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Educazione ai cambiamenti climatici

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Academic year: 2021

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Testo completo

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a cura di

Gianni Latini

Marco Bagliani

Tommaso Orusa

prefazioni

Sergio Costa

Ministro dell’Ambiente

Stefano Geuna

Rettore dell’Università di Torino

.

NUOVA EDIZIONE

LESSICO

NUVOLE

e

nuovo

:

cambiamento

le parole del

climatico

200+ parole

12 dossier d

i approfond

imento

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Bibliografia

- Drengson, A. and Inoue Y. (Eds.) (1995)  “The Deep Ecology Movement: An Introductory Anthol-ogy”.  Berkeley, North Atlantic Publishers.  - Guattari, F., Pour une refondation des pratiques socia-les in Le Monde Diplomatique (Oct. 1992): 26-7. - Naess, A. (1989) “Ecology, Community and Lifestyle. Outline of an Ecosophy”. Translated and revised by David Rothenberg. Cambridge: Cambridge University Press. - Stibbe, A. (2015) “Ecolinguistics. Language, Ecology and the Stories we live by”. London and New York: Routledge.

E

/Educazione ai cambiamenti climatici/

Climate Change Education

ambito disciplinare

educazione

autore

Marco Davide Tonon

L’emergenza climatica, nella sua attualità e drammatica estensio-ne globale, può essere lo stimolo decisivo per una trasformazioestensio-ne radicale dell’insegnamento delle scienze, e del sistema educativo in generale. Per realizzare una rivoluzione ecologica e culturale è fondamentale acquisire la consapevolezza della nostra respon-sabilità verso i cambiamenti climatici in atto, sviluppando un at-teggiamento critico verso la loro minimizzazione e negazione. Occorre sviluppare un’educazione trasformativa ai cambiamenti climatici, attraverso l’assunzione di responsabilità individuale e collettiva, il coinvolgimento della scuola e l’empowerment sociale e politico, per attuare un’azione congiunta ed efficace. Educare significa, come nella sua radice latina (da educĕre porta-re, trarre fuori), sviluppare le attitudini e le sensibilità di un indivi-duo. Da un punto di vista didattico e olistico potrebbe anche vo-ler dire “portare fuori nel mondo” il discente; farlo uscire dall’aula per scoprire il mondo in cui vive attraverso l’esperienza diretta. Per risolvere un problema occorre, inizialmente, sentirsene par-te; percepire come la nostra vita è indissolubilmente connessa ai fenomeni climatici e come essa può influenzarli ed essere in-fluenzata; in altre parole, sviluppare una forte identità ecologica. L’identità ecologica è definita come la capacità di una persona di percepirsi in relazione all’ambiente naturale, ovvero la capacità di sentirsi connesso con gli altri esseri viventi, con i tempi della Ter-ra, con i cicli biogeochimici e con la complessità dei sistemi eco-logici. Il processo di identificazione tra un individuo e l’ambiente da cui trae le risorse per vivere coinvolge, da un lato, la sua sfera emotiva, i suoi ricordi e i sentimenti, dall’altro la sua razionalità,

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ai vari livelli organizzativi della natura (dalla singola cellula all’intero Pianeta). La conse-guenza di tale forma mentis porta inevita-bilmente al non percepire sé stessi come inclusi nelle dinamiche naturali e, quindi, al diffondersi di una forte scissione uomo-na-tura. Da qui, a sua volta, deriva una visione del mondo lontana dall’idea di sostenibilità. Partendo da questi presupposti, qualsiasi insegnante dovrebbe realizzare percorsi tesi a rispondere ad alcuni interrogativi cruciali:

Come aiutare gli studenti a costruirsi una vi-sione d’insieme del mondo che sviluppi in loro la consapevolezza che viviamo in un pianeta con risorse limitate e mal distribuite, che si basa su una complessa rete di interdipenden-ze? Come sviluppare il senso di inclusione nei sistemi naturali e nella società globale? Come evidenziare le caratteristiche multidisciplinari legate ai cambiamenti climatici?

