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L'agricoltura nel Lazio in cifre. 2012

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Academic year: 2021

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L’AGRICOLTURA NEL LAZIO IN CIFRE 2012

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Il rapporto è a cura di Antonio Papaleo e Roberta De Vito Referenti tematici

Lucia Briamonte, Silvia Coderoni, Roberta De Vito, Sabrina Giuca, Giampiero Golisano, Paolo Graziosi, Claudio Liberati, Flavio Lupia, Irene Maffeo, Ines Marinosci, Michele Munafò, Antonio Papaleo, Roberto Solazzo, Silvia Vanino

Coordinamento editoriale Benedetto Venuto Progetto grafico e realizzazione

Laura Fafone Edizione Internet Massimo Perinotto Segreteria di Redazione Barbara Perna Stampa

CSR s.r.l. Centro Stampa e Riproduzione Via di Pietralata, 157 - 00158 Roma Il rapporto è stato completato nel Dicembre 2012

È possibile consultare la pubblicazione su Internet, al sito http://www.inea.it/pubbl/ È consentita la riproduzione citando la fonte.

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“L’Agricoltura nel Lazio in cifre”, in siner-gia con l’opuscolo “L’agricoltura italiana conta”, costituisce ormai una pubblicazio-ne consolidata tra le offerte istituzionali dell’INEA.

L’opuscolo, giunto al suo quinto anno di vita, ha il principale obiettivo di divulgare in maniera analitica i dati agricoli regio-nali, ma si pone anche come uno strumen-to utile alle riflessioni sulle strategie e le misure più adatte per sostenere e rilancia-re il comparto agricolo rilancia-regionale. Una pubblicazione che fornisce le princi-pali chiavi di lettura per approfondire e conoscere le dinamiche che caratterizza-no il principale settore ecocaratterizza-nomico della nostra regione e che cade in una fase di riforma della politica comunitaria in rife-rimento alla futura programmazione dello

sviluppo rurale per il periodo 2014-2020. I dati mostrano come le aziende laziali, sempre più, tendono a richiedere finanzia-menti di medio-lungo termine per conser-vare o acquisire la liquidità necessaria a superare questa prolungata fase di crisi. A ciò va aggiunto che nel corso degli ul-timi cinque anni (2008-2012), le imprese attive nel settore Agricoltura silvicoltura e pesca, nel complesso, sono diminuite di oltre il 10%, a scapito in particolare delle imprese individuali, cui si accompagna un modesto sviluppo di forme di gestione so-cietarie, di persone e di capitali, che nel quinquennio sono cresciute rispettiva-mente del 7,9% e 7,2%.

In questo difficile contesto, il valore della produzione agricola regionale del 2011 è aumentato rispetto al precedente anno del

2,7%. Dal confronto col 2010 si evidenzia che a crescere più di tutti è stato il set-tore zootecnico +8,8%, dove importanti incrementi le hanno registrate i pollami e le carni suine.

Il peso del Lazio sulle esportazioni agroa-limentari nazionali continua a mantenersi stabile e soprattutto, rispetto al 2010, a decrescere nel 2011 è il peso della regione sulle importazioni agroalimentari nazio-nali, mentre invece cresce (dello 0,5%) l’incidenza della regione sulle importazio-ni complessive dell’Italia. Tuttavia, anche il 2011 è stato interessato da un aumento (rispetto al 2010) dei flussi commerciali di prodotti agroalimentari in entrata (+2,6%) e, soprattutto, in uscita (+6,1%) eviden-ziando un miglioramento del saldo del set-tore primario rispetto all’anno precedente.

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ECONOMIA E TERRITORIO

Superficie e popolazione pag. 10

Clima pag. 13

Gestione delle risorse idriche pag. 16

Prodotto Interno Lordo pag. 21

Valore aggiunto pag. 23

Produttività pag. 25

Occupazione pag. 26

STRUTTURA DELLE AZIENDE AGRICOLE

Struttura e composizione delle imprese

in agricoltura pag. 30

Coltivazioni pag. 31

Allevamenti pag. 32

Lavoro in agricoltura pag. 34

Il ruolo degli immigrati in agricoltura pag. 35

ANDAMENTO CONGIUNTURALE DEL SETTORE

Credito pag. 38

Investimenti pag. 40

Consumi intermedi pag. 42

Mercato fondiario pag. 43

Risultati produttivi pag. 45

Risultati produttivi secondo la Rica pag. 48

SISTEMA AGROINDUSTRIALE

Industria alimentare pag. 54

Distribuzione pag. 55

Consumi alimentari pag. 60

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MULTIFUNZIONALITÀ IN AGRICOLTURA

Agricoltura biologica pag. 70

Agriturismo pag. 73

Energie rinnovabili pag. 74

Prodotti a denominazione e tradizionali pag. 77

Fattorie didattiche pag. 83

La vendita diretta nel Lazio pag. 86

AMBIENTE E RISORSE NATURALI

Aree Naturali Protette pag. 90

Foreste pag. 92

Agricoltura ed emissioni di gas serra pag. 94

Uso dei prodotti chimici pag. 97

Consumo di suolo pag. 98

POLITICHE AGRICOLE

Legislazione regionale pag. 104

Spesa agricola regionale pag. 105

Programma di Sviluppo Rurale pag. 110

GLOSSARIO

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Il Lazio presenta una notevole varietà di aspetti morfologici e geografici, vi si posso-no distinguere tre zone: una appenninica, una vulcanica e una di pianure costiere. La prima, compresa fra i fiumi Tevere, Nera, Liri e le pianure a S del Tevere, costi-tuisce il margine O dell’altopiano aquilano diviso dall’Aniene in due sezioni: i monti Sabini a N e i monti Ernici a S, che in nes-sun punto sono superiori ai 1.400 metri. Lungo il confine abruzzese si eleva il grup-po dei monti Simbruini e, più a S, verso il Molise si trova l’imponente massiccio della Meta. Fra la costa e questi rilievi si allun-ga fino al confine campano la catena dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci. A N, oltre ai monti Sabini, vi sono i Reatini e, più a Levante quelli della Laga che presentano analogie ambientali.

Diverso è il paesaggio dei rilievi vulcanici che occupano la parte del Lazio fra il confi-ne con la Toscana, il Tevere e il mare, dove si trova una regione collinosa ripartita fra tre grandi apparati craterici racchiudenti 3 laghi. Procedendo da N verso S troviamo

i monti Volsini col Lago di Bolsena, i monti Cimini intorno al Lago di Vico, quindi i mon-ti Sabamon-tini intorno al Lago di Bracciano. Un quarto apparato vulcanico, quello dei colli Albani, sorge al di là del Tevere colle-gandosi ai monti Lepini. I materiali lavici e tufacei eruttati da questi vulcani hanno dato vita a colline e altopiani, quasi ovun-que coperti da coltivazioni e densamente popolati.

La fascia costiera si presenta pianeggian-te, sabbiosa e costituita da terreni lieve-mente ondulati; si ricordano il promonto-rio di Anzio e Nettuno, il Monte Circeo e il promontorio di Gaeta, davanti al quale si trova l’Arcipelago Pontino, composto da

sei piccole isole, tutte di origine vulcanica. Dal confine con la Toscana a Tarquinia ci si trova nella Maremma laziale, zona che a partire dagli anni ’50 venne coinvolta dalla Riforma Agraria che contribuì a modifica-re tutto il litorale viterbese, oltmodifica-re che dal punto di vista economico, anche da quello paesaggistico. Da Civitavecchia ad Anzio si estende la campagna romana solcata dal Tevere, che è stata risanata, come tutto l’Agro Pontino, negli anni 1930/1940. La popolazione residente nella regione Lazio, secondo i dati definitivi del 15° censimento Generale della Popolazione, al 9 ottobre 2011 ammonta a ca. 5,5 milioni di abitanti. Nel periodo intercensuario il

SUPERFICIE E POPOLAZIONE

Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU), 2011

Italia Centro Lazio 462 529 862

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Lazio vede uno dei maggiori incrementi in

Italia (+7,6%), le donne sono più numero-se (2,8 milioni) degli uomini (2,6 milioni), mentre il rapporto di mascolinità rientra nella media dell’Italia centrale (92%), così anche l’età media che si attesta intorno ai 43 anni. Rispetto alle rilevazioni demogra-fiche degli anni passati, non si riscontra-no scostamenti degni di riscontra-nota; Roma con il 73% della popolazione residente totale continua ad avere il più alto numero di abitanti, seguono Latina (10%), Frosinone (9%), Viterbo (6%), e Rieti (3%).

In merito al rapporto popolazione/SAU, la distribuzione media per ogni 100 ha

di SAU del Lazio è pari a 862.883 abi-tanti, nettamente superiore al Centro (529.544) e al resto del Paese (462.471). In tutte le ripartizioni il trend degli ultimi anni è in calo, a fronte dell’aumento della popolazione.

Dal punto di vista dell’utilizzo del territo-rio agricolo, le coltivazioni occupano quasi il 49% del territorio regionale contro un dato medio nazionale del 45% circa. Le principali superfici sono rappresentate da foraggere permanenti (33,5%), erbai e prati avvicendati (26,9%), cereali (14%), coltivazioni olivicole (11,8%), vigneti (3,8%), noccioleti (2,6%), e ortive (3,5%).

