UN MODELLO DI RAPPRESENTAZIONE DELLE RELAZIONI TRA
AZIENDA SANITARIA E UTENZA: LA MATRICE DEI LIVELLI
ASSISTENZIALI
Marialuisa Saviano
Supplente di Marketing in store - Facoltà di Economia
Supplente di Economia e Gestione delle Imprese — Facoltà di Farmacia
Università degli Studi di Salerno
Sommario: 1. Le relazioni tra Azienda Sanitaria e Utenza: un'analisi evolutiva; 1.1 Dalla
relazione medico-paziente alla relazione azienda-cliente: come cambiano finalità, strutture
e prestazioni in sanità; 2. Verso un modello di rappresentazione delle relazioni tra Azienda
Sanitaria e Utenza: la matrice dei Livelli Assistenziali; 3. L'analisi della rilevanza della
presta-zione sanitaria; 4. L'efficacia della prestapresta-zione sanitaria.
1. Le relazioni tra Azienda Sanitaria e Utenza: un'analisi evolutiva
Con il presente contributo si intende proporre un modello di
rappre-sentazione delle relazioni tra Azienda Sanitaria e Utenza aventi ad
ogget-to l'erogazione delle prestazioni sanitarie. Il percorso di riflessione
muove da un'analisi che, avendo come filo conduttore l'evoluzione della
concezione di salute e la più recente disciplina legislativa del diritto
sani-tario, illustra come sono cambiate le finalità, le strutture e le prestazioni
in sanità e come tali cambiamenti si riflettono sulle relazioni tra Azienda
Sanitaria e Utenza. Si evidenziano, in tale percorso evolutivo, i passaggi
fondamentali che conducono all'attuale caratterizzazione della relazione
azienda-cliente nell'ambito del Sistema Sanitario'.
Lo sforzo di modellizzazione conduce allo sviluppo di una
rappresen-tazione matriciale dei livelli assistenziali che risulta utile a esprimere i
punti di vista dell'Azienda Sanitaria e dell'Utenza, esplicitandone finalità
e attese nonché aree di convergenza e di possibile divergenza.
1.1 Dalla relazione medico-paziente alla relazione azienda-cliente: come
cambiano finalità, strutture e prestazioni in sanità
L'evoluzione della sanità moderna, che trova le sue origini nelle
forme di assistenza diffuse nel Medioevo, risulta strettamente collegata
con lo sviluppo della medicina, da un lato, e dei servizi sociali pubblici,
dall'altro2.
In epoca medievale, l'etica caritativa caratterizzò lo sviluppo delle
prime organizzazioni ospedaliere e il ruolo del medico come persona
addetta all'assistenza del sofferente3. Successivamente, in età moderna, si
giunse ad una visione che poneva l'accento sull'aspetto
tecnico-scientifi-co della prestazione medica di cura e introduceva l'idea della prevenzione
della malattia, con l'organizzazione di misure igienico-sanitarie.
Tra il Settecento e il Novecento si realizza il cammino verso la sanità
contemporanea, attraverso radicali trasformazioni che sanciscono
defi-nitivamente la distinzione tra assistenza sociale e assistenza medica. Si
approvano le prime leggi in materia di sanità, istituendo il sistema
sani-tario piramidale e ci si avvia verso la successiva introduzione del diritto
alla salute.
Uno dei cambiamenti più significativi che hanno caratterizzato il
processo evolutivo della sanità è rintracciabile nel passaggio:
- dalla concezione liberistica del XIX secolo, che considera la salute
come un bene privato, la cui tutela è affidata all'interesse individuale;
- alla concezione della salute come primario compito di benessere dello
Stato, conseguente all'affermarsi dello Stato sociale, fino alla visione
attuale, dove risulta rafforzata la dimensione sociale di sanità, sulla
base del riconoscimento dell'evidente legame tra salute individuale e
salute sociale 1.
Il cambiamento di prospettiva5 conduce all'affermazione di un diritto
alla salute, quale diritto fondamentale del cittadino nell'interesse della
comunità, riconosciuto a livello costituzionale (Art. 32 della Costituzione
italiana), in virtù del quale si è assegnata all'organizzazione sanitaria,
costituitasi nel Ministero della sanità (oggi Ministero della Salute) e nei
suoi organi periferici, la finalità ultima di tutela della salute6,
interpreta-ta, nel tempo, non solo in un'ottica di cura, ma sempre più in un'ottica
di prevenzione7 .
11 concetto di salute
Nel 1948 l'OMS ha definito la salute come "uno stato di completo
benesse-re fisico, mentale e sociale e non solamente l'assenza di malattia." "Le
diverse accezioni del termine configurano diversi scenari. Quello
tradi-zionale di "assenza di malattia" è strettamente connesso alla millenaria -
ma ormai obsoleta - concezione della professione medica ridotta nei
con-fini angusti della dimensione esclusivamente libero-professionale. Dai
tempi di Ippocrate al secolo XIX tale concezione ha limitato l'impegno
sociale dei medici e circoscritto la naturale multidimensionalita del
feno-meno salute-malattia."8
Parallelamente, le strutture dell'organizzazione sanitaria si sono
modificate, per rispondere meglio alle nuove esigenze, attraverso un
lento ma progressivo processo di riforma, da quella ospedaliera del 1968,
con la successiva scomparsa degli enti mutualistici (legge 349 del 1977)
ed il progressivo trasferimento di competenze alle Regioni, fino
all'attua-le riordino della sanità, attuato con il D. Lgs. 502 del 1992.
Tale ultima spinta evolutiva conduce all'affermazione di alcuni
ele-menti fondamentali, che impattano significativamente sulla
configura-zione delle relazioni tra Azienda Sanitaria e Assistito:
• la definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA);
• l'aziendalizzazione delle strutture di produzione ed erogazione dei
servi-zi sanitari;
• la competitività;
• la partecipazione del cittadino.
Intorno alla originaria figura del medico si va strutturando un
siste-ma articolato di erogazione della prestazione sanitaria, che conduce
all'attuale configurazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN),
all'in-terno del quale le strutture operative si vanno progressivamente
moder-nizzando, essendo legittimate ad adottare approcci gestionali tipici
del-l'azienda basati sul criterio di efficienza9. Il tutto in un contesto
competi-tivo, in cui le logiche assistenzialistiche cedono il passo alle regole del
mercato, affermando la centralità del cittadino, destinatario della
presta-zione, e della sua soddisfazione1°. Si definisce un'organizzazione del
Servizio Sanitario, quale insieme delle risorse umane, materiali e
finan-ziarie organizzate per erogare prestazioni finalizzate a mantenere o
migliorare lo stato di salute: un'organizzazione strutturata, quindi, per
funzionare in modo sistemico avendo come finalità ultima la tutela della
salutell.
Con la cosiddetta riforma sanitaria ter (D. Lgs. 229 del 1999) si
com-pleta il processo di riorganizzazione attraverso l'aziendalizzazione, la
partecipazione del cittadino e l'integrazione socio-sanitaria. Quest'ultima,
introdotta nel D. Lgs. 502 del 1992, rafforzando la visione sociale del
concetto di salute, contribuisce a modificare la natura e l'articolazione
delle prestazioni del Servizio Sanitario, individuando una categoria di
bisogni di salute della persona, che richiedono unitariamente prestazioni
sanitarie e azioni di protezione sociale e, pertanto, una integrazione
assi-stenziale tra servizi sanitari e servizi sociali12.
