‐ IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE
5.1 – Il modello della biblioteca a tre livelli
Il modello biblioteconomico di derivazione tedesca della biblioteca tripartita è caratterizzato da una suddivisione fisica ed organizzativa dei servizi bibliotecari in tre livelli di progressivo approfondimento, con una particolare attenzione al servizio di ingresso.
Nato nei primi anni settanta, diventò in breve il modello per antonomasia di biblioteca amichevole e incentrata sullʹutente perché partiva dalla constatazione che parte della domanda di informazione di una biblioteca pubblica è costituita da una richiesta generalizzata da parte di utenti occasionali che non hanno ben chiaro ciò di cui hanno bisogno e le cui esigenze non possono quindi essere soddisfatte attraverso i sistemi classici di catalogazione.
A partire da queste osservazioni, la biblioteca fu suddivisa in vari settori il cui nome è identificato in base alla sua prossimità o lontananza rispetto allʹutente medio, sui cui bisogni e comportamenti la biblioteca deve essere centrata e organizzata:
SETTORE di INGRESSO SETTORE CENTRALE
(scaffale aperto) UFFICI e ARCHIVIO
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- ʺSettore di ingressoʺ: è la prima zona incontrata dal lettore entrando in biblioteca. Deve essere connotata da requisito di immediatezza, accessibilità ed informalità, similmente ad un grande negozio. È rivolto principalmente agli utenti occasionali e deve contenere lʹinformazione, lʹattualità, lʹorientamento e la presentazione dei servizi offerti dalla biblioteca.
- ʺSettore centrale (scaffale aperto)ʺ: il settore centrale a scaffale aperto, risponde a richieste informative più definite e già orientate, ad esigenze di studio, lettura e consultazione. Deve offrire servizi di media complessità e che presuppongano una maggiore autonomia dʹuso.
- ʺUffici e archivioʺ: il settore a deposito chiuso, offre servizi di alta complessità, reference
3specializzato e mette a disposizione documenti meno utilizzati o più rari.
L’orientamento dell’utenza si traduce, nel modello tedesco, in un’accurata segmentazione dell’offerta dei servizi in base all’utenza, ai suoi bisogni e ai comportamenti, segmentazione che corrisponde ad esigenze informative progressivamente più approfondite e specializzate.
3 In biblioteconomia il reference (termine di derivazione anglosassone) indica le attività di consulenza, informazione e orientamento che i bibliotecari svolgono con gli utenti delle biblioteche. In italiano non esiste una precisa traduzione del termine. Il reference può comunque venire associato all'idea italiana della sala di consultazione della biblioteca, dove bibliotecari specializzati assistono gli utenti nelle loro ricerche utilizzando le opere di consultazione.Il bibliotecario, durante l'attività di reference, svolge una funzione di filtro, di intermediazione fra l'utente, i suoi bisogni informativi e il complesso delle risorse informative disponibili, permettendo all'utente di superare un momento di stallo nella sua attività di ricerca.Il risultato dell'attività può spaziare dall'individuazione di riferimenti bibliografici, al chiarimento di quali siano le chiavi e le fonti di ricerca più opportune che l'utente potrà adoperare autonomamente,
Il settore d’ingresso risponde ai bisogni informativi più generici e meno strutturati: implica la semplicità degli strumenti offerti e grande accessibilità. Il secondo livello risponde a richieste informative più definite e già orientate a esigenze di studio, lettura e consultazione: deve offrire servizi di media complessità che presuppongono una maggiore autonomia d’uso e reference per ricerche di medio approfondimento.
Il terzo livello è destinato a ricerche puntuali e più specializzate e mettere a disposizione documenti meno utilizzati e più rari.
Questo modello presuppone un’auto selezione da parte dei frequentatori, che accedono ai servizi bibliotecari tanto più in profondità quanto più perfezionato è il loro bisogno informativo.
Una delle critiche che possono essere mosse è il rischio di un’eccessiva frammentazione dei servizi che può portare ad una compartimentazione degli utenti che rimangono come confinati in un settore senza esplorare il resto. D’altro canto, è proprio questa frammentazione che permette di razionalizzare e rendere più efficiente il servizio, in quanto ognuno trova subito quello che cerca, senza arrecare disturbo agli altri.
Se infatti è necessario favorire l’integrazione tra le varie categorie di utenti per permettere lo scambio e l’arricchimento preciso, è anche vero che si deve evitare la promiscuità tra i frequentatori che hanno esigenze troppo diverse tra loro, per le differenti motivazioni che li hanno spinti in biblioteca.
Un’ulteriore suddivisione deve riguardare il settore centrale che deve
essere articolato in una parte di servizi “generali” (destinati a tutti gli
utenti) e in una parte di servizi “speciali” destinati a particolari categorie
di utenti e/o caratterizzati dalla particolare fisionomia documentaria
(es. la “mediateca” che conserva documenti audiovisivi; con la sezione caratterizzata dalla specificità della collezione).
Nel caso di un organismo articolato come quello bibliotecario è indispensabile far precedere la progettazione vera e propria da un piano‐
programma che individui correttamente le attività fondamentali integrative e di servizio che si dovranno svolgere nella biblioteca. La valutazione dovrà essere innanzitutto di tipo qualitativo, per precisare ed individuare le varie attività, e poi anche di tipo quantitativo, per definire correttamente spazi ed attrezzature previste.
La conformazione fisica degli spazi progettati e il rapporto che si stabilisce con le attrezzature del servizio influiscono sulla qualità delle prestazioni previste dal programma funzionale. Solo dopo un’accurata redazione di questi strumenti preliminari è possibile giungere alla formulazione di criteri progettuali. Una volta stabilito che una biblioteca consiste in una raccolta
organizzata e dinamica di libri e/o altri documenti, tali da costituire un sistema di informazioni a uso degli utenti, ne deriva che quattro sono le funzioni che ne consentono il funzionamento, ovvero:
‐ la consultazione dell’informazione;
‐ la lettura e lo studio del supporto dell’informazione;
‐ la conservazione dei supporti dell’informazione;
‐ le funzioni di servizio (incluse anche attività non strettamente correlate all’uso bibliotecario, quali quelle di promozione culturale).
Dal punto di vista distributivo va sottolineata l’importanza del criterio di
ordinamento delle diverse unità funzionali in tre aree: da una prima zona
costituita dai servizi di orientamento al lettore, fino ad una zona più
tranquilla di lettura, passando attraverso una zona intermedia di ricerca e di prima consultazione. Le funzioni articolano gli organismi edilizi nei nuclei funzionali fondamentali elencati di seguito:
1. Spazio relativo ai lettori:
‐ area per l’entrata, il prestito, la distribuzione, l’uscita;
‐ area par la consultazione;
‐ area per gli scaffali aperti;
‐ area per la lettura e lo studio;
‐ area per le attività informatiche.
