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Capacità lavorativa, salute psico-fisica, burnout ed età, tra insegnanti d'infanzia ed educatori di asilo nido: uno studio trasversale

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Academic year: 2021

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KEY WORDS

Job burnout; work ability; teacher PAROLE CHIAVE

Job burnout; capacità lavorativa; insegnanti SUMMARY

«Work ability, psycho-physical health, burnout, and age among nursery school and kindergarten teachers: a cross-sectional study». Introduction: Although well-being and psychophysical health of nursery school and kinder-garten teachers have important implications also on the health and well-being of their recipients, studies dedicated to these workers are quite rare, particularly in Italy. Aim: The aim of the study was to observe psychophysical health conditions in a sample of nursery school and kindergarten teachers employed in the Education Services Division of the Municipality of Turin. Method: The study was cross-sectional; 884 self-reporting questionnaires were distrib-uted and 734 teachers (representing 53% of those employed at the Education Services of the Municipality of Turin) correctly filled out the questionnaire. Results: Respectively 53.4% and 50% of participants reported medium or high levels of emotional exhaustion and depersonalization, while 18.5% showed low levels of personal accomplish-ment. Responders reported moderate levels of work ability in 38.9% and poor levels in 5.6%. The majority of the respondents (98.7%) did not report depressive symptoms; 42.9% of the sample suffered moderate to severe limiting musculoskeletal pain. Age and profession were associated with emotional exhaustion, personal accomplishment, and musculoskeletal pain. However, work ability and depression were only associated with age. No associations were found with depersonalization. Conclusions: The present study shows that health conditions of nursery school and kindergarten teachers were critical and that age contributed to the explanation of these conditions.

Pervenuto il 11.7.2014 - Revisione pervenuta il 22.10.2014 - Accettato il 15.1.2015

Corrispondenza: Sara Viotti, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Psicologia, Via Verdi 8, 10124 Torino - Tel. +390116702044 - E-mail: sara.viotti@gmail.com

1I primi risultati del presente lavoro sono stati presentati all’Undicesima Conferenza organizzata dalla European Academy Occupa-tional Health Psychology (EAOHP) svoltasi a Londra dal 14 al 16 aprile del 2014. Di seguito il riferimento bibliografico analitico: Guidetti G., Viotti S., Ferrara M., Trotta V., Converso D. (2014) “Ageing workforce in the educational sector: an exploratory study”, 11th EAOHP Conference ‘Looking at the past - planning for the future: Capitalizing on OHP multidisciplinarity’, Book of Proceedings, April 14-16, London, UK (Eds: Andreou N.J.A., Jain A., Hollis D., Hassard J., Kevin T.), pp. 344-245, Nottin-gham Press, UK.

Capacità lavorativa, salute psico-fisica, burnout ed età,

tra insegnanti d’infanzia ed educatori di asilo nido: uno

studio trasversale

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UIDETTI Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Psicologia

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INTRODUZIONE

I servizi educativi per l’infanzia comprendono quei servizi dedicati allo sviluppo e all’educazione per le fasce d’età 0-3 anni (asili nido) e 3-6 anni (scuole materne).

La frequenza dell’asilo nido e della scuola del-l’infanzia può determinare effetti positivi sullo svi-luppo del bambino. È infatti predittiva di risultati scolastici migliori e di un maggiore sviluppo delle abilità di apprendimento non solo nel corso della scuola primaria, ma anche successivamente durante la scuola media inferiore e superiore (10, 19); inol-tre, i bambini che hanno avuto accesso all’educa-zione prescolare sono socialmente ed emotivamen-te più compeemotivamen-tenti (6, 41, 60) e riportano in genera-le benefici di lungo termine di natura comporta-mentale, cognitiva e fisica (56).

Nel mondo dei servizi è comprovato il rapporto di reciprocità tra le condizioni di benessere di chi presta la sua opera e quelle di chi beneficia del ser-vizio (23, 15, 16). Le peculiarità del lavoro negli asili e nelle scuole materne per l’età e la vulnerabi-lità dei beneficiari, rendono ancor più evidente l’importanza di attenzionare la salute psico-fisica di educatrici/ori e insegnanti dei servizi

materno-in-fantili anche al fine di garantire il benessere dei bambini e delle loro famiglie.

Come riportato da una recente review della let-teratura dedicata agli studi su insegnanti ed educa-trici/ori della scuola dell’infanzia (28), scarsi sono quelli incentrati specificamente su questa popola-zione lavorativa, sulle fonti di stress a cui è esposta e sulla sua capacità lavorativa (12, 32, 34-36, 55, 67), mentre si annoverano numerosi studi su inse-gnanti di tutti gli altri gradi scolastici, con i quali solo in parte educatori/ici e insegnanti della scuola dell’infanzia condividono aspetti di contesto e con-tenuto del proprio lavoro.

Il settore educativo materno-infantile riporta in-fatti alcune specificità. Si caratterizza come un con-testo molto informale, in cui il ruolo dell’operatore (nella maggioranza dei casi, almeno in Italia, una operatrice) comprende oltre allo svolgimento delle attività educative, anche la presa in carico di com-piti di cura e assistenza di bambini piccoli non an-cora autosufficienti.

Il disagio psicosociale degli operatori del settore materno-infantile si registra soprattutto in relazio-ne al coinvolgimento profondo relazio-nelle dinamiche di sviluppo emozionale, cognitivo e biologico dei bambini (44), alla tensione generata dalla responsa-RIASSUNTO

Introduzione: Sebbene il benessere e la salute psico-fisica di educatrici/ori e insegnanti dei servizi materno-infan-tili abbiano implicazioni rilevanti per la salute e il benessere degli utenti di cui si prendono cura, scarsi sono gli stu-di incentrati specificamente su questa popolazione lavorativa, sulle fonti stu-di stress a cui è esposta e sulla sua capacità lavorativa. Obiettivo: Descrivere lo stato di salute psicofisica di educatrici/tori di nido e insegnanti dell’infanzia impiegati presso la Divisione Servizi Educativi del Comune di Torino anche in relazione all’età anagrafica degli intervistati. Metodo: Durante lo studio, di tipo trasversale, sono stati distribuiti 884 questionari. 734 insegnanti, che rappresentavano il 53% del totale degli quelli impiegati nei Servizi Educativi del Comune di Torino, hanno re-stituito il questionario compilato correttamente. Risultati: Rispettivamente il 53.4% e il 50% dei partecipanti allo studio riportano livelli medi/elevati di esaurimento emotivo e depersonalizzazione mentre il 18.5% livelli bassi di realizzazione professionale. La capacità lavorativa è risultata mediocre nel 38.9% dei casi e scadente tra il 5.6% degli intervistati. La maggior parte della popolazione non riporta sintomi depressivi (98.7%), ma il 42.9% riferi-sce disturbi muscolo-scheletrici altamente disabilitanti. Esaurimento emotivo, realizzazione professionale e dolori muscolo-scheletrici sono associati sia alla mansione sia all’età. Capacità lavorativa e sintomi depressivi sono unica-mente associati all’età. Depersonalizzazione a nessuna delle due. Conclusioni: Lo studio evidenzia la presenza di criticità sul piano della salute psico-fisica nel campione intervistato ed evidenzia il ruolo centrale dell’anzianità anagrafica nel determinare buona parte del disagio rilevato.