Le descritte dinamiche si traducono in una progressiva
trasformazio-ne della prestaziotrasformazio-ne sanitaria, che incorpora contenuti nuovi e
assoluta-mente più ampi rispetto alla originaria prestazione medica di cura del
sofferente.
L'Art. 1 comma 3 del D. Lgs. 502 del 1992, come sostituito dall'Art. 1
del D. Lgs. 229 del 1999, individua le prestazioni sanitarie in quelle
com-prese nei Livelli Essenziali di Assistenza13.
I Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria
"I Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria (LEA) sono le prestazioni e i
servizi che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto a garantire a
tutti i cittadini, gratuitamente o in compartecipazione, grazie alle risorse
raccolte attraverso il sistema fiscale" [www.ministerosalute.it]14.
Le prestazioni inserite nei Livelli Essenziali di Assistenza sono quelle
che devono, quindi, essere garantite dal Servizio Sanitario Nazionale su
tutto il territorio italiano. I livelli sono definiti in funzione degli obiettivi
di salute indicati nel Piano Sanitario Nazionale, sulla base dei criteri di
efficacia e di appropriatezza15.
Si distinguono tre macro-aree di attività comprese nei LEA (D.P.C.M.
29/11/2001):
1. assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro;
2. assistenza distrettuale;
3. assistenza ospedaliera.
A livello locale, i Comuni possono prevedere, finanziandoli, livelli
aggiuntivi di assistenza. Le Aziende Sanitarie possono, poi, assumere la
gestione di attività o servizi socio-assistenziali, delegati e finanziati dagli
enti locali, con l'erogazione delle prestazioni socio-sanitarie rientranti
nel progetto di integrazione socio-sanitaria.
Le prestazioni socio-sanitarie sono classificate, in funzione del grado
di rilevanza della componente sanitaria, come:
a. prestazioni sanitarie a rilevanza sociale;
b. prestazioni socio-sanitarie ad elevata integrazione sanitaria;
c. prestazioni sociali a rilevanza sanitaria.
Tranne per quelle della terza classe, che sono erogate dai Comuni, le
altre categorie di prestazioni sanitarie si qualificano per la presenza di
contenuti di servizio di natura sociale, che impattano, sia pure
indiretta-mente, sull'obiettivo di tutela della salute (anche in un'ottica di
preven-zione).
L'evoluzione della prestazione sanitaria risulta, quindi, conseguente
a più ordini di processi:
- da un alto, un arricchimento dei contenuti, rintracciabile attraverso
l'a-nalisi dei processi di erogazione delle prestazioni sanitarie, che
eviden-ziano la crescente presenza di numerosi servizi che precedono,
accom-pagnano e seguono la parte core della prestazione;
- dall'altro, un ampliamento dei contenuti, riconducibile alla suddetta
integrazione assistenziale socio-sanitaria.
Il complesso delle dinamiche descritte, rappresentato
schematica-mente in Figura 1, esprime visioni sempre più ampie del problema della
salute, che conducono:
- dal lato dell'offerta, ad una strutturazione articolata del Sistema
Sanitario e, al suo interno, delle Unità Operative;
- dal lato della domanda, ad una simmetrica articolazione dei bisogni
assistenziali, prima effetto (fase assistenzialistica) e poi concausa (fase
di mercato) dell'evoluzione dell'offerta.
Ottica di assistenza (salute e lavoro) Ottica socio-sanitaria (salute, ambiente e società)
AZIENDA
SANITARIA
P E T A o E A N TA
Ottica di cura (salute e malattia)Figura 1 - Dalla relazione medico-paziente alla relazione azienda-cliente: il
percorso di arricchimento e ampliamento della prestazione
sanitaria
Fonte: Elaborazione propria
La prestazione sanitaria, quale oggetto della relazione tra domanda
ed offerta di assistenza, racchiude in sé l'insieme dei cambiamenti
inter-venuti, articolandosi progressivamente come processo complesso in cui
variamente si combinano le numerose attività svolte all'interno e in
colla-borazione con l'esterno dagli operatori del complessivo Sistema
Socio-Sanitario16.
Per effetto delle descritte evoluzioni, la definizione di prestazione
sanitaria, al di là dei contenuti espliciti della norma, risulta poco agevole
e, forse proprio per questo, ancor più necessaria.
L'assistito, in quanto persona, lavoratore o cittadino, diviene, così,
destinatario di un servizio complessol8 - la prestazione sanitaria -
artico-lato in una varietà di processi, che si compongono di numerose attività,
che, a partire dalla componente core, hanno i contenuti più diversi, da
quelli di natura strettamente medica fino ad altri che poco o nulla hanno
a che fare con essa.
Il processo di aziendalizzazione delle strutture sanitarie con il nuovo
approccio competitivo al mercato, da un lato, e il processo di
socializza-zione del problema della salute, dall'altro, hanno arricchito la
prestazio-ne sanitaria di nuove compoprestazio-nenti di servizio che non attengono stretta-
mente alla relazione medico-paziente, rendendo sicuramente più
artico-lato e forse complicato il rapporto con l'utenza, ma offrendo, al
contem-po, ulteriori elementi per la sua soddisfazione e, conseguentemente, più
leve di differenziazione competitiva.
La prestazione sanitaria
La prestazione sanitaria qualifica "servizi a livello di aggregazione e di
com-plessità estremamente diversi. Il range di servizi designati con tale termine
può andare dalla singola attività o procedura rivolta al paziente
(determina-zione della glicemia) al servizio reso per affrontare un determinato problema
clinico (un ricovero ospedaliero), fino ad includere un intero episodio di
assi-stenza (attività necessarie per risolvere un episodio di malattia, sia di ricovero
che ambulatoriali) "17.
La prestazione rappresenta, quindi, l'aspetto di contenuto tecnico specifico
della relazione di servizio ed è connotata da livelli di complessità differenti in
funzione della richiesta.
In tale contesto, l'accezione di cliente per il destinatario delle
presta-zioni sanitarie si comprende evidentemente come più idonea ad
espri-mere e racchiudere la varietà dei ruoli possibili a livello individuale
(paziente, assistito, utente, cittadino) e collettivo (famiglie,
organizzazio-ni sociali, collettività, società civile, ecc.) e l'ampiezza delle esigenze
assi-stenziali.19
2. Verso un modello di rappresentazione delle relazioni tra Azienda
Sanitaria e Utenza: la matrice dei Livelli Assistenziali •
Ci si chiede, a questo punto, in un intento di modellizzazione del
rapporto tra Azienda Sanitaria e Utenza avente ad oggetto l'erogazione
delle prestazioni sanitarie, come interpretare le peculiarità descritte e, in
particolare, se e come tener conto della varietà dei contenuti dell'offerta,
del grado di complessità dei processi di erogazione e della loro efficacia
nel conseguimento della finalità ultima di tutela della salute attraverso la
soddisfazione di specifiche esigenze assistenziali dell'individuo e della
collettività.
Si evidenzia l'utilità di uno schema di riferimento, che, considerando
le esigenze assistenziali, da un lato, e l'articolazione della prestazione
sanitaria, dall'altro, guidi la metodologia di indagine dell'efficacia delle
relazioni tra Azienda Sanitaria e Utenza.
La domanda di assistenza sanitaria è caratterizzata da una varietà di
specifiche esigenze che rispondono oggi ad un'ampia gamma di bisogni
di prevenzione, di cura e di riabilitazione.
