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Proposta di progetto di un parco sostenibile per la nuova biblioteca comunale di Pisa

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Academic year: 2021

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Università degli Studi di Pisa

Facoltà di Agraria

Corso di Laurea Magistrale

in

Produzioni Agroalimentari e Gestione degli Agroecosistemi

Anno Accademico 2010-2011

Tesi di Laurea

“Proposta di progetto sostenibile per il parco della nuova

biblioteca comunale di Pisa”

Candidato: Francesco Falcone

Relatore: Chiar.mo Prof. S. B. Consorti Correlatore: Chiar.mo Prof. Fabrizio Cinelli

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Sommario

1 INTRODUZIONE ... 6

2. STATO ATTUALE DELL’AREA DI INTERVENTO ... 8

2.1. ANALISI DELL’AREA... 8

2.2. DESCRIZIONE DELL’AREA ... 9

2.2.1 INFRASTRUTTURE PRESENTI ... 19

2.2.2. OBIETTIVI DEL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA FISSATI DAL COMUNE DI PISA E DALLA REGIONE TOSCANA ... 21

2.3. INQUADRAMENTO URBANISTICO, RISORSE NATURALI E STORICO CULTURALI ... 21

2.4. INDAGINE ANAGRAFICA ... 23

2.4.1. CONCLUSIONI ... 27

2.5. DATI CLIMATICI ... 27

3. DESCRIZIONE DEL PROGETTO ... 29

3.1. PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ ADOTTATI NELLA PROGETTAZIONE ... 29

3.2. LA SCELTA DELLE ORNAMENTALI MEDITERRANEE ... 30

3.3. LA RINUNCIA ALL’IMPIANTO DI IRRIGAZIONE ... 31

3.4. UN'UNICA AREA FUNZIONALE STUDIO-RELAX ... 32

3.5 RENDER DEL PROGETTO ... 34

4. PROGETTO DELLE STRUTTURE ... 37

4.1. SEDUTE ... 37

4.2. PAVIMENTAZIONE ... 41

4.3. ILLUMINAZIONE ... 42

5. PROGETTO DELLE OPERE A VERDE ... 43

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5.2. RINNOVO DELLE SPECIE PRESENTI ... 44

5.3. LE ESSENZE SCELTE ... 45

5.4. COLLOCAZIONE DELLE ESSENZE ARBUSTIVE ED ERBACEE ... 50

5.5 SCELTA E COLLOCAZIONE DELLE ESSENZE ARBOREE ... 59

5.6. PIANO DI MANUTENZIONE DELLE OPERE ... 63

6. I DOCUMENTI PER L’APPALTO DELLE OPERE ... 64

6.1. CAPITOLATO GENERALE D’APPALTO ... 64

6.2 CAPITOLATO SPECIALE PER LE OPERE A VERDE ... 69

6.3 COMPUTO METRICO ESTIMATIVO ... 80

6.4 ELENCO PREZZI UNITARI ... 86

6.5 PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO (Contenuti minimi del piano) ... 92

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1. INTRODUZIONE

L’oggetto di questa tesi è una proposta di progetto sostenibile dell’area verde al servizio della nuova biblioteca comunale di Pisa che prenderà il posto di quella attuale a Palazzo Pretorio in Lungarno Galilei e ospiterà 132.000 volumi, ovvero 60.000 in più di oggi.

L’obiettivo prefissato è quello di progettare un’area verde che abbia una funzione di parco studio e allo stesso tempo ricreativa, cercando di rendere il più sostenibile possibile la progettazione, la realizzazione e la gestione. In questo contesto per sostenibile si intende la possibilità, concreta e reale, di sfruttare con efficienza le risorse disponibili nel luogo in cui ci si trova e di ricorrere a scelte di risparmio energetico sia per quanto riguarda l’illuminazione che per la manutenzione dell’area.

In virtù di ciò nella progettazione si è scelto di ridurre al massimo l’uso di risorse, in particolare idriche ed elettriche, utilizzando rispettivamente specie vegetali di origine mediterranea che non richiedono irrigazione e un’illuminazione a basso consumo energetico. In quest’ultimo caso si è deciso di seguire il regolamento della regione Lombardia in materia di illuminazione pubblica che è risultato il più compatibile con l’idea di sostenibilità proposta.

Sempre nell’ottica della sostenibilità si è cercato di economizzare sull’importo dei lavori recuperando quanto più possibile ciò che l’area possiede come ad esempio le grandi alberature presenti e la ben consolidata vegetazione spontanea presente sul lato sud dell’area racchiusa all’interno di un muro di recinzione che verrà recuperato. In più non ricorrendo a tappeti erbosi si annullano gli input energetici necessari alla sua manutenzione, risparmiando sulla mano d’opera.

L’idea del verde ornamentale senza irrigazione deriva dallo studio approfondito delle teorie di Olivier Filippi che vede nell’aridità non un limite bensì una risorsa.

Dato il tema principale di progettazione di un’area verde di pertinenza di una biblioteca, si è pensato di far riferimento a quelle che sono considerate le eccellenze nella dotazione di questo genere di verde ovvero i campus delle migliori università americane anche se la scala dell’intervento è dimensionalmente molto più importante.

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Per esempio il verde di pertinenza di una delle tante biblioteche del campus della University of California a Berkeley si estende su un area di circa tre ettari a fronte di un’area di poco più di 8.000 m2 del parco della biblioteca comunale di Pisa. In più l’edifico biblioteca di Pisa risulta circa un decimo di quello di Berkeley. Date le dimensioni di quest’ultimo l’area studio è concentrata all’interno della struttura mentre, in questa proposta, dati gli spazi a disposizione si è pensato di estenderla anche nell’area verde della biblioteca. Per questo motivo sono state progettate apposite strutture che verranno analizzate di seguito.

Il progetto segue le norme sugli appalti pubblici ed è stato sviluppato in tutta la documentazione obbligatoria per la realizzazione delle opere pubbliche.

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2. STATO ATTUALE DELL’AREA DI INTERVENTO

2.1. ANALISI DELL’AREA

Prima di cominciare la progettazione, come da buona norma, è stata effettuata una serie di sopralluoghi al fine di individuare i punti di forza, le debolezze e le opportunità del luogo.

La prima cosa che è risaltata è la silenziosità del luogo che ha subito determinato l’idea di estendere l’area studio, che di solito è limitata all’interno dell’edificio della biblioteca, anche all’esterno progettando apposite sedute. Subito dopo la presenza di grandi alberature e di rigogliosa e ben sviluppata vegetazione spontanea presente sul lato sud (fig…) ha suggerito l’idea di sfruttare quanto più possibile queste che possono essere definite come risorse. Il clima mediterraneo dell’area, invece, è la base su cui si fonda la proposta del verde ornamentale senza irrigazione.

Un limite che si è subito rilevato è la ridotta dimensione dell’area oggetto di studio che si colloca in una zona che è tutto sommato periferica rispetto al centro cittadino e alla viabilità principale e che ha visto, sin dagli anni Settanta, un lento processo di degrado. La costruzione della nuova biblioteca rientra appunto in un progetto, co-finanziato per il 60% dalla Regione Toscana e per il restante dal Comune di Pisa, che mira alla riqualificazione di un'area che nonostante il forte processo di degrado subito, possiede al contempo valori e qualità urbane. Infatti dall’indagine anagrafica eseguita nelle fasi preliminari di progettazione e di cui si parlerà in seguito, sono emersi dei dati che possono essere definiti dei punti di forza dell’area. Quest’ultima difatti si trova nella circoscrizione più piccola della città che al tempo stesso è anche la più popolata. La fascia d’età prevalente poi, che è quella adulta, ben rappresenta il target, ovvero il tipo di fruitore ideale, di un parco studio.

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9 2.2. DESCRIZIONE DELL’AREA

La nuova biblioteca comunale, il cui progetto è a cura dell’Arch. Marco Guerrazzi, sarà costituita da un fabbricato a tre piani fuori terra e da un piano interrato. L’edificio e il parco saranno costruiti in luogo del vecchio fabbricato adibito a dopolavoro per i dipendenti dell’ormai inattivo stabilimento di ceramiche Richard Ghinori. Negli anni Novanta l’area divenne sede del centro sociale Macchia Nera, oggi sgomberato.