Lazio Centro Italia Superficie totale 1.723.600 4.114.361 30.133.600 Coltivazioni agricole 732.980 2.006.768 12.737.141 di cui ettari: Pascoli 182.950 393.610 3.379.896 Erbai 105.644 157.296 959.568 Cereali 102.701 517.681 3.192.857 Prati avvicendati 91.624 265.074 1.005.579 Olivo 86.474 216.256 1.156.118 Prati 62.770 135.893 857.924 Vite 27.957 103.833 725.267 Nocciole 18.878 19.015 67.308

Ortaggi in piena aria 18.546 42.468 417.008 Actinidia o kiwi 7.923 8.061 22.505 Coltivazioni industriali 7.565 95.003 303.085 Ortaggi in serra 6.768 7.132 37.104 Frutta fresca 5.803 38.917 410.257 Legumi secchi 4.033 23.551 68.468 Piante da tubero 2.527 9.224 62.394 Agrumi 817 830 161.616

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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Utilizzo del territorio agricolo (%), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

33,5% 26,9% 14,0% 11,8% 3,8% 3,5% 2,6% 1,1% 1,0% 0,9% 0,6% 0,3% Foraggere permanenti

Erbai e prati avvicendati Cereali Olivo Vite Ortive Nocciole Actinidia o kiwi Coltivazioni industriali Frutta fresca e agrumi Legumi secchi Patata

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L’anno 2012 è stato caratterizzato da un andamento climatico particolare, tale da influire negativamente sul settore agrico-lo, sia nel corso dei mesi invernali che in quelli primaverili estivi, legati alla siccità.

Nel Lazio, secondo i dati del Cra-Cma (Ex Ucea), il 2012 è stato caratterizzato da pa-rametri termo-pluviometrici (temperature e precipitazioni) con scarti positivi rispetto alla media climatica di riferimento

(1971-2000), anche se nei diversi mesi dell’anno, si sono verificate situazioni contrapposte. In merito alle temperature, la minima giornaliera e la massima giornaliera (me-dia meteorologica regionale - statistica

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CLIMA

-5 0 5 10 15 20

Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Gen.

Temperatura minima Media climatica (1971-2000) Temperatura minima 2012 e media climatica 1971-2000 (°C)

Fonte: elaborazioni dati Cra-Cma Fonte: elaborazioni dati Cra-Cma

5 10 15 20 25 30 35

Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Gen.

Temperatura massima Media climatica (1971-2000)

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annuale), hanno presentato valori dello scarto, sulla media climatica, entrambe del +1,3 C°.

Il livello delle precipitazioni (media meteo-rologica regionale - statistica annuale) ha fatto registrare un cumulato di 871 mm con uno scarto, rispetto alla media clima-tica, del +3,8%.

Nonostante nel complesso dell’anno vi sia stato un cumulato precipitativo superiore alla media climatica, i mesi estivi (giugno, luglio e agosto) sono stati caratterizzati da precipitazioni inferiori alla media clima-tica che assieme alle elevate temperature

registrate, hanno determinato una situa-zione di sofferenza per l’agricoltura re-gionale, tanto che la Giunta Regionale del Lazio ha dichiarato lo “stato di crisi” per l’agricoltura regionale a seguito dell’ecce-zionale andamento climatico sfavorevole “siccità del periodo marzo - agosto 2012”. Infatti, anche l’analisi del bilancio idrocli-matico (il Bic è uno degli indici climatici che si collegano al potenziale deficit di ri-sorsa nei suoli, ottenuto dal confronto tra le precipitazioni occorse e la quantità di acqua dissipata dal sistema suolo-colture attraverso l’evapotraspirazione), mostra

valori continuamente negativi da maggio ad agosto.

Parimenti alle precipitazioni, anche le temperature hanno evidenziato situazioni particolari. Soprattutto i mesi di gennaio e febbraio, sono stati contraddistinti da temperature (sia massime, sia minime) inferiori alla media climatica. Nel mese di febbraio in particolare, tra il 3 e il 19 febbraio, il Lazio è stato interessato da abbondanti nevicate e da abbassamenti termici che hanno generato diffuse gelate sul territorio regionale, causando danni all’agricoltura.

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Pioggia cumulata e bilancio idroclimatico 2012, media climatica 1971-2000 (mm)

Fonte: elaborazioni dati Cra-Cma -160 -110 -60 -10 40 90 140

Precipitazione Media climatica (1971-2000) Bilancio idroclimatico

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Secondo il Censimento dell’agricoltura del 2010 le aziende che praticano l’irri-gazione, nel Lazio, sono circa 18.000, per una superficie irrigata pari a poco più di 73.000 ettari, ossia l’11,8% della SAU re-gionale.

I dati di Censimento evidenziano come la diffusione dell’irrigazione nel Lazio si attesta a livelli sensibilmente al di sotto della media nazionale (18,8% di superficie e 24,5% di aziende), anche se rispetto alle altre regioni del Centro Italia (Toscana, Marche e Umbria), il Lazio è la regione in cui l’irrigazione è maggiormente diffusa (sia per numero di aziende sia per ettari irrigati). L’incidenza della superficie irri-gata rispetto alla SAU, nel complesso della circoscrizione Centro, è infatti soltanto del 6,6% e di questa il 52,6% si concentra nel Lazio.

I dati del Censimento 2010, rispetto al pre-cedente (2000), hanno evidenziato per l’a-gricoltura italiana una generale situazio-ne di forte contraziosituazio-ne dei terreni agricoli e degli allevamenti, accompagnata anche

GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE

Aziende che praticano l’irrigazione Superficie irrigata

numero in % su az. totali ettari in % su tot. SAU

Lazio 17.995 18,4 76.323 11,8

Centro 33.002 12,9 145.102 6,6

Italia 398.979 24,5 2.418.921 18,8

Fonte: ISTAT Censimenti dell’agricoltura, 2000 e 2010

Aziende var. % 2010/00 SAU var. % 2010/00

totali con irrigazione totale irrigata

Lazio -48,7 -57,5 -10,1 3,3

Centro -40 -61,8 -9,5 -18,6

Italia -32,2 -44,2 -2,3 -1,8

Fonte: ISTAT Censimenti dell’agricoltura, 2000 e 2010

Aziende e superficie irrigata, 2010

Variazioni aziende e superficie

da una riduzione nel numero di aziende. Dai dati emerge che la contrazione nel nu-mero di aziende ha interessato in maniera particolare quelle in cui è praticata l’irri-gazione. Questa situazione si è confermata

anche per il Lazio dove le diminuzioni, in termini relativi, sono state molto superio-ri a quanto osservato a livello nazionale. I dati sulla superficie irrigata, al contrario del numero di aziende, hanno evidenziato

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per il Lazio un aumento, tanto da far

re-gistrare un incremento medio della SAU aziendale irrigata del 143%.

Le aziende di pianura detengono la quota maggiore di superficie regionale irrigata, anche se quelle che ricorrono maggior-mente all’irrigazione sono situate in col-lina (54,5% delle aziende che praticano irrigazione).

In merito alla ripartizione delle superfici irrigate, i seminativi occupano oltre i due terzi del totale regionale. Tra queste colti-vazioni, il mais è la coltura irrigua mag-giormente presente, occupando circa un quarto della superficie irrigata regionale. Tra le superfici più importanti, in termini di estensione, seguono le coltivazioni per-manenti (fruttiferi, olivo e vite) che nel complesso occupano il 26% della superfi-cie irrigata e i prati permanenti e pascoli. Secondo i dati dell’ISTAT, nel complesso della superficie irrigata regionale, la quan-tità di risorsa acqua necessaria alle colti-vazioni è stimata in 300 milioni di metri cubi.

Superficie irrigata per zone altimetriche Aziende che fanno irrigazione per zone altimetriche

50% 47% 3% Pianura Collina Montagna 40% 55% 5% Pianura Collina Montagna

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Ripartizione della superficie irrigata

Fonte: ISTAT Censimento dell’agricoltura, 2010

Mais Fruttiferi Ortive in piena aria Altre foraggere avvicendate Cereali per la produzione di granella (escluso mais) Vite Olivo Altri seminativi Patata Prati permanenti e pascoli Altri Industriali 24,3% 19,7% 19,7% 15,9% 7,1% 3,6% 2,4% 2,1% 1,8% 1,2% 1,2% 1,2%

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Ripartizione dei volumi irrigui per colture

Fonte: ISTAT Censimento dell’agricoltura, 2010

Mais fruttiferi Altre foraggere avvicendate Ortive in piena aria Cereali per la produzione di granella (escluso mais) Altri seminativi Olivo Vite Altri Prati permanenti e pascoli Industriali Patata 27,9% 21,8% 19,8% 13,3% 7,6% 2,0% 1,8% 1,5% 1,4% 1,4% 1,2% 0,4%

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Per quanto attiene ai metodi con i quali viene somministrata la risorsa irrigua, quelli più utilizzati sono il sistema ad aspersione e la microirrigazione.

Ripartizione della superficie irrigata per sistema di irrigazione

10,6% 0,4%

59,6% 23,3%

6,1%

Scorrimento sup. ed infiltrazione laterale Sommersione Aspersione (a pioggia) Microirrigazione Altro sistema

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PRODOTTO INTERNO LORDO

L’economia laziale, complessivamente, ha

registrato nel 2011 una crescita molto contenuta tanto da caratterizzarsi in fase di stagnazione. Il PIL a valori correnti è cresciuto dello 0,9% rispetto al 2010 e la lieve crescita cui si è assistito si è concre-tizzata nei primi nove mesi cui è seguita una contrazione del prodotto nell’ultima parte dell’anno. In questo contesto, le criticità del sistema economico regionale sono da mettere in relazione con l’indebo-limento del ciclo economico internazionale e con le diverse problematiche finanziarie a cui sta assistendo il mondo produttivo (recupero dei crediti commerciali, scar-sa disponibilità di mezzi liquidi, rapporti sempre più problematici con il sistema bancario).

