• Non ci sono risultati.

Profilo igienico di chiocciole (Helix spp.) provenienti da due allevamenti italiani.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Profilo igienico di chiocciole (Helix spp.) provenienti da due allevamenti italiani."

Copied!
47
0
0

Testo completo

(1)

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PISA

DIPARTIMENTO DI SCIENZE VETERINARIE

Scuola di Specializzazione in

Ispezione degli Alimenti di Origine Animale

Direttore: Prof.ssa Daniela Gianfaldoni

Profilo igienico di chiocciole (Helix spp.)

provenienti da due allevamenti italiani

Candidato

Relatore

Dott.ssa Rosa Maria Strano

Dott.ssa Francesca Pedonese

Correlatore

Dott. Antonio Mauro Giovanni Augello

Direttore

Prof.ssa Daniela Gianfaldoni

(2)

2

Riassunto

Il consumo delle chiocciole, considerate da sempre un alimento minore, è aumentato in Italia in maniera considerevole. Per rispondere alla maggiore richiesta di prodotto del mercato si è contemporaneamente sviluppato il settore dell’allevamento di questi gasteropodi polmonati. La normativa comunitaria, però, non è esaustiva sull’argomento. E’ importante, dunque, garantire la salubrità del prodotto attraverso controlli e misure igienico-sanitarie adeguate. Col presente lavoro abbiamo, quindi, voluto analizzare dal punto di vista microbiologico le carni di chiocciole allevate con due sistemi radicalmente differenti (allevamento biologico a cielo aperto ed allevamento senza terra) allo scopo di verificarne la qualità igienico sanitaria.

Abstract

Recently in Italy the consumption of edible snails increased a lot. In order to answer to the prevailing market forces, snail’s farming has grown too.

It is very important to guarantee the safety of this food. The EU law is not very exhaustive about this matter. The aim of this work is to analyze snails taken from two different farming systems in order to verify the quality of this food from the microbiological point of view.

(3)

3

Sommario

1. Introduzione………..p.4

2. Le chiocciole allevate

2.1 Specie commerciali………..p.5

2.2 I tipi di allevamento……….p.8

2.3 Caratteristiche bromatologiche delle carni di chiocciola………p.14

3. L’elicicoltura: riferimenti normativi………..p.17

3.1 Metodiche ispettive……….. p.21

3.2 Tutela del benessere durante la macellazione……….. p.25

3.3 Etichettatura e confezionamento delle chiocciole vive……… p.27

4. Problematiche igienico-sanitarie………p.29

5. Scopo della tesi………..p.31

6. Materiali e metodi………p.32

7. Risultati e discussione………p.38

8. Conclusioni………p.41

Bibliografia………p.42

(4)

4

1. Introduzione

La carne di chiocciola è un alimento che fa parte della tradizione gastronomica italiana. Fino agli anni ’70 dello scorso secolo il mercato delle chiocciole era rappresentato prevalentemente dagli esemplari selvatici. In quegli stessi anni, però, furono introdotte misure restrittive per la raccolta delle chiocciole in natura e cominciò a svilupparsi l’elicicoltura. Il consumo di questo gasteropode polmonato terrestre è cresciuto sensibilmente negli ultimi decenni, registrando in Italia 20.000 tonnellate di prodotto venduto nel 1980 fino alle oltre 40.000 tonnellate del 2014 (Istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco, 2016).

Alla luce della forte crescita dei consumi sarebbe opportuno che venissero approfondite le problematiche igienico-sanitarie che questo alimento può presentare. La letteratura, infatti, è carente di studi sufficientemente approfonditi da poter fornire informazioni precise circa i pericoli e i rischi che il consumo delle chiocciole può comportare. L’ecologia e la biologia dei gasteropodi polmonati terrestri giustifica la necessità di sospettare che essi possano essere un potenziale veicolo di patogeni come ad esempio Salmonella spp. o Escherichia coli, essendo animali a stretto contatto con il suolo ed essendo attratti dalle feci dei mammiferi, come è emerso da un’indagine epidemiologica condotta nel 2001 (Barker, 2001).

Inoltre, per via della loro fisiologia, sono animali che possono accumulare, all’interno dell’epatopancreas e del muscolo, ingenti quantità di metalli pesanti esponendo potenzialmente il consumatore a un rischio sanitario non trascurabile.

(5)

5

2.

Le chiocciole allevate

2.1 Specie commerciali

Le specie di chiocciole commercialmente rilevanti e che si prestano meglio ad essere allevate sono quelle appartenenti al genere Helix spp. e in particolare (Istituto di elicicoltura di Cherasco, 2016):

Helix aspersa, (Figura 1), detta anche Zigrinata o Maruzza, in Francia chiamata Petit-gris oppure Chagriné, in Spagna conosciuta come Caracolas, è la lumaca più diffusa nella fascia mediterranea, dove sente l’influenza marina. Presenta conchiglia conoide, molto convessa in alto ed espansa obliquamente in basso, con 3-4 spire. Questa specie rappresenta oggi l’80% del patrimonio di chiocciole di allevamento in Italia. E’ scelta, soprattutto, per la sua precocità nella crescita, che la porta alla maturazione entro dodici mesi di alimentazione. Un’altra importante caratteristica è la forte riproduttività.

Figura 1: Helix aspersa (http://www.istitutodielicicoltura.com/la-lumaca/le-specie-commerciali/)

Helix pomatia, (Figura 2), detta anche Vignaiola bianca, in Francia conosciuta come Gros-blanc oppure Escargot de Bourgogne, perchè tipica di quella regione. In natura si ritrova esclusivamente nelle zone che non sono soggette all’influenza del mare e dei suoi venti. E’ acclimatata con modificazioni

(6)

6

morfologiche varie in tutta l’Italia settentrionale e in alcune fasce montane degli Appennini, da ciò il motivo delle numerose varietà esistenti. L’Helix pomatia, un tempo molto utilizzata negli allevamenti, rappresenta oggi una fetta meno consistente dell’elicicoltura, a causa soprattutto dei più lunghi tempi necessari alla crescita. Le sue carni, tuttavia, risultano sempre di grande qualità, soprattutto per l’industria della conservazione.

Figura 2: Helix pomatia (http://www.istitutodielicicoltura.com/la-lumaca/le-specie-commerciali/)Helix vermiculata, (Figura 3), è chiamata volgarmente “rigatella” ed è molto

conosciuta e apprezzata nell’Italia centro-meridionale