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  5.1 – Il modello della biblioteca a tre livelli   

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Academic year: 2021

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 ‐ IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE   

  5.1 – Il modello della biblioteca a tre livelli   

  Il modello biblioteconomico di derivazione tedesca della biblioteca  tripartita è caratterizzato da una suddivisione fisica ed organizzativa dei  servizi bibliotecari in tre livelli di progressivo approfondimento, con una  particolare attenzione al servizio di ingresso. 

Nato nei primi anni settanta, diventò in breve il modello per antonomasia  di  biblioteca  amichevole  e  incentrata  sullʹutente  perché  partiva  dalla  constatazione che parte della domanda di informazione di una biblioteca  pubblica  è  costituita  da  una  richiesta  generalizzata  da  parte  di  utenti  occasionali  che  non  hanno  ben  chiaro  ciò  di  cui  hanno  bisogno  e  le  cui  esigenze  non  possono  quindi  essere  soddisfatte  attraverso  i  sistemi  classici di catalogazione. 

A partire da queste osservazioni, la biblioteca fu suddivisa in vari settori  il cui nome è identificato in base alla sua prossimità o lontananza rispetto  allʹutente medio, sui cui bisogni e comportamenti la biblioteca deve essere  centrata e organizzata: 

 

SETTORE di INGRESSO  SETTORE CENTRALE 

(scaffale aperto)  UFFICI e ARCHIVIO   

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- ʺSettore di ingressoʺ: è la prima zona incontrata dal lettore entrando  in  biblioteca.  Deve  essere  connotata  da  requisito  di  immediatezza,  accessibilità  ed  informalità,  similmente  ad  un  grande  negozio.  È  rivolto  principalmente  agli  utenti  occasionali  e  deve  contenere  lʹinformazione, lʹattualità, lʹorientamento e la presentazione dei servizi  offerti dalla biblioteca. 

 

- ʺSettore  centrale  (scaffale  aperto)ʺ:  il  settore  centrale  a  scaffale  aperto, risponde a richieste informative più definite e già orientate, ad  esigenze  di  studio,  lettura  e  consultazione.  Deve  offrire  servizi  di  media  complessità  e  che  presuppongano  una  maggiore  autonomia  dʹuso. 

 

- ʺUffici  e  archivioʺ:  il  settore  a  deposito  chiuso,  offre  servizi  di  alta  complessità, reference 

3

specializzato e mette a disposizione documenti  meno utilizzati o più rari. 

 

L’orientamento dell’utenza si traduce, nel modello tedesco, in un’accurata  segmentazione dell’offerta dei servizi in base all’utenza, ai suoi bisogni e  ai  comportamenti,  segmentazione  che  corrisponde  ad  esigenze  informative progressivamente più approfondite e specializzate. 

3 In biblioteconomia il reference (termine di derivazione anglosassone) indica le attività di consulenza, informazione e orientamento che i bibliotecari svolgono con gli utenti delle biblioteche. In italiano non esiste una precisa traduzione del termine. Il reference può comunque venire associato all'idea italiana della sala di consultazione della biblioteca, dove bibliotecari specializzati assistono gli utenti nelle loro ricerche utilizzando le opere di consultazione.Il bibliotecario, durante l'attività di reference, svolge una funzione di filtro, di intermediazione fra l'utente, i suoi bisogni informativi e il complesso delle risorse informative disponibili, permettendo all'utente di superare un momento di stallo nella sua attività di ricerca.Il risultato dell'attività può spaziare dall'individuazione di riferimenti bibliografici, al chiarimento di quali siano le chiavi e le fonti di ricerca più opportune che l'utente potrà adoperare autonomamente,

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Il  settore d’ingresso  risponde  ai  bisogni  informativi  più  generici  e  meno  strutturati:  implica  la  semplicità  degli  strumenti  offerti  e  grande  accessibilità.  Il  secondo  livello  risponde  a  richieste  informative  più  definite e già orientate a esigenze di studio, lettura e consultazione: deve  offrire  servizi  di  media  complessità  che  presuppongono  una  maggiore  autonomia d’uso e reference per ricerche di medio approfondimento. 

Il terzo livello è destinato a ricerche puntuali e più specializzate e mettere  a disposizione documenti meno utilizzati e più rari. 

Questo modello presuppone un’auto selezione da parte dei frequentatori,  che  accedono  ai  servizi  bibliotecari  tanto  più  in  profondità  quanto  più  perfezionato è il loro bisogno informativo. 

Una  delle  critiche  che  possono  essere  mosse  è  il  rischio  di  un’eccessiva  frammentazione dei servizi che può portare ad una compartimentazione  degli utenti che rimangono come confinati in un settore senza esplorare il  resto.  D’altro  canto,  è  proprio  questa  frammentazione  che  permette  di  razionalizzare e rendere più efficiente il servizio, in quanto ognuno trova  subito quello che cerca, senza arrecare disturbo agli altri. 

Se  infatti  è  necessario  favorire  l’integrazione  tra  le  varie  categorie  di  utenti  per  permettere  lo  scambio  e  l’arricchimento  preciso,  è  anche  vero  che si deve evitare la promiscuità tra i frequentatori che hanno esigenze  troppo diverse tra loro, per le differenti motivazioni che li hanno spinti in  biblioteca. 

Un’ulteriore  suddivisione  deve  riguardare  il  settore  centrale  che  deve 

essere  articolato  in  una  parte  di  servizi  “generali”  (destinati  a  tutti  gli 

utenti) e in una parte di servizi “speciali” destinati a particolari categorie 

di utenti e/o caratterizzati dalla particolare fisionomia documentaria  

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(es.  la  “mediateca”  che  conserva  documenti  audiovisivi;  con  la  sezione  caratterizzata dalla specificità della collezione). 

Nel  caso  di  un  organismo  articolato  come  quello  bibliotecario  è  indispensabile far precedere la progettazione vera e propria da un piano‐

programma  che  individui  correttamente  le  attività  fondamentali  integrative  e  di  servizio  che  si  dovranno  svolgere  nella  biblioteca.  La  valutazione dovrà essere innanzitutto di tipo qualitativo, per precisare ed  individuare le varie attività, e poi anche di tipo quantitativo, per definire  correttamente spazi ed attrezzature previste. 

La  conformazione  fisica  degli  spazi  progettati  e  il  rapporto  che  si  stabilisce  con  le  attrezzature  del  servizio  influiscono  sulla  qualità  delle  prestazioni  previste  dal  programma  funzionale.  Solo  dopo  un’accurata  redazione  di  questi  strumenti  preliminari  è  possibile  giungere  alla  formulazione di criteri progettuali. Una volta stabilito che una biblioteca  consiste in una raccolta 

organizzata  e  dinamica  di  libri  e/o  altri  documenti,  tali  da  costituire  un  sistema di informazioni a uso degli utenti, ne deriva che quattro sono le  funzioni che ne consentono il funzionamento, ovvero: 

‐  la consultazione dell’informazione; 

‐  la lettura e lo studio del supporto dell’informazione; 

‐  la conservazione dei supporti dell’informazione; 

‐  le funzioni di servizio (incluse anche attività non strettamente correlate  all’uso bibliotecario, quali quelle di promozione culturale). 

Dal punto di vista distributivo va sottolineata l’importanza del criterio di 

ordinamento delle diverse unità funzionali in tre aree: da una prima zona 

costituita  dai  servizi  di  orientamento  al  lettore,  fino  ad  una  zona  più 

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tranquilla di lettura, passando attraverso una zona intermedia di ricerca e  di  prima  consultazione.  Le  funzioni  articolano  gli  organismi  edilizi  nei  nuclei funzionali fondamentali elencati di seguito: 

 

1. Spazio relativo ai lettori: 

‐ area per l’entrata, il prestito, la distribuzione, l’uscita; 

‐ area par la consultazione; 

‐ area per gli scaffali aperti; 

‐ area per la lettura e lo studio; 

‐ area per le attività informatiche. 

 

2. Spazio per il personale: 

‐ area per uffici; 

‐ area per i servizi del personale. 