In ambito regionale, anche se il PIL è cre-sciuto meno (in percentuale) rispetto al dato nazionale, il valore pro capite supera quello medio italiano. Al raggiungimento di tale risultato incide fortemente il risultato realizzato nella provincia di Roma (oltre i 30.000 euro pro capite), a fronte di valori

Andamento del PIL (mln euro)

Italia Italia Lazio Lazio 2007 2008 2009 2010 2011 1.480.000 1.490.000 1.500.000 1.510.000 1.520.000 1.530.000 1.540.000 1.550.000 1.560.000 1.570.000 1.580.000 1.590.000 164.000 165.000 166.000 167.000 168.000 169.000 170.000

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molto inferiori delle altre province (tra i 20.000 e 23.000 circa), evidenziando un divario sempre più crescente tra l’econo-mia di queste ultime e quella romana. Il territorio della Capitale presenta ca-ratteristiche più vivaci e in movimento rispetto alle altre quattro provincie della regione, dovuto anche all’alto tasso di po-polazione residente. Inoltre, in relazione al confronto settoriale, si rileva che gran parte del PIL è prodotto dal settore dei servizi, in proporzione maggiore rispetto al dato nazionale.

La tendenza del PIL per unità lavorativa, nell’ultimo quinquennio segue un trend costante, senza particolari variazioni (ad eccezione del 2009), anno segnato da for-te decrescita economica confermata an-che a livello nazionale. Infine, il rapporto tra i valori regionali e i valori nazionali si mantiene stabile nell’intero periodo consi-derato.

Anni PIL/abitante

Lazio Italia Lazio/Italia (%)

2007 30.335 26.176 1,16

2008 30.217 26.326 1,15

2009 29.377 25.247 1,16

2010 29.407 25.678 1,15

2011 29.430 26.003 1,13

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Anni PIL/UL

Lazio Italia Lazio/Italia (%)

2007 68.321 62.102 1,1

2008 69.664 63.161 1,1

2009 69.082 62.726 1,1

2010 69.756 64.677 1,08

2011 70.798 65.720 1,08

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Andamento del PIL per abitante a prezzi correnti (euro)

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VALORE AGGIUNTO

Nel 2011 il valore aggiunto (VA) regionale ai prezzi di base si è attestato poco al di sopra di 153.000 milioni di euro (valori

correnti), circa l’11% del totale dell’e- RegioniPiemonte VA (mln di euro)112.496 VA/PIL (%)89,1 VA/VA Italia (%)8,0

Valle d’Aosta 3.929 86,7 0,3

Lombardia 300.902 90,2 21,3

Bolzano 16.944 90,8 1,2

Trento 14.658 90,0 1,0

Trentino Alto Adige 31.602 90,4 2,2

Veneto 133.624 90,3 9,5

Friuli Venezia Giulia 32.943 90,6 2,3

Liguria 39.323 88,8 2,8 Emilia Romagna 126.072 89,4 8,9 Toscana 94.404 89,1 6,7 Umbria 19.530 89,7 1,4 Marche 36.985 89,3 2,6 Lazio 153.165 90,4 10,8 Abruzzo 26.337 88,8 1,9 Molise 5.771 89,5 0,4 Campania 85.038 87,8 6,0 Puglia 63.402 88,3 4,5 Basilicata 9.747 90,0 0,7 Calabria 29.754 87,6 2,1 Sicilia 76.129 87,7 5,4 Sardegna 29.962 89,1 2,1 Italia 1.413.548 89,5 100,0

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Valore aggiunto regionale e incidenza sul totale dell’economia, 2011

Ripartizione valore aggiunto ai prezzi di base per settore, valori ai prezzi correnti (mln euro), 2011

14,6%

84,4% 1,0%

Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne

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settore trainante dell’economia regionale. In merito al settore primario, in linea con gli ultimi anni, nel 2011 il contributo dell’agricoltura laziale alla formazione del valore aggiunto regionale è rimasto sostanzialmente stabile.

comprese le costruzioni, è il settore pro-duttivo che ha sofferto maggiormente (-4% circa di VA).

Unico settore dell’economia regionale a re-gistrare un incremento di valore aggiunto è quello dei servizi (+0,8%), confermandosi conomia nazionale. Rispetto all’anno

precedente il VA complessivo, in termini reali, ha avuto un incremento quasi nullo (+0,03%). Il settore primario ha subito, sempre in termini reali, una flessione di circa due punti percentuali; l’industria,

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25

come visto, oltre l’80% del VA regionale. Inoltre, la crescita di VA del settore ser-vizi, si è accompagnata con una crescita (+0,8%) delle unità lavorative. Per il setto-re primario e l’industria gli incsetto-rementi di produttività del lavoro, avvenuti quindi solo in termini relativi, sono dovuti al maggiore peso che la riduzione delle unità lavorative ha avuto rispetto alla riduzione del VA. Per il primo, le unità lavorative sono diminuite del 5,2% e, per l’industria del 5,8%. servizi, che includono commercio, attività

alberghiera e ristorazione, trasporti, co-municazioni, intermediazione finanziaria e altre attività professionali, è rimasta quasi invariata (+0,1% circa).

Anche se la crescita di produttività dei ser-vizi è quasi nulla, questo settore continua a mantenere un ruolo trainante per l’econo-mia regionale; in assoluto possiede il valore più alto di produttività (espressa in valore aggiunto per unità di lavoro) e rappresenta,

PRODUTTIVITÀ

Il valore aggiunto medio ai prezzi di base per unità di lavoro degli ultimi due anni, dopo la flessione osservata nel 2009, ha presentato delle performance crescenti, so-prattutto nel 2011. Il settore dell’economia regionale che più degli altri ha presentato una produttività del lavoro (VA/UL) con gli incrementi più alti è il settore primario (oltre il +3% rispetto al 2010). Incrementi sostenuti sono stati registrati per l’indu-stria (+1,7%), mentre la produttività dei VA ai prezzi di base per UL per settore (euro)

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Agricoltura 23.000 24.000 25.000 26.000 27.000 28.000 Industria 45.000 47.000 49.000 51.000 53.000 Servizi 60.250 60.800 61.350 61.900 62.450 63.000 2007 2008 2009 2010 2011 2007 2008 2009 2010 2011 2007 2008 2009 2010 2011

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tra Roma (12.487) e Latina (13.251), con una minore rilevanza quantitativa di Vi-terbo (4.858), Rieti (2.595) e Frosinone (1.909).

Tuttavia, in termini quantitativi, le pro-vince laziali realizzano nel 2011 un evi-dente scambio di quote di occupazione, probabilmente in conseguenza delle crisi settoriali che hanno colpito i rispettivi territori. Infatti, rispetto al 2010, Viterbo segna una variazione nettamente positiva del numero di occupati (da 1.575 a 4.858); Rieti mostra un incremento (da 2.400 a no una quota consistente degli occupati

(36%), superiore al dato nazionale (29%) e a quello territoriale relativo al Centro (31%). La prevalenza di aziende di tipo individuale e a conduzione diretta ha con-sentito, probabilmente, di affrontare le fasi di crisi con una maggiore flessibilità nell’impiego del lavoro.

La distribuzione per province indica un fe-nomeno di trasferimento di quote di lavo-ro all’interno del territorio laziale rispet-to al 2010. Si conferma una consistente concentrazione dell’occupazione agricola Riguardo all’occupazione in agricoltura

il 2011 è giunto nel pieno della difficile congiuntura economica, preceduto da un triennio di crisi crescente. Tuttavia, sebbene la base produttiva (produttori, allevamenti, trasformatori e impianti) ri-manga consolidata prevalentemente nel Nord dell’Italia, i risultati più significativi sono stati registrati nelle regioni centro-meridionali.

L’agricoltura del Lazio ha continuato a mostrare una manifesta adattabilità al mutamento delle condizioni economiche generali, nonostante una riduzione del to-tale degli occupati (-2.765 unità), rispetto al 2010. Il rapporto tra lavoro prestato da uomini e lavoro prestato da donne, indica che la componente femminile della doman-da di lavoro agricolo nel Lazio è solidoman-da- solida-mente attestata su valori superiori alla media nazionale e territoriale.

Infatti, in termini di occupati agricoli il Lazio rappresenta il 4,1% dell’occupa-zione nazionale ed il 30% circa di quella del Centro-Italia; le donne

rappresenta-OCCUPAZIONE

Var. % 2011/2010 Viterbo 4.858 208,4 Rieti 2.595 8,1 Roma 12.487 -18,0 Latina 13.251 -10,9 Frosinone 1.909 -49,6 Lazio 35.100 -7,3

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

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27

2.595); Roma perde quote di lavoratori

(da 15.236 a 12.487), come Latina (da 14.869 a 13.251); Frosinone subisce il peggiore decremento di occupazione (da 3.784 a 1.909).

