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Il sistema militare egiziano tra il Primo e il Secondo Periodo Intermedio

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UNIVERSITA‟ DI PISA

Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere

Corso di Laurea Magistrale in Orientalistica: Egitto, Vicino e Medio Oriente

Tesi di Laurea

Il Sistema militare egiziano tra il Primo e il Secondo Periodo Intermedio

Candidato

Relatore

Francesco De Gaetano

Prof. Gianluca Miniaci

Correlatore

Prof.ssa Marilina Betrò

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INDICE

Introduzione.

pag.3

Capitolo I

pag.6

Nomarchi e Soldati cittadini: Storia dell‟esercito egiziano

e il Primo e il Secondo Periodo Intermedio.

Capitolo II

pag.25

L‟Organizzazione militare e gli impieghi dell‟Esercito

e della Flotta nel Medio Regno.

Capitolo III

pag.64

Il Soldato nel Medio Regno: Riflessioni sull‟iconografia

e sul ruolo sociale.

Conclusione. pag.76

Schema sui Gradi Militari del Medio Regno.

pag.81

Illustrazioni.

pag.84

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3

INTRODUZIONE

Trattare della storia militare di un determinato periodo storico dovrebbe portare sempre alla formulazione di due quesiti fondamentali: il primo, quale debba essere la corretta definizione di quest‟approccio storico, e il secondo, una volta teorizzata un‟impostazione di base, quali debbano essere le fonti utili alla realizzazione di un lavoro e come debbano essere utilizzate.

Come “onnipresente” attività delle società umane, la guerra ha sempre contribuito a determinarne lo sviluppo e l‟organizzazione, interessando così tutti i possibili settori di studio di un periodo storico: la politica, l‟economia, la società e le forme di

pensiero. Questo concetto della guerra quale fenomeno di caratterizzazione e

trasformazione delle società umane può essere accolto come postulato di base della ricostruzione storica di ogni periodo, dal Vicino Oriente Antico alla Guerra Fredda. Cos‟è la storia militare di un‟epoca? E‟ anzitutto la sommatoria di dati e

considerazioni che ne concernono l‟andamento in tutta la sua profondità: la

concezione di guerra per il ceto dirigente di uno stato e i restanti settori della società, nei suoi riflessi ideologici e politici, la costituzione e composizione di forze di

combattenti e il loro utilizzo, a livello logistico e operativo, gli effetti della forza militare a livello economico e sociale, nelle società presa in considerazione e in quelle che si trovano ad interagire con essa. Da questo punto di vista la storia militare assume un ruolo non meno importante di altri approcci allo studio del passato, quali la storia politica, quella economica e quella sociale, in quanto le interessa tutte, e modifica i loro cambiamenti. Compreso questo, non esiste studio storico che possa partire senza un adeguato utilizzo delle fonti a disposizione, l‟individuazione e l‟analisi delle quali rappresenta per lo studioso un lavoro gravoso ma necessario per costruire qualsiasi impostazione teorica successiva. Quello che risulta

immediatamente palese per lo studio della storia egiziana, come per quello di gran parte del restante Mondo Antico, è che vi siano due grandi problemi alla base della

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4

ricerca: la spesso deplorevole penuria delle fonti, inevitabile nello studio di periodi tanto temporalmente distanti dal nostro, e quanto queste fonti siano soggette e alterate dalle strutture sociali e ideologiche della società che le produce. Questo può portare a compromettere una visione totale e oggettiva dello studio che s‟intende fare del passato: per fare un esempio vicino all‟argomento qui trattato, come il ruolo del generale, membro della classe dirigente, appaia palese e prolifico nelle fonti, mentre tace quasi, salvo indiretti raffronti, quello del semplice fante, socialmente inferiore al primo nell‟antico quadro di valori, ma non per questo per lo storico attuale meno importante nella ricostruzione di una realtà militare passata.

Per quanto riguarda la storia militare antica, l‟Egitto è senza dubbio un caso sui

generis, considerandolo attraverso parecchi punti di vista, che sia geografico,

strategico, politico, sociale e ideologico. “Nicchia ecologica” economicamente quasi autosufficiente, condizionato ma protetto da aree inospitali all‟insediamento umano, crocevia di flussi economici e umani convergenti dal sud del continente africano, dal Vicino Oriente e dal mondo mediterraneo, l‟Egitto faraonico offre moltissimi spunti di studio per chi voglia riflettere su come simili fattori possano influire sulla

costruzione del concetto di guerra ed esercito e la loro concretizzazione, in rapporto ad una società e una realtà statuale passata. In Egitto l‟esercito nasce con lo Stato, anzi si potrebbe dire prima dello Stato, e ne segue tutti i mutamenti storici e sociali. Prima di essere uno strumento di attiva difesa e deterrenza politica, nell‟Egitto Antico l‟esercito è parte di una raffinata e complessa macchina amministrativa, “il braccio armato” strumento del re e dei suoi delegati nel difendere il paese dalle minacce esterne e interne, organizzato secondo un complesso sistema burocratico e logistico che non sfigura davanti ad altri esempi più celebri del Mondo Antico. L‟immagine di granitica immutabilità della civiltà egiziana si deve anche alla capacità della

macchina militare egiziana di garantire la sicurezza della sua civiltà per quasi tre millenni: questo può portare inevitabilmente a ritenere come immutabile il concetto di guerra per questa cultura, come anche altre innumerevoli forme di pensiero. La difesa del paese contro i nemici quali manifestazioni delle forze del male, l‟ideologia

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guerriera del sovrano che abbatte i nemici come difensore dell‟ordine cosmico, il perpetuarsi continuo dello stesso tipo di armamento e di titoli militari è certo indizio di continuità culturale, ma non deve portare ad una visione distorta delle cose. Nella civiltà egiziana la realtà militare muta seguendo le contingenze politiche e storiche, in ruoli di primissimo piano: è un agente fondamentale della storia delle lotte “feudali” alla fine dell‟Antico Regno, dell‟espansione meridionale e orientale durante il Nuovo Regno, delle contese dinastiche durante l‟Anarchia Libica e delle grandi invasioni in Epoca Tarda. Non si può nemmeno tacere di quali conseguenze epocali abbaino avuto le due grandi “rivoluzioni militari” della storia egiziana, la prima con

l‟introduzione del carro da guerra nel Secondo Periodo Intermedio, la seconda con l‟arrivo dei mercenari greci sulle rive del Nilo, portatori di un tipo di combattimento e di unità militari sconosciute alla realtà egiziana. Oltre alla polemologia e alla storia politica, gli spunti per l‟impatto dei militari nella storia sociale ed economica egiziana sono infiniti: il ruolo del re e della famiglia reale, dell‟ufficialità nel contesto

economico e sociale, l‟identità e i valori del soldato, il ruolo degli stranieri nelle forze armate. In questo senso, da semplice studio “delle armi” e “delle battaglie” come spesso è intesa, la storia militare può diventare storia dell‟uomo e delle forme di pensiero, dell‟economia e del divenire storico, contribuendo in maniera decisiva a delineare le caratteristiche della civiltà esaminata. In questo senso, con il presente lavoro, si spera di dare un contributo, seppur modesto, agli studi di questo genere per l‟antico mondo egiziano.

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CAPITOLO I

NOMARCHI E SOLDATI CITTADINI:

STORIA DELL‟ESERCITO EGIZIANO TRA IL PRIMO E IL SECONDO PERIODO INTERMEDIO

Il Medio Regno rappresenta un‟epoca di svolta per la civiltà egiziana, la cui unicità le ha fatto guadagnare giustamente meritare la denominazione di “epoca classica”. La granitica dimensione della regalità tipica dell‟Antico Regno si trasforma in un

modello di potere che “si umanizza”, che per mantenere la leadership deve scendere a compromessi con una serie di “agenti sociali” che hanno preso coscienza del proprio ruolo e agiscono in maniera dinamica all‟interno della società. A livello politico e di conseguenza militare la regalità del Medio Regno si lega al potere dei funzionari di corte e a quello delle famiglie aristocratiche delle realtà provinciali, le quali, tramite un processo intricato e secolare, si sono imposte nelle loro zone di dominio come forti agenti politici e militari. Si tratta dei Nomarchi, traduzione greca di una serie di prerogative e titoli culminanti in quello di “Grande Capo del Nomo” (ḥry tp ῾ȝ). Parte dell‟unicità della storia militare del Medio Regno è che alcuni di questi Nomarchi sono stati per lungo periodo, almeno dal punto di vista bellico, sostegno imprescindibile della regalità, o formidabili avversari di questa. Il loro appoggio poteva mutare la sorte delle dinastie. A ben vedere dal punto di vista

militare non vi è soluzione di continuità tra la fine del Primo Periodo Intermedio e lo sviluppo del Medio Regno: dapprima gli eserciti di nomarchi legati a due casate reali diverse in lotta, in seguito le forze dei primi partecipano alle guerre dell‟unica

dinastia vittoriosa affermante ora il suo dominio. Per quanto sia irragionevole credere che la fine delle contese civili non abbia portato a un ridimensionamento (almeno politico) del potere provinciale a favore della Monarchia1, la forza combattiva dei “Capi dei Nomi” persiste a lungo, e non mancano le prove del fatto che tale forza abbia contribuito in maniera essenziale al warfare del Medio Regno. Il Faraone è

1 Willems 2014 pag. 33-58.

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certamente il più grande e il più forte tra i combattenti, ma accanto alle sue gesta persistono quelle dei nomarchi, fregiati dei più alti titoli di comando. E‟ un voluto anacronismo, ma difficilmente resistibile, parlare di un esercito “feudale” per la prima parte del Medio Regno. Successivamente il complesso gioco politico dei

sovrani e le riforme amministrative arriveranno a smorzare, se non demolire, il potere militare dei governatori, e il crescente peso di una “classe media” all‟interno della società e dell‟amministrazione lascerà una visibile impronta in un esercito legato alle realtà regionali e cittadine. Seguendo questo filo conduttore, la fine del Medio Regno rappresenta un altro punto di svolta. Nell‟Egitto delle contese dinastiche e delle minacciose infiltrazioni straniere le forze dei “guerrieri-cittadini” rappresentano l‟embrione di quella micidiale macchina da guerra capace di porre fine al regno degli Hyksos e proporre prepotentemente la leadership egiziana nel mondo vicino-orientale del Tardo Bronzo.