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bilità per l’incolumità dei bambini. Si annoverano inoltre le condizioni strutturali degli ambienti non sempre ottimali per le attività ludico-educative con utenti di questa età, il rapporto insufficiente tra educatori/bambini e la necessità di adempiere ad aspetti amministrativo-burocratici, considerati im-propri rispetto al im-proprio lavoro (12, 34).

Lavorare con bambini di età compresa fra 0 e 6 anni implica inoltre l’esposizione continua a rumore e l’impegno continuo della voce, nonché un signifi-cativo coinvolgimento della sfera fisica, in quanto il lavoro quotidiano richiede frequenti movimenti che pongono il corpo sotto stress (tenere in braccio i bambini, flettersi, curvarsi e stare in posizioni che permettano una migliore interazione con essi, ecc.). In tal senso, il rischio è legato soprattutto all’insor-genza di disturbi all’apparato muscolo-scheletrico, di dolori alla testa, al collo, alle spalle e alla porzione lombo-sacrale (12, 26, 27, 53), disturbi che come noto possono essere alimentati (o attenuati, in con-testi ottimali di lavoro) da fattori ambientali e orga-nizzativi (20, 40, 47, 48) ed esacerbati quando i li-velli di esaurimento emotivo sono elevati.

Un ulteriore aspetto riguarda il trend d’invec-chiamento che coinvolge il personale scolastico in Italia (21): questo è infatti uno dei contesti che in misura maggiore sta risentendo, rispetto ad altri settori occupazionali, dell’effetto dell’invecchia-mento della forza lavoro (5), in ragione dei cambia-menti demografici ma soprattutto delle politiche pensionistiche e di reclutamento. Negli ultimi anni, come segnala anche l’OCSE (57), nella scuola Ita-liana il numero degli insegnanti con età superiore ai 50 anni è aumentato, passando dal 31,5% del 2002 al 48,68% nel 2011 (21) facendo dell’Italia il Paese al mondo con la più alta quota d’insegnanti ultra cinquantacinquenni.

Sebbene tali cambiamenti demografici e di wel-fare pongano problematiche urgenti legate alla sostenibilità e all’invecchiamento attivo al lavoro -EU-OSHA (73) ha attribuito all’invecchiamento della popolazione lavorativa il ruolo di principale rischio psicosociale emergente - e che la stessa nor-mativa sulla salute e sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/08) richieda alle organizzazioni di adempiere all’art. 28 valutando il rischio da stress lavoro corre-lato (e gli altri rischi) anche in relazione ai rischi

connessi all’età, gli studi volti a esplorare le condi-zioni di salute e di benessere di popolacondi-zioni com-poste da lavoratori “anziani”sono ancora rari. Gli studi presenti si sono per lo più concentrati sul co-strutto della work ability (o “capacità lavorativa”) che, secondo la definizione di Tuomi et al. (1998) descrive le risorse fisiche e intellettive su cui l’individuo può contare per fronteggiare le richieste poste dal proprio lavoro (68). La maggior parte della ricerca condotta sia tra la popolazione lavora-tiva in generale (18) sia tra quella specifica del set-tore scolastico (18, 25, 53) concorda circa il pro-gressivo decremento dell’abilità lavorativa con l’avanzare dell’età soprattutto in ragione del peg-gioramento delle condizioni fisiche e di salute (30). Per ciò che riguarda invece il benessere psicolo-gico al lavoro, la letteratura è più contraddittoria e non consente di individuare uno specifico trend di evoluzione in rapporto alle fasce d’età, sia per ciò che attiene gli insegnanti che la popolazione lavo-rativa generale. Per esempio, diversi studi (4, 9, 14, 42, 45) hanno rilevato relazioni negative dell’età con il burnout e altri sintomi internalizzanti (ansia, depressione e umore irritabile). Il fenomeno è stato interpretato come conseguenza delle minori abilità nella gestione dello stress, dell’inesperienza e della presenza di maggiori aspettative irrealistiche verso il proprio lavoro per le fasce d’età più giovani (11, 33, 50). Studi longitudinali indicano come i lavora-tori dei servizi sanitari con il passare degli anni rie-scano talora a compensare l’aumento del carico la-vorativo e dell’impegno psico-fisico che esso com-porta (demand) tramite un aumento delle proprie capacità di controllo sull’organizzazione del lavoro (control) così che lo stress percepito rimane costan-te o si riduce (49).

Altri studi mostrano, all’opposto, come i lavora-tori più anziani siano invece più soggetti allo stress e a più elevati livelli di burnout e sintomi depressivi legati al lavoro, e siano caratterizzati da minore competenza, aspirazione, realizzazione professionale e soddisfazione lavorativa (1, 2, 32, 37, 42, 58, 66).

Alla luce di queste considerazioni si intende dunque approfondire il tema del benessere psicolo-gico e fisico di chi lavora all’interno dei servizi edu-cativi in funzione dell’età e del processo di invec-chiamento.

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OBIETTIVO

Scopo del presente studio è quello di descrivere lo stato di salute psicofisica di educatrici/tori di ni-do e insegnanti dell’infanzia impiegati presso la Divisione Servizi Educativi del Comune di Torino.

Nello specifico, in prima battuta si intende mi-surare la prevalenza dei fenomeni di burnout, de-pressione, abilità allo svolgimento della mansione e disturbi muscolo-scheletrici a carico dell’apparato lombare. In secondo luogo, si osserverà come i punteggi di queste stesse variabili siano associati a età e mansione.

MATERIALI E METODI

Contesto della ricerca e procedura di raccolta dati I dati sono stati raccolti, tramite somministra-zione di un questionario self-report, distribuito tra insegnanti ed educatrici/tori delle scuole dell’infan-zia e degli asili nido all’interno dei servizi educativi del Comune di Torino.

