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Le esposizioni del libro e delle arti affini nel "Giornale della libreria" (1888-1900). Regesto e indici.

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INTRODUZIONE

Gli anni che maggiormente interessano il presente elaborato (1888-1900) furono, per l'industria editoriale italiana, anni che possiamo definire complessivamente di sviluppo, almeno fino alla fine degli anni Novanta del XIX Secolo. Nel 1880 furono stampate 6340 edizioni, 9657 nel 18951. Per quanto riguarda la stampa periodica si arrivò a stampare nel 1887, 1606 riviste, con un aumento, dal 1873, pari al 50 %2. Aumentarono numericamente anche le tipografie, specialmente nell'Italia Settentrionale: fu infatti il Nord con in testa le città di Torino e Milano a fare da traino a tutto il settore. Fra le due città, Milano aveva sicuramente il primato: delle 10758 pubblicazioni edite in Italia nel 1889, ben 2140 erano pubblicate in Lombardia3 e anche il numero delle tipografie era senz'altro superiore ad ogni altra città italiana. A Milano venivano stampati in numero crescente molti quotidiani ed era la sede delle più grandi case editrici dell'epoca: Treves, Sonzogno, Hoepli, Ricordi solo per citarne alcune. Accanto a Torino e Milano grandi centri tipografici ed editoriali erano Bologna e Firenze con le case editrici Barbera, Le Monnier, Salani. L'editoria del Sud d'Italia, da sempre in affanno rispetto alla vitalità degli imprenditori librari del Nord, conobbe anch'essa uno sviluppo, seppur in modo limitato e legato territorialmente alla Campania e alla Sicilia. Sandron e Pedone Lauriel a Palermo, Nobile, Trani, Marghieri e Pierro a Napoli, dettero impulso ad un'attività imprenditoriale nel settore librario che non aveva precedenti nel Sud d'Italia.

L'impulso produttivo proveniente dalle grandi aziende tipografiche ed editrici dette modo a tutte le arti ed i mestieri che riguardavano la filiera del libro di svilupparsi: le cartiere, le legatorie, i fonditori di caratteri, le fabbriche di macchine automatiche per la stampa, la produzione di inchiostri, conobbero una stagione di forte sviluppo produttivo che li portò ad una notevole crescita.

Questo sviluppo, che caratterizzò gli anni oggetto del presente lavoro, non fu immune da momenti di crisi e da fasi nelle quali lo sviluppo sembrò rallentare o fermarsi. Il fattore di rallentamento che incise maggiormente in questa fase fu, primo fra tutti, la ristrettezza del mercato dovuta in larga misura all'analfabetismo ancora molto diffuso. Inoltre contribuì a creare

1 Cfr. Ada Gigli Marchetti, Le nuove dimensioni dell'impresa editoriale, in Storia dell'editoria nell'Italia

contemporanea, a cura di Gabriele Turi, Firenze: Giunti, 1997, p. 148.

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fasi di stallo il problema delle tariffe postali, dei trasporti, delle tasse, della distribuzione. Il momento di crisi maggiore si ebbe negli anni 1897-1898 e fu una crisi legata non solo al mondo del libro ma generalizzata, legata al carovita, e che toccò un po' tutti i settori economici: “Il libro

soffre […] E' attaccato dalla malattia che travaglia ogni ramo dell'industria moderna, malattia che consiste nell'eccessiva produzione da una parte, e dall'altra nella consumazione che esige cose da poco e pochi soldi”4.

Questo periodo fu comunque in generale un periodo florido. Vi furono quindi alcuni aspetti che contribuirono o in qualche modo facilitarono, il compimento di questo sviluppo, facendo sì che si creassero condizioni favorevoli per il settore italiano del libro.

L'Unità d'Italia contribuì a favorire lo sviluppo del commercio librario e lo scambio all'interno della Penisola. Nello stesso tempo l'impulso che venne dato all'istruzione provocò un forte aumento della richiesta di libri di testo che spinse molte aziende ad impegnarsi nella produzione e nell'offerta di questa tipologia di prodotto editoriale. Analogamente, l'aumento dei potenziali lettori, dovuta alla lenta diminuzione del numero degli analfabeti, allargò la platea dei possibili fruitori della carta stampata, sia essa giornale o libro.

L'Unione d'Italia dette nuovo slancio ai desideri di realizzazione di realtà associative di settore che si erano manifestati a più riprese negli anni immediatamente precedenti e rese possibile la creazione di un sodalizio tra le varie aziende operanti nel settore librario: nacque l'A.T.L.I. che raggruppò, con alterne fortune delle quali ci occuperemo in una parte del presente elaborato, tutti gli operatori del settore librario. Nacque anche un Giornale che in modo programmatico si pose l'obiettivo di favorire lo scambio e la comunicazione tra le aziende e gli operatori commerciali del settore librario. Anche della nascita e dello sviluppo del Giornale della libreria ci occuperemo nel presente lavoro, provando a mettere in evidenza gli argomenti che venivano riportati all'interno del periodico.

Del periodo storico dell'editoria italiana che abbiamo qui ripercorso in modo molto schematico e sintetico, il presente lavoro vuole mettere in evidenza le esposizioni del libro e delle arti affini. Come abbiamo visto le sorti del libro e delle arti ad esso correlate sono molto legate, nel loro reciproco sviluppo, da un'unitarietà inscindibile che è non solo economica ma ancor prima concettuale. L'idea di voler concepire tutti i mestieri legati al libro come un blocco unico era propria degli operatori del settore dell'epoca. Di questo abbiamo percezione, per quanto riguarda la nascita dell'A.T.L.I. che nacque, infatti, con l'intento di riunire sotto la medesima associazione il tipografo e il libraio, l'editore, il fonditore di caratteri ecc. Il Giornale della libreria, Organo

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ufficiale dell'A.T.L.I è anch'esso programmaticamente legato a quella visione globale che l'A.T.L.I. aveva rispetto ai mestieri legati al mondo del libro. Questa ottica traspare anche dalle pieghe di questo lavoro. In queste pagine non potevamo limitarci a prendere in considerazione le esposizioni librarie tout court perché le esposizioni riportate nel periodico dell'A.T.L.I. risentono della visione concettualmente unitaria delle professioni del libro e il riverbero di questa commistione, volutamente ricercata all'epoca, riecheggia nei regesti e di conseguenza negli indici ad essi correlati, caratterizzati da ampiezza di voci e contenuti.

Le sezioni espositive sono talvolta eterogenee nella loro formulazione o le premiazioni riportano aziende di varia natura premiate insieme. Ad esempio librai e produttori di carta, fonditori di carattere e produttori d'inchiostro, legatori e tipografi. Tutto questo a ulteriore rafforzamento di questa unione e ravvicinato spirito di collaborazione tra varie tipologie di mestieri, di cui l'A.T.L.I., come vedremo nell'elaborato, era espressione.

Tramite i regesti e gli indici ad essi correlati si vuole anche far trasparire come queste manifestazioni venivano presentate, quale era l'apporto delle aziende del settore librario, quali le erano le aziende che maggiormente vi partecipavano, quale era la loro provenienza territoriale, quali erano le aziende che più frequentemente partecipavano alle esposizioni, a quali esposizioni l'ATLI non faceva mancare il suo appoggio, quali personalità si spesero in quel periodo per la riuscita delle esposizioni e via dicendo.

L'intento è quello di far scaturire da queste pagine uno spaccato interessante di un periodo particolarmente significativo per l'industria del libro italiana e per il commercio librario.

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CAPITOLO 1

CENNI STORIOGRAFICI SULL'ASSOCIAZIONE TIPOGRAFICO-LIBRARIA

ITALIANA (1867-1900)

1.1 Fondazione della Bibliografia d'Italia e nascita dell'Associazione libraria

italiana

Nella seconda metà degli anni Sessanta del Secolo XIX, si cominciò a far sentire, con una certa forza, l’esigenza, da parte dei librai, dei bibliotecari e degli studiosi in genere, di un periodico che mettesse in luce in modo chiaro ed esaustivo tutte le varie pubblicazioni che venivano stampate in Italia. Così alcuni librai ed editori, con il determinante aiuto del Ministero della Pubblica Istruzione fondarono, nel 1867, la Bibliografia d’Italia. I fondatori della rivista furono i Fratelli Bocca, librai editori torinesi5, Ermanno Loescher6 e i Fratelli Münster di Venezia7 mentre il ruolo del Ministero della Pubblica Istruzione era quello di fornire i dati bibliografici aggiornati sulle pubblicazioni italiane.

I fondatori enunciarono così il loro programma nel primo numero della rivista: “Le cattive

condizioni in cui versa il commercio librario in Italia, la difficoltà che ogni giorno si incontra nella ricerca di quanto si stampa nelle varie province del Regno ed il desiderio di rendere di pubblica ragione il movimento intellettuale italiano, ci hanno indotti ad intraprendere la pubblicazione di questa Bibliografia d’Italia”8

Con la nascita della nuova rivista, si radunarono intorno ad essa editori e librai, molti dei quali, ritenendo la pubblicazione un ottimo strumento di promozione per la loro attività commerciale, vollero che la stessa godesse di ottima salute. Alcuni di loro si adoperarono affinché la rivista disponesse di dati maggiormente aggiornati rispetto a quelli che forniva il Ministero della Pubblica Istruzione. Questa specie di sodalizio nato intorno alla Bibliografia d’Italia, sarà l’embrione di quella che diventerà l’Associazione tipografico-libraria italiana.