Ripartizione occupati in agricoltura, silvicoltura e pesca per provincia, 2011

14% 7% 36% 38% 5% LAZIO 35.100 Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone 4.858 2.595 12.487 13.251 1.909

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e Latina (-9%) mentre per Rieti e Viterbo la perdita è stata rispettivamente del 4 e 7%. stata una sensibile perdita di imprese

atti-ve nel quinquennio, sono Frosinone (-12%)

STRUTTURA E COMPOSIZIONE DELLE IMPRESE IN AGRICOLTURA

Nel corso degli ultimi cinque anni

(2008-2012), le imprese attive nel settore agri-coltura, silvicoltura e pesca, nel comples-so, sono diminuite di oltre il 10% (5.450 imprese).

La riduzione, in termini numerici, ri-guarda soprattutto le imprese individuali (-5.554 imprese), mentre le “Altre forme” giuridiche di imprese, pur registrando una diminuzione molto modesta in termini nu-merici, in percentuale si sono ridotte di quasi 21 punti.

Alla forte contrazione, avvenuta principal-mente per le aziende individuali, si è ac-compagnato un modesto sviluppo di forme di gestione societarie, di persone e di ca-pitali, che nel quinquennio sono cresciute rispettivamente del 7,9% e 7,2%. La riduzione delle imprese attive ha riguar-dato tutte le province laziali e, in partico-lare la provincia di Roma che ha riportato una diminuzione del 13% e dove si ha la maggiore concentrazione delle imprese re-gionali con il 28,5%, seguita da Viterbo con il 27% circa. Altre aree regionali, in cui vi è

Tipologie giuridiche di impresa 2008 2009 2010 2011 2012

Agricoltura silvicoltura e pesca 50.926 48.485 47.504 46.317 45.476

Società di capitali 1.339 1.245 1.326 1.376 1.435

Società di persone 2.209 2.189 2.265 2.310 2.383

Imprese individuali 46.570 44.400 43.262 42.012 41.016

Altre forme 808 651 651 619 642

Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

Numero di imprese per tipologia giuridica

Agricoltura, silvicoltura e pesca (media 2008-2012) 3% 5% 91% 1% Società di capitali Società di persone Imprese individuali Altre forme 1.344 2.271 43.452 674

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dell’1% della superficie totale occupata. Gli ortaggi in pieno campo e gli ortaggi in serra occupano una porzione totale pari al 4%. Porzioni più piccole risultano quelle occupate dalle piante in tubero, dai legumi secchi, dagli agrumi.

no, per importanza della superficie occu-pata, le superfici dedicate a cereali 14% e gli oliveti 12%. Tra le legnose predomina quindi l’olivo cui segue la vite (4%) e il nocciolo (3%). Infine, seguono actinidia e frutta fresca entrambe con una quota La superficie dalle coltivazioni presenti sul

territorio regionale nell’anno 2011 vede la presenza predominante di pascoli (25%), prati (21%) ed erbai (14%) che ricoprono complessivamente il 60% della superficie totale occupata dalle coltivazioni. Seguo-Utilizzazione superficie agricola (%), 2011

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

COLTIVAZIONI

Pascoli Erbai Cereali Prati avvicendati Olivo Prati Vite Nocciole 25,0% 14,4% 14,0% 12,5% 11,8% 8,6% 3,8% 2,6%

Ortaggi in piena aria Actinidia o kiwi Coltivazioni industriali Ortaggi in serra Frutta fresca Legumi secchi Piante da tubero Agrumi 2,5% 1,1% 1,0% 0,9% 0,8% 0,6% 0,3% 0,1%

31

(34)

maggiormente nella provincia di Viterbo e Rieti con 329.501 e 241.345 capi. La pro-vincia di Latina si attesta per il maggior numero di capi bufalini e caprini presenti mentre gli equini sono presenti, con una consistenza di più di 23.000 capi nella sola provincia di Roma. L’allevamento su-inicolo, in termini di numerosità di capi, è presente maggiormente sul territorio di Viterbo, seguono Latina e Roma.

Dall’analisi dettagliata del numero di capi, Viterbo e Roma sono le province col più alto numero di animali di specie diverse, seguono Latina, Frosinone e Rieti. Nella provincia di Roma si attesta il primato della maggior concentrazione in termini di capi bovini con più di 67.200 unità se-guita da Latina con circa 44.000 e Viter-bo e Frosinone rispettivamente con circa 35.000 e 34.700. Gli ovini sono presenti

ALLEVAMENTI

Il comparto zootecnico regionale vede nel 2011 un aumento della consistenza degli allevamenti dello 0,68% rispetto all’anno precedente. In termini numerici si conta-no 42.937 unità che occupaconta-no una quota del 7,4% sull’intero territorio nazionale. Bovini ed equini si trovano al primo po-sto, rispettivamente con il 25,7% e il 36% degli allevamenti regionali; seguo-no gli allevamenti di ovini (19%), suini (11%), caprini (5,1), bufalini (2%) e avi-coli (1%).

Riguardo la numerosità dei capi della re-gione Lazio essa è pari a 1.150.100 unità con una crescita positiva rispetto l’anno precedente del 4,6% circa e 50.527 ani-mali. Di questi, la maggior parte sono costituiti da ovini (65,2%) a cui seguono i bovini (18,3%), bufali (5,8%), equini (4,5%), caprini (3,7%) ed equini (2,5%). In merito alla numerosità dei capi di be-stiame, in rapporto alla loro presenza sul territorio nazionale, spiccano i bufalini con il 17,6% a cui seguono equini (11,3%) e ovini (10,2%).

Specie Lazio Italia % Lazio/Italia

Bovini 11.056 140.506 7,9 Bufali 667 2.603 25,6 Ovini 8.188 95.507 8,6 Caprini 2.207 52.939 4,2 Suini 4.729 139.422 3,4 Avicoli* 634 7.508 8,4 Equini 15.456 139.826 11,1 Totale 42.937 578.311 7,4

* Comprende galli, tacchini, selvaggina, oche, anatre, faraone, struzzi ed emù. Fonte: elaborazioni su dati Infocamere

(35)

33

Numero di capi di bestiame per specie e per provincia, 2012

Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone

0 50.000 100.000 150.000 200.000 250.000 300.000 350.000

Bovini Bufalini Equini Ovini Caprini Suini

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da altra manodopera aziendale (1.891.312). All’interno di quest’ultima categoria, si se-gnala la presenza di manodopera in forma saltuaria (776.114 giornate di lavoro) e di lavoratori non assunti direttamente dall’a-zienda (32.671 giornate di lavoro). A tali quote di lavoro saltuario, o non dipendente dall’azienda si deve l’incremento percen-tuale delle giornate prestate dalla manodo-pera aziendale, sia per il Lazio (+12,83%) che per l’Italia (+1,16%).

Il lavoro nelle aziende agricole del Lazio continua ad essere svolto in massima par-te dal conduttore. Le giornapar-te di lavoro pre-state dal titolare (7.643.797) costituiscono il 57% circa del totale generale della mano-dopera aziendale (13.455.386). Accanto al contributo preponderante del proprietario o capo azienda, le attività agricole sono eseguite per il 30% circa delle giornate di lavoro dal coniuge o dai familiari e parenti del conduttore (3.920.277) e per il 14,6%

LAVORO IN AGRICOLTURA

I dati ISTAT del Censimento Agricoltura 2010 evidenziano il fabbisogno complessivo in termini di giornate di lavoro per l’anno 2010, consentendo di quantificarne la va-riazione rispetto alla rilevazione dell’anno 2000. Il confronto mostra una consistente contrazione delle giornate di lavoro rispet-to al 2000, sia per l’Italia (-23,73%) che per il Lazio (-30,33%). La riduzione delle giornate è concentrata principalmente sul-la categoria delsul-la manodopera familiare.

Categoria di manodopera aziendale Giornate lavoro 2010

Lazio Giornate lavoro 2000 Lazio Var. % Lazio Giornate lavoro 2010 Italia Giornate lavoro 2000 Italia Var. % Italia

Conduttore 7.643.797 10.852.991 -29,6 131.516.387 172.021.114 -23,6

Coniuge, familiari e parenti del conduttore 3.920.277 6.783.587 -42,2 69.388.568 107.091.395 -35,2

Manodopera familiare 11.564.074 17.636.578 -34,4 200.904.955 279.112.509 -28,0

Altra manodopera aziendale (in forma continuativa e in forma saltuaria o dipendente

da altre aziende) 1.891.312 1.676.227 12,8 48.713.689 48.152.912 1,2

Totale manodopera aziendale 13.455.386 19.312.805 -30,3 249.618.644 327.265.421 -23,7

Fonte: elaborazioni su dati definitivi 6° Censimento Agricoltura 2010

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35

tuate dai lavoratori romeni, marocchini, polacchi e albanesi impiegati nella semina, aratura e raccolta delle colture agricole. I lavoratori stranieri impiegati nel floro-vivaismo (2.000), in particolar modo nei settori della semina (1.200) e della reci-sione dei fiori (800) provengono da Alba-nia, Marocco, Polonia e Romania. Nell’am-bito del lavoro stagionale, la percentuale in assoluto più alta di lavoratori immigrati è impiegata nel comparto agricolo, in par-ticolare nella raccolta nel periodo di giu-gno-ottobre per un totale di 60 giornate lavorative, ad esservi impiegati sono per lo più romeni, albanesi e polacchi, in una misura di 1.500 unità.

Il numero maggiore di immigrati viene im-piegato durante tutto l’anno nel compar-to zootecnico, nello specifico nel governo della stalla, si tratta di 6.000 lavoratori provenienti da India e Bangladesh, il 90% dei quali hanno una tipologia contrattuale regolare.