IL REGNO DI ERACLEOPOLI E L‟ASCESA DI TEBE

Il Primo Periodo Intermedio vede, come è ben noto, il tentativo di recupero della tradizione regale menfita da parte di diversi poli di potere, culminanti nella lotta tra le dinastie regnanti di Heracleopoli (la IX e X dinastia manetoniane) e di Tebe (l‟XI dinastia). Questo recupero passa attraverso l‟uso della forza militare, ben

documentato dalle fonti letterarie dell‟epoca. E‟ un passo2

dell‟Insegnamento per

Merikara a dare spunti di riflessione sul cambiamento rivoluzionario che attraversa

l‟esercito egiziano in questo periodo, e mostra non solo il legame tra le armi e la regalità, necessario più che mai in un periodo come questo, ma ribadisce un concetto fondamentale: nell‟Egitto dei Faraoni la mobilitazione della forza umana avviene tramite una forma di coscrizione decisa dall‟alto, che sia destinata a lavori pubblici o spedizioni militari. La corvè costituisce dunque la base del sistema militare per la gran parte della storia egiziana. L‟anonimo sovrano di Heracleopoli afferma: “Leva

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8

reclute (dȝmw) perché la corte ti ami. Rendi molti tuoi cittadini esenti dal servizio (iswt). Passati vent‟anni in cui seguono la loro volontà sono sostituiti da (soldati) nuovi.(…) Sono i soldati esperti (῾ḥȝwty.w) che combattono per noi, quelli sui quali ho fatto leva per la mia intronizzazione (…) Accresci le schiere dei tuoi “seguaci” (dȝmw n šmsw.w=k) con le (tue) entrate.”[Insegnamento per Merikara 57-61]3 Pur se di datazione posteriore, queste parole sono una sanzione letteraria all‟atto di nascita di un esercito professionale, e vi si trova una terminologia già attestata, ma che ora acquista un sapore nuovo. Il sovrano si trova a instaurare un rapporto di fiducia con il suo esercito, ora legato a quanto pare a precise regole del servizio militare che

prevedono la coscrizione e un periodo fisso di ferma. Il dȝmw è l‟unita di base dei coscritti (in una stele da Thinis un generale si vanta di essere “amato dal suo dȝmw” 4

) che al termine del servizio sono diventati degli ῾ḥȝwty.w, dei soldati esperti o meglio ancora veterani. Accanto alla leva dei cittadini ecco la presenza dei molto attestati e importanti soldati della guardia, “coloro che accompagnano” il sovrano, gli

šmsw.w. Così si doveva presentare l‟esercito (mš῾) del periodo, guidato il più delle

volte da un comandante militare (mr mš῾) che agiva in vece del sovrano: stele, incisioni rupestri e tombali permettono di seguire molto della sua evoluzione storica in questo periodo travagliato. Si può sommariamente ridurre i conflitti dell‟epoca a due livelli geopolitici: il conflitto per il controllo dei singoli “distretti” provinciali e, al di sopra di essi, il conflitto tra regni e/o confederazioni per assumere la guida del paese intero.

Il sud del paese, dove emerge il potere dei Tebani, sembra gravido di conflitti e battaglie in questo periodo. Tra i primi ad opporsi con le armi all‟ascesa del nuovo potere in contrapposizione ai re di Eracleopoli spicca la figura del nomarca di Hieracompoli Ankhtify, la cui tomba, tramite le iscrizioni presenti, presenta una figura di potente governante ma anche di bellicoso condottiero, nello spirito di

3

Volten 1945 pag. 110-111.

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esaltazione guerresca tipica del periodo.5 Ankhtify unisce per breve tempo i primi tre nomi dell‟Alto Egitto contro gli “usurpatori”. Chiamato in soccorso da un generale di Armant (mr mš῾ n Iwn) stretto d‟assedio dalle forze tebane6, interviene con le sue truppe di coscritti della leva (nfrw.w) e la flotta, a suo dire con tale determinazione che tra i difensori dei capisaldi nemici “nessuno osava uscire per paura di loro (=i coscritti) ”. 7

Perché non venga ignorata la sua virtù guerresca, come quella dei suoi uomini, Ankhtify non manca di definirsi a più riprese “un valoroso di cui non c‟è l‟eguale”8

e i titoli militari a lui attributi non fanno che sanzionarne la proficua carriera militare: generale (mr mš῾), comandante degli ausiliari nubiani (mr I῾w), “bocca (=portavoce) dell‟armata” (r mš῾).9

Quest‟ultimo titolo potrebbe indicare un‟alta responsabilità per le questioni militari presso il re di Eracleopoli, cui il valoroso nomarca proclama fedeltà. Forse meno controllato dalla capitale del regno tebano, il dominio della “Casa di Khety” doveva molto della sua forza militare ai “Capi dei Nomi” e ai principi fedeli al sovrano, più che al re stesso. Accanto all‟attacco frontale ai capisaldi fortificati del nemico non deve aver avuto un ruolo meno vitale il controllo delle carovaniere e delle vie desertiche, capaci di permettere l‟aggiramento delle posizioni nemiche con forze scelte di esploratori. Due preziose iscrizioni rupestri rinvenute nel Gebel Tjauti gettano luce sulla lotta tra Tebe e Copto per il controllo di una via capace di indebolire lo schieramento di Eracleopoli a nord. Nella prima il nomarca di Copto Tjauti sembra affermare il proprio controllo a

svantaggio dei rivali tebani, ma questo vantaggio strategico era già stato perso quando fu incisa la seconda iscrizione, da parte di un reparto d‟assalto (mš῾ ḥwi) di Antef II. Tale azione militare, basata su una buona conoscenza della situazione strategica dell‟Alto Egitto, può aver contribuito in maniera decisiva all‟espansione della casata regale Tebana verso Thinis e più a nord.10 Di certo, al di là delle capacità dei comandanti, nella guerra fu decisivo l‟utilizzo di soldati professionalmente capaci

5

Su Ankhtify cfr. J. Vandier, “La tombe d'Ankhtify à Mo’alla”, Il Cairo 1950.

6 Betrò 2001 pag. 23. 7 Donadoni 1990 pag. 167sgg. 8 Ibidem. 9 Chevereau 1987 pag. 13sgg. 10 Darnell 1997 pag. 255-256.

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e agguerriti sul campo. E‟ il caso specifico dei mercenari nubiani, per quanto in questo caso considerarli a priori soldati prezzolati potrebbe essere fuorviante: innumerevoli testimonianze archeologiche (in primis stele) dimostrano che essi si stabilirono in vari siti egiziani e assimilarono la cultura autoctona.11 La colonia più importante per il periodo sembra essere stata proprio nel territorio del re tebano, a Gebelein, i cui responsabili probabilmente detenevano il titolo di mr I῾w come

Ankhtify. Tra di essi vi era probabilmente un avversario di quest‟ultimo, il tesoriere e capo delle truppe Iti, sepolto in una splendida tomba a Gebelein. Tra i rilievi della sua tomba lo si può trovare intento a passare in rassegna guerrieri e arcieri nubiani

rappresentati nel loro costume. 12 Un altro titolare di nome Djemi (che si fregia anche del titolo del titolo di “comandante militare cittadino”, mr mš῾ n niwt tn) fu autore di un decisivo contrattacco alle posizioni di Heracleopoli nella zona di Abido, come egli stesso afferma nella sua stele. 13

Più a nord, le vicende della guerra tra Eracleopoli e Tebe si legano indissolubilmente ai nomarchi del Medio Egitto, in particolare a quelli del XIII, XV e XVI nomo, territori strategicamente posizionati tra i due grandi contendenti alla regalità delle Due Terre. Ancora nel Medio Regno essi fornivano comandanti di livello allo Stato, e pare dunque ovvio che essi abbiano ricoperto importanti ruoli di comando in questo conflitto. A settentrione i nomarchi del XIII nomo, “Grandi Capi del Nomo dell‟Alto Sicomoro” e “Sommi sacerdoti di Upuaut” furono i più grandi sostenitori militari della “Casa di Khety”, tanto da adottarne il nome dinastico. 14

Il primo di loro

attestato, Khety I, fu “comandante militare della terra intera” (mr mš῾ n tȝ r dr=f ). 15 In una stele proveniente da Thinis un altro militare di nome Iti si definisce “generale

11

Fischer 1960 pag. 41-60.

12 Donadoni Roveri 1988 vol. II pag.91sgg. 13

Goedicke 1960 pag. 288-291.