L’area dove nascerà il parco ha una superficie di circa 8800 m2 ed è esposta prevalentemente a sud. Confina a sud con il viale delle Piagge, a nord est e a nord-ovest con dei complessi residenziali mentre a sud-est si affaccia su piazza Richard Ghinori. Gli accessi al parco sono tre : a nord-est da piazza Richard Ghinori, a ovnord-est da via Padre Felice Prinetti e a sud dal viale delle Piagge. (Figura 1). I primi due già esistenti, date le dimensioni e il posizionamento, sono da considerarsi gli accessi principali, mentre il terzo è stato creato al fine di rendere più agevole l’ingresso dal viale. Figura 1 Ingresso Piazza Richard Ghinori Ingresso Viale delle Piagge Ingresso Via Prinetti N

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L’area del futuro parco presenta attualmente, nella parte a sud-est, una zona di deposito per le attrezzature della ditta che si sta occupando della costruzione dell’edificio (Fig. 2). Al centro vi è un’area adibita al movimento dei mezzi di cantiere e un deposito di materiali di risulta (Fig. 3).

Figura 2

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A nord-ovest si osserva un’area dismessa e abbandonata a se stessa dove sono presenti alberature, vegetazione spontanea, arbusti di vario tipo. Nello specifico le specie presenti sono costituite da pioppi, tigli, robinie, sambuchi e un cipresso (Fig. 4-5-6-7-8).

Figura 4 (Pioppi)

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Figura 6 (Robinie)

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Per quanto riguarda i confini, da est a nord-ovest il parco confina con condomini, unità abitative bifamiliari con piccolo giardino e con piccoli orti. Per i condomini posti a est, il confine è delimitato da una recinzione costituita da un muretto su cui è fissata una rete sostenuta da pali. Sempre a est le villette presentano un muro di recinzione, in alcuni casi non particolarmente alto (Fig. 9-10), mentre gli orti a nord solo una rete metallica alta circa due metri anch’essa sostenuta da pali (Fig.11). A nord-ovest invece è presente un muro di recente costruzione alto poco più di due metri (Fig.12).

Figura 9

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Figura 11

Figura 12

A sud-est è presente un muro che delimita la zona dove è presente il dislivello, di circa tre metri, tra il piano del parco e quello della pista ciclabile del viale delle Piagge. Alle spalle del muro è presente una folta siepe di sambuchi che sporge fino alla pista ciclabile del viale (Fig.13-14).

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Figura 13

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La recinzione presente su questo lato del viale si presenta molto grossolana e consiste in teli ombreggianti sostenuti verticalmente da tondini in ferro (Fig.15).

Figura 15

A sud-est invece si osservano da un lato una recinzione in grigliato metallico, che separa l’area fitness attrezzata di pubblico utilizzo presente sul viale dal parco, mentre dall’altro lato una rete metallica sostenuta da paletti in acciaio adeguatamente alta (Fig 16-17).

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Figura 17

Come detto in precedenza gli ingressi sono tre. Di questi quello in piazza Richard Ghinori è attualmente adibito all’entrata e all’uscita dei mezzi da lavoro (Fig. 18) mentre sia quello del viale delle Piagge, sia quello di via Prinetti sono attualmente chiusi (Fig. 19-20).

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Figura 19

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19 2.2.1 INFRASTRUTTURE PRESENTI

Per quanto riguarda le infrastrutture presenti nell’area è stato possibile osservare sul viale delle Piagge e nelle immediate vicinanze del parco una fermata della CPT servita dalle linee n°14, 22 e 80 (Fig.21). Di fronte all’ingresso sul viale delle Piagge è presente una pista ciclabile (Fig.13) e un piazzale con attrezzature sportive e per bambini (Fig.22). Di fronte l’ingresso in piazza Richard Ghinori è presente un parcheggio per circa 15 posti auto (Fig.23).

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Figura 22

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21 2.2.2. OBIETTIVI DEL PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DELL’AREA FISSATI DAL COMUNE DI PISA E DALLA REGIONE TOSCANA

Uno degli obiettivi del processo di riqualificazione e riorganizzazione delle funzioni dell’area è la valorizzazione del sistema museale e culturale che si snoda lungo l’area del fiume Arno, con una serie di complessi di valore artistico-culturale. Qui il polo di arte contemporanea di S. Michele degli Scalzi completa questo sistema in quanto logisticamente localizzato in strettissimo contatto e sinergia con la futura biblioteca comunale, in modo da creare una situazione di ampio respiro culturale che, con il fiume Arno e il parco urbano delle Piagge, rappresenta l’unione ideale tra la città antica e l’area di espressione moderna di Pisa Nuova e Cisanello. L’intervento, oltre a una forte valenza architettonica e urbanistica, ha un valore culturale straordinario, in quanto ha permesso il recupero di una struttura vincolata (Legge n. 1089 del 1939) permettendo così di riutilizzare delle aree da destinare a parco urbano e alla creazione di piazze e di nuovi percorsi pedonali.

2.3. INQUADRAMENTO URBANISTICO, RISORSE NATURALI E STORICO CULTURALI

L’area in oggetto si trova nel complesso di S. Michele degli Scalzi ed è situata a est della città di Pisa, a margine del fiume Arno e del parco urbano delle Piagge. Ricade nella ex Circoscrizione n°5 oggi denominate Consigli Territoriali di Partecipazione (CTP). Tale CTP risulta essere il più popolato della città e al tempo stesso quello di dimensioni minori.

Posto sulla riva destra del fiume Arno tra il ponte delle Bocchette e il ponte della Vittoria, ed esteso per circa 14 ettari, il viale delle Piagge si presenta oggi quasi come un bosco ripariale. Si definisconoboschi ripariali quelle formazioni boscate che si trovano lungo i corsi d'acqua e che sono caratterizzate da specie arboree che riescono a vivere anche se le radici risultano immerse nell'acqua per lunghi periodi. Queste formazioni sono indispensabili per garantire la stabilità delle sponde e la qualità delle acque.

Qui si possono infatti distinguere due fasce di vegetazione parallele: più vicino all’acqua quella di tipo igrofilo, è dominata da Pioppi Populus spp. e da canneti di Phragmites australis (Cannuccia) e Arundo donax

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(Canna), mentre lungo sentieri e viali si trovano Pinus pinea (Pini domestici), Quercus ilex (Lecci) Tilia sp. (Tigli), Platanus hybrida (Platani), arbusti di Laurus nobilis (Alloro), Vibornum tinus (Tino), Buxus

sempervirens (Bosso), Hedera Helix (Edera), Robinia Pseudoacacia

(Robinia), Sambucus nigra (Sambuco).

Dal punto di vista storico-culturale l’area è caratterizzata dalla presenza di un complesso monumentale di origine medievale, costituito dalla chiesa di S. Michele degli Scalzi e dai resti di un monastero. All’interno dell’area rimangono alcune tracce dell’ex stabilimento di ceramiche Richard Ginori, dismesso, in gran parte demolito alla fine degli anni Settanta. Nelle immediate vicinanze è presente l’SMS e cioè il centro espositivo di arte contemporanea S. Michele degli Scalzi la cui struttura è stata ricavata dall'antico chiostro della chiesa.

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23 2.4. INDAGINE ANAGRAFICA

Al fine di progettare un’area verde che abbia al tempo stesso sia una funzione di parco studio per la biblioteca che di pubblica area relax, si è ritenuto utile effettuare un’indagine anagrafica riguardante la zona in cui cade l’area oggetto di studio. È buona norma infatti, nella fase preliminare di progettazione di un’area verde pubblica, capire quale potrebbe essere la tipologia d’utenza più probabile. Trattandosi di un’area verde di pertinenza di una biblioteca, si deduce che l’utente prevalente dell’area sarà quello adulto. Tuttavia, essendo l’area immersa in un contesto cittadino non si può non tener presente la popolazione che vive nelle vicinanze e che sarà di sicuro tra i maggiori frequentatori dell’area. Conoscere quindi la tipologia di questa utenza, prendendo in considerazione dati come il numero di residenti, l’età, il numero di nuclei familiari e la loro composizione, è di sicuro aiuto nella fase di progettazione della strutture allo scopo di fornire un’area che ha maggiori possibilità di riuscita nel tempo.