 

3. Spazi per i servizi generali: 

‐ servizi igienico – sanitari; 

‐ centrale elettrica; 

‐ centrale di riscaldamento e condizionamento; 

‐ sala server. 

 

Il  dimensionamento  degli  elementi  distributivi  varia  in  base  al  numero  dei lettori e al tipo di biblioteca, ma in ogni caso devono essere osservate  le  norme  di  cui  al  D.P.R.  503/96 

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(per  persone  in  stato  di  menomazione  fisica) e quelle relative alla sicurezza antincendio. 

4 E’ il regolamento attuativo dell’art. 27 della Legge n. 118 del 30.03.1971 (che ha abrogato il D.P.R.

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I  dimensionamenti  degli  spazi  dovranno  essere  poi  effettuati  anche  tenendo conto: 

‐ dell’incremento librario (calcolato in proiezione per almeno 20 anni); 

‐ del  progressivo  allargamento  ed  incremento  dei  supporti  delle  informazioni:  periodici,  quotidiani  a  stampa,  foto,  mappe,  microfilm,  banche dati…etc. 

‐ delle  modalità  di  accesso  al  supporto:  da  quello  diretto  (prestito  e  consultazione)  all’uso  di  microforme  con  un  progressivo  ampliamento  delle tecnologie utilizzate quali banche dati, Visual Display Unit (VDU)

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,  telefax…etc. 

Nella  progettazione  di  una  biblioteca  si  possono  stabilire  i  seguenti  principi,  sempre validi,  indipendentemente  dalla classificazione  e  dalla  tipologia adottata: 

‐ i  progetti  devono  essere  flessibili,  perché  la  concezione  del  ruolo  delle  biblioteche e quindi i loro compiti possono variare nel corso degli anni; 

questa  esigenza  di  flessibilità  riguarda  essenzialmente  le  possibilità  di  trasformazioni interne; 

(continua da nota 4) Amplia il campo di applicazione anche a strutture a carattere temporaneo.

Introduce il concetto di “LUOGO PUBBLICO FRUIBILE DA CHIUNQUE” Titolo IV procedure Art. 19 (Deroghe e soluzioni alternative), comma 3 Per gli edifici soggetti al vincolo (…) la deroga è consentita nel caso in cui le opere di adeguamento costituiscono pregiudizio per valori storici ed estetici del bene tutelato; in tal caso il soddisfacimento del requisito di accessibilità è realizzato attraverso opere provvisionali ovvero, in subordine, con attrezzature d'ausilio e apparecchiature mobili non stabilmente ancorate alle strutture edilizie. La mancata applicazione delle presenti norme deve essere motivata con la specificazione della natura e della serietà del pregiudizio.

Per gli edifici pubblici o privati aperti al pubblico “vincolati” non sono previste da nessun provvedimento legislativo possibilità di deroga alla irrinunciabile prestazione costituita della fruizione generalizzata dell'opera stessa. In altre parole se un edificio di particolare valore storico o ambientale non può essere adeguato agli attuali standards di accessibilità sarà sempre considerato come “monumento” da conservare ma non potrà più essere utilizzato come “contenitore” di funzioni per la collettività. Viene introdotto il nuovo concetto di “accessibilità condizionata” che obbliga tutte le Amministrazioni pubbliche, a predisporre entro 180 giorni, in attesa dei necessari adeguamenti all'immobile, un “servizio di assistenza”

in grado comunque di soddisfare le esigenze del cittadino disabile.

5 Sta per "Unità video." Un VDU visualizza le immagini generate da un computer o altro dispositivo elettronico. Il termine VDU viene spesso usato come sinonimo di "monitor", ma può anche riferirsi ad un altro tipo di visualizzazione, come un proiettore digitale. Le unità di visualizzazione possono essere

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‐ per assicurare la flessibilità dei progetti risulta assai comodo utilizzare il  principio della modularità ; l’unità di base deve essere scelta in modo tale  che  le  dimensioni  dei  locali  permettano  una  gestione  razionale  dei  servizi della biblioteca; 

‐  il  modulo  impiegato  per  la  progettazione  di  una  biblioteca  deve  corrispondere  alle  esigenze  sia  del  progetto  dell’edificio  sia  all’arredamento  degli  interni  (si  consiglia  un  modulo  di  UNI  6  M  =  60  cm). 

 

1) Consultazione dell’informazione 

Le attività correlate alla consultazione dell’informazione si svolgono nella  zona del banco informazioni e presso le scaffalature e consistono in : 

  Controllo entrata/uscita; 

 Prestito e restituzione dei libri; 

  Informazioni  sul  funzionamento  della  biblioteca,  ulteriormente  suddivise in:  

1) informazioni di orientamento; 

2) informazioni sull’uso del catalogo; 

3) informazioni bibliografiche. 

 Esposizione delle novità (libri e periodici); 

 Deposito degli effetti personali; 

 Catalogazione delle informazioni, 

 Ricerca delle informazioni; 

 Esposizione dei libri (ammessi o no al prestito); 

 Prelevare il supporto dell’informazione dagli scaffali; 

 Consultare velocemente i libri esposti. 

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Controllo, informazione ed orientamento   

Il  banco  informazioni  è  il  centro  attorno  a  cui  ruotano  attività  quali  la  richiesta  di  informazioni,  l’orientamento  sul  funzionamento  della  biblioteca,  l’esposizione  di  novità,  il  prestito  e  la  restituzione  dei  libri; 

esso rappresenta un punto nevralgico che accoglie i visitatori all’ingresso,  e funge, al tempo stesso, da mediatore tra interno ed esterno, nonché da  filtro tra i rumori della città e la tranquillità della zona lettura interna. Il  banco di lavoro, per essere adeguato alle attività che vi si svolgono, deve  presentare determinate caratteristiche. 

Nello  spazio  ingresso  è  preferibile  la  presenza  di  un  atrio  per  consentire  un certo isolamento acustico. 

Per  un  migliore  controllo  contro  eventuali  furti  è  conveniente  collocare  l’entrata  e  l’uscita  della  biblioteca  in  posizioni  adiacenti,  e  dotarle  di  dispositivi  di  sicurezza  appropriati.  L’obiettivo  del  sistema  di  sicurezza  nell’edificio bibliotecario consiste nella protezione di: 

‐ persone; 

‐ beni immobili; 

‐ beni mobili (supporti dell’informazione); 

‐ impianti; 

‐ informazioni. 

Tale  scopo  può  essere  ottenuto  tramite  la  realizzazione  di  tre  differenti  subsistemi di sicurezza che determinano la sicurezza complessiva: 

‐  la  sicurezza  passiva,  cioè  tutto  il  complesso  di  elementi  fisici  atti  a  proteggere un bene (dalla grata metallica alla cassaforte); 

‐ la sicurezza attiva, cioè tutte quelle strumentazioni elettroniche in grado 

sia  di  rilevare  una  situazione  di  pericolo  sia  di  innescare  una  reazione 

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adeguata  al  suo  annullamento/contenimento  (per  esempio  un  sistema  antincendio di rilevazione e spegnimento automatico); 

‐ la sicurezza logica, cioè l’insieme di procedure tra loro organizzate al fine  di favorire tutte le azioni interne ed esterne possibili per l’eliminazione o  il  contenimento  del  pericolo  (per  esempio  trasmissione  dell’allarme  e  intervento dei Vigili del Fuoco). 

Il  controllo  degli  ingressi  è  uno  dei  requisiti  fondamentali  nell’organizzazione  funzionale  della  biblioteca,  sia  per  i  problemi  connessi  con  l’accoglienza  dei  lettori,  sia  per  la  necessità  di  evitare  fenomeni  di  taccheggio;  per  piccole  biblioteche  sarà  sufficiente  un  controllo  a  vista  ubicato  prima  dell’uscita,  magari  corredato  da  un  deposito  per  borse.  Un  sistema  elettronico  di  controllo  può  agire  sul  lettore, controllandolo con telecamera a circuito chiuso o verificando una  carta con codice a barre da aggiornare prima dell’uscita al banco prestiti,  oppure direttamente sul libro tramite detector elettronici che funzionano  per contrasto con un elemento magnetico o una striscia rilevatrice inserita  nel  supporto  dell’informazione;  più  semplicemente  possono  essere  predisposti metal detector che rilevano una striscia metallica inserita nella  costola del libro.  