Partendo dall'analisi dei bisogni dell'utente, è possibile interpretarne
le differenziate esigenze assistenziali, al fine di esprimere le principali
articolazioni della domanda di servizi sanitari in funzione dell'esigenza
assistenziale dell'utente.
L'utente di prestazioni sanitarie manifesta, evidentemente, un
biso-gno generico di salute, cui sono connesse specifiche esigenze (bisogni
derivati o specifici) 20:
1. di guarigione da uno stato di malattia (aspetto biologico);
2. di recupero di funzionalità (aspetto funzionale);
3. di mantenimento e preservazione dello stato di salute (benessere
come stare bene: aspetto psico-sociale).
Le relative risposte rinviano alla nota tripartizione degli interventi
assistenziali21:
1. interventi preventivi;
2. interventi curativi22;
3. interventi riabilitativi.
Considerando, poi, la variabile "durata" dell'intervento assistenziale,
si distinguono:
1. interventi intensivi;
2. interventi estensivi;
3. interventi lungo-assistenziali.
Si ottiene, in tal modo, un'articolazione del bisogno sufficiente ad
esprimerne il grado di intensità, che varia in funzione della natura del
problema (biologico, funzionale, psico-sociale) e della connessa esigenza
(prevenzione, cura, riabilitazione), della tipologia di intervento richiesto
e della durata dello stesso: risulta così definita l'intensità del bisogno
assi-stenziale, la cui variazione nel tempo, rispetto ad una ipotetica patologia,
disegna una curva in cui risultano identificabili, come interventi
assi-stenziali (Figura 2):
- una fase di prevenzione, di intensità più o meno stabile nel tempo;
- una fase di cura intensiva, a seguito di un evento "problema di salute"
di varia entità/gravità, durante la quale il bisogno assistenziale è
intenso e crescente sia nella fase diagnostica sia in quella terapeutica;
- una fase di cura estensiva, durante la quale l'intensità del bisogno
assi-stenziale va progressivamente riducendosi in funzione della rapidità
della guarigione;
- una eventuale fase di riabilitazione, di tipo lungo-assistenziale, di più
o meno lunga durata.
Qualora, poi, l'intervento si rivelasse inefficace (riacutizzazione) per
qualsivoglia motivo, potrebbe essere necessario un re-intervento
curati-vo, con una nuova impennata del bisogno assistenziale.
fase intensiva fase estensiva
fase lungo-assistenziale
Riabilitazione
Prevenzione Guarigione
Intensità del bisogno
assistenziale Cura
Riacutizzazione
Evento 'problema di salute"
tempo
Intensità del bisogno Intervento assistenziale
Bassa Prevenzione
Media Riabilitazione
Alta Cura
Figura 2 - La curva del bisogno assistenziale
Fonte: Elaborazione propria
Sulla base della rappresentazione proposta è, quindi, possibile
consi-derare l'intensità del bisogno assistenziale (Tabella 1):
- bassa, quando si necessita di una normale attività di prevenzione;
- inedia, quando si necessita di una più o meno intensa e prolungata
atti-vità di riabilitazione;
- alta, quando si necessita di una più o meno intensa e prolungata
atti-vità di cura.
Tabella 1 - Intensità del bisogno assistenziale e tipologia di intervento
Risulta, così, possibile distinguere i livelli assistenziali richiesti
dall'u-tente in funzione dell'intensità del bisogno.
Passando, a questo punto, all'analisi dell'offerta sanitaria, si osserva
che l'evoluzione della concezione di salute ha condotto, come
evidenzia-to in precedenza, ad un ampliamenevidenzia-to dell'area di intervenevidenzia-to
assistenzia-le, attraverso l'introduzione e il progressivo incremento di componenti
della prestazione non strettamente connesse alla "cura della malattia"
(fase intensiva e/o estensiva), ma ad essa precedenti (fase di
prevenzio-ne) e successive (fase di riabilitazioprevenzio-ne).
Riconoscendo, sostanzialmente, la maggiore onerosità complessiva
(finanziaria, sociale, ecc.) degli interventi di tipo curativo, si è attribuita
sempre più rilevanza a soluzioni finalizzate:
• da un lato, a prevenire il rischio dell'insorgere e della diffusione di
malattie (prevenzione);
• dall'altro, a prevenire il rischio di inefficacia degli interventi curativi (in
tal senso, la stessa riabilitazione può essere vista come un'attività rivolta
a rafforzare l'efficacia degli interventi curativi, in quanto contribuisce a
ridurre il rischio di ricadute, recidive, riacutizzazioni).
Posto, tuttavia, che, nonostante la crescente attività di prevenzione,
esisterà sempre una massiccia attività assistenziale di tipo
diagnostico/curativo, l'Azienda Sanitaria, nel rispetto dei criteri di
effica-cia e di appropriatezza, per il vincolo delle risorse disponibili, ricercherà
sempre nuove soluzioni strutturali ed organizzative volte a contenere il
livello dei costi, incrementando così la varietà di alternative possibili.
In relazione alle differenziate esigenze e relative soluzioni, quindi, le
attività assistenziali presentano intensità e costi molti diversi,
articolan-dosi in processi non sempre facilmente e rigorosamente riconducibili a
definiti protocolli23. L'offerta di prestazioni sanitarie spazia, quindi,
nel-l'ambito di una gamma di servizi alla cui erogazione sono preposte le
diverse strutture del SSN24. Le categorie di LEA raggruppano,
conse-guentemente, una varietà di prestazioni che presentano caratteristiche e
problematiche diverse sia dal punto di vista della tipologia di bisogni cui
rispondono, sia dal punto di vista dell'entità dell'impegno di strutture,
risorse, ecc.25 I criteri in base ai quali sono raggruppati attualmente i
LEA non risultano, d'altra parte, coerenti con le finalità di
modellizzazio-ne, in quanto non esplicitano la rilevanza della prestazione rispetto:
- alle esigenze assistenziali dell'utente;
- alle esigenze gestionali dell'Azienda Sanitaria.
Così come si è articolata la domanda di prestazioni sanitarie tenendo
conto dell'esigenza assistenziale, occorre poter articolare l'offerta di
pre-stazioni sanitarie tenendo conto delle logiche dell'Azienda Sanitaria. Ai
fini della modellizzazione, occorre, quindi, individuare una variabile in
grado di esprimere le logiche di organizzazione dell'offerta dell'Azienda
Sanitaria.
L'Azienda Sanitaria, quale sotto-sistema del SSN, persegue,
attraver-so specifici obiettivi, la finalità ultima di tutela della salute, muovendosi
all'interno di un sistema di vincoli e regole definiti dal sovra-sistema cui
riferisce. Proprio tali vincoli, derivando dalla limitata disponibilità di
risorse, fissate come tetti di spesa per l'Azienda Sanitaria, rendono
pres-sante la necessità di conciliare gli obiettivi di efficacia con quelli di
effi-cienza26.
Il ponte tra efficacia e controllo dei costi della prestazione sanitaria è
dato dall'appropriatezza (Figura 3), considerata come "quella condizione
che si realizza quando all'utente, in relazione al suo bisogno, viene reso il
servizio nel giusto ambito assistenziale (territorio di appartenenza), con la
appropriatezza
tipologia/modalità adeguata (domiciliare, residenziale o altro), al momento
giusto e nella giusta misura/quantità"27 .