I dati anagrafici necessari per effettuare questa indagine sono stati forniti dall’ufficio SIT (Sistema Informativo Territoriale) del Comune di Pisa grazie alla gentile collaborazione del Geom. Marina Bonfanti. I dati messi a disposizione sono aggiornati al 17/09/2010 e comprendono:

• Totale residenti per ogni circoscrizione (Tab.1)

• Fasce di età per la circoscrizione considerata (Tab.2)

• Totale nuclei familiari e numero loro componenti per ogni circoscrizione (Tab.3)

L’area della nuova biblioteca comunale rientra nella Circoscrizione n°5 (Fig.24).

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25 Totale residenti per ogni circoscrizione

Circoscrizione Superficie in Kmq Percentuale sul territorio Totale residenti Totale %

1 53 29% 7724 8,48% 2 63 34% 12294 13,50% 3 47 25% 10408 11,43% 4 10 5% 17461 19,17% 5 6 3% 23139 25,41% 6 7 4% 20043 22,01% Totale 185 91069 Tabella 1

Dalla tabella 1 si evince che la circoscrizione 5 è tra tutte, quella di dimensioni minori e al tempo stesso la più popolata.

Nella circoscrizione considerata la popolazione residente è divisa in fasce di età come segue:

Fascia di età Residenti

% Prescolare (0-5) 896 3,87% Scolare (6-19) 2118 9,15% Adulti (20-65) 14728 63,65% Anziani (66-89) 5149 22,25% Ultranovantenni (90-109) 248 1,07% Totale 23139 Tabella 2

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Per quanto riguarda i nuclei familiari è stato possibile osservare la seguente situazione:

N° componenti del nucleo Numero nuclei %

1 5886 48,85 2 3011 24,99 3 1817 15,08 4 1048 8,70 5 216 1,79 6 41 0,34 7 18 0,15 8 5 0,04 9 1 0,01 11 2 0,02 14 2 0,02 15 1 0,01 22 1 0,01 Totale 12049 Tabella 3

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27 2.4.1. CONCLUSIONI

Dai dati delle tabelle è possibile osservare che la fascia di età prevalente è quella degli adulti, seguita da quella degli anziani che insieme rappresentano circa l’85% dell’intera popolazione. La maggior parte dei nuclei familiari sono composti da 1-2 elementi. È possibile quindi stimare che il più probabile utente del parco, residente nella circoscrizione di appartenenza dell’area, appartiene ad una fascia d’età adulta e mediamente appartiene ad un nucleo familiare di 2-3 unità.

I dati forniti da questa indagine anagrafica hanno fornito utili indicazioni nella fase di progettazione dell’area verde. Infatti, data la fascia d’età preponderante e la non diffusa presenza di nuclei familiari numerosi, si è ritenuta valida l’idea iniziale di progettare uno spazio che oltre a svolgere la funzionalità di area studio di un complesso bibliotecario, può essere considerato anche come un’ampia zona di relax dedicata ad un pubblico adulto.

2.5. DATI CLIMATICI

I dati climatici della zona in questione sono stati forniti dalla stazione meteorologica di Pisa S. Giusto. Questa è la stazione meteorologica di riferimento per il servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare e per l’organizzazione mondiale per la meteorologia relativa alla città di Pisa. La stazione si trova presso l’aeroporto Galileo Galilei della città. Situata nell'omonimo territorio comunale tra la città e il mare (circa 5 km a sud-ovest dal centro storico cittadino), a 1 metro s.l.m. e alle coordinate geografiche: 43°41’N 10°23’E, la stazione effettua rilevazioni orarie 24 ore su 24, con osservazioni sullo stato del cielo e su temperatura, precipitazioni, pressione atmosferica con valore normalizzato al livello del mare, umidità relativa, radiazione solare, direzione e velocità del vento. In base alle medie climatiche del trentennio 1971-2000, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di 6,8 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, è di 23,4 °C; mediamente si contano 34 giorni di gelo all'anno (cioè un giorno in cui la temperatura raggiunge o scende sotto i

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0°) e 35 giorni annui con temperatura massima uguale o superiore a 30 °C. Nel trentennio esaminato, i valori estremi di temperatura sono i +37,8 °C del luglio 1983 e i -13,8 °C del gennaio 1985.

Le precipitazioni medie annue si attestano a 894 mm, mediamente distribuite in 85 giorni, con minimo in estate, picco in autunno e massimo secondario in primavera. Il vento presenta una velocità media annua di 4m/s con un minimo di 3,7 m/s a maggio e un massimo di 4,3 m/s a febbraio.

Le direzioni prevalenti sono di levante (est) da settembre ad aprile e di ponente (ovest) tra maggio e agosto.

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3. DESCRIZIONE DEL PROGETTO

3.1. PRINCIPI DI SOSTENIBILITÀ ADOTTATI NELLA PROGETTAZIONE

Dopo lo studio delle numerose definizioni di sostenibilità, sia di sviluppo, sia ambientale, sia progettuale è chiaro che il concetto di sostenibilità prevede che un’attività sia considerata sostenibile se attuabile senza limiti di tempo e risorse per un tempo illimitato. Inoltre dal punto di vista progettuale, la sostenibilità prevede che vengano usati materiali di origine naturale, di lunga durata d’esercizio e di facile smaltimento e/o riciclo a fine vita. Perché un processo sia sostenibile esso deve utilizzare le risorse ad un ritmo tale che esse possano essere rigenerate naturalmente. La fase di progettazione ha seguito, quindi, i suddetti principi di sostenibilità che non vanno a interferire con la vivibilità e la buona riuscita del progetto. Pertanto i cardini progettuali sono stati:

• La scelta di una vegetazione mediterranea ornamentale che non richiede l’utilizzo di un impianto di irrigazione e la totale assenza di prati.

• La conservazione della vegetazione esistente e il riutilizzo e recupero di quanto è già presente all’interno dell’area ove possibile.

• Il recupero delle opere murarie presenti.

• La progettazione di un impianto di illuminazione con proprietà illuminotecniche funzionali all’abbattimento dell’inquinamento luminoso e al risparmio energetico.

• La scelta di materiali eco-compatibili.

• La scelta del cemento in virtù della sua lunga durata d’esercizio per la costruzione delle sedute.

• La massima riduzione della mano d’opera per la manutenzione e la gestione dell’area puntando così all’economicità e alla buona riuscita nel tempo del parco.

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30 3.2. LA SCELTA DELLE ORNAMENTALI MEDITERRANEE

La scelta di un verde senza irrigazione è stata adottata nell’ottica di un progetto sostenibile. Al giorno d’oggi infatti ci troviamo in un periodo in cui l’acqua è una risorsa che è sempre più scarsa e che quindi va usata con cautela. Per questo motivo la scelta di essenze arbustive e erbacee ornamentali capaci di resistere a periodi di siccità di oltre tre mesi e il non utilizzo di tappeti erbosi sono sembrate le scelte da adottare. Nei mesi estivi i prati, così come le ornamentali più diffuse, per avere una buona riuscita richiedono ingenti quantità d’acqua e concimi. Di conseguenza l’acqua è necessariamente fornita da un impianto di irrigazione che però ha una serie di elevati costi sia d’impianto sia di gestione e di manutenzione. In più la sistemazione di un tappeto erboso e la sua manutenzione richiedono altresì costi elevati.

In un giardino l’aridità non va percepita come un limite in quanto offre possibilità di giardinaggio straordinarie. È un dato di fatto che in natura la flora è ben più ricca nelle regioni a clima mediterraneo che in quelle a clima temperato-continentale. Infatti in Francia ad esempio oltre il 60% delle specie vegetali è concentrato nella zona mediterranea che peraltro costituisce solo una piccola parte del territorio francese. In tutta l’Europa non mediterranea non crescono più di 6.000 specie, mentre nel sud della Francia se ne contano ben 2.000. La flora del bacino del Mediterraneo è una delle più ricche del mondo: 25.000 specie vegetali, cioè quasi il 10% della flora mondiale. Su scala globale, i botanici conoscono circa 75.000 specie vegetali che attraversano un periodo di siccità estiva, originarie delle diverse regioni del mondo a clima mediterraneo oppure di regioni adiacenti. Sintomo di questa diversità è spesso il fatto che nelle regioni asciutte il numero di specie endemico – cioè che non crescono altrove – è il più elevato. In Sudafrica, la regione del Capo, che beneficia di un clima di tipo mediterraneo, comprende, per esempio, lo straordinario numero di 5.800 specie endemiche – a titolo di paragone, nel clima umido della Gran Bretagna, su una superficie più di tre volte maggiore, se ne trovano soltanto 20.