La rilevazione è stata avviata dopo la prima valu-tazione dello stress-lavoro correlato così come pre-visto dalla legge 81/2008 (art. 28). In tale occasio-ne, tra il 2011 e il 2012, oltre alla valutazione stan-dard proposta da Inail (dalla quale non erano emerse criticità tali da indurre approfondimenti “di tipo soggettivo”), RSPP, medico competente e da-tore di lavoro avevano ritenuto opportuno conosce-re più da vicino le percezioni di benesseconosce-re e/o disa-gio di educatori e insegnanti per mezzo di un pri-mo studio pilota (questionario somministrato a 150 educatori/insegnanti; 8 focus group). I dati raccolti per mezzo del questionario avevano messo in luce livelli medio-bassi di burnout, ma crescenti in rap-porto all’età, e il tema dell’invecchiamento e dei ti-mori legati al perdurare della vita lavorativa sulla base delle riforme pensionistiche nel frattempo at-tuate, era emerso con molta evidenza nel corso dei

focus group, oltre ad essere stato segnalato dal me-dico competente come problema “emergente” nel corso della sorveglianza sanitaria degli educatori degli ultimi anni.

Gli educatori e gli insegnanti dei nidi del Co-mune di Torino sono sottoposti a regolare sorve-glianza sanitaria sulla base della valutazione del ri-schio effettuata in rispetto del D.Lgs 81/08, all. XXXIII Movimentazione Manuale Dei Carichi (MMC), che considera la norma tecnica della serie UNI ISO 11228-1 quale idonea alla valutazione della MMC di soggetti viventi come i bimbi: “il sollevamento di un bimbo dal suolo a un piano di lavoro […] [è una] tipica attività […] che, per sua stessa natura, può presentare il rischio di lesioni a carico della schiena” (par. B2 della norma UNI ISO 11228-1), sulla base del metodo REBA (risul-tati: per educatori ed educatori di sostegno- non accettabilità peso sollevato rispetto al limite racco-mandato; per insegnanti e insegnanti di sostegno-non attività di MMC continuative valutabili). Nel-l’ambito della visita medica oltre all’anamnesi mi-rata e all’esame clinico funzionale degli organi ber-saglio, in primis della colonna vertebrale e degli ar-ti, particolare attenzione viene posta alla segnala-zione di manifestasegnala-zione di sintomi che possono es-sere indice dell’insorgenza di problemi di stress la-voro-correlati e di malattie che, pur essendo diffuse in tutta la popolazione, possono trovare nello stress lavoro-correlato un fattore aggravante.

L’estensione della rilevazione2a tutto il personale in servizio presso la Divisione Servizi Educativi è stata quindi intrapresa nel corso del febbraio 2013. Il questionario, parzialmente rivisto rispetto alla prima fase proprio in relazione all’emergere del te-ma dell’invecchiamento e della sostenibilità lavora-tiva, è stato presentato ai rappresentanti del perso-nale educativo e insegnante nel corso di alcuni in-contri preliminari dopo essere stato condiviso con i Dirigenti del Settore Servizi Educativi e con tutti i Responsabili Psico-pedagogici dei circoli del Co-mune di Torino. L’auto-compilazione del

questio-2Il progetto ha previsto anche un approfondimento tra la popolazione lavorativa ultrasessantenne in servizio, sviluppato

at-traverso un numero rilevante (n=70) di interviste in profondità con educatrici e insegnanti (tutte di sesso femminile) con al-meno 62 anni di età e con qualche anno di servizio ancora da svolgere. Le interviste sono ancora in fase di elaborazione e non vengono riportate in questo articolo.

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nario, in forma anonima, ha costituito manifesta-zione al consenso del trattamento dei dati, condot-to nel rispetcondot-to della privacy in base alla normativa vigente ed è avvenuta in orario di lavoro, presso le singole sedi, in presenza dei ricercatori del Diparti-mento di Psicologia a disposizione per chiarimenti circa la compilazione.

Strumenti

Il questionario utilizzato in questo studio è sud-diviso in due sezioni. La prima contiene le doman-de relative ai fattori socio-anagrafici (genere, età, stato civile, figli), alla posizione lavorativa (mansio-ne, anzianità di servizio, contratto) e alle variabili personali (peso, altezza, anziani da curare, disponi-bilità di facilitazioni legge ex. 104/92). La seconda sezione contiene invece le scale volte alla valutazio-ne della perceziovalutazio-ne soggettiva dello stato di salute psico-fisica del lavoratore:

- il burnout è stato misurato attraverso il Masla-ch Burnout Inventory (MBI nella versione espres-samente dedicata al settore educativo “Educators Survey”: 50, 51), composto da ventidue item ricon-ducibili a tre sottoscale: esaurimento emotivo (EE, nove item; es: “mi sento emotivamente sfinito dal mio lavoro”; α=.90), depersonalizzazione (DP, cin-que item; es: “mi sembra di trattare i miei utenti come se fossero oggetti”α=.61) e realizzazione pro-fessionale (RP, otto item; es:“mi sento pieno di energie”;α=.77). Per ogni item è richiesto di espri-mere su una scala Likert a sette passi (0=mai; 6=ogni giorno), con quale frequenza si esperiscono atteggiamenti e sensazioni in relazione a specifici aspetti del proprio lavoro. Ciascuna delle tre sotto-dimensioni ottenute tramite la somma degli item corrispondenti, genera un punteggio che può essere ricondotto alle tre categorie: “basso”, medio” e “al-to” (tabella 2);

- i sintomi depressivi sono stati rilevati tramite il Patient Health Questionnaire (PHQ-9) (38; per le caratteristiche psicometriche nel contesto italiano: 52; es. item: “con quale frequenza nelle ultime due settimane ha avuto difficoltà a concentrarsi su qualcosa, per esempio leggere il giornale o guardare la televisione?”). Ciascun item rimanda a uno dei nove criteri che identificano il disturbo depressivo

maggiore secondo il DSM ed è associato a una sca-la di frequenza a 4 passi (0=mai; 3=quasi tutti i giorni). La scala è considerata unidimensionale e nel presente studio la consistenza interna risulta adeguata essendo che l’α assume un valore di .78 (tabella 2 per i cut-off );

- la capacità lavorativa è stata misurata tramite la versione italiana (17) del Work Ability Index (WAI 68), composta di sette sottosezioni che inda-gano: 1) la capacità di lavoro percepita attualmente e confrontata con il miglior periodo di vita (1 item), 2) la capacità di lavoro percepita in rapporto alle richieste del compito (2 item), 3) il numero di patologie riportate al momento della compilazione del questionario accertate da diagnosi medica; 4) la stima soggettiva della riduzione della capacità di lavoro in ragione delle patologie riportate (inventa-rio con 51 patologie), 5) le assenze per malattia de-gli ultimi dodici mesi (1 item ), 6) la stima della ca-pacità di lavoro in riferimento ai due anni venturi (1 item), 7) la percezione delle risorse personali in relazione alle attività quotidianamente svolte dal’individuo (3 item). Il WAI è considerato un in-dice monodimensionale e il punteggio può essere interpretato tramite la riconduzione dello stesso a 4 macro-categorie (si veda tabella 2);

