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Le norme alimentari ebraiche

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22 July 2021

AperTO - Archivio Istituzionale Open Access dell'Università di Torino

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Le norme alimentari ebraiche

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ARACNE

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La pe rs o n a e Talim e n taz io n e

Profili clin ici, giu r id ici, cu lt u rali ed et ico-religiosi. At t i del convegno d i Ast i, 30 n ovem bre 2012 a cura di

Patrizia Macch ia

Contributi di Roberta Alu ffi Beck-Peccoz, Maria Luisa Am er io, Silvio Barbero, Alessandro Bargon i, Renza Ber r u t i, Stefania Bian ch i, Claudio Biglia,

Caterina Bo, Maria Bot t iglieri, Simona Brin o, Giovan n i Cor d in i, Secondo Fassino, Silvia Gabbai, Vit t o r io Gallo, Piercarlo Gr im ald i, Gu id o Lazzarin i, Vanessa Leon e, Jò r g Lu t h er, Paolo Maccario, Claudio Malagoli, Corrado Mart on e, Giorgio Palestro, An gelo Pavesi, Alb ert o Pelissero, Vin cen zo Pepe, Francesco Ciro Ram pu lla, Carola Ricci, Vit o Ru bin o, Robert o Russo, Stefano Sicardi, Alessandro Ven t u ri

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Co p yr igh t © M M XI V ARACN E ed it r ice S.r.l.

www.ar acn eed it r ice.it in fo@ar acn eed it r ice.it

via Raffaele Garofalo, 133/ A-B 00173 Rom a

(06) 93781065

ISBN 978-88-548-7015-4

I diritti di traduz ione, di m em oriz z az ione elettronica, di riproduz ione e di adattam ento anche parz iale, con qualsiasi m ez z o, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutam ente consentite le fotocopie senz a il perm esso scritto dell'Editore.

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La persona e l'alimentazione

ISBN 978-88-548-7015-4 DO110.4399/978885487015412 pag. 161-171 (marzo 2014)

Le n o r m e alim en t ari ebraiche*

CO R R AD O M AR T O N E

Le n orm e alim en t ari ebraiche fanno parte d i u n più am pio complesso n orm at ivo det t o kashrut. Kashrut è sostantivo astratto derivat o dal-l'agget t ivo kasher, che in dica essen zialm en te ciò che è « adatto », in particolare ciò che è adatto dal p u n t o d i vista del r it o religioso.

Da questo pu n t o d i vista la kashrut pu ò riguardare e riguarda anche alt ri am b it i, qu ali l'idon eit à rit u ale d ei r o t o li della Tor ah , l'acqua da usarsi n ei bagn i r it u ali o lo shofar, lo st r u m en t o a fiato usato per annunciare la luna nuova e le festività solen n i, cfr. ad es. Numeri io,io:

Nel vost ro gio r n o d i gio ia , n elle vost re solen n it à e al p r in cip io d ei vo st r i m esi, su on eret e le t r o m b e d u r an t e i vo st r i olocau st i e i vo st r i sacrifici d i com u n ion e. Esse saranno per vo i u n r ich iam o davan ti al vost ro D io . Io sono il Sign ore, vost ro D io e i l gio r n o dell'espiazion e

cfi". Levitico 25,9:

Al decim o gio r n o d el set t im o mese, farai ech eggiare i l suon o d el corn o; n el gio r n o dell'espiazion e farete ech eggiare i l co r n o per t u t t a la t er r a.'

Le n o r m e rigu ard an t i la kashrut si t rovan o essen zialm en te n el Pentateuco, in particolare n ei lib r i del Deuteronomio e del Levitico, m a anche nella Genesi e nell'Esodo.

In buon a sostanza, secondo le n o r m e alim en t ari della kashrut so-n o lecit i solo qu ei pesci che h aso-n so-n o piso-n so-n e e squame (so-n oso-n crostacei,

* Corrado Martone. Un iversit à d egli St u d i d i To r in o .