Si tratta, quindi, di imparare a coniuga-re il sapeconiuga-re delle scienze in coniuga-relazione al sapere sociale ed economico. La neces-sità è di passare da un apprendimento trasmissivo a uno “trasformativo”, criti-co e creativo, attento alle diverse forme dell’intelligenza umana e alle differenze individuali e di gruppo, orientato al futuro e impegnato a sviluppare la comprensione della crescente complessità e interdipen-denza del mondo contemporaneo. Occorre realizzare un’educazione transdiscipli-nare sostenibile che implichi un cambiamento dalle fondamenta a favore di un nuovo para-digma ecologico; un’educazione globale che crei un cambiamento sistemico dei processi di insegnamento/apprendimento e dell’intera cultura educativa.

legata al sapere. Fra i due aspetti c’è l’espe-rienza che egli ha fatto in natura, diretta,

concreta e continuativa. È però pedagogicamente innegabile che, all’aumento di conoscenze scientifiche non corrisponde necessariamente una crescita di identità ecologica: infatti, pur vivendo in un mondo strabordante di informazioni, il progressivo allontanamento sia fisico, sia culturale dall’ambiente naturale di gran parte della popolazione mondiale, ha determinato una perdita graduale di identità ecologica e, con essa, della consapevolezza di vivere su un pianeta che funziona come un sistema chiuso, ove la materia che circola è limitata nello spazio e nel tempo. Risulta indispensabile, quindi, realizzare un profondo cambiamento educativo nel mondo della scuola: una corretta educa-zione ai cambiamenti climatici è influenza-ta dalle rappreseninfluenza-tazioni meninfluenza-tali ingenue degli insegnanti e dei discenti sul tema, dall’estrema semplificazione del proble-ma e dalla comprensione delle proprie capacità di risolvere questioni comples-se e controvercomples-se. Vi è l’urgente necessità di interventi mirati nella formazione degli insegnanti, che promuovano una com-prensione sistemica delle questioni globali e locali, che affrontino in modo critico le ragioni dell’attuale crisi e che considerino i discenti come cittadini capaci di gene-rare azioni individuali e collettive efficaci. La finalità più alta di un progetto di educa-zione ai cambiamenti climatici deve evol-vere dalla conoscenza, come mero oggetto di studio, alla consapevolezza di come l’am-biente ci include e ci orienta. La “abitudine didattica” ad avere solo uno sguardo de-scrittivo o nozionistico emerge sempre di più nel sapere degli studenti, in riferimento

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ambito disciplinare psicologico autore Marino Bonaiuto Bibliografia

- Gautier C., Deutsch K. e Rebich (2006). „Misconceptions about the Greenhouse effect”, Journal of Geoscience Education, 54 (3), 386-395. - Mochizuki Y. e Bryan A. (2015). “Climate Change Education in the Context of Education for Sustainable Development: Rationale and Prin-ciples”, Journal of Education for Sustainable Development, 9 (1), 4-26. - Sterling S. (2006). “Educazione sostenibile”, Anima Mundi Editrice, Otranto. - Tomashow M. (1996). “Ecological identity”, The MIT Press, Cambridge (USA). - Waldron F., Ruane B., Oberman R. e Morris S. (2016). “Geographi-cal process or global injustice? Constrasting educational perspectives on climate change”, Environmental Educational Reasearch, 26 (6), 896-911.

Nel vasto ambito dell’educazione ambientale, la psicologia am-bientale studia il ruolo giocato da variabili psicologico-sociali nel favorire il cambiamento comportamentale a seguito della parte-cipazione ad attività intese, in senso lato, di educazione ambien-tale. Esse possono quindi comprendere attività tradizionali come

pure attività innovative. In chiave psicologica si considera cruciale non solo o non tan-to l’apprendimentan-to di specifiche conoscenze, quantan-to anche e soprattutto l’acquisizione da parte dell’individuo di un’ampia gamma di costrutti psicologico-sociali che possono, agendo singolarmente o sinergicamente, aumentare la probabilità che una persona metta in atto comportamenti pro-ambientali. Nel caso specifico, adotti comportamenti maggiormente so-stenibili che quindi mitighino l’impatto della persona in termini di effetti del suo comportamento sul cambiamento climatico. L’effetto di tali costrutti psicologico-sociali può esse-re diesse-retto - cioè agiesse-re diesse-rettamente mutando il compor-tamento - oppure indiretto, attraverso una catena causa-le di mediazione: cioè, un costrutto agisce su uno o più altri costrutti e uno di questi, infine, muta il comportamento. Tutti questi costrutti psicologico-sociali vengono pertanto con-siderati come potenziali fattori causali, capaci di aumentare la probabilità di adozione di comportamenti più sostenibili (vale a dire atti a mitigare l’impatto umano sull’ambiente) o in termini di minore o maggiore frequenza di uso di un prodotto o servizio, o in termini di scelta di uso di un diverso prodotto o servizio. Nel complesso, l’educazione ambientale, inclusa quella sui cambiamenti climatici, è considerata uno strumento di cam-biamento del comportamento (behavioural change) per favori-re la mitigazione (o anche l’adattamento, laddove necessario).

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