Un numero di lavoratori immigrati net-tamente inferiore (995), si riscontra difficoltà sotto il profilo della la rilevazione

statistica: infatti, lo stesso individuo può ricoprire posizioni lavorative diverse nel corso dell’anno, prestando la propria ope-ra in più opeope-razioni, nei diversi comparti. Nel viterbese la raccolta delle nocciole e nell’Agro pontino la raccolta di frutta esti-va e pomodori rappresentano importanti occasioni di spostamento e riaggregazione territoriale di gruppi consistenti di lavora-tori immigrati, omogenei per provenienza geografica e origine nazionale.

Nel Lazio, la zootecnia impiega il numero maggiore di immigrati (11.300), in parti-colare nelle attività che riguardano il go-verno della stalla (6.000), la mungitura (5.000) e la tosatura (300). I lavoratori provengono in maggioranza dall’India e Bangladesh, e (fatta eccezione per la tosa-tura, concentrata in breve periodo) svol-gono tale attività per l’intero anno, garan-tendo tra le 8 e le 10 ore di lavoro effettivo giornaliero, che rappresentano il numero più elevato di ore lavorate giornaliere, rispetto, ad esempio, alle 8 di media effet-Nel corso del 2011 un’importante

inno-vazione legislativa è intervenuta nella disciplina in materia di lavoro, con speci-fiche ripercussioni per quanto riguarda il lavoro degli immigrati in agricoltura. Per contrastare la prassi della intermediazio-ne illecita di manodopera, in precedenza punita con una contravvenzione (art. 18 del d.lgs. 276/2003), è stato introdotto nel codice penale il delitto di caporalato (art. 603-bis), che punisce con la reclusio-ne da cinque a otto anni chiunque svolga attività organizzata di intermediazione, anche gestendo e organizzando l’attività lavorativa.

Il periodo di impiego in agricoltura nel Lazio, per effetto del clima relativamente mite e stabile, è sostanzialmente annuale, anche quando l’articolazione del lavoro tra i settori produttivi è di tipo stagionale. Ne deriva che la distribuzione sul territorio, nazionale e regionale, non avviene in ma-niera omogenea, ma è legata prevalente-mente alla cittadinanza di appartenenza. Tale caratteristica comporta significative

(38)

altrettanto significative le provenienze da Albania e Macedonia. I settori della trasformazione e commercializzazione presentano un orario medio giornaliero effettivo di 8 ore e le giornate lavorative sono 260.

Nelle attività di trasformazione e com-mercializzazione i lavoratori immigrati vengono impiegati per l’intero anno. So-prattutto nel settore della trasformazio-ne dei prodotti agricoli, la maggioranza dei lavoratori proviene dalla Romania, invece nell’ambito delle attività

agritu-ristiche, per una durata annuale e con un numero elevato di giornate comples-sive di lavoro (180 giornate). I lavoratori dell’agriturismo provengono dalla Roma-nia e dall’India.

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laziali (-48,8%) accompagnata da una diminuzione della superficie coltivata più contenuta tanto da determinare un aumento considerevole nella dimensione media delle aziende, cresciuta del 76%. Questo cambiamento, evidentemente, ha fatto si che le aziende meno competitive o più marginali, lasciassero il posto a quelle con una maggiore capacità di resistere al protrarsi della difficile congiuntura econo-mica e che quindi sono in grado, più delle altre, di programmare l’attività e gli impe-gni finanziari sul lungo termine.

colo, è favorita dalla disponibilità di presti-ti della Banca europea per gli invespresti-timenpresti-ti (BEI) alle piccole e medie imprese (PMI) nelle aree di sviluppo regionale.

Prendendo a riferimento solo le imprese operanti in agricoltura, possono essere fatte altre considerazioni che trovano fondamento nei cambiamenti strutturali avvenuti nei 10 anni intercorsi tra il 5° e il 6° Censimento generale dell’agricol-tura. Rispetto al Censimento del 2000, il Censimento del 2010 ha evidenziato una forte contrazione delle aziende agricole

CREDITO

L’esame del quinquennio 2008-2012, se-condo i dati di Banca d’Italia, mostra la complessità della materia del finanziamen-to in agricoltura, foresta e pesca, con ca-ratteristiche articolate dovute ai diversi fattori economico-finanziari che stanno contrassegnando questo perdurante pe-riodo di crisi.

Infatti, a fronte di una riduzione del totale delle consistenze – da 50 milioni di euro del 2008 a 20 nel 2012 – è aumentata la percentuale di finanziamenti a medio-lungo termine, con una contestuale riduzione del finanziamento sul breve periodo. Le azien-de tendono, eviazien-dentemente, a richieazien-dere finanziamenti di medio-lungo termine, per conservare o acquisire la liquidità necessa-ria per superare la prolungata fase di crisi, accettando i maggiori oneri dovuti agli in-teressi sul credito. Per quanto attiene ai fi-nanziatori, probabilmente, la disponibilità degli Istituti di credito a erogare prestiti a medio-lungo termine, superando la tenden-ziale diffidenza o “resistenza operativa” del sistema creditizio verso il settore

agri-Anni Totale (mln euro) Breve termine % Medio-lungo termine %

2008 50 44,0 56,0

2009 34 41,2 58,8

2010 20 20,0 80,0

2011 18 11,1 88,9

2012* 20 5,0 92,3

* Dato riferito a settembre 2012. Fonte: Bollettino statistico Banca d’Italia

(41)

39

quanto osservato a livello nazionale, dove invece i volumi sono cresciuti. L’acquisto di macchine e attrezzature è l’unica desti-nazione economica delle erogazioni che è cresciuta, contrariamente al dato nazio-nale dove i volumi sono invece diminuiti. zione in volume di oltre un quinto, rispetto

all’anno precedente, le maggiori erogazio-ni hanno riguardato costruzioerogazio-ni e fabbri-cati rurali. Le erogazioni per acquisto di immobili rurali hanno subito una riduzio-ne di quasi il 41%, in contro tendenza con In merito alle erogazioni per gli

investi-menti, i dati 2011 mostrano un decremen-to complessivo sull’anno precedente di ol-tre il 18%, decremento ol-tre volte maggiore a quello nazionale.

A livello regionale, nonostante una

ridu-Finanziamenti Lazio Italia

Totale (mln euro) Variazione % 2011/2010 Totale (mln euro) Variazione % 2011/2010

Macchine ed attrezzature 68 9,68 1.905 -9,50

Acquisto immobili rurali 39 -40,91 587 17,17

Costruzioni e fabbricati rurali 89 -20,54 1.318 -7,51

Totale 196 -18,33 3.810 -5,48

Fonte: Bollettino statistico Banca d’Italia

(42)

INVESTIMENTI

Dai dati più aggiornati disponibili, gli inve-stimenti fissi lordi in agricoltura nel 2010, in linea con la continua flessione iniziata dal 2006, hanno fatto registrare una sen-sibile contrazione, sia in termini reali che in valori correnti. Rispetto al 2009, l’inci-denza degli investimenti agricoli regiona-li, ha evidenziato, infatti, un minore peso sul totale regionale degli investimenti agricoli nazionali ma, soprattutto, lo scar-to maggiore si è avuscar-to nel rapporscar-to con il VA agricolo regionale (diminuito di circa

Anni Valori correnti (mln euro) Valori concatenati(mln euro) % su

1

Totale investimenti Lazio Totale investimento agricoltura Italia* VA agricolo* Lazio

2006 763,01 739,10 2,6 6,3 42,5

2007 540,80 508,74 1,7 4,5 29,8

2008 460,90 419,47 1,5 3,9 24,0

2009 342,30 302,79 1,2 3,3 18,1

2010 299,90 263,07 1,0 2,8 15,4

1 Valori concatenati, anno di riferimento 2005. * Agricoltura, silvicoltura e pesca.

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, Conti economici regionali

Anni Agricoltura* Industria Servizi Totale

2006 10.152,5 12.567,7 11.933,1 11.986,2 2007 7.341,1 11.948,9 12.225,4 12.040,6 2008 6.423,7 13.185,9 11.236,0 11.438,9 2009 4.679,9 10.826,6 10.560,8 10.447,9 2010 4.136,4 11.207,4 10.835,4 10.723,9 Variazione % 2010/09 -11,61 3,52 2,60 2,64

1 Valori concatenati, anno di riferimento 2005. * Agricoltura, silvicoltura e pesca.

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, Conti economici regionali

Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli*

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41

3 punti percentuali). In termini reali, gli

investimenti in agricoltura, sono diminu-iti del 13% circa mentre gli altri settori dell’economia regionale hanno visto un incremento. Quelli nel settore dei servizi sono cresciuti del 2% circa, il settore in-dustriale ha visto crescere gli investimen-ti per una quota superiore al 7%. Parimenti, in merito al rapporto per Unità Lavorativa (UL) nel complesso regionale si evidenzia, nel 2010, un leggero recupe-ro (+2,6% sul 2009). Variazioni positive si rilevano per il settore industriale e per quello dei Servizi mentre, per il settore primario si registra una variazione nega-tiva piuttosto consistente. Rispetto al dato nazionale, infatti, gli investimenti per UL del settore agricolo laziale, sono inferiori del 45% circa.

Investimenti fissi lordi per UL e per settore, 20101

1 Valori concatenati, anno di riferimento 2005. * Agricoltura, silvicoltura e pesca.

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, Conti economici regionali

Lazio Italia 0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000 12.000 14.000

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mente dell’ordine del 2,47% e del 9,95% attestandosi su un valore di spesa pari a 167 milioni di euro (+8,44% rispetto il 2010).

