• Non ci sono risultati.

Dioxins from industrial emissions to the environment. The Taranto case study.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Dioxins from industrial emissions to the environment. The Taranto case study."

Copied!
7
0
0

Testo completo

(1)

Dioxins from industrial emissions to the environment.

The Taranto case study.

Vittorio Esposito*,1, Annamaria Maffei1, Salvatore Ficocelli2, Maria Spartera1, Roberto Giua2, Giorgio Assennato3

1ARPA PUGLIA - Polo di Specializzazione Microinquinanti, Dipartimento di Taranto 2ARPA PUGLIA - Centro Regionale Aria, Taranto

3ARPA PUGLIA - Direzione Generale, Bari

*Corresponding author:

Vittorio Esposito, ARPA PUGLIA - Polo di Specializzazione Microinquinanti, Dipartimento di Taranto, Via Anfiteatro, 8, 74100 Taranto, Italy; Ph. ++39 099 9949764; Fax ++ 39 99 099 7786802; e-mail: v.esposito@arpa.puglia.it

Le diossine dalle emissioni industriali all’ambiente. Il caso Taranto.

Starting from mid-2007 the Environment Protection Agency of Apulia has performed several measurement of Persistent Organic Pollutants (POPs) stack emissions for a number of industrial plants located in a large industrial area near Taranto. Although esti-mates of a significant yearly mass flow for dioxins and PCBs from industrial sources and especially for the local integrated steel-work were already available and published in relevant European inventories since year 2000, the actual measurements were in exceedance of those estimates and prompted the need of a more in-depth investigation of the fate and transport of POPs from emissions and release to the various environmental compartments and ultimately to transfer to the food-chain. In early 2008 high levels of dioxin and dioxin-like PCBs were found in food samples of animal origin that were collected from farms located in the immediate surroundings of the industrial area, causing immediate alarm among citizens and authorities. As an immediate response to the events, as soon as december 2008 a Regional regulation (LR 44/2008) enforced more stringent limits on dioxin stack emissions for plants operating in the metal sector. In fact, the existing Italian emission limits were inadequate to prevent POPs accumulation in the environment and not aligned to relevant regulation already into force in other European countries. In addition, and in order to investigate the extent of the contamination, an extensive monitoring plan was set up and performed throughout the period 2008 - 2011 during which time more than 400 food and feed samples, 40 stack emission samples, 100 atmospheric deposition monthly samples, 50 soil and groundwater samples were collected and analysed. As a result of the moni-toring the Local Health Autohority enforced the ban on grazing over wasteland within 20 km from the industrial area and a ban on the consumption of goat and sheep liver originating from animals grown in the same area, together with the stamping out of over 2000 sheep and goats. A first result of all of the above actions has been the enforced reduction of the yearly mass flow of POPs emitted to the atmosphere as stack exhaust gases, as demonstrated by the latest emission measurements. Nevertheless, dif-fuse and fugitive emissions are contributing to the overall impact on the surroundings resulting in a measurable POPs atmosphe-ric deposition of both wet and dry matter on soils and other urban surfaces. This papers presents the results of dioxin and PCBs monitoring in stack emissions, soils and atmospheric deposition in the Taranto area during a four-year period.

Key words: Dioxins, PCBs, stack emissions, atmospheric depositions, environmental impact, food-chain