5 Cfr. Editori italiani dell'Ottocento: repertorio, a cura di Ada Gigli Marchetti, Mario Infelise, Luigi Mascilli Migliorini, Maria Iolanda Palazzolo, Gabriele Turi, Milano: Franco Angeli, 2004, p. 168.

6 Cfr. Editori italiani dell'Ottocento: repertorio, op. cit., p. 613. 7 Cfr. Editori italiani dell'Ottocento: repertorio, op. cit., p. 731.

8 Renzo Ermes Ceschina, I primi quaranta anni di vita dell'Associazione tipografico-libraria italiana (1869-1909), in Ottanta anni di vita associativa degli editori italiani (1869-1949), Milano, Associazione italiana editori, 1950, p. 9.

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Nel settembre 1869 si tenne a Torino il VI Congresso pedagogico. Nell’ambito di questo evento, dal 7 al 9 settembre si tenne il I° Congresso librario italiano. Durante lo svolgimento di questo Congresso, l’editore e libraio Casimiro Bocca, fece la proposta di istituire una vera e propria associazione che avesse lo scopo di coagulare attorno a sé le professioni legate alla produzione e alla commercializzazione del libro, al fine di “migliorare le condizioni del commercio librario e

di favorire lo sviluppo di reciproche relazioni d’affari tra i membri del progettato sodalizio.”9 L’Associazione nacque ufficialmente il 17 ottobre 1869, quando si radunò di nuovo il Congresso librario a Milano. Il Congresso fu presieduto da Giuseppe Pomba. Fu varata così l’Associazione libraria italiana10 che raggiunse ben presto il numero di 86 soci. Il primo Comitato direttivo risultò così composto:

Giuseppe Pomba, Presidente, Casimiro Bocca, segretario, Gaspero Barbera, cassiere, Gaetano Brigola, consigliere, Felice Le Monnier, consigliere, Luigi Pomba, consigliere, Emilio Treves, consigliere.

Come si può notare, le cariche associative furono ricoperte da figure di primo piano nel panorama editoriale e librario italiano. Giuseppe Pomba, editore e tipografo torinese, non poteva che essere il presidente della nuova Associazione. Pomba infatti, aveva già effettuato tentativi per la creazione di sodalizi tra editori, librai e tipografi e contestualmente aveva tentato di istituire l'Emporio librario, una sorta di deposito che doveva ricevere le opere stampate in Italia dagli editori per poi ridistribuirle ai commercianti librai. Per Pomba, estimatore dell'efficiente Associazione germanica degli editori, l'aspetto associativo e quello più commerciale dell'Emporio dovevano essere legati. I tentativi di creazione dell'Emporio nel 1845-46 a Livorno e nel 1866 a Milano cercando di far leva sul locale Circolo librario, falliranno miseramente, complice il disinteresse dei grandi editori italiani dell'epoca. Rimase però una costante della sua attività quella di cercare di creare aggregazioni tra librai, editori e in generale, operatori del settore librario.

La neonata A.L.I. stabilì la propria sede a Firenze, città dove veniva pubblicata la Bibliografia

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d’Italia. Del ruolo propulsivo del periodico nella nascita dell’Associazione abbiamo già parlato e

quindi le sorti del periodico fiorentino furono da subito legate a quelle dell’Associazione. I fondatori dell’A.L.I. fecero subito in modo che il periodico diventasse l’organo ufficiale del sodalizio. Si puntò quindi ad un accordo con gli editori della Bibliografia d’Italia e si arrivò, nel 1870, all’affidamento della rivista all’Associazione che doveva così curarne la pubblicazione. Il periodico mutò il nome in Bibliografia italiana e la periodicità della pubblicazione passò da mensile a bimestrale.

1.2 Nascita e sviluppo dell'Associazione tipografico-libraria italiana

Sul finire del 1870 Giuseppe Pomba, per ragioni di salute, cedette la Presidenza all'editore fiorentino Felice Le Monnier. Le attività congressuali dell’Associazione, che già nelle fasi iniziali furono legate a quelle dei pedagogisti, (il rapporto tra editori e mondo della scuola non era casuale) continuarono ad esserlo anche nel corso del 1871, quando a Napoli si tenne il II° Congresso librario in contemporanea al VII° Congresso pedagogico nazionale. Argomenti centrali del dibattito congressuale furono le riduzioni delle tasse di spedizione e dei dazi. Durante il Congresso prese corpo l’idea che l’A.L.I. dovesse abbracciare e fare proprie non solo le esigenze degli editori librai ma anche quelle delle tipografie e delle industrie affini. L’Associazione prese così la denominazione di A.T.L.I.: Associazione tipografico-libraria italiana. Nel 1871 cambiarono anche le cariche sociali con l’elezione a Presidente di Gaspare Barbera. L’idea di radunare sotto il medesimo sodalizio sia il tipografo “puro” che l’editore sarà foriera, per l’A.T.L.I., di problemi e polemiche interne che a più riprese nasceranno in seno al sodalizio. Questi attriti avranno come protagonisti da un lato i tipografi “puri”, che si troveranno spesso ad avere un ruolo marginale all’interno dell’A.T.L.I. e dall'altro gli editori, portatori di interessi ormai divergenti rispetto a quelli dei tipografi: maggiormente attenti al costo del lavoro quest'ultimi, più legati ai costi delle materie prime per la fabbricazione dei libri, alla scelta dei testi e ai problemi legati alla distribuzione, gli editori11.

Durante il biennio 1873-1875 l’Associazione andò incontro ad una crisi finanziaria piuttosto grave che sembrò comprometterne il futuro12. Molto probabilmente la crisi economica dell’A.T.L.I. era dovuta al reiterato tentativo di Giuseppe Pomba di istituire l’Emporio librario. Pomba non era nuovo a questo tipo di idee associative e imprenditoriali. Per lui l'Associazione fra

11 Cfr. Domenico Scacchi, Un associazionismo difficile, in Storia dell'editoria nell'Italia contemporanea, a cura di Gabriele Turi, Firenze, Giunti, 1997, p. 202.

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editori, librai e operatori del mondo librario trovava senso, della propria esistenza, solo in

funzione commerciale: inconcepibile l'Associazione senza l'emporio; inconcepibile questo senza quella13. Dopo i tentativi di istituire l'Emporio ai quali abbiamo già accennato in precedenza,

Pomba effettuò un nuovo tentativo nell'anno 1873, ma l'impresa giunse al fallimento già nell'anno seguente14. Il nuovo tentativo di istituire l’Emporio librario, effettuato da Pomba in quegli anni, probabilmente provocò una disaffezione da parte degli editori nei confronti dell’Associazione perché molti di loro ritennero l’idea dell’Emporio ormai superata, visto che si erano dotati di proprie capillari reti distributive nazionali. I soci dell'A.T.L.I. infatti, nel biennio 1873-1875, crollarono a livello numerico e il presidente Gaspare Barbera con i soci del comitato Natale Battezzati, Ermanno Loescher e Antonio Morano furono costretti a rimpinguare le esigue casse associative.

Si tenne poi, il 24 ottobre 1875 a Milano, un’Assemblea generale dell’Associazione durante la quale si decise il trasferimento della sede da Firenze a Milano e fu eletto il nuovo Presidente nella persona dell’editore milanese Emilio Treves, che sarà il presidente più longevo e reggerà le sorti dell’Associazione per 14 anni. Fu questo un passaggio fondamentale per l’A.T.L.I.: in questa fase infatti la forte imprenditoria tipografico libraria lombarda prese le redini dell’Associazione in una fase delicata del sodalizio. L’impronta che verrà data all’Associazione sarà quindi caratterizzata dalla forte influenza dell’imprenditoria lombarda: a dimostrazione di ciò basti pensare che gli iscritti, che nel 1875 erano arrivati all’esiguo numero di 37, risalirono velocemente a 150 ma un terzo di loro erano milanesi.

Nella seconda metà degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta del Secolo XIX l’attività dell’Associazione fu intensa su vari fronti:

– Congressuale: con i congressi milanesi per la proprietà letteraria del 1878 e del 1881 che prepararono il terreno per la nascita nel 1892 della Società italiana degli autori.

– Espositiva: con l'Esposizione tipografica di Milano del 1879, con il supporto all'Esposizione nazionale di Milano del 1881 e a quella torinese del 1888.

– Corporativa: quando nel 1880, in occasione di uno sciopero di compositori tipografi milanesi, l'Associazione esercitò un ruolo importante di conciliazione fra gli imprenditori e gli operai.