I . Sulle regole d i p u rit à i n gen er ale, cfr. P. SACCHI, Sacro/ profano im puro/ puro nella

Bibbia e dintorni, Brescia, Morcellian a, 2007; cfr'. an ch e H . MACCOBY, Ritual and Morality: The Ritual Purity System and its Place in Judaism , N e w York, Cam b r id ge Un iver sit y Press, 1999;

S.D. Ku N i N , W e Think W hat W e Eat: Structuralist Analysis of Israelite Food Rules and Other

Mythological and Cultural Dom ains, Lo n d o n — N e w York, T &T Clark, 2004; B.J. SCHWARTZ,

D.P. W R I G T , J. STACKERT, N . S . M E S H E L ( c u r r .) , Perspect ives on Purit y and Purificat ion in t he

Bible, N e w York, T & T Clark, 2008

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i6 2 Co r r ad o Ma r t o n e

dun que), alcune specie d i uccelli e m am m iferi che ru m in an o e hanno l'u n gh ia fessa. In olt re, Q u est i m am m ifer i e u ccelli devono essere ma-cellati secondo u n rituale che, se violat o, ren de la carne "n o n adatta" all'uso.

Un ru olo im port an t e nelle regole alim en t ari ebraiche è svolto dalla n o r m a b ib lica, più volt e ripet u t a, d el d iviet o d el sangue, in quan t o elem en t o strettam en te e in dissolubilm en t e legato all'elem en t o vit ale, cfr. Genesi 9,4 dove questo st ret t o r ap p or t o è messo icasticam ente in evidenza e dove è già ben chiaro anche il collegam ente t ra divieto del sangue e n or m a alim en tare: « Soltanto n on m angerete la carne con la sua vit a, cioè con i l suo sangue ». A questo diviet o si collega la n orm a d i u n processo d i prem acellazion e da applicare alla carn e per farne defluire il sangue secondo le in d icazion i d i Deuteronomio 12,16. 23-25:

N o n n e m an ger et e, p e r ò , i l san gue: lo spargerai p er t e r r a com e acqua . . . Ast ien it i t ut t avia dal m an giare il sangue, perch é il sangue è la vit a; t u n on d evi m an giare la vit a in siem e con la carn e. N o n lo m an ger ai. Lo spargerai p er t e r r a com e l'acqua. N o n lo m a n ge r a i, p er ch é sia felice t u e i t u o i figli d op o d i t e: così avrai fatto ciò che è ret t o agli occh i d el Sign ore.

Sempre in quest'ottica va inteso il processo d i essiccatura e salatura della carne codificato nella giurispruden za più tarda come il trattato d i Eleazar ben Judah d i W orm s (1176-1238) Sefer ha-Rokeah; o anche il Ki-tzur Shulhan Arukh d i Sh lom o Gan zfried ( 18 0 4 - 18 8 6 ) cap. 36, dedicato p r op r io alle n o r m e della salatura della carne a questo fine:

Pr im a d ella salatura la carn e si deve lavare m o lt o accu rat am en t e in acqua. Deve essere im m er so in acqua per alm en o m ezz'or a, con l'acqua che copre in t e r a m e n t e la carn e. Q u a n d o c'è san gue visib ile sulla carn e, si d ovrebbe rasch iare con l'acqua d i a m m o llo finché n o n vien e rim ossa. Allo stesso m o d o , per q u an t o rigu ard a i l p o lla m e , bisogn a p u lir e accu rat am en t e (su l collo) i l lu ogo d i m acellazion e e anche dal d i d en t r o (l'u ccello) in cu i vi è la presenza d i sangue visibile. A volt e, si p u ò scoprire d en t r o carn e o p ollam e, u n lu o go dove i l san gue è coagulat o a causa d i u n a ferit a. E (la carn e) deve essere tagliata via e rim ossa p r im a d e ll'a m m o llo . Q u an d o l'acqua (da u t ilizzare per l'a m m o llo ) è m o lt o fredda, si deve in p r im o lu ogo m et t ere in u n lu ogo caldo i n m o d o che la sua t em p er at u r a salirà legger m en t e p r im a che la carn e si sia im p regn at a. In caso co n t r a r io , la freddezza dell'acqua fa in d u r ir e la carn e, e i l sangue n o n sarà p o i rim osso n el processo d i salatura.

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pre-Le norme alimentari ebraiche 163

scrizione della rigida separazione t ra carne e lat t icin i, che va osservata sia d u ran t e la preparazion e d ei cib i sia d u ran t e, ovviam en t e, la lo-ro con sum azion e. An ch e questa n o r m a ha o r igin i bibUche: in Esodo

23,19; 24 ,26 ; Deuteronomio 24 ,21 si fa d iviet o, in sostanza, d i cibarsi del

capretto cotto n el latte d i sua m adre. La t rad izion e giu rispru d en ziale successiva ha m o lt o elaborato su questo d iviet o fino a giu n gere in am bien t i ortodossi o ult raort odossi al d iviet o, com e si diceva, d i ogn i sorta d i con tatto t ra ogn i t ip o d i carn e e ogn i t ip o d i lat t icin o. Più difficile, peraltro all'in t ern o d i una in una serie d i n orm e in realtà n on sem plici da spiegare, è com pren dere i l m ot ivo d i questo d iviet o.

