• Non ci sono risultati.

Contro le donne. Storia del più antico pregiudizio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Contro le donne. Storia del più antico pregiudizio"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

Copyright © 2016 The Author(s). Open Access. This in an open access article published by Firenze University

Press (www.fupress.com/bae) and distributed under the terms of the Creative Commons Attribution 4.0 Inter-national License. The Creative Commons Public Domain Dedication waiver applies to the data made available in this article, unless otherwise stated.

DOI: 10.13128/ccselap-20001 | ISSN 2531-9884 (online) Comparative Cultural Studies: European and Latin America Perspectives 2: 103-104, 2016

Book Reviews

Contro le donne. Storia del più antico pregiudizio

TIZIANA CHIAPPELLI

Università degli Studi di Firenze

Ercolani, P. (2016), Contro le donne. Storia del più antico pregiudizio, Marsilio, Ven-ezia, 318, pp.

Che il pregiudizio contro le donne sia qualcosa che il genere umano si porta diet-ro da tempi immemorabili è cosa certa. Quello che mancava era un testo che conducesse una analisi critica, sistematica e approfondita, che a partire dai testi e dalle esegesi della religione cristiana e dei filosofi greci ripercorresse fino all’attualità le tappe di questo per-corso di misoginia costruita, sostenuta e diffusa dalle parole degli intellettuali. Religione, scienza, arte e filosofia “occidentali” su questo piano paiono convergere senza attriti, rac-contando una medesima storia e avvallando un identico sistema valoriale e gerarchico: la donna è un essere inferiore, incapace di morale e di esercizio del raziocinio (quand’anche si arrivasse a concedere che ne sia in possesso), schiava degli impulsi e per questo inaffid-abile. È, insomma, sì un essere umano, ma difettoso, definibile per mancanza e sottrazione a partire dall’uomo-maschio, ricettacolo di virtù e forza virile (appunto, virtus in latino).

Pagina dopo pagina, il libro di Ercolani ripercorre i passaggi di questo attacco sis-tematico alle donne perpetrato dagli uomini di pensiero, messo nero su bianco attraverso frasi lapidarie e lapidanti. Emergono talvolta figure di donna anche di statura mitica, ad esempio nelle tragedie greche, ma inevitabilmente dipinte come dispositivi di innesco di sciagure, perdizioni, persino dannazioni. Certo qualche voce fuori del coro si è sempre levata, e pensatori quali Socrate o Euripide hanno indicato altre concezioni possibili della donna, esprimendo anche in questo una grande indipendenza e autonomia di pensiero rispetto agli schemi sociali a loro contemporanei. Ma sovrastante è la congerie di dichi-arazioni a detrimento della donna e della femminilità concepite come il polo negativo ris-petto a un maschile-uomo modello di perfezione e ago della bilancia-polo positivo.

La circuitazione tra senso comune e elaborazione intellettuale pare indissolubile e mai risolta: i pensatori esprimono il pregiudizio diffuso contro le donne dotandolo di dignità intellettuale, legittimandolo a livello più astratto e alto, i sacri testi sanciscono una gerar-chia teologicamente fondata in cui la donna è in posizione inferiore, le scienze ne “confer-mano” la natura imperfetta, l’arte –e in particolare il teatro- ne rappresentano spesso con esiti tragici il carattere instabile, prono alle tempeste delle passioni e così via e così via.

All’interno di questo panorama così desolante, in cui tante figure di spicco del pen-siero umano perpetrano una svalutazione stigmatizzante delle donne senza lasciare pos-sibilità o spazi di replica, spicca il filosofo John Stuart Mill, che nel suo L’asservimento delle donne svolge una difesa dei diritti delle donne arrivando a sostenere anche nella sua Auto-biografia che esse devono godere di una completa eguaglianza in tutte le relazioni legali

(2)

