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Elia G. (2016). Prospettive di ricerca pedagogica. Bari: Progedit.

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MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 8(1) 2018, 276-278 ISSN: 2240-9580

RECENSIONE - REVIEW

Elia G. (2016). Prospettive di ricerca pedagogica. Bari: Progedit.

di Vito Balzano

In una fase congiunturale, nella quale la pedagogia è chiamata a rielaborare il proprio orizzonte di riferimento, rafforzando la

rifles-sività critica e problematica, ma soprattutto quella caratteristica,

pro-pria e ineludibile, di necessaria adattività, le sfide educative e la complessità stessa della pedagogia devono mirare alla valorizzazio-ne della dimensiovalorizzazio-ne pratico-progettuale, e più specificatamente, per-correre la via dell’autenticamente umano. In questa dimensione si inse-risce a pieno titolo il volume Prospettive di ricerca pedagogica, edito da Progedit nel 2016, di Giuseppe Elia, professore ordinario di peda-gogia generale, pedapeda-gogia speciale e pedapeda-gogia della comunicazione presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Un testo denso di contenuti che attraversa tutti gli aspetti più caratterizzanti della ricerca in campo pedagogico, senza tralasciare le evoluzioni post moderne più evolute che strizzano l’occhio a un nuovo senso di solidarietà, ben approfondito nel secondo capitolo. Un filo rosso che attraversa i sei capitoli del manuale e che affonda le proprie ra-dici in quell’identità pratica della pedagogia che «apre la progettua-lità educativa alla quaprogettua-lità dell’agire responsabile e interpreta l’educazione alle scelte responsabili nella contestualità storica, nella connessione ai valori e verso il possibile» (p. 2).

L’autonomia progettuale, però, è solo uno dei macro temi affronta-ti e fa da apripista lungo un discorso, piuttosto unico e legato, che non può prescindere, ad esempio, dal concetto di solidarietà, intesa come socialità naturale per la persona, imperniato in quel senso di agire solidale che permette al singolo di porre in essere una praxis che tenga conto dei benefici che ne conseguono, per se stesso e per gli altri; una virtù sociale, tesa a validare l’idea che l’essere

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mano sia, in ogni condizione, capace di auto-regolarsi, dando vita a quella che possiamo definire morale ingenua.

La relazione, quindi, pedagogicamente intesa riscrive in una nuova prospettiva, a tratti innovativa, il concetto proprio di

genera-tività che trasla dal contesto familiare a quello sociale, perché è

mu-tevole e in continua evoluzione il senso stesso di genitorialità e per-ché, in più, le giovani coppie si adattano alle caratteristiche della so-cietà post moderna. Non manca, inoltre, il riferimento alla dimen-sione della comunicazione, quale elemento di costruzione di una nuova strada di ricerca nel campo pedagogico.

Un imprescindibile legame, quello che intercorre tra educazione e

comunicazione, che permette di definire la Pedagogia della Comunicazione

come lo studio sistematico dei processi comunicativi sul versante pedagogico, orientato a porre in luce come si utilizza la comunica-zione, come la si anima in contesti di relacomunica-zione, quali limiti e quali sfide essa comporta. Incontro e dialogo, quali possibili antidoti per una società in difficoltà, dove il percorso di accoglienza non può prescindere da un’educazione interculturale votata alla formazione del cittadino, anche immigrato, in un percorso di costruzione della cittadinanza che vede porre attenzione al significato pratico di im-migrazione, intesa come una grande questione sociale, politica e culturale che porta in sé una scelta sul modello di convivenza de-mocratica per il nostro paese. L’immigrazione è una grande que-stione sociale, politica e culturale che porta in sé una scelta sul mo-dello di convivenza democratica per l’intera nazione; un nuovo modello di interculturalità, votato alla fiducia verso le nuove cultu-re ma, soprattutto, il confronto positivo tra i portatori di cultucultu-re, le persone, e i loro diritti di cittadini del/nel mondo. È evidente, in quel percorso condiviso di ricerca del bene comune, ridefinire il piano giuridico e quello politico, ripensati e ricalibrati sul nuovo cittadino, non più solo destinatario di diritto di cittadinanza ma effettivo prota-gonista dell’esistenza di una cittadinanza in termini sociali e culturali.

Infine, uno sguardo attento al rapporto, e alla sua evoluzione, tra pedagogia e politica, muovendo dal rispetto dell’autonomia, della specificità e dell’ambito di riferimento di ognuna, provando a trac-ciare un percorso di ricerca che faccia confluire i due mondi verso

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l’obiettivo comune, quell’autenticamente umano, lontano da forme di mero individualismo, fautore di domande di senso sul vivere co-mune e predisposto al coinvolgimento diretto nelle questioni della vita politica in ogni contesto.

Un volume costruito su un impianto ben preciso, che si pone nella prospettiva di una pedagogia come scienza della persona e per la persona, direttamente riferita all’azione educativa che, sep-pur costruita in una specifica antropologia della persona e del suo

farsi umanità, si fa orientamento e sostegno nell’elaborazione di

progetti di intervento e di verifica della loro qualità.

La gestione della progettualità educativa, intesa come elabora-zione e al tempo stesso accompagnamento del percorso personale e comunitario, attraverso cui l’uomo in-formazione prende forma, diventa elemento essenziale in quel percorso che è caratteristica e specificità propria della pedagogia.

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