Anche la n orm at iva rabbin ica si lim itò ad accettare la n orm a senza riuscire a darne una spiegazion e con vin cen t e: n el t rat t at o Pesahim del Ta lm u d babilonese ( 4 4 b ) , la n o r m a vien e defin ita una « n ovità »

(hiddush), che cioè n on pu ò essere spiegata sulla base d i altre leggi pre-esistenti. Particolarm en te m odern a risulta, d i con t ro, l'in t erpret azion e di Maim on id e (1138-1204) che, nella Guida dei perplessi (111,48),

conte-stualizza la n orm a riferendola a una antica polem ica an t i-idolat rica: in sostanza, gli an t ich i israelit i avrebbero si sarebbero lim it at i a p roib ire u n sacrificio pagano, ritenuto part icolarm en t e crudele.^

Legato al divieto del sangue è anche, come accennato, il particolare t ipo d i macellazione rituale in uso nella t radizion e ebraica, detto shehi-tah? La shehitah, che va eseguita da u n macellatore rit uale, consiste in una incisione fatta sul collo dell'an im ale con u n coltello speciale. I l ta-glio deve essere effettuato spostando il coltello in u n un ico m ovim en t o deciso, senza in t er r u zion i, e senza pressione. I l taglio recide le arterie prin cipali, sì che l'an im ale si seda e il sangue pu ò defluire dal corpo. Il macellaio (Shohet) recita una preghiera p rim a d i in iziare la shehitah. È interessante rilevare che del complesso rituale della shehitah n on vi è traccia nella Bibbia, m a si tratta d i una elaborazione giurispruden ziale successiva tesa a precisare m eglio le possibili im p licazion i del diviet o del sangue.

Ult eriori n or m e prescrivon o, n ella m acellazione, la rimozione d el n ervo sciatico d ell'an im ale, sulla base d i u n en igm at ico raccon to del lib r o della Genesi. In Genesi 32,25- 32 si racconta d i com e Giacobbe si

2. Cfr. La guida dei perplessi, a cu ra d i M . ZONTA, To r in o , U TET, 2003.

3. Si veda da u lt im o i l n u m e r o m o n o gr a fico della Rassegna m ensile di Israel dedicat o a

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trovò ad avere il suo n om e cambiato in "Israele" dopo una lotta durata t ut t a la n ot t e con t ro u n m ist erioso e n o n m eglio specificato "u o m o ", che si rivelerà p o i essere Dio stesso:

25 Giacobbe rimase solo e u n u o m o lot t ò con lu i fino allo spun tare d ell'au -r o -r a. 26 Ved en d o che n o n -riu sciva a vin ce-r lo , lo colpì all'a-r t icolazion e d el fem ore e l'art icolazion e d el fem ore d i Giacobbe si slogò, m en t re con tin uava a lot t are con lu i. 27 Q u e llo disse: "Lasciam i an dare, p erch é è spuntata l'au -r o -r a ". Giacobbe -rispose: "N o n t i lasce-r ò, se n o n m i av-rai b en ed et t o!". 28 Gh d o m a n d ò : "Co m e t i ch iam i?". Rispose: "Giacob b e". 29 Riprese: "N o n t i ch iam er ai p iù Giacobbe, m a Israele, p er ch é h ai co m b at t u t o con D i o e con gli u o m i n i e h ai vin t o !". 30 Giacobbe allora gli ch iese: "Svelam i i l t u o n o m e ". Gli rispose: "Per ch é m i ch ied i i l n om e?". E q u i lo ben edisse. 31 Allo r a Giacobbe ch iam ò q u el lu ogo Pen u èl: "Davvero — disse — h o vist o D i o faccia a faccia, ep p u re la m ia vit a è rim ast a salva". 32 Spun tava i l sole, qu an d o Giacobbe passò Pen u èl e zoppicava all'an ca.

No n è questa la sede per adden trarci nelle numerose in terpretazion i che son o state date d i questo episodio t an t o fi^ndamentale quan t o enigmatico."* Q u ello che im p ort a q u i è segnalare che l'episodio funge anche da n arrazion e eziologica per il d iviet o im p ost o agli israelit i d i cibarsi del n er vo sciatico a m o t ivo della ferita riport at a da Giacobbe all'anca n el corso della lot t a. Il testo in fat t i prosegue (Genesi 32,33):

Per quest o gli Isr aelit i, fino ad o ggi, n o n m an gian o i l n er vo sciatico, che è sopra l'art icolazion e d el fem ore, perch é q u e ll'u o m o aveva colp it o l'art icola-zion e d el fem ore d i Giacobbe n el n er vo sciatico.