14

Sui Nomarchi di Asyut cfr. Schenkel 1965 pag.40-41; El-Khadragy 2012 pag. 31-46.

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del Basso e dell‟Alto Egitto” (mr mš῾ n šm῾w mḥw)16

: poiché il reperto si data

anteriore alla conquista della zona da parte della dinastia tebana, questo titolo, come quello di Khety, potrebbe indicare un comandante supremo dell‟armata di

Eracleopoli, responsabile direttamente al re per le operazioni militari. Il successore di Khety Tefibi vanta, nell‟iscrizione autobiografica della sua tomba ad Asyut, le sue prodezze in attacco avvenuto a sud con l‟esercito e la flotta al suo comando

(probabilmente al tempo dello scontro tra Khety II e Antef II). “Ho abbattuto il nemico (…) l‟ho spinto fino alla Porta del Sud (il nomo di Thinis) ”17

;

successivamente batte un altro esercito della “confederazione” nemica e la sua flotta. 18

L‟uso di flotte da guerra dimostra quanto vitale fosse il controllo del fiume nel corso della guerra, per muovere velocemente le proprie milizie nel teatro delle operazioni. Quali che fossero le capacità militari di questo nomarca, le sue forze dovevano esercitare una forza di dissuasione non indifferente, se Tefibi può vantarsi che il timore dei suoi soldati proteggeva gli uomini per la strada come se fossero a casa propria.19E‟ possibile supporre che la campagna di riconquista di Tefibi abbia avuto gravi effetti collaterali, forse addirittura il saccheggio della necropoli reale di Thinis da parte delle truppe del nord, se nelle sue Istruzioni il padre di Merikara afferma di soffrire la punizione divina per un atto empio commesso.20 La

controffensiva meridionale dell‟esercito di Asyut potrebbe essere stato l‟ultimo successo militare della coalizione di Heracleopoli, poiché viene collocata pochi anni prima dell‟avanzata di Mentuhotep II, considerato il re tebano riunificatore del paese. Khety II, il successore di Tefibi, vanta, come avevano fatto i suoi predecessori, di essere un grande soldato “forte con l‟arco, potente con la sua spada”21,ma deve aver assistito alla sconfitta nella guerra contro Tebe del “blocco settentrionale” e al successivo esautoramento della sua casata. L‟avanzata di Mentuhotep II verso nord

16

Brovarski 1989 pag. 681.

17

Breasted 1962 pag. 182 (Tp šm῾ potrebbe riferirsi alla stessa Tebe, come capitale del Sud).

18 Ibidem. 19

Donadoni 1990 pag. 168; Breasted 1962 pag. 183.

20

Brovarski 1989 pag. 960-983.

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deve aver portato al crollo militare di Heracleopoli, forse grazie alla superiorità sul campo fornita dalla presenza degli ausiliari nubiani. La prova che potrebbe attestare i combattimenti che posero fine al Primo Periodo Intermedio è il ritrovamento di sessanta soldati morti in combattimento sepolti in una tomba collettiva a Deir el-Bahari. 22 Oltre a questo non mancano le testimonianze di militari che assistettero il sovrano tebano nelle operazioni di conquista e pacificazione. Il più noto è il

“comandante militare della terra intera” Antef (che il titolo sia quello portato

precedentemente dai generali di Eracleopoli non è un caso) sepolto in una splendida tomba a El-Asasif (TT 386). Oltre alle statue rivenute, che lo presentano come un uomo vigoroso, e alle tipiche raffigurazioni di combattimenti e assedi sulle pareti, una stele ci informa del suo ruolo nella zona di Eracleopoli come ufficiale militare, in particolare come comandante di fortezza in un luogo chiamato “il Grande Portale”. 23 Non sarebbe azzardato supporre che Mentuhotep II si sia servito di ufficiali del suo esercito per controllare le zone conquistate, in luogo dei generali e/o nomarchi messi da parte per aver servito “la casa di Khety”.

IL PRINCIPIO DEL MEDIO REGNO. MENTUHOTEP II E LA FINE DELL‟XI DINASTIA

La guerra finale tra Tebe ed Eracleopoli non solo decise la salita al potere di una sola casata regnante, ma anche il destino di diverse famiglie di nomarchi. Anche se è probabile che qualche forma di accordo politico tra il sovrano tebano e i grandi capi militari sia avvenuta, le conseguenze non devono essere mancate. La possibile scomparsa del titolo di “Grande capo del nomo” (ḥry tp ῾ȝ) sotto Mentuhotep II 24

può aver avuto ragioni di sicurezza interna, come esautorare la famiglia di Khety II,

capace di mettere in piedi una buona forza armata. E‟ probabile però che altri

governatori, accettando la nuova leadership per lealtà o interesse, abbiano mantenuto il loro potere (anche militare), anche se spogliati di titoli formali. A nord di Asyut il

22 Winlock 1945. La datazione alla Guerra di unificazione è tuttavia contestata; cfr. C. Vogel, Fallen Heroes ?: Winlock

“Slain Soldiers” Reconsidered, in JEA 89 (2003), pag. 239-245.

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Grajetzki 2006 pag. 19; Oppenheim 2015 pag. 58-60.

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“Grande Capo del nomo dell‟Orice” (XVI nomo), Baqet III, probabilmente decise di entrare in guerra affiancando i Tebani. Sulle pareti della sua tomba (Beni Hasan n°15) 25come in quella del figlio e successore Khety, un altro mr mš῾ (Beni Hasan n°17) 26si vedono scene di combattimento e di assedio di fortezze, in cui si

fronteggiano schiere di Egiziani, Nubiani e Asiatici, come a sanzionare il carattere multietnico e conseguentemente le diverse specializzazioni belliche presenti

nell‟esercito egiziano. Non sarebbe azzardato considerare queste raffigurazioni quali allusioni a eventi realmente accaduti (i soldati sepolti a Deir el-Bahari potrebbero d'altronde essere caduti durante un assalto a una città fortificata, a giudicare dalle loro ferite27). Le vicende riguardanti i governanti del vicino nomo della Lepre, il XVI dell‟Alto Egitto, sembrano essere ancora più significative, per dimostrare il peso militare dei nomarchi in questa svolta della storia egiziana. Dalle iscrizioni rupestri di Hatnub sappiamo che nel V anno del suo governo il nomarca di Hermopoli Neheri raduna insieme ai figli Kay e Djehutinakht una forza di coscritti (nfrw.w) per difendere la propria capitale da un esercito reale. E‟ Neheri ad affermare di aver dovuto affrontare “Alto e Basso Egitto uniti contro di me” con il solo ausilio dei suoi

šmsw.w. 28

Nel racconto emerge la consuetudine dei belligeranti dell‟epoca di dichiarare il luogo e il momento dello scontro, poiché Neheri afferma di aver

assecondato in tale modo il suo regale avversario. Ciò porta a considerare il carattere “istituzionalizzato” della guerra in questo periodo. A questo proposito, va ricordato il già citato Insegnamento di Merikara, in cui emerge il disprezzo dell‟anonimo re di Eracleopoli per gli Asiatici che praticano una forma di vigliacca guerriglia che non prevede avvisi o accomodamenti. 29 Per quanto si definisca “la Fortezza (…) cui tutto il popolo si aggrappa”30

il nomarca della Lepre probabilmente conduce una guerra sfortunata, che non ha però come conseguenza la rovina della sua casata. I numerosi conflitti di questo periodo (come anche la cattiva conservazione della tomba di

25

Newberry 1893, parte II, tavola V.

26

Newberry 1893, parte II, tavola XV.

27 Vedi nota 22. 28

Griffith 1892, parte II, pag.48-54; Brovarski 1981 pag. 14-30.

29

Bresciani 1990 pag. 97 (“ Combatte fin dai tempi di Horo, ma non vince né è sconfitto”).

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Neheri a Deir el-Bersheh) impediscono di collocare esattamente nella cronologia questa ribellione verso una dinastia regale non specificata. Nel caso in cui il XVI nomo si fosse ribellato durante la guerra tra Merikara e Mentuhotep II, tale

insurrezione avrebbe pregiudicato seriamente la situazione strategica di Eracleopoli, strangolando i collegamenti con gli indispensabili alleati di Asyut, con il risultato di provocare quindi un‟immediata e violenta rappresaglia militare. 31

Se fosse invece avvenuta antecedentemente, in seguito all‟avanzata di Antef II verso nord, tale

ribellione avrebbe avuto come unico risultato il ricondurre il nomo di Hermopoli tra i seguaci della “Casa di Khety”. Un‟altra ipotesi, anche se più contestata, porrebbe la levata di scudi dell‟esercito di Neheri nel periodo di torbidi tra la fine dell‟XI dinastia e l‟insediamento di Amenemhat I. 32

In tal caso il re cui il nomarca fa sottomissione (conservando però il diritto di radunare una forza militare) sarebbe non un re di Eracleopoli o Mentuhotep II ma lo stesso Amenemhat I. Qual che sia la collocazione cronologica, tale vicenda è un‟ulteriore prova del peso militare dei nomarchi al principio del Medio Regno.

LA PRIMA FASE DELLA XII DINASTIA

Come si è già accennato il passaggio di potere tra la casata di Mentuhotep e quella di Amenemhat, il fondatore della XII dinastia, probabilmente non fu indolore.