Per  biblioteche  di  media  e  grande  dimensione  è  opportuna  la 

compresenza di tutti questi sistemi onde evitare gli svantaggi singoli. La 

tutela  dell’ingresso  può  essere  assicurata  da  tornelli  semplici  o  a  tutta 

altezza, oppure da doppie porte interbloccate e da bussole rotanti. Infine 

é  possibile  controllare  l’accesso  con  sistemi  avvisatori  connessi  con  i 

detector  elettronici,  che  possono  essere  semiautomatici  (tappetino 

calpestabile  meccanico),  o  automatici,  inseriti  in  un  sistema  ad  ante 

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laterali  (cellula  fotoelettrica).  Questi  sistemi  possono  essere  integrati  da  un  dispositivo  meccanico  interconnesso  elettronicamente  che  controlli  l’uscita,  per  cui  in  caso  di  accertato  taccheggio  il  lettore  non  può  uscire  dalla  biblioteca.  Solitamente  essi  sono  costituiti  da  bracci  in  alluminio  lunghi  90  cm  e  posti  ad  un’altezza  di  80  cm  da  terra.  I  sistemi  ad  ante  possono  consistere  in  semplici  metal  detector  con  piena  altezza  utile  da  terra (anche 220 cm) e larghezza media compresa tra 70 e 80 cm. Nel caso  di  sistemi  a  rilevazione  per  contrasto  con  una  strip  inserita  nel  libro  si  hanno  altezze  utili  di  160‐195  cm,  a  partire  da  circa  30  cm  da  terra. 

Occorre  ricordare  come  tutti  questi  sistemi  presentino  il  problema  di  restringere le uscite rispetto alle prescrizioni delle leggi antincendio e di  quelle riguardanti i portatori di handicap. 

Per  questo  è  necessario  prevedere  spazi  alternativi  complementari  di  ingresso  e  di  uscita  che  consentano  di  soddisfare  i  requisiti  contemplati  dalla  legislazione  vigente.  Tali  spazi  potranno  restare  chiusi  tramite  dispositivo flessibile in condizioni di esercizio normale e aperti in caso di  necessità. 

Di solito, per una migliore distribuzione delle funzioni, l’entrata e l’uscita  della  biblioteca  si  collocano  in  posizione  centrale  rispetto  alla  pianta  dell’edificio.  Il  controllo  può  essere  effettuato  anche  dal  personale  del  banco informazioni, che, in genere, svolge varie mansioni. E’ conveniente  porre il banco informazioni vicino all’ingresso per controllare meglio sia  il flusso del pubblico sia il ritorno e prestito dei libri. 

In questa zona, come già ricordato, si svolgono le seguenti attività: 

‐ registrazione dei prestiti e restituzione di libri; 

‐ informazioni sul funzionamento della biblioteca; 

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‐ esposizione delle novità (libri e periodici). 

Il banco informazioni richiede le seguenti attrezzature: 

‐ un piano lavoro; 

‐ contenitori per schede libri in prestito, registri, cassette…etc. 

‐ cassettiera; 

‐ scaffali e carrelli per collocazione dei libri dati e ricevuti dal prestito; 

‐ terminali per la registrazione automatica dei prestiti e stampante. 

Il  banco  deve  essere  del  tipo  a  doppia  funzione:  da  un  lato  deve  permettere il lavoro del personale, dall’altro deve consentire la ricezione  delle  informazioni  da  parte  del  lettore.  Per  le  biblioteche  di  piccole  dimensioni  le  funzioni  di  ricevimento,  registrazione,  prestito  e  informazioni sono svolte contemporaneamente sullo stesso banco. Per le  biblioteche  di  grandi  dimensioni  le  informazioni  sono  separate  dai  prestiti. 

Con l’introduzione delle nuove tecnologie il banco si arricchisce di nuovi  servizi  di  informazione  veloce,  riservati  non  solo  al  personale  ma  anche  agli  utenti,  come  l’accesso  tramite  terminali  a  banche  dati,  ricerca  su  microfilm,  uso  di  visori  per  diapositive,  proiettori…etc.  Queste  attrezzature sono collocate in un unico punto all’ingresso, per rendere più  comoda l’assistenza da parte del personale specializzato e razionalizzare  l’ingresso degli utenti all’interno della biblioteca. 

Il  banco  tradizionale  tende,  in  questo  caso,  ad  accentuare  la  già  citata 

caratteristica  di  banco  a  doppia  funzione,  per  cui  in  genere  adotta  la 

forma  “  a  penisola”.  Se  però  la  biblioteca  è  di  grandi  dimensioni,  una 

parte  delle  mansioni  accennate  viene  trasferita  nella  zona  di 

consultazione per evitare ammassamenti di persone all’entrata: nel nostro 

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caso, per esempio, la zona dedicata alla ricerca su supporto informatico è  situata al primo piano. 

 

Individuazione dell’informazione   

L’individuazione dell’informazione comporta in primo luogo l’attività di  catalogazione  delle  informazioni  che  la  biblioteca  acquisisce  nelle  varie  forme  di  supporto  (schede  cartacee,cd,  microforme),  prima  che  vengano 

“accumulate”  nella  massa  del  patrimonio:  tale  attività  consiste  in  una  descrizione  dei  dati  distintivi  dell’informazione  (autore,  titolo,  argomento),  che  ne  consentono  il  reperimento  in  un  elenco  ordinato,  associata all’indicazione della posizione nel deposito. 

Gli spazi più appropriati per queste attività sono certamente attrezzati ad  ufficio, dotati di opportuni arredi che consentano un’immediata fruizione  degli  schedari  e  dei  supporti  da  catalogare.  Il  dimensionamento  può  essere  di  massima  considerando  una  superficie  di  13,5  mq  per  addetto,variabile a seconda della complessità del sistema di catalogazione  e del grado di informatizzazione, che può richiedere superfici più limitate  ma maggiormente attrezzate. Nel definire le caratteristiche funzionali di  questo  nucleo  bisogna  distinguere  se  l’informazione  viene  rintracciata  manualmente o elettronicamente. 

Il  reperimento  manuale  avverrà  mediante  un  indice  bibliografico,  un  catalogo  a  schede,  un  catalogo  informatizzato,  oppure  con  domande  al  personale. Le attrezzature richieste per svolgere questa funzione sono: 

‐ banco informazioni con scaffali per il deposito del materiale di frequente  consultazione; 

‐ postazioni informatizzate; 

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‐ supporti per trascrivere le informazioni; 

‐ sedie. 

In  biblioteche  di  piccole  e  medie  dimensioni  questo  nucleo  esplica  la  funzione  di  ricevimento  e  orientamento  del  pubblico;  in  grandi  biblioteche è collocato invece vicino alla zona di lettura adulti, e alla zona  informazioni  vicino  all’ingresso.  Per  la  consultazione  del  catalogo  sono  consigliabili  tavoli  alti  che  consentono  sia  di  cercare  la  collocazione  in  piedi,  per  tempi  di  permanenza  brevi,  sia  di  sedersi  su  sgabelli  per  ricerche  più  lunghe.  La  larghezza  del  tavolo  per  la  consultazione  del  catalogo,  in  ragione  della  lunghezza  dei  cassetti  dello  schedario,  può  variare tra un minimo di 45 cm ed un massimo di 60 cm, se si prevede che  il piano di lavoro sia utilizzato su un solo lato, o di 90 cm quando se ne  prevede l’uso contemporaneo da entrambi i lati. Sarebbe bene prevedere  fasci di luce direzionati sopra ogni schedario, posizionati alle spalle degli  utenti, in modo da illuminare frontalmente le schede. 