Figura 3 —
L'appropriatezza della prestazione sanitaria come ponte tra
effi-cienza ed efficacia
efficienza
---...
efficacia
Il concetto
di
appropriatezza
«Il concetto di appropriatezza delle prestazioni mediche o dei ricoveri è,
come del resto molti altri concetti che riguardano il mondo sanitario, in
rapi-da evoluzione. Nel 1994 Carlo Schweiger* definiva, in un brillante editoriale
pubblicato sul Giornale Italiano di Cardiologia, prestazione appropriata come
"quella prestazione per cui i benefici per il paziente superano i rischi in
misu-ra tale da giustificarne l'erogazione", [...] Nello stesso articolo l'autore dice
che "l'appropriatezza è un criterio esclusivamente clinico e prescinde da
qual-siasi motivazione economica." Risulta intuitivo quindi che questa
interpreta-zione era basata esclusivamente sulla più scrupolosa osservanza del rapporto
rischio/beneficio della prestazione senza considerare l'aspetto inerente al
rap-porto costo/beneficio. Tuttavia, come si diceva, le cose cambiano.
Prepotentemente (non sappiamo se a torto o a ragione) si affacciava sul
mondo sanitario italiano ed internazionale lo spettro del contenimento delle
spese. Cosicché nel 1995 l'appropriatezza delle cure veniva associata anche al
concetto di corretto uso di risorse. Infatti alcuni autori definivano
"appro-priata una cura quando questa comporta un corretto uso delle
risorse/compe-tenze e se consente di rispondere in modo adeguato ad una specifica
doman-da di assistenza (peraltro validoman-data doman-dalla classe medica)"**. Ne consegue che il
suo inverso (prestazione inappropriata) non significa necessariamente e
sola-mente cura inutile, senza beneficio o clinicasola-mente errata ma prestazione
ero-gabile altrove (altro livello assistenziale) e/o con altre modalità temporali.»28.
Così interpretata, l'appropriatezza rappresenta il ponte del profilo
costo
-
beneficio,
e non del profilo
rischio
-
beneficio,
del processo di
eroga-zione della prestaeroga-zione sanitaria, qualificandosi come criterio per
identi-ficare il livello assistenziale adeguato rispetto ad una determinata
esi-genza in termini di risorse/competenze impiegate (e, quindi, di costi)29.
La focalizzazione sui costi che consegue a tale logica di valutazione
dell'appropriatezza spiega le scelte gestionali dell'Azienda Sanitaria, che,
implicitamente, distingue le prestazioni in "livelli" assistenziali, cui
corri-spondono soluzioni strutturali e organizzative con costi di struttura e di
utilizzo della struttura di diversa entità 3°.
Come si diceva poco sopra, la ripartizione dei LEA nelle tre aree di
offerta di assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro, assistenza
ospedaliera e assistenza distrettuale risulta poco funzionale ad una
classi-ficazione dell'offerta assistenziale, in quanto raggruppa attività di natura
diversa: l'assistenza ospedaliera e quella distrettuale comprendono
inter-venti generalmente di natura curativa e/o riabilitativa, mentre
l'assisten-za collettiva in ambiente di vita e di lavoro consiste essenzialmente in
un'attività di prevenzione.
Considerando le tipologie di interventi assistenziali, mentre per quelli
curativi e riabilitativi si pone l'alternativa tra soluzione ospedaliera e
distrettuale, per quelli preventivi sono utilizzate strutture dedicate (i
Dipartimenti di prevenzione)31. D'altra parte, l'attività di questi ultimi si
intreccia con le altre strutture del Sistema Sanitario, quando prevede
ini-ziative coordinate con i distretti e/o con i dipartimenti dell'Azienda
Sanitaria Locale e delle Aziende Ospedaliere.
I livelli assistenziali risultano, quindi, chiaramente distinguibili tra
l'alternativa ospedaliera e distrettuale e, al loro interno, tra le diverse
soluzioni possibili: ad esempio, degenza ordinaria, piuttosto che day
hospital o day surgery, ecc. per l'assistenza ospedaliera e assistenza
ambulatoriale piuttosto che residenziale per quella distrettuale.
All'interno dell'assistenza distrettuale, a ben vedere, sono comprese
alternative che presentano, di fatto, caratterizzazioni diverse sia dal
punto di vista del servizio assistenziale, sia dal punto di vista delle
strut-ture e dell'organizzazione di erogazione del servizio.
In particolare, nell'ambito dell'assistenza domiciliare, per la quale si
manifesta un crescente interesse come soluzione assistenziale (almeno
idealmente) efficace ed appropriata per diverse tipologie di bisogni,
sembra possibile identificare un ulteriore livello assistenziale,
utilmen-te distinto dalle altre soluzioni distrettuali. Il riferimento è a quelle
forme di assistenza domiciliare più complesse ed articolate, come
l'Ospedalizzzazione Domiciliare (OD) e l'Assistenza Domiciliare Integrata
(ADI), che, alla luce degli sviluppi della tecnologia e del crescente
ricor-so all'integrazione ricor-socio-sanitaria, nonché della riconosciuta rilevanza
dell'ambiente familiare per l'efficacia terapeutica, sembrano
rappresen-tare soluzioni sulle quali investire maggiormente, considerate le
esigen-ze di riduzione del ricorso all'assistenza ospedaliera, spesso addirittura
inappropriato, per una significativa parte degli interventi
assistenziali32.
Assumendo l'ottica dell'utente, si propone, quindi, una riarticolazione
di quelli che potremmo definire come i "macro" livelli dell'assistenza
sanitaria:
• Assistenza ospedaliera,
• Assistenza domiciliare complessa,
• Assistenza distrettuale
L'assistito, infatti, vede le tre soluzioni come alternative, percependo,
all'interno del livello distrettuale, la soluzione domiciliare come diversa
dalle altre.
Come si vedrà più avanti, il fatto che la soluzione domiciliare possa
apparire all'utente oggi più o meno appropriata dipende non tanto dalla
tipologia di soluzione assistenziale, ma dalla sua qualità. La crescente
attenzione rivolta verso l'assistenza domiciliare e la sua evidente
appro-priatezza per un numero elevato di esigenze assistenziali conferma la
validità dell'articolazione proposta.
Appare possibile, a questo punto, data l'attuale struttura dei costi dei
servizi sanitari33, ordinare le categorie di livelli assistenziali in funzione
dell'onerosità della prestazione sanitaria in relazione ai tre livelli
assisten-ziali individuati, potendo in tal modo esprimere l'attuale logica di
valuta-zione di appropriatezza dell'Azienda Sanitaria.
In relazione alla valutazione di appropriatezza, risulta definibile un
conseguente rischio di inappropriatezza, che esprime il costo connesso ad
un "improprio" utilizzo delle strutture di erogazione della prestazione
sanitaria.
Il rischio di inappropriatezza
Nel D.P.C.M. del 29 novembre 2001, "Definizione dei livelli essenziali
di assistenza", sono stati identificati 43 DRG come "prestazioni
inclu-se nei LEA che preinclu-sentano un profilo organizzativo potenzialmente
inappropriato, o per le quali occorre comunque individuare modalità
più appropriate di erogazione •
un elenco di DRG "ad alto rischio di
inappropriatezza" se erogati in regime di degenza ordinaria, per i
quali, sulla base delle rilevazioni regionali, dovrà essere indicato un
valore percentuale/soglia di ammissibilità, fatto salvo, da parte delle
Regioni, l'individuazione di ulteriori DRG e prestazioni assistenziali".
