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Academic year: 2021

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anno III | n. 1 | 2015 LUIGI D’ALOnZO

Dopo aver affrontato nell’ultimo numero della rivista il problema della scuola e dell’insegnate di sostegno, in questa pubblicazione ritorniamo a parlare delle questioni riguardanti la “special education for inclusion”, riprendiamo a toccare le problematiche che concorrono a definire meglio la pedagogia speciale, la scienza pedagogica che si occupa delle persone che hanno necessità particolari, complesse e appunto “speciali”. La scienza che ha, fin dall’inizio della sua nascita, concorso in modo inconfondibile a sollecitare il contesto sociale, dove esercitava la sua azione, a prendere coscienza di un dato di fatto: è necessario occuparci delle persone con problemi, anzi è doveroso prendersi pedagogicamente a cuore la vita di uomini e donne che non posseggono abilità e potenzialità tali da renderli capaci di entrare nel mondo e a vivere dignitosamente nella società senza aiuti educativi e didattici mirati, tempestivi, competenti, fondati scientificamente.

Tutte le persone, in verità, hanno necessità di cure educative specifiche e si-gnificative, il cucciolo d’uomo non è attrezzato fin dalla nascita per maturare e sviluppare le proprie potenzialità privo di sostegni e cure educative. Il mondo odierno, poi, con tutte le sue prerogative impone una vita sociale e civile sempre più complessa e difficile tanto da richiedere in continuazione ai propri membri di incrementare il proprio sapere per continuare ad esistere come cittadini liberi e consapevoli dei diritti e doveri. È impressionante pensare, ad esempio, a come negli ultimi anni le novità che abbiamo sperimentato nella nostra vita ci obbli-gano a prendere coscienza che operare nella nostra società è certamente più semplice di un tempo, ma nello stesso tempo è molto più complesso. non è que-sta una contraddizione perché in effetti è così. Fino a non molto tempo fa l’uomo era al centro di ogni iniziativa a carattere sociale, il rapporto interpersonale di-ventava perciò obbligatorio anche per l’acquisto di beni e servizi e la maggior parte delle iniziative commerciali erano basate sull’incontro di persone. La scuola era importante ma pochissimi ragazzi, dopo il primo ciclo dell’obbligo potevano affrontare le superiori e le università. La scuola era molto selettiva e le battaglie di Don Milani ne danno testimonianza, molti ragazzi venivano emarginati e non ci si poneva il problema dell’integrazione dei ragazzi disabili, relegati da anni in scuole speciali dedicate ai loro problemi specifici, lontane e chiuse al mondo edu-cativo ordinario.

Tutto ciò cambiò con gli anni settanta. Il nostro Paese, come spesso accade rileggendo la nostra storia, decise inaspettatamente di cambiare il suo atteggia-mento nei confronti di alcuni temi sociali importanti. L’Italia diventò un Paese al-l’avanguardia nei confronti della tutela sociale delle fasce più deboli. I lavoratori, gli operai, le persone più bisognose d’aiuto, gli anziani, diventarono per molti anni, dopo gli anni settanta, motivo di profonda attenzione da parte del ceto po-litico e del governo. Si creò un welfare italiano molto avanzato con tutele verso tutti i cittadini persino eccessivo, tanto che la spesa pubblica lievitò per anni enormemente con conseguenze pesanti per le nostre attuali generazioni e

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dando a quel recente passato si osserva con forte rammarico come una stagione di scelte politiche e sociali sorrette da ideali sociali, politi e religiosi molto forti e fondati, alla fine risultò particolarmente gravosa per la sostenibilità economica del nostro Paese, anche a causa di sprechi ed eccessi ingiustificati.

Per operare bene in campo educativo e didattico speciale abbiamo bisogno di ideali di riferimento, abbiamo urgenza di credere nelle potenzialità pedagogi-che del nostro intervento mirato e comunitario, abbiamo necessità di stimare che il nostro impegno personale e sociale possa essere utile alle persone che ci vengono affidate. questa rivista ha lo scopo di soddisfare queste necessità, mette a disposizione degli educatori, dei pedagogisti, degli operatori quelle conoscenze che meritano di essere tenute in considerazione nell’azione educativa speciale. In questo numero ALAIn GOUSSOT ci parlerà dell’esigenza di possedere una nuova espistemologia pedagogica speciale,

CATERInA BEMBICH, ELEnA BORTOLOTTI di Bambini con disabilità e bisogni educativi complessi e famiglia, HEIDRUn DEMO di cosa funziona davvero nella classe inclusiva,

SILVAnA SAnTOS FERnAnDES, MáRCIA MACHADO, FRAnCISCO MACHADO di genitori e bambini con ADHD, GIAMPAOLO CHIAPPInI, GIACOMO COZZAnI, LUCA BERnAVA,CRISTInA POTEnTE SHAULA VERnA, FABRIZIO DE CARLI di com-petenze nel calcolo mentale, DEBORA AqUARIO, ELISABETTA GHEDIn, GILDA URLI di una ricerca in una scuola secondaria di primo grado, TAMARA ZAPPA-TERRA & AL., di un protocollo funzionale per gli studenti universitari con disabilità nell’apprendimento, MAjA AnTOnIETTI, CHIARA BERTOLInI di questioni legate ai bisogni educativi speciali, FILIPPO DETTORI delle problematiche legate alla di-sabilità in età matura, CRESCEnZA MAZZARACO di formazione aziendale, VALEn-TInA PEnnAZIO di progettazione educativa e accoglienza del bambino con disabilità all’asilo nido, SAVERIO FOnTAnI del sistema SCERTS.

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