L‟esercito era in fibrillazione, i mercenari operavano razzie, una dinastia

indipendente assumeva probabilmente il potere in Bassa Nubia. 33E‟ logico pensare che, per consolidare la sua posizione, il nuovo sovrano si sia appoggiato a quei nomarchi che, pur ridimensionati dalla vecchia dinastia, godevano ancora di un peso politico e militare determinante. In quest‟ottica va vista la designazione quale ḥȝty-῾

31

Ibidem. Il problema della ribellione di Neheri si collega alla discussione sulla cronologia dei Nomarchi della Lepre, cfr. Brovarski 1981, nota 28.

32

Mourad 2015, pag. 92sgg; Grajetzki 2006 pag. 32 (Il generale Nesumontu prepara le truppe a distruggere “i nemici del suo Signore”) anche pag.110 (Wenet and Deir el-Bersheh).

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15

(conte )34 di Menat-Khufu, capitale del XVI nomo, di Khnumhotep I, che

probabilmente non aveva legami di sangue con la precedente famiglia, forse per i servizi resi durante le campagne di pacificazione del paese. 35 Una di esse, diretta contro gli Asiatici infiltratisi nel Delta Orientale, ci è nota non solo dall‟iscrizione autobiografica nella tomba di Khnumhotep (Beni Hasan n°14) ma anche dalle testimonianze lasciate dal militare e uomo di palazzo Nesumontu, che ricoprì sotto Amenemhat I l‟importante titolo di mr mš῾ wr (supremo comandante militare). 36 Sappiamo che Khnumhotep partecipò con venti navi alle operazioni militari contro gli Asiatici avvenute probabilmente nella zona del braccio pelusiaco del Nilo. E‟ lui ad affermare: “ho espulso (il nemico) dalla Doppia Riva di Horus”. 37

Nella tomba di Khnumhotep è visibile la raffigurazione di uno scontro tra Egiziani armati di asce e scudi e Asiatici con archi, asce e falcetti. 38Nesumontu invece, con un vanto e una sicurezza per le proprie imprese che sembra non essere cessato dopo la fine delle lotte feudali, afferma di aver combattuto “Gli scorridori della sabbia” e aver distrutto i loro villaggi in modo che non fossero più ricostruiti (Stele Louvre C1). 39Le operazioni condotte dai due militari potrebbero aver costituito la premessa per l‟installazione di quel sistema difensivo del confine orientale, non ancora ben definito, noto dalle fonti con il nome di “Mura del Principe” (inb.w ḥqȝ). Forse lo stesso Khnumhotep si

occupò di combattere i pretendenti al trono che avevano installato in Bassa Nubia una sorta di dominio personale. Si può dedurre come, per il lealismo dimostrato, alla casa del nomo dell‟Orice fosse così assegnata una quantità straordinaria di impegni in campagne militari e in compiti di sicurezza interna, per la prima parte del Medio Regno. Il fenomeno di riassegnazione di cariche di potere ai nomarchi, avvenuto tra i regni di Amenemhat I e Sesostri I, coinvolse anche Asyut, il vecchio caposaldo dei sostenitori di Heracleopoli, dove fu installata una nuova famiglia di ḥry tp ῾ȝ.

34 Sul tale titolo, rivestito da Khnumhotep I e II, in quanto comandanti militari di Menat-Khufu, cfr. RdE 43 (1992) pag.

52 nota 20; ḥȝty-῾ può indicare sia i locali amministratori che i membri dell’èlite dello stato.

35

Favry 2016 pag. 118sgg.; Grajetzki 2006 pag. 32, pag. 113sgg.

36 Grajetzki 2003 pag. 34. 37

Ward 1969 pag. 215-216.

38

Newberry 1893, parte I, tavola XLVII.

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16

Probabilmente il nuovo nomarca Djefahapi I non ebbe poteri militari degni di nota40, anche se sono attestati due contratti stipulati tra il governatore e un mr (o ȝtw) n dmit, probabilmente un ufficiale militare delegato alla sicurezza della necropoli

provinciale41 .Uno dei suoi successori, Djefaihapi IV, poté successivamente

comunque fregiarsi del titolo di mr mš ῾. 42A Sud il rinverdirsi delle attività militari con obiettivo la Nubia, sotto i due sovrani, portò probabilmente alla riorganizzazione amministrativa e militare del I nomo dell‟Alto Egitto (Elefantina) culminata

nell‟insediamento del nomarca Sarenput I. Anche se l‟acquisizione dell‟Alto Egitto a favore dei sovrani tebani aveva portato in precedenza ad una soppressione del potere dei nomarchi per i primi nomi meridionali43, il ruolo della “Terra dell‟Arco”

giustifica tale singolarità. Porta verso la Nubia, dotata di opere difensive già dalla I dinastia, Elefantina aveva già ospitato nell‟Antico Regno una grande quantità di personalità militari, attestate non solo nella necropoli rupestre di Qubbet el-Hawa ma anche da numerose iscrizioni nubiane. Molti nobili del periodo detenevano la carica di mr i῾w, e tra di essi diverse generazioni di governatori vissuti sotto la VI dinastia: Hurkhuf, tre nomarchi di nome Sabni, e Pepinakht, comandante di tre spedizioni in Bassa Nubia e tanto celebre per le sue imprese da essere successivamente divinizzato e venerato con il nome di Heqaib. 44Tra i “Guardiani della Porta del Sud”, per il ruolo chiave già esercitato dalla flotta, appaiono anche dei luogotenenti di vascello (sḥd

wiȝ) e dei “cancellieri del dio” (ḫtmw ntr), importanti delegati del re che già

nell‟Antico Regno ricoprivano alte responsabilità di comando nelle spedizioni navali commerciali e militari. 45 Sarenput, ḥȝty-῾di Elefantina e “Sovrintendente ai Paesi Stranieri”, ebbe altissime cariche militari sotto Sesostri I: mr mš῾, mr I῾w e “capo supremo della flotta reale” (mr ῾ḥ῾.w wr m pr nswt)46

. Il titolo navale fa presente come la flotta militare fosse parte essenziale del sistema bellico del Medio Regno, e

40 LÄ I pag. 1106sgg.

41

Berlev 1971 pag. 31 (equivalenza dei titoli militari di comando).

42

Grajetzki 2006 pag. 107.

43 Willems 2014 pag. 34sgg. 44

Chevereau 1987 pag. 23-32; sui comandanti di spedizione nell’Antico Regno anche Helck 1954, pag. 101sgg.

45

Helck 1954 pag. 93.

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17

che le sue cariche di comando fossero fonte di prestigio per gli ufficiali. A

confermare quanto già detto riguardo alla militarizzazione della frontiera, il nipote e successore Sarenput II detenne in seguito il titolo di comandante delle pattuglie della frontiera meridionale (tsw pẖr.t r ῾ȝ ḫȝsw.t rsy). 47 Sarenput I partecipò alla campagna dell‟anno 18 di Sesostri I, che, insieme a quella avvenuta tredici anni prima, impose l‟egemonia egiziana e consolidò il sistema difensivo in Nubia.48

La spedizione

rappresenta una delle più documentate per quanto riguarda gli ufficiali militari che vi presero parte. 49Oltre al nomarca di Elefantina, conosciamo anche gli altri componenti dello “stato maggiore” del faraone: Deduantef, mr mš῾ wr, comandante dei nfrw.w e anche lui preposto alle pattuglie di frontiera 50; Mentuhotep, anch‟egli mr mš῾ wr e comandante dei nfrw.w51; Amenemhat, secondo a succedere a Khnumhotep come governatore del XVI nomo e infine, non un militare questo, un “Sovrintendente al Doppio Granaio” che probabilmente si occupava dei rifornimenti alimentari al corpo di spedizione. Deduantef portava inoltre il titolo di comandante dei mnfȝt (mr mnfȝt): presenti già nell‟Antico Regno, questi soldati dovevano costituire una sorta di

fanteria di linea, ben attestata poi tra i corpi militari del Nuovo Regno. 52 Tra tutti la figura più interessante è certamente quella di Amenemhat, che partecipò alle

campagne di Sesostri con il titolo di “Comandante supremo delle truppe dell‟Orice” (mr mš῾ wr n Mḥȝd). Le iscrizioni nella sua tomba (Beni Hasan n°2) e la mancanza di legami di sangue con Khnumhotep (oltre che del titolo di ḥry tp ῾ȝ) hanno portato a far supporre che Amenemhat appartenesse a una famiglia di condottieri del nomo e che forse abbia sostituito il governatore, impossibilitato a guidare le truppe

dell‟Orice, al momento della “chiamata alle armi” di Sesostri I. 53

Il nomarca poteva sicuramente vantare diversi titoli militari di prestigio, come “Capo dei Luogotenenti

47 LÄ V pag. 429.

48

Sulla conquista della Bassa Nubia e la creazione del sistema difensivo nubiano cfr. Obsomer 1995, pag. 241-269.