I ricoveri ospedalieri effettuati per problemi clinici che si potrebbero
affrontare, con pari efficacia, minor rischio e maggiore economicità
nell'impiego delle risorse, ad un livello di assistenza meno intensivo,
vengono, quindi, definiti "inappropriati" dal punto di vista
organizza-tivo. Sono i casi in cui si occupa un letto d'ospedale per interventi che
potrebbero essere eseguiti in altri ambiti: in ambulatorio, oppure in
day hospital, o, per gli interventi chirurgici meno complessi, in day
surgery34.
Considerate, quindi, le principali determinanti di costo della
presta-zione sanitaria:
- tipo e grado di utilizzo delle strutture sanitarie: strutture ospedaliere;
strutture distrettuali; organizzazioni domiciliari;
Onerosità della prestazione Livello assistenziale Assistenza distrettuale
Assistenza domiciliare complessa Bassa
Media
Assistenza ospedaliera Alta
- rilevanza della componente sanitaria della prestazione e grado di
inte-grazione socio-sanitaria: prestazioni medico-sanitarie, prestazioni
sani-tarie a rilevanza sociale o ad alta integrazione socio-sanitaria, prestazioni
sociali a rilevanza sanitaria;
- ruolo e livello di professionalità del personale: ruolo medico-sanitario,
ruolo professionale, ruolo tecnico;
- contenuto tecnologico della prestazione
e il connesso rischio di inappropriatezza, è possibile, in linea teorica,
considerare l'onerosità della prestazione sanitaria (Tabella 2):
- bassa, per il livello assistenziale distrettuale;
- media, per il livello assistenziale domiciliare complesso;
- alta, per il livello assistenziale ospedaliero.
Tabella 2 - Onerosità della prestazione sanitaria e livelli assistenziali
Si propone, a questo punto, una rappresentazione di sintesi (Figura
4), di tipo matriciale, in cui è possibile classificare i Livelli Assistenziali in
funzione della:
• Intensità del bisogno assistenziale dell'Utente:
- bassa, per i bisogni di prevenzione;
- media, per i bisogni di riabilitazione;
- alta, per i bisogni di cura.
• Onerosità della prestazione per l'Azienda Sanitaria:
- bassa, per il livello distrettuale;
- media, per il livello domiciliare complesso;
- alta, per il livello ospedaliero.
La rappresentazione matriciale che segue definisce
macro-raggrup-pamenti di prestazioni sanitarie in cui il livello assistenziale diviene
misurabile dal punto di vista dell'utente, in relazione all'intensità del
bisogno soddisfatto, e dal punto di vista dell'Azienda Sanitaria, in
rela-zione all'onerosità complessiva della prestarela-zione. Le categorie di
presta-zioni inserite nei diversi quadranti sono tratte dai raggruppamenti dei
LEA, ma vanno intese a titolo esemplificativo in relazione all'attuale
caratterizzazione dell'offerta e della domanda di prestazioni sanitarie35.
L'area tratteggiata della matrice delimita le categorie di interventi di
prevenzione, per i quali, come si è precisato in precedenza, essendo
predi-sposte strutture dedicate - i Dipartimenti di prevenzione, le cui attività
core sono rivolte alla collettività e non al singolo assistito - non vi è una
distinzione di livelli misurabili in termini di onerosità delle prestazioni
assistenziali. In altre parole, per gli interventi preventivi non si delineano
soluzioni organizzative e strutturali differenziate, in relazione alle quali
Prevenzione i e bbilb ad alta intensità
assistenziale ,
i • Attitila dei dipartimenti di ' prvenzione realizzate con : Pliazzo di strutture i oipsdalierr
' • Attività eli &erra medico- : scientifica I I Riabilitazione ospedaliera • Assistenza ospedaliera per la riabilitazione • Assistenza ospedaliera
riabilit. ai malati di AI I)S • Tratt osp. malattie
mentali, alcooldip. Cura ospedaliera • Assistenza ospedaliera per la cura • Assistenza infermieristica ospedaliera Alta Riabilitazione domiciliare complessa • Ospedalizzazione domiciliare riabilitativa • Assistenza Domiciliare complessa riabilitativa ai malati di AI DS; ai port. di handicap; agli anziani
Cura domiciliare complessa • Ospedalizzazione domiciliare curativa • Assistenza Domiciliare complessa curativa ai malati di AIDS; ai port di handicap; agli anziani
Prevenzione
a media intensità assistenziale Media • AtIlliM dei dipartimenti di
prevem*ne realizzate am solu.zioni domicilia,: complesse Prevenzione a bassa intensità assistenziale Bassa" • Attilitii dei dipartimenti di
„ prrtenone nalizzate con l'ut,/io di strutture distrettmaà I I I I .. .. .. .. .. Prevenzione ”Cr<7611 Riabilitazione distrettuale • Ass. socio-san. malati di
AIDS,tossicodip., alcooldip. • Trait riabilit. malattie
mentali
• Assist. consult maternità • Termalismo terapeutico • Assist. domiciliare semplice:
Riabilitazione Cura distrettuale • Assist. medico-spec. • Assist. medico-gee. e pediatrica ambulatoriale e domiciliare • Assis. inferm. ambulatoriale e domic. • Assist farmaceutica Cura
Pi
potrebbe avere significato una valutazione di onerosità e di
appropria-tezza. L'assistito, cui l'attività di prevenzione è generalmente rivolta
come cittadino e, soprattutto, come lavoratore, ne risulta destinatario
come componente di una collettività; ciò rende comprensibile, anche se
non giustifica, una minore intensità del bisogno assistenziale36. Nella
misura in cui, tuttavia, nell'erogazione dei servizi di prevenzione il
Dipartimento può coinvolgere altre strutture sanitarie (ospedaliere o
distrettuali), può aver senso una misurazione di livelli di onerosità ed
una connessa valutazione di appropriatezza anche per le attività di
pre-venzione. Ciò spiega la scelta di completare la rappresentazione
inclu-dendo la fondamentale attività di prevenzione, che, oltre a rispondere ad
un determinato, anche se a volte meno sentito, bisogno assistenziale
del-l'utente, rappresenta una funzione del Servizio Sanitario di crescente
valore strategico37.
Figura 4 - La matrice dei Livelli Assistenziali
Bassa Media Alta
Intensità del bisogno assistenziale
Fonte: Elaborazione propria
On eros it à de lla p res taz io ne san itar ia
Più dettagliatamente38:
QUADRANTE
3 -
PREVENZIONE AD ALTA INTENSITÀ ASSISTENZIALEAttività dei dipartimenti di prevenzione realizzata con l'utilizzo di strutture
di livello ospedaliero; Attività di ricerca medico-scientifica
Caratterizzazione delle attività:
- attività di prevenzione volta a soddisfare bisogni di natura psico-sociale ad alto
rischio per la salute
- prevalente carattere medico-scientifico, alto contenuto specialistico e
tecnolo-gico
- realizzati attraverso le strutture di ricerca medico-scientifica, le strutture
ospe-daliere e i dipartimenti di prevenzione
- alti costi di struttura, alti costi di utilizzo della struttura
- alto rischio di inappropriatezza
QUADRANTE 1 - PREVENZIONE A BASSA INTENSITÀ ASSISTENZIALE
Attività dei dipartimenti di prevenzione realizzata con l'utilizzo di strutture
distrettuali. Prevenzione collettiva e sanità pubblica.
Caratterizzazione degli interventi assistenziali:
- attività di prevenzione volta a soddisfare bisogni collettivi di natura psico-
sociale a basso rischio per la salute
- carattere igienico-sanitario, basso contenuto specialistico e tecnologico realiz-
zati attraverso i dipartimenti di prevenzione
- bassi/medi costi di struttura, bassi costi di utilizzo della struttura
- basso rischio di inappropriatezza
QUADRANTE 2 - PREVENZIONE A MEDIA INTENSITÀ ASSISTENZIALE
Attività dei dipartimenti di prevenzione realizzata a livello domiciliare.
Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro. Attività medico-legale.
Caratterizzazione degli interventi assistenziali:
- attività di prevenzione volta a soddisfare bisogni di natura psico-sociale a
medio rischio per la salute
- carattere igienico-sanitario, medio contenuto specialistico e tecnologico
realiz-zati attraverso i dipartimenti di prevenzione con soluzioni domiciliari
- medi/bassi costi di struttura, medi costi di utilizzo della struttura
QUADRANTE 4- RIABILITAZIONE DISTRETTUALE
Assistenza distrettuale ai malati di AIDS; Assistenza socio-sanitaria per le
tos-sicodipendenze; Assistenza socio-sanitaria per l'alcooldipedenza; Trattamento
riabilitativo delle malattie mentali; Assistenza consultoriale alla maternità;
Termalismo terapeutico; Assistenza domiciliare semplice.
Caratterizzazione degli interventi assistenziali:
- attività di recupero/riabilitazione di patologie di natura funzionale a basso
rischio per la salute
- prevalente carattere sanitario (prestazioni ad alta integrazione
socio-sanitaria e prestazioni sociali a rilevanza socio-sanitaria), medio/basso contenuto
tec-nologico e professionale
- realizzati attraverso strutture distrettuali
- bassi/medi costi di struttura, bassi costi di utilizzo della struttura
- basso rischio di inappropriatezza
QUADRANTE
5 -
RIABILITAZIONE DOMICILIARE COMPLESSAOspedalizzazione domiciliare per la riabilitazione. Assistenza Domiciliare
Integrata per la riabilitazione ai malati di AIDS, ai portatori di handicap, agli
anziani.
Caratterizzazione degli interventi assistenziali:
- attività di recupero/riabilitazione di patologie di natura funzionale a
medio/basso rischio per la salute
- carattere socio-sanitario (prestazioni ad alta integrazione socio-sanitaria e
pre-stazioni sanitarie a rilevanza sociale), medio contenuto specialistico e
tecnolo-gico
- realizzati con organizzazione domiciliare integrata
- medi/bassi costi di struttura, medi costi di utilizzo della struttura
- medio rischio di inappropriatezza
QUADRANTE
6 -
RIABILITAZIONE OSPEDALIERAAssistenza ospedaliera per il recupero/riabilitazione; Assistenza ospedaliera
riabilitativa ai malati di AIDS; Trattamento ospedaliero delle malattie mentali,
dell'alcooldipendenza.
Caratterizzazione degli interventi assistenziali:
- attività di recupero/riabilitazione di patologie acute di natura funzionale a
medio/alto rischio per la salute
- prevalente ruolo medico, alto contenuto specialistico, tecnologico e
professio-nale
- realizzati attraverso strutture di tipo ospedaliero, altamente integrate
- alti costi di struttura, alti costi di utilizzo della struttura
QUADRANTE 7 - CURA DISTRETTUALE
Assistenza medico-specialistica; assistenza medico-generica e pediatrica
ambulatoriale e domiciliare; assistenza infermieristica ambulatoriale e
domi-ciliare; assistenza farmaceutica.
Caratterizzazione degli interventi assistenziali:
- attività di cura di patologie comuni di natura biologica a basso rischio per la
salute
- prevalente ruolo medico specialistico e generico, basso contenuto tecnologico
- realizzati attraverso strutture operative dislocate sul territorio (ambulatori e
farmacie) o interventi domiciliari semplici
- bassi costi di struttura, bassi costi di utilizzo della struttura
- basso rischio di inappropriatezza
QUADRANTE 8 - CURA DOMICILIARE COMPLESSA
Ospedalizzazione domiciliare per la
cura. Assistenzadomiciliare integrata
per la cura.
Caratterizzazione degli interventi assistenziali:
- attività di cura di patologie di natura biologica a medio rischio per la salute
- ruolo medico specialistico e generico e carattere socio-sanitario (prestazioni ad
alta integrazione socio-sanitaria e prestazioni sanitarie a rilevanza sociale),
medio contenuto specialistico e tecnologico
- realizzati con organizzazione domiciliare integrata
- medi/bassi costi di struttura, medi costi di utilizzo della struttura
- medio rischio di inappropriatezza
QUADRANTE 9 - CURA OSPEDALIERA
Assistenza ospedaliera di Presidi Ospedalieri, Aziende Ospedaliere, Case di
cura convenzionate e relativa assistenza infermieristica.
Caratterizzazione degli interventi assistenziali:
- attività di cura di patologie acute di natura biologica ad alto rischio per la
salute
- prevalente ruolo medico, alto contenuto specialistico e tecnologico
- realizzati attraverso strutture di tipo ospedaliero, altamente integrate
- alti costi di struttura, alti costi di utilizzo della struttura
- alto rischio di inappropriatezza
Come si è evidenziato, la rappresentazione proposta esplicita
un'in-terpretazione del rischio di inappropriatezza funzionale all'obiettivo di
contenimento dei costi. Il rischio di inappropriatezza è, infatti, alto
sostanzialmente quando è in questione l'utilizzo di soluzioni ad alto
costo del servizio39.
Il linea di principio, tuttavia, la questione dell'inappropriatezza si
pone a qualsiasi livello assistenziale ed è affermato esplicitamente che
l'appropriatezza delle prestazioni "è
collegata al loro corretto utilizzo e
non alla tipologia della singola prestazione"40.
La focalizzazione
sull'utiliz-zo chiamerebbe in causa le esigenze del destinatario della prestazione e
il suo punto di vista.
Come si vedrà nel prossimo paragrafo, infatti, la valutazione di
cor-rettezza, inevitabilmente, risente del punto di vista assunto, delle finalità
e delle condizioni di contesto: essa non può essere oggettiva41 .
La proposta matrice dei Livelli Assistenziali segnala, quindi, una
serie di aspetti che sfuggono se non si dispone di una visione d'insieme,
di un modello. Come si vedrà nel seguente paragrafo, si evidenziano le
aree di possibile divergenza tra Azienda Sanitaria e Utenza. Una
diver-genza che si gioca proprio sulla valutazione di adeguatezza della
presta-zione rispetto alle esigenze assistenziali e, quindi, dell'appropriatezza. Se
è chiaro che quest'ultima non può che essere valutata tecnicamente, da
chi è in grado di effettuare un'analisi rigorosa, è pur vero che molti degli
aspetti che la caratterizzano riguardano
in primis
il paziente, soggetto
che sempre più disporrà, attraverso una strutturazione organizzativa
sempre meglio definita (si pensi alle numerose associazioni di pazienti,
alle istituzioni di tutela, ecc.) delle competenze necessarie per opporre
una
propria
valutazione42.
Così costruita, quindi, la matrice dei Livelli Assistenziali diventa un
modello esplicativo della struttura e della dinamica della relazione tra
Azienda Sanitaria e Utenza avente ad oggetto l'erogazione del servizio
sanitario, che consente confrontare i due punti di vista proprio sul piano
delle prestazioni.