An ch e in questo caso n o n è facile dare u n 'in t erp ret azion e d i una n orm a che ha le sue rad ici in una narrazione già d i per sé d i n on facile esegesi. È probabile com un que che il diviet o d i cibarsi del n ervo sciati-co sia da sciati-collegare in qualche m od o alla forza vitale. Il n ervo è rit en ut o il cen t ro d el m o vim e n t o d ell'an im ale e q u in d i r ien t r a n el d iviet o d i cibarsi d i elem en t i legat i alla forza vit ale, così com e altre t r ad izion i viet an o ad esem pio d i cibarsi d el cu ore o d el cervello dell'an im ale.^ La n orm at iva sul n ervo sciatico è codificata in particolare n el trattato t alm u d ico Hullin e a questo d iviet o si ricollega anche i l d iviet o d i cibarsi del grasso (helev). Q u est 'u lt im o da ricollegare, probabilm en t e,

4. cfr . S.A. MEIER, The Messenger in theAncient Sem itic W orld, At lan t a, Sch olars, 1988. 5. Cfr. J.G. SoMMER, Biblische Abhandlungen, Bo n n 1846, p p . 348-349.

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alla legislazion e sacrificale che im pon eva d i offrire i n sacrificio t u t t o il grasso d ell'an im ale, dal che si dedusse, una volta ven uta m en o la pratica del sacrificio an im ale con la d ist ru zion e d el t em p io , che i l grasso n o n era destinato all'u so alim en t are da parte d el fedele, cft-. Levitico 7,25:

p erch é ch iu n q u e m a n ge r à i l grasso d i a n im a li che si p osson o offrire i n sacrificio con sum at o dal fu oco in on ore d el Sign ore, sarà elim in at o dal suo p op olo.

Ancora il libro del Levitico specifica quale grasso in particolare vada offerto in sacrificio (3,9-11):

D e l sacrificio d i co m u n io n e offra com e d o n o al Sign ore i l grasso, la coda in t era, staccandola vicin o all'osso sacro, e il grasso che ricopre gli in t est in i e t u t t o i l grasso che sta in t o r n o agl'in t est in i, 10 i due ren i con i l lo r o grasso e il grasso in t o r n o ai lo m b i e al lo b o d el fegato che st acch erà al d i sopra d ei r en i. 11 II sacerdote farà fu m ar e t u t t o qu est o su ll'alt are, com e cib o, d o n o offert o al Sign ore.

Poco olt re, i l lib r o del Levitico vieta esplicit am en t e ogn i t ip o d i grasso, che vien e ad d irit t u ra appaiato al fon dam en tale d iviet o del sangue (3,17):

Questa è una legge peren n e per t u t t e le vostre gen erazion i. In t u t t i i lu o gh i dove abiterete n on m an geret e n é grasso n é sangue.

Maim on id e (Mishne Torah, Ma'akhalot Assurot, 9,1) ricollega la n or-m a a quella già vista del d iviet o d i cuocere i l capret t o n el latte d i sua m adre:

È viet at o i l grasso, è viet at o cu cin arlo ed è viet at o m a n gia r lo ai sensi della legge scrit t u rale. È viet at o god ern e. Esso deve essere sot t errat o. Le sue ce-n eri soce-no p r oib it e com e le cece-n eri d i t u t t e ciò che viece-n e sepolto. E ch iu ce-n qu e cu ocia anche solo un a p o r zio n e d elle d im e n sio n i d i u n 'o liva delle du e so-stanze in siem e, sia frustato in quan t o è scrit t o [Esodo 23: 19]: "N o n cuocere i l capretto n el latte d i sua m ad re." Allo stesso m o d o , una persona che m an gia carn e e lat t icin i co t t i in siem e an ch e solo d elle d im en siorìi d i u n 'o liva sia frustato, anche se n o n era lu i che l i ha cu cin at i.

Il Sefer ha-hinukh (mitzvà 72) , u n 'op era spagnola m edievale che offr-e una dettagliata spiegazione d ei 613 com an d am en t i rielab orat i

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da Maim o n id e, m et t e la n o r m a in relazion e ai più gen erali d iviet i rigu ardan t i com m ist ion i varie.