49 Grajetzki 2006 pag. 104-105. 50 Faulkner 1953 pag. 36-41. 51 Ibidem. 52 Ibidem. 53 Favry 2015 pag. 118sgg.

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delle squadre di nfrw” (sḥd sḥd.w ῾pr.w nfrw.w) e il comando dei mnfȝt.54 L‟iscrizione autobiografica nella camera funeraria principale ricorda le tre campagne condotte nel corso della sua vita.55Nella prima si ricorda come abbia seguito il sovrano nella terra di Kush senza subire perdite tra le sue schiere, nella seconda come abbia fornito per un trasporto di oro una scorta di 400 uomini del nomo, definiti come “tutti gli uomini scelti (stpw nb) ” del suo esercito. La terza spedizione, anch‟essa un trasporto

destinato al visir residente a Copto, vide l‟impiego di un numero ancora maggiore di uomini, ben 600, una truppa costituita da “ogni uomo valoroso (qn nb) dell‟Orice”. 56 La presenza di Asiatici armati nelle usuali rappresentazioni tombali di combattimenti e assedi può far supporre che Amenemhat disponesse di mercenari orientali tra le sue schiere. 57 (Illustrazione 1) La necessità per la sicurezza del paese e dei suoi traffici commerciali fa sì che le zone desertiche sia ad est che ad ovest della valle del Nilo, spesso interessate da popolazioni nomadi dedite alla razzia, siano soggette all‟autorità di diversi nomarchi. Oltre ai sopracitati “Guardiani del Sud”, i nomarchi di

Elefantina, titoli come “preposto a tutti i paesi stranieri” (mr ḫȝswt nbt) o “sovrintendente al deserto orientale/occidentale” (mr st iȝbtt/ mr st imntt) sono rivestiti da vari governatori del Medio Regno: Djehutyhotep del XV nomo

(Hermopoli), il nomarca del XIV nomo (Meir) Wakha II, il successore di Amenemhat Khnumhotep II. 58Con i comandanti delle milizie paramilitari di cacciatori e scout del deserto, insieme alle truppe stanziate nei fortini dislocati in postazioni strategiche (mnnw.w e itḥ.w ), questi governatori garantivano il sistema difensivo della Valle e si occupavano della sicurezza delle spedizioni minerarie per conto del sovrano. Una delle più famose raffigurazioni tombali del Medio Regno, nel sepolcro di

Khnumhotep II (Beni Hasan n°3) vede un corteo di Asiatici muniti di armi e mercanzie presentarsi al cospetto del nomarca, forse per trattare uno scambio

commerciale, guidati da uno scriba e da un “capo dei cacciatori” (mr nw.w) di nome

54

Chevereau 1991 pag. 56.

55 Grajetzki 2006 pag. 113-114; Newberry 1893 pag. 11-38. 56

Ibidem.

57

Cfr. Mourad 2015 pag. 81sgg.

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Khety. 59Dopo le campagne dell‟anno 5 e 18 di Sesostri I non seguono grandi imprese di conquista, e il maggior impegno dell‟esercito egiziano deve essere stato la

sorveglianza delle frontiere. Eccezione a ciò potrebbero esser stati dei raid nella zona palestinese, avvenuti sotto Amenemhat II e testimoniati dai frammenti degli annali di questo sovrano.60

DA SESOSTRI III ALLA XIII DINASTIA

La scomparsa del titolo di ḥry tp ῾ȝ, avvenuta a partire dal regno di Sesostri III61, in seguito probabilmente ad una riforma amministrativa del paese, ebbe ovviamente conseguenze epocali anche sul sistema militare egiziano, con un esercito adesso totalmente subordinato ai funzionari di nomina regia e all‟amministrazione centrale. Dal punto di vista militare il processo fu graduale, perché anche l‟energico Sesostri pare abbia avuto il bisogno dei Signori della provincia per condurre le sue campagne in Nubia e Asia. Il nomarca della Lepre Djehutyhotep viene rappresentato nella sua tomba (Deir el-Bersheh n°2) intento al censimento del “bestiame del Rtnw”, che potrebbe rappresentare parte del bottino conseguito al seguito del re nella campagna in Palestina. 62Anche ipotizzando una graduale corrosione nel tempo del peso politico dei governatori provinciali, si nota qui ancora un‟effettiva capacità militare. I

nomarchi potevano infatti vantare una quantità di personale amministrativo e militare non secondo alla corte stessa. Nelle raffigurazioni della tomba di Khnumhotep II (Beni Hasan n°3) troviamo nel seguito del nomarca ben due mr mš῾ 63 cui vanno aggiunti gli šmsw.w e i capi dei reparti di polizia e dei cacciatori del deserto. Il

sopracitato Djehutyhotep assiste circondato dalla sua guardia personale al trasporto di una sua effige colossale, come se egli stesso fosse il Faraone, statua trasportata con le corde da ben quattro squadre diverse di uomini. Tra di essi una squadra di sacerdoti

59

Newberry 1893, parte I, tavola XXX-XXXI; Mourad 2015 pag. 86-89.

60 Obsomer 1995 pag. 595-607. 61

Franke 1991 pag. 51-67; anche Shaw 2003 pag. 163-164.

62

Blackmann 1915 pag. 13-14.

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20

del nomo, una di “guerrieri del nomo della Lepre” (῾ḥȝwty.w n Wn.t), una di nfrw.w della parte occidentale del nomo (dȝmw n imnt.t Wn.t) e una della parte orientale (dȝmw n iȝbt.t Wn.t). I nfrw.w, occupatisi anche del trasporto via fiume, sono qui guidati da dei mr mš῾ dei nfrw.w. 64Il processo di esautoramento dei Governatori provinciali dei grandi nomi, probabilmente già in nuce sotto i predecessori di Sesostri III, fu graduale e non impedì alle vecchie famiglie al potere di esercitare ruoli di rilievo nel regno. Dalla sua mastaba a Dashur sappiamo che Khnumhotep III, figlio dell‟omonimo ḥȝty-῾sopracitato, divenne visir, capo di numerose spedizioni nel

deserto e probabilmente fu mr mš῾ sotto Sesostri III, partecipando quindi alle imprese militari del sovrano.65 Tramite i frammenti della sua iscrizione funeraria si è dedotto che Khnumhotep potrebbe essere stato coinvolto nel conflitto tra le città siriane di Ullaza e Biblo, un contrasto tanto lesivo per gli interessi politici e commerciali egiziani da richiedere l‟intervento di un corpo di spedizione.66

Tuttavia le milizie feudali sembrano scomparire nella seconda metà del Medio

Regno. E‟ da dare come fatto certo che nelle terre sottoposte direttamente all‟autorità della Corona la coscrizione militare fosse da tempo sottoposta a una precisa gerarchia di scribi incaricati di ogni aspetto dell‟organizzazione dell‟esercito (sš.w mš῾). Uno di loro afferma nella sua stele di essere partito dalla capitale Iti-Tawy per reclutare dei

nfrw.w nel nomo di Abido (Berlino 1198). 67Con Sesostri III questi scribi militari probabilmente finirono sotto il comando dei funzionari dei grandi dipartimenti

amministrativi creati per governare il paese (wȝr.wt )68,con i vari consigli e cariche ad essi collegati. Tra queste possiamo annoverare gli ȝtw.w, ufficiali presenti nelle più importanti città che dovevano essere responsabili del reclutamento di squadre navali o reggimenti dell‟esercito di terra su base territoriale. Anche se con variazione del titolo, sono attestati dei militari con il titolo di mr mš῾ di Thinis, Copto e Kis (Cusae),

64

Griffith 1892, parte I, tavola XII.

65 Franke 1991 pag. 51-67; attestato per lui il grado di mr sqd.w “capo dei marinai “. 66

Allen 2008, pag. 29-39; sulla politica asiatica di Sesostri III anche Gee 2004, pag. 23-31.

67

Faulkner 1953 pag. 37.

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21

evidentemente dei comandanti di corpi militari afferenti alle stesse città69 ; in essi dovevano militare gli uomini dei centri urbani abili al servizio militare, una sorta di “cittadini-soldato” (῾nḫw.w n niwt) che devono aver formato il nerbo delle

guarnigioni del sistema difensivo egiziano, nelle Oasi del deserto occidentale come nelle fortezze nubiane. 70Questa nuova classe di militari è una delle prove più

lampanti dell‟ascesa di una sorta di “classe media”, ben distinta dalle aristocrazie provinciali di un tempo, fatta di sacerdoti, soldati e piccoli funzionari, il cui ruolo nella società egiziana è ben testimoniato dalla grande quantità delle testimonianze archeologiche pervenute, tra cui le stele provenienti dalla necropoli di Abido. Il ruolo di questi militari può essersi rivelato nevralgico durante la XIII dinastia, con la crisi del potere centrale e la formazione di un centro di potere autonomo nel Delta (la XIV dinastia), al punto di levarsi ai più altri gradi di potere nel paese. Tra i sovrani della nuova dinastia non è azzardato pensare a personaggi che abbiano ottenuto il titolo regale grazie al loro ruolo nell‟esercito. Wegaf potrebbe essere stato un “generale”,

mr mš῾ wr prima di diventare sovrano, se uno scarabeo attesta effettivamente un

militare con il suo nome71, e Neferhotep I aveva il padre Ankhhef e il nonno Nehy in servizio come ῾nḫw.w n niwt, dunque discendeva da una famiglia di soldati prima di poter cingere la Corona. 72 L‟assunzione del nome “Mermeshaw” da parte di un sovrano potrebbe essere un evidente omaggio alla fortunata carriera di un militare salito al potere grazie ad un coup d’etat, cosa che potrebbe essere avvenuta anche per uno dei suoi successori, Sobekhotep III. 73Il papiro Boulaq 18 mostra il ruolo

fondamentale degli alti ufficiali dell‟esercito, dotati come i grandi funzionari dell‟amministrazione centrale di provvigioni dal palazzo.74

Alcuni di loro, come rappresentanti del re, detenevano il prestigioso titolo di “portatore del sigillo reale” (ḫtmty bity). 75 Se un‟effettiva “militarizzazione” del paese avvenne con la XIII

69 Berlev 1971, pag. 44.

70

Vedi successiva discussione sull’organigramma dell’esercito egiziano.