- l’interferenza dei dolori muscolo-scheletrici nelle attività quotidiane è stata rilevata attraverso 4 item provenienti dal Cronic Pain Grade (74; adatta-mento italiano:61) che compongono l’indice Disa-bility Points. Tre di essi valutano specificatamente la percezione dal soggetto di quanto i dolori muscolo scheletrici interferiscono con le attività quotidiane e compongono il Disability Score (DS) il cui pun-teggio è compreso tra 0 e 100 (0=“nessuna interfe-renza”; 100=“completa inabilità”). Esiste poi un quarto item in cui è richiesto al lavoratore di indi-care il numero di giorni di malattia effettuati negli ultimi 6 mesi. Come indicato nelle istruzioni di calcolo, viene assegnato a ogni soggetto un punteg-gio sia sulla base dei punteg-giorni di assenza indicati (0 punti con 6 giorni o meno, 1 punto con numero di giorni compresi tra 7 e 14, 2 punti con giorni di as-senza compresi tra 15 e 29, 3 punti per i soggetti con 30 o più giorni) che su quello dei punti ottenu-ti sul DS (0 punottenu-ti con 29 o meno; 1 punto con punteggio compreso tra 30 e 49, 2 punti ai soggetti

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che hanno totalizzato un punteggio tra 50 e 69, 3 punti per i soggetti con 70 o più). La somma tra i due punteggi consente di ricondurre i soggetti a 4 categorie di intensità del dolore muscolo-scheletri-co (tabella 2).

Partecipanti

La popolazione lavorativa complessiva (target) impiegata presso la Divisione Servizi Educativi del Comune di Torino comprendeva all’avvio della ri-levazione (aprile/maggio 2013) un totale di 1455 lavoratrici/tori (859 insegnanti e 595 educatrici/ ori). Tale popolazione target era composta al 99% da donne, senza differenze significative di distribu-zione tra le due categorie professionali (0.8 % tra gli insegnanti e 1.2% tra le gli educatori sono uo-mini), e riportava una età media, in linea con quella rilevata da Eurostat (2014), di 50.80 (ds=7.56). Come ha evidenziato il t-test (t=-11.22; p=0.00), nella popolazione target l’età media del corpo inse-gnanti (M=52.60; ds=7.08) risultava significativa-mente più elevata di quella delle educatrici/tori (M=48.22, ds=7.47).

I questionari distribuiti nelle singole scuole sono stati 884, comprendenti tutti i presenti sul luogo di lavoro al momento della somministrazione, cui hanno riposto in totale 776 tra insegnanti (n=441) ed educatrici/tori (n=335).

I questionari valutati validi in seguito alle opera-zioni di controllo della qualità dei dati sono 734 (426 insegnanti di scuola materna e 308 educatri-ci/tori di asilo nido). Il tasso di risposta in rapporto alla popolazione impiegata nella Divisione al mo-mento della somministrazione è stato del 53%.

Nella tabella 1, sono riportati i dati socio-ana-grafici e professionali del campione. Rispetto al ge-nere e all’età non sono state rilevate differenze si-gnificative tra la popolazione target e il gruppo di soggetti effettivamente intervistati (χ² non signifi-cativo). Entrambi i gruppi professionali sono per la maggior parte composti da persone coniugate e con almeno un figlio. Inoltre, circa un decimo dei ri-spondenti usufruisce delle facilitazioni previste dal-la Legge 104/92. Dal punto di vista delle circostan-ze extra-lavorative che possono incidere sulle con-dizioni psichiche, si rileva inoltre che il 38% del

campione ha vissuto nell’arco degli ultimi 6 mesi una grave difficoltà personale (es. morte/malattia di un famigliare o amico caro; divorzio ecc.).

Il Body Mass Index (BMI) rivela che la maggior parte del campione rientra nella norma dal punto di vista del peso corporeo, il 14.9% delle/gli educa-trici/tori e il 17.4% delle/gli insegnanti sono in so-vrappeso, mentre solo una esigua minoranza ripor-ta situazioni abnormi di magrezza (2.3% sia nel sottogruppo delle/gli insegnanti sia in quello del-le/gli educatrici/tori) o di obesità (il 2.9% deldel-le/gli educatrici/tori e il 4.9% delle/gli insegnanti). Analisi dei dati

L’analisi dei dati è stata svolta con il supporto del software statistico SPSS 20.

Al fine di ottenere la prevalenza dei fenomeni in esame, per ciascun indicatore considerato sono sta-te calcolasta-te le percentuali di soggetti rientranti nel-le categorie definite dai cut-off di riferimento (ta-bella 2). La statistica ϕ è stata utilizzata al fine di identificare eventuali differenze nelle distribuzioni tra i sottogruppi professionali (insegnanti di infan-zia ed educatrici/tori di nido).

Al fine di valutare l’effetto congiunto di mansio-ne ed età sullo stato di salute individuale, sono stati effettuati 6 Modelli Lineari Generalizzati Univaria-ti, uno per ciascun indicatore di salute considerato. Le analisi preliminari hanno condotto all’identifica-zione delle variabili di controllo da inserire in tali modelli. In tale frangente, riguardo le socio anagra-fiche, sono in particolare state considerate le variabi-li “eventi avversi”, “fruizione delle agevolazioni della legge 104” e BMI in ragione dei risultati emersi dal-le analisi descrittive che hanno appunto evidenziato la presenza di un’ampia porzione di soggetti incorsi in eventi avversi (38%), di un numero non trascura-bile di fruitori delle facilitazioni previste dalla ex 104/92 (circa il 10%) e di soggetti in sovrappeso (20% circa). Le relazioni tra i vari indicatori psicofi-sici e le variabili “eventi avversi” e “fruizione della ex 104/92” sono state testate tramite ANOVA a una via. Riguardo il BMI è stata invece utilizzata la cor-relazione di Pearson. In caso di significatività stati-stica, tali variabili sono state inserite nei rispettivi modelli in qualità di variabili di controllo.