Nel 1885 il Governo italiano incaricò la Biblioteca nazionale centrale di Firenze di curare la

13 Carlo Verde, Giuseppe Pomba e le origini dell'Associazione in Ottanta anni di vita associativa degli editori

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pubblicazione della Bibliografia italiana che venne trasferita a Firenze. L'Associazione divenne quindi priva del suo Organo Ufficiale anche se un accordo con il Governo italiano impose alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze di fornire all'A.T.L.I. delle copie in edizione speciale del periodico da fornire ai propri soci.

Durante l'Assemblea generale del 1887 venne presentato il progetto per la creazione di un giornale della libreria che potesse ricoprire il ruolo di Organo ufficiale dell'Associazione. Il progetto venne approvato dall'Assemblea e il nuovo periodico, al quale venne dato il nome di

Giornale della libreria, della tipografia e delle arti e industrie affini uscì nel gennaio 1888,

ufficialmente come supplemento della Bibliografia italiana.

Durante gli ultimi anni di presidenza dell'A.T.L.I. di Emilio Treves (lascerà nel 1890) l'Associazione si impegnò sul fronte della riduzione delle tasse postali, in applicazione della Convenzione internazionale di Lisbona e su quello della creazione, nel 1889, in seno all'Associazione, di una Commissione di probiviri, per risolvere le controversie fra imprenditori e dipendenti del settore librario e tipografico.

Durante l'Assemblea ordinaria del 10 luglio 1890, dopo la rinuncia di Emilio Treves a candidarsi nuovamente alla Presidenza dell'Associazione, venne eletto Presidente dell'A.T.L.I. Pietro Edoardo Sacchi, titolare della Casa editrice e Libreria Artaria di Milano.

Il comitato direttivo risultò composto da : Annibale Rechiedei,

Ernesto Battaglia, Giulio Ricordi, Piero Barbera.

Durante i lavori dell'Assemblea si mise mano alla modifica dello statuto e si decise che il Presidente dovesse rimanere in carica per tre anni (stessa durata per il Comitato direttivo) e che allo scadere del mandato questo non fosse nuovamente rieleggibile.

Nel triennio della Presidenza Sacchi, l'Associazione partecipò attivamente all'Esposizione di Palermo del 1891 pubblicando per l'occasione il Catalogo collettivo della libreria italiana. L'Associazione contribuì, nel medesimo anno, anche alla riuscita dell'Esposizione di igiene ed educazione infantile di Milano.

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si occupò di mediare le posizioni tra imprenditori e operai per la definizione della nuova tariffa di lavoro richiesta dagli operai tipografi.

Il 16 luglio 1893 venne convocata l'Assemblea generale dell'A.T.L.I. per eleggere il nuovo Presidente nella persona di Pietro Vallardi, socio dell'omonima Casa editrice.

Il Comitato direttivo risultò così composto: Antonio Civelli,

Ambrogio Binda, Ignazio Lozza, Tito Ricordi, G. Massa.

Nei tre anni di Presidenza Vallardi, l'Associazione, si fece promotrice delle seguenti iniziative: nel 1894 curò la realizzazione di un'Esposizione di arti grafiche nell'ambito delle Esposizioni riunite di Milano. Nello stesso anno l'A.T.L.I. istituì un corso di studio per commessi librai e curò la pubblicazione dell'Annuario della libreria, della tipografia e delle arti e industrie affini in

Italia.

Il 6 settembre 1895 a Venezia, si tenne l'Assemblea ordinaria dell'Associazione. Questa Assemblea fu di particolare importanza perché, dopo un acceso dibattito, passò la mozione di Tito Ricordi, membro del Comitato direttivo, che propose e ottenne che lo statuto associativo fosse modificato “nel senso di allargare le basi dell'Associazione e cioè chiamando nel suo seno

tutti quanti collaborano all'industria e al commercio del libro”15. Questa volontà andava nel senso che l'Associazione seguiva ormai da anni, cioè si continuava a perseguire l'idea che l'A.T.L.I. dovesse inglobare tutti gli operatori dei vari settori che compongono la filiera del libro con gli aspetti problematici che questo comportava e che sono stati enunciati in precedenza. L'Associazione continuò nel 1896 la sua attività internazionale partecipando a Parigi al I° Congresso internazionale degli editori. Sempre nel 1896 si decise che l'A.T.L.I. dovesse partecipare finanziariamente alla preparazione dell'Esposizione nazionale di Torino del 1898. Ancora nel 1896 venne convocata nei giorni 25 e 26 settembre l'Assemblea generale ordinaria dell'Associazione durante la quale venne eletto Presidente Giuseppe Bocca , libraio ed editore torinese.

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Innocenzo Vigliardi-Paravia, Gio. B. Messaggi, Levino Ribecchi, Febo Pollini, Giuseppe Massimino, Antonio Porro, Oreste Pupilli, Vittorio Turati, Piero Barbera, Luigi Pierro, Ferdinando Ongania, on. Tullio Minelli.

Nel 1897 continuò la partecipazione del sodalizio italiano ed eventi internazionali; l'A.T.L.I. partecipò infatti, con differenti delegazioni, al Congresso per la proprietà letteraria di Monaco, al Congresso degli editori e al Congresso bibliografico che si tennero ambedue a Bruxelles. Sempre nel 1897 si decise di rafforzare il corso per commessi librari che l'A.T.L.I. teneva presso la propria sede.

L'anno seguente, l'Associazione, fece un'azione importante contro l'intenzione, da parte del Governo italiano, di creare un monopolio sui libri di testo. L'A.T.L.I mantenne in modo costante, in quegli anni, una grande attenzione sulla questione dei libri di testo e sulla ventilata ipotesi di creazione, da parte dello Stato Italiano, di un monopolio sui libri di testo, che avrebbe potuto stroncare il libero mercato di questa tipologia libraria che all'epoca rappresentava una delle maggiori voci di entrata per le case editrici ed uno dei settori di maggiore sviluppo.

Nell'Assemblea generale del 14 settembre 1899 venne eletto il nuovo Presidente nella persona di Pietro Vallardi della Casa editrice A. Vallardi di Milano.

Il comitato direttivo risultò così composto:

Giovanni Albrighi, Emilio Alfieri, Ettore Baldini, Ambrogio Binda, Edoardo brignatelli, Luigi dell'Orto, Tito Molina, Enrico Bemporad, Angelo Draghi, Luigi Moriondo, Carlo Vigliardi-Paravia, Aristide Staderini.

Nel 1900 l'Associazione fu impegnata nel fronteggiare un nuovo tentativo, da parte del Governo italiano, di istituire un monopolio sui libri scolastici per la scuola elementare, monopolio che avrebbe danneggiato il commercio del libro. A questo tentativo l'Associazione si oppose grazie all'aiuto del Senatore ed Editore Luigi Roux. Sempre nel 1900 l'Associazione iniziò la pubblicazione, a cura di Attilio Pagliaini del Catalogo generale della libreria italiana

(1847-1899). Il supporto finanziario per il completamento dell'Opera venne dall'Associazione grazie alle

numerose sottoscrizioni effettuate dai soci.

1.3 Conclusione

L'A.T.L.I., dalla sua fondazione fino alla fine dell’Ottocento, è un'Associazione di settore, che al di là delle specifiche problematicità e caratteristiche particolari, esprime una forte vitalità e si

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muove su binari che possono essere così schematicamente riassunti:

– Rafforzamento delle relazioni fra gli operatori economici del settore librario così da portare avanti azioni comuni che possiamo definire corporativistiche, come ad esempio la lotta alle contraffazioni, la richiesta di riduzioni dei dazi, l'opposizione alla creazione di un monopolio statale sui libri di testo e azioni volte a dirimere le questioni tra padroni e operai del settore librario e tipografico.

– Promozione della circolazione del libro con azioni di supporto alle varie iniziative espositive di settore.

– Attenzione e partecipazione ai vari congressi ed eventi nazionali ed internazionali.

– Attenzione alla formazione professionale degli addetti librai con la creazione della scuola per gli addetti.

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CAPITOLO 2

NASCITA E SVILUPPO DEL GIORNALE DELLA LIBRERIA

2.1 Fondazione e caratteristiche generali del periodico

Il primo numero del Giornale della libreria, della tipografia, delle arti e delle industrie affini uscì come supplemento della Bibliografia italiana e come organo ufficiale dell'Associazione tipografico-libraria italiana il 1° gennaio 1888. Il periodico aveva cadenza settimanale. La fondazione del Giornale scaturì dalla forte esigenza, da parte dei soci e dello stesso Presidente dell'A.T.L.I., di fondare un periodico, Organo ufficiale dell'Associazione, dopo che il Governo italiano aveva dato nel 1885 incarico, alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, di pubblicare la Bibliografia d'Italia sottraendola alla cura dell'A.T.L.I.. Alla pagina 2 del primo fascicolo16 del

Giornale della libreria, sotto al titolo “Programma” furono riportati gli intenti dei fondatori17 del

Giornale. Si mise subito in evidenza che il periodico pubblicato dall'A.T.L.I. “è un giornale professionale che si rivolge a tutti quelli che esercitano professioni librarie e tipografiche, dal grande fabbricante di carta fino all'ultimo spacciatore di fogli stampati” ma fu intorno al termine

libreria e all'accezione che ne veniva fatta in quel periodo, che si sviluppò l'intenzionalità programmatica del Giornale. Si intendeva infatti con questo termine “tutto ciò che ha relazione

col libro, che vive del libro, che ama il libro”. Si volle così radunare intorno al termine libreria

tutte le professioni che ruotavano attorno al mondo del libro con pari dignità le une rispetto alle altre: “dagli editori ai tipografi, dai fabbricanti di carta a quelli d'inchiostro, dai costruttori di

torchi ai negozianti di fotografie, dai fonditori di caratteri ai legatori” e via dicendo. Di questa

idea programmatica, come abbiamo visto nel capitolo precedente, era ampiamente pervasa anche l'A.T.L.I. stessa.

