğ ŽƉƉŽƌƚƵŶŽ ĐŽŵƉůĞƚĂƌĞ ů͛ĂŶĂůŝƐŝ definendo una serie di variabili quantitative e qualitative. Le variabili quantitative sono date da alcuni dati di
Un primo strumento utile a questo proposito è il PageRank di Google. PageRank ŝŶĚŝĐĂů͛ŝŵƉŽƌƚĂŶnjĂ (da 0 a 10) che Google attribuisce ad un sito e viene calcolato, in base a quanti link riceve da altri siti, e in base alla loro importanza e attinenza.
Fig. 1.14 Schematizzazione del sistema di PageRank, (Wikipedia, 2012)
Per visualizzare il PageRank è sufficiente utilizzare la Google Toolbar, oppure se si utilizza Chrome, il browser di Google, ğ ƐƵĨĨŝĐŝĞŶƚĞ ŝŶƐƚĂůůĂƌĞ ƵŶ͛applicazione come SEO Status.
Fig. 1.15 ů͛ĂƉƉůŝĐĂnjŝŽŶĞ^K^ƚĂƚƵƐƉĞƌ'ŽŽŐůĞŚƌŽŵĞ
Questa semplice applicazione, oltre al PageRank, ci restituisce anche altre stime utili effettuate da Alexa (alexa.com) come il trend del traffico e il posizionamento del sito a livello di ranking globale.
Dopo aver definito le variabili quantitative ğŶĞĐĞƐƐĂƌŝŽĂŐŐŝƵŶŐĞƌĞĂůů͛ĂŶĂůŝƐŝĂůĐƵŶĞ vaƌŝĂďŝůŝ ƋƵĂůŝƚĂƚŝǀĞ ŝŶ ŐƌĂĚŽ Ěŝ ĨŽƌŶŝƌĞ ƵŶ͛ŝĚĞĂ Ɖŝƶ ĐŽŵƉůĞƚĂ del livello di autorità online degli influencer. Per farlo è sufficiente effettuare una serie di attività elementari come ad esempio:
x analizzare i contenuti prodotti cercando di definire in maniera oggettiva il loro livello di qualità;
x identificare la frequenza di aggiornamento (una frequenza abbastanza costante indica un potenziale livello di fidelizzazione con il suo pubblico più elevato); x scoprire le caratteristiche del blogger (dati anagrafici, attività lavorativa, motivi
per i quali ha aperto il blog);
x autenticità (è un blogger commerciale?);
x livello di influenza (attività sui social network͕ƚĂƐƐŽĚŝƌŝƐƉŽƐƚĂĂŝƉŽƐƚ͙).
Il livello di influenza è uno degli attributi più importanti perché ci aiuta a capire quali sono le potenzialità delů͛ŝŶĨůƵĞŶĐĞƌ. Per tracciare questo livello è necessario ƌĞŐŝƐƚƌĂƌĞ ůĂ ůŽƌŽ ĞǀĞŶƚƵĂůĞ ƉƌĞƐĞŶnjĂ Ăůů͛interno dei social media misurando le loro counting metrics, che verranno approfondite nel capitolo 2, relative ad ogni piattaforma. Uno ƐƚƌƵŵĞŶƚŽ ƉĞƌ ƐƵƉƉŽƌƚĂƌĞ ů͛ĂŶĂůŝƐŝ ĚĞůůĞ Ăƚƚŝǀŝƚă Ɛocial degli influencer è Klout (klout.com). Klout è un sistema di misurazione ĚĞůů͛ŝŶĨůƵĞŶnjĂ online di una persona attraverso la lettura delle attività sui social network. Se ů͛ŝŶĨůĞƵĐĞƌğŝƐĐƌŝƚƚŽ͕ Klout può fornirci una serie di informazioni molto interessanti, come ad esempio il livello di influenza (Klout Score) in un rating da 0 a 100, il numero di persone che influenza, i temi rispetto alla quale una persona è più influente e lo stile di utilizzo dei social media. Dettagli di questo tipo possono essere davvero molto utili per completare il profilo di un influencer e capirne a pieno il posizionamento online e le sue potenzialità relativamente alle tematiche Ě͛ŝŶƚĞƌĞƐƐĞ.
Una volta raccolte tutte queste informazioni è utile classificarle in schede dedicate (Fig. 1.16), che una volta compilate ci permetteranno di stilare una classifica degli influencer più importanti.