A partire dall’anno 2007 l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente (ARPA) della Regione Puglia ha condotto una serie di campagne di misura alle emissioni convogliate per gli impianti industriali situati nell’area industria-le di Taranto. Sebbene per queste industrie, ed in particolare per il centro siderurgico a ciclo integraindustria-le, industria-le stime sul flusso di massa annuale di inquinanti organici persistenti (POPs) fossero già disponibili e pubblicate negli inventari Europei, le misure reali restituirono valori che superavano le precedenti stime, peraltro già decisamente elevate, e resero necessario uno studio approfondito sul trasporto e sull’accumulo di diossine e PCB nei vari compartimenti ambientali e sul conseguente impatto sulla catena alimentare. Ad inizio 2008 emerse la notizia del ritrovamento di valori di diossine e PCB diossina-simili in cam-pioni di origine zootecnica eccedenti i tenori massimi fissati in sede Europea, causando l’immediato allarme fra i cittadini e le Autorità locali. Come prima ed immediata risposta fu promulgata una Legge Regionale (LR 44/2008) che impose limiti più stringenti alle emissioni convogliate per il settore metallurgico. Le leggi esistenti per il settore erano infatti inadeguate a preve-nire l’accumulo nell’ambiente e non erano in linea con quanto già adottato da altri paesi Europei. Inoltre, per valutare l’esten-sione del fenomeno di contaminazione fu approntato un vasto piano di monitoraggio che ha interessato gli anni 2008 - 2011 e che è tuttora in corso durante il quale sono stati prelevati ed analizzati oltre 400 campioni di alimenti e mangimi, 40 cam-pioni di emissioni in atmosfera, 100 camcam-pioni di deposizioni atmosferiche e 50 camcam-pioni di suolo e acque sotterranee. Come risultato del monitoraggio l’Azienda Sanitaria Locale ha imposto il divieto di pascolo nei terreni incolti e il divieto di consu-mo di fegato ovicaprino in un’area di 20 Km dall’area industriale, oltre che l’abbattimento di oltre 2000 capi ovi-caprini. A seguito delle azioni legislative del 2008, si è ottenuta una netta riduzione del flusso di massa annuale di POPs come eviden-ziato dalle più recenti misurazioni alle emissioni convogliate. Tuttavia, le emissioni diffuse e fuggitive contribuiscono in manie-ra significativa all’impatto complessivo sui suoli agricoli e sulle superfici urbane, come dimostmanie-rato dai livelli di diossine e PCB diossina-simili riscontrati nelle deposizioni atmosferiche. Questo articolo presenta i risultati delle attività di controllo e moni-toraggio per le emissioni convogliate, i terreni e le deposizioni atmosferiche nell’area di Taranto in un periodo di 4 anni.

(2)

Introduzione

Nel territorio regionale pugliese, numerosi impianti industriali emettono in atmosfera grandi quantitativi di sostanze nocive. Il polo siderurgico di Taranto (ILVA Spa) contribuisce in maniera significativa alle emissioni nazionali di diossine, furani, e policlorobifenili: emette il 90% della diossina industriale italiana stimata e inven-tariata prodotta in Italia e il 6,9% di quella europea [Giua et al., 2009]. In particolare, l’impianto di agglo-merazione del minerale di ferro risulta essere la fonte prevalente di emissioni convogliate di diossine per gli impianti siderurgici a ciclo integrale, sia in termini di concentrazioni misurate nei fumi e sia in termini di flus-so di massa annuale [Lahl, 1993; Aries et al., 2006]. Nel mese di febbraio 2008 venne diffusa la notizia del ritrovamento di elevate concentrazioni di diossine e PCB diossina-simili in un campione di formaggio di capra acqui-stato a Taranto presso un allevatore di ovi-caprini da parte dell’Associazione Peacelink. Nel mese di Marzo 2008 il Dipartimento di Prevenzione della ASL Ta/1 e questa Agenzia disposero le analisi di 3 campioni di latte ovi-caprino prelevati presso Aziende Agricole nei comuni di Monteiasi (TA), Montemesola (TA), e Taranto. Il campione proveniente dall’Azienda “Fornaro Angelo” in Taranto risultò eccedente i tenori massimi di PCDD/F e PCB diossi-na-simili stabiliti dal Regolamento CE 1881/2006. Nei gior-ni immediatamente successivi furono analizzati ulteriori campioni di latte ovi-caprino ed un campione di formaggio ovi-caprino prelevati nelle immediate vicinanze dell’Area Industriale di Taranto. Per due campioni di latte ed un cam-pione di formaggio furono confermate concentrazioni eccedenti i tenori massimi in vigore [Diletti et al., 2007]. Alla luce di questi primi risultati e allo scopo di valutare l’estensione del fenomeno di contaminazione è stato svi-luppato un Piano Straordinario di Monitoraggio per le aziende agricole e le aree adibite a pascolo in agro della Provincia di Taranto con il coordinamento dell’Assessorato Regionale alle Politiche per la Salute cui partecipano ARPA PUGLIA, ASL TA Dipartimento di Prevenzione, con il supporto dell’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise (Laboratorio Nazionale di Riferimento per le diossine negli alimenti) [Esposito et al., 2010]. Il Piano ha previsto l’analisi di campioni di alimenti (latte, prodotti caseari, uova, tessuti animali), mangimi e foraggi, suolo, acque sotterranee, e deposizioni atmosferiche. I primi controlli al camino furono effettuati per conto di Arpa Puglia dal consorzio interuniversitario INCA di Venezia Porto Marghera. I valori osservati nel febbraio 2008 furono pari a circa 8 ng TEQ/Nm3,