16 Cfr. Giornale della libreria, vol. 1, fasc. 1, 1 gennaio 1888, p.2

17 Vengono indicati nel primo fascicolo, quali fondatori del Giornale, i seguenti soggetti: Associazione tipografico-libraria italiana, Agnelli Giacomo, Angelo Colombo & C., Barbera Gaspare, Firenze, Fratelli Bocca, Torino, Corti Giuseppe, Lecco, Delai Angelo, Brescia, Donath A., Genova, Draghi Angelo, Padova, Drucker Carlo, Verona, Ferrari Luigi (Tip. Dei sordomuti), Genova, Ferrero Carlo, Pinerolo, Galileo Libreria, Pisa, Galli e Raimondi, Milano, Ghiarino Garisto, Cervinara, Jovene Gio., Napoli, Lapi S., Città di Castello, Le Monnier, Firenze, Loescher E. editore, Torino, Loescher E. e C., Roma, Manzoni Libreria, Roma, Marghieri R., Napoli, Migliaccio R., Salerno, Ongania Ferdinando, Venezia, Paggi Felice, Firenze, Pagnoni Fr., Paravia G.B., Torino, Paravia G.B., Roma, Pasquale V., Napoli, Pedone Lauriel Luigi, Palermo, Pirofila L. di G., Milano, Rebeschini & C., Milano, Regis Cesare, Biella, Ricordi Giulio & C., Milano, Sonzogno Edoardo, Milano, Tipografia dello Statuto, Palermo, Treves Fratelli, Milano, Treves Fratelli Libreria, Bologna, Unione tipografico-editrice Torino, Vallardi Antonio, Milano, Vallardi Leon, Milano, Vercellini Eredi, Roma, Zanichelli Nicola, Bologna, Coppelli Luigi, Treviso.

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Il nuovo Giornale uscì sotto la Presidenza dell'A.T.L.I. dell'editore lombardo Emilio Treves ed il nuovo periodico fu da lui fortemente voluto e caldeggiato.

Al di là quindi delle buone intenzioni di riunire attorno al Giornale imprenditori del mondo del libro, (o della libreria come era più appropriato dire all'epoca) dietro al Giornale si celava la grande e forte imprenditoria editoriale piemontese, lombarda e toscana che non lasciò molto spazio alle piccole imprese librarie e agli altri mestieri che ruotavano intorno al libro.

Il Giornale della libreria si presentò fin dall'inizio come un periodico con finalità di supporto all'attività commerciale ed imprenditoriale.

Sfogliando il primo numero, troviamo al suo interno delle rubriche che caratterizzano il periodico. Nella prima pagina vi sono le “Pubblicazioni della settimana”, aggiornamenti sulle novità bibliografico editoriali segnalate dai soci. Possiamo trovare inoltre un lungo articolo sulla questione del diritto di traduzione. Alcune pagine sono poi riservate ad inserzioni pubblicitarie a pagamento. Nelle ultime pagine del periodico troviamo poi notizie commerciali e aggiornamenti sui fallimenti delle aziende del settore. Il primo fascicolo consta di 9 pagine. Veniva stampato in Milano presso la Tipografia Bernardoni di C. Rebeschini & C. di proprietà di Teodoro Steffenoni, Filippo Bernardoni e Cristiano Rebeschini18, quest'ultimo membro dell'A.T.L.I.. Gerente responsabile era Carlo Mozzana, dirigente amministrativo della Casa editrice Fratelli Treves19. Ciascun numero del Giornale della libreria era generalmente caratterizzato da un articolo iniziale (talvolta due) piuttosto lungo che abbracciava varie tematiche, delle quali si riporta ampia esemplificazione nelle pagine successive del presente elaborato e aveva delle rubriche fisse che erano presenti in modo pressoché costante in tutti i numeri: oltre alla già citata “Pubblicazioni

della settimana” erano presenti le rubriche, “Desiderata e offerte” che comprendeva inserzioni

pubblicitarie a pagamento; “Notizie” dove erano riportati brevi aggiornamenti su notizie di esposizioni, avvenimenti in genere, notizie sugli appalti ecc., “Necrologi” dove si segnalava la scomparsa di operatori del settore librario, “Movimenti delle ditte” all'interno della quale si riportava notizia dei vari passaggi di proprietà delle aziende del settore librario. Non mancavano poi gli annunci pubblicitari a pagamento, grazie ai quali si provvedeva in buona parte al mantenimento economico del Giornale.

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2.2 Vita del periodico (1888-1900) ed esempi di argomenti trattati dal

Giornale.

Nel primo anno, molti furono gli argomenti che vennero toccati. Ecco alcuni esempi tra quelli più interessanti: Il bibliofilo di Lipsia (vol. 1, fasc. 2, gennaio 1888); Lettori ed editori in Inghilterra (vol. 1, fasc. 4, gennaio 1888); Gli editori italiani: Unione tipografica editrice torinese (vol. 1, fasc. 6, febbraio 1888); Statuto dell'A.T.L.I. (vol. 1, fasc. 5 gennaio 1888); Statistiche delle

biblioteche italiane (vol. 1, fasc. 42, ottobre 1888); Come s'è sviluppata la censura in Russia

(vol. 1, fasc. 7, febbraio 1888); Come s'è sviluppata la libreria in Germania (vol. 1, fasc. 7, febbraio 1888); Perchè i librai ribassano sui prezzi? (vol. 1, fasc. 10, marzo 1888); Legge sulla

proprietà letteraria in Giappone (vol. 1, fasc. 28, luglio 1888); Manzoni e le due edizioni dei Promessi sposi (vol. 1, fasc. 30-31, luglio 1888); Tariffe doganali nell'Uruguay (vol. 1, fasc. 45,

novembre 1888); Reclamo dell'A.T.L.I. al Ministero delle finanze rispetto al dazio sui libri

italiani (vol. 1, fasc. 51, dicembre 1888).

Con il primo numero dell'anno 1889 si operò un cambio di tipografia. La rivista venne stampata sempre a Milano ma presso la Tipografia A. Cordani & A. Colombo. Dal fascicolo 7 la tipografia variò di nuovo in Tipografia Pagnoni, Milano, azienda acquisita, probabilmente nel 188020 dalla

stessa Cordani & Colombo. Cambiò quindi il nome della tipografia ma in sostanza rimase sempre uguale l'azienda che stampava il periodico21.

Gli argomenti riportati durante il 1889 furono di varia natura. A titolo esemplificativo si possono segnalare:

Sciopero tipografico (vol. 2, fasc. 3, gennaio 1889); Storia della carta secondo gli ultimi studi, a

cura di C. Paoli (vol. 2, fasc. 5, febbraio 1889); Incendio nelle tipografie Salvato a Napoli (vol. 2, fasc. 6, febbraio 1889); Macchine tipografiche, a cura di W. H. Uhland (vol. 2, fasc. 12, marzo 1889); Sciopero di impressori nello stabilimento Treves (vol. 2, fasc. 15, aprile 1889); Relazione

della Commissione per gli sconti (vol. 2, fasc. 24, giugno 1889); Sulla questione degli sconti (vol.

2, fasc. 42 ottobre 1889); Lagnanze di un libraio (G. Chiopris) contro gli editori e risposta di un

editore (vol. 2, fasc. 45, novembre 1889).

Durante l'anno vennero pubblicati anche due supplementi: uno nel mese di settembre dal titolo

Catalogo dei libri scolastici per l'anno scolastico 1889-1890 ed uno nel mese di dicembre dal 20 Editori italiani dell'Ottocento: repertorio, op. cit. pp. 792-793.

21 Di ciò si ha conferma in Ottanta anni di vita associativa degli editori italiani, op cit. p. 99: “Una particolare

citazione desideriamo però fare non perché sia di convenienza ma perché intimamente convinti di ciò che diciamo. Essa riguarda la benemerita Tipografia Cordani che associa il suo nome a quello del Giornale fin dal 1 gennaio 1889.”

(15)

titolo Strenne.