2. Spazio per il personale:
‐ area per uffici;
‐ area per i servizi del personale.
3. Spazi per i servizi generali:
‐ servizi igienico – sanitari;
‐ centrale elettrica;
‐ centrale di riscaldamento e condizionamento;
‐ sala server.
Il dimensionamento degli elementi distributivi varia in base al numero dei lettori e al tipo di biblioteca, ma in ogni caso devono essere osservate le norme di cui al D.P.R. 503/96
4(per persone in stato di menomazione fisica) e quelle relative alla sicurezza antincendio.
4 E’ il regolamento attuativo dell’art. 27 della Legge n. 118 del 30.03.1971 (che ha abrogato il D.P.R.
I dimensionamenti degli spazi dovranno essere poi effettuati anche tenendo conto:
‐ dell’incremento librario (calcolato in proiezione per almeno 20 anni);
‐ del progressivo allargamento ed incremento dei supporti delle informazioni: periodici, quotidiani a stampa, foto, mappe, microfilm, banche dati…etc.
‐ delle modalità di accesso al supporto: da quello diretto (prestito e consultazione) all’uso di microforme con un progressivo ampliamento delle tecnologie utilizzate quali banche dati, Visual Display Unit (VDU)
5, telefax…etc.
Nella progettazione di una biblioteca si possono stabilire i seguenti principi, sempre validi, indipendentemente dalla classificazione e dalla tipologia adottata:
‐ i progetti devono essere flessibili, perché la concezione del ruolo delle biblioteche e quindi i loro compiti possono variare nel corso degli anni;
questa esigenza di flessibilità riguarda essenzialmente le possibilità di trasformazioni interne;
(continua da nota 4) Amplia il campo di applicazione anche a strutture a carattere temporaneo.
Introduce il concetto di “LUOGO PUBBLICO FRUIBILE DA CHIUNQUE” Titolo IV procedure Art. 19 (Deroghe e soluzioni alternative), comma 3 Per gli edifici soggetti al vincolo (…) la deroga è consentita nel caso in cui le opere di adeguamento costituiscono pregiudizio per valori storici ed estetici del bene tutelato; in tal caso il soddisfacimento del requisito di accessibilità è realizzato attraverso opere provvisionali ovvero, in subordine, con attrezzature d'ausilio e apparecchiature mobili non stabilmente ancorate alle strutture edilizie. La mancata applicazione delle presenti norme deve essere motivata con la specificazione della natura e della serietà del pregiudizio.
Per gli edifici pubblici o privati aperti al pubblico “vincolati” non sono previste da nessun provvedimento legislativo possibilità di deroga alla irrinunciabile prestazione costituita della fruizione generalizzata dell'opera stessa. In altre parole se un edificio di particolare valore storico o ambientale non può essere adeguato agli attuali standards di accessibilità sarà sempre considerato come “monumento” da conservare ma non potrà più essere utilizzato come “contenitore” di funzioni per la collettività. Viene introdotto il nuovo concetto di “accessibilità condizionata” che obbliga tutte le Amministrazioni pubbliche, a predisporre entro 180 giorni, in attesa dei necessari adeguamenti all'immobile, un “servizio di assistenza”
in grado comunque di soddisfare le esigenze del cittadino disabile.
5 Sta per "Unità video." Un VDU visualizza le immagini generate da un computer o altro dispositivo elettronico. Il termine VDU viene spesso usato come sinonimo di "monitor", ma può anche riferirsi ad un altro tipo di visualizzazione, come un proiettore digitale. Le unità di visualizzazione possono essere
‐ per assicurare la flessibilità dei progetti risulta assai comodo utilizzare il principio della modularità ; l’unità di base deve essere scelta in modo tale che le dimensioni dei locali permettano una gestione razionale dei servizi della biblioteca;
‐ il modulo impiegato per la progettazione di una biblioteca deve corrispondere alle esigenze sia del progetto dell’edificio sia all’arredamento degli interni (si consiglia un modulo di UNI 6 M = 60 cm).
1) Consultazione dell’informazione
Le attività correlate alla consultazione dell’informazione si svolgono nella zona del banco informazioni e presso le scaffalature e consistono in :
Controllo entrata/uscita;
Prestito e restituzione dei libri;
Informazioni sul funzionamento della biblioteca, ulteriormente suddivise in:
1) informazioni di orientamento;
2) informazioni sull’uso del catalogo;
3) informazioni bibliografiche.
Esposizione delle novità (libri e periodici);
Deposito degli effetti personali;
Catalogazione delle informazioni,
Ricerca delle informazioni;
Esposizione dei libri (ammessi o no al prestito);
Prelevare il supporto dell’informazione dagli scaffali;
Consultare velocemente i libri esposti.
Controllo, informazione ed orientamento
Il banco informazioni è il centro attorno a cui ruotano attività quali la richiesta di informazioni, l’orientamento sul funzionamento della biblioteca, l’esposizione di novità, il prestito e la restituzione dei libri;
esso rappresenta un punto nevralgico che accoglie i visitatori all’ingresso, e funge, al tempo stesso, da mediatore tra interno ed esterno, nonché da filtro tra i rumori della città e la tranquillità della zona lettura interna. Il banco di lavoro, per essere adeguato alle attività che vi si svolgono, deve presentare determinate caratteristiche.
Nello spazio ingresso è preferibile la presenza di un atrio per consentire un certo isolamento acustico.
Per un migliore controllo contro eventuali furti è conveniente collocare l’entrata e l’uscita della biblioteca in posizioni adiacenti, e dotarle di dispositivi di sicurezza appropriati. L’obiettivo del sistema di sicurezza nell’edificio bibliotecario consiste nella protezione di:
‐ persone;
‐ beni immobili;
‐ beni mobili (supporti dell’informazione);
‐ impianti;
‐ informazioni.
Tale scopo può essere ottenuto tramite la realizzazione di tre differenti subsistemi di sicurezza che determinano la sicurezza complessiva:
‐ la sicurezza passiva, cioè tutto il complesso di elementi fisici atti a proteggere un bene (dalla grata metallica alla cassaforte);
‐ la sicurezza attiva, cioè tutte quelle strumentazioni elettroniche in grado
sia di rilevare una situazione di pericolo sia di innescare una reazione
adeguata al suo annullamento/contenimento (per esempio un sistema antincendio di rilevazione e spegnimento automatico);
‐ la sicurezza logica, cioè l’insieme di procedure tra loro organizzate al fine di favorire tutte le azioni interne ed esterne possibili per l’eliminazione o il contenimento del pericolo (per esempio trasmissione dell’allarme e intervento dei Vigili del Fuoco).