Q ueste n o r m e si in seriscon o n ella più am pia d ist in zion e t ra ani-m a li p u r i e iani-m p u r i, defin ita in Levitico n e Deuteronoani-mio 14: in buon a sostanza i l cibo n o n p u ò in alcun m o d o essere derivat o da categorie im p u r e d i an im ali, che sarà d 'u op o a questo p u n t o considerare in m aggior dettagUo.

Gli animali commestibili e non commestibili

Da questo p u n t o d i vista sono considerati p u r i, qu in d i com m est ibili, in generale alcune specie d i uccelli e m am m ifer i che ru m in an o e hanno l'u n gh ia fessa. Si veda in particolare Levitico 11,1-8:

I I I Sign ore p arlò a Mose e ad Ar o n n e e disse lo r o : 2 "Parlat e agli Isr aelit i d icen d o: "Q u e st i son o gli a n im a li che p ot r et e m an giar e fra t u t t e le best ie che son o sulla t erra. 3 Potrete m an giare d i ogn i quadrupede che ha l'u n gh ia b ip ar t it a, d ivisa da u n a fessura, e che r u m in a . 4 Ma ft-a i r u m in a n t i e gli an im ali che h an n o l'u n gh ia d ivisa, n o n m an geret e i segu en t i: i l cam m ello, perch é r u m in a , m a n o n ha l'u n gh ia divisa, lo considererete im p u r o ; 5 l'iràce, p er ch é r u m in a , m a n o n h a l'u n gh ia d ivisa, lo con sid ereret e im p u r o ; 6 la lep re, p erch é r u m in a , m a n o n ha l'u n gh ia d ivisa, la con sidereret e im p u r a ; 7 i l p o r co , p er ch é h a l'u n gh ia b ip ar t it a da u n a fessura, m a n o n r u m in a , lo con sid ereret e i m p u r o . 8 N o n m an ger et e la lo r o carn e e n o n t occh eret e i lo r o cadaveri; l i con sidereret e im p u r i.

II testo prosegue con alcune n or m e riguardan t i i pesci. Sono consi-derati p u r i, qu in d i com m est ibili, quei pesci che hanno pin n e e squame (cioè, n o n i crostacei), Levitico 11,9 -12:

9 Fra t u t t i g li a n im a li acquat ici ecco q u e lli che p ot r et e m an giar e: p ot ret e m an giar e t u t t i q u e lli, d i m are o d i fiume, che h a n n o p in n e e squam e. 10 Ma d i t u t t i gli an im ali che si m u o vo n o o vivo n o n elle acque, n ei m a r i e n ei fiumi, q u an t i n o n h an n o n é p in n e n é squam e saran n o per vo i ob b r ob r iosi. I I Essi saran n o per vo i ob b r ob r iosi; n o n m an geret e la lo r o carn e e riterrete o b b r o b r io si i lo r o cadaveri. 12 Tu t t o ciò che n o n h a n é p in n e n é squam e n elle acque sarà per vo i ob b r ob r ioso.

Com e è ovvio, l'elen co d i an im ali p u r i, q u in d i com m est ib ili, ne com port a u n o d i an im ali "im p u r i" che n o n possono essere m an giat i, e il testo di Levitico citato più sopra prosegue con u n elenco d i ucctWi

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im p u r i, in particolare i predatori, lasciando intendere che ogn i uccello n on n om in at o n ell'elen co è da considerarsi com m est ibile.

Da queste n orm e d i partenza la t radizion e esegetica e giu rispru den -ziale successiva h a, com e si p u ò im m agin are, lu n gam en t e elaborato, essendo necessario adattarle ai più diversi con testi st orici e geografici cui le com un ità ebraiche della diaspora dovet t ero adattarsi n el corso di due m illen n i d i storia. Questa situazione è complicata u lt eriorm en -te dalla sostanziale m an can za, n ell'eb raism o, d i un 'aut orit à cen t rale in discu t ibile e indiscussa. In altre parole, alcune var iazion i posson o sempre regist rarsi t ra le differen t i t rad izion i.