Per l'anno 1890 rimasero invariati sia la tipografia che il gerente del periodico. Tra i vari argomenti riportati si possono segnalare i seguenti articoli:

Processo per plagio (vol. 3, fasc. 2, gennaio 1890); Le nuove applicazioni della carta nell'industria della birra (vol. 3, fasc. 4, gennaio 1890); Industria tipografica in provincia di Avellino e Benevento (vol. 3, fasc. 12, marzo 1890); Nel Museo giornalistico di Acquisgrana (vol.

3, fasc. 14, aprile 1890); Questioni postali (vol. 3, fasc. 18, maggio 1890); Censura austriaca e

giornali: Carducci nuovamente proibito (vol. 3, fasc. 19, maggio 1890); Tipografia ad Avignone nel 1444 (vol. 3, fasc. 21, maggio 1890); Case editrici italiane: F.lli Dumolard (vol. 3, fasc. 39,

settembre 1890); Regolamento del commercio librario in Germania (vol. 3, fasc. 43, ottobre 1890); Contro la pornografia: lettera del presidente della Società degli autori (vol. 3, fasc. 48, novembre 1890).

A partire dal fascicolo 5 dell'anno 1891 il Giornale della libreria cambiò il proprio gerente: Carlo Mozzana lasciò il posto a Edoardo Brugnatelli, “libraio milanese”22, procuratore e direttore della ditta Fratelli Dumolard editori e librai milanesi23. Per questo anno si hanno notizie anche rispetto alla redazione del Giornale che era composta dai signori Pupilli e Oberosler24.

Tra i vari articoli che apparvero sul Giornale della libreria nell'annata 1891 si possono citare a parziale titolo esemplificativo i seguenti titoli:

Società italiana degli autori (vol. 4, fasc. 8, febbraio 1891); Circolare ministeriale per la tutela dei diritti d'autore (vol. 4, fasc. 11, marzo 1891); Causa Verga, Mascagni, Sonzogno (vol. 4, fasc.

13, marzo 1891); Manuale del bibliotecario (vol. 4, fasc. 17, aprile 1891); Industria tipografica

di Rovigo (vol. 4, fasc. 19, maggio 1891); Onestà letteraria: plagio di opere italiane (vol. 4, fasc.

22, maggio 1891); Sciopero tipografico a Vienna (vol. 4, fasc. 24, giugno 1891); Diritti d'autore

in America (vol. 4, fasc. 27, luglio 1891); Macchina da comporre (vol. 4, fasc. 38, settembre

1891); Catalogo dei libri scolastici (vol. 4, fasc. 41, ottobre 1891); Elenco delle biblioteche del

Regno: Provincia di Como (vol. 4, fasc. 43, ottebre 1891).

Durante il 1891 venne pubblicato anche un supplemento al fascicolo 15 dal titolo Libri di premio

per l'anno 1891.

22 Giornale della libreria, vol. 49, fasc. 31-32, 8 agosto 1936, p. 140. 23 Cfr. Editori italiani dell'Ottocento: repertorio, op. cit. p. 403.

24 Cfr. Giornale della libreria, vol. 4, fasc. 39, 27 settembre 1891, p. 680. I nomi dei due redattori vengono fatti dal Presidente dell'A.T.L.I., nella sua relazione annuale all'Assemblea ordinaria dell'Associazione, per ringraziarli del lavoro svolto. Tale circostanza si verifica anche nei due anni successivi: Giornale della libreria vol. 5, fasc. 31,

(16)

Per quanto riguarda l'annata 1892 rimasero invariati sia il Gerente che la Tipografia dove veniva stampato il periodico. Gli argomenti maggiormente esemplificativi dell'annata sono i seguenti:

Stemmi dell'industria libraria (vol. 5, fasc. 6, febbraio 1892); Influenza dell'umidità sulla colla vegetale della carta (di P. A. Kasselkuss); Chioschi di giornali a Parigi (vol. 5, fasc. 9, febbraio

1892); Sequestro di libri contraffatti (vol. 5, fasc. 19, maggio 1892); Prestito di libri nelle

biblioteche del Regno (vol. 5, fasc. 28, luglio 1892); Convenzione postale di Vienna (vol. 5, fasc.

32, agosto 1892); Modo di riconoscere la carta a mano (vol. 5, fasc. 38, settembre 1892);

Proposta di nuova tariffa dei compositori ed impressori milanesi (vol. 5, fasc. 43, ottobre 1892).

Durante l'anno venne pubblicato anche un Supplemento al fascicolo 19 dal titolo Miscellanea di

libri antichi e moderni.

Anche per l'anno 1893 rimasero invariati il Gerente responsabile e la Tipografia che stampa il

Giornale.

Tra gli svariati argomenti affrontati durante l'anno possono essere citati a titolo esemplificativo i seguenti titoli:

Industria della carta: fabbricazione (vol. 6, fasc. 1, gennaio 1893); Responsabilità civile del tipografo (vol. 6, fasc. 6, febbraio 1893); Assemblea generale della cartiera italiana (vol. 6, fasc.

12, marzo 1893); Statistiche dei giornali (vol. 6, fasc. 17, aprile 1893); Contraffazione dei libri

scolastici (vol. 6, fasc. 26, giugno 1893); Scioperi in Italia dal 1884 al 1891 (vol. 6, fasc. 28-29,

luglio 1893); Questione degli sconti (vol. 6, fasc. 35-36 settembre 1893); Diritto di traduzione (vol. 6, fasc. 44 ottobre 1893); Cromolitografia sulla carta gelatina (vol. 6, fasc. 51, dicembre 1893).

Al fascicolo 35-36 venne allegato un supplemento dal titolo: Miscellanea di libri antichi e

moderni.

Anche per l'anno 1894 il Gerente responsabile e la Tipografia non cambiarono.

Tra i vari articoli apparsi sulla rivista, quelli che possono dare un'idea degli argomenti trattati durante l'anno sono:

Statistiche delle pubblicazioni italiane (vol. 7, fasc. 3, gennaio 1894); Carta senza fine sulle macchine a rotazione (vol. 7, fasc. 6, febbraio 1894); Incunaboli dell'arte (vol. 7, fasc. 10, marzo

1894); Origine del commercio librario e dei diritti d'autore (col. 7, fasc. 13, aprile 1894);

Industrie tipografiche in Italia: Pisa (vol. 7, fasc. 19, maggio 1894); Biblioteche di Francia (vol.

(17)

proprietà letteraria (vol. 7, fasc. 49, dicembre 1894); Legge francese sulla stampa (vol. 7, fasc.

51, dicembre 1894).

Durante l'anno 1894 venne pubblicato anche un Supplemento al fascicolo 37 dal titolo: Libri

scolastici d'educazione ed istruzione per l'anno 1894-95.

Durante l'anno 1895 restò invariato sia il Gerente del Giornale che la Tipografia che lo stampa. Tra gli articoli pubblicati durante l'anno, possiamo segnalare:

Microbi dei libri (vol. 8, fasc. 1, gennaio 1895); Origini della scrittura (vol. 8, fasc. 4, gennaio

1895); Dissesti finanziari nell'industria del libro durante il 1894 (vol. 8, fasc. 8, febbraio 1895);

Doni alla biblioteca dell'Associazione (vol. 8, fasc. 12, marzo 1895); Contraffazioni librarie (vol.

8, fasc. 15, aprile 1895); Libri minuscoli (vol. 8, fasc. 22, giugno 1895); I Giunti e Aldo Manuzio (vol. 8, fasc. 25, giugno 1895); Industrie tipografiche in Italia: Caltanisetta (vol. 8, fasc. 31, agosto 1895); Dizionario dell'industria della carta (vol. 8, fasc. 35, settembre 1895); Inchiostro

incombustibile (vol. 8, fasc. 48, dicembre 1895).

Nel mese di aprile venne pubblicato anche un Allegato al fascicolo 15 dal titolo: Libri di premio

raccomandati per le scuole per il 1895.

Nell'anno 1896 si ebbe il cambiamento di Gerente responsabile del Giornale della libreria. Il cambiamento di gerente venne annunciato già da Pietro Vallardi, presidente uscente dell'ATLI, durante la sua relazione all'Assemblea generale ordinaria dell'Associazione del 25-26 settembre 1896: “Col prossimo ottobre esso, (Il Giornale della libreria, ndr) sarà affidato per la redazione

a buone mani. Taccio per ora il nome della persona che fu scelta. Credo sarete contenti quando lo saprete giacchè sia la parte bibliografica come quella delle notizie, saranno fatte da persona che meglio di ogni altra può creare l'una cosa e l'altra”25.

Nuovo Gerente responsabile, dal 1 novembre 1896 divenne Enrico Colombo, la Tipografia restò sempre la Pagnoni di Milano.