Nel  caso  di  ricerca  veloce,  saranno  diverse  sia  le  attrezzature  sia  la  loro  localizzazione. 

Le attrezzature per svolgere questa attività sono: 

- terminali e personal computer. 

Il  conseguimento  del  supporto  dell’informazione  è  finalizzato  alla 

fruizione  all’interno  della  biblioteca  o  al  prestito  e  può  avvenire 

attraverso  il  prelevamento  diretto  in  scaffali  accessibili  al  pubblico, 

oppure  tramite  richiesta  al  personale  addetto  e  successiva  distribuzione 

dei  supporti  conservati  in  deposito  ad  accesso  riservato.  Il  punto  di 

trasmissione può coincidere o meno con la zona di informazione e deve 

essere  o  collegato  con  il  deposito  o  situato  in  una  delle  sezioni  della 

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biblioteca.  Solitamente  è  costituito  da  un  bancone  con  piano  di  lavoro  sufficiente  ad  ospitare  i  volumi  o  gli  altri  materiali  nel  corso  della  registrazione,  ma  non  tanto  grande  da  rendere  difficoltoso  il  passaggio  manuale dei supporti tra addetto e utente (per un’altezza del bancone di  circa 110 cm la profondità può essere pari a 60 cm; per un’altezza pari a  90 cm la profondità può raggiungere i 75‐90 cm). 

Il  dimensionamento  degli  spazi  destinati  alla  distribuzione  deve  essere  proporzionato: 

‐  al numero degli addetti all’attività di distribuzione al pubblico; 

‐  all’ingombro dell’uscita del mezzo di trasporto dei supporti; 

‐  alla quantità dei supporti in giacenza e in attesa di essere distribuiti e  quindi alle attrezzature necessarie per la loro sistemazione provvisoria  (carrelli, bancone, scaffali annessi al bancone…etc); 

‐  al  numero  di  lettori  che  nell’ora  di  massima  affluenza  attendono  i  supporti richiesti; 

‐  all’ingombro  dei  materiali  e  dell’attrezzatura  per  la  registrazione  dell’avvenuta distribuzione, se prevista. 

La  distribuzione,  analogamente  a  quanto  avviene  per  la  consegna  delle  richieste, può essere concentrata in un unico punto, aver luogo nelle varie  sezioni  della  biblioteca  oppure  avvenire  tavolo  per  tavolo,  nella  zona  lettura.  Il  più  delle  volte  fa  capo  ad  un  bancone,  avente  caratteristiche  simili  a  quelle  precedentemente  esposte.  Per  biblioteche  di  una  certa  dimensione  dovranno  altresì  essere  predisposte  zone  ad  ufficio  per  la  gestione complessiva del movimento. 

 

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Consultazione asistematica ed emeroteca   

All’interno  della  sala  lettura  o  in  posizione  marginale  rispetto  ad  essa  trovano  la  loro  collocazione  anche  l’emeroteca  e  la  zona  per  la  consultazione  asistematica

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.  Circa  il  30%  delle  persone  che  entrano  in  biblioteca si indirizza verso questa zona, senza utilizzare gli altri servizi o  svolgere  attività  di  lettura  più  formalizzata.  Per  il  carattere  di  consultazione asistematica, preliminare ad altre attività di informazione a  carattere  specifico,  tale  zona  può  essere  convenientemente  localizzata  in  prossimità degli spazi di ingresso. L’attività in essa prevista comporta il  movimento  delle  persone  tra  gli  scaffali,  l’esame  dei  titoli  e  degli  indici  delle  riviste  o  dei  quotidiani,  la  consultazione  di  uno  o  più  supporti  di  vario tipo (libri, giornali, etc). 

Le attrezzature richieste dall’emeroteca sono le seguenti: 

‐  scaffali per al raccolta di periodici rilegati; 

‐  poltrone o sedie; 

‐   tavoli di consultazione; 

‐   espositori e contenitori ultimi numeri dei periodici. 

Nella zona di lettura dei quotidiani e delle novità le attrezzature richieste  sono le seguenti: 

‐  tavoli e sedie o poltroncine singole; 

‐  espositore/contenitore dei quotidiani; 

‐  espositore/contenitore di novità librarie e periodici. 

La lettura dei quotidiani, essendo di tipo informale, può svolgersi in uno  spazio  aperto  vicino  all’entrata.  Lo  spazio  deve  essere  composto  da 

6 aggettivo (pl. m. asistematici) a privativo + sistematico = non conforme ad un sistema, non regolare, che

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elementi flessibili per le continue modificazioni che tale spazio richiede. Il  dimensionamento delle aree destinate a consultazione dipende dal tipo di  sistemazione adottata. Indicativamente, per ogni lettore si può prevedere  una  superficie  di  2,8  mq  per  una  sistemazione a  poltrone,  di  2,3 mq  per  una sistemazione a poltroncine, di 2 mq per una sistemazione a tavoli a  più  posti.  Mediamente  la  superficie  da  assegnare  a  ciascun  lettore,  fatta  eccezione per spazi straordinari per scaffalature, risulta minore di quella  da  assegnare  nella  sala  di  lettura  sistematica,  per  la  minore  necessità  di  spazi  assegnabili  a  libri,  per  la  minore  durata  della  permanenza  e  per  il  maggior numero di posti ottenibili in ciascun tavolo. 

Per il dimensionamento degli spazi destinati alla lettura dei giornali, che  richiedono tavoli più grandi, si può arrivare a prevedere fino a 3,5 mq di  superficie per lettore. Importante è il controllo del rumore generato, che  non deve giungere all’area di lettura o consultazione. 

Le attività presenti in questo nucleo devono essere in collegamento con: 

‐   la zona lavoro personale; 

‐   la zona scaffali aperti; 

‐   la zona consultazione; 

‐   la zona lettura. 

 

Scaffalature aperte all’utente   

Il  nucleo  a  scaffalature  aperte  ha  la  funzione  di  porre  l’utente  a  diretto 

contatto con l’informazione. Pertanto una biblioteca deve prevedere una 

collocazione  a  scaffali  accessibili  al  pubblico  per  la  maggior  parte  delle 

raccolte. 

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In biblioteche che prevedono anche la conservazione di fondi antichi può  essere  opportuno  collocare  in  scaffale  aperto  solo  una  parte  di  tali  raccolte,  sistemando  le  altre  in  depositi  chiusi  (nucleo  funzionale  deposito) accessibili solo al personale. In alcuni casi si può prevedere un  modello organizzativo intermedio, con i supporti informativi più richiesti  disponibili  in  scaffale  aperto  e  quelli  meno  richiesti  collocati  in  sale  di  consultazione con accesso solo su richiesta.  

Le attività principali che si svolgono in questo nucleo sono l’esposizione  dei  libri  ammessi  al  prestito,  la  consultazione  veloce  di  libri  esposti  e  la  consultazione  dei  libri  non  ammessi  al  prestito  (dizionari,  enciclopedie…). Le attrezzature richieste per questo nucleo sono: 

‐ scaffali per libri; 

‐ scaffali per supporti informatici; 

Sono  richieste,  altresì,  attrezzature  particolari  per  le  informazioni  non  ammesse al prestito, come: 

‐ terminali; 

‐ contenitore/espositore atlanti; 

‐ cassettiera per archiviazione orizzontale di disegni e manifesti. 

La sistemazione degli scaffali può essere di due tipi: 

‐ a scaffalature addossate alle pareti perimetrali; 

‐ a scaffalature poste normalmente alle pareti perimetrali. 