Un u t ile su n t o d ei p rin cip ali u si d i applicazion e delle n o r m e ali-m en t ari per l'ebraisali-m o con t eali-m poran eo si t rova in TheJewish Dietary Laws,^ u n 'opera a più m a n i d el 19 6 6 , in part icolare n el con t r ib u t o dedicato all'osservanza curato da S. Siegel.^

Questo lavoro, che si propon e d i fungere da guida per l'osservanza quot idian a delle n o r m e alim en t ar i, ricorda in n an zi t u t t o i cib i per-messi. In part icolare, com e si evince d el resto da quan t o ricordat o più sopra, ogn i t ip o d i fi-utta e verd u ra, per quan t o riguarda la carn e ovin i, b o vin i (r u m in an t i e an im ali con lo zoccolo fesso), per quan t o riguarda invece q u elli che si posson o gen ericam en t e defin ire pesci, sono cibo perm esso q u elli dot at i d i p in n e e squame ( il che, q u in d i, esclude m ollu sch i e crostacei, n on ch é det erm in at i pesci p r ivi d i pin n e, ad esem pio l'an gu illa), Siegel fa in olt re n otare che è stato necessario u n p ron u n ciam en t o speciale del rabbin ato am erican o per dich iarare kasher lo storion e e il pesce spada.

È in olt re permessa la m aggior parte del pollam e dom estico (pollo, anatra, oca, t acch in o), anche se la situazion e è parecchio com plicata dalla difficoltà d i in ten dere gli uccelli vietati e n o dalla Bibbia secondo una classificazione m odern a. Il testo biblico, dà una lista d i una ventina d i t ip i d i u ccelli che n o n posson o essere m an giat i m a, com e spesso accade, n o n dà in d icazion i precise per dist in gu ere t ra u ccelli kasher e n o n kasher. Leggiam o in fat t i in Levitico 11,13-19 una lista d i u ccelli

6. Av.Vv. The Jewish Dietary Laws, Ne w York, Bu r n in g Bush PreSs, 1966^; T. GARFUNKEL,

Kasher far Everybody. The Com plete Guide to Understanding, Shopping, Cooking, and Rating the Kasher W ay, San Fran cisco, Jossey-Bass In c.,U.S. 2004; cfr. già A. WIENER, Die jiidischen Spei-segesetz e nach ihren verschiedenen Gesichtspunkten z um ersten Male wissenschaftlich-m ethodisch geordnet und kritisch beleuchtet, Breslau, Sch ot t laen d er, 1895.

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vietati la cu i iden t ificazion e è spesso presun t iva:

Q u est i con sid ereret e a b o m in e vo li fra g li u ccelli e n o n m an geret e p erch é sono u n ab om in io: l'aqu ila, l'ossifraga e la strige, 14 i l n ib b io e le varie specie d i rapaci; 15 le varie specie d i c o r vi; 16 lo st r u zzo , la civet t a, i l gab b ian o e le varie specie d i sp arvieri; 17 i l gu fo, i l m a r t in pescatore e l'ib is; 18 i l cign o e i l p ellican o e la fòlaga; 19 la cicogn a, le varie specie d i a ir o n i, l'u p u p a e i l p ip ist rello.

La t radizion e esegetica successiva ha in dividuato due caratteristiche p rin cip ali e due caratteristich e secondarie necessarie per la d ist in zio-n e. Izio-n part icolare, sozio-n o da cozio-n siderarsi kasher qu egli u ccelli i l cu i ven t r iglio p u ò essere facilm en t e rim osso a m an o m en t r e q u elli che presentano difficoltà in questo senso saranno da considerarsi im p u r i, com e im p u r i, com p ren sib ilm en t e, son o r it e n u t i gli u ccelli da preda in quan to pot rebbero essersi n u t r it i a loro volta d i an im ali im p u ri.^ E da ricordare in olt re che Loca n u t rit a a forza è t en den zialm en t e consi-derata n o n p u ra perch é la cannula pot rebbe forare l'esofago e qu in d i ren dere l'an im ale im p erfet t o. In qu an t o alle u ova, son o da rit en ersi pu re, quelle d i pollam e p u r o.

Com e ricordato, la regola della macellazione rituale vale com unque per gli an im ali p u r i. Cioè a d ire, anche se l'an im ale è kasher n on pu ò essere m an giato se n on previam en te sottoposto a macellazione rituale e la m acellazion e rit u ale, a sua volt a, com p ort a u lt er io r i n o r m e da rispettare. In part icolare, la carne n o n p u ò essere bollit a, macinata né surgelata p r im a d i essere sottoposta a m acellazion e rit u ale, anche se, sottolinea Siegel, la regola del surgelam ento pu ò avere delle eccezioni in sit u azion i d i em ergenza.