Di seguito alcuni titoli di articoli per l'anno 1896 che danno la misura degli argomenti trattati sul

Giornale:

Statistica del libro (vol. 9, fasc. 5, febbraio 1896); Archivio per la storia del commercio librario germanico (vol. 9, fasc. 7, febbraio 1896); Una questione libraria fra i Giunti e Aldo Manuzio il vecchio (a cura di Demetrio Marzi) (vol. 9, fasc. 11, marzo 1896); Concorsi per libri di amena lettura (vol. 9, fasc. 13, marzo 1896); Centenario di Gutemberg (vol. 9, fasc. 17, aprile 1896);

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Notizie statistiche sull'istruzione in Italia (vol. 9, fasc. 20, maggio 1896); Congresso internazionale degli editori a Parigi (vol. 9, fasc. 25, giugno 1896); Saggio bibliografico dell'epistolario manzoniano (vol. 9, fasc. 47, novembre 1896).

Col numero 39 venne pubblicato un supplemento dal titolo: Libri scolastici d'educazione ed

istruzione per l'anno 1896-97.

Per l'anno 1897 non si segnalarono cambiamenti nella Direzione e neppure per quanto riguarda la Tipografia che stampa il Giornale. Titoli di articoli che possono restituire, almeno parzialmente, gli argomenti trattati sul giornale sono:

Istituto internazionale di Bruxelles e classificazione decimale Melvil Dewey (vol. 10, fasc. 3,

gennaio 1897); Stampa periodica in Austria (vol. 10, fasc. 7, febbraio 1897); Musei giornalistici (vol. 10, fasc. 10, marzo 1897); Macchine monoline da comporre (vol. 10, fasc. 16, aprile 1897);

Distribuzione di libri in Svizzera nel secolo XVIII (vol. 10, fasc. 21, maggio 1897); Copie d'obbligo in Ungheria (vol. 10, fasc. 28, luglio 1897); Prezzi alla stampa nel 1795 (vol. 10, fasc.

40, ottobre 1897); A proposito di libri di testo (vol. 10, fasc. 48, novembre 1897), La

classificazione Dewey in America (vol. 10, fasc. 50, dicembre 1897).

Il consueto supplemento riguardante i libri scolastici quest'anno non venne pubblicato. Il Presidente dell'A.T.L.I. Giuseppe Bocca, dichiarò che tale sospensione era dovuta a “passività” e “per non aver dato grandi risultati”26.

Nell'anno 1898 non si segnalarono variazioni nella Direzione del Periodico. Titoli esemplificativi degli argomenti trattati durante l'anno sono:

Massimario del commerciante (vol. 11, fasc. 4, gennaio 1898); Almanacchi celebri (vol. 11, fasc.

8, febbraio 1898); Copie d'obbligo (vol. 11, fasc. 13, marzo 1898); Libri di testo per le scuole

elementari (vol. 11, fasc. 20, maggio 1898); Victor Hugo e i suoi editori (vol. 11, fasc. 27, luglio

1898); Legge sugli infortuni sul lavoro (vol. 11, fasc. 37, settembre 1898); Cartoline vaglia e

cartoline postali (vol. 11, fasc. 43, ottobre 1898); Carta italiana a Tripoli (vol. 11, fasc. 48,

dicembre 1898).

Nell'anno 1899 non si manifestarono cambiamenti nella conduzione del Giornale. Titoli di articoli a titolo esemplificativo sono:

Il progetto di ricchezza mobile (di F. Pollini) (vol. 12, fasc. 1, gennaio 1899); Per la tutela della proprietà artistico letteraria (vol. 12, fasc. 8, febbraio 1899); L'inchiostro (vol. 12, fasc. 10, 26 Cfr Relazione di Giuseppe Bocca, Presidente dell'A.T.L.I., all'Assemblea generale ordinaria del 21-22/09/1897 in

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marzo 1899); Gli sconti librari ai privati (lettera di Pietro Vallardi) (vol. 12, fasc. 18, aprile1899); Infortuni sul lavoro (vol. 12, fasc. 22, maggio 1899); Leggi sulla stampa (vol. 12, fasc. 27, luglio 1899); Grande sciopero tipografico in vista (vol. 12, fasc. 43, ottobre 1899);

Collegio dei probiviri (vol. 12, fasc. 46, novembre 1899); La proprietà letteraria in Olanda (vol.

12, fasc. 51, dicembre 1899).

Per quanto riguarda l'anno 1900 a partire dal numero 18 del 6 maggio 1900 a causa della morte di Enrico Colombo27, la gerenza del Giornale venne affidata a Luigi Majocchi.

Si riportano gli articoli esemplificativi dell'annata:

Pubblicazioni straniere in lingua italiana o di autori italiani o relative all'Italia (vol. 13, fas. 1,

gennaio 1900); Libri di testo per le scuole (di P. Vallardi) (vol. 13, fasc. 6, febbraio 1900);

Laboratorio di ricerche sulla carta (vol. 13, fasc. 10, marzo 1900); Gli alunni e le alunne delle nostre scuole (vol. 13, fasc. 13, aprile 1900); Le feste per il centenario di Gutemberg (vol. 13,

fasc. 22, giugno 1900); Per la morte di Umberto I (vol. 13, fasc. 32, agosto 1900); Tariffa

doganale russa (vol. 13, fasc. 38, settembre 1900); Conferenze su Piero Barbera (vol. 13, fasc.

46, novembre 1900), Festeggiamenti ad un collega: Galeati Paolo (vol. 13, fasc. 48, dicembre 1900).

2.3 Conclusione

Come si può notare dai titoli riportati, il Giornale della libreria è caratterizzato da articoli che afferiscono al mondo del libro ma all'interno di questo ambito gli argomenti sono caratterizzati da una spiccata eterogeneità: si spazia dalle cronache giudiziarie di ambito librario, ad argomenti riguardanti statistiche, da questioni sulla censura, alle questioni riguardanti il prezzo e gli sconti da applicare sui libri, da articoli di critica letteraria, a statistiche sulle biblioteche italiane, dagli aggiornamenti di ambito tecnico, alle notizie sugli scioperi, dalle notizie provenienti dai congressi internazionali a informazioni storiche di varia natura. Uno strumento dunque molto utile per l'aggiornamento degli operatori del settore presso i quali riscosse, fin dalle prime annate, un ottimo successo. I temi affrontati nel Giornale della libreria rivelano anche l'ottimo livello culturale degli operatori del settore librario italiano e fanno percepire la cura e l'attenzione che l'A.T.L.I. nutriva nei confronti del suo Organo ufficiale. Di tale attenzione si hanno echi anche nei verbali delle Assemblee ordinarie dove, seppur brevemente, il presidente dell'A.T.L.I., nella sua

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relazione28, non omette mai di parlare dello stato di salute del periodico, specialmente sotto il profilo economico, cercando di spronare i soci a porre attenzione a questo strumento, invitandoli a far pervenire suggerimenti o spunti di riflessione o di dibattito alla direzione del Giornale.

28 Cfr. Giornale della libreria, vol. 1, fasc. 23, 03 giugno 1888, p. 222, vol. 4, fasc. 39, 27 settembre 1891, p. 680, vol. 5, fasc. 31, 31 luglio 1892, p. 294, vol. 6, fasc. 28-29, 16 luglio 1893, p. 287, vol. 7, fasc. 32 15 settembre 1893 p. 342, vol. 8, fasc. 37-38, 15-22 settembre 1895, p. 387, vol. 9, fasc. 39-40, 04 ottobre 1896, p. 452, vol. 10, fasc. 38-39, 26 settembre 1897, p. 388, vol. 11, fasc. 38-39, 25 settembre 1898, p. 386.

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CAPITOLO 3

GLI ARTICOLI SULLE ESPOSIZIONI LIBRARIE E DELLE ARTI AFFINI NEL

GIORNALE DELLA LIBRERIA

Gli articoli riguardanti le esposizioni del libro e delle arti affini riportati sul Giornale della

libreria dalla fondazione del periodico fino al 1900, esprimono una serie di dati e suggeriscono

diversi spunti di riflessione allo studioso che cerca di leggere i dati in controluce.

3.1 Le esposizioni librarie luogo della circolazione libraria e delle idee

Le esposizioni librarie, nel periodo preso in considerazione nel presente elaborato (e non solo), svolgono un ruolo importante all'interno del mondo librario. Il loro compito è quello di aiutare lo sviluppo del commercio del libro e di favorire la circolazione delle varie novità librarie e delle varie novità tecniche riguardanti l'intera filiera del libro. Le esposizioni sono anche luoghi deputati, in un periodo come quello oggetto del presente elaborato nel quale le comunicazioni non son ancora molto sviluppate, all'incontro, allo scambio di idee, alla comunicazione dei vari operatori del settore che possono così mettere in mostra i propri prodotti e i risultati delle proprie intuizioni imprenditoriali.

Questo vale per le esposizioni nazionali, nel quadro di una nazione, come l'Italia, da poco riunita sotto un unico Stato e ancor più per quelle internazionali che permettono ad espositori lontani fisicamente e culturalmente di entrare in contatto e di interagire.