71 Martin 1971, n°439. 72 Ryholt 1997 pag. 225. 73 Ryholt 1997 pag. 221-222. 74

Sul Boulaq 18 Quirke 1990, pag. 9-116.

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dinastia, essa non poté però impedire la perdita del controllo sul Delta (dove si insediarono la XIV e XV dinastia) e la fine della monarchia di Iti-Tawy.

LA XVII DINASTIA

Negli anni che videro la presa di potere degli Asiatici nel Delta (e a sud il rafforzarsi del regno di Kush) il sistema incentrato sul reclutamento locale di milizie al servizio della Corona costituisce il fondamento militare dell‟affermarsi di un polo alternativo di potere nell‟Alto Egitto, a Tebe. Qui la XVII dinastia doveva aver bisogno di una forza militare capace di opporsi ai governanti Hyksos, che certamente disponevano di funzionari e forze militari ereditate dall‟organigramma statale della XIII e XIV

dinastia fatto proprio.76 In tale situazione, molto più che prima, il ruolo di guarnigioni miliari poste nei punti nevralgici del regno dovette essere sentito dai sovrani tebani come fondamentale ai fini della difesa del regno meridionale, al punto di attribuire il titolo di “principe reale” (sȝ nswt) anche a governatori non appartenenti alla famiglia regale.77 Certo, la difficile sopravvivenza militare dei sovrani tebani deve aver portato ad attribuire larghi poteri ai più importanti comandanti militari dell‟Alto Egitto, a sud, dove la minaccia nubiana era effettiva (l‟antico sistema difensivo era esautorato o in mano nemica) come a nord, dove si trovava il territorio controllato dai sovrani Hyksos. Al tempo del re Antef V ad Abido era insediato un “intendente del tempio” di Osiride che svolgeva il ruolo di comandante della guarnigione della città78, e allo stesso sovrano si lega un decreto, scolpito nel tempio di Min a Copto e rivolto tra gli altri allo tsw e sȝ nswt Kinen e “all‟intera armata di Copto”. 79 A Edfu, Tod ed

Elefantina assumevano poteri militari comandanti di guarnigione80 spesso legati al

76 Sugli ufficiali civili e militari Hyksos cfr. Quirke 2002 pag. 171-193. 77

Miniaci 2010 pag. 99-131.Sul titolo di sȝ nswt B. Schmitz, “Untersuchungen zum Titel s3-nswt Königssohn”, Bonn 1976.

78 Franke 1985 pag. 175-176. 79

LÄ IV pag. 133-134. Il fatto che coesistano tra gli intestatari uno tsw e un ḥȝty-ˁ mostra come fossero separati nel periodo le autorità amministrative e militari relative alle realtà cittadine.

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sovrano da vincoli familiari. Un alto ufficiale di nome Renseneb sepolto ad El-Kab discendeva per linea materna da Neferhotep I, e un capo della polizia di Abido, Sobekhotep, poteva vantare la nascita da una principessa di sangue reale. 81Sotto il re Rahotep una stele (BM 833) testimonia che il comando militare di Abido era affidato a Kumes, che poteva vantare i titoli di sȝ nswt e “comandante della guarnigione” (tsw

n iw῾y.t). 82 E‟ curioso notare come, per necessità della difesa del regno, riemergano dinastie provinciali, con il compito di difendere i distretti affidati dal sovrano. Ad El-Kab (Nekhen) una famiglia di governatori ed energici militari83, in funzione fin dalla XIII dinastia, svolse un ruolo fondamentale per la sopravvivenza del reame tebano dalle mire del minaccioso regno nubiano di Kush, a quanto pare in buoni rapporti con gli Hyksos. Proprio durante la XVII dinastia, Sobeknakht di El-Kab fortificò la sua città e respinse con le sue milizie una pericolosa invasione nubiana, di cui non conosciamo bene i dettagli ma che probabilmente danneggiò le città di frontiera del regno, in particolare Elefantina. 84A sanzionare l‟importanza dei soldati di questo distretto dell‟Alto Egitto, da El-Kab venne successivamente uno dei più importanti generali di Kamose, quell‟Ahmose figlio di Abana distintosi dinnanzi al re durante i combattimenti avvenuti nell‟assedio di Avaris.85

La presenza di questi personaggi testimonia la graduale creazione di un‟élite militare che, in fieri durante il Medio Regno, trova la sua ragion d‟essere nella situazione d‟instabilità del Secondo Periodo Intermedio, dove la sopravvivenza del regno si lega alle capacità militari dei

comandanti di provincia. In una guerra dal punto di vista strategico “difensiva” dovettero divenire fondamentali la capacità di resistenza delle fortezze locali, la funzionalità dell‟organizzazione militare, la presenza efficace del sovrano alla testa dei suoi reparti. 86 Non è un caso che nella XVII dinastia si sviluppi

preponderatamene l‟immagine della “Tebe vittoriosa” armata di arco, frecce e mazza,

81 Ryholt 1997 pag. 246sgg.

82

Franke 1985 pag. 175-176.

83

Una stirpe di governatori attestata fino al tempo di Tuthmosi III; cfr. Davies 2015 pag. 71-83. Gli ufficiali militari di El-Kab sono ben noti nella prosopografia militare, cfr. Stefanovid 2006 pag. 72sgg.

84

Moreno Garcia 2013 pag. 557sgg.

85

Vandersleyen 1971, passim.

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vittoriosa sui nemici dell‟Egitto87

, simbolo di un esercito nazionale cui il re deve attribuire considerazione, come dimostra Neferhotep III, che vanta di essere “amato dal suo esercito” (mry mš῾=f ). 88 Allo stesso tempo il tradizionale arruolamento di mercenari nubiani, testimoniato nel Medio Regno dal sito di Gebelein ma anche da tanti altri, continua con i famosi Mḏȝy.w impiegati nelle operazioni belliche nel deserto e contro gli Hyksos nel Delta. In compagnia del ripresentarsi di una regalità guerriera, che ha il suo più tragico esempio nel caso di Seqenenra e il più brillante nel caso di Kamose, riaffiora tra gli appartenenti alla classe militare, mai sopita,

un‟esaltazione individuale dello spirito guerresco, come quella tipica del Primo Periodo Intermedio, di certo necessaria nella grande sfida strategica e militare agli Hyksos da una parte e al regno di Kush dall‟altra. Ma a questo punto si è già alla soglia della “guerra di liberazione” contro gli Asiatici e si gettano le basi di quell‟esercito del Nuovo Regno che, con nuove armi e nuove strategie, porterà i Faraoni a confrontarsi militarmente con gli stati del Vicino Oriente.

87

LÄ V, pag. 937-938.

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CAPITOLO II

L‟ORGANIZZAZIONE MILITARE E GLI IMPIEGHI DELL‟ESERCITO E DELLA FLOTTA NEL MEDIO REGNO

L‟obiettivo di questo capitolo, descrivere l‟apparato militare del Medio Regno, rappresenta un‟ottima opportunità di mostrare come anche in questo periodo della storia egiziana elementi di continuità e innovamento si possano collegare, e spesso confondere, senza tuttavia impedire di determinare un certo tipo di sviluppo

organizzativo e storico. Le accresciute necessità di acquisizione e difesa delle risorse necessarie al paese e alla corte, e di potere deterrente rispetto a minacce dall‟esterno, priorità ben delineabili fin dalla nascita dello stato faraonico, impongono al vecchio esercito di leva dell‟Antico Regno, irrobustito dalle esperienze dal periodo di crisi “feudale”, una ristrutturazione in nuove forme, titoli e gerarchie, che coinvolge tutte le strutture militari, dall‟amministrazione scribale all‟esercito terrestre e alla flotta. E‟ ancora una branca dell‟amministrazione, addetto ai vitali compiti di sorveglianza delle vie commerciali e delle spedizioni di approvvigionamento, ma scopre la professionalità del servizio militare, la nascita di corpi d‟élite, il ruolo della flotta militare come arma “anfibia”. 89

Il servizio come soldato diviene motivo d‟orgoglio per un largo numero di individui, dagli uomini di corte più vicini al sovrano a quella “classe media” che ha lasciato innumerevoli testimonianze di sé in questo periodo. Il Medio Regno fornisce numerose testimonianze di un efficiente apparato difensivo e offensivo, di un esercito che agisce anche fuori dai confini “naturali” del paese per stornare le minacce su di esso, e che mostra forza e testimonianza matura di sé, anticipando i più celebri sviluppi del Nuovo Regno.