Al con t r ar io, la grigliat u ra è considerata i l m ezzo più efficace per rim u overe i l sangue dalla carn e, al p u n t o che, ricorda ancora Siegel, p u ò sost it u ire, con qualche accorgim en t o, la m acellazione rituale. In part icolare la gr igliat u r a ren de possibile anche m an giare i l fegato, organ o che, a m o t ivo della gran d e quantità d i sangue che con t ien e n on p u ò essere sottoposto alla m acellazione t radizion ale.

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Le norme alimentari ebraiche 169

La kashrut di Pasqua

La Pasqua (pesach) è la festa religiosa più im p ort an t e del ciclo festivo ebraico e in questa festa si osservan o p art icolari n o r m e alim en t ari.^ Secondo la narrazione eziologica della festa che leggiam o nella Bibbia, una com pon en t e fon dam en tale della vicen da è Luso d i pane n o n lievitato (azzim o). Così in Esodo 12,17-20:

O sserverete gli Az z im i, p erch é p r o p r io i n questo gio r n o h o fatto uscire le vostre schiere dal paese d 'Egit t o: osserverete questo gio r n o com e prescrizio-ne perenprescrizio-ne per le vostre gen erazion i. 18 N e l p r im o mese, il qu at t ordicesim o gio r n o d el m ese, alla sera, m an geret e azzim i fino al ven t u n esim o gio r n o del m ese, alla sera. 19 Per sette g i o r n i n o n si t roverà Hevit o n elle vost re case, perch é ch iu n qu e m an gerà del lievit at o, quella persona sarà recisa dalla com un ità d'Israele, im m igr a t o o nativo d el paese. 20 N o n m an gerete nessun genere d i lievit at o; ovu n qu e abit eret e, m an geret e azzim i.

Da q u i, in n an zi t u t t o , la n o r m a d i r ip u lir e accuratam ente l'abit a-zion e e in part icolare st oviglie e b icch ier i da ogn i possibile traccia d i lievit o. In olt re le st oviglie che d u ran t e Tan n o son o usate anche per cib i che con t en gon o lievit o n o n van n o usate d u ran t e le festività pasquali, p rop rio per evitare anche solo i l rischio d i qualunque contat-to col Hevicontat-to. Segnatamente, son o p r o ib it i d u ran t e la Pasqua pane e d olci lievit at i, b iscot t i, crackers, cereali e d erivat i, caffè, farin a, or zo, avena, riso, fagioH e piselli secchi, com e pure ogn i bevanda che possa contenere alcol derivato dalla ferm en tazion e del gran o.

Tu t t o ciò che, per esclusione d i qu an t o rip ort at o sopra, sarebbe perm esso deve in ogn i caso avere la cert ificazion e rabbin ica kasher VPesach (p u ro per Pasqua) e a scanso d i equ ivoci Siegel sot t olin ea che le etich ette che r ip or t an o questa d icit u r a m a senza la firma d i un 'autorità rabbin ica n o n h an n o alcun valore. D i con t r o, firutta e verdura fresca (con l'eccezione citata d i piselli e fagioli) n on rich iedon o alcuna cert ificazion e e posson o essere lib eram en t e m an giat i anche duran t e la festività pasqm le.

9. Bast er à i n quest a sede r im an d ar e al classico H.J. KRAUS, Zu r Geschichte des

Pas-sah-Massot-Festes im Alten Testam ent, in Evangelische Theologie 18 (1958), pp. 47-67; cfr. an che,

p iù d i recen t e e da u sare co n qu alch e caut ela, C . LEONHARD, The Jewish Pesach and the

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170 Co r r ad o Mar t o n e

Du r an t e la Pasqua si usa u n part icolare vin o kasher la cu i prepa-razion e è stata con st an t em en t e con t rollat a dalla autorità rabbin ica, m en t r e, alm en o in am b ien t i n o n ort od ossi, n o n vi son o p art icolari n o r m e rigu ard an t i i l vin o al d i fu o r i d ell'am b it o cerim on iale.'°

Per qu an t o riguarda p o i l'osservan za d i queste regole quan do si è fu o r i casa, e n o n sia d ispon ibile u n lu ogo ove t rovare cibo kasher, in base a qu an t o vist o sopra, i l con siglio più sensato per evitare t ra-sgressioni in volon t arie è qu ello d i m an giare vegetarian o ed evitare cibi cot t i.