abbondante-mente entro i limiti della legge italiana, ma molto al di sopra dei limiti di altre nazioni (Germania, Austria, Gran Bretagna, Canada, Belgio etc.) e degli intervalli indicati dai documenti europei sulle migliori tecniche disponibili (0.5 - 5 ng TEQ/Nm3). La corrispondente

emissione annua stimata era pari a circa 200 grammi. Nel dicembre 2008 venne approvata la Legge Regionale

44 sulle diossine che fissa limiti molto restrittivi, con due step successivi, e cioè: 2.5 ng TEQ/Nm3, da rispettare

entro marzo 2009, e 0.4 ng TEQ/Nm3, da rispettare entro

dicembre 2010.

La modalità di immissione di PCDD/F nell’ambiente attraverso le deposizioni atmosferiche secche ed umide rappresenta uno dei principali meccanismi di contami-nazione della catena alimentare (e quindi dell’uomo) sia attraverso l’ingestione diretta di polveri depositate, sia attraverso la contaminazione delle produzioni alimenta-ri (zootecniche o ittiche) [Van Lieshout, 2001]. Per que-sto motivo, il monitoraggio delle deposizioni atmosferi-che di microinquinanti organici riveste particolare importanza nella valutazione dell’impatto sull’ambiente delle emissioni di PCDD/F da parte delle varie sorgenti. La caratterizzazione dell’impatto ambientale associato alle emissioni industriali è stata condotta con l’obiettivo di deli-neare compiutamente il quadro ambientale tarantino e di fornire gli strumenti di conoscenza utili per l’assunzione di decisioni che hanno rilevanza anche dal punto di vista socio-economico e delle prospettive di sviluppo del territorio. Metodi

Campionamento

I campioni di emissione in atmosfera sono stati prelevati secondo la norma UNI EN 1948-1 (metodo del filtro-con-densatore) utilizzando un sistema Isostack (TCR Tecora, Corsico MI). I campioni di deposizione atmosferica sono stati prelevati secondo metodo ISTISAN 06/38 utilizzando campionatori Depobulk in vetro Pyrex (Labservice Analytica, Anzola Emilia BO).

Analisi di laboratorio

I campioni prelevati a partire dal maggio 2008 sono stati analizzati presso ARPA Puglia Polo di Specializzazione Microinquinanti, Dipartimento di Taranto. I campioni di emissione convogliata prelevati fino al maggio 2008 sono stati analizzati dal Consorzio INCA (Marghera VE). Per tutti i campioni si è impiegata la tecnica della dilui-zione isotopica tramite standard marcati al 13C

(Cambridge Isotope Laboratories, Andover MA USA) e Spettrometria di Massa ad Alta Risoluzione (Thermofisher, DFS HRMS, Bremen DE) secondo norma UNI EN 1948 2-3-4 (PCDD/F e PCB in emissioni in atmo-sfera), metodo EPA 1613 (PCDD/F, tutte le matrici), metodo EPA 1668 (PCB, tutte le matrici).

Risultati

Durante il periodo 2008 - 2011 un totale di 33 campioni di emissione in atmosfera sono stati prelevati al camino E312 dell’impianto di Agglomerazione situato nel polo siderurgico di Taranto.

I risultati delle misurazioni per i parametri PCDD/F, PCB diossina-simili, PCB Totali e IPA sono riassunti nella Tabella 1 ed illustrati graficamente nella Figura 1.

