ABSTRACT
Il lavoro si profila come un’indagine dal punto di vista economico, politico, e morale sulle problematiche inerenti la gestione dei beni comuni, intesi come “risorse naturali”. A partire dall’articolo di G. Hardin “The tragedy of commons” (1968), che evidenzia i limiti insiti nella condivisione tra più soggetti di una risorsa liberamente fruibile da tutti, rifletto sulle conseguenze provocate dall’introduzione della pratica delle “enclosures” e delle “new enclosures”. Avvalendomi delle riflessioni di Vandana Shiva, ecologista e filosofa contemporanea, mostro come la privatizzazione abbia reso tali risorse di primaria importanza inaccessibili ai più. La situazione attuale, che considera i beni comuni come risorse escludibili, impone un’approfondita riflessione: come gestire in maniera equa i beni comuni? Quali sono le dinamiche che possono favorire uno sviluppo sostenibile? Attraverso le considerazioni di economisti e filosofi attuali, quali Ostrom, Sen, Shiva e altri, tento di dare risposta ai molti interrogativi che ruotano intorno a questa problematica di grandissima attualità.