Son o da ricordare in fin e alcu n i r it u ali che legat i al m o m e n t o d el pran zo che m et t on o in rilievo la sacralità del m o m en t o già del resto ben evidenziata dalla sacralità (purità) del cibo. In n an zi t u t t o, prim a d i m et t ersi a tavola, l'ebreo osservante pratica u n accurato lavaggio delle m an i e pron u n cia una particolare ben edizion e p r im a d i asciugarsi:"

Benedetto sei t u , o Sign ore n ost ro D io , Re d ell'u n iverso, che ci h ai santificato coi t u o i com an d am en t i, e ci h ai com an dat o i l lavaggio delle m an i.

Vien e q u in d i pron un ciata una ben edizion e sul pane:

Sii t u ben edet t o. Sign ore n ost ro D io , re d ell'u n iverso, che h ai port at o il pane fu o r i dalla t er r a.

Alla fine del pasto si pron un cia u n rin graziam en t o, duran te il quale si lasciano in tavola alcune b r iciole d i pane e, invece, si t olgon o i coltelli.^^

Osservazioni conclusive

Bisogna infine ricordare che in una prospettiva storiografica, per quan-t o riguarda la fase più an quan-tica della squan-t oria della religion e ebraica, quan-t ali n o r m e paion o essersi stabilizzate con l'afferm arsi della fon t e P

(sa-io . Cfr. F. SKOLNIK (a cu ra d i), EncyclopaediaJudaica, jerusalem , Ket er, vo i. 21, s.v. W ine, co n r im a n d o a J. EISENSTEIN, Otz ar Dinim u-Minhagim , N e w Yor k, H e b r e w Pu b lish in g coom pan y, 1917, pp. 168-169.

11. Cfr. M . N U L M A N , The Encyclopedia of Jewish Prayer. The Ashkenaz ic and Sephardic Rites, La n h a m , Ro wm a n & Lit t le fie ld Pu blish ers, p. 282.

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Le norme alimentari ebraiche 171

cerdotale)/ ^ q u in d i in epoca esilica (se n o n post -esilica), m en t re più problem at ico risulta in d ivid u arle in epoca precedente/ "*

Per quanto riguarda epoche più recen t i, invece, n on va dim en ticato che le n o r m e sulla kashrut possono subire variazion i anche sen sibili a seconda delle diverse co r r en t i e delle diverse com u n it à del giu d ai-sm o con t em p oran eo e che diverso è T at t eggiam en t o n ei con fron t i della kashrut col variare, per così d ire, d el grad o d i osservanza delle diverse corren t i. Dalla più rigida osservanza delle n o r m e n ei gr u p p i (u lt ra)ort od ossi, che con sideran o le n o r m e alim en t ar i parte fonda-m en tali del cofonda-m andafonda-m ento d ivin o "sii san to" (Levitico 19,2), si giun ge a una in t erpret azion e contestualizzata d i queste n elle cor r en t i dell'e-braism o riformato, atteggiam en to bene sintetizzato nella risoluzione della conferenza d i Pit t sb u rgh (1885),^^ dove fu r on o for m u lat i i p r in -cìpi fon d an t i e co m u n i delle varie an im e del giu d aism o r ifor m at o, posizione che fu com u n qu e in seguito in parte am m orb id it a:

No i r it en iam o che tali leggi rabbin ich e m osaiche com e per quan t o riguarda la dieta . . . abbian o avu t o o r igin e i n epoch e e sot t o l'in flu en za d i idee d el t u t t o estranee al n ost ro attuale stato m en t ale e spirit u ale. Esse n o n riescono a im pression are l'Eb r eo m o d e r n o con u n o sp ir it o d i san tità sacerdotale, la lor o osservanza n ei n ost r i gio r n i t en de p iu t t ost o ad ostacolare che favorire m od ern a elevazion e spirit u ale.

13. Sulle fon t i d el Pentateuco e i n part icolare sulla fon t e sacerdotale si veda J.A. SOGGIN,

Introduz ione all'Antico Testam ento, Brescia, Paideia, igSj'*, p p . 182-195.

14. Cfr. C. GROTTANELLI, La religione d'Israele prim a dell'Esilio, irt G . FILORAMO (a cu ra d i)

Ebraism o, Rom a, Lat erza, p. 21; per un a t rat t azion e p iù gen erale olt r e l'a m b it o r eligioso e

cultuale cfr. i l recen t issim o C. SHAFER-ELLIOT, Food in Ancient Judah: Dom estic Cooking in the

Tim e of the Hebrew Bible, Sh effield, Eq u in ox, 2013.

15. Cfr. J.G. HELLER, Isaac M . W ise: His Life, W ork and Thought, N e w York, Th e U n io n o f Am e r ica n H e b r e w Con gregat ion s, 1965, p p . 464-465.

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