Nel primo caso la capacità in libri della sala, necessariamente subordinata 

alla superficie di parete utilizzabile per gli scaffali, è piuttosto limitata e 

comunque non è suscettibile di accrescimento. Nel secondo caso la distanza 

tra  gli  scaffali  non  potrà  essere  quella  adottata  per  i  depositi;  è  quindi 

necessario  permettere  il  comodo  accesso  dei  lettori  agli  scaffali.  Sarebbe 

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preferibile  concentrare  gli  scaffali  in  unica  zona.  Per  facilitare  la  ricerca  del libro, è opportuno disporre, senza interruzione dei posti a sedere, file  intere  di  scaffali  (da  4  a  un  massimo  di  8  per  frequenze  medio‐  alte).  I  percorsi a lato delle file devono essere almeno di 120 cm. La distanza tra  file parallele di scaffali varia, e, quindi, va relazionata all’uso, rispetto ai  volumi  collocati  e  all’affluenza  che  viene  ipotizzata.  La  distanza  di  240  cm,  anche  se  non  consente  di  realizzare  alte  capacità,  risulta  ottimale  poiché permette, saltando una fila, di inserire diversi tipi di attrezzature  tra le file degli scaffali e consente, inoltre, una certa flessibilità, come nel  caso  di  un  aumento  progressivo  degli  scaffali  in  fasi  successive  di  sviluppo.  Una  disposizione  molto  comoda  è  quella  a  carrels

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  che  alterna  lungo le pareti gli scaffali ai tavoli doppi (di solito a quattro posti). 

Sono molto impiegate anche disposizioni che prevedono i posti di lettura  perimetralmente,  onde  consentire  una  buona  fruizione  della  luce  naturale,  e  scaffalature  nelle  zone  centrali.  In  ogni  caso  è  bene  che  i  percorsi  di  distribuzione  tra  gli  scaffali  siano  organizzati  in  modo  da  favorire  l’orientamento.  Per  valutare  la  dotazione  di  libri  da  immagazzinare  bisogna  ricordare  che  sul  totale  dei  volumi  disponibili  circa  il  10%  costituisce  normalmente  la  raccolta  dei  libri  di  veloce  consultazione  non  ammessi  al  prestito.  I  rimanenti  ammessi  al  prestito  costituiscono  il  nucleo  centrale  della  zona  degli  scaffali  aperti.  Non  bisogna sottovalutare il problema delle crescita delle raccolte nel tempo: è  quindi  opportuno  sovradimensionare  la  capacità  degli  scaffali.  Tale  sovradimensionamento va riferito al programma di crescita per le diverse 

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raccolte,  che  raggiunge  valori  diversi  a  seconda  dei  casi,  fino  ad  un  massimo del 50% rispetto ai volumi di partenza. 

Questa  sezione  dovrebbe  costituire,  quindi,  l’unità  funzionale  di  maggiore  dimensione  all’interno  della  biblioteca  occupandone  dal  20  al  30 % della superficie disponibile. 

Anche i contenitori per i materiali non librari possono essere collocati in  questa  sezione  vicino  ai  libri  per  permettere  la  continuità  anche  su  supporti  diversi,  oppure  possono  essere  collocati  in  apposite  sezioni  (fruizione di supporti audiovisivi diversi). 

Per  l’ottimizzazione  dello  svolgimento  della  ricerca  e  del  prelevamento  del  supporto  è  importante  sia  lo  studio  dell’organizzazione  dello  spazio  destinato  alle  scaffalature  affinché    risponda  all’ordine  logico  della  suddivisione  ed  articolazione  delle  collocazioni,  sia  lo  studio  di  un’appropriata  segnaletica  interna  di  orientamento  e  indicazione  delle  varie sezioni, tematiche o meno, della biblioteca. 

 

2) Lettura e studio 

La  fruizione  è  la  funzione  chiave  della  biblioteca,  sulla  quale  si  imperniano tutte le altre attività; essa comprende una grande quantità di  attività differenti classificabili secondo diversi parametri: 

‐  tipo  di  supporto  su  cui  avviene  la  fruizione  (supporti  cartacei,  elettronici, audiovisivi); 

‐  numero  di  utenti  che  contemporaneamente  fruiscono  della  stessa  informazione (lettura individuale, lettura di gruppo); 

‐  modalità  di  fruizione  dell’informazione  (consultazione  asistematica, 

lettura sistematica, ricerca specializzata); 

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‐  rapporto di base col documento (lettura a scaffali aperti, sola lettura). 

Il  dimensionamento  complessivo  dello  spazio  riservato  alla  lettura  e  le  percentuali  relative  alle  diverse  possibilità  di  fruizione  dipendono  dal  tipo di biblioteca in esame. Le quantità percentuali per la zona lettura qui  riportate,  hanno  quindi  un  valore  orientativo  e  indicano  una  distribuzione  equilibrata  delle  diverse  categorie  di  posti  riferita  a  un’utenza  con  caratteristiche  di  tipo  medio,  per  biblioteche  di  tipo  pubblico:  poltrone  5%,  stanze  individuali  5  %,  posti  individuali  complessivi 75%, stanze per gruppi da 5‐ 10 persone 5% e posti a sedere  raggruppati in tavoli da 4 non più del 10%. 

Per  altri  tipi  di  biblioteche  queste  percentuali  cambiano,  in  rapporto  al  singolo tipo di specializzazione.  

 

Lettura sistematica individuale   

La superficie occupata dai posti di lettura risulta dimensionabile tra il 20  e  il  30  %  del  totale  della  superficie  a  disposizione,  suddivisa  in  più  sezioni. 

Le  principali  funzioni  che  si  svolgono  all’interno  della  sala  lettura  si  possono così riassumere: 

‐    lettura di libri e materiale di documentazione; 

‐    lettura di periodici; 

‐    lettura individuale di materiali; 

‐    lettura di enciclopedie, opere generali…etc; 

‐    lettura di materiali fuori formato come atlanti, manifesti…etc. 

Allo scopo di soddisfare tali esigenze è sempre più diffusa l’abitudine di 

dotare la biblioteca, anche se di piccole dimensioni, di spazi diversificati. 

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Il numero dei posti da destinare a ogni tipo di lettura va calcolato in base  all’utenza potenziale e alle ipotesi d’uso formulate in fase di programma. 

Va prevista però una certa flessibilità degli spazi e degli arredi per poter  modificare nel tempo la gamma di posti inizialmente proposta, una volta  verificata nell’uso la loro efficienza. Le attrezzature necessarie per questa  attività  sono  fondamentalmente  un  piano  di  lavoro  per  la  lettura  e  le  sedie. Lʹarea destinata agli utenti varia tra 1,70 e 5 mq, va prevista in ogni  caso una certa flessibilità degli spazi e degli arredi, per potere modificare  nel  tempo  la  gamma  di  posti  inizialmente  proposta,  una  volta  verificata  nell’uso  la  loro  efficienza.  E’  essenziale,  oltre  al  dimensionamento  e  la  spaziatura esatta dei posti, la loro disposizione rispetto alla luce naturale: 

‐  se l’illuminazione è laterale, si dispongono i tavoli con posti a sedere su  un solo lato, in file perpendicolari alla parete illuminante, in modo che  la  luce  provenga  da  sinistra  per  comodità  di  scrittura;  ovviamente  se  l’illuminazione è bilaterale si disporranno tavoli semplici su due file in  senso inverso; 

‐  se l’illuminazione è mista o proviene solo dall’alto si possono disporre i  tavoli  di  lettura  a  tavoli  doppi  con  posti  a  sedere  su  due  lati  opposti,  mantenendo l’isolamento del lettore con opportuni accorgimenti. 

La superficie necessaria per gli spazi di circolazione può essere definita in 

funzione  dell’ampiezza  minima  necessaria  per  le  corsie  di  distribuzione 

dei tavoli. Ortogonalmente ai tavoli le corsie possono avere una larghezza 

minima di 60 cm; le corsie parallele alla distribuzione dei tavoli possono 

avere  un’ampiezza  di  150‐180  cm  a  seconda  del  tratto  di  corsia  privo  di 

intersezioni  con  i  percorsi  ortogonali.  Solitamente  all’illuminazione 

generale  diffusa,  fornita  da  fonti  naturali  e/o  artificiali,  viene  aggiunta 

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un’illuminazione supplementare per le specifiche attività che richiedono  livelli luminosi superiori. Infine, per i box informatizzati, lo spazio per il  computer  può  essere  di  90x80  cm,  a  cui  va  aggiunto  uno  spazio  per  prendere  appunti  e  per  depositare  i  libri;  si  avrà  allora  una  dimensione  del tavolo di lavoro del box di 90x110cm. 