Il controllo degli ingressi è uno dei requisiti fondamentali nell’organizzazione funzionale della biblioteca, sia per i problemi connessi con l’accoglienza dei lettori, sia per la necessità di evitare fenomeni di taccheggio; per piccole biblioteche sarà sufficiente un controllo a vista ubicato prima dell’uscita, magari corredato da un deposito per borse. Un sistema elettronico di controllo può agire sul lettore, controllandolo con telecamera a circuito chiuso o verificando una carta con codice a barre da aggiornare prima dell’uscita al banco prestiti, oppure direttamente sul libro tramite detector elettronici che funzionano per contrasto con un elemento magnetico o una striscia rilevatrice inserita nel supporto dell’informazione; più semplicemente possono essere predisposti metal detector che rilevano una striscia metallica inserita nella costola del libro.
Per biblioteche di media e grande dimensione è opportuna la
compresenza di tutti questi sistemi onde evitare gli svantaggi singoli. La
tutela dell’ingresso può essere assicurata da tornelli semplici o a tutta
altezza, oppure da doppie porte interbloccate e da bussole rotanti. Infine
é possibile controllare l’accesso con sistemi avvisatori connessi con i
detector elettronici, che possono essere semiautomatici (tappetino
calpestabile meccanico), o automatici, inseriti in un sistema ad ante
laterali (cellula fotoelettrica). Questi sistemi possono essere integrati da un dispositivo meccanico interconnesso elettronicamente che controlli l’uscita, per cui in caso di accertato taccheggio il lettore non può uscire dalla biblioteca. Solitamente essi sono costituiti da bracci in alluminio lunghi 90 cm e posti ad un’altezza di 80 cm da terra. I sistemi ad ante possono consistere in semplici metal detector con piena altezza utile da terra (anche 220 cm) e larghezza media compresa tra 70 e 80 cm. Nel caso di sistemi a rilevazione per contrasto con una strip inserita nel libro si hanno altezze utili di 160‐195 cm, a partire da circa 30 cm da terra.
Occorre ricordare come tutti questi sistemi presentino il problema di restringere le uscite rispetto alle prescrizioni delle leggi antincendio e di quelle riguardanti i portatori di handicap.
Per questo è necessario prevedere spazi alternativi complementari di ingresso e di uscita che consentano di soddisfare i requisiti contemplati dalla legislazione vigente. Tali spazi potranno restare chiusi tramite dispositivo flessibile in condizioni di esercizio normale e aperti in caso di necessità.
Di solito, per una migliore distribuzione delle funzioni, l’entrata e l’uscita della biblioteca si collocano in posizione centrale rispetto alla pianta dell’edificio. Il controllo può essere effettuato anche dal personale del banco informazioni, che, in genere, svolge varie mansioni. E’ conveniente porre il banco informazioni vicino all’ingresso per controllare meglio sia il flusso del pubblico sia il ritorno e prestito dei libri.
In questa zona, come già ricordato, si svolgono le seguenti attività:
‐ registrazione dei prestiti e restituzione di libri;
‐ informazioni sul funzionamento della biblioteca;
‐ esposizione delle novità (libri e periodici).
Il banco informazioni richiede le seguenti attrezzature:
‐ un piano lavoro;
‐ contenitori per schede libri in prestito, registri, cassette…etc.
‐ cassettiera;
‐ scaffali e carrelli per collocazione dei libri dati e ricevuti dal prestito;
‐ terminali per la registrazione automatica dei prestiti e stampante.
Il banco deve essere del tipo a doppia funzione: da un lato deve permettere il lavoro del personale, dall’altro deve consentire la ricezione delle informazioni da parte del lettore. Per le biblioteche di piccole dimensioni le funzioni di ricevimento, registrazione, prestito e informazioni sono svolte contemporaneamente sullo stesso banco. Per le biblioteche di grandi dimensioni le informazioni sono separate dai prestiti.
Con l’introduzione delle nuove tecnologie il banco si arricchisce di nuovi servizi di informazione veloce, riservati non solo al personale ma anche agli utenti, come l’accesso tramite terminali a banche dati, ricerca su microfilm, uso di visori per diapositive, proiettori…etc. Queste attrezzature sono collocate in un unico punto all’ingresso, per rendere più comoda l’assistenza da parte del personale specializzato e razionalizzare l’ingresso degli utenti all’interno della biblioteca.
Il banco tradizionale tende, in questo caso, ad accentuare la già citata
caratteristica di banco a doppia funzione, per cui in genere adotta la
forma “ a penisola”. Se però la biblioteca è di grandi dimensioni, una
parte delle mansioni accennate viene trasferita nella zona di
consultazione per evitare ammassamenti di persone all’entrata: nel nostro
caso, per esempio, la zona dedicata alla ricerca su supporto informatico è situata al primo piano.
Individuazione dell’informazione
L’individuazione dell’informazione comporta in primo luogo l’attività di catalogazione delle informazioni che la biblioteca acquisisce nelle varie forme di supporto (schede cartacee,cd, microforme), prima che vengano
“accumulate” nella massa del patrimonio: tale attività consiste in una descrizione dei dati distintivi dell’informazione (autore, titolo, argomento), che ne consentono il reperimento in un elenco ordinato, associata all’indicazione della posizione nel deposito.
Gli spazi più appropriati per queste attività sono certamente attrezzati ad ufficio, dotati di opportuni arredi che consentano un’immediata fruizione degli schedari e dei supporti da catalogare. Il dimensionamento può essere di massima considerando una superficie di 13,5 mq per addetto,variabile a seconda della complessità del sistema di catalogazione e del grado di informatizzazione, che può richiedere superfici più limitate ma maggiormente attrezzate. Nel definire le caratteristiche funzionali di questo nucleo bisogna distinguere se l’informazione viene rintracciata manualmente o elettronicamente.
Il reperimento manuale avverrà mediante un indice bibliografico, un catalogo a schede, un catalogo informatizzato, oppure con domande al personale. Le attrezzature richieste per svolgere questa funzione sono:
‐ banco informazioni con scaffali per il deposito del materiale di frequente consultazione;
‐ postazioni informatizzate;
‐ supporti per trascrivere le informazioni;
‐ sedie.