(3)

Le tre campagne di controllo effettuate da Arpa nel 2010, in base alla legge regionale, hanno mostrato il rispetto del limite di 2.5 ngI-TE/Nm3, con emissione annua stimata pari

a circa 40 grammi annui. Invece, le prime campagne del 2011 hanno mostrato valori superiori al limite 0.4 ngI-TE/Nm3, con emissione annua stimata pari a circa 25

gram-mi. A seguito, probabilmente, del consolidamento della gestione del processo, le campagne effettuate nei mesi invernali mostrano un valore molto inferiore a 0.4 ngI-TE/Nm3(valori medi intorno a 0.1 ngI-TE/Nm3) con

emis-sione annua stimata pari a 3.5 grammi.

Numerosi campioni ambientali sono stati prelevati nel corso degli anni 2008 - 2010 presso le aziende agricole insistenti entro un raggio di 5 km dall’Area Industriale di Taranto, distanza che sarà progressivamente estesa fino a 20 Km. Per questi campioni sono stati registrati supera-menti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione in vigore per i parametri PCDD/F (I-TE) e PCB (totali) in campioni di suolo e acqua sotterranea (D.Lgs. 152/06) (Tabella 2, Figura 2).

Tuttavia, la maggior parte dei campioni nei suoli adibiti a pascolo hanno mostrato concentrazioni di diossine gene-ralmente contenute entro il limite di 10 ngI-TE/Kg per i siti ad uso verde pubblico, privato, e residenziale il quale, in assenza di limiti specifici per i suoli agricoli, può essere assunto come riferimento legislativo senza tuttavia che questo implichi la sua adeguatezza a prevenire fenomeni di bioaccumulo in animali al pascolo. Al contrario, e come emerso nel corso delle attività del Piano, appaiono suffi-cienti concentrazioni anche pari a solo un decimo del limite di legge per i suoli urbani perché il latte ovi-caprino possa risultare non commerciabile. Gli stessi campioni di suolo hanno invece mostrato alcuni superamenti del limi-te in vigore per il parametro PCB. Il valore mediano per la concentrazione di diossine risulta pari a circa 10 volte il valore di fondo per le aree rurali della Puglia che può esse-re assunto come pari a 0.1 - 0.3 ngI-TE/Kg sulla base di un numero relativamente elevato di campioni prelevati nel-l’arco degli ultimi 2 - 3 anni nella regione Puglia. Il valore più basso risulta anche essere il più lontano dall’area indu-striale (in territorio di Talsano). In alcuni casi, campioni di suolo sono stati prelevati nelle stesse località a distanza di alcuni mesi allo scopo di poter osservare eventuali varia-zioni delle concentravaria-zioni nel tempo. I risultati hanno mostrato che l’ordine di grandezza delle concentrazioni è rimasto invariato, sebbene con una diversa distribuzione spaziale. Questa evidenza concorda con il fatto che le diossine ed i PCB immessi nell’ambiente hanno la caratte-ristica di essere estremamente persistenti nel tempo. La Concentrazione Soglia di Contaminazione (CSC) per i siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale per il parametro PCDD/F è pari a 10 ngI-TE/kg e può considerar-si adeguata per contenere entro livelli tollerabili l’espoconsiderar-si- l’esposi-zione dermica, inalatoria, ed alimentare (particellato occa-sionale) per i residenti su suoli con tali livelli di contami-nazione. Maggiore attenzione merita il caso dei bambini Tabella 1: Riepilogo dei risultati per i campioni di

emis-sione in atmosfera prelevati presso l’impianto di Agglomerazione di Taranto

L.R. 44/2008

e

s.m.i.

Figura 1: evoluzione temporale dei valori di PCDD/F nelle emissioni convogliate dell’impianto di Agglomerazione di Taranto.Tra parentesi le tecniche di abbattimento fumi impiegate (ESP = elettrofiltro; UREA = addizione di urea alla materia prima; CARBON INJ = iniezione di carboni attivi a valle dell’elettrofiltro)