Scheda Influencer
Dati demografici Nome Cognome Indirizzo Sito Url PageRank Score Alexa Qualità Post Frequenza post Tono
Tipologia di blog
Livello di influenza
Fan page (S/N) Numero di fan Livello di interazione
Twitter Profilo Twitter (S/N)
Numero di follower
Alro social (S/N)
Counting metric
Klout Score Tematiche d'influenza
Fig. 1.16 Un possibile esempio di scheda per la valutazione degli influencers
1.4.2 La fase strategica
Dopo la fase iniziale in cui è stato analizzato lo scenario esterno è necessario definire goal e obiettivi, il target, la strategia e il posizionamento.
Nella definiziŽŶĞ ĚĞůůĂ ĨĂƐĞ ƐƚƌĂƚĞŐŝĐĂ ğ ŶĞĐĞƐƐĂƌŝŽ ĐŽŶƐŝĚĞƌĂƌĞ ĐŚĞ ŝů ͞ƉůƵƐ͟ ĚĞů marketing digitale rispetto a quello tradizionale è la relazione. La forza delle iniziative di marketing digitale sta quindi proprio nella creazione di valore attraverso la definizione di una relazione stabile nel tempo con il proprio target/pubblico. Il digital ĚĞǀĞ ƋƵŝŶĚŝ ĞƐƐĞƌĞ ĐŽŶƐŝĚĞƌĂƚŽ ĐŽŵĞ ƵŶĂ ͞ƉŝĂƚƚĂĨŽƌŵĂ Ěŝ ƌĞůĂnjŝŽŶĞ͟ ŝŶ ĐƵŝ͕ ƉĞƌ ottenere i risultati attesi, non devono venire meno le sue peculiarità di apertura, dialogo e trasparenza.
Definizione di goal e obiettivi
Considerando i punti appena citati relativamente alle peculiarità caratterizzanti del marketing digitale è necessario prefissare fin da subito goal e obiettivi Ăůů͛ŝŶƚĞƌŶŽĚĞů piano. I goal sono semplicemente i fini che si vuole raggiungere con la strategia. Nella loro definizione è importante considerare che devono essere ordinati gerarchicamente, dal più importante a quelli secondari, e inoltre devono sempre essere ben descritti in termini qualitativi. Per chiarire il concetto di goal un esempio ƉŽƚƌĞďďĞĞƐƐĞƌĞ͞Creare una community, con un elevato tasso di coinvolgimento in ŐƌĂĚŽ Ěŝ ŽĨĨƌŝƌĞ ĂŶĐŚĞ ƵŶ ďƵŽŶ ƌŝƐĐŽŶƚƌŽ ƉĞƌ ŝŶŝnjŝĂƚŝǀĞ Ěŝ ĐƌŽǁĚƐŽƵƌĐŝŶŐ͘͟ Il goal relativo ad attività di crowdsourcing (Howe, 2006) ovvero alů͛ƵƚŝůŝnjnjŽĚĞůů͛ŝŶƚĞůůŝŐĞŶnja collettiva, ĚŽǀƌĞďďĞĞƐƐĞƌĞƐĞŵƉƌĞĐŽŶƐŝĚĞƌĂƚŽĂůů͛ŝŶƚĞƌŶŽĚŝƵŶƉŝĂŶŽĚŝŵĂƌŬĞƚŝŶŐ digitale cercando anche di specificare quali sono gli ambiti in cui questo potrebbe ƐƵƉƉŽƌƚĂƌĞ ů͛evoluzione della marca online. >͛Ăƚƚŝǀŝƚă Ěŝ Đrowdsourcing potrebbe infatti supportare diversi ambiti aziendali, che devono essere previsti in fase di pianificazione per poter identificare al meglio la tipologia di utenti da coinvolgere (Von Hippel, 2005).