 

Fruizione di supporti audiovisivi diversi   

Nella  sezione  audiovisivi,  dove  si  svolgono  attività  inerenti  alla  visione  ed  allʹascolto  di  dischi,  nastri,  videocassette,  programmi  computerizzati,  microfilm,  ecc.,  le  attrezzature  impiegate  si  possono  dividere  in  tre  categorie: 

‐   apparecchi per la visualizzazione; 

‐   apparecchi per la proiezione; 

‐   materiali d’ascolto. 

In  particolare  gli  apparecchi  per  la  visualizzazione  sono:  terminale  computer,  visori  microfilm,  televisori  muniti  di  videoregistratore  e  L.I.M.

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8 Lavagna Interattiva Multimediale detta anche L.I.M. o lavagna elettronica, è una superficie interattiva su cui è possibile scrivere, disegnare, allegare immagini, visualizzare testi, riprodurre video o animazioni.

I contenuti visualizzati ed elaborati sulla lavagna potranno essere quindi digitalizzati grazie a un software di presentazione appositamente dedicato.

La LIM è uno strumento di integrazione con la didattica d'aula poiché coniuga la forza della

visualizzazione e della presentazione tipiche della lavagna tradizionale con le opportunità del digitale e della multimedialità. Nell'accezione più comune quando si parla di Sistema LIM si intende un dispositivo che comprende una superficie interattiva, un proiettore ed un computer. Oggi l'evoluzione tecnologica offre dispositivi che permettono di sfruttare le potenzialità di uno schermo interattivo e multimediale utilizzando qualsiasi tipo di superficie e pennarello, oppure attraverso schermi "touch screen", anche della grandezza di un normale monitor desktop in cui il pc è incorporato.

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Lettura di gruppo   

La lettura di gruppo e le attività di laboratorio, molto rilevante nel caso di  utenza giovane, sono di solito ristrette a una piccola cerchia di utenti (da  2  a  6  persone)  per  consentire  uno  scambio  di  opinioni  rapido  e  produttivo,  per  permettere  la  necessaria  concentrazione  nella  lettura  individuale  e  per  consentire  ad  esperti,  o  persone  addette  alla  gestione  del  gruppo,  di  mantenere  il  controllo  e  la  tranquillità  nello  svolgimento  dell’attività. I gruppi di dimensioni maggiori si prestano solo ad attività  di  tipo  seminariale.  Per  il  lavoro  di  gruppo  è  opportuno  prevedere  due  livelli operativi: 

‐  il primo, per piccoli gruppi, richiede tavoli tradizionali a 4 /6 posti; 

‐  il  secondo,  per  gruppi  più  grandi,  necessita  di  attrezzare  uno  spazio  isolato dal resto della biblioteca con pareti o alte scaffalature, dotato di  tavoli da 6 /10 posti e apparecchiature tecniche (proiettori, computer). 

 

3) Conservazione dei supporti dell’informazione 

Le attività connesse alla conservazione dell’informazione, che si svolgono  nel deposito o nelle sale di lettura a scaffali aperti, sono le seguenti: 

‐   conservare i supporti cartacei; 

‐   conservare i supporti non cartacei; 

‐   accedere agli scaffali; 

‐   circolare tra gli scaffali; 

‐   individuare l’oggetto ricercato; 

‐   prelevare il supporto dell’informazione dagli scaffali. 

Il  nucleo  funzionale,  che  assume  configurazioni  diverse  a  seconda  che 

l’immagazzinamento del materiale avvenga manualmente o con l’ausilio 

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di mezzi elettromeccanici, deve offrire le massime compattezza e facilità  di  accesso  al  supporto  da  parte  del  personale,  e,  per  corrispondere  all’accrescimento continuo della raccolta, deve permettere la possibilità di  ampliamenti e adattamenti interni. 

 

Conservazione dei supporti cartacei   

Per biblioteche di piccole dimensioni, il magazzino librario è uno spazio  semplice,  con  scaffalature  per  lo  più  metalliche,  parallele  e  sovrapposte; 

assumendo  la  dimensione  in  ottavo  come  modulo  di  riferimento,  si  prevede  che  in  ogni  metro  quadrato  di  superficie  frontale  dello  scaffale  possano venire allineati dai 45 ai 90 volumi di spessore medio. 

Poiché  il  progetto  dei  depositi  deve  seguire  semplici  norme  antropometriche, bisogna prestare attenzione a due dimensioni: 

‐  l’altezza  delle  scaffalature,  non  superiore  a  i  230  cm,  in  modo  che  l’ultimo  ripiano,  a  197  cm,  sia  accessibile  anche  a  persone  di  bassa  statura (con profondità fissata tra 20 e 30 cm, ma 55 cm per i giornali  rilegati); 

‐  la distanza fra le file di scaffalature, variabile da 60 a 100 cm. 

 

4) Attività di servizio 

Le  attività  di  servizio,  che  consentono  l’attuazione  di  tutte  le  funzioni  principali della biblioteca, si svolgono in appositi spazi di servizio, per il  personale e gli utenti; queste attività sono le seguenti: 

‐  lavorare il materiale stampato da parte del personale; 

‐  dirigere le attività della biblioteca; 

‐  amministrare le attività della biblioteca; 

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‐  fotocopiare i supporti cartacei; 

‐  circolare tra le varie zone; 

‐  ristorarsi; 

‐  servizi igienici. 

 

Spazio per il personale   

Dal momento che ognuna delle operazioni da effettuare sul libro occupa  uno  spazio,  in  rapporto  sia  ai  macchinari  specifici  sia  al  numero  di  persone,  dovrebbero  essere  previsti  almeno  10  /12  mq  ad  addetto.  Gli  spazi  previsti  per  la  lavorazione  del  materiale  stampato  soddisferanno  anche  le  esigenze  connesse  alle  microriproduzioni,  assai  meno  voluminose.  Per  i  servizi  igienici    dovranno  essere  mantenute  le  dimensioni minime di 0,40 mq/addetto; 

 

Locali per la gestione e l’amministrazione   

Gli uffici, nel caso di una biblioteca di piccole dimensioni possono essere  assai  ridotti,  addirittura  relegati  al  bancone  delle  informazioni,  dato  che  spesso i bibliotecari adempiono la doppia funzione di svolgere la routine  amministrativa  e  di  prestare  la  normale  opera  di  consulenza  ai  lettori,  pertanto  la  loro  area  di  azione  deve  essere  comunque  accessibile  al  pubblico  in  modo  diretto;  comunque,  qualora  presenti,  gli  uffici  occuperanno  una  zona  non  inferiore  al  15  %  dello  spazio  totale  della  biblioteca. 

 

 

 

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Servizi per gli utenti   

Il nucleo adibito ai servizi per gli utenti comprende: 

‐  deposito oggetti personali e guardaroba, collegato allʹingresso e vicino  al  bancone,  attrezzato  con  contenitori  per  borse,  appendiabiti  e  portaombrelli dimensionati sull’utenza; 

‐  caffetteria; 

‐  servizio  fotocopie,  in  una  zona  adiacente  alla  sala  di  lettura,  con  accesso riservato al personale per una biblioteca di piccole dimensioni; 

‐  servizi igienici; 

‐  servizi di distribuzione. 

Per  il  dimensionamento  dei  servizi  igienici  bisogna  calcolare  una  superficie  per  i  wc  e  i  lavabi  di  0,40  mq  per  utente:  in  particolare  per  biblioteche di piccole dimensioni occorrono due nuclei di 6 mq (uno per  gli uomini e uno per le donne), con 2 lavabi e 2 wc ciascuno. 

Il  complesso  delle  zone  tecniche  non  deve  occupare  più  del  15%  della  superficie totale a disposizione. 

 

  5.2 Tipologie di utenti e relative esigenze   

  Il passo successivo affrontato nell’ambito dello studio è stato quello  di  individuare  delle  tipologie  di  frequentatori,al  fine  di  poterne  meglio  soddisfare le esigenze. 