Per sopravvivere in un ambiente difficile, le piante di clima arido si sono dovute specializzare nel corso della loro evoluzione. Si sono diversificate all’estremo, adattandosi alle diverse condizioni di suolo, esposizione, latitudine e altitudine. Lungi dal limitare la flora, l’aridità ha quindi

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favorito da millenni la diversità delle piante nelle regioni a clima mediterraneo. Tale diversità è una sorgente inesauribile per i giardini. Oltretutto una maggiore diversità comporta un migliore equilibrio naturale e una minore possibilità all’interno del giardino di imbattersi in patologie vegetali.

Le piante adatte al giardino in ambiente arido provengono in gran parte da diverse regioni a clima mediterraneo, definite da estati calde e asciutte e da inverni umidi che possono essere miti o freddi. Il clima della città di Pisa rientra perfettamente in questi parametri.

3.3. LA RINUNCIA ALL’IMPIANTO DI IRRIGAZIONE

Più dell’aridità, è spesso il cattivo uso dell’irrigazione che limita la gamma dei giardini mediterranei. Numerose piante di terreni aridi sono, in effetti, molto facili da coltivare se si rispettano le loro condizioni di origine, ma possono comportare diversi problemi di gestione se si tenta di innaffiarle in estate. Per molte di queste specie l’irrigazione può avere gli stessi effetti di una dose di diserbante. Date le piante scelte l’utilizzo di un impianto di irrigazione comporta la limitazione della gamma di piante in grado di sopravvivere in condizioni di aridità. Il risultato è senza dubbio una standardizzazione delle varietà e dei colori presenti nei giardini e di conseguenza una perdita di identità legata al clima e al suolo. Oltre alle ampie possibilità di scelta delle specie da utilizzare, l’assenza dell’impianto di irrigazione permette un risparmio su tutti i costi a esso associati.

Dopo aver consultato una serie di testi sul verde ornamentale senza irrigazione, diverse specie, la cui origine è esclusiva dei territori con clima mediterraneo, sono sembrate le più idonee per il proseguimento della sostenibilità del progetto. Queste specie, oltre che avere una notevole resistenza alla siccità, hanno anche un elevato valore estetico.

In virtù di questi cardini si è scelto inoltre di sfruttare le alberature caducifolie già presenti nell’area in modo da avere al momento dell’inaugurazione alberi di grosse dimensioni, ben ancorati e consolidati al terreno, che assicurano ampie zone d’ombra durante i mesi più caldi e luminosità durante l’inverno. In più mostrano un elevato valore estetico se

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si pensa alle gradazioni di colore che le piante assumono nelle loro fasi fenologiche. Le essenze arboree scelte in aggiunta a quelle già esistenti hanno caratteristiche simili a quelle preesistenti e sono di numero estremamente ridotto.

La scelta delle specie ornamentali, poste in cornice all’area centrale dove sono presenti le alberature e alcune sedute con piano di lettura, cade, come detto in precedenza, su specie di origine mediterranee accuratamente scelte in relazione alle caratteristiche climatiche del luogo. Essendo numerose, tali essenze, oltre che conferire un’ampia variabilità di colori distribuita quasi su tutto l’anno, offrono anche un'ampia variabilità di profumi e forme.

Come accennato in precedenza il parco si presenta del tutto privo di prato al posto del quale è utilizzata una pavimentazione con masselli autobloccanti in cls in cui sono state ricavate isole in terra battuta. Questo tipo di pavimentazione, come il prato, evita ristagni idrici. Da “vaso” per la vegetazione di cornice è stato progettato un terrapieno che svolge diverse funzioni. Oltre a quella di contenitore per le essenze arbustive, sul lato interno al parco offre una seduta praticamente continua che permette all’utente di potersi sedere in qualunque punto del parco. In più, essendo in calcestruzzo, svolge una funzione di contenimento per la terra battuta che è presente sotto la pavimentazione.

3.4. UN'UNICA AREA FUNZIONALE STUDIO-RELAX

Sulla base di ricerche effettuate sui campus di prestigiose università americane come Berkeley, Harvard, Yale, Stanford, Georgetown e altre è stato possibile osservare un filo comune nella progettazione delle loro biblioteche e delle loro relative aree verdi.

Godendo di ampi spazi da sfruttare le biblioteche di queste università sono caratterizzate da sontuosi edifici e spazi verdi antistanti di enormi dimensioni. Tali aree verdi sono fondamentalmente molto semplici. Mostrano infatti alberature di diverso tipo e dimensione e ampi prati perfettamente curati. La loro funzionalità è principalmente quella di offrire un’area relax agli studenti e agli utenti della biblioteca e in più, date le dimensioni e la loro semplicità, tendono anche a mettere in risalto

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l’edificio della biblioteca e ovviamente il prestigio del campus universitario. Nel complesso le aree studio sono concepite all’interno dell’edificio. Le aree verdi offrono infatti solo panchine e prati dove sedersi o stendersi per studiare e raramente delle vere e proprie sedute apposite. Anche in virtù di questa carenza si è pensato di inserire in questa proposta di progetto apposite sedute con piano di appoggio e una struttura che funge sia da seduta sia da “vaso” per le essenze arbustive ed erbacee che fanno da cornice all’area centrale. Questa scelta progettuale ha lo scopo di poter estendere l’area studio anche all’esterno dell’edificio che in questo caso non gode delle stesse dimensioni di quelli dei campus americani. Questa scelta è stata anche suggerita dalla naturale silenziosità, posizione ed esposizione dell’area oggetto di studio. La nuova biblioteca sorge infatti in una zona della città dove c’è uno scarso traffico di veicoli dovuto alla presenza del fiume Arno a sud, all’assenza di grandi vie di comunicazione e alla bassa densità di popolazione presente nelle altre direzioni.

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34 3.5. RENDER DEL PROGETTO

Figura 25 (lato est)

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Figura 27 (lato sud ovest)

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Figura 29 (particolare sedute)

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4. PROGETTO DELLE STRUTTURE

Il risultato finale della progettazione delle strutture dell’area verde è il seguente:

Figura 31

4.1. SEDUTE

L’intera area a ovest presenta delle sedute ricavate dalla struttura in cls armato che funge da vaso per la vegetazione ornamentale. Queste sedute hanno un’altezza di 74 cm e presentano un rivestimento in doghe di larice allo scopo di mascherare la struttura portante in calcestruzzo. La continuità delle sedute offre agli utenti dell’area la possibilità di potersi accomodare in qualunque luogo del parco. Per tali sedute sono stati progettati degli schienali, che non servono l’intera lunghezza della seduta, rivestiti con pannelli di legno di larice.

Sedute del terrapieno

Sedute con piano di appoggio Biblioteca

Sedute del terrapieno Terra battuta Pavimentazione in

masselli autobloccanti in cls

Muro di recinzione recuperato

(36)

38

Figura 32

(37)

39

Al centro dell’area sono state progettate delle sedute con piano di appoggio allo scopo di fornire agli utenti uno spazio all’esterno della biblioteca dove è possibile una comoda consultazione dei testi. Il piano di appoggio, così come le panche, hanno una struttura in cls armato che è ricoperta da un pannello di legno di larice. Al centro è presente un cilindro di acciaio dove sono state collocate delle prese tripolari per l’alimentazione dei computer portatili e dei punti luce a led per la lettura. Tutta la struttura posa su uno strato di ghiaia.

Figura 34

(38)

40

Dai terrapieni sono state ricavate delle sedute con panchina allo scopo di fornire una zona in cui l’utente è immerso nella vegetazione.

Figura 36

(39)

41 4.2. PAVIMENTAZIONE

In linea con i principi di sostenibilità che sono stati adottati nella progettazione dell’intera area verde come pavimentazione è stata scelta una combinazione tra masselli autobloccanti in cls e terra battuta. Dalla pavimentazione infatti sono state ricavate delle isole in terra battuta.