3.2 L'attenzione per le esposizioni

Gli articoli inerenti le esposizioni all'interno del Giornale della libreria sono molto spesso dei brevi trafiletti, senza l'indicazione dell'autore, che segnalano l'intenzione di fare un'esposizione o descrivono in modo essenziale l'andamento dell'esposizione in corso di svolgimento o che si è appena conclusa. Ad una prima superficiale lettura dei fascicoli del Giornale della libreria può quindi sembrare che l'attenzione del periodico e quindi più in generale dell'A.T.L.I., riguardo alle

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esposizioni, possa essere marginale. In realtà, considerazioni di più ampio respiro pongono la questione sotto un'altra luce. Il Giornale, per come è impostato, non è generalmente caratterizzato da articoli troppo lunghi, che ricorrono in media nella misura di uno o due articoli per fascicolo. E' quindi prassi generale riportare le notizie in brevi trafiletti, facili da consultare. Ciò che colpisce è la frequenza degli articoli concernenti le esposizioni: in media ogni 3 fascicoli ci si imbatte in un articolo che parla di esposizioni. L'occorrenza degli articoli per ciascun anno è così suddivisa:

Anno. Numero articoli riguardanti

esposizioni.

Numero esposizioni effettuate nell'anno. 1888 10 8 1889 7 5 1890 7 4 1891 25 9 1892 13 7 1893 18 4 1894 30 8 1895 22 12 1896 15 10 1897 14 8 1898 19 7 1899 31 9 1900 38 9 Totale 249 100

Come si può notare, anche se non si registra un'impennata del numero delle esposizioni durante gli anni, si evidenzia però un numero crescente di articoli più o meno lunghi all'interno dei fascicoli, almeno negli ultimi tre anni (dal 1898 al 1900). Questo a testimonianza dell'attenzione del periodico per le manifestazioni espositive.

Anche da parte dell'A.T.L.I. in modo diretto vi sono manifestazioni di attenzione verso le esposizioni. L'Associazione si fa in più occasioni promotrice di iniziative di supporto economico o logistico per la realizzazione di iniziative espositive:

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dell'Associazione sono impegnati nella Commissione raccolta fondi. Ai sottoscrittori delle azioni della mostra rientrerà l'80% del capitale versato.29

– In occasione delle Esposizioni riunite di Milano del 1894 l'A.T.L.I. è indicata come una delle associazioni ideatrici dell'Esposizione e i vertici associativi fanno parte del Comitato della Sezione Arti grafiche. L'A.T.L.I. si fa anche promotrice di sottoscrizioni fra i soci per supportare economicamente le spese di allestimento della mostra. La sede dell'A.T.L.I. funge anche da base logistica per la consegna delle opere da esporre.

– Per l'Esposizione universale di Parigi del 1900 l'A.T.L.I. svolge azione di facilitazione per la partecipazione dei propri soci all'Esposizione nominando, fin dal mese di dicembre del 1898 Carlo Orsenigo quale rappresentante dell'A.T.L.I. all'interno del Comitato esecutivo dell'Esposizione. Orsenigo poi si farà promotore della vetrina unica per l'Esposizione mondiale di Parigi che avrà la funzione di riunire in modo ordinato tutti gli espositori italiani a Parigi.

Alla luce di tutto ciò si può quindi affermare che un'Associazione come l'A.T.L.I. e di conseguenza il suo Organo ufficiale, reputavano importante la promozione delle esposizioni librarie sia per quanto riguarda la parte preparatoria, sia per quanto concerne lo svolgimento della manifestazione stessa. Importanza e attenzione veniva riservata anche alle premiazioni che seguivano le manifestazioni espositive. Svariati sono gli articoli che riportano gli esiti delle premiazioni con la pubblicazione delle lunghe liste dei premiati divisi per sezione e per tipologia di premio.

Un grande lavoro veniva svolto dall'A.T.L.I. anche per quanto riguarda le facilitazioni nelle tariffe dei trasporti e nel calmierare i dazi doganali. Molti sono gli articoli che attestano il lavoro, effettuato dall'Associazione tramite referenti governativi o istituzionali, per fare in modo di ottenere riduzioni di dazi doganali o per ottenere tariffe agevolate per i trasporti marittimi e ferroviari per gli espositori.

3.3 Italia ed estero: riflessioni sulle sedi espositive

Le città dove si tenevano le esposizioni oggetto dei regesti forniscono degli spunti su quelle che potevano essere le località dove maggiormente si manifestava il fermento culturale che portava a istituire una mostra. La situazione può essere così riassunta a livello schematico:

(24)

Anno Sedi italiane Sedi estere 1888 2 6 1889 - 5 1890 2 2 1891 3 6 1892 5 2 1893 - 4 1894 3 5 1895 2 10 1896 - 10 1897 1 7 1898 3 4 1899 7 2 1900 5 4 Totale 33 67

Fra le sedi italiane quelle situate nel Nord sono numericamente superiori. Sede della maggior parte delle imprese riguardanti la filiera del libro, il Nord d'Italia non poteva non primeggiare, a livello numerico, fra le sedi espositive: accanto a Venezia, Genova e Bologna spiccano sicuramente Milano e Torino, le due grandi città industriali del Nord che facevano da traino anche sul piano culturale. Le maggiori esposizioni del periodo preso in esame, per quanto riguarda l'Italia, si svolgono proprio in queste due città: dalle Esposizioni riunite di Milano del 1894 all'Esposizione generale di Torino del 1898. Per quanto riguarda il resto d'Italia, una seppur minima attività espositiva si segnala a Napoli e a Palermo. Roma si segnala solo per un paio di iniziative a cavallo tra gli anni 1899 e 1900 mentre Firenze, sede di fermenti editoriali che cominciano a soffrire di un certo appannamento, risulta praticamente assente dai circuiti espositivi dell'epoca.

Per quanto riguarda le sedi estere la sede più attiva risulta essere Parigi, con una serie di esposizioni che vanno da quella Universale del 1889 a quella anch'essa Mondiale del 1900, passando per un serie di mostre ed esposizioni disseminate lungo tutto il periodo preso in considerazione. Un'altra sede molto attiva è Lipsia, sede del Börsenverein, la Borsa libraria. A Lipsia ogni anno si svolgeva la fiera libraria di Pasqua, patrocinata dalla “potente”30 Associazione libraria tedesca, che richiamava nella città teutonica operatori del settore da tutta Europa. Il

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Giornale della libreria non manca quasi mai di riportare notizie della Fiera di Pasqua di Lipsia.

Riecheggia, negli articoli, un senso di ammirazione nei confronti dei colleghi tedeschi e una costante attenzione per le loro attività. Altre sedi attive risultano essere Berna, Bruxelles, Chicago, in quanto sede, nel 1893, di un'Esposizione mondiale, Londra, molto attiva con diverse iniziative espositive, Strasburgo e Vienna.

Dunque una fitta rete europea di sedi espositive e una spiccata attenzione, da parte dell'A.T.L.I., verso le iniziative espositive che si svolgevano all'estero.

3.4 Case editrici e Tipografie coinvolte nelle esposizioni: dislocazione

geografica

Dando uno sguardo alle aziende tipografiche editrici e librarie italiane coinvolte nelle esposizioni e riportate nell'indice ad esse dedicate, possiamo porre la nostra attenzione sulla loro dislocazione geografica. La situazione può essere schematizzata raggruppando le città sedi di azienda per regione:

Regione Numero di aziende coinvolte (tra parentesi quelle con sede nel Capoluogo Regionale)

Lombardia 26 (24) Piemonte 10 (9) Lazio 8 (8) Liguria 5 (4) Emilia Romagna 2 (1) Sardegna 2 (1) Toscana 2 (1) Veneto 2 (1) Campania 1 (1) Umbria 1 (0)

Come possiamo notare, l'esiguo campione di aziende scaturito dagli indici ricalca abbastanza fedelmente il panorama tipografico editoriale italiano di fine Ottocento. La maggior parte delle aziende risulta avere sede in Lombardia e in particolare a Milano. La Lombardia e il Piemonte sono, come abbiamo già detto, le sedi maggiormente sviluppate dal punto di vista editoriale. Nella nostra tabella dopo le prime due regioni troviamo il Lazio con Roma: delle 8 aziende presenti nell'indice tutte hanno sede nella Capitale. Roma risente positivamente dell'impulso derivante dall'essere Capitale d'Italia e Sede Pontificia. Seguono nella tabella altre regioni del

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Centro-nord con l'eccezione delle uniche due regioni dislocate al Sud (Campania e Sardegna). Quest'ultimo dato è l'ennesimo sintomo dell'arretratezza del Meridione nel settore tipografico editoriale.

Un altro dato che emerge dall'ultima tabella è l'elevato numero di sedi aziendali nelle città Capoluogo di Regione probabilmente dovuto al fatto che la grande città offriva, con la presenza di istituzioni, scuole e aziende, maggiori occasioni di sviluppo economico alle aziende editoriali e tipografiche.