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PARTE PRIMA

UN QUADRO GENERALE DELL‟ESERCITO E DELLA MARINA

LE UNITA’ DELL’ESERCITO EGIZIANO

Nel capitolo precedente, tramite il passo dell‟insegnamento per Merikara, si è sottolineato come la base delle forze militari sia la coscrizione. I giovani potevano essere inseriti in unità dette dȝmw, termine che poteva l‟unità amministrativa di base per il reclutamento, ma probabilmente anche un‟unità militare i cui effettivi e la cui catena di comando purtroppo non conosciamo. 90 In un periodo successivo, negli Inni composti per Sesostri III, si elogia il sovrano perché rallegra i soldati veterani e i

dȝmw di nfrw.w.91 Che il termine onnipresente utilizzato per indicare i coscritti sia

nfrw.w92 , “giovani”, mostra come già nel Primo Periodo Intermedio venisse

considerato come onere e privilegio per un giovane adulto passare un determinato periodo di tempo nelle forze armate. A capo di queste formazioni si trovano dei mr

mš῾, come quell‟Inehertnakht che nella sua stele funeraria da Dendera afferma di

essere stato il primo uomo del suo dȝmw e aver combattuto alla testa del suo reparto (iw ir.n.i ḥȝt dȝmw). 93 Durante i numerosi conflitti che opposero le dinastie rivali di Tebe ed Eracleopoli questi dȝmw sotto il controllo di comandanti locali devono essersi riuniti in più grandi unità, alla cui testa erano i nomarchi o i generali delegati dal sovrano. Nell‟iscrizione autobiografica contenuta nella sua tomba (Deir

el-Bersheh n°5) il nomarca Ahanakht afferma di essere stato “un guerriero della

confederazione (smȝit)”94,e questa “confederazione”, oltre ad un‟unione politica, può riferirsi ad un assembramento di contingenti afferenti a un solo comandante. La

coscrizione poteva certamente portare a raccogliere forze ragguardevoli, ancora di più nel momento in cui il paese si ritrovava riunito sotto una sola guida. Tornando un

90 Wb II, pag. 258. 91 Lichtheim 1975 pag. 198-201. 92 Wb II, pag. 258. 93 Brovarski 1989 pag. 688. 94 Brovarski 1981, pag. 14-30.

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attimo indietro nel tempo, il più famoso comandante dell‟Antico Regno, il visir Uni, afferma di aver raccolto per volere del sovrano “ un‟armata di molte decine di

migliaia” dal nord al sud del paese e un gran numero di mercenari nubiani, con decine di ufficiali tra i sindaci, i portatori di sigillo e i capi dei nomi. 95Per rendere possibile tali numeri era ovviamente necessario che una parte del corpo di spedizione fosse composta da soldati di professione e non solo da coscritti, discorso che verrà affrontato più avanti. Delle altre unità in cui era suddiviso l‟esercito egiziano nel Medio Regno non è ben chiara la composizione: siamo a conoscenza di

“distaccamenti” (tst) guidate da appositi preposti96

, ma sono ignoti gli effettivi. In alcune iscrizioni della Bassa Nubia, dell‟epoca di Sesostri I, sono stati individuati dei soldati “aggregati” (ḥr) a delle unità militari non nominate del Sud e del Nord del paese. Giacché l‟unità non menzionata potrebbe essere un tst, si avrebbe così una prova dell‟esistenza di “battaglioni”, reclutati per una spedizione, sulla base della coscrizione territoriale.97Ma le evidenze sono comunque scarne. Gli splendidi

modellini di lancieri e arcieri nubiani ritrovati nella tomba di Mesehti ad Asyut, con ogni unità disposta in file da quattro uomini con profondità di dieci, possono

trasmettere solo un‟immagine generica di come apparisse una piccola unità militare. Nelle fonti appare tra gli altri anche il termine “compagnia” (sȝ), ma a comandarla è nuovamente il mr mš῾; nel Nuovo Regno diventerà l‟unità base della fanteria, con propri scribi e ufficiali subalterni a guidarla. 98

Dall‟iscrizione di Uni si evince come la coscrizione militare, ordinata dal re ed eseguita dai funzionari provinciali nei distretti, fosse alla base della composizione di qualsiasi forza di spedizione. In questo senso è innegabile che i nfrw.w

rappresentassero il nocciolo dell‟esercito di leva, e infatti la loro presenza è già attestata nell‟Antico Regno. Mantenuti dallo Stato con cibo e indumenti, ricevevano

95 Breasted 1962 pag. 142-144. 96 Chevereau 1991 pag. 61. 97 Obsomer 1995 pag. 274-283.

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un addestramento militare di base e venivano impiegati in numerosi compiti, dalla sorveglianza dei lavori pubblici al personale di scorta delle spedizioni minerarie. Guidati da ufficiali quali il “comandante dei nfrw.w” (mr mš῾ nfrw.w) e il

“sorvegliante dei nfrw.w” (ḫrp nfrw.w) potrebbero aver costituito in quel periodo anche i componenti delle scorte armate del personale di palazzo o dei funzionari statali. 99 Lo scriba dell‟esercito Kaiper vissuto sotto la V Dinastia fece apporre tra i titoli della sua tomba quello di nfrw, e sembra ragionevole pensare che per un uomo che ebbe successivamente altissime responsabilità amministrative e militari (fu

probabilmente responsabile di numerose spedizioni) esso indichi un ruolo di ufficiale subalterno nella gerarchia militare, un cadetto più che una semplice recluta.100 Titolo di non altissima rilevanza nella gerarchia militare del Medio Regno, il comando dei

nfrw.w fu comunque assunto da personaggi importanti, come i generali Mentuhotep e

Deduantef vissuti sotto Sesostri I. 101Già all‟epoca si era fatta chiara la distinzione tra i dȝmw di nfrw.w e quelli di ῾ḥȝwty.w, i soldati con più esperienza militare: essa è stata evidenziata parlando delle squadre impegnate nel trasporto del colosso del

nomarca Djehutyhotep. In un‟iscrizione lasciata da una spedizione avvenuta nel Wadi el-Hudi sotto Sesostri I si menziona “il valoroso dȝmw dei nfrw della capitale

meridionale” (dȝmw nḫt n nfrw.w njwt rsyt) accanto agli ῾ḥȝwty.w provenienti da Kom Ombo ed Elefantina. 102 Il fatto che diversi individui abbiano lasciato sulle loro stele funerarie e in iscrizioni rupestri il titolo di ῾ḥȝwty 103mostra come la condizione del soldato veterano fosse considerata motivo d‟orgoglio e parte funzionale della società egiziana.

Prima dell‟introduzione del carro da guerra le uniche specialità dell‟esercito egiziano dovevano essere ovviamente la fanteria e la marina militare. Oltre ai coscritti

99 Faulkner 1953 pag. 36. 100 Fischer 1959 pag. 258. 101 Chevereau 1991 pag. 59. 102 LÄ IV, pag. 128-134. 103 Garstang 2002 pag. 148-150.

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arruolati d‟ufficio esistevano ovviamente dei militari professionisti e sottoposti a un più rigido addestramento, usi ai più duri impieghi sul campo. Oltre alle truppe nubiane, di cui si parlerà più avanti, le testimonianze già dall‟Antico Regno e dal I Periodo Intermedio riferiscono di un corpo di soldati detto mnfȝt, distinto dagli altri soldati e preposto probabilmente al combattimento in prima linea.104Già all‟epoca di Kaiper si distinguevano un corpo di mnfȝt e uno di mš῾ ḥwi, che abbiamo già detto essere truppe d‟assalto: gli uni raffigurati armati di arco e ascia, gli altri armati di arco e mazza. 105Sono sette i personaggi conosciuti a portare il titolo di comandante dei mnfȝt (mr mnfȝt), tutti alti ufficiali106; alcuni di essi furono impegnati in Nubia, cosa che supporta l‟idea di un utilizzo di questa sorta di “fanteria di linea” durante le campagne militari in questa regione. Nel Nuovo Regno, quando l‟organico e

l‟ufficialità della fanteria aumenteranno enormemente a causa dei nuovi impegni militari, il termine mnfȝt andrà ad indicare un corpo d‟élite dell‟esercito egiziano.107 Mentre i termini qn e w῾w venivano probabilmente utilizzati per indicare in modo generico i fanti non graduati, merita attenzione l‟utilizzo del termine ῾nḫw per individuare il soldato professionale, soprattutto a partire dalla seconda metà del Medio Regno: sotto la XVIII dinastia l‟espressione ῾nḫw nw mš῾ servirà ad indicare in generale un individuo appartenente all‟esercito. 108

Legati nel servizio militare alla città o distretto d‟origine, di cui spesso rammentano orgogliosamente il nome, gli

῾nḫw.w rappresentano la classe di militari più attestata nella XIII dinastia, insieme ai

loro comandanti diretti. Inquadrati in “reggimenti” cittadini (῾nḫw.w n niwt) venivano impiegati anche come forza di guarnigione nelle oasi o nelle fortezze, mentre se arruolati nella marina militare assumevano il ruolo di rematori sulle navi (῾nḫw.w n

ẖnw ḥqȝ) o di fanteria imbarcata (῾nḫw.w n tt ḥqȝ).109

Come per molti corpi di fanteria

104 Faulkner 1953 pag. 38sgg. 105 Fischer 1959 pag. 269. 106 Stefanovid 2006 pag. 207-208.

107 Schulman 1964 pag. 20-21; considera anche i nfrw.w truppe d’élite nel Nuovo Regno; contro questa teoria cfr.

Chevereau 1994, pag. 56sgg.

108

Faulkner 1953 pag. 45.

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30

o marinai anche dopo il Medio Regno, il riferimento al sovrano (ḥqȝ) indica bene il rapporto stretto tra l‟esercito e la regalità.