La categoria a cui è destinata la biblioteca, sono gli studenti universitari, 

che  si  dividono  in  due  categorie:  da  un  lato  quelli  appartenenti  alla 

Scuola  Normale  Superiore,  che  possono  sfruttare  il  patrimonio 

bibliografico presente,sia perché adeguato alle loro esigenze di studio, sia 

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perché possono accedere alla biblioteca vera e propria in quanto forniti di  apposita  tessera  di  accesso  personale;  dall’altro  tutti  gli  altri  studenti  universitari che possono accedere ed utilizzare tutti gli altri servizi offerti  come la connessione ad internet o semplicemente uno spazio dedicato, in  cui  studiare.  Per  questo  motivo  si  ritiene  necessaria  la  creazione  di  una  unità funzionale dedicata allo studio individuale capace di consentire agli  utenti  di  studiare  in  adeguate  condizioni  di  confort  acustico  senza  interferire con gli altri ambiti funzionali della struttura. 

Altre due funzioni di supporto alla biblioteca sono la sala conferenze e la  caffetteria, questa ultima pensata e voluta aperta anche all’utente esterno,  per  creare  un  luogo  di  integrazione  tra  gli  studenti  universitari,i  dipendenti della struttura, i passanti e i turisti. 

 

  5.3 Obiettivi progettuali di studio   

L’obiettivo principale è quello di fornire un sistema di servizi in grado di  favorire lo sviluppo della cultura, dell’informazione e della formazione a  mezzo dei modi tradizionali nonché facendo ricorso alle tecniche ed alle  tecnologie più moderne. 

Il servizio principale sarà quello fornito dalla Biblioteca, che avrà, fra gli  obiettivi particolari, quelli di: 

‐  fornire gli strumenti bibliografici e documentari idonei, sia per tipo, sia  per  numero,  allʹattività  dello  studio,  della  ricerca,  della  sperimentazione e della didattica; 

‐  conservare il patrimonio librario e documentario nel tempo; 

‐  rispondere alle esigenze degli utenti; 

‐  mantenere nel tempo un elevato livello di soddisfazione nell’utenza. 

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Inoltre,insieme al servizio bibliotecario ho ipotizzato l’inserimento di una  Emeroteca,aule multimediali per integrare la didattica e la conoscenza. 

Scopo  e  oggetto  di  studio  è  stato  quello  di  cercare  di  creare  un  collegamento,seppur  solo  simbolico,  tra  gli  utenti  della  Scuola  Normale  Superiore e tutti gli altri,studenti e non. 

Fra gli obiettivi da raggiungere con la realizzazione della Biblioteca, sono  individuabili  quelli  di  fornire  un  servizio  di  accesso/consultazione  dei  documenti finalizzato a rispondere alla domanda degli utenti ed al tempo  stesso di realizzare una organizzazione degli spazi che consenta lo studio,  la  lettura,  la  consultazione  cartacea,  la  consultazione  multimediale,  l’accesso e la navigazione internet e favorisca le relazioni a mezzo di spazi  di relazione. 

Il servizio si deve caratterizzare: 

 

a) per i supporti da dare agli utenti nella ricerca di informazioni e documenti. 

Il  patrimonio  ad  inventario  è  destinato  a  crescere  negli  anni,  per  cui  l’utente  deve  riuscire  a  reperire  ed  individuare,  in  un  vasto  numero  di  volumi, quelli appropriati alle sue ricerche ed ai suoi studi.  

La Biblioteca dovrà pertanto fornire: 

‐   consulenze fornite da bibliotecari e addetti qualificati; 

‐  l’accesso  immediato  agli  strumenti  di  informazione  generale  (enciclopedie,  dizionari,  annuari,  repertori,  ecc.)  e  di    orientamento  (bibliografie, cataloghi, ecc.); 

 

b) per la completezza e l’interdisciplinarietà della documentazione disponibile. 

La  Biblioteca  deve  soddisfare  le  esigenze  di  adeguamento 

dell’informazione e della formazione di utenti che devono continuamente 

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aggiornare  il  proprio  patrimonio  di  conoscenze  e  adeguarlo  ai  cambiamenti della società; 

 

c) per la facilità d’accesso ai documenti.  

Gli utenti dovranno avere accesso diretto (a scaffale aperto) ad una parte  consistente del patrimonio documentario della Biblioteca; 

 

d)  per  l’articolazione  dell’offerta  in  funzione  della  domanda  diversificata  degli  utenti. 

Gli  obiettivi  di  carattere  generali  sono  stati  esplicati  attraverso  il  programma  funzionale  che  è  stato  teso  ad  individuare  gli  Ambiti  Funzionali Omogenei (AFO): 

elencate  le  funzioni  che  l’intervento  dovrà  consentire  di  esplicare,  sono  state  raggruppate  in  Unità  Funzionali  UF  ovvero  in  insiemi  di  funzioni  spazialmente e temporalmente compatibili. 

Di seguito sono riportati i risultati di questa analisi. 

I  dati  in  esso  contenuti  sono  stati  l’input  sul  quale  si  è  sviluppato  il 

progetto. 

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AFO 1 – ZONA DIPENDENTI 

ATTIVITA’ 

AMMINISTRATIVE 

Presenza  di  uffici  dediti  allo  svolgimento  delle  attività  direzionali,  amministrative  e  di  un  ambito riunioni per il personale. 

 

ARCHIVIAZIONE  DOCUMENTI 

 

I documenti che non sono conservati negli scaffali  aperti  hanno  necessità  di  essere  archiviati  in  un’unità indipendente con accesso regolato.  

In  tale  unità  saranno  archiviati,  fra  l’altro,  i  volumi rari o di particolare fragilità, il materiale  di pregio e tutti quei volumi che presentano rara e  sporadica  consultazione.  In  tale  unità  saranno  archiviati altresì le vecchie raccolte di quotidiani e  periodici. 

LABORATORIO  RECUPERO/RESTAURO 

Necessità  di  un  ambito  dedicato  al  recupero  e/o  restauro  di  volumi  rari  e/o  di  particolare  pregio  Necessità di un ambito dedicato. 

 

AFO 2 – ZONA STUDENTI 

ACCOGLIENZA 

Il  termine  accoglienza  rimanda  a  tutte  quelle  funzioni e servizi che si esplicano al momento del  passaggio  dall’esterno  all’interno  della  biblioteca. 

In  tale  momento  l’utente  necessita  di  depositare  gli  accessori  e  indumenti  superflui  (soprabiti,  ombrelli,  ecc.)  nonché  di  riporre  zaini  e  borse  in  appositi contenitori di sicurezza. 

L’utente  avrà  altresì  la  necessità  di  intuire 

l’organizzazione del servizio, la disposizione degli 

spazi interni, di essere pre‐orientato nelle ricerche 

da effettuare e di essere formato sulle disposizioni 

in  materia  di  sicurezza  e  di  evacuazione  di 

emergenza. 

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PRESTITO /  INFORMAZIONI 

Tale  Unità  Funzionale  contempla  la  richiesta  di  informazioni più dettagliate da parte degli utenti,  le  relazioni  fra  gli  utenti  ed  i  bibliotecari  e/o  il  personale  amministrativo,  la  richiesta  di  prestiti,  la  ricerca  informatizzata  dell’esatta  collocazione  dei  volumi  richiesti  da  parte  del  personale,  la  registrazione  degli  utenti,  la  registrazione  dei  prestiti,  la  sorveglianza  degli  accessi  e  degli  ambienti interni, ecc. 

In  tale  unità  dovrà  altresì  svolgersi  l’attività  legata  alla  riproduzione  e  alla  copia  parziale  dei  documenti nel rispetto delle vigenti leggi. 

CONSULTAZIONE 

Tale  unità  dovrà  consentire  la  conservazione  e  la  consultazione dei documenti a mezzo di: 

‐   accesso diretto al documento; 

‐   accesso indiretto al documento, soggetto a  procedura di richiesta e consegna. 