3. L'analisi della rilevanza della prestazione sanitaria
Scindendo la matrice proposta in due rappresentazioni che
distin-guano la prospettiva dell'Azienda Sanitaria da quella dell'Utenza, è
pos-sibile evidenziare la diversa valutazione di
criticità
della prestazione
sanitaria rispetto alla specifica esigenza (Figure 5a e 5b); si è visto,
infat-ti, che ciò che sta più a cuore dell'utente è la sua salute, per la cui tutela
manifesta bisogni di varia intensità, mentre ciò che più interessa
all'Azienda Sanitaria è l'onerosità complessiva della prestazione
sanita-ria.
Nella prospettiva dell'utente, la valutazione di appropriatezza della
prestazione produce giudizi diversi: anch'egli "rischia", soprattutto in
qualità di paziente, un'inappropriatezza della prestazione, rischia la
salute, obiettivo sul quale dovrebbero convergere i punti di vista,
essen-do la finalità ultima del SSN.
Collegando la criticità al rischio di inappropriatezza, questo sarà
alto
per i bisogni di cura,
medio
per i bisogni di riabilitazione e
basso
per
quelli di prevenzione.
3 Prevenzione
adatta int. ass.
6 Riabilitazione
ospedaliera
Cura ospedaliera
Alta criticitil Alta criticità Alta criticità della prestazione della prestazione della prestazione
Prevenzione Riabilitazione 8 Cura
a media int ass. domiciliare
complessa
domiciliare complessa
Media criticità Media criticità Media criticità della prestazione della prestazione della prestazione
Prevenzione Riabilitazione Cura
a bassa int. ass. distrettuale distrettuale
Bassa criticità Bassa criticità Bassa criticità della prestazione della prestazione della prestazione
One ros it à de lla p res taz ione san ita ria Alta Media Bassa
Figura 5a - La criticità delle prestazioni sanitarie nell'ottica dell'Azienda
Sanitaria
Figura 5b
—La criticità delle prestazioni sanitarie nell'ottica dell'utente
3 Prevenzione
ad alta int ass.
Bassa criticith della prestazione 6 Riabilitazione ospedaliera Media criticità della prestazione .. 9 Cura ospedaliera Alta criticità della prestazione 2 Prevenzione
a media int. ass
Bassa criticità della prestazione 5 Riabilitazione domiciliare complessa Media criticità della prestazione 8 Cura domiciliare complessa Alta criticità della prestazione I Prevenzione
a bassa int. ass
Bassa criticità della prestazione t 4 Riabilitazione distrettuale Media criticità della prestazione 7 Cura distrettuale Alta criticità della prestazione ,
Bassa
Media AltaIntensità del bisogno assistenziale
One ro s it à de lla p res ta z io ne sa n ita ria
Per il paziente, quindi, la prestazione è tanto più appropriata quanto
più ne è sicura l'efficacia. Si può leggere, in tal senso, un
grado di
sicu-rezza
attribuito ai diversi livelli assistenziali, che si presume maggiore
per i più alti livelli assistenziali, almeno in via generale e stante l'attuale
offerta sanitaria. Si delinea, così, una lettura dell'appropriatezza, più
vicina, d'altra parte, alla sua concezione originaria, che "ribalta" il punto
di vista assunto dall'Azienda Sanitaria.
Sovrapponendo le due rappresentazioni, la matrice evidenzia le
pos-sibili aree di convergenza e di divergenza tra Azienda Sanitaria e Utenza
nella valutazione di criticità della prestazione sanitaria (Figura 6).
Figura 6 -
Struttura e dinamica della convergenza/divergenza tra Azienda
Sanitaria e Cliente sulla criticità della prestazione sanitaria
One ro s it à de lla p res taz ione san ita ria Bassa Media Alta
i v
Preve nzione li 6 . 9 uura
ad alta int. ass ospedaliera ospedaliera
II II II 111 II 3
Area della
iyArea della
Area della
" divprvrenm
divereenza
eonvervenza
g-...----•.• ....r•Slit, complessa i i
ir—r.r.riaLwaidEr.a.w...
- •
—.1._
-1
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Prevenzione :
4 Riabilitazione 7 1411, Cura -, ia bassa int.
ass
distrettuale distrettuale 'i:I,
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II
Area della
i
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convergenza
diverkenza
io
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At i 'J
5
2 Prevenzione
Cura
11:
a media int, ass domiciliare il
Area della
Area della ;:
divereenz.a
divergenza
I' Riabilitazione domiciliare complessaArea della
convergenza
Bassa
MediaAlta
•••••••••••••••••••••••••••••••• mmmmmmmmm
Intensità del bisogno assistenziale
La convergenza si ha, quindi, quando esigenza assistenziale e
rispo-sta sanitaria si collocano allo stesso livello da entrambi i punti di virispo-sta.
Analizzando lo scenario attuale dell'offerta di servizi sanitari, risulta che
l'assistenza ospedaliera è vista come una risposta sempre più
appropria-ta43. Ciò non meraviglia, considerato che risulta il massimo livello di
ser-vizio in risposta alla massima esigenza assistenziale.
Dalla matrice è, infatti, possibile leggere che, per i bisogni di
cura,
l'utente potrebbe considerare, in linea teorica:
a. l'assistenza ospedaliera, sicuramente adeguata, perché è il massimo
livello assistenziale;
b. l'assistenza domiciliare complessa, a maggiore rischio di
appropriatez-za, perché è un livello assistenziale più basso;
c. l'assistenza distrettuale, ad ancora maggiore rischio di appropriatezza,
perché è un livello assistenziale ancora più basso.
Orbene, mentre l'utenza tende, inoltre, ad innalzare la richiesta
assi-stenziale, per effetto di numerose dinamiche socio-ambientali"
(sposta-mento verso l'alto a destra della matrice), le Aziende Sanitarie,
perse-guendo obiettivi di efficienza nell'utilizzo delle risorse, tendono a
ricerca-re soluzioni per la riduzione dell'intensità di utilizzo delle strutturicerca-re (ad
es. riducendo i tempi di degenza) o degli stessi investimenti strutturali
(ad es. riducendo il numero di strutture ospedaliere), spostando
l'assi-stenza verso alternative domiciliari e distrettuali (spostamento verso il
basso a sinistra della matrice). A ciò contribuisce significativamente
anche l'orientamento all'integrazione socio-sanitaria.
Si legge, così, la dinamica delle esigenze delle parti (si vedano le
frec-ce di Figura 6), che segnala il rischio di inasprimento della possibile
divergenza tra Azienda Sanitaria e Utenza, nella misura in cui
quest'ulti-ma tende a considerare più rassicurante l'assistenza ospedaliera, mentre
l'Azienda Sanitaria tende a proporre soluzioni inferiori.
Le aree di convergenza esprimono, quindi, condizioni di consonanza
tra le parti sul grado di criticità della prestazione e, dunque, sulla
valuta-zione di appropriatezza della stessa; la aree di divergenza, invece,
eviden-ziano possibili condizioni di non consonanza. Ne consegue che l'utente,
valutando nella propria prospettiva, potrebbe sottovalutare la prestazione
dell'Azienda Sanitaria:
- non riconoscendone l'entità (quadranti 2, 3 e 6);
- non giudicandola adeguata (quadranti 4, 7 e 8).
Allo stesso modo, l'Azienda Sanitaria potrebbe sottovalutare le esigen-
ze assistenziali dell'utente:
- non riconoscendone l'entità (quadranti 4, 7 e 8);
- non giudicandole adeguate (quadranti 2, 3 e 6).
Ad esempio, l'assistenza agli anziani con patologie gravi, ma non acute, pone
una situazione di alta esigenza per la quale la risposta assistenziale tende a
scendere verso il basso, ossia verso la soluzione domiciliare/residenziale.