Dalle prime forme di organizzazione militare attestate per la storia egiziana la necessità di inserire tra le forze armate forze di guerrieri specializzati portò al

reclutamento fra tutte le popolazioni vicine alla Valle del Nilo, a sud, a est e a ovest. Spesso minaccia alla sicurezza del paese o ai suoi approvvigionamenti, esse

fornivano però eccellenti forze ausiliarie. Dall‟Antico Regno sotto attestati preposti agli ausiliari provenienti dalla Libia, e l‟esistenza di un “istruttore dei Nubiani di palazzo” (sḥd Nḥsy pr ῾ȝ)110

potrebbe indicare che il sovrano avesse a disposizione un suo corpo scelto di soldati in caso di necessità, quel nucleo di forze regolari cui si è accennato prima. Non coscritti al soldo dei governatori locali, essi erano legati da vincoli di lealtà personale al palazzo.111Oltremodo l‟esercito guidato da Uni contava nei suoi ranghi ausiliari nubiani in gran numero, provenienti da diverse zone della Nubia di cui viene riportato scrupolosamente il nome.112Essi erano guidati da appositi ufficiali (mr I῾w) spesso provenienti dalle provincie meridionali, come i nobili di Elefantina, e spesso incaricati di guidare spedizioni, come il famoso Hurkhuf durante la VI dinastia. 113 Descrivere gli ausiliari nubiani come “mercenari” risulta spesso inaderente alla realtà, quasi fuorviante: tra questi vanno enumerati sia i prigionieri di guerra o razzie arruolati a forza nell‟esercito, sia gli uomini venuti di propria scelta dal Sud per servire il Faraone. Eccellenti fanti, i Nubiani divennero dal principio famosi per la loro abilità come arcieri, un corpo che, senza dubbio, prima della nascita dei carristi rappresentò una delle componenti nevralgiche dell‟esercito egiziano. Durante il Primo Periodo Intermedio una consistente colonia di ausiliari nubiani si stabilì nella zona di Gebelein, con il beneplacito dei nomarchi di Tebe. Una considerevole quantità di stele funerarie testimonia la loro presenza, e le loro

110 Chevereau 1987 pag. 13sgg. 111

Faulkner 1953 pag. 33.

112

Cfr. nota precedente su Breasted.

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31

raffigurazioni come uomini dalla pelle scura armati di archi e fasci di frecce:

assimilati nella realtà sociale e alle usanze religiose egiziane, ma fieri di mostrare la propria professionalità guerriera. 114 La disponibilità di questo corpo agguerrito di arcieri potrebbe aver fatto la differenza per i sovrani di Tebe nello scontro con i rivali di Eracleopoli. La tradizione di arruolare contingenti stranieri continuò in modo fiorente durante il Medio Regno. E‟ stata fatta l‟ipotesi che i nomarchi dell‟Orice (XVI nomo dell‟Alto Egitto) potessero in virtù dei loro rapporti con la Palestina disporre di mercenari asiatici, e d‟altronde sono raffigurati Asiatici (Stty.w) e Nubiani (Nḥsy.w) nelle scena d‟assedio della tomba di Khnumhotep I. 115In aggiunta a ciò non manca testimonianza di comandanti dei Nomadi (mr Iwnty.w) e dei Beduini (mr

Mnt.w), alla guida di reparti formati da uomini provenienti dalle zone desertiche a est

e ovest della Valle. 116L‟attestazione per il periodo esaminato di titoli quali “ ispettore dei mercenari nubiani” (ḫrp I῾w), “capo degli arcieri” (ḥry pdt) e anche del semplice arciere (iry pdt) dimostra l‟importanza per l‟esercito di queste professionalità

specializzate. 117 Gli ausiliari nubiani si dimostrarono inoltre ottimi nei compiti di esplorazione e schermaglia, tanto è vero che al momento della “guerra di liberazione” Kamose fece ampio uso dei famosi abitanti del deserto orientale della Nubia, i

Mdȝy.w, per le operazioni contro gli Hyksos e il controllo delle vie che portavano alle

Oasi. Per tutto il periodo successivo questi “paramilitari” sono ampiamente impiegati nelle formazioni dell‟esercito e nella sorveglianza poliziesca.

L‟utilizzo di un corpo paramilitare con compiti di ausilio all‟esercito e polizia non è una novità del Nuovo Regno. La necessità di tenere sotto controllo le zone desertiche e semi desertiche del Paese pose fin dall‟Antico Regno la necessità di creare un corpo di guide e esploratori, all‟occorrenza in grado di utilizzare le armi. Anche durante il Medio Regno i “capi dei cacciatori” (mr nw.w) e i loro secondi in comando (ḫrp

114 Fischer 1961 pag. 44-80. 115 Mourad 2015 pag. 83 116 Chevereau 1991 pag. 63. 117 Chevereau 1991, passim.

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32 nw.w) svolgevano mansioni di polizia e contribuivano a proteggere le spedizioni

minerarie dalle incursioni dei nomadi. Altre figure riconducibili alla medesima funzione sono i comandanti di una sorta di polizia cinofila, i cosiddetti “capi dei padroni di cani ” (ȝtw n mni.w tsm.w). 118

Per rendere l‟idea dell‟importanza di questi cacciatori basti ricordare una stele proveniente dal Gebel el-Asr in Nubia

Meridionale, eretta in memoria di una spedizione avvenuta sotto Amenemhat III guidata da un sovrintendente del Tesoro e coadiuvata da un mr nw.w, che poteva vantare nella scorta al suo comando anche dieci ῾ḥȝwty.w e cento nfrw.w. 119A dirigere queste “guardie del deserto” erano molte volte alti funzionari dello stato, esercitanti la funzione di “sovrintendente al deserto occidentale” o “orientale”: tra gli altri i

nomarchi di Copto prima della conquista tebana, e, come si accennato

precedentemente a proposito della “scena degli Asiatici”, il famoso Khnumhotep III. A Deir el-Bersheh il nomarca Djehutynakht fece apporre il titolo di “capo dei

cacciatori” addirittura tra quelli della sua tomba (Deir el-Bersheh n°10). 120

In una stele dell‟inizio della XII dinastia proveniente dalle vicinanze di Tebe il

“sovrintendente al deserto occidentale” Kay, rappresentato volutamente non come un funzionario ma come un guerriero munito di arco e frecce, si fa vanto della sua abilità di soldato e comandante e parla della sua incursione in un‟oasi occidentale per

catturare fuggitivi. 121 Funzioni di polizia avevano anche i funzionari detti mr šnt, una sorta di “commissario”, e imy ḫt sȝ.w pr.w, al comando di guardie dette sȝ pr, presenti con compiti di supporto e difesa nelle spedizioni e largamente attestati.

Si è sottolineato prima come la nascita di un nucleo di esercito permanente si dovette per prima probabilmente alle necessità di sicurezza del sovrano e/o degli alti

funzionari dello stato. Nel Medio Regno tale funzione di guardia del corpo di militari scelti può essere riconosciuta negli šmsw.w, letteralmente “i seguaci”. Per tracciare la

118 Wb V, pag.409.

119

Darnell / Manassa 2013 pag. 61-74.

120

Chevereau 1991 pag. 86.

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loro genesi bisogna rifarsi ai precedenti riscontrabili nell‟Antico Regno e alla fase di militarizzazione avvenuta nel periodo di torbidi successivo. In alcune raffigurazioni della V dinastia (tempio funerario di Sahura) è possibile ravvisare alcune figure vicino al sovrano portanti il titolo di ḫntiš pr ῾ȝ, che non svolgevano solo la funzione di personali servitori del sovrano ma anche di attendenti e guardia del corpo, legati al faraone da legami personali di fedeltà. Il celebre Uni divenne successivamente

comandante di questo gruppo di attendenti, responsabilità che d‟altronde si

connetterebbe coerentemente con i successivi gravosi impegni militari affidatigli.122 In questo periodo gli šmsw.w sono già attestati, ma il loro ruolo, come quello dei cosiddetti “ nfrw.w del palazzo” pare non implicasse un ruolo di guardia armata. 123 Durante il Primo Periodo Intermedio, però, l‟instabilità politica e militare rese necessario per i sovrani e i nomarchi di dotarsi di un corpo di guardie del corpo probabilmente tra le famiglie a loro più vicine e leali. Come i propri generali e le proprie truppe di coscritti, i nomarchi avevano i propri šmsw.w, anche dopo

l‟unificazione. Nella sua tomba a Beni Hasan il nomarca Amenemhat è rappresentato mentre presenzia alla consegna del bestiame e dei prodotti agricoli delle sue terre accompagnato da tre di questi personaggi, armati di scudi, asce, archi e frecce. 124 (Illustrazione 2) A Deir el-Bersheh invece, alla testa del corteo degli attendenti del nomarca Djehutyhotep si scorge la sua guardia personale armata di tutto punto, ben distinta dagli altri funzionari dalle lunghe tuniche. 125 Illustrazione 3) A differenza di molti militari, gli appartenenti a questo corpo d‟élite contavano numerosi familiari dotati di alte cariche amministrative e sacerdotali. 126Si può dunque pensare a loro come una sorta di “guardia nobile” del sovrano, personaggi provenienti da famiglie vicine alla corte, militarmente addestrati posti a protezione del sovrano e suoi delegati al comando delle truppe di spedizione o guarnigione. 127 Esiste un esempio

ragguardevole in un celebre testo del Medio Regno: il racconto di Sinuhe. Al

122

Eyre 1994 pag. 107-124.

123

Faulkner 1953 pag .35-36.

124 Newberry 1893, parte I, tavola XIII. 125

Oppenheim 2015 pag. 223

126

Stefanovid 2006 pag. 95-169.

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