104

Comparative Cultural Studies: European and Latin America Perspectives 2: 103-104, 2016 Book Reviews

politiche sociali e domestiche (ma omettendo di citare quelle economiche). Una luce in tanta oscurità, pur in mezzo a varie contraddizioni che Ercolani esplora e mette in luce. Ma altri filosofi, per altri versi da considerare dei fari illuminati sul sentiero dell’umanità grazie alla loro sensibilità verso la diversità culturale ed la loro apertura curiosa ad altre forme di vita ed organizzazioni sociali, non sono infatti riusciti a sfuggire al cupo pregi-udizio sulle donne, a riprova di quanto profondo e radicato esso sia. Alcuni esempi: per Montaigne l’animo femminile è malleabile e debole quanto quello del volgo (somman-do quindi il pregiudizio di genere a quello delle élite verso il popolo), tanto superficiale e imprevedibile che per un uomo non valga la pena di tentare di intrecciare una amici-zia con una donna; per Rousseau, una donna “intelligente” è quella che sa scegliere con giudizio l’uomo di cui sarà la sposa sottomessa, e per il resto la “donna colta” è un flag-ello del marito, dei figli, degli amici e dei domestici; per Tocqueville, grande ammiratore della democrazia americana, ne esaltava il fatto che essa avesse di fatto saputo separare nettamente il ruolo delle donne, relegate in casa, da quello degli uomini dediti agli affari e a compiti pubblici, al contrario di quanto stava avvenendo in Inghilterra con movimenti di rivendicazione dei diritti delle donne. Per quanto riguarda Freud, ben sappiamo come tanta letteratura femminista e post-femminista abbia messo in luce la visione misogina dell’essere umano. Ercolani mette in fila citazioni, analisi, interpretazioni: prende in esami l’Ecclesiaste, San Tommaso, Sant’Agostino, ma anche Platone, Aristotele, Marsilio Ficino, e così via risalendo la storia del pensiero – e del pregiudizio contro le donne – passando attraverso Freud, ma anche le grandi pensatrici femministe (de Pizan, Wollestonecraft, de Beauvoir, Butler, solo per citarne alcune). In tal senso il libro pare di importanza fonda-mentale: dando una visione così prospettica di quanto detto e scritto sulle donne da gran-di figure gran-di riferimento del pensiero occidentale, non può poi stupire che le asimmetrie gran-di genere siano ancora tanto forti e tanto innervate nell’immaginario sociale occidentale e nella psicologia degli individui: donne e uomini. E si offre come strumento anche didat-tico per avviare negli studenti/esse una riflessione di quanta parte del nostro pensiero sia influenzata da “discorsi che arrivano da lontano”, e che non sono frutto di ignoranza: sono il risultato di una costruzione intellettuale sistematica operata dai colti.

Il libro di Ercolani non si ferma qua: nel capitolo finale si spinge a delineare la neces-sità e il desiderio di una nuova teoria dell’umano che, superando infine questi pregiudizi di genere (non solo contro le donne ma anche in ottica LGBT) e tenendo in conto il ses-suato come dimensione socialmente costruita del reale, si proietti ben oltre per costruire un mondo più equo e vivibile per tutti senza distinzione di genere o sesso.

Riferimenti

Documenti correlati

Ad esempio, l’idea di pericolosità e di una necessaria azione securitaria è emersa (talvolta anche nella discussione) ma quasi sempre accompagnata dall’idea opposta della

convergono  e  con  attualità  indiscussa,  verso  il  primato  dell’uomo  nella  sua  dimensione  esistenziale  e  dettano  regole  per  la  tutela  della 

per difetto di scientia fraudis (consapevolezza del pregiudizio) in capo al terzo acquirente XXXXXX XXXXXX. L’immobile, oggetto della azione revocatoria, venne acquistato dal

Arriviamo quindi non alla seconda, ma alla “terza faccia della medaglia”, ovvero al cambiamento antropologico e sociale: possiamo dire che non è né la ragazza

Fare insight del pregiudizio, entrare cioè nella relazione tenendolo accanto con consapevolezza, riduce il rischio di agire il pregiudizio (acting) e permette di essere autentici

com/), su 3,9 milioni di casi di Co- vid-19 della II e III ondata 3,5 circa sono stati diagnosticati in sede ex- tra-ospedaliera, dopo prescrizione e prenotazione di test molecolare

Si comprende bene, allora, come nella pratica sportiva la prassi della sex-segregation abbia un ruolo primario nel rinforzare un tale pregiudizio, perché di fatto ne inibisce

Questa ricerca ha evidenziato che una elevata esposizione a TV/telegiornali altamente orientati alla cronaca e giornali conservatori aumenta il pregiudizio verso