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Una <i>Mansio</i> nel Campidano: San Cromazio a Villa Speciosa

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Pianu, Giampiero (2007) Una Mansio nel Campidano: San

Cromazio a Villa Speciosa. Aidu Entos, Vol. 1 (2), p. 41-42. ISSN

2037-6103.

http://eprints.uniss.it/7054/

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Notiziario

Una

Mansio

nel Campidano

San Cromazio a Villa Speciosa

Il "progetto Mosaico" relativo allo scavo di San Cromazio 1 è arrivato nel mese di luglio 2007 ad

una tappa fondamentale. Si può dire infatti che lo scavo archeologico vero e proprio è di fatto ter-minato (fig. 1). Rimangono adesso da approntare tutta una serie di interventi che lo rendano fruibile e comprensibile per lo popOlazione di Villa Spe-ciosa in primis e comunque per un pubblico più vasto. Si da qui un resoconto generale del sito allo stato attuale della ricerca.

I lavori di valorizzazione, attualmente in corso, se-guiti dalle dott.sse F. Corrias e F. Dettori, preve-dono un accesso da Nord che permette di arrivare ad un percorso anulare che presenta due

Rg.l • Veduta aerea dell'area di scavo.

piccole digressioni all'interno dello scavo (fig. 2). Si parte da un vicolo antico (fig. 2, 1) su cui affac-cia, sulla destra, un'abitazione formata da quat-tro stanze attorno ad un cortile munito di pozzo per le esigenze idriche (fig. 2, r, s, t, u, v). Annessa all'abitazione c'è poi, a Sud, una zona produttiva, data da uno o due cortili attorno a tre vaschette impermeabilizzate (fig. 2, y, ah, ai), da interpretare come contenitori di alimenti liquidi (acqua, vino, olio) o, più probabilmente, come una piccola

fu/-Ionica, per lo tintura e lo lavorazione dei tessuti. Questa dovrebbe essere lo casa di una famiglia che risiedeva in maniera fissa sul posto.

Ancora verso Sud si trovano cinque ambienti ret-tangolari, di cui tre pavimentati con ba-soli alternati a due pavimentati con malta (fig. 2, w, k, ab, ac, ad). A questi se ne aggiunge uno che presenta forti tracce di bruciato e che potrebbe es-sere una cucina (fig. 2, am). Gli am-bienti basolati sono forse delle stalle per gli animali della mansio, mentre gli altri sono ambienti di rappresentanza (uffici) o forse anche luoghi di ristoro, destinati a personaggi di una certa agiatezza. Ancora oltre abbiamo l'impianto della

mansio vera e propria, un grande vano rettangolare, porticato (fig. 2, af), dove sono presenti dei grossi dolii, forse per contenere acqua o granaglie, e dove i viandanti potevano riposare e deporre le loro mercanzie per far riposare i loro cavalli, che invece venivano ricoverati nell'ambiente accanto, un cortile sco-perto con un grande abbeveratoio (fig. 2, ad). La struttura originaria dell'im-pianto è databile 011 sec. d.C. anche se numerosi sono i rifacimenti, almeno fino al VI sec. d.C.

Seguendo il percorso anulare il settore successivo è occupata dalla zona cri-stiana, sorta successivamente attorno alla mansio, che si sviluppa attorno ad un piccolo edificio termale (fig. 2, vani b-q), sorto probabilmente nel III sec. d.C., di cui avanza sia lo zona calda

(calidarium e tepidarium) sia quella fredda, un frigidarium, munito di due va-schette. Alle terme, che hanno oblite-rato parte del villaggio più antico, si

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maniera, che si di-spongono quasi a raggiera, mentre numerosissime sono le tombe semplicemente scavate nella terra che si affollano at-o torno alla sepoltura

principale. Succes-sivarnente più ad Est viene

identifi-cata un'altra

tomba

"impor-Fig. 2 -Schema planlmetrlco dell'area di scavo (rilievi di R. Delana e A. Crobu).

tante", che sposta l'interesse della

co-munità. Questa

tomba viene subito inglobata in una costruzione rettan-golare, una cap-pella, che viene successivamente ingrandita. Siamo probabilmente nel VI-VII sec. d.C., quando la zona abitata perde i suoi connotati di

man-sio,

le sepolture in-affianca verso lo fine del IV- inizi V sec. d.C. un

grande vano (m. 14 x 8) pavimentato con due pregevoli mosaici (fig. 2, 0).11 più antico, risalente alla primo impianto del vano, lo occupa per intero ed è composto da pannelli con decorazioni diffe-renti, tipiche del mondo africano. Spicca un pan-nello, quello meridionale, che presenta lo raffigurazione di kanfharoi (calici), spighe di grano

e foglie di vite, allusive del sacrificio eucaristico. Queste stesse raffigurazioni sono presenti nel se-condo mosaico, in realtà un rifacimento del VI sec. d.C., in forma decisamente più enfatica. A Nord-Est del vano si affianca una vaschefta ret-tangolare (fig. 2, o), anch'essa mosaicata, che deve essere interpretata come il battistero. Si tratta di una delle più antiche chiese cristiane at-testate in Sardegna, sicuramente di un raro esem-pio di chiesa in ambito rurale.

Attorno alla chiesa si sviluppa una piccola necro-poli, che sorge dapprima attorno ad una tomba "importante" (fig. 2, nucleo d), munita della "mensa funeraria" per il rito del refrigerium, rito

che vedeva i parenti ed amici del defunto che consumavano frugali pasti sulla tomba. Tale rito, di origine pagana, è ben attestato anche nel mondo cristiano, nonostante la contrarietà più volte manifestate delle alte gerarchie ecclesiasti-che. Vicino a questa tomba costruita con lastre di calcare ne sorgono altre tre costruite alla stessa

vadono le strade e le stanze e rimane in vita probabilmente solo la chiesa e l'annesso cimitero. Si hanno notizie sulla chiesa di San Cromazio fino al Seicento, quando essa però doveva essere ormai in rovina.

Ci aspettiamo adesso che il Comune di Villa Spe-ciosa, finora particolarmente attento ai Beni Cul-turali non dimentichi questo importante monumento che getta nuova luce sull'organizza-zione delle campagne in età romana, sulla viabi-lità e sulla diffusione del Cristianesimo in ambito rurale. Il progetto mosaico, sottoscritto con grande entusiasmo dali' attuale sindaco Elio Ma-meli prevede che lo chiusura dello scavo non rap-presenti lo fine dell'intervento dell'Università, ma permetta un ulteriore rapporto dedicato appunto alla tutela ed alla valorizzazione, affinchè le nuove generazioni speciosine trovino nella storia della loro comunità nuovi stimoli per affrontare il futur02

NOTE

I lo scavo è stato sempre dretto dal sottoscritto ma ha poMo aver luogo grazie all'interesse delle Amministrazioni Comunoti di ViBo

Spe-dosa ed alla fattiva collaborazione deDa Soprintendenza per i Beni Archeologici per le provi1ce di Cagiai ed Oristano. Ringazio in

portico-!ere gi amici Vincenzo Santoni, Calo Tronchetti, Giovanni Azzano,

Do-nateDa SaM e Maurizio Canepa.

2 la Biblk)grafia su San Qomazio di Villa Speciosa è raccolta nel

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