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Tabella 1 - Caratteristiche del campione

Table 1 - Description of the sample

Educatrici/tori Insegnanti N % N % Genere Femminile 304 98.7 423 99.30 Maschile 4 0.3 3 0.70 Età 25-34 15 4.9 13 3.1 35-44 82 26.6 50 11.7 45-49 47 15.3 68 16.0 50-54 96 12.0 92 21.6 55-59 46 14.9 131 30.8 60-64 22 7.1 72 16.9

Anni Comune Torino

< 10 25 8.1 31 7.3 10-20 111 36 68 16 21-30 80 26 106 24.9 31-42 92 29.9 221 51.9 Contratto di lavoro Full-time 279 90.9 416 98.1 Part-time 28 9.1 8 1.9 Stato civile Nubili/celibi 48 15.6 49 11.5 Coniugate/i Conviventi 224 72.7 303 71.1 Separate/i Divorziate/i 29 9.4 59 13.8 Vedove/i 7 2.3 15 3.5 Figli si 239 77.6 336 78.9 no 69 22.4 90 21.1 Facilitazioni L. ex104/92 si 32 10.4 39 9.2 no 276 89.6 387 90.8 BMI* sottopeso 7 2.3 10 2.3 nella norma 232 75.3 315 71.6 sovrappeso 46 14.9 74 17.4 obesità clinica 9 2.9 20 4.9

Eventi avversi ultimi 6 mesi

no 191 62 62 61.5

sì 117 38 164 38.5

Nota. *BMI=Massa Corporea (Kg)/statura (m2). Classificazione: sottopeso:<18.50; sovrappeso:≥ 25; obesità clinica:≥ 30 /

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Infine, rispetto specificatamente gli indicatori della sfera fisica, considerata la presenza di un non trascurabile numero di studi che individuano nel burnout un fattore di rischio sia per la capacità lavo-rativa (3, 63) sia per i disturbi muscolo scheletrici (29, 40), è stati valutato di controllare i rispettivi modelli per le tre sottodimensioni di burnout. In particolare, sono state effettuate delle correlazioni di Pearson. In caso di significatività statistica, i rispet-tivi indicatori di burnout considerati, sono stati in-seriti come covariate, nel modello corrispondente.

RISULTATI

Analisi di prevalenza sugli indicatori di salute psicofisica

Il calcolo delle percentuali in riferimento alle ca-tegorie definite dai cut-off (tabella 2), rileva che il burnout rappresenta un fenomeno abbastanza diffu-so nel campione esaminato. Riguardo l’esaurimento emotivo (EE), circa un quarto delle/gli intervistate/i rientra nella categoria elevato, e il 31.5% riporta un

Tabella 2 - Cut-off, Frequenze, percentuali di Burnout, Depressione, Capacità Lavorativa e Disabilità per i differenti gruppi:

educatrici, insegnanti

Table 2 - Prevalence of Burnout, Depression, Work Ability and Disability for various subgroups: numbers (n) with percentages (%) Cut-off Educatrici/tori Insegnanti

n % n %

Esaurimento Emotivo (EE)

basso ≤13 131 42.5 152 35.7 medio 14-23 97 31.5 109 25.6 alto ≥24 57 18.5 129 30.3 Depersonalizzazione (DP) basso ≤3 211 68.5 286 67.1 medio 4-8 70 22.7 94 21.2 alto ≥9 130 42.2 28 6.6 Realizzazione Professionale (RP) basso ≤40 61 19.8 75 17.6 medio 39-34 70 22.7 93 21.8 alto ≥33 25 8.1 197 46.2 Depressione (PHQ-9) Assenza 0-14 80 26 402 94.4 Depressione maggiore 15-19 1 .3 4 .9 Depressione Severa ≥20 2 .6 2 .5

Capacita lavorativa (WAI)

Eccellente 7-27 31 10.1 38 8.9 Buona 28-36 129 41.9 167 39.2 Mediocre 37-43 110 35.7 154 36.2 Scadente 44-49 15 4.9 29 6.8 Disturbi Muscolo-scheletrici (DS) Assenza di dolori 0 101 32.8 142 33.3 Bassa disabilità 1-2 84 27.3 91 21.3

Alta disabilità/moderatamente limitante 3-4 80 11 128 17.4

Alta disabilità/severamente limitante 5-6 43 13.9 62 14.6

Nota. Il mancato raggiungimento del valore 100 nella somma delle % per categoria indica che alcuni soggetti sono stati esclusi in quanto le risposte fornite sulla scala riportavano missing value

(9)

livello medio. La statistica phi (ϕ=.13; p=.00) indica inoltre una differenza significativa tra le distribu-zioni delle due categorie professionali a sfavore del-le/gli insegnanti. Depersonalizzazione (DP) evi-denzia livelli meno accentuati di disagio ma co-munque non trascurabili: sebbene la maggioranza della popolazione in esame rientri nella categoria bassa, più di un quarto della popolazione riporta li-velli almeno medi. La terza dimensione di burnout non si discosta dal trend degli indicatori preceden-ti, evidenziando una situazione di media realizza-zione professionale (RP) rispettivamente per il 22.2% e 18.5% dei rispondenti. Né su DP, né su RP, si sottolineano scostamenti significativi tra le distribuzioni delle due sottopopolazioni professio-nali considerate.

I punteggi ricavati sul PHQ-9 rivelano che solo una piccola percentuale indica sintomi riconducibili a fenomeni depressivi che potrebbero essere clini-camente rilevanti. Non si riportano inoltre diffe-renze significative tra i gruppi professionali.

Il calcolo dei punteggi relativi all’indice WAI in-dica che le categorie più numerose sono quelle composte da chi riporta una capacità lavorativa

buona e mediocre. Il resto dei soggetti si colloca nelle categorie estreme: l’11.4% ottiene un punteg-gio che rivela una capacità eccellente, il 5.6% una scadente. Non si rivelano scostamenti significativi tra le distribuzioni delle due sotto-popolazioni la-vorative. Nella tabella 3 sono riportate, radunate per macro aree, le frequenze relative alle patologie mediche riportate dai soggetti nella domanda 3 del WAI. Le patologie più frequenti sia tra le/gli inse-gnanti sia tra le/gli educatrici/tori sono quelle rela-tive all’apparato muscolo-scheletrico (79% dei casi diagnosticati e il 84% tra coloro che dichiarano di accusare dei sintomi riguardano problematiche del-la regione lombosacrale). Seguono i disturbi gastro-intestinali e quelli di tipo neurologico.

Infine, il livello di DS evidenzia che solo un terzo della popolazione considerata non riporta alcun di-sagio connesso ai dolori muscolo-scheletrici. Il 24% della popolazione riporta livelli lievi di disagio lega-to al muscolo-scheletrico, il 28.8% accusa dolori alla schiena moderatamente disabilitanti, il 14.4%, infi-ne, dolori severamente deabilitanti. Anche in questo caso non si osservano differenze statisticamente si-gnificative tra educatrici/tori e insegnanti.