In biblioteche di piccole e medie dimensioni questo nucleo esplica la funzione di ricevimento e orientamento del pubblico; in grandi biblioteche è collocato invece vicino alla zona di lettura adulti, e alla zona informazioni vicino all’ingresso. Per la consultazione del catalogo sono consigliabili tavoli alti che consentono sia di cercare la collocazione in piedi, per tempi di permanenza brevi, sia di sedersi su sgabelli per ricerche più lunghe. La larghezza del tavolo per la consultazione del catalogo, in ragione della lunghezza dei cassetti dello schedario, può variare tra un minimo di 45 cm ed un massimo di 60 cm, se si prevede che il piano di lavoro sia utilizzato su un solo lato, o di 90 cm quando se ne prevede l’uso contemporaneo da entrambi i lati. Sarebbe bene prevedere fasci di luce direzionati sopra ogni schedario, posizionati alle spalle degli utenti, in modo da illuminare frontalmente le schede.
Nel caso di ricerca veloce, saranno diverse sia le attrezzature sia la loro localizzazione.
Le attrezzature per svolgere questa attività sono:
- terminali e personal computer.
Il conseguimento del supporto dell’informazione è finalizzato alla
fruizione all’interno della biblioteca o al prestito e può avvenire
attraverso il prelevamento diretto in scaffali accessibili al pubblico,
oppure tramite richiesta al personale addetto e successiva distribuzione
dei supporti conservati in deposito ad accesso riservato. Il punto di
trasmissione può coincidere o meno con la zona di informazione e deve
essere o collegato con il deposito o situato in una delle sezioni della
biblioteca. Solitamente è costituito da un bancone con piano di lavoro sufficiente ad ospitare i volumi o gli altri materiali nel corso della registrazione, ma non tanto grande da rendere difficoltoso il passaggio manuale dei supporti tra addetto e utente (per un’altezza del bancone di circa 110 cm la profondità può essere pari a 60 cm; per un’altezza pari a 90 cm la profondità può raggiungere i 75‐90 cm).
Il dimensionamento degli spazi destinati alla distribuzione deve essere proporzionato:
‐ al numero degli addetti all’attività di distribuzione al pubblico;
‐ all’ingombro dell’uscita del mezzo di trasporto dei supporti;
‐ alla quantità dei supporti in giacenza e in attesa di essere distribuiti e quindi alle attrezzature necessarie per la loro sistemazione provvisoria (carrelli, bancone, scaffali annessi al bancone…etc);
‐ al numero di lettori che nell’ora di massima affluenza attendono i supporti richiesti;
‐ all’ingombro dei materiali e dell’attrezzatura per la registrazione dell’avvenuta distribuzione, se prevista.
La distribuzione, analogamente a quanto avviene per la consegna delle richieste, può essere concentrata in un unico punto, aver luogo nelle varie sezioni della biblioteca oppure avvenire tavolo per tavolo, nella zona lettura. Il più delle volte fa capo ad un bancone, avente caratteristiche simili a quelle precedentemente esposte. Per biblioteche di una certa dimensione dovranno altresì essere predisposte zone ad ufficio per la gestione complessiva del movimento.
Consultazione asistematica ed emeroteca
All’interno della sala lettura o in posizione marginale rispetto ad essa trovano la loro collocazione anche l’emeroteca e la zona per la consultazione asistematica
6. Circa il 30% delle persone che entrano in biblioteca si indirizza verso questa zona, senza utilizzare gli altri servizi o svolgere attività di lettura più formalizzata. Per il carattere di consultazione asistematica, preliminare ad altre attività di informazione a carattere specifico, tale zona può essere convenientemente localizzata in prossimità degli spazi di ingresso. L’attività in essa prevista comporta il movimento delle persone tra gli scaffali, l’esame dei titoli e degli indici delle riviste o dei quotidiani, la consultazione di uno o più supporti di vario tipo (libri, giornali, etc).
Le attrezzature richieste dall’emeroteca sono le seguenti:
‐ scaffali per al raccolta di periodici rilegati;
‐ poltrone o sedie;
‐ tavoli di consultazione;
‐ espositori e contenitori ultimi numeri dei periodici.
Nella zona di lettura dei quotidiani e delle novità le attrezzature richieste sono le seguenti:
‐ tavoli e sedie o poltroncine singole;
‐ espositore/contenitore dei quotidiani;
‐ espositore/contenitore di novità librarie e periodici.
La lettura dei quotidiani, essendo di tipo informale, può svolgersi in uno spazio aperto vicino all’entrata. Lo spazio deve essere composto da
6 aggettivo (pl. m. asistematici) a privativo + sistematico = non conforme ad un sistema, non regolare, che
elementi flessibili per le continue modificazioni che tale spazio richiede. Il dimensionamento delle aree destinate a consultazione dipende dal tipo di sistemazione adottata. Indicativamente, per ogni lettore si può prevedere una superficie di 2,8 mq per una sistemazione a poltrone, di 2,3 mq per una sistemazione a poltroncine, di 2 mq per una sistemazione a tavoli a più posti. Mediamente la superficie da assegnare a ciascun lettore, fatta eccezione per spazi straordinari per scaffalature, risulta minore di quella da assegnare nella sala di lettura sistematica, per la minore necessità di spazi assegnabili a libri, per la minore durata della permanenza e per il maggior numero di posti ottenibili in ciascun tavolo.
Per il dimensionamento degli spazi destinati alla lettura dei giornali, che richiedono tavoli più grandi, si può arrivare a prevedere fino a 3,5 mq di superficie per lettore. Importante è il controllo del rumore generato, che non deve giungere all’area di lettura o consultazione.
Le attività presenti in questo nucleo devono essere in collegamento con:
‐ la zona lavoro personale;
‐ la zona scaffali aperti;
‐ la zona consultazione;
‐ la zona lettura.
Scaffalature aperte all’utente
Il nucleo a scaffalature aperte ha la funzione di porre l’utente a diretto
contatto con l’informazione. Pertanto una biblioteca deve prevedere una
collocazione a scaffali accessibili al pubblico per la maggior parte delle
raccolte.
In biblioteche che prevedono anche la conservazione di fondi antichi può essere opportuno collocare in scaffale aperto solo una parte di tali raccolte, sistemando le altre in depositi chiusi (nucleo funzionale deposito) accessibili solo al personale. In alcuni casi si può prevedere un modello organizzativo intermedio, con i supporti informativi più richiesti disponibili in scaffale aperto e quelli meno richiesti collocati in sale di consultazione con accesso solo su richiesta.
Le attività principali che si svolgono in questo nucleo sono l’esposizione dei libri ammessi al prestito, la consultazione veloce di libri esposti e la consultazione dei libri non ammessi al prestito (dizionari, enciclopedie…). Le attrezzature richieste per questo nucleo sono:
‐ scaffali per libri;
‐ scaffali per supporti informatici;
Sono richieste, altresì, attrezzature particolari per le informazioni non ammesse al prestito, come:
‐ terminali;
‐ contenitore/espositore atlanti;
‐ cassettiera per archiviazione orizzontale di disegni e manifesti.