(4)

per i quali la quantità di suolo/particellato che da essi potrebbe venir occasional-mente ingerita, può raggiun-gere quantità significative in rapporto al peso corporeo senza tuttavia che ciò rappre-senti necessariamente una minaccia per la salute. Inoltre, la CSC per i suoli urbani rappresenta la soglia più restrittiva presente nella legge italiana per campioni ambientali solidi ed è pertan-to spesso utilizzata per i suoli agricoli in mancanza di indi-cazioni più specifiche (altri Limiti di Legge in vigore sono per esempio la CSC di 100 ngI-TE/kg per i suoli industria-li, o il limite di 30 ng WHO-TE/kg per i sedimenti). Il caso degli animali al pasco-lo richiede tuttavia la conside-razione di fattori che non sono applicabili al caso del-l’esposizione umana. E’ infatti provato che un ovino al pascolo ingerisce dal 2% al 18% in peso di terreno rispet-to al peso del foraggio man-giato (ma anche fino al 25% secondo altri autori) [Hoffmann et al, 2003]. L’autore nota come gli ovini esaminati avessero una assun-zione media di suolo pari al 4.5% del foraggio mangiato, pari a 45 g/giorno di suolo secco per animali che ingeriscono circa 1 kg di materia secca. Il problema della contaminazione degli animali dovuta all’ingestione di suolo contaminato anche a livelli di 1 ng TE/kg è peraltro ben noto sia all’estero che in Italia. In una recente ricerca [Perucatti et al., 2006] si evidenzia come un’attenzione particolare deve essere rivolta alla quantità di suolo ingerita dai ruminanti in quanto circa il 12% della razione di cibo giornaliera è costituita da terra ingerita durante il pascolo. Gli stessi autori sottolineano come i limiti di legge in vigore in Italia per il tenore di diossina nel suolo (10 ng TE/kg) siano notevolmente più elevati di quelli per il foraggio pari a 0.75 ng TE/kg. E’ utile sottolineare come alcuni paesi abbiano invece adottato limiti specifici per i suoli agricoli come ad esem-pio il Canada (4 ngI-TE/Kg), la Germania (5 ngI-TE/Kg), la Svizzera (5 ngI-TE/Kg), e l’Olanda (1 ngI-TE/Kg) [Ospar Commission, 2007]. Un impatto particolarmente significa-Tabella 2: Riepilogo dei risultati per i campioni di terreno adibito a pascolo nella

Provincia di Taranto

Figura 2: Localizzazione dei punti di prelievo di campio-ni di terreno per i suoli adibiti a pascolo. La dimensione dei punti riflette l’entità della contaminazione rilevata.

RESIDENTIAL AREA

INDUSTRIAL AREA

SOIL SAMPLES

(5)

tivo della presenza delle diossine nel suolo è quello sul pollame ruspante: le uova prodotte da galline ruspanti che abbiano accesso a terreni con livelli pari a 1 - 2 ng TE/kg possono contenere 2 - 6 ng TE/kg su base lipidica e comunque fino a 4 volte la quantità tipicamente trovata in galline tenute in ambienti chiusi ed alimentate con cibi non contaminati [ibidem]. Le deposizioni atmosferiche totali di diossina e PCB diossina-simili sono oggetto di attenzione da parte delle autorità Europee in quanto rite-nute uno dei veicoli principali per l’introduzione di PCDD/F e PCB nella catena alimentare (e quindi nell’uo-mo) sia attraverso l’ingestione diretta di polveri depositate, sia attraverso la contaminazione delle produzioni alimen-tari (zootecniche o ittiche). Il materiale particellare sedi-mentabile è in grado di trasferire il suo carico di PCDD/F alla vegetazione, all’acqua, agli edifici e a qualsiasi tipo di superficie per semplice deposizione secca, mentre le piog-ge sono in grado di depositare anche le particelle altrimen-ti sospese ed in parte gli

eventuali inquinanti pre-senti in fase gassosa. Per questo motivo, il monito-raggio delle deposizioni atmosferiche di microin-quinanti organici riveste particolare importanza nella valutazione dell’im-patto sull’ambiente delle emissioni di PCDD/F da parte delle varie sorgenti. A partire dal mese di Maggio 2008 sono installati n. 4 deposimetri del tipo adatto al campionamento dei microin-quinanti organici.