Tabella 3 - Malattie e disturbi fisici fra le insegnanti e le educatrici del Comune di Torino: frequenze (n) e percentuali (%)

Table 3 - Diseases and physical health problems among kindergarten teachers of the Municipality of Turin: numbers (n) with percen-tages (%)

Educatrici/tori Insegnanti

Sintomi Diagnosi No Sintomi Diagnosi No

n % n % N % n % n % n % Danni da incidenti 31 10.1 17 5.5 260 84.4 29 6.8 28 6.6 369 86.6 Cardio-vascolari 11 3.6 37 12.0 260 84.4 23 5.4 73 17.1 330 77.5 Muscolo scheletrici 115 37.3 109 35.4 84 27.3 132 31.0 153 35.9 141 33.1 Respiratori 26 8.4 23 7.5 259 84.1 40 9.4 43 10.1 343 80.5 Mentali 28 9.1 17 5.5 263 85.4 48 11.3 18 4.2 360 84.5 Neurologici 47 15.3 38 12.3 223 72.4 76 17.8 64 15.0 286 67.1 Gastrointestinali 56 18.2 56 18.2 196 63.6 78 18.3 74 17.4 274 64.3 Genitali/urinali 17 5.5 25 8.1 266 86.4 37 8.7 30 7.0 359 84.3 Dermatologici 21 6.8 34 11.0 253 82.1 41 9.6 67 15.7 318 74.6 Oncologiche 1 0.3 6 1.9 301 97.7 3 0.7 13 3.1 410 96.2 Metabolici/endocrini 9 2.9 19 6.2 280 90.9 16 3.8 34 8.0 376 88.3 Nefropatie 2 0.6 - - 306 99.4 5 1.2 3 0.7 418 98.1 Difetti di nascita 1 0.3 3 1.0 304 98.7 4 0.9 6 1.4 416 97.7 Altro 6 1.9 6 1.9 296 96.1 6 1.4 13 3.1 407 95.5

(10)

Relazione tra età, mansione e indicatori di salute psicofisica

Nella tabella 4 sono riportati i punteggi delle di-mensioni indagate tra insegnanti ed educatrici/tori in relazione alle cassi di età.

Le analisi preliminari hanno evidenziato la pre-senza di una differenza significativa sui punteggi di depressione (F=21.24; p=.00) tra coloro che non avevano esperito eventi avversi negli ultimi sei mesi (m=6.73 ds=4.00) e coloro che invece li avevano esperiti (m=5.5 ds=3.15). Nessuna associazione si-gnificativa è stata invece riscontrata tra eventi av-versi, e rispettivamente, esaurimento emotivo (EE), depersonalizzazione (DP), realizzazione professio-nale (RP), capacità lavorativa (WAI) e disturbi muscolo scheletrici (DS). Nessuna differenza signi-ficativa è stata altresì riscontrata tra chi usufruiva o meno della legge 104 sugli indicatori di burnout, il WAI e il DS. L’ANOVA (F=4.57, p=.33) indica invece la presenza di sintomi depressivi significati-vamente più elevati tra coloro che usufruiscono delle facilitazioni (m=6.88; ds=3.35) rispetto a chi non ne usufruisce (m=5.91; ds=3.55).

WAI e DS sono gli unici indicatori che risultano associati significativamente a BMI. Nello specifico, BMI e WAI sono correlati inversamente (r=-.19, p=.00), mentre BMI e DS lo sono direttamente (r=.18, p=.00).

Rispetto alle relazioni tra indicatori di burnout (EE, DP, RP) con rispettivamente il WAI e il DS, la correlazione di Pearson evidenzia la significati-vità di ogni combinazione considerata. Il WAI cor-rela negativamente con EE (r=-.54), DP (r=-.21) e positivamente con RP (r=.27). Al contrario, DS è associato positivamente a EE (r=.39) e DP (r=.10) e, negativamente a RP (r=-.16).

Sulla base delle risultati ottenuti nelle analisi preliminari, nei modelli in cui la depressione è in-serita come variabile dipendente sono state inserite le variabili “eventi avversi” e “fruizione della Legge ex 104/92” per controllarne gli effetti. Analoga-mente, nei modelli volti a valutare l’associazione di età e mansione su WAI e DS sono stati inseriti il BMI, EE, DP e RP.

Riguardo le sottodimensioni del burnout, i tre modelli generalizzati mettono in evidenza che età e mansione influenzano i livelli di EE (7.8% della

va-Tabella 4 - Burnout, Depressione, Capacità Lavorativa e Disabilità per fasce d’età fra le educatrici e le insegnanti: medie e

deviazioni standard

Table 4 - Burnout, Depression, Work Ability and Disability by age group among kindergarten teachers: means with standard devia-tions (DS) 25-34 35-44 45-49 50-54 55-59 60-64 m ds m ds m ds m ds m ds m ds Educatrici/tori EE 9.93 4.41 13.29 7.65 16.95 7.23 17.57 10.00 21.00 12.31 17.80 12.58 DP 1.60 1.88 2.16 2.82 2.83 3.08 2.47 3.11 3.30 3.18 3.45 3.69 RP 38.00 4.02 36.68 7.37 34.52 8.42 33.59 8.50 33.44 8.48 37.93 5.82 PHQ-9 4.86 2.72 5.41 2.79 6.24 3.07 5.85 3.94 6.41 3.08 5.95 3.06 WAI 40.23 3.83 39.63 4.42 36.56 4.45 36.16 5.32 35.37 5.92 35.72 7.85 DS 23.55 14.98 32.35 21.80 39.36 22.60 39.93 21.12 41.08 22.27 47.72 25.68 Insegnanti EE 17.45 11.20 14.20 9.85 15.41 10.29 21.07 12.88 20.24 12.61 22.21 12.33 DP 2.00 2.79 2.71 3.97 2.03 3.00 2.66 3.76 2.53 3.38 3.87 4.82 RP 39.78 5.38 37.47 7.80 35.88 7.43 36.22 6.77 37.10 7.66 33.58 7.80 PHQ-9 4.92 2.49 4.67 3.68 5.57 3.24 6.42 3.85 6.29 3.35 6.91 4.21 WAI 40.00 4.27 40.28 4.39 38.02 5.27 35.58 5.75 35.86 5.87 34.96 5.29 DS 20.76 16.84 24.00 19.70 36.56 22.76 39.52 25.98 37.64 22.73 39.69 21.68

(11)

rianza spiegata; Fmodello=5.10, p=.00, Fetà=7.16 p=.00, Fmansione=4.60, p=.03) e RP (R2= 0.27, Fmodello=2.90 p=.01, Fetà=2.79 p=.02, Fmansione=6.04 p=.01) ma non di DP. Come si evince dalla figura 1, EE disegna una traiettoria ascendente lungo lo spettro delle clas-si di età anche se spiccano alcune eccezioni: le/gli educatrici/tori over 60 infatti riportano un punteg-gio medio di 3.51 punti più basso rispetto ai colleghi e alle colleghe della classe di età precedente (55-59); analogamente, le/gli insegnanti della fascia 25-34 ri-portano punteggi superiori rispetto alle due classi di età successive (35-44, 45-49). Il t-test mette inoltre in evidenza le differenze statisticamente significative tra insegnanti ed educatrici/tori all’interno delle classi di età 25-34 (t=2.375 p=.02) e 50-54 (t=1.965 p=.05).