La sistemazione degli scaffali può essere di due tipi:
‐ a scaffalature addossate alle pareti perimetrali;
‐ a scaffalature poste normalmente alle pareti perimetrali.
Nel primo caso la capacità in libri della sala, necessariamente subordinata
alla superficie di parete utilizzabile per gli scaffali, è piuttosto limitata e
comunque non è suscettibile di accrescimento. Nel secondo caso la distanza
tra gli scaffali non potrà essere quella adottata per i depositi; è quindi
necessario permettere il comodo accesso dei lettori agli scaffali. Sarebbe
preferibile concentrare gli scaffali in unica zona. Per facilitare la ricerca del libro, è opportuno disporre, senza interruzione dei posti a sedere, file intere di scaffali (da 4 a un massimo di 8 per frequenze medio‐ alte). I percorsi a lato delle file devono essere almeno di 120 cm. La distanza tra file parallele di scaffali varia, e, quindi, va relazionata all’uso, rispetto ai volumi collocati e all’affluenza che viene ipotizzata. La distanza di 240 cm, anche se non consente di realizzare alte capacità, risulta ottimale poiché permette, saltando una fila, di inserire diversi tipi di attrezzature tra le file degli scaffali e consente, inoltre, una certa flessibilità, come nel caso di un aumento progressivo degli scaffali in fasi successive di sviluppo. Una disposizione molto comoda è quella a carrels
7che alterna lungo le pareti gli scaffali ai tavoli doppi (di solito a quattro posti).
Sono molto impiegate anche disposizioni che prevedono i posti di lettura perimetralmente, onde consentire una buona fruizione della luce naturale, e scaffalature nelle zone centrali. In ogni caso è bene che i percorsi di distribuzione tra gli scaffali siano organizzati in modo da favorire l’orientamento. Per valutare la dotazione di libri da immagazzinare bisogna ricordare che sul totale dei volumi disponibili circa il 10% costituisce normalmente la raccolta dei libri di veloce consultazione non ammessi al prestito. I rimanenti ammessi al prestito costituiscono il nucleo centrale della zona degli scaffali aperti. Non bisogna sottovalutare il problema delle crescita delle raccolte nel tempo: è quindi opportuno sovradimensionare la capacità degli scaffali. Tale sovradimensionamento va riferito al programma di crescita per le diverse
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raccolte, che raggiunge valori diversi a seconda dei casi, fino ad un massimo del 50% rispetto ai volumi di partenza.
Questa sezione dovrebbe costituire, quindi, l’unità funzionale di maggiore dimensione all’interno della biblioteca occupandone dal 20 al 30 % della superficie disponibile.
Anche i contenitori per i materiali non librari possono essere collocati in questa sezione vicino ai libri per permettere la continuità anche su supporti diversi, oppure possono essere collocati in apposite sezioni (fruizione di supporti audiovisivi diversi).
Per l’ottimizzazione dello svolgimento della ricerca e del prelevamento del supporto è importante sia lo studio dell’organizzazione dello spazio destinato alle scaffalature affinché risponda all’ordine logico della suddivisione ed articolazione delle collocazioni, sia lo studio di un’appropriata segnaletica interna di orientamento e indicazione delle varie sezioni, tematiche o meno, della biblioteca.
2) Lettura e studio
La fruizione è la funzione chiave della biblioteca, sulla quale si imperniano tutte le altre attività; essa comprende una grande quantità di attività differenti classificabili secondo diversi parametri:
‐ tipo di supporto su cui avviene la fruizione (supporti cartacei, elettronici, audiovisivi);
‐ numero di utenti che contemporaneamente fruiscono della stessa informazione (lettura individuale, lettura di gruppo);
‐ modalità di fruizione dell’informazione (consultazione asistematica,
lettura sistematica, ricerca specializzata);
‐ rapporto di base col documento (lettura a scaffali aperti, sola lettura).
Il dimensionamento complessivo dello spazio riservato alla lettura e le percentuali relative alle diverse possibilità di fruizione dipendono dal tipo di biblioteca in esame. Le quantità percentuali per la zona lettura qui riportate, hanno quindi un valore orientativo e indicano una distribuzione equilibrata delle diverse categorie di posti riferita a un’utenza con caratteristiche di tipo medio, per biblioteche di tipo pubblico: poltrone 5%, stanze individuali 5 %, posti individuali complessivi 75%, stanze per gruppi da 5‐ 10 persone 5% e posti a sedere raggruppati in tavoli da 4 non più del 10%.
Per altri tipi di biblioteche queste percentuali cambiano, in rapporto al singolo tipo di specializzazione.
Lettura sistematica individuale
La superficie occupata dai posti di lettura risulta dimensionabile tra il 20 e il 30 % del totale della superficie a disposizione, suddivisa in più sezioni.
Le principali funzioni che si svolgono all’interno della sala lettura si possono così riassumere:
‐ lettura di libri e materiale di documentazione;
‐ lettura di periodici;
‐ lettura individuale di materiali;
‐ lettura di enciclopedie, opere generali…etc;
‐ lettura di materiali fuori formato come atlanti, manifesti…etc.
Allo scopo di soddisfare tali esigenze è sempre più diffusa l’abitudine di
dotare la biblioteca, anche se di piccole dimensioni, di spazi diversificati.
Il numero dei posti da destinare a ogni tipo di lettura va calcolato in base all’utenza potenziale e alle ipotesi d’uso formulate in fase di programma.
Va prevista però una certa flessibilità degli spazi e degli arredi per poter modificare nel tempo la gamma di posti inizialmente proposta, una volta verificata nell’uso la loro efficienza. Le attrezzature necessarie per questa attività sono fondamentalmente un piano di lavoro per la lettura e le sedie. Lʹarea destinata agli utenti varia tra 1,70 e 5 mq, va prevista in ogni caso una certa flessibilità degli spazi e degli arredi, per potere modificare nel tempo la gamma di posti inizialmente proposta, una volta verificata nell’uso la loro efficienza. E’ essenziale, oltre al dimensionamento e la spaziatura esatta dei posti, la loro disposizione rispetto alla luce naturale:
‐ se l’illuminazione è laterale, si dispongono i tavoli con posti a sedere su un solo lato, in file perpendicolari alla parete illuminante, in modo che la luce provenga da sinistra per comodità di scrittura; ovviamente se l’illuminazione è bilaterale si disporranno tavoli semplici su due file in senso inverso;
‐ se l’illuminazione è mista o proviene solo dall’alto si possono disporre i tavoli di lettura a tavoli doppi con posti a sedere su due lati opposti, mantenendo l’isolamento del lettore con opportuni accorgimenti.
