• Non ci sono risultati.

La posta di Bruno D’Amore. Rubrica fissa mensile di risposta alle lettere dei lettori.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "La posta di Bruno D’Amore. Rubrica fissa mensile di risposta alle lettere dei lettori."

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

708-4 D’Amore B. (2009). La posta di Bruno D’Amore. Rubrica fissa mensile di risposta alle lettere dei lettori. Scuola dell’Infanzia. Ni 1, pag. 7. ISSN: 1590-3206.

IV puntata di “La posta di Bruno D’Amore”

(…) Mi scusi se torno su un argomento più volte trattato in questa rubrica, ma ci torno più come mamma che non come insegnante. (…) Com’è possibile che in tante scuole elementari italiane ci sia la convinzione che i bambini di 6 anni – 6 anni e mezzo non possono fare delle cose che, invece, io vedo tutti i giorni verificarsi in sezione da parte di bambini di 5 anni? Non possono superare il 20 in prima; ma noi facciamo il calendario e il numero dei giorni supera il 20. I bambini sanno anche scrivere i numeri. Non possono usare le lettere in corsivo, ma la maggior parte dei bambini della mia sezione sa leggere le lettere e qualche parola, anche se non sono scritte in stampato. (…) La maestra di mio figlio ha detto che inizierà la geometria in quinta, perché prima sono troppo piccoli; ma i bambini della mia sezione riconoscono le forme, danno loro dei nomi, sanno seguire un percorso, sanno dire che due figure hanno la stessa estensione… Sono dei fenomeni i bambini della mia sezione, o c’è qualche cosa che non va nella scuola primaria?

Claudia C. Cara Claudia,

è vero, sono discorsi già fatti, temi affrontati più volte, ma sembra proprio che non basti mai, vero? Mi dispiace doverti dire che non sono fenomeni i bambini della tua sezione, sono invece mal interpretate le difficoltà dei bambini all’ingresso della prima primaria. Mi spiego. A mio avviso non si tiene abbastanza conto delle capacità, delle abilità, delle competenze, delle propensioni, dei desideri cognitivi dei bambini in ingresso nella prima. Se si stesse attenti a queste cose, tutti i maestri d’Italia si sarebbero resi conto che tutti i bambini di 6 anni – 6 anni e mezzo conoscono numeri assai più grandi di 20, li sanno usare a proposito e li sanno gestire; che tutti i bambini di quella età dominano i primi elementi di geometria, la maggior parte sa leggere e non solo lo stampato, sa scrivere lettere e sa scrivere numeri, sa tante più cose di quel che avveniva ieri, di quel che sapevamo noi alla loro età. Guarda come usano i PC, i televisori, i giochi elettronici, i cellulari, la videoscrittura. Ci sono conoscenze nuove che alimentano le “vecchie” e creano campi di esperienza nuovi, non previsti nemmeno negli anni ’90, quando questa “teoria dei campi di esperienza” fece il suo ingresso trionfale nelle scuole dell’infanzia italiane, fino ad essere usata come base per le indicazioni nazionali. Come ho già detto più volte, ma certo con altre parole, il grande rischio è che la scuola primaria, tanto attesa e tanto citata in famiglia, venga identificata come il luogo delle banalità, dove è valutato come positivo il risultato di chi sa assolvere alle richieste piuttosto ingenue dell’insegnante, non chi crea o produce conoscenza, ma chi ripete acriticamente banalità da bambino piccolo. L’immagine della scuola ci rimette parecchio. A che cosa è dovuta questa scelta? Qualche insegnante di scuola elementare è convinto che siano norme di legge, ma quando si leggono le indicazioni, fiorite d’improvviso in grande quantità in questi ultimi 10 anni, come le violette lungo le rive dei fiumi a primavera, queste raccomandazioni non si trovano,

(2)

anzi, è sempre detto il contrario. Dunque, non solo queste limitazioni dettate da una stolta consuetudine non sono norme, ma sono contrarie alle norme. Eppure, resistono… Dobbiamo guardare i bambini, osservarli, rispettarli, lasciare loro ampi spazi creativi di manovra, non ottunderli, non offenderli nella loro intelligenza in evoluzione ed in espansione.

Riferimenti

Documenti correlati

This algorithm iteratively resolves the dependencies of each service, thus leading to the construction of an assembly where each service S 2 S is (possibly) fully resolved and the

Translational research is the mission of scientists who take on significant challenges to develop innovative clinical trial designs; to accelerate the development

model (general disease variable vs grouped diseases) better fitted the data: the two models were 164. statistically

On a different line, an SA-based approach is here adopted to address the NANC problem in the full nonlinear case because of its ability to circumvent the complexity of the

A practical key-question list of pathology, clinics, imaging and molecular issues relative to grading in lung NET was prepared, with several items included in the search:

Under these experimental settings, an increase in MET (i.p) hypophagic potency was observed only in the obese and not in the lean ones (EC50 was shifted signifi - cantly to the

Table 2 reports the effect of active treatment on the different parameters assayed. baseline, p ⬍ 0.001) and venous pressure (⫺37.5%, p ⬍ 0.01); this effect was associated with