In termini percentuali, a incidere mag-giormente sul totale delle spese dell’agri-coltura è il settore zootecnico, seguito da sementi, concimi e fitosanitari.

re di circa 139 milioni di euro cui seguono le spese per sementi e piantine rimaste tendenzialmente stabili (-1,39%) e i con-cimi che hanno avuto un’ottima crescita (+10,47%).

Nell’ambito zootecnico, sia le spese di stal-la che i mangimi hanno evidenziato un andamento di crescita positivo,

rispettiva-CONSUMI INTERMEDI

Nel 2011 i consumi intermedi dell’agricol-tura hanno evidenziato una crescita posi-tiva (+4,2%) rispetto al precedente anno attestandosi a valori di 1.046 milioni di euro circa.

Analizzando i vari settori, giova sottoline-are come il maggior peso di spesa viene espresso dalla voce mangimi con un

valo-Concimi Fitosanitari Sementi Mangimi Spese di stalla Altri beni e servizi Totale

Lazio 59,62 37,73 88,72 138,74 28,17 693,29 1.046,25

Italia 1.467,44 804,41 1.335,72 5.959,25 696,50 13.045,96 23.309,28

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

(45)

43

tendenza alla stabilità dei valori dei terreni. Riguardo ai canoni di affitto, le quotazioni non evidenziando sensibili variazioni, ma mettono in luce, soprattutto in provincia di Viterbo, una tendenza alla diminuzione per i seminativi asciutti e le orticole. a fronte di una buona offerta, una

sostan-ziale riluttanza nella domanda, generata, evidentemente, dagli alti valori fondiari. Dall’osservazione dei dati proveniente dall’indagine annuale INEA sul mercato fon-diario, rispetto allo scorso anno, emerge una

MERCATO FONDIARIO

Nel corso del 2011 il mercato fondiario re-gionale, che nel complesso ha evidenziato una certa stabilità dei prezzi, è stato se-gnato da una saltuaria attività di compra-vendita con una contrattazione caratte-rizzata da tempi lunghi. Si è evidenziata, Canoni di affitto (euro per ettaro), 2011

Canoni Minimo Massimo Viterbo

Contratti in deroga per seminativi asciutti 400 500

Contratti in deroga per orticole 500 750

Compartecipazione per nocciole 1.000 1.500

Compartecipazione per tabacco 400 500

Rieti

Contratto in deroga per seminativo asciutto a Poggio Mirteto 200 300

Contratti in deroga per cereali 200 500

Contratti in deroga per seminativo irriguo nella piana di Rieti 400 500

Pascolo nelle montagne di Rieti 50 100

Contratti in deroga per seminativo asciutto nella piana di Leonessa 90 125 Roma

Contratti in deroga per seminativo collinare asciutto 300 400 Pascoli di collina nella zona di Allumiere e Tolfa 150 200 Contratti in deroga per seminativi irrigui da destinare a ortive 1.200 1.500

Fonte: INEA

Canoni Minimo Massimo Roma

Contratti in deroga per seminativi asciutti 300 350

Contratti in deroga per frutteti specializzati 700 900

Contratti in deroga per oliveti collinari 200 350

Contratti in deroga per vigneto comune 900 1.100

Contratti in deroga per vigneti DOC 1.200 1.800

Contratti in deroga per seminativi irrigui del litorale romano

da destinare a carote 2.200 2.500

Latina

Contratti in deroga per orticole 900 1.200

Accordi verbali per foraggere 400 500

Contratti in deroga per seminativi irrigui della piana di Latina 400 500 Frosinone

Contratti in deroga per seminativi irrigui (Valle del Sacco) 400 500

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Quotazioni Minime Massime Viterbo

Seminativi irrigui nella zona di Tarquinia 15 20

Frutteti nelle colline di Viterbo 15 18

Vigneti DOC nella zona di Montefiascone 18 24

Noccioleto specializzato irriguo nella zona di Vignanello 30 35

Castagneto da frutto nei Monti Cimini 12 25

Oliveti specializzati nelle colline del lago di Bolsena 12 20 Rieti

Seminativi arborati nella Sabina nord-occidentale 10 21

Pascoli nella montagna di Rieti 6 7

Oliveti specializzati nella zona DOP della Sabina 17 24

Seminativi irrigui nella piana del Tevere 20 25

Roma

Ortive nel Maccarese 80 150

Seminativi irrigui nel litorale romano 60 80

Vigneti DOC nei Castelli Romani 77 140

Oliveti specializzati nella zona dei Castelli Romani 36 52

Fonte: INEA

Quotazioni Minime Massime Roma

Frutteti nelle colline dei Tiburtini (Guidonia, Marcellina) 26 41

Vigneti DOC nei Colli Albani 60 80

Frutteti specializzati nei Castelli Romani 50 60

Seminativi asciutti nella collina interna della pv di Roma 25 30 Latina

Seminativi nell’agro-pontino 30 40

Orti specializzati nella pianura di Latina 23 49

Vigneti nelle colline litoranee di Gaeta 21 26

Frutteti (actinidia) nella zona di Latina 55 65

Oliveti specializzati nella zona di Itri 15 20

Frosinone

Oliveti specializzati nelle colline di Frosinone 15 20

Frutteti specializzati nelle colline di Frosinone 26 36

Seminativi asciutti nelle colline di Frosinone 7 13

Vigneti DOC nella zona del Piglio 50 80

Prati pascoli nella montagna orientale dei Lepini 5 10 Valori fondiari (000 di euro per ettaro), 2011

(47)

45

In termini quantitativi, la produzione di vegetali del 2011 è stata di 17,3 milioni di quintali, manifestando un calo rispetto all’anno precedente del il 3,8%. Il peso più rilevante è stato quello del pomodoro (2,4 milioni di quintali) a cui seguono il Altre crescite positive si riscontrano nella

produzione foraggera (+3,8%) ed erbacea (+2,8%). L’unico decremento osservato è quello della produzione relativa alle colti-vazioni arboree (-7,7%) con un valore di 375 milioni di euro circa.

RISULTATI PRODUTTIVI

Il valore della produzione agricola regio-nale del 2011 è stato di 2.695 milioni di euro circa con una crescita rispetto al pre-cedente anno del 2,7%.

In termini percentuali il maggior peso della produzione riguarda le coltivazioni erbacee (32,9%) a cui segue il settore zo-otecnico (28,1%), le coltivazioni arboree (13,9%) e le attività dei servizi connessi all’agricoltura (13,1%).

La quota predominante è occupata da pa-tate e ortaggi con il 24,9% a cui seguono le carni con il 15,8%, le attività dei servizi connessi all’agricoltura con il 14,3% e la produzione di latte con il 13,1%. A breve distanza si posizionano la produzione di frutta con il 7,1%, le coltivazioni foragge-re con il 5,5%, la produzione vivaistica e quella dei cereali e legumi secchi con il 5,3% e l’olivicoltura con il 3,2%.

Il confronto con l’anno scorso evidenzia che la produzione del 2011 ha avuto una crescita positiva soprattutto nel settore zootecnico (+8,8%) e nell’ambito delle at-tività connesse dell’agricoltura (+5,2%).

Lazio Variazione % 2011/10 prezzi 000 € % Erbacee 886.718 32,9 2,8 Arboree 375.676 13,9 -7,7 Foraggere 136.999 5,1 3,8 Zootecnia 756.308 28,1 8,8 Servizi connessi 352.923 13,1 5,2 (+) Attività secondarie 70.875 2,6 5,9 (-) Attività secondarie 76.897 2,9 1,8

Produzione della branca agricoltura 2.502.602 92,9 3,3

Produzione della branca silvicoltura 108.819 4,0 -3,9

Produzione della branca pesca 83.813 3,1 -4,6

Totale 2.695.234 100 2,7

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

(48)

tali) segna una diminuzione del -1%. Infi-ne, il miele manifesta un netto calo della produzione -14% circa, per un totale d 6 mila quintali prodotti e un valore di circa 2 milioni di euro.

Il settore caseareo, invece, evidenzia cali seppur minimi nella produzione di latte vaccino e bufalino e latte di pecora e ca-pra, rispettivamente -1,4% e -2,5%, anche la produzione delle uova (521 mila quin-granturco ibrido (1,69 milioni), il

frumen-to duro (1,56 milioni) e le zucchine (1,4 milioni di quintali) In termini percentuali invece si riscontrano crescite positive per i quantitativi prodotti dal girasole (114%), nocciole (42%) e orzo (27%), mentre de-crementi si riscontrano per l’uva da vino venduta (-58%), olio (-37%) e soia (-25%). Analizzando il comparto arboreo, l’acti-nidia pur registrando una produzione di 1,17 milioni di quintali evidenzia un calo del 12% circa sull’anno precedente, men-tre buona è stata la produzione delle noc-ciole con 404 mila quintali.

Nell’ambito zootecnico si sono riscontra-te cresciriscontra-te, rispetto all’anno precedenriscontra-te, nel settore del pollame sia per la produ-zione della carne (339 mila quintali ovve-ro il 3%). Anche la povve-roduzione di carni suine e bovine manifesta andamenti di crescita positiva con, rispettivamente, l’1,5% e lo 0,7% trascinandosi valori po-sitivi anche per quanto riguarda i valori delle produzioni (+14,7% per i suini e +6,1% per i bovini).