La localizzazione dei siti di campionamento risponde all’esigenza di monitorare le ricadute di microinqui-nanti organici sulle azien-de agricole sottoposte a vincolo sanitario da parte della ASL TA e l’impatto delle emissioni industriali sul centro abitato a ridosso della zona industriale (Quartiere Tamburi). E’ stato predisposto anche sito di fondo urbano in ter-ritorio di Talsano. In que-sto conteque-sto il termine “sito di fondo” non è da inten-dersi come sito esente da contaminazione, quanto piuttosto nel senso specifi-cato dal D.Lgs. 152/07

all’All. III e cioè “Stazioni di misurazione di fondo: stazio-ni ubicate in posizione tale che il livello di inquinamento non è influenzato prevalentemente da emissioni da speci-fiche fonti (industrie, traffico, riscaldamento residenziale, ecc.) ma dal contributo integrato di tutte le fonti poste sopravento alla stazione rispetto alle direzioni predomi-nanti dei venti nel sito.” Il sito “Quartiere Borgo” è di più recente installazione (dicembre 2008) e rappresenta un sito urbano esente da traffico (per la notevole altitudine cui è collocato il deposimetro rispetto al piano stradale, circa 50 metri). Uno studio completo della massa totale di sostanze inquinanti che ricadono al suolo tramite deposizioni atmosferiche richiede una copertura tempo-rale di almeno 12 mesi. Le deposizioni totali, infatti, sono fortemente influenzate dalle condizioni meteo-cli-matiche e pertanto possono subire fluttuazioni stagiona-li. La Tabella 3 e la Figura 3 illustrano i risultati ottenuti. L’entità delle deposizioni di PCDD/F e PCB diossina-simi-Tabella 3: Riepilogo delle deposizioni atmosferiche di POPs registrate a Taranto nel periodo 2008 - 2011

Figura 3: Andamento temporale della concentrazione di PCDD/F e PCB diossina-simili nelle deposizioni atmosferiche totali nel periodo 2008 - 2011

(6)

li misurate per le postazioni prossime ad aree su cui insi-stono aziende agricole/zootecniche appare compatibile con le concentrazioni di diossine riscontrate in campioni di terreno, acqua e latte/carni in animali da allevamento. Sono risultate particolarmente elevate le deposizioni misu-rate per la stazione di campionamento “Quartiere Tamburi” e “Masseria 1”, entrambe eccedenti le soglie tol-lerabili proposte in sede CE [Desmet et al. 2008, LAI, 2004] pari ad 8.2 pg TE/m2 die e 4 pg TE/m2 die per la

somma di PCDD/F e PCB diossina simili. Invece, i flussi di deposizione di PCDD/F presso le postazioni “Fondo urba-no” e “Quartiere Borgo” risultano relativamente più basse, sebbene si collochino a ridosso delle soglie tollerabili. La proposta di linea guida CE è stata formulata sulla base di un dettagliato studio di modelli “a catena” [De Fre et al., 2000]. Questo modello include tre sotto-modelli: un modello atmosferico per il calcolo delle deposizioni sec-che e umide, un modello per il calcolo delle concentrazio-ni nel suolo e sulla vegetazione, ed infine un modello che descrive il trasferimento degli inquinanti a latte e carne negli animali al pascolo (cow model). Prendendo in consi-derazione tutte le vie di esposizione umana il modello è stato applicato per calcolare l’assunzione totale per grup-pi di popolazione residenti nelle vicinanze di sorgenti di diossine e PCB diossina-simili e per derivare le linee guida sopra esposte.

Le medie annuali di deposizioni atmosferiche di PCDD/F + PCB diossina-simili registrate per le postazioni Tamburi e Masseria 1 sono significativamente eccedenti le soglie tollerabili di 8.2 e 4 pg WHO-TE/m2die con valori pari a

rispettivamente 22.5 e 11.4 pg WHO-TE/m2die.

E’ utile confrontare i dati di deposizione atmosferica di POPs misurati per le postazioni di Taranto con analoghe campagne di misura di deposizioni totali effettuate in Italia per siti di analoga classificazione (urbana/industriale). Per ulteriore omogeneità dei dati, si considerano solo studi effettuati nell’ultimo decennio; studi precedenti risentono del fatto che negli anni 1990 - 2000 le maggiori fonti di emissioni di PCDD/F (come ad esempio gli inceneritori) avevano prestazioni ambientali di molto inferiori a quelle attuali e hanno fatto registrare valori di deposizione estre-mi (anche 500 pg TE/m2die) che oggi non sono più

riscon-trabili. La Tabella 4 presenta un confronto dei dati di Taranto con altri siti urbano/industriali italiani.