Affinché l'assistito possa riconoscere come adeguata la prestazione, occorre
che non venga percepita come una riduzione dell'assistenza garantita (quadr.
7-8).
Dall'esempio si comprende che la valutazione di appropriatezza della
risposta assistenziale da parte dell'utente si riferisce non alla tipologia
della prestazione, ma alla qualità percepita. Considerando i casi,
pur-troppo ancora numerosi, di cosiddetta malasanità45, è chiaro che l'utente
tende a ricercare il maggiore grado di sicurezza offerto dalle strutture
degli altri livelli assistenziali (nell'esempio, la lungo-degenza ospedaliera,
l'accoglienza residenziale, ecc.) In proposito, si consideri quanto emerge
da una recente indagine sulla soddisfazione degli utenti del servizio
ospedaliero.
Monitor sulla Sanità 2004 a cura del Censis
I risultati dell'indagine del Censis su un campione nazionale di cittadini
sul-l'utilizzo dell'ospedale sono sintetizzabili in alcuni punti essenziali:
1. la funzione di rassicurazione dell'ospedale, per la vicinanza fisica e la
dotazione tecnologica e professionale;
2. il rifiuto, da parte dei cittadini, di uno scambio, percepito come
sostan-zialmente ineguale, tra contrazione dell'attuale rete ospedaliera e futuro
svi-luppo di servizi alternativi sul territorio;
3. una valutazione complessivamente positiva del rapporto con l'ospedale,
con particolare riferimento alla professionalità di medici e infermieri,
all'esi-to delle cure ed alla dotazione tecnologica.
Le strutture ospedaliere sono considerate il perno del sistema di cura; ma
per-ché? Perché, nei fatti, non hanno alternative credibili e di fronte all'ipotesi
"meno ospedale più servizi sanitari sul territorio, dalla riabilitazione
all'assi-stenza domiciliare, alla lungodegenza", i cittadini diventano diffidenti,
preoccu-pati e si arroccano in difesa dell'esistente, magari perfettibile, ma
assolutamen-te da salvaguardare."
Le condizioni percettive della relazione, influenzate da aspettative e
pregiudizi, impattano significativamente sull'interazione, rischiando di
comprometterne a monte l'efficacia. Ciò significa che sull'efficacia della
relazione, incidono le condizioni di consonanza tra Azienda Sanitaria e
Utenza, determinate dal grado di convergenza tra jle due prospettive.
A questo punto, la matrice dei Livelli Assistenziali rappresentata in
Figura 3 può acquisire maggiore efficacia esplicativa rispetto alle finalità
della presente trattazione, evidenziando la rilevanza delle prestazioni
sanitarie in funzione non solo della criticità della prestazione, ma anche
della relazione così come illustrato in Figura 7 47
.Nella matrice è sintetizzata una valutazione della rilevanza della
pre-stazione sanitaria ai fini dell'efficacia complessiv del rapporto
determi-nata:
1. dalle aspettative assistenziali dell'Utenza;
2. dalla onerosità dell'intervento per l'Azienda Sanitaria;
3. dal grado di convergenza tra prospettiva dell'Utenza e prospettiva
dell'Azienda Sanitaria.
3 Prevenzione
ad alto liv.ass. 6
relazione
Prevenzione
t a basso liv.ass. Bassa criticità della
prestazione Bassa criticità della
relazione Prevenzione a medio liv.ass.
2
Figura
7 — La rilevanza delle prestazioni sanitarie in funzione della criticità
della prestazione e della relazione
t t t II II 4 7 • • • • Alta • • • • • • • • • • • • Media • • • • • • • • • • Bassa • • • • • •
Media criticità della
prestazione
Alta criticità della
relazione
Bassa criticità della
prestazione Media criticità della
Riabilitazio ospedaliera
Alta criticità della
prestazione
Media criticità della
relazione 5 Riabilitazione domic. compi Media criticità della prestazione Bassa criticità della relazione Riabilitazione distrettuale
Bassa criticità della
prestazione
Media criticità della
relazione
Cura ospedaliera
Alta criticita della prestazione Bassa criticita della
relazione
Cura domic. compi.
Alta criticità della 1: prestazione Media criticità della u
Cura distrettuale Ii II Ii Ii Ii relazione O ,
Media criticità della
prestazione Alta criticità della
relazione
Bassa
Media Alta• • • U • • • W II • U U • • • • II US II IIIMM • I U • U UUUU • • UI II,
Intensità del bisogno assistenziale
La rappresentazione proposta offre, quindi, una chiave di lettura
delle relazioni tra Azienda Sanitaria e Utenza, che, partendo dall'attuale
assetto dell'offerta sanitaria, ne fornisce una interpretazione funzionale
ad evidenziare i presupposti di soddisfazione dell'Utenza, tenendo al
con-tempo conto delle peculiarità delle prestazioni e dei processi che
caratte-rizzano l'assistenza sanitaria.
4. L'efficacia delle prestazioni sanitarie
Le considerazioni fin qui svolte hanno illustrato un quadro
descritti-vo della relazione tra Azienda Sanitaria e Utenza.
Assumendo, a questo punto, l'ottica dell'Azienda Sanitaria, ci si
chie-de come quest'ultima possa valutare l'efficacia chie-delle sue prestazioni nella
prospettiva dell'utente. Si è già detto che bisogna ragionare in termini di
‘`qualità percepita"; ciò che occorre ora considerare è il significato di
"prestazione efficace" per l'utente".
L'analisi del problema della valutazione dei servizi sanitari,
inquadra-to nell'ambiinquadra-to del tema della qualità", evidenzia l'importanza della
dimensione relazionale della qualità del servizio. Nell'approccio di
marketing relazionale, la valutazione dell'efficacia dei rapporti con
l'u-tenza è un problema centrale, che segnala l'esigenza di un modello di
riferimento, in grado di fornire all'Organo di Governo dell'Azienda
Sanitaria una metodologia di valutazione dell'efficacia delle proprie
scel-te relazionali.
Innanzitutto, è utile precisare il significato di "efficacia" nel contesto
della sanità. l'efficacia delle prestazioni è considerata come la
compo-nente principale dell'efficacia del sistema, a sua volta compocompo-nente della
qualità del servizio sanitario50 (Figura 8).
Figura 8 - L'imbuto della qualità nel settore sanitario
Validità degli operatori • Abilita tecnica o professionale
• Umanità
Efficienza dell'organizzazione • Adeguatezza strutturale • Idoneità strumenti diagnostici e terapeutici
Efficacia del sistema • Efficacia delle prestazioni
• Efficienz economic Qualità del
sistema
Fonte: Adattato da SCIARELLI S., "Qualità, etica, economia nella gestione delle aziende sani-tarie", op. cit., pag. 153
Secondo tale approccio, la qualità complessiva è data dalla
combina-zione della qualità del sistema, della qualità delle organizzazioni e della
qualità della prestazioni. Ciò, tuttavia, non spiegherebbe sia i casi di
inefficacia del sistema, nonostante la qualità di tali elementi sia i casi di
efficacia del sistema, nonostante la non qualità degli stessi. l'adozione di
una prospettiva sistemica consente di constatare che sistemi con
deter-minati obiettivi possono emergere da strutture diverse e che ai fini
del-l'efficacia complessiva non rileva tanto la qualità dei vari elementi
indivi-duati, quanto la consonanza tra gli stessi51.. Proprio in sanità numerosi
esempi confermano quanto affermato.
P