Oltre alla descrizione qualitativa i vari goal devono trovare riscontro anche negli obiettivi del piano. Gli obiettivi sono una serie di punti che riassumono e concretizzano in termini quantitativi i goal indicano in maniera più accurata i risultati che si vogliono raggiungere. Per essere adeguati gli obiettivi devono essere S.M.A.R.T. (Peretti, 2010) ossia:
x Specifici: indicare chiaramente il risultato che si vuole ottenere (ad es. raggiungere 10.000 fan nella fan page in sei mesi);
x Misurabili: i risultati devono essere misurati concretamente;
x Accessibili: i risultati devono essere ambiziosi ma pur sempre realizzabili; x Realistici: devono considerare bene le risorse a disposizione;
x Tempestivi: ĐŽĞƌĞŶƚŝĐŽŶů͛ĂƌĐŽƚĞŵƉŽƌĂůĞĐŚĞĐŝƐŝğƉƌĞĨŝƐƐĂƚŝ͘
Segmentazione e definizione del target audience
In questa fase è necessario definire il proprio pubblico di riferimento. Il termine target non deve infatti essere considerato, come da tradizione del marketing, in maniera aggressiva come un bersaglio da colpire ma bensì in termini più umani. Il problema della maggior parte degli approcci tradizionali per segmentare i propri clienti ğƉƌŽƉƌŝŽů͛ŝŵƉĞƌƐŽŶĂůŝƚă͘ Questo problema rappresenta una grave mancanza per un piano di marketing, come quello digitale, che si pone come obiettivo primario quello di creare relazioni stabili nel tempo. I metodi tradizionali basati sostanzialmente sulla concezione di una comunicazione ad una via, vanno integrati ĐŽŶ ƚĞĐŶŝĐŚĞ Ěŝ ƐĞŐŵĞŶƚĂnjŝŽŶĞ Ɖŝƶ ĐŽĞƌĞŶƚŝ ĐŽŶ ů͛ŽďŝĞƚƚŝǀŽ Ěŝ ƌĞůĂnjŝŽŶĞ ĐŽŵĞ ŝů modello delle primary e secondary personas introdotto da Cooper (1998). Il modello di Cooper prevede la creazione di persone immaginarie che rappresentino il target ŝĚĞĂůĞ ĚĞůů͛ĂnjŝŽŶĞ Ěŝ ŵĂƌŬĞƚŝŶŐ ĚŝŐŝƚĂůĞ͘ Questa tecnica di segmentazione partendo dalle caratteristiche demografiche permette di concentrarsi sulle persone, su chi sono, su cosa fanno e su come utilizzano Internet e le nuove tecnologie. Questo approccio mette in primo piano le necessità e i bisogni del target, e in questo modo inverte ů͛ŝĚĞĂtradizionale del targeting dal ͞ĐŽŵĞƉŽƐƐŽƌĂŐŐŝƵŶŐĞƌůŽ͟al più aperto ͞ĐŽŵĞ posso creare una relazione con loro͟.
Uno dei vantaggi più significativi di questa tipologia di segmentazione è che aiuta tutto il team a creare una strategia veramente pensata per qualcuno.
Come precisato in precedenza la costruzione delle personas deve partire dalle tradizionali segmentazioni demografiche e psicografiche. Effettuata questa prima segmentazione, il team di marketing, delinea attraverso alcune ricerche ad hoc e con dei brainstorming, supportato anche da altƌĞ ĨƵŶnjŝŽŶŝ ĚĞůů͛ĂnjŝĞŶĚĂ ;ǀĞŶĚŝƚĞ͕ commerciali, post-‐ǀĞŶĚŝƚĂ͙Ϳ ůĞ ĐĂƌĂƚƚĞƌŝƐƚŝĐŚĞ ƉƌŝŵĂƌŝĞ ĚĞůůĞ personas. In questi incontri si cercherà in primis di definire i profili di tre o quattro primary personas, la tipologia primaria di persone a cui vogliamo rivolgerci, e una o due secondary ovvero le persone che non rappresentano il core business ma sono comunque importanti per il suo sviluppo ĚĞůů͛ĂnjŝĞŶĚĂ.
Dopo aver delineato al meglio una descrizione relativa alle personas si procede ŶĞůů͛ĞĨĨĞƚƚƵĂƌĞĚĞůůĞŝŶƚĞrviste in profondità a dei clienti o prospect che si avvicinano ai profili emersi dalla discussione. Si possono utilizzare anche altri strumenti per ƐƵƉƉŽƌƚĂƌĞ ů͛ĂŶĂůŝƐŝ ĐŽŵĞ ů͛ŽƐƐĞƌǀĂnjŝŽŶĞ ƉĂƌƚĞĐŝƉĂŶƚĞ, report di mercato e indagini specifiche. Tutti questi strumenti ci permetteranno di completare il profilo aggiungendo spunti interessanti non emersi nelle fasi precedenti.
Una volta raccolte tutte le informazioni si procede alla fase di redazione di alcune schede sintetiche (Fig. 1.17) per ogni tipologia di personas che conterranno: uno slogan della personas, informazioni demografiche, una storia relativa alla sua vita e ai suoi obiettivi e infine il suo comportamento inerente al nostro prodotto/servizio e settore di mercato. Queste schede supporteranno lo sviluppo della strategia di marketing digitale.
Fig. 1.17 Un esempio di scheda di personas (Hay, 2012)