In generale, le/gli insegnanti riportano sempre livelli più elevati di RP rispetto alle/gli educatri-ci/tori tranne che nella categoria over 60. Il t-test, a conferma di quanto è possibile dedurre dall’esame della figura 2, non segnala differenze significative nelle prime tre classi considerate. Rileva invece una

differenza statisticamente significativa a favore delle/gli insegnanti nelle classi 50-54 e 55-59 (t50-542.16 p=.03, t55-59=2.49 p=.01) e a sfavore per il gruppo d’età over 60 (t=-2.029 p=.05).

Come emerge dall’analisi della figura 3, i sinto-mi depressivi tendono a intensificarsi con l’aumentare dell’età (R2=.02, F

modello=2.69 p=.01, Fetà=3.06 p=.01). Non si rivelano invece differenze sulla mansione. La variabile “eventi avversi” è signi-ficativamente associata ai sintomi depressivi, ma il suo inserimento non determina una scomparsa del-l’effetto significativo dell’età (R2=.070, F

modello=5.89 p=.00, Fetà=3.14 p=.01, Feveventiavversi=26.82 p=.00). La variabile che individua i fruitori delle agevolazioni previste dalla Legge ex 104/92 non è associata a valori di F statisticamente significativi.

Analogamente, non vi sono differenze rispetto alla capacità lavorativa tra i due gruppi professiona-li, ma solo in base all’età (9.7% della varianza spie-gata, Fmodello=10.44 p=.00, Fetà=12.21 p=.00). L’inserimento della variabile BMI nel modello de-termina un decremento di Fetà, anche se rimane

co-Figura 1 - Punteggi medi di EE in relazione a età e mansione

(12)

munque ampiamente al di sopra della significatività statistica (11.4% varianza spiegata: Fmodello=10.27 p=.00, Fetà=9.77 p=.00, FBMI=15.48, p=.00). L’inserimento dei tre indicatori di burnout, deter-mina un sostanzioso incremento della varianza spie-gata del modello che si attesta al 37%. L’indice F as-sociato alla variabile età si attesta a 6.59 con una si-gnificatività dello .00. La mansione continua a non riportare valori significativi al contrario di BMI che mantiene la significatività statistica (F=4.14 p=.01). EE rappresenta il correlato più forte di WAI (F=124.99 p=.00), seguito da RP (F=23.06 p=.00). DP non risulta invece statisticamente significativa.

In generale, il tracciato evidenzia un livello medio che si mantiene elevato e costante lungo le due clas-si di età 25-34 e 35-44. A partire dalla classe 45-49 fino alla classe 60-64, sia per gli educatori che per insegnanti, la figura disegna una “caduta” del pun-teggio lieve ma costante. Infine, i dolori muscolo-scheletrici (4.2% varianza spiegata, Fmodello=6.35 p=.00) tendono ad aumentare con l’età (F=7.28 p=.00) e sono avvertiti più intensamente dalle/gli educatrici/tori (F=5.59 p=.02). Tale risultato è

con-fermato anche qualora nel modello venga inserita come covariata la variabile BMI (7.7% di varianza spiegata, F=8.27 p=.00, Fetà=5.56 p=.00, Fmansione=5.69 p=.02, FBMI=21.36 p=.00). Anche controllando per EE, DP e RP (R2:.21, F

modello=14.87 p=.00), l’età (F=2.53 p=.00) così come la mansione (F=7.16, p=.01) e il BMI (F=11.59 p=.00) continuano a esse-re significativamente associati ai disturbi muscolo-scheletrici. Tra gli indici di burnout si segnala la si-gnificatività unicamente di EE (FEE=73.33 p=.00). Sebbene la sintomatologia sia avvertita più intensa-mente dalle educatrici/tori, la figura evidenzia un andamento simile per le due categorie professionali: una linea crescente a partire dalla classe 25-24 fino a 45-49 che disegna una stabilizzazione sulle classi 50-54 e 55-60 e una lieve re-intensificazione sulla classe 60-64.

Discussione

La presente ricerca, è stata condotta tra il perso-nale dei Servizi Educativi del Comune di Torino a Figura 2 - Punteggi medi di RP in relazione a età e mansione

(13)

Figura 3 - Punteggi medi di PHQ-9 in relazione a età e mansione, aggiustati per le variabili “eventi avversi” e “fruizione

della legge ex104”

Figure 3 - Mean PHQ-9 scores in different age groups according to role, adjusted for the variables “adverse events” and “fruition of Law ex 104 facilitations”

Figura 4 - Punteggi medi di WAI in relazione a età e mansione, aggiustati per BMI, EE, DP, RP

(14)

diretto contatto con bambini nella fascia 0-3 e 3-6 anni, e ha indagato la prevalenza dei fenomeni di burnout, depressione, abilità allo svolgimento della mansione e disturbi muscolo-scheletrici a carico dell’apparato lombare e il modo in cui questi si modificano in relazione all’età e al ruolo.

La rilevazione ha messo in luce livelli medio-alti di burnout e disturbi muscolo-scheletrici per un’ampia percentuale del campione, benché rispet-to ad altri sinrispet-tomi internalizzanti, qui valutati at-traverso sintomi depressivi, non si siano riscontrati punteggi preoccupanti.

I risultati ottenuti attraverso i modelli generaliz-zati, consentono di individuare un trend specifico per l’età sui livelli di benessere e salute fisica, men-tre per la mansione (insegnanti versus educatri-ci/tori) si riscontrano differenze meno rilevanti. L’esaurimento emotivo mostra infatti un incremen-to significativo all’aumentare dell’età, anche se si può osservare uno scostamento significativo nelle fasce d’età liminari nelle due diverse mansioni. Le/gli educatrici/ori più giovani (25-34) e

quel-le/gli anziane/i (55-69), rispetto alquel-le/gli insegnanti, riportano livelli inferiori di esaurimento. Tale risul-tato rispecchia quello evidenziato anche da alcuni recenti studi condotti in ambito italiano (59, 58) i quali, benché condotti in campioni appartenenti a gradi scolastici superiori, riportano un peggiora-mento dei livelli di esauripeggiora-mento emotivo fra gli in-segnanti over 50.

Allo stesso modo, osservando la figura 2, si può notare come le/gli insegnanti riportino una mag-giore realizzazione professionale rispetto alle/gli educatrici/tori, per quanto il trend registri un pro-gressivo peggioramento all’avanzare dell’età soprat-tutto per le/gli insegnanti. In questo caso, la classe d’età 60-64 mostra un andamento opposto per le due categorie professionali, dove le/gli insegnanti riportano un peggioramento consistente e coerente per esempio sia con quanto rileva la ricerca condot-ta tra gli insegnanti di scuola materna (1) sia di al-tri ordini di scuola (14, 66, 72) mentre per le/gli educatrici/tori la realizzazione professionale rag-giunge i livelli massimi.