La superficie necessaria per gli spazi di circolazione può essere definita in
funzione dell’ampiezza minima necessaria per le corsie di distribuzione
dei tavoli. Ortogonalmente ai tavoli le corsie possono avere una larghezza
minima di 60 cm; le corsie parallele alla distribuzione dei tavoli possono
avere un’ampiezza di 150‐180 cm a seconda del tratto di corsia privo di
intersezioni con i percorsi ortogonali. Solitamente all’illuminazione
generale diffusa, fornita da fonti naturali e/o artificiali, viene aggiunta
un’illuminazione supplementare per le specifiche attività che richiedono livelli luminosi superiori. Infine, per i box informatizzati, lo spazio per il computer può essere di 90x80 cm, a cui va aggiunto uno spazio per prendere appunti e per depositare i libri; si avrà allora una dimensione del tavolo di lavoro del box di 90x110cm.
Fruizione di supporti audiovisivi diversi
Nella sezione audiovisivi, dove si svolgono attività inerenti alla visione ed allʹascolto di dischi, nastri, videocassette, programmi computerizzati, microfilm, ecc., le attrezzature impiegate si possono dividere in tre categorie:
‐ apparecchi per la visualizzazione;
‐ apparecchi per la proiezione;
‐ materiali d’ascolto.
In particolare gli apparecchi per la visualizzazione sono: terminale computer, visori microfilm, televisori muniti di videoregistratore e L.I.M.
8.
8 Lavagna Interattiva Multimediale detta anche L.I.M. o lavagna elettronica, è una superficie interattiva su cui è possibile scrivere, disegnare, allegare immagini, visualizzare testi, riprodurre video o animazioni.
I contenuti visualizzati ed elaborati sulla lavagna potranno essere quindi digitalizzati grazie a un software di presentazione appositamente dedicato.
La LIM è uno strumento di integrazione con la didattica d'aula poiché coniuga la forza della
visualizzazione e della presentazione tipiche della lavagna tradizionale con le opportunità del digitale e della multimedialità. Nell'accezione più comune quando si parla di Sistema LIM si intende un dispositivo che comprende una superficie interattiva, un proiettore ed un computer. Oggi l'evoluzione tecnologica offre dispositivi che permettono di sfruttare le potenzialità di uno schermo interattivo e multimediale utilizzando qualsiasi tipo di superficie e pennarello, oppure attraverso schermi "touch screen", anche della grandezza di un normale monitor desktop in cui il pc è incorporato.
Lettura di gruppo
La lettura di gruppo e le attività di laboratorio, molto rilevante nel caso di utenza giovane, sono di solito ristrette a una piccola cerchia di utenti (da 2 a 6 persone) per consentire uno scambio di opinioni rapido e produttivo, per permettere la necessaria concentrazione nella lettura individuale e per consentire ad esperti, o persone addette alla gestione del gruppo, di mantenere il controllo e la tranquillità nello svolgimento dell’attività. I gruppi di dimensioni maggiori si prestano solo ad attività di tipo seminariale. Per il lavoro di gruppo è opportuno prevedere due livelli operativi:
‐ il primo, per piccoli gruppi, richiede tavoli tradizionali a 4 /6 posti;
‐ il secondo, per gruppi più grandi, necessita di attrezzare uno spazio isolato dal resto della biblioteca con pareti o alte scaffalature, dotato di tavoli da 6 /10 posti e apparecchiature tecniche (proiettori, computer).
3) Conservazione dei supporti dell’informazione
Le attività connesse alla conservazione dell’informazione, che si svolgono nel deposito o nelle sale di lettura a scaffali aperti, sono le seguenti:
‐ conservare i supporti cartacei;
‐ conservare i supporti non cartacei;
‐ accedere agli scaffali;
‐ circolare tra gli scaffali;
‐ individuare l’oggetto ricercato;
‐ prelevare il supporto dell’informazione dagli scaffali.
Il nucleo funzionale, che assume configurazioni diverse a seconda che
l’immagazzinamento del materiale avvenga manualmente o con l’ausilio
di mezzi elettromeccanici, deve offrire le massime compattezza e facilità di accesso al supporto da parte del personale, e, per corrispondere all’accrescimento continuo della raccolta, deve permettere la possibilità di ampliamenti e adattamenti interni.
Conservazione dei supporti cartacei
Per biblioteche di piccole dimensioni, il magazzino librario è uno spazio semplice, con scaffalature per lo più metalliche, parallele e sovrapposte;
assumendo la dimensione in ottavo come modulo di riferimento, si prevede che in ogni metro quadrato di superficie frontale dello scaffale possano venire allineati dai 45 ai 90 volumi di spessore medio.
Poiché il progetto dei depositi deve seguire semplici norme antropometriche, bisogna prestare attenzione a due dimensioni:
‐ l’altezza delle scaffalature, non superiore a i 230 cm, in modo che l’ultimo ripiano, a 197 cm, sia accessibile anche a persone di bassa statura (con profondità fissata tra 20 e 30 cm, ma 55 cm per i giornali rilegati);
‐ la distanza fra le file di scaffalature, variabile da 60 a 100 cm.
4) Attività di servizio
Le attività di servizio, che consentono l’attuazione di tutte le funzioni principali della biblioteca, si svolgono in appositi spazi di servizio, per il personale e gli utenti; queste attività sono le seguenti:
‐ lavorare il materiale stampato da parte del personale;
‐ dirigere le attività della biblioteca;
‐ amministrare le attività della biblioteca;
‐ fotocopiare i supporti cartacei;
‐ circolare tra le varie zone;
‐ ristorarsi;
‐ servizi igienici.
Spazio per il personale
Dal momento che ognuna delle operazioni da effettuare sul libro occupa uno spazio, in rapporto sia ai macchinari specifici sia al numero di persone, dovrebbero essere previsti almeno 10 /12 mq ad addetto. Gli spazi previsti per la lavorazione del materiale stampato soddisferanno anche le esigenze connesse alle microriproduzioni, assai meno voluminose. Per i servizi igienici dovranno essere mantenute le dimensioni minime di 0,40 mq/addetto;
Locali per la gestione e l’amministrazione
Gli uffici, nel caso di una biblioteca di piccole dimensioni possono essere assai ridotti, addirittura relegati al bancone delle informazioni, dato che spesso i bibliotecari adempiono la doppia funzione di svolgere la routine amministrativa e di prestare la normale opera di consulenza ai lettori, pertanto la loro area di azione deve essere comunque accessibile al pubblico in modo diretto; comunque, qualora presenti, gli uffici occuperanno una zona non inferiore al 15 % dello spazio totale della biblioteca.