3.5 Esposizioni librarie e non solo

Come si può notare leggendo con attenzione i regesti e gli indici, le esposizioni sono di varia natura. Vi sono esposizioni solamente librarie, altre riguardanti la tipografia e le arti grafiche, molte altre riguardanti le arti grafiche e tipografiche abbinate a mostre librarie, altre ancora abbinate a congressi, altre abbinate ad iniziative espositive riguardanti la medicina, la pedagogia, la geografia e il suo insegnamento, la musica, altre commemorative come quella su Alessandro Volta tenutasi a Como nel 1899 o quella su Bismarck tenutasi a Lipsia sempre nel 1899. Un ventaglio ampio di tematiche, che rendono impossibile una qualche riduzione schematica ma che nella loro eterogeneità, danno un quadro generale di attivismo e di fermento dove il libro e le arti affini godono di grande attenzione anche in ambiti tematici distanti da quelli propriamente afferenti le arti grafiche.

Una novità che si nota nelle tematiche espositive è quella della nascita e del rapido incremento delle esposizioni dedicate ai manifesti pubblicitari o affissi come si diceva all'epoca. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta del Secolo XIX numerose sono le iniziative espositive riguardanti appunto i manifesti, iniziative di cui non si hanno notizie nelle annate precedenti: nel 1896 si hanno l'Esposizione di affissi ed ex libris di Berlino, l'Esposizione di affissi di Dresda e quella di Strasburgo; nel 1897 si svolgono l'Esposizione di manifesti di Hannover, quella di manifesti illustrati di Mosca, quella internazionale di manifesti di San Pietroburgo; nel 1898 all'interno dell'Esposizione generale di Torino, viene allestita un'Esposizione di pubblicità e nel 1899 viene allestita l'Esposizione di réclames di Bergamo e quella di pubblicità di Genova. Tutto questo fermento di mostre riguardanti la pubblicità è sintomo dell'attenzione che il mondo delle arti grafiche riponeva nei confronti di questo nuovo prodotto tipografico e sulle favorevoli ripercussioni economiche che il nascente mondo della pubblicità riservava essenzialmente agli operatori tipografici.

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Nota metodologica

I regesti sono stati effettuati sulla base degli articoli inerenti le esposizioni del libro e delle arti affini, riportati nei fascicoli del Giornale della libreria, della tipografia, delle arti e delle

industrie affini, dalla fondazione del periodico (1888) al 1900. I fascicoli sono stati consultati

elettronicamente tramite il sito web della Biblioteca nazionale Braidense31 (www.braidense.it/risorse/emeroteca.php). Nel presente elaborato si è mantenuta l'indicazione dei fascicoli riportati nel suddetto sito internet: numero progressivo di ciascun volume o annata, indicazione del numero progressivo di fascicolo, mese e anno di pubblicazione e indicazione della pagina nella quale si trova l'articolo.

Ogni scheda riporta, oltre all'indicazione del volume, del fascicolo e della pagina, un numero progressivo che è stato utilizzato per facilitare la consultazione. Tale numero è quello che è stato utilizzato anche per effettuare i richiami negli indici. Ogni scheda è composta da un titolo, che corrisponde al titolo originale riportato sul fascicolo, luogo dell'esposizione e data. Fra parentesi vengono riportate le date delle esposizioni desunte in altri articoli regestati ma non riportate direttamente nell'articolo oggetto della scheda.

Sono stati quindi consultati tutti gli articoli che all'interno del Giornale della libreria, parlano di esposizioni di libri, da quelli che si occupano di riferire dei preparativi, alle cronache riguardanti lo svolgimento delle esposizioni, agli articoli che riferiscono delle premiazioni e dei verdetti delle giurie. E' necessario ricordare che la realizzazione di ciascuna esposizione era foriera di una serie di piccoli e grandi problemi logistici e organizzativi che dovevano essere affrontati: spesso si formava un comitato, bisognava sovrintendere alla preparazione, al reperimento dei fondi, si dovevano spingere le aziende a partecipare e ad esporre i prodotti, si doveva formare una giuria che decidesse quali aziende espositrici premiare e via dicendo.

Tutti gli articoli inerenti le esposizioni e la loro preparazione, sono stati presi in considerazione in modo da dare un'informazione completa circa lo svolgersi di un'esposizione: dall'idea iniziale alla conclusione. Per quanto riguarda le liste dei premiati si è deciso di non riportare la lista completa ma di segnalare e indicizzare solo le aziende prime classificate. Questo è stato fatto per evitare che le voci degli indici lievitassero in modo incontrollato. In alcuni limitati regesti non sono stati

31 Il lavoro risente quindi delle lacune del posseduto della suddetta Biblioteca: Volume 2 (1889) mancano le pp. 49-50-51.

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inseriti neppure i nomi dei vincitori perché, sebbene ci si limitasse ai primi classificati, il numero degli inserimenti sarebbe stato comunque elevato.

VOLUME 1 1888

(1) Volume 1, fascicolo 9 (febbraio 1888) p. 88.

Titolo: Sulla Mostra tipografica operaia. Luogo: Milano.

Data: 1887.

Si segnala che è stata pubblicata la relazione sulla Esposizione tipografica operaia, tenutasi nel 1887 a Milano. Si pone l’accento sul fatto che la suddetta pubblicazione descrive l’andamento della mostra partendo dai lavori preparatori, fino all’inaugurazione e alle premiazioni.

(2) Volume 1, fascicolo 16 (aprile 1888) p. 158.

Titolo: Esposizione grafica. Luogo: Lipsia.

Data: Aprile 1888.

Nel mese di aprile dell’anno 1888 avrà luogo a Lipsia un’Esposizione grafica. Si segnala la presenza di una collezione di riviste speciali della libreria e dell’industria del libro curata dall’Export journal edito dall’Editore Hedeler di Lipsia. Sarà presente anche l’Associazione tipografico-libraria italiana.

(3) Volume 1, fascicolo 18 (aprile 1888) p. 172.

Titolo: Una Esposizione retrospettiva del lavoro.

Luogo: Prossima Esposizione universale di Parigi, grande navata del Palazzo delle arti liberali al Campo di Marte.

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Gli oggetti saranno divisi in 5 sezioni. Ci si sofferma sull’enunciazione della Classe Seconda della Seconda Sezione (Arti liberali comprendenti manoscritti, tipografia, libri, caratteri a stampa, torchi, tipi di carta). All’interno di questa Sezione verrà allestita l’officina di un tipografo e la bottega di un libraio del secolo XVI°. Ci si sofferma poi sulla Classe Quinta della stessa Sezione che avrà per oggetto Litografia e cromolitografia artistica: stampe, utensili e macchine per l’impressione.

(4) Volume 1, fascicolo 20 (maggio 1888) p. 190. (4)

Titolo: Il Palazzo della libreria germanica. Luogo Lipsia.

Data: 29 aprile 1888.

Nella prima parte dell’articolo si parla della storia della Borsa libraria di Lipsia (Börsenverein) a partire dalla seconda metà del XVIII secolo e si narra dell’evoluzione del commercio librario che ha portato alla decisione, nel 1884, di erigere un palazzo dedicato a questo tipo di commercio. All’interno della Borsa vi sono sale per riunioni, una biblioteca, la sede dell’Associazione libraria e del Börsenblatt (Giornale della libreria), la sede del Consorzio tipografi, locali per esposizioni e il Museo industriale librario. La cerimonia di inaugurazione prevede varie manifestazioni tra le quali un concerto e la rappresentazione di un’opera drammatica sulle vicende di un libraio. E’ stata organizzata anche un’Esposizione libraria e una mostra dell’industria della stampa.

(5) Volume 1, fascicolo 22 (maggio 1888) p. 211. (5)

Titolo: La libreria alla Esposizione vaticana. Luogo: Città del vaticano.

Data: (1888).

L’articolo è stato desunto da una serie di articoli pubblicati sulla Civiltà cattolica riguardanti l’andamento dell’Esposizione vaticana. Vengono segnalati testi presentati dalla Tipografia vaticana e dalla Tipografia Poliglotta di Roma. Ci si sofferma poi sui doni presentati al Papa: i frati di Montecassino donarono una collezione contenente, fra le altre opere, i Regesti di

Clemente V, la Bibliotheca Cassinensis e un Canone in pergamena. La Regina d’Inghilterra donò

una Bibbia vulgata. Il Re Alberto di Sassonia donò copia della Biblia pauperum, i fratelli Salmin di Padova fecero dono di una Divina commedia in miniatura mentre una Carta topografica della Diocesi di Aosta di 6 m² venne donata dall’Abate Vescas (in realtà Vescoz32, ndr).

(6) Volume 1, fascicolo 25 (giugno 1888) p. 262.

Le arti grafiche alla Esposizione di Bologna. Luogo. Bologna, Palazzo dell’industria. Data: (1888).

Le arti esposte risultano suddivise in cinque classi: Classe 1: Carta, modi di fabbricarla e paste per fare la carta; Classe 2: Inchiostri da stampa e da scrivere, rulli tipografici e litografi, balestre, casse per caratteri a stampa; Classe 3: Legature e loro ornamenti; Classe 4: Materiale di tipografia: punzoni, metrici, caratteri: fregi tipografici, processi per la stereotipia e galvanotipia, libri, pubblicazioni periodiche, collezioni letterarie e scientifiche; Classe 5: Prodotti dell’incisione in legno, in pietra e metallo, prodotti della fotografia.

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