Il  servizio  di  consultazione  a  scaffale  aperto  è  articolato in: 

a)  un servizio di reference e consultazione  generale; 

b)  un servizio di consultazione di una raccolta di  documenti completa e interdisciplinare,  organizzato per sezioni tematiche; 

c)  un servizio di consultazione di tutte le novità; 

d)  servizi di consultazione di raccolte di  documenti speciali 

 

AMBITO  MULTIMEDIALE   

La Biblioteca dedicherà ampio spazio alle funzioni  connesse  alla  consultazione  multimediale  e  navigazione internet. 

Dovranno  essere  installate  idonee  postazioni  di  rete. 

Ci  saranno  aule  dedicate  all’apprendimento 

multimediale anche attraverso l’ausilio di lavagne 

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LIM (lavagna interattiva multimediale). 

La  dotazione  di  personal  computer  potrà  essere  adibita  anche  a  servizi  quali  la  consultazione  di  documenti su supporto informatico, ecc.. 

STUDIO INDIVIDUALE 

Necessità di spazi atti allo svolgimento di funzioni  connesse  allo  studio  individuale  con  materiale  didattico proprio. 

Nell’unità  funzionale  dedicata  allo  studio  individuale  si  dovrà  consentire  agli  utenti  l’accesso  e  lo  studio  in  adeguate  condizioni  di  confort  acustico  senza  interferenze  con  gli  altri  ambiti funzionali omogenei della struttura. 

ESPOSIZIONI  GIORNALI E RIVISTE 

Il  modello  biblioteconomico  prevede  che  nell’emeroteca siano presenti raccolte di quotidiani  a  tiratura  locale  e  nazionale,  periodici  di  cultura  generale,  riviste  e  rotocalchi  di  informazione  specializzata . 

L’unità  funzionale  dovrà  consentire  la  conservazione  e  l’esposizione  dei  quotidiani  dell’ultima  settimana  e  dei  periodici  dell’ultimo  anno. 

I  documenti,  perché  siano  facilmente  visibili,  saranno  esposti  prevalentemente  di  piatto  in  espositori. 

CONSULTAZIONE  GIORNALI/RIVISTE 

Tale  unità  consente  la  consultazione  diretta  e  la  lettura del materiale esposto. 

L’accesso ai documenti archiviati avverrà a mezzo  di  richiesta  da  inoltrare  al  personale  della  biblioteca. 

 

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AFO 3 – ZONA APERTA A TUTTI 

CAFFETTERIA 

Unità funzionale di supporto alle precedenti. 

Questa  unità  prevede  non  solo  il  servizio  agli  utenti  che  accedono  alla  biblioteca,ma  anche  a  tutti  coloro  che  provengono  dall’esterno  e  vogliono  usufruirne.  L’accesso  a  tale  unità  è  studiato  in  modo  da  non  interferire  con  le  attività proprie della biblioteca e/o della sala conferenze,anzi  ha  una  posizione  cuscinetto  tra  ciò  che  avviene  dentro  la  struttura e fuori. 

PREPARAZIONE  CIBI BUFFET 

Unità funzionale di supporto alla precedente. 

Tale unità dovrà consentire di imbandire buffet o catering in  occasione degli eventi in programmazione. 

Nel  caso  di  organizzazione  di  buffet  e  catering  tale  unità  deve consentire il lavaggio dei cibi, la preparazione dei cibi,  la cottura, la conservazione, il lavaggio delle stoviglie 

 

AFO 4 – ZONA AD ACCESSO TEMPORANEO 

REGISTRAZIONE /  GUARDAROBA 

Unità  funzionale  dedita  all’accoglienza  e  alla  registrazione  dei partecipanti alle manifestazioni, nonché alla necessità di  depositare i propri soprabiti. 

DIBATTITI  PRESENTAZIONI 

SEMINARI 

L’unità funzionale in esame è quella che caratterizza l’intero  ambito  funzionale  omogeneo.  Essa  deve  consentire  lo  svolgimento  di  dibattiti,  presentazioni,  seminari,  piccoli  convegni e videoconferenze. 

ESPOSIZIONI  MOSTRE 

Unità  funzionale  dedicata  all’esposizione  temporanea  o  permanente,  ed  alla  mostra  di  libri,  quadri  o  altro  organizzata dalla Scuola Normale Superiore e/o da chiunque  ne faccia specifica richiesta. 

 

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  5.4 Influenza del luogo 

 

  La  progettazione  ha  preso  avvio  da  un’attenta  analisi  della  struttura,  dalla  filosofia  di  gestione  della  Scuola  Normale  Superiore  e  dalla volontà di non snaturare l’edificio. 

Uno  degli  obiettivi  principali  posti  in  sede  di  studio  era  quello  di  connettere  la  vita  urbana  circostante  con  la  realtà  interna  della  struttura  della  Scuola  Normale  Superiore  con  l’idea  di  collegare  se  pur  solo  virtualmente una realtà da sempre chiusa ed elitaria della Scuola, con la  vita esterna e non necessariamente connessa con il mondo universitario. 

Creando  così  un  luogo  di  sosta  e  non  più  solo  un  percorso  o  peggio  ancora un non luogo.  

Da questa prima considerazione si è fatta strada l’idea di intervenire sulla  struttura  cercando  di  creare  un  collegamento  in  più  strati  tra  interno  ed  esterno  cercando  di  non  perdere  mai  di  vista  l’obiettivo  principale  di  questo  intervento,ovvero  quello  di  accogliere  e  raccogliere  “la  conoscenza” e “il sapere”.  

 

  5.4.1 L’Organigramma 

 

  La  base  della  progettazione  è  stata  quella  di  determinare  l’organigramma:  sono  state  cioè  stabilite  le  funzioni  necessarie  al  raggiungimento  degli  obiettivi  posti  e  quindi  ordinate  gerarchicamente  tenendo conto delle relazioni che le legano. 

Come già descritto nel paragrafo 5.2, oltre alla biblioteca vera e propria, 

sono  state  pensate  anche  l’emeroteca,  una  sala  polifunzionale  ed  una 

piccola attività commerciale di bar caffetteria. Si tratta quindi di conciliare 

numerose  attività  diverse  tra  loro  che  presuppongono  condizioni 

ambientali differenti. 

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PIANO AMMEZZATO  

 

   

PIANO TERRA

Accesso con chiave elettronica

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PIANO PRIMO

Accesso con chiave elettronica

PIANO SECONDO

Accesso con chiave elettronica

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L’idea  è  stata  quella  di  articolare  le  varie  funzioni  sui  diversi  piani  collocando  a  quelli  superiori  la  biblioteca  ed  al  piano  terra  tutte  le  altre  attività  per  le  quali  si  può  prevedere  un  ampio  afflusso  di  utenti  eterogenei. Stabilito questo, i vari ambiti funzionali sono stati organizzati  in base alle connessioni reciproche.  

La caffetteria e la sala conferenze al piano terra sono le attività che più si  discostano  dalle  altre  senza  avere  con  esse  un  forte  legame  e  si  relazionano alle altre attività attraverso lʹingresso comune. 

Riconoscendo  la  loro  tipicità  si  sarebbe  voluto  riservare  un  ingresso  autonomo in modo da garantire indipendenza del funzionamento.  

Ciò  è  stato  possibile  solo  per  la  sala  conferenze,disponendo  per  essa  lʹingresso da via S. Frediano. La relazione che connette la sala conferenze  e  la  caffetteria  è  dovuta  alla  tipologia  degli  utenti  e  dalle  finalità  che  si  pone : tale sala può infatti essere usata per incontri di formazione o per la  proiezione audiovisivi tesi a diffondere la cultura tra i giovani. Allo stesso  modo  lo  spazio  polifunzionale  può  essere  utilizzato  per  cicli  di  conferenze,  incontri  con  gli  autori,  proiezioni  di  film  e  documentari  indipendentemente  dalle  attività  legate    all’istituto    bibliotecario.

PIANO ALTANA

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