Prodotti 000 q.liQuantitàVar. % 2011/10 000 € ValoreVar. % 2011/10

Carni bovine 615 0,7 169.311 6,1

Carni suine 418 1,5 58.861 14,7

Carni ovicaprine 57 -9,5 16.968 -8,8

Pollame 339 3,0 76.971 17,6

Latte di vacca e bufala (000 hl) 6.698 -1,4 276.906 12,0

Latte di pecora e capra (000 hl) 545 -2,5 46.927 0,4

Uova (milioni di pezzi) 521 -1,0 38.405 0,6

Miele 6 -14,3 1.996 -4,9

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

(49)

47

Prodotti Quantità Valore

000 q.li Var. % 2011/10 000 € Var. % 2011/10

Frumento tenero 437 11,48 11.237 53,40 Frumento duro 1.567 6,53 54.186 59,90 Orzo 541 27,29 11.382 78,98 Riso 1 0,00 31 15,10 Granoturco ibrido 1.697 -13,42 41.483 15,76 Patate 591 -6,19 25.382 -0,35 Fagioli freschi 83 -1,19 19.077 -16,28 Cipolle e porri 30 20,00 1.687 6,32 Carote 1.075 0,75 45.714 6,29 Carciofi 184 -0,54 17.195 -2,13 Cavoli 393 9,17 22.124 20,52 Cavolfiori 243 -0,41 11.142 9,75 Indivia 88 -3,30 4.030 -3,30 Lattuga 663 -2,07 58.586 -4,96 Radicchio 108 0,00 6.430 11,70 Melanzane 208 -0,48 10.795 -5,97 Peperoni 232 12,62 17.337 12,48 Pomodori 2.402 2,04 70.611 12,43 Zucchine 1.453 0,14 97.011 -20,96 Cocomeri 768 5,35 8.192 -0,97 Poponi 472 0,85 18.981 2,16

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Principali produzioni vegetali, 2011

Prodotti Quantità Valore

000 q.li Var. % 2011/10 000 € Var. % 2011/10

Fragole 105 -0,94 18.391 -6,48 Barbabietola da zucchero 55 -6,78 223 1,24 Tabacco 20 -9,09 6.362 -7,09 Girasole 133 114,52 3.871 156,35 Soia 3 -25,00 86 -16,38 Uva da tavola 199 -5,69 9.429 6,95

Uva da vino venduta 785 -58,55 14.601 -52,99

Vino (000 hl) 561 -8,93 59.716 1,17 Olio 154 -37,14 65.730 -32,12 Arance 34 -5,56 1.078 -2,06 Mandarini 1 0,00 42 23,80 Limoni 3 50,00 165 28,10 Clementine 7 0,00 187 -9,30 Pesche 346 -3,89 9.639 -24,75 Mele 95 -3,06 2.838 -15,57 Pere 28 -3,45 1.510 -27,88 Mandorle 0 0,00 0 0,00 Nocciole 404 42,25 64.387 51,78 Noci 4 0,00 1.414 3,50 Actinidia 1.177 -11,90 78.683 3,60

(50)

voro Familiare (ULF), a differenza dell’al-levamento misto (polialdell’al-levamento) con 0,9 unità lavorative e interamente costituita da manodopera familiare.

Il comparto più performante in termini di Reddito Netto (RN) è il granivoro con oltre 114.000 euro, mentre il settore spe-cializzato in erbivori ha fatto registrare la Produzione Lorda Vendibile (PLV) più alta lizzate in erbivori con una SAU media

aziendale di 57,64 ettari, seguita dalle aziende specializzate in seminativi 53,74. Le imprese con una minore superficie sono rappresentate dal settore ortofloricolo con una SAU di 4,41 ha.

L’ortofloricoltura necessita di maggior ma-nodopera: 3 Unità di Lavoro Totale (ULT), di cui mediamente 1,43 sono Unita di

La-RISULTATI PRODUTTIVI SECONDO LA RICA

L’analisi dei dati RICA relativa all’anno

2010 evidenzia una dotazione strutturale delle imprese agricole del Lazio al di sopra della media nazionale per le dimensioni medie aziendali, come per la dotazione di lavoro. La SAU media aziendale è di circa 35 ha, mentre a livello nazionale è di 33 ha. Le imprese con maggiore estensione sono rappresentate dalle aziende

specia-PLV/ha PLV/UBA RN/ha RN/UBA PLV/UL RN/ULF RN/PLV %

Seminativi 1.971,19 31.025,85 842,46 13.259,95 62.825,98 43.509,99 42,7

Ortofloricoltura 33.257,51 2.364.331,94 8.871,27 630.673,06 49.618,72 27.460,37 26,7

Arboreo 4.701,66 183.017,44 2.394,88 93.223,31 49.792,79 38.113,64 50,9

Erbivori 3.586,37 1.633,14 1.620,98 738,15 84.000,82 65.082,36 45,2

Granivori 34.669,67 3.521,65 21.489,50 2.182,85 85.751,69 92.184,11 62,0

Erbaceo - arboreo (policoltura) 9.875,84 205.599,81 2.081,15 43.326,31 32.516,54 13.670,08 21,1

Allevamento misto (poliallevamento) 1.289,00 3.372,81 1.016,69 2.660,28 47.406,67 37.391,67 78,9

Misto coltivazioni - allevamento 1.544,32 1.700,10 714,69 786,79 37.309,53 21.715,29 46,3

Totale complessivo 3.409,47 3.453,85 1.430,96 1.449,58 59.684,80 41.963,13 42,0

Fonte: RICA-INEA

(51)

49

sulle redditività nel comparto seminativi (37,04%).

Possiamo notare che ci sono degli orienta-menti specializzati dove è poco presente l’allevamento, ad esempio il comparto or-tofloricolo con 0,06 UBA ad azienda, l’ar-boreo con 0,37, l’erbaceo-arl’ar-boreo con 0,44 e il seminativo con 3,41.

I settori più redditizi in termini di inci-denza percentuale del RN sulla PLV sono l’allevamento misto (78,9%), il granivoro (62%) e l’arboreo (50,9%).

La contribuzione pubblica incide media-mente per il 22,5% sul reddito netto dell’agricoltura regionale, i dati mostra-no un ruolo determinante dei contributi con oltre 200.000 euro. Nell’analizzare gli

indicatori economici, si evidenzia che la redditività media del fattore terra è pari a 3.409,47 euro/ettaro di PLV e a 1.431 euro/ettaro di RN. La redditività del lavo-ro, familiare ed extrafamiliare, evidenzia valori pari a 59.684,80 euro di PLV per ULT e 41.963,13 euro per ULF.

SAU UBA ULT ULF PLV Contributi Costi

correnti pluriennaliCosti distribuitiRedditi extracaratt.Gestione Reddito netto

ha n. n. n. euro euro euro euro euro euro euro

Seminativi 53,74 3,41 1,69 1,04 105.934,65 16.771,26 37.063,35 5.312,39 16.822,73 -1.461,42 45.274,76 Ortofloricoltura 4,41 0,06 2,96 1,43 146.751,64 421,62 58.995,84 13.718,55 31.186,00 -3.706,02 39.145,22

Arboreo 14,25 0,37 1,35 0,90 66.976,60 5.043,05 16.297,63 5.325,26 11.471,38 233,44 34.115,77

Erbivori 57,64 126,59 2,46 1,44 206.732,02 20.866,91 73.133,74 21.377,59 25.682,87 6.901,86 93.439,68 Granivori 5,35 52,62 2,16 1,25 185.309,40 602,90 45.254,20 4.086,90 23.942,20 2.835,30 114.861,40 Erbaceo - arboreo (policoltura) 9,08 0,44 2,76 1,38 89.664,36 3.513,47 39.708,61 9.555,28 20.394,50 -1.110,89 18.895,08 Allevamento misto (poliallevamento) 33,10 12,65 0,90 0,90 42.666,00 3.747,50 6.771,00 960,00 2.350,00 1.067,50 33.652,50 Misto coltivazioni - allevamento 38,24 34,74 1,58 1,26 59.055,65 9.427,06 16.806,11 6.594,43 10.723,25 2.398,38 27.330,24 Totale 35,25 34,80 2,01 1,20 120.180,12 11.331,83 41.464,03 10.313,63 19.040,62 1.077,84 50.439,68

Fonte: RICA-INEA

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Valore percentuale per polo, 2010 Variazione percentuale per polo, 2010

Fonte: RICA-INEA Fonte: RICA-INEA

Seminativi Ortofloricoltura Arboreo Erbivori

Granivori Erbaceo - arboreo (policoltura) Allevamento misto (poliallevamento) Misto coltivazioni - allevamento Reddito netto Redditi distribuiti Costi pluriennali Costi correnti Contributi PLV 0% 20% 40% 60% 80% 100% Seminativi Ortofloricoltura Arboreo Erbivori Granivori Erbaceo - arboreo (policoltura) Allevamento misto (poliallevamento) Misto coltivazioni - allevamento RN/UBA RN/ha RN/ULF PLV/ULT PLV/UBA PLV/ha 0% 20% 40% 60% 80% 100%

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Variazione percentuale per classe di DE, 2010

Fonte: RICA-INEA CLASSE DE II CLASSE DE III CLASSE DE IV CLASSE DE V CLASSE DE VI CLASSE DE VII CLASSE DE VIII Reddito netto Redditi distribuiti Costi pluriennali Costi correnti Contributi PLV 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

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(55)
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INDUSTRIA ALIMENTARE

Nella regione Lazio, nel 2010, il valore aggiunto ai prezzi base dell’industria ali-mentare, incluse le bevande e il tabacco (espresso in valori correnti), ha mostrato un aumento rispetto all’anno precedente pari al 3,1%, in controtendenza con quan-to avvenuquan-to a livello nazionale (-1,8%) e nell’Italia centrale (-2%).