Conclusioni

L’attività di monitoraggio è tuttora in corso, e pertanto non è possibile trarre conclusioni definitive. Tuttavia, in manie-ra precauzionale le Autorità Sanitarie hanno imposto un divieto di pascolo nel raggio di 20 Km dall’area industriale e la distruzione sistematica di frattaglie di ovicaprini alleva-ti nelle aziende insistenalleva-ti nella stessa area, al fine di sottrar-le al consumo umano. Sarà interessante risottrar-levare se sottrar-le depo-sizioni atmosferiche seguiranno l’andamento delle dimi-nuite emissioni massiche di POPs riscontrate nelle emissio-ni convogliate. Indagiemissio-ni epidemiologiche ed analisi

spazia-li permetteranno di identificare megspazia-lio i rischi derivanti dalla contaminazione rilevata, risulta tuttavia necessario adottare provvedimenti per ridurre fin da ora la presenza di PCDD/F e PCB nell’ambiente oggetto di questo studio per prevenire il loro trasferimento alla catena alimentare. Nel luglio 2008 l’Arpa Puglia ha posto con forza, sulla base delle numerose evidenze sperimentali, la necessità di definire i limiti alle emissioni degli impianti industria-li dell’area e in particolare di quelindustria-li contenenti sostanze cancerogene e bioaccumulabili e la necessità di portare le emissioni di diossine nei fumi dell’impianto di agglo-merazione dello Stabilimento ILVA Spa ai livelli più bassi ottenibili riportati in letteratura (0.4 ngI-TEQ/m3).

Dalle rilevazioni condotte nell’anno 2008 è infatti emerso che l’Ilva, pur nelle soglie consentite dalla legislazione nazionale, emetteva quantità rilevanti di diossina che potevano essere drasticamente ridotte con l’adozione di tecnologie innovative. I risultati dei prelievi di emissioni in atmosfera per la ricerca di diossina avevano infatti mostra-to valori fino a 8.3 ngI-TE/m3, poi scesi recentemente

anche al di sotto di 0.1 ngI-TE/m3.

Bibliografia

ARPA Emilia-Romagna, 2006. Studio ambientale e territo-riale dell’area industterrito-riale urbana “Coriano” del Comune di Forlì II Fase. Rapporto Finale.

Aries, E., Anderson, D.R., Fisher, R., Fray, T.A.T. and Hemfrey, D., 2006. PCDD/F and ‘’Dioxin-like’’ PCB emis-sions from iron ore sintering plants in the UK. Chemosphere, 65, 1470 - 1480.

Bove, B., Cattani, G., Cusano, M., De Luca, S., Dellatte, E., Di Domenico, A., Fochi, I., Fulgenzi, A., Iacovella, N. Inglessis, M., Settimo, G., Viviano, G., 2005. PCDD, PCDF, and PCB baseline levels in air near a waste incine-ration plant site in Southern Italy. Organohalogen Compounds, 67, 2083 - 2085.

De Fré, R., Cornelis, C., Mensink, C., Nouwen, J., Schoeters, G., Roekens, E., 2000. Proposed limit values for dioxin deposition in Flanders. Organohalogen Compounds, 45, 324 - 327.

Tabella 4: Confronto delle deposizioni atmosferiche di POPs in varie località italiane

(7)

Desmedt, M., Roekens, E., De Fré, R., Cornelis, C., Van Holderbeke, M., 2008. Threshold values for atmospheric deposi-tion of dioxins and PCBs. First results of deposideposi-tion of DL-PCBs in Flanders (Belgium). Organohalogen Compounds, 70, 1232 - 1235. Diletti, G., Ceci, R., Scortichini, G., Migliorati, G., 2009. Dioxin levels In livestock and grassland near a large indu-strial area in Taranto (ITALY). Organohalogen Compounds, 38, 2359 - 2363.

Esposito, V., Maffei, A., Castellano, G., Martinelli, W., Conversano, M., Assennato, G., 2010. Dioxin levels in grazing land and groundwater in the surrounding of a large industrial area in Taranto (Italy). Organohalogen Compounds, 72, 736 - 739. Giua, R., Menegotto, M., Esposito, V., Maffei, A., Ficocelli, S., Nocioni, A. and Assennato G., 2009. PCDD/F wind-selective sampling in Taranto area. Organohalogen Compounds, 38, 2414 - 2417.