Figura 5 - Punteggi medi di DS in relazione a età e mansione, aggiustati per BMI, EE, DP, RP

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Per ciò che concerne i sintomi depressivi, vi è un’intensificazione all’aumentare dell’età. Questo risultato è in accordo con la letteratura riferita alla popolazione generale e, secondo alcuni studi, può essere in parte spiegato dal peggioramento della condizioni di salute (8, 65). Come suggerisce il nostro studio, anche gli eventi avversi e le richieste familiari legate in particolare alla cura di anziani (es. coniugi, genitori) contribuiscono all’intensifi-cazione dei sintomi depressivi, sommandosi all’ef-fetto dell’età. Tali dati, raramente considerati in letteratura in riferimento a popolazioni lavorative, mettono in evidenza importanti aspetti della vita extra-lavorativa in relazione alle fasce di età più avanzate, che hanno implicazioni tutt’altro che ir-rilevanti sul piano della vita lavorativa e della salu-te occupazionale. In tal senso futuri studi, potran-no essere orientati a indentificare, nelle fasce di la-voratori più anziani, gli aspetti della vita personale, che possono “interferire” con il benessere psicolo-gico al lavoro.

In generale, rispetto allo stato di benessere psi-cologico, qui valutato nelle dimensioni del burnout e dei sintomi depressivi, i risultati confermano quella porzione di letteratura che rileva un peggio-ramento con il crescere dell’età (37).

La capacità di lavoro, in accordo con la letteratu-ra (69), presenta un significativo decremento in rapporto all’età, più precoce per le/gli educatri-ci/tori che non per le/gli insegnanti. Tale fenomeno rispecchia probabilmente i punteggi relativi ai di-sturbi muscolo-scheletrici, che aumentano infatti all’aumentare dell’età e con livelli assoluti maggiori per le educatrici. In generale, i risultati qui emersi in relazione alla capacità lavorativa e ai disturbi muscolo-scheletrici, confermano gli studi che indi-viduano, nelle richieste di natura fisica specifiche del lavoro delle/gli educatrici/tori, fattori di rischio per il peggioramento della capacità funzionale e dello stato di salute (13, 27, 53). Benché in questo studio non siano state specificamente indagate le relazioni fra stato di salute e Work Ability, la lette-ratura evidenzia come la presenza di disturbi all’ap-parato muscolo-scheletrico sia significativamente associato a un decremento nella capacità di lavoro (71), dato alla luce del quale è possibile interpretare i risultati qui ottenuti.

CONCLUSIONI

Lo studio presenta dei limiti in relazione ad al-cuni aspetti metodologici. In primo luogo, lo stato di salute è stato misurato unicamente tramite mi-sure di tipo self-report. Futuri studi potranno preve-dere accanto ai dati di tipo soggettivo, relativi al benessere psicologico, la rilevazione di dati di tipo oggettivo, provenienti dall’anamnesi clinica specie in riferimento alle patologie di tipo organico. La ri-cerca presenta poi dati di natura cross-sectional, che non permettono di valutare la modificazione nel tempo dei punteggi negli stessi soggetti, ma solo di registrare le differenze fra le diverse fasce d’età. L’utilizzo di un disegno di ricerca longitudinale avrebbe consentito di cogliere le modificazioni del-lo stato di salute psicodel-logico e sociale che si verifi-cano nel corso del tempo (24).

Un ulteriore limite riguarda la mancata attenzio-ne posta al possibile ruolo svolto, attenzio-nell’insorgenza di stress e burnout, di differenti fattori di rischio, di natura sia individuale (39) sia organizzativa (62, 70), oltre al fattore “età” qui specificamente consi-derato.

Allo stesso modo, diversi studi evidenziano una natura multifattoriale dell’eziologia di patologie muscolo-scheletriche, che vedono un ruolo centrale non solo di fattori ambientali (47, 49) ma anche psicosociali (40, 46), qui non indagati, e che posso-no rappresentare un futuro campo d’indagine.

Infine, per quanto lo studio sia relativo a una realtà molto significativa sia dal punto di vista qua-litativo (organizzativo e pedagogico) sia dal punto di vista quantitativo (numero di bambini e di ope-ratori coinvolti nel servizio) della popolazione in esame, esso copre comunque una porzione abba-stanza ridotta del territorio Italiano. Per tale ragio-ne, studi futuri dovrebbero estendere tale valutazio-ne anche ad altre aree territoriali.

Benché dai risultati ottenuti si evidenzi un’evo-luzione negativa dello stato di salute in relazione all’età, è necessario sottolineare che tale campione può essere “affetto” da un bias di selezione, che nel-la letteratura epidemiologica viene definito come Healthy Worker Effect (tra i lavoratori “anziani” vi è una maggiore presenza di soggetti in “salute” in rapporto all’età anagrafica: chi è “meno sano” si è

(16)

ritirato prima), che porta a sottostimare la relazione negativa fra età e benessere psico-fisico. É inoltre possibile che tale bias sia inevitabilmente accentua-to per l’assenza dal gruppo degli intervistati di tutti quegli insegnanti ed educatori assenti per malattie o infortuni superiori ai 10 giorni (l’arco di tempo intercorso approssimativamente tra la prima distri-buzione e l’ultimo passaggio presso ogni scuola per il ritiro dei questionari), nonché di tutte le persone trasferite ad altre mansioni per ragioni di inido-neità al lavoro al momento della rilevazione.

In conclusione merita ricordare che l’effetto congiunto del blocco del turnover e del prolunga-mento obbligatorio della vita lavorativa accomuna la situazione sperimentata in questi servizi a ciò che sta accadendo, con poche variazioni, nella tota-lità dei servizi del pubblico impiego in Italia. Atti-vità che, come nel caso degli insegnanti delle scuole per l’infanzia e, soprattutto di educatori ed educa-trici, comportano a fianco dell’impegno cognitivo ed emotivo uno sforzo fisico non indifferente (un’esposizione ineludibile stante la natura del la-voro) e che lasciano prevedere, come conferma questo studio, un invecchiamento “sofferente” dal punto di vista del lavoratore e una gestione compli-cata dei servizi dal punto di vista di dirigenti e re-sponsabili del personale.

La ricerca futura, in collaborazione con questi ultimi, è chiamata pertanto a prestare maggiore at-tenzione agli aspetti di vulnerabilità associati all’in-vecchiamento, al fine di elaborare efficaci strategie di promozione della salute, di job-design, interven-ti ergonomici specifici (27) nonché possibili inter-venti di stress management e sviluppo di strategie di coping (75) dedicati a una popolazione lavorati-va in forte e irreversibile cambiamento.

NO POTENTIAL CONFLICT OF INTEREST RELEVANT TO

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