Parimenti al valore aggiunto, nella stessa annualità, anche il livello di occupazione del settore è cresciuto, con un aumento del 4,6%, corrispondente a circa 1.000 unità, il 90% dei quali risultano impiegati come lavoratori dipendenti.

Valore aggiunto dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco (%), 2010

Composizione dell’occupazione nell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco (000), 2010 Lazio/Italia Centrale Lazio/Italia 30,3 3,9 22,7 16,0 Occupati totali Occupati indipendenti Occupati dipendenti 6,7

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

(57)

55

Roma, in controtendenza alle 4 province della regione, ha evidenziato, seppur lie-vemente, un incremento di esercizi com-merciali al dettaglio in sede fissa (+0,1%). taglio in sede fissa. A livello territoriale,

le province di Latina e Viterbo hanno se-gnato i decrementi più importanti, rispet-tivamente -1,6% e -1,7%. La provincia di

DISTRIBUZIONE

Con dati relativi al primo semestre 2012, nella regione Lazio si rileva, rispetto al 2011, una leggera diminuzione, pari allo 0,3% degli esercizi commerciali al

det-Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale

Commercio ambulante

Non specificato 120 88 44 2.254 112 2.618

Alimentare 403 594 69 2.568 226 3.860

Abbigliamento, tessuti e calzature 249 139 16 1.051 132 1.587

Abbigliamento e tessuti 476 378 53 1.654 296 2.857

Calzature e pelletterie 89 41 13 226 37 406

Altri articoli 383 238 43 1.921 164 2.749

Mobili e articoli di uso domestico 69 24 10 242 24 369

Totale 1.789 1.502 248 9.916 991 14.446

Commercio al dettaglio al di fuori di negozi, banchi e mercati

Non specificato 53 12 15 798 22 900

Commercio per corrispondenza, telefono, radio, televisione, internet 6 40 3 198 29 276

Commercio solo via internet 59 125 23 939 50 1.196

Vendita a domicilio 113 202 14 1.565 52 1.946

Commercio per mezzo di distributori automatici 44 45 6 250 20 365

Totale 275 424 61 3.750 173 4.683

Totale 2.064 1.926 309 13.666 1.164 19.129

* Dati aggiornati al 30 giugno 2012.

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico “Osservatorio Nazionale del Commercio”

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Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale

Prodotti alimentari, bevande e tabacco in eserizi specializzati

Prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi spec. 14 19 10 275 13 331 Frutta e verdura 166 266 56 1.728 160 2.376 Carni e di prodotti a base di carne 281 326 120 1.452 194 2.373 Pesci, crostacei e molluschi 53 85 15 532 62 747 Pane, torte, dolciumi e confetteria 38 118 31 428 82 697

Bevande 51 63 17 333 51 515

Prodotti del tabacco 378 292 80 1.859 175 2.784 Altri prodotti alimentari in esercizi specializzati 41 99 19 416 40 615

Totale 1.022 1.268 348 7.023 777 10.438

Esercizi non specializzati 1.354 1.267 397 7.848 866 11.732 Carburante per autotrazione in esercizi specializzati 322 328 107 1.729 211 2.697 Apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni in esercizi specializzati 181 184 28 1.467 95 1.955 Altri prodotti per uso domestico in esercizi specializzati 1.244 1.085 381 7.620 800 11.130 Articoli culturali e ricreativi in esercizi specializzati 525 608 144 4.723 418 6.418 Altri prodotti in esercizi specializzati 3 3 4 34 0 44 Articoli di abbigliamento 1.078 1.250 246 9.233 708 12.515 Calzature e articoli in pelle 200 273 54 1.915 180 2.622

Medicinali 189 157 88 1.100 101 1.635

Articoli medicali e ortopedici 49 71 6 370 28 524

Cosmetici, articoli di profumeria e di erboristeria 169 232 37 1.669 147 2.254 Fiori, piante, semi, fertilizzanti, animali domestici e alimenti per animali domestici 290 211 80 1.573 181 2.335 Orologi e articoli di gioielleria 209 218 56 1.572 128 2.183 Altri prodotti (esclusi quelli di seconda mano) 492 503 132 3.504 324 4.955

Articoli di seconda mano 25 19 12 386 38 480

Totale 7.352 7.677 2.120 51.766 5.002 73.917

* Dati aggiornati al 30 giugno 2012.

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico “Osservatorio Nazionale del Commercio”

(59)

57

plesso, un incremento del 2,4% rispetto al 2011.

A livello territoriale alla provincia di Rieti spetta il primato di maggior incremento nel numero di esercizi (+2,9%).

Rispetto all’anno precedente il commer-cio del settore alimentare ambulante ha segnato un leggero decremento (-0,1%), rimanendo comunque al primo posto, a livello ragionale, per numero di esercizi. Una sensibile crescita del 5,4% nel 2012, Viterbo (6,8%) e Rieti (2,9%).

Tra gli esercizi regionali, il 14% è specializ-zato nella commercializzazione di prodotti alimentari, bevande e tabacco i quali, rispet-to all’anno precedente, hanno mostrarispet-to un lieve decremento (-0,1%) ad eccezione degli esercizi specializzati in “frutta e verdura” (+1,3%) e “prodotti del tabacco” (+1,8%). Contrariamente agli esercizi in sede fissa, la distribuzione ambulante del commercio al dettaglio, nel 2012 ha avuto, nel com-Nonostante lievi variazioni (sia positive

che negative) che si sono avute, rispetto agli anni scorsi, si mantiene un certo equi-librio nella distribuzione provinciale degli esercizi. Il 70% risulta concentrato nella provincia di Roma (il territorio della Ca-pitale presenta caratteristiche più vivaci e in movimento rispetto alle altre quat-tro provincie della regione, dovuto anche all’alto tasso di popolazione residente), se-guono Latina (10,4%), Frosinone (9,9%),

Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale

Altri prodotti 26 32 11 292 22 383

Altri prodotti di consumo finale 449 561 56 6663 290 8.019

Macchinari e attrezzature 209 310 44 2613 148 3.324

Materie prime agricole e animali vivi 98 116 28 318 88 648

Prodotti alimentari, bevande, tabacco 378 876 85 2507 257 4.103

Prodotti intermedi non agricoli, rottami e cascami 397 409 63 2191 243 3.303

Totale 1.557 2.304 287 14.584 1.048 19.780

* Dati aggiornati al 30 giugno 2012.

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico “Osservatorio Nazionale del Commercio”

(60)

gli esercizi all’ingrosso sono cresciuti ri-spettivamente del 2,5% e 1,6%, in provin-cia di Viterbo e Frosinone, al contrario, gli esercizi all’ingrosso sono diminuiti rispettivamente del 2,2% e dell’1,6%. In provincia di Latina la presenza è rimasta Gli esercizi con vendita all’ingrosso,

ri-spetto al 2011, sono cresciuti dell’1% pur con situazioni molto diverse a livello provinciale. La crescita media regionale è stata realizzata grazie al contributo posi-tivo delle province di Rieti e Roma dove si è osservata per gli esercizi che

rien-trano in “altre forme speciali di vendita”. In particolare, è cresciuta in maniera considerevole la vendita on-line, con un incremento del 15,6% rispetto all’anno precedente.

Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Totale

Alimentari, bevande, tabacco 131 498 51 2.611 287 3.578

Auto e motocicli, compresi parti e accessori 63 60 16 789 54 982

Combustibili, minerali, metalli, prodotti chimici 26 92 5 368 39 530

Despecializzato 996 307 64 2.259 128 3.754

Legname, materiali da costruzione 56 93 8 846 96 1.099

Macchinari, impianti industriali, navi, aereomobili 29 94 8 890 46 1.067

Materie prime agricole, tessili, semilavorati, animali vivi 10 49 1 74 38 172

Mobili, articoli per la casa, ferramenta 40 97 10 914 77 1.138

Non specificato 50 36 149 350 84 669

Specializzato di altri prodotti n.c.a. 165 371 46 4.999 224 5.805

Tessili, abbigliamento, calzature, articoli in cuoio 26 45 6 1.275 30 1.382

Totale 1.592 1.742 364 15.375 1.103 20.176

* Dati aggiornati al 30 giugno 2012.

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico “Osservatorio Nazionale del Commercio”

(61)

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bevande, tabacco” ha invece visto cresce-re gli intermediari cresce-regionali (+2%). Circa il 18% degli intermediari che operano a livello regionale è specializzato nella ven-dita di prodotti alimentari delle bevande e del tabacco e di questi, oltre i due terzi, opera nella provincia di Roma.

provincia Capitolina (oltre il 61%), sono rimasti stabili con il 20,7% di numerosità in regione.

In merito all’intermediazione commercia-le, per la quale nel complesso si è registra-to un calo dei soggetti che operano a livel-lo regionale (-0,6%), il settore “alimentari, invariata. In merito al comparto agricolo,

la maggiore crescita (+1,6%) ha riguar-dato gli esercizi all’ingrosso dediti alle “materie prime agricole e animali vivi”. Gli esercizi che distribuiscono “prodotti alimentari, bevande, tabacco”, la cui mag-gior presenza si osserva nell’area della

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