Servizi per gli utenti
Il nucleo adibito ai servizi per gli utenti comprende:
‐ deposito oggetti personali e guardaroba, collegato allʹingresso e vicino al bancone, attrezzato con contenitori per borse, appendiabiti e portaombrelli dimensionati sull’utenza;
‐ caffetteria;
‐ servizio fotocopie, in una zona adiacente alla sala di lettura, con accesso riservato al personale per una biblioteca di piccole dimensioni;
‐ servizi igienici;
‐ servizi di distribuzione.
Per il dimensionamento dei servizi igienici bisogna calcolare una superficie per i wc e i lavabi di 0,40 mq per utente: in particolare per biblioteche di piccole dimensioni occorrono due nuclei di 6 mq (uno per gli uomini e uno per le donne), con 2 lavabi e 2 wc ciascuno.
Il complesso delle zone tecniche non deve occupare più del 15% della superficie totale a disposizione.
5.2 Tipologie di utenti e relative esigenze
Il passo successivo affrontato nell’ambito dello studio è stato quello di individuare delle tipologie di frequentatori,al fine di poterne meglio soddisfare le esigenze.
La categoria a cui è destinata la biblioteca, sono gli studenti universitari,
che si dividono in due categorie: da un lato quelli appartenenti alla
Scuola Normale Superiore, che possono sfruttare il patrimonio
bibliografico presente,sia perché adeguato alle loro esigenze di studio, sia
perché possono accedere alla biblioteca vera e propria in quanto forniti di apposita tessera di accesso personale; dall’altro tutti gli altri studenti universitari che possono accedere ed utilizzare tutti gli altri servizi offerti come la connessione ad internet o semplicemente uno spazio dedicato, in cui studiare. Per questo motivo si ritiene necessaria la creazione di una unità funzionale dedicata allo studio individuale capace di consentire agli utenti di studiare in adeguate condizioni di confort acustico senza interferire con gli altri ambiti funzionali della struttura.
Altre due funzioni di supporto alla biblioteca sono la sala conferenze e la caffetteria, questa ultima pensata e voluta aperta anche all’utente esterno, per creare un luogo di integrazione tra gli studenti universitari,i dipendenti della struttura, i passanti e i turisti.
5.3 Obiettivi progettuali di studio
L’obiettivo principale è quello di fornire un sistema di servizi in grado di favorire lo sviluppo della cultura, dell’informazione e della formazione a mezzo dei modi tradizionali nonché facendo ricorso alle tecniche ed alle tecnologie più moderne.
Il servizio principale sarà quello fornito dalla Biblioteca, che avrà, fra gli obiettivi particolari, quelli di:
‐ fornire gli strumenti bibliografici e documentari idonei, sia per tipo, sia per numero, allʹattività dello studio, della ricerca, della sperimentazione e della didattica;
‐ conservare il patrimonio librario e documentario nel tempo;
‐ rispondere alle esigenze degli utenti;
‐ mantenere nel tempo un elevato livello di soddisfazione nell’utenza.
Inoltre,insieme al servizio bibliotecario ho ipotizzato l’inserimento di una Emeroteca,aule multimediali per integrare la didattica e la conoscenza.
Scopo e oggetto di studio è stato quello di cercare di creare un collegamento,seppur solo simbolico, tra gli utenti della Scuola Normale Superiore e tutti gli altri,studenti e non.
Fra gli obiettivi da raggiungere con la realizzazione della Biblioteca, sono individuabili quelli di fornire un servizio di accesso/consultazione dei documenti finalizzato a rispondere alla domanda degli utenti ed al tempo stesso di realizzare una organizzazione degli spazi che consenta lo studio, la lettura, la consultazione cartacea, la consultazione multimediale, l’accesso e la navigazione internet e favorisca le relazioni a mezzo di spazi di relazione.
Il servizio si deve caratterizzare:
a) per i supporti da dare agli utenti nella ricerca di informazioni e documenti.
Il patrimonio ad inventario è destinato a crescere negli anni, per cui l’utente deve riuscire a reperire ed individuare, in un vasto numero di volumi, quelli appropriati alle sue ricerche ed ai suoi studi.
La Biblioteca dovrà pertanto fornire:
‐ consulenze fornite da bibliotecari e addetti qualificati;
‐ l’accesso immediato agli strumenti di informazione generale (enciclopedie, dizionari, annuari, repertori, ecc.) e di orientamento (bibliografie, cataloghi, ecc.);
b) per la completezza e l’interdisciplinarietà della documentazione disponibile.
La Biblioteca deve soddisfare le esigenze di adeguamento
dell’informazione e della formazione di utenti che devono continuamente
aggiornare il proprio patrimonio di conoscenze e adeguarlo ai cambiamenti della società;
c) per la facilità d’accesso ai documenti.
Gli utenti dovranno avere accesso diretto (a scaffale aperto) ad una parte consistente del patrimonio documentario della Biblioteca;
d) per l’articolazione dell’offerta in funzione della domanda diversificata degli utenti.
Gli obiettivi di carattere generali sono stati esplicati attraverso il programma funzionale che è stato teso ad individuare gli Ambiti Funzionali Omogenei (AFO):
elencate le funzioni che l’intervento dovrà consentire di esplicare, sono state raggruppate in Unità Funzionali UF ovvero in insiemi di funzioni spazialmente e temporalmente compatibili.
Di seguito sono riportati i risultati di questa analisi.
I dati in esso contenuti sono stati l’input sul quale si è sviluppato il
progetto.
AFO 1 – ZONA DIPENDENTI
ATTIVITA’
AMMINISTRATIVE
Presenza di uffici dediti allo svolgimento delle attività direzionali, amministrative e di un ambito riunioni per il personale.
ARCHIVIAZIONE DOCUMENTI
I documenti che non sono conservati negli scaffali aperti hanno necessità di essere archiviati in un’unità indipendente con accesso regolato.
In tale unità saranno archiviati, fra l’altro, i volumi rari o di particolare fragilità, il materiale di pregio e tutti quei volumi che presentano rara e sporadica consultazione. In tale unità saranno archiviati altresì le vecchie raccolte di quotidiani e periodici.
LABORATORIO RECUPERO/RESTAURO
Necessità di un ambito dedicato al recupero e/o restauro di volumi rari e/o di particolare pregio Necessità di un ambito dedicato.
AFO 2 – ZONA STUDENTI
ACCOGLIENZA
Il termine accoglienza rimanda a tutte quelle funzioni e servizi che si esplicano al momento del passaggio dall’esterno all’interno della biblioteca.