Per quanto riguarda la pavimentazione in autobloccanti sono stati scelti masselli da 80 mm con rivestimento al quarzo posati su uno strato di sabbia. Subito sotto è stato posto uno strato di feltro antiradice allo scopo di evitare la formazione di erbe infestanti. Il tutto poggia su un cassonetto di fondazione formato da stabilizzato 40/70 misto a terra. La terra battuta invece presenta uno strato trattato con consolidante di circa 15 cm posato su terra compattata.

(40)

42 4.3. ILLUMINAZIONE

La progettazione dell’impianto di illuminazione ha seguito criteri caratterizzati da proprietà illuminotecniche funzionali all’abbattimento dell’inquinamento luminoso e al risparmio energetico.

Si considera inquinamento luminoso dell’atmosfera ogni forma di irradiazione di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata e, in particolar modo, se orientata al di sopra della linea dell’orizzonte.

Sempre nell’ottica di un progetto sostenibile sono state scelte le indicazioni espresse dalla legge Regione Lombardia n. 17 del 27 marzo 2000 che regolano tutti i nuovi impianti di illuminazione esterna sia pubblici che privati. Tali impianti, dovranno avere un’intensità luminosa massima di 0,49 candele (cd) per 1000 lumen di flusso luminoso totale emesso per angoli gamma maggiori o uguali a 90° ed essere dotati di sole lampade con la più alta efficienza possibile in relazione allo stato della tecnologia.

La luminanza media mantenuta delle superfici da illuminare non potrà essere superiore ai livelli minimi previsti dalle normative tecniche di sicurezza ovvero dai presenti criteri. A parità di luminanza devono essere impiegati apparecchi che conseguano impegni ridotti di potenza elettrica e condizioni ottimali di interesse dei punti luce. Al fine di ridurre ulteriormente il consumo energetico e l’inquinamento luminoso, tutti i nuovi impianti, salvo quelli destinati a ordine pubblico, giustizia, difesa o zone legate alla sicurezza quali strade e incroci stradali, nodi ferroviari, lavori notturni e/o urgenti dovranno essere equipaggiati con riduttori di flusso luminoso, in grado di ridurre il flusso emesso dalle lampade in misura del 30% rispetto al pieno regime di operatività, dopo le ore 24:00. In ogni caso la riduzione va applicata qualora le condizioni d’uso della superficie illuminata siano tali che la sicurezza non ne venga compromessa. Gli impianti illuminanti in presenza di alberature devono essere posizionati in modo che il flusso verso le superfici da illuminare non sia intercettato dalla chioma degli alberi stessi anche tramite le necessarie potature.

(41)

43

5. PROGETTO DELLE OPERE A VERDE

5.1. ELIMINAZIONE ESSENZE ARBOREE NON IDONEE

Dopo una serie di sopralluoghi effettuati con il Prof. Fabrizio Cinelli, correlatore del presente lavoro di tesi, sono state scelte le alberature che rimarranno nel parco. Tra tutte quelle già presenti nell’area due sono risultate non idonee in quanto presentano una serie di problemi che non permettono il loro impiego. Si tratta di due esemplari di circa 10 m di

Populus ssp. (Fig.39) che hanno subito, durante i lavori di costruzione

dell’edificio della biblioteca, una serie di urti da parte dei mezzi da lavoro che hanno provocato profonde scorticature al colletto. In più, negli anni passati, tali alberature hanno altresì subito dei tagli di potatura non corretti che ne hanno profondamente compromesso il portamento e causato profonde carie. Tutto ciò ha compromesso la loro stabilità e quindi si è deciso di abbatterli. Il terzo individuo da abbattere è un Cipressus ssp. (Fig.40) che, data la sua collocazione, è stato ritenuto non idoneo. Questo si trova infatti in un punto in cui, in base ai disegni del progetto, saranno collocate le sedute che faranno da cornice all’area centrale.

(42)

44 5.2. RINNOVO DELLE SPECIE PRESENTI

Tutte le alberature e le essenze arboree presenti nell’area necessitano di un’opera di rinnovo che prevede potature sia nel caso delle arboree sia nel caso degli arbusti presenti sul lato sud. Per quanto riguarda gli esemplari di pioppi presenti al centro dell’area si rende necessaria, oltre alla potatura di alcuni rami che non assicurano stabilità, anche una pulizia dall’edera che si è sviluppata lungo il tronco (Fig.41). I sambuchi e le robinie sul lato sud invece necessitano di una potatura di contenimento (Fig.42).

Figura 41

(43)

45 5.3. LE ESSENZE SCELTE

Tabella 5

Nome Scientifico

Altezza Larghezza Epoca di fioritura Colore fiore Codice aridità Foglie Portamento Achillea clypeolata 10-15 cm 65 cm maggio-luglio giallo luminoso 3,5 persistenti erbacea Achillea umbellata 10-15 cm 65 cm aprile-maggio bianco 4 erbacea

Aloe striatula 1,5 m > 2 m maggio-giugno giallo arancio 5 persistenti arbusto Antirrhinum barrellieri 20-30 cm 60 cm marzo-luglio rosa chiaro 5 persistenti erbacea Ballota acetabulosa 40-50 cm 60 cm aprile-giugno

rosa 5 persistenti erbacea Bignonia capreolata 10 m 10 m aprile-luglio rosso o giallo 4 persistenti rampicante Buddleja saligna > 3 m 2 m autunna le

crema 4 persistenti arbusto

Bulbine frutescens 30 cm 75 cm continua se inverno mite

giallo 5 persistenti erbacea

Bupleurum fruticosum 1,5 - 2 m 1 m giugno-agosto verde e giallo 5 persistenti arbusto Buxus sempervirens

1-2 m 2 m aprile verde con stami gialli 4 persistenti arbusto Caesalpinia gilliesii 1,5 - 2 m 1,5 m giugno-luglio giallo con stami rossi 4 caduche arbusto Callistemon rigidus >3m 1,5 m maggio rossi e oro 5 persistenti arbusto Capparis inermis 50 cm >1,5 m giugno-settemb re bianco con estremità viola 6 persistenti arbusto Ceanothus criseus var. horizontalis "Yankee Point" 3 m 3 m aprile azzurro vivo 4 persistenti arbusto

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46 Centaurea bella 10-15 cm 40 cm marzo-giugno rosa violaceo 4 persistenti erbacea Ceratostigma plumbaginoid es 25 cm 30-40 cm da metà estate a inizio inverno azzurro vivo 3,5 caduche erbacea Ceratostigma griffithii 25 cm 30-40 cm agosto-ottobre azzurro vivo 4 semipersist enti erbacea Choisja ternata 1,5-2 m 2 m marzo-aprile e autunno

bianco 4 persistenti arbusto

Cistus atriplicifolius 1,25 m 80 cm maggio-luglio giallo oro con boccioli rosso scuro 5 persistenti arbusto Cistus x florentinus 1 m 1 m aprile-maggio

bianco 4 persistenti arbusto Cistus x skambergii 60 cm 1 m aprile-maggio rosa salmone 4 persistenti arbusto Coronilla glauca 1,25 m 1 m gennaio-aprile

giallo vivo 3,5 persistenti arbusto Cotinus coggygria 1,5-2 m 1,5 m maggio-giugno giallo verde 4 caduche arbusto Crocus sativus 20 cm 20 cm ottobre lilla

venati di viola con stigmi rosso acceso 4 caduche in estate Cytisus battandieri 3-4 m 2-3 m maggio-giugno

giallo vivo 4 semipersist enti arbusto Delosperma cooperi 10 cm 55 cm estiva rosa violetto 4 persistenti erbacea Dianthus anatolicus 10 cm 40 cm maggio-giugno

bianco 3,5 persistenti erbacea Dorycnum

pentaphyllum

60 cm 80 cm giugno-luglio

bianco 5 persistenti suffrutice Drosantheum hispidum 15-20 cm 60-80 cm aprile-maggio rosa acceso 6 persistenti erbacea Ebenus cretica 60-80 cm

60-80 cm maggio rosa 5 semipersist enti arbusto Epilobium canum "Western Hills" 60 cm >1 m luglio-ottobre rosso arancio 4 semipersist enti erbacea Erica multiflora 60-80 cm 60 cm settemb re-dicembr e

(45)