Hoffman, D. J., Barnett, A., Rattner, G., Allen Burton, Jr., and John Cairns, Jr., editors. Handbook of Ecotoxicology 2ndEdition, 151-163, Lewis publisher, Boca Raton, Florida.

ISS Istituto Superiore di Sanità, 2006. Caratterizzazione ambientale del territorio del comune di reggio Emilia inse-rita nel contesto provinciale.

Lahl, U., 1993. Sintering plants of steel industry - The most important thermical PCDD/F source in industrialized regions?. Organohalogen Compounds, 11, 311 - 314. LAI - Bericht des Länderausschusses für Immissionsschutz (LAI). 2004. Bewertung von Schadstoffen, für die keine Immissionswerte festgelegt sind - Orientierungswerte für die Sonderfallprüfung und für die Anlagenüber-wachung sowie Zielwerte für die langfristige Luftreinhalteplanung unter besonderer Berücksichtigung der Beurteilung kreb-serzeugender Luftschadstoffe. Vom 21.

OSPAR Commission, 2007. OSPAR Hazardous Substances Series. Background Document on Dioxins. Perucatti, A., Di Meo, G.P., Albarella, S., Ciotola, F., Incarnato, D., Jambrenghi, A.C., Peretti, V., Vonghia, G., Iannuzzi, L., 2006. Increased frequencies of both chro-mosome abnormalities and SCEs in two sheep flocks exposed to high dioxin levels during pasturage. Mutagenesis, 21, 67 - 75.

Rossini, P., Guerzoni, S., Matteucci, G., Gattolin, M., Ferrari, G., Raccanelli, S., 2005. Atmospheric fall-out of POPs (PCDD-Fs, PCBs, HCB, PAHs) around the industrial district of Porto Marghera, Italy. Science of the Total Environment, 349, 190 - 200.

Van Lieshout, L., Desmedt, M., Roekens, E., De Fré, R., Van Cleuvenbergen, R., Wevers, M., 2001. Deposition of dioxins in Flanders (Belgium) and a proposition for guide values. Atmospheric Environment, 35, Supplement No. 1, 583 - 590.

Viviano, G., Mazzoli, P., Settimo, G., 2006. Microinquinanti organici e inorganici nel comune di Mantova: studio dei livelli ambientali. Rapporto ISTISAN 06/43.

Figura

Figura 1: evoluzione temporale dei valori di PCDD/F nelle emissioni convogliate dell’impianto di Agglomerazione di Taranto.Tra parentesi le tecniche di abbattimento fumi impiegate (ESP = elettrofiltro; UREA = addizione di urea alla materia prima; CARBON IN
Figura 2: Localizzazione dei punti di prelievo di campio- campio-ni di terreno per i suoli adibiti a pascolo
Figura 3: Andamento temporale della concentrazione di PCDD/F e PCB diossina- diossina-simili nelle deposizioni atmosferiche totali nel periodo 2008 - 2011
Tabella 4: Confronto delle deposizioni atmosferiche di POPs in varie località italiane

Riferimenti

Documenti correlati

In this paper, the first decades of history of the industrial robotics are presented, starting from the ideas of Devol and Engelberger, that led to the birth of Unimate,

En lugar de buscar los rasgos distintivos de minaccia a partir de un corpus de casos, se traza una imagen reconstruyendo el espectro semántico en torno a la raíz de la palabra,

Department of Energy and National Science Foundation; the Italian Istituto Nazionale di Fisica Nucleare; the Ministry of Education, Culture, Sports, Science and Technology of Japan;

The required rules for tank protection (active and passive systems) and the measures taken for tank connection and piping, assure an appropriate safety level, while

Data l’impossibilità di condurre sperimentazioni applicative in situ, nell’ultimo capitolo sono state avanzate differenti ipotesi e considerazioni, soprattutto in

This school was selected for analysis because it had invested in a broad range of technological devices (electronic whiteboards, one netbook per child, interactive tables

The efficient functioning of local environmental and economic system of coal-mining enterprise can be implemented on the basis of the algorithm for managing production and

J and K s photometry for them was taken from the 2MASS catalogue (Cutri et al. 2003), pulsation periods from the GCVS (Samus et al.. For the Type II Cepheids we only have