In tale momento l’utente necessita di depositare gli accessori e indumenti superflui (soprabiti, ombrelli, ecc.) nonché di riporre zaini e borse in appositi contenitori di sicurezza.
L’utente avrà altresì la necessità di intuire
l’organizzazione del servizio, la disposizione degli
spazi interni, di essere pre‐orientato nelle ricerche
da effettuare e di essere formato sulle disposizioni
in materia di sicurezza e di evacuazione di
emergenza.
PRESTITO / INFORMAZIONI
Tale Unità Funzionale contempla la richiesta di informazioni più dettagliate da parte degli utenti, le relazioni fra gli utenti ed i bibliotecari e/o il personale amministrativo, la richiesta di prestiti, la ricerca informatizzata dell’esatta collocazione dei volumi richiesti da parte del personale, la registrazione degli utenti, la registrazione dei prestiti, la sorveglianza degli accessi e degli ambienti interni, ecc.
In tale unità dovrà altresì svolgersi l’attività legata alla riproduzione e alla copia parziale dei documenti nel rispetto delle vigenti leggi.
CONSULTAZIONE
Tale unità dovrà consentire la conservazione e la consultazione dei documenti a mezzo di:
‐ accesso diretto al documento;
‐ accesso indiretto al documento, soggetto a procedura di richiesta e consegna.
Il servizio di consultazione a scaffale aperto è articolato in:
a) un servizio di reference e consultazione generale;
b) un servizio di consultazione di una raccolta di documenti completa e interdisciplinare, organizzato per sezioni tematiche;
c) un servizio di consultazione di tutte le novità;
d) servizi di consultazione di raccolte di documenti speciali
AMBITO MULTIMEDIALE
La Biblioteca dedicherà ampio spazio alle funzioni connesse alla consultazione multimediale e navigazione internet.
Dovranno essere installate idonee postazioni di rete.
Ci saranno aule dedicate all’apprendimento
multimediale anche attraverso l’ausilio di lavagne
LIM (lavagna interattiva multimediale).
La dotazione di personal computer potrà essere adibita anche a servizi quali la consultazione di documenti su supporto informatico, ecc..
STUDIO INDIVIDUALE
Necessità di spazi atti allo svolgimento di funzioni connesse allo studio individuale con materiale didattico proprio.
Nell’unità funzionale dedicata allo studio individuale si dovrà consentire agli utenti l’accesso e lo studio in adeguate condizioni di confort acustico senza interferenze con gli altri ambiti funzionali omogenei della struttura.
ESPOSIZIONI GIORNALI E RIVISTE
Il modello biblioteconomico prevede che nell’emeroteca siano presenti raccolte di quotidiani a tiratura locale e nazionale, periodici di cultura generale, riviste e rotocalchi di informazione specializzata .
L’unità funzionale dovrà consentire la conservazione e l’esposizione dei quotidiani dell’ultima settimana e dei periodici dell’ultimo anno.
I documenti, perché siano facilmente visibili, saranno esposti prevalentemente di piatto in espositori.
CONSULTAZIONE GIORNALI/RIVISTE
Tale unità consente la consultazione diretta e la lettura del materiale esposto.
L’accesso ai documenti archiviati avverrà a mezzo di richiesta da inoltrare al personale della biblioteca.
AFO 3 – ZONA APERTA A TUTTI
CAFFETTERIA
Unità funzionale di supporto alle precedenti.
Questa unità prevede non solo il servizio agli utenti che accedono alla biblioteca,ma anche a tutti coloro che provengono dall’esterno e vogliono usufruirne. L’accesso a tale unità è studiato in modo da non interferire con le attività proprie della biblioteca e/o della sala conferenze,anzi ha una posizione cuscinetto tra ciò che avviene dentro la struttura e fuori.
PREPARAZIONE CIBI BUFFET
Unità funzionale di supporto alla precedente.
Tale unità dovrà consentire di imbandire buffet o catering in occasione degli eventi in programmazione.
Nel caso di organizzazione di buffet e catering tale unità deve consentire il lavaggio dei cibi, la preparazione dei cibi, la cottura, la conservazione, il lavaggio delle stoviglie
AFO 4 – ZONA AD ACCESSO TEMPORANEO
REGISTRAZIONE / GUARDAROBA
Unità funzionale dedita all’accoglienza e alla registrazione dei partecipanti alle manifestazioni, nonché alla necessità di depositare i propri soprabiti.
DIBATTITI PRESENTAZIONI
SEMINARI
L’unità funzionale in esame è quella che caratterizza l’intero ambito funzionale omogeneo. Essa deve consentire lo svolgimento di dibattiti, presentazioni, seminari, piccoli convegni e videoconferenze.
ESPOSIZIONI MOSTRE
Unità funzionale dedicata all’esposizione temporanea o permanente, ed alla mostra di libri, quadri o altro organizzata dalla Scuola Normale Superiore e/o da chiunque ne faccia specifica richiesta.
5.4 Influenza del luogo
La progettazione ha preso avvio da un’attenta analisi della struttura, dalla filosofia di gestione della Scuola Normale Superiore e dalla volontà di non snaturare l’edificio.
Uno degli obiettivi principali posti in sede di studio era quello di connettere la vita urbana circostante con la realtà interna della struttura della Scuola Normale Superiore con l’idea di collegare se pur solo virtualmente una realtà da sempre chiusa ed elitaria della Scuola, con la vita esterna e non necessariamente connessa con il mondo universitario.
Creando così un luogo di sosta e non più solo un percorso o peggio ancora un non luogo.
Da questa prima considerazione si è fatta strada l’idea di intervenire sulla struttura cercando di creare un collegamento in più strati tra interno ed esterno cercando di non perdere mai di vista l’obiettivo principale di questo intervento,ovvero quello di accogliere e raccogliere “la conoscenza” e “il sapere”.
5.4.1 L’Organigramma
La base della progettazione è stata quella di determinare l’organigramma: sono state cioè stabilite le funzioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi posti e quindi ordinate gerarchicamente tenendo conto delle relazioni che le legano.
Come già descritto nel paragrafo 5.2, oltre alla biblioteca vera e propria,
sono state pensate anche l’emeroteca, una sala polifunzionale ed una
piccola attività commerciale di bar caffetteria. Si tratta quindi di conciliare
numerose attività diverse tra loro che presuppongono condizioni
ambientali differenti.
PIANO AMMEZZATO
PIANO TERRA
Accesso con chiave elettronica
PIANO PRIMO
Accesso con chiave elettronica
PIANO SECONDO
Accesso con chiave elettronica