47 Euphorbia ceratocarpa 60-80 cm 1 m maggio-luglio giallo spendent e 4 persistenti erbacea Euphorbia corallioides 30 cm 40 cm maggio-luglio giallo luminoso 3 semipersist enti erbacea Euphorbia dendroides 1-1,5 m 1-1,5 m aprile giallo verdi 5 caduche arbusto Euphorbia myrsinites 20 cm 40-50 cm marzo-giugno

giallo 5 persistenti erbacea Gaura

lindheimeri

1 m 60-80 cm maggio-settemb re

bianco 4 caduche erbacea

Genista aetnensis

>4 m > 2 m giugno giallo 5 arbusto Geranium sanguineum 20 cm 40 cm aprile-luglio e si ripete in autunno rosa violetto 4 semipersist enti erbacea Globularia alypum 50 cm 40 cm gennaio-aprile blu luminoso 6 persistenti arbusto Helichrysum italicum 50 cm 60 cm giugno-luglio

giallo oro 4 persistenti suffrutice Hypericum empetrifolium 50 cm 60-80 cm maggio con frutti rossi per tutta l'estate giallo brillante 5 persistenti suffrutice Lavandula angustifolia 20-30 cm 40 cm giugno blu violetto 3 semipersist enti arbusto Lavandula dentata 60-80 cm 50 cm ottobre-luglio

violetto 6 persistenti arbusto Lavandula x intermedia 40-80 cm < 1 m giugno-luglio

viola 4 persistenti arbusto Lavandula x intermedia "Alba" 40-80 cm < 1 m giugno-luglio

bianco 4 persistenti arbusto

Leucophyllum frutescens 1,5 m 1 m settemb re-ottobre rosa tenue 6 persistenti arbusto Malephora crocea 20 cm 65 cm aprile-ottobre rosso scuro 4 persistenti suffrutice Medicago arborea 1-2 m 1 m gennaio-aprile giallo arancio 4 caduche in estate arbusto Micromeria fruticosa 40 cm 30-40 cm luglio-ottobre

(46)

48 Myrtus communis 2-3 m > 1 m luglio-settemb re bianco, in autunno bacche scure nero bluastre 4 persistenti arbusto Nepeta x faassenii "Six Hills Giant" 50-60 cm 60 cm maggio-giugno blu violetto 3,5 caduche erbacea Nepeta tuberosa 80 cm 60 cm giugno-luglio

viola 5 caduche erbacea Oenothera macrocarpa 20 cm 40-50 cm giugno-luglio giallo intenso 5 caduche erbacea Olea europea "Cipressino"

4-5 m 2-3 m giugno bianco 5 persistenti Origanum laevigatum 60-80 cm 50 cm giugno-settemb re

violaceo 4 persistenti suffrutice

Origanum onites 60-80 cm 60 cm giugno-luglio

bianco 5 persistenti suffrutice Perovskia abrotanoides 40-60 cm 50 cm maggio-giugno

blu vivo 4 caduche suffrutice Perovskia "Blue Spire" 60-80 cm 70 cm giugno-settemb re blu violetto 4 caduche suffrutice Phlomis grandiflora

1,5-2 m 1,5-2 m maggio giallo 5 persistenti arbusto

Pistacia lentiscus

1-3 m 2-5 m aprile-maggio

rosso 6 persistenti arbusto

Retama raetam 2-3 m 2 m febbraio -marzo bianco con calice viola 6 caduche arbusto Rhodanthemu m hosmariense 20 cm 40-50 cm marzo-aprile

bianco 4 persistenti suffrutice

Rosmarinus officinalis 40-150 cm 1-3 m settemb re-marzo in clima mite blu violetto 5 persistenti arbusto Rosmarinus officinalis var. repens marzo-aprile

celeste persistenti arbusto

Salvia barrelieri 20 cm 60 cm maggio-giugno blu violetto 4 persistenti erbacea

(47)

49 Salvia clevelandii 60 cm 60-80 cm maggio-giugno blu scuro brillante 5 persistenti arbusto Salvia greggii 40-50 cm 40-50 cm maggio-giugno ; settemb re-novemb re

rosso vivo 4 persistenti arbusto

Santolina chamaecypari ssus

20-40 cm

40-80 cm giugno giallo oro 5 persistenti arbusto

Santolina benthamiana 20-40 cm 40-80 cm giugno bianco con sfumatur e crema 4 persistenti arbusto Santolina viridis "Primrose Gem" 20-40 cm 40-80 cm giugno giallo pastello e avorio 4 persistenti arbusto Senecio cineraria 60 cm 60-80 cm maggio-giugno

giallo 5 persistenti suffrutice Spartium

junceum

2-3 m 1-2 m aprile-maggio

giallo 5 caduche arbusto Sphaeralcea ambigua 1-1,25 m > 1 m aprile-luglio e si ripete in autunno

arancio 6 persistenti suffrutice

Teucrium marum 30 cm 40 cm giugno rosa violaceo 5 persistenti arbusto Teucrium luteum 30 cm 50 cm aprile-maggio giallo pallido 5 persistenti suffrutice Teucrium ackermanii 30-50 cm 50 cm aprile-maggio

porpora 4 persistenti suffrutice Thymus leucotrichus 25 cm 30 cm aprile-maggio rosa violetto 4 persistenti arbusto Vitex agnus-castus "Latifolia" 4-5 m 2-3 m giugno-luglio blu intenso 4 caduche arbusto

(48)

50 5.4. COLLOCAZIONE DELLE ESSENZE ARBUSTIVE ED ERBACEE

L’elevato numero delle specie ornamentali scelte ha consentito un ampio ventaglio di possibilità nella loro collocazione. La scelta del loro posizionamento è stata fatta non solo in base alle loro dimensioni (altezza e larghezza), ma principalmente al fine di offrire zone del parco dove è quasi sempre possibile trovare specie in fiore. Nella tabella che segue sono indicate tutte le specie utilizzate, la loro epoca di fioritura e il colore delle infiorescenze.

Tabella 6

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic

Achillea clypeolata Achillea umbellata Aloe striatula Antirrhinum barrellieri Ballota acetabulosa Bignonia capreolata Buddleja saligna Bulbine frutescens Bupleurum fruticosum Buxus sempervirens Caesalpinia gilliesii Callistemon rigidus Capparis inermis

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51 Ceanothus criseus var.

horizontalis "Yankee Point" Centaurea bella Ceratostigma plumbaginoides Ceratostigma griffithii Choisja ternata Cistus atriplicifolius Cistus x florentinus Cistus x skambergii Coronilla glauca Cotinus coggygria Crocus sativus Cytisus battandieri Delosperma cooperi Dianthus anatolicus Dorycnum pentaphyllum Drosantheum hispidum Ebenus cretica Epilobium canum "Western Hills" Erica multiflora Euphorbia ceratocarpa

(50)

52 Euphorbia corallioides Euphorbia dendroides Euphorbia myrsinites Gaura lindheimeri Genista aetnensis Geranium sanguineum Globularia alypum Helichrysum italicum Hypericum empetrifolium Lavandula angustifolia Lavandula dentata Lavandula x intermedia Lavandula x intermedia "Alba" Leucophyllum frutescens Malephora crocea Medicago arborea Micromeria fruticosa Myrtus communis

Nepeta x faassenii "Six

Hills Giant"

Nepeta tuberosa

(51)

53 Olea europea "Cipressino" Origanum laevigatum Origanum onites Perovskia abrotanoides

Perovskia "Blue Spire"

Phlomis grandiflora Pistacia lentiscus Retama raetam Rhodanthemum hosmariense Rosmarinus officinalis Rosmarinus officinalis var. repens Salvia barrelieri Salvia clevelandii Salvia greggii Santolina chamaecyparissus Santolina benthamiana Santolina viridis "Primrose Gem" Senecio cineraria Spartium junceum Sphaeralcea ambigua Teucrium marum

(52)

54 Teucrium luteum Teucrium ackermanii Thymus leucotrichus Vitex agnus-castus "Latifolia"

Particolare attenzione è stata rivolta alla collocazione delle specie in prossimità delle sedute con panchina ricavate dalle altre sedute che fanno da cornice all’area centrale (Fig.43). In questa immagine si osservano le diverse specie che sono rappresentate da un cerchio e dal numero corrispondente di elenco. Il colore del cerchio indica la colorazione dei fiori della specie corrispondente.

Figura 43

Qui infatti è sempre possibile trovare una specie in fiore quasi per tutto l’anno. Le specie usate nelle aree dove ci sono le sedute sono elencate nella tabella che segue.

(53)

55 Tabella 7 Cod.

G F M A M G L A S O N D

5 Antirrhinum barrellieri 6 Ballota acetabulosa 9 Bulbine frutescens 14 Capparis inermis 16 Centaurea bella 27 Delosperma cooperi 36 Euphorbia dendroides 37 Euphorbia myrsinites 41 Globularia alypum 42 Helichrysum italicum 44 Lavandula angustifolia 45 Lavandula dentata 50 Medicago arborea 51 Micromeria fruticosa 54 Nepeta tuberosa 59 Perovskia abratanoides 63 Retama raetam 64 Rhodantheum hosmariense 65 Rosmarinus officinalis 69 Salvia greggii 71 Santolina benthamiana

72 Santolina viridis "Primrose Gem"

74 Spartium junceum

75 Sphaeralcea ambigua

(54)

56

Figura 44 (Bulbine frutescens) Figura 45 (Caesalpinia gilliesii)

Figura 46 (Capparis spinosa) Figura 47 (Centaurea bella)

(55)

57

Figura 50 (Ceratostigma plumbaginoides) Figura 51 (Choysia ternata)

Figura 51 (Delosperma cooperi) Figura 52 (Nepeta x faassenii “Six Hills Giant”)

Figura 53 (Globularia alypum) Figura 54 (Perovskia abrotanoides)

(56)

58

Figura 55 (Rhodanthemum osmariense) Figura 56 (Salvia barrelieri)

Figura 57 (Thymus vulgaris)

(57)

59 5.5 SCELTA E COLLOCAZIONE DELLE ESSENZE ARBOREE

La possibilità di sfruttare le essenze arboree già presenti nell’area ha permesso un limitato ricorso di nuove specie arboree da impiantare. Tra queste sono state selezionate:

Quercus robur L. (Farnia)

Quercus frainetto Ten. (Farnetto)

Tamarix gallica L. (Tamerice comune)

Catalpa bignonioides Walt. (Catalpa)

La Farnia è una quercia di origine europea ed è autoctona in Italia. È caratterizzata da una lenta crescita ed è molto longeva. Il suo effetto estetico è notevole in quanto si osservano esemplari maestosi e monumentali. Data la maestosità della pianta si è deciso di collocarla nella parte a sud antistante la biblioteca (Fig.60-61).

Figura 60 Figura 61

(58)

60 Il Farnetto è una tipica pianta mediterranea caratterizzata da una elevata rusticità e longevità. È una pianta che resiste bene a condizioni di prolungata siccità e a terreni relativamente poveri. Vegeta sia in condizioni di elevata luminosità che di parziale ombreggiamento. Dato il suo rapido accrescimento e le sue dimensioni si è deciso di collocarlo nella parte centrale del parco al fine di creare un’ombreggiatura per le sedute (Fig.62).

(59)

61 Il Tamerice è una pianta originaria degli ambienti costieri mediterranei. È caratterizzata da rusticità ed è abbastanza indifferente al substrato. Ha un notevole effetto decorativo grazie alla sua abbondante fioritura che avviene da maggio a luglio a seconda degli ambienti e delle varietà. In virtù del suo effetto decorativo è stato posizionato un esemplare nella parte antistante l’edificio della biblioteca, nella zona a nord est in prossimità della recinzione (Fig.63).

(60)

62 La Catalpa è una pianta molto rustica e non ha particolari esigenze di substrato adattandosi a quasi tutti i terreni. È ramificata nella parte medio-alta formando una chioma espansa. Fiorisce in estate da metà giugno a luglio con fiori di colore biancastro con variegature interne violacee. Questa specie dato il suo notevole effetto decorativo è stata posta in vicinanza al Tamerice, quindi in evidenza nella zona a nord est davanti all’edificio (Fig.64-65-66).

Figura 64 Figura 65

(61)

63 5.6. PIANO DI MANUTENZIONE DELLE OPERE

La scelta di non ricorrere a tappeti erbosi ha ridotto notevolmente gli interventi necessari per la manutenzione dell’area. Di conseguenza si prevedono manutenzioni non molto impegnative e poco costose, caratterizzate da pochi interventi annuali. Per le arboree nello specifico si provvederà a:

• Potatura di allevamento di tutte le essenze arboree con istallazione di tutori nei primi anni di crescita.

• Potatura annuale delle essenze arboree sia per quelle che hanno raggiunto lo stadio adulto, sia quelle già presenti nell’area al fine di contenere un eccessivo sviluppo e per garantire la sicurezza dei fruitori.

• Controllo tramite V.T.A. (Visual Tree Assestment) di tutte le singole essenze arboree allo stadio adulto da ripetere a seconda dei singoli casi.

Per quanto riguarda le arbustive e le erbacee la manutenzione prevista consisterà nella:

• Potatura annuale di contenimento per arbusti e cespugli.

• Scerbatura annuale manuale di siepi e cespugli ed eliminazione di specie estranee eventualmente presenti.

• Concimazione manuale delle siepi, degli arbusti e dei cespugli con concimi specifici e con distribuzione uniforme.

(62)

64

6. I DOCUMENTI PER L’APPALTO DELLE OPERE

6.1. CAPITOLATO GENERALE D’APPALTO

Il Capitolato Generale d’Appalto è un documento allegato al contratto d’appalto e contiene le disposizioni per l’esecuzione di opere e/o di servizi, stipulati dall’Ente appaltante con le imprese appaltatrici. Nello specifico è composto da articoli che definiscono punto per punto tutti gli adempimenti, gli obblighi, le responsabilità e gli oneri delle parti.

Di norma nei primi articoli del capitolato viene stabilito qual è l’oggetto dello stesso, l’importo dei lavori suddiviso per categorie con indicazione della categoria prevalente, le norme che regolano gli appalti, i documenti facenti parte integrante del contratto (capitolato generale, speciale e gli altri documenti contrattuali previsti dalla legge) e i requisiti di una figura che rappresenti l’Appaltatore per la stipulazione del contratto.

Gli adempimenti dell’Appaltatore stabiliti nel capitolato generale possono essere così sintetizzati nelle loro linee generali:

• Eleggere un domicilio legale presso una persona o una ditta legalmente riconosciuta e indicare la persona o le persone autorizzate a riscuotere, ricevere e quietanzare le somme ricevute in conto o saldo.

• Pagare tutte le spese di registrazione del contratto d’appalto.

• Fatti salvi i casi di forza maggiore si assume l’impegno di eseguire i lavori nei termini previsti nel contratto rinunciando ad eccezioni in dipendenza di difficoltà dovute ai trasporti, all’approvvigionamento dei materiali, al reperimento della mano d’opera, a sfavorevoli condizioni atmosferiche e allo stesso tempo non può chiedere indennità qualunque sia il maggior tempo impiegato.

• Prima dell’inizio dell’esecuzione del contratto l’Appaltatore deve costituire una fideiussione bancaria o assicurativa tale da fornire garanzie all’Ente appaltante in caso di danni derivati dall’inadempimento o dall’inesatto adempimento del contratto.

(63)

65

• È tenuto a non introdurre, di propria iniziativa, variazioni o addizioni alle previsioni contrattuali. La violazione di tale divieto lo obbliga a demolire a sue spese i lavori eseguiti in difformità.

• Prima di dare inizio a qualsiasi lavoro è tenuto a stipulare un’assicurazione che tiene indenne l’Ente appaltante da tutti i rischi di esecuzione, da qualunque causa determinati, salvo quelli derivanti da azione di terzi o cause di forza maggiore. Tale polizza di responsabilità civile per danni a terzi durante l’esecuzione dei lavori dovrà essere valida fino al collaudo.

• Prima di iniziare i lavori, in relazione ai rischi specifici propri dell’attività, elabora e attua tutte le necessarie misure di sicurezza. Le informazioni relative agli obblighi in materia di sicurezza e di condizioni di lavoro possono essere ottenute dalle autorità competenti come le aziende sanitarie locali e gli ispettorati del lavoro.

• Deve nominare un direttore di cantiere che oltre ad essere un rappresentante in cantiere dell’Appaltatore, deve possedere tutti i requisiti di idoneità tecnici e le facoltà necessarie per l’esecuzione dei lavori a norma del contratto. Tale figura è responsabile a norma di legge della misura per la sicurezza fisica dei lavoratori.

• Sottostare, in caso di inadempienze e/o ritardi nel compimento delle sue prestazioni, ad una penale stabilita nel Capitolato Generale d’Appalto.

• In caso di subappalti, preventivamente autorizzati dall’Ente appaltante, dovrà prendere immediate misure per la risoluzione del subappalto e per l’allontanamento del subappaltatore nel momento in cui l’Ente accerti che questi sia inadempiente.

• È obbligato, nei confronti del personale dipendente, ad osservare integralmente il trattamento economico, normativo e di sicurezza sul lavoro stabilito dal contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si svolgono i lavori. • Ha l’obbligo di osservare e di far osservare a tutti i lavoratori le leggi

e i regolamenti in vigore e dovrà avvalersi di personale adeguatamente preparato e in possesso dei requisiti richiesti per l’espletamento degli incarichi assegnati.

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66

• È obbligato fino all’ultimazione del collaudo definitivo a provvedere alla manutenzione e custodia delle opere.

Oltre a questi adempimenti l’Appaltatore ha una serie di spese tutte a suo carico che possono essere sintetizzate come segue:

• Tutte le spese di gestione, allestimento, manutenzione e illuminazione del cantiere; le tasse per l’occupazione di suolo pubblico da parte di attrezzature, mezzi d’opera nonché per la chiusura temporanea di strade alla viabilità.

• Tutte le spese di collaudo compresi provini, prove sui materiali ecc. Ovviamente l’Appaltatore ha una serie di diritti nei confronti della stazione appaltante. Innanzitutto ha diritto ad un corrispettivo che può essere:

a) a corpo se il prezzo convenuto è fisso ed invariabile,riferito alla

prestazione nel suo complesso e senza che possa essere invocata dalle parti alcuna verifica sulla misura o sul valore attribuito alla prestazione;

b) a misura, quando la somma prevista nel contratto può variare a

seconda della quantità effettiva di lavoro eseguita. In questo caso il prezzo viene fissato per ogni unità di misura in relazione all’opera finita (corrispettivo a misura in senso stretto) o alle categorie di lavori necessarie per il suo compimento (corrispettivo a prezzi unitari);

c) a corpo e a misura, quando comprende l’esecuzione dei lavori parte

a corpo e parte a misura.

Qualora nel Capitolato Generale sia prevista una quota di lavori di entità e/o valore non quantificabile in via preventiva, il pagamento e la contabilità degli stessi avverrà in economia. Naturalmente l’Appaltatore non potrà pretendere compensi per mano d’opera con qualifica superiore a quella necessaria per la tipologia del lavoro da eseguirsi. L’esperienza dimostra che, in uno stesso contratto, possono esistere prestazioni da eseguirsi a corpo, a misura e in economia. Nel Capitolato Generale vengono poi stabiliti i S.A.L. (stati di avanzamento lavori) che attestano l’avvenuta esecuzione di una certa quantità di lavoro, di qualsiasi tipo e

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misura, al fine di far ottenere all’Appaltatore il corrispettivo della porzione di lavori eseguiti; l’Ente appaltante deve pagare il S.A.L. entro e non oltre 45 giorni.

Entro due mesi dalla data del certificato di collaudo definitivo o di regolare esecuzione, se l’Appaltatore avrà ottemperato a tutti gli obblighi contrattuali, avrà diritto al pagamento, senza interessi, del saldo della liquidazione finale calcolata dopo aver dedotto gli acconti corrispondenti. L’Appaltatore può richiedere, all’Ente appaltante, una proroga dei termini contrattuali quando per cause a lui non imputabili non sia in grado di completare la sua prestazione nel termine fissato dal contratto. Tale proroga dovrà essere obbligatoriamente richiesta non appena si verificano le condizioni che la rendono necessaria e in ogni caso prima della scadenza dei termini contrattuali.

In caso di sospensione dei lavori, ordinata dal direttore dei lavori, l’Appaltatore può vantare il diritto di scioglimento del contratto senza indennità se la sospensione, o le sospensioni, durino per un periodo di tempo superiore ad un quarto della durata complessiva prevista per l’esecuzione dei lavori stessi, o comunque quando superino sei mesi complessivi. Nel caso in cui la stazione appaltante si opponga allo scioglimento, l’Appaltatore ha comunque diritto ad essere risarcito dei maggiori oneri derivati dal prolungamento della sospensione oltre i termini suddetti. L’Appaltatore ha poi diritto a intraprendere delle controversie con l’Ente appaltante e nel caso in cui la loro soluzione non sia stata possibile in sede di conciliazione e farà ricorso al Foro competente che sarà quello del capoluogo di provincia in cui cade il cantiere. Sempre in tema di controversie tra le parti, e se previsto nel Capitolato Speciale, è previsto il ricorso al Giudizio arbitrale. Tale giudizio viene formulato dal collegio arbitrale che è composto da tre membri di cui uno nominato da ciascuna delle due parti e il terzo di comune accordo dai primi due. In caso di mancato accordo, il terzo membro è nominato dal Presidente del tribunale del luogo in cui si trova la sede legale dell’Ente appaltante.

Il Capitolato Generale stabilisce tutti gli obblighi e i diritti dell’Ente Appaltatore. Questo ha l’obbligo di nominare un responsabile unico del procedimento (R.U.P.), il progettista ed il direttore dei lavori. Quest’ultimo ricopre un ruolo molto importante nell’appalto in quanto è il rappresentante sul cantiere dell’Ente Appaltatore ed è in contraddittorio con la ditta appaltatrice. Questa figura infatti ha il compito di controllare

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l’osservanza, da parte dell’Appaltatore, di tutte le pratiche contrattuali e di curare che l’esecuzione dei lavori avvenga a regola d’arte ed in conformità con il progetto. La direzione dei lavori infatti avrà facoltà di rifiutare i materiali che giudicasse non idonei all’impiego e di far modificare o rifare (a spese dell’Appaltatore) le opere che ritenesse inaccettabili per deficienza di qualità nei materiali o per difettosa esecuzione da parte dell’Appaltatore o dei suoi fornitori. In più può rifiutare in qualunque momento i materiali e i componenti che per qualsiasi causa non fossero conformi alle caratteristiche tecniche risultanti dai documenti allegati al contratto e anche i materiali che si fossero deperiti dopo la loro introduzione in cantiere. Anche se non prescritte dal capitolato speciale d’appalto, il direttore dei lavori può, se lo ritiene necessario, ordinare ulteriori prove ed analisi (le cui spese sono sempre a carico dell’Appaltatore) per stabilire l’idoneità dei materiali e dei componenti. Tra gli altri suoi poteri c’è la possibilità di dichiarare una sospensione dei lavori se avvengono circostanze che impediscono l’esecuzione dei lavori a regola d’arte, e di autorizzare, se lo ritiene necessario, lavori notturni e senza interruzione.

L’Ente appaltante ha la facoltà di avvalersi della garanzia (obbligatoriamente fornita dall’Appaltatore) per il risarcimento danni derivati dall’inadempimento o dall’inesatto adempimento del contratto e di recedere dal contratto stesso in qualunque momento. In tal caso l’Ente è tenuto al pagamento sia delle prestazioni regolarmente eseguite ai prezzi del contratto sia a un decimo (calcolato sulla differenza fra l’importo dei quattro quinti del prezzo che è servito di base al contratto, tenuto conto del ribasso o dell’aumento d’asta, e l’ammontare netto delle prestazioni eseguite) dell’importo delle prestazioni non eseguite. (art.134 Dlgs 163/2006 e successive integrazioni e modificazioni).

Nel Capitolato Generale sono poi sempre espresse le clausole risolutive. In generale costituiscono causa di risoluzione del contratto una serie di mancanze che l’Appaltatore ha nei confronti dell’Ente appaltante. Nello specifico:

• La mancata consegna di copia della polizza assicurativa di responsabilità civile.

• La mancata consegna dei piani operativi di sicurezza (P.O.S.).

• La mancata consegna del documento unico di regolarità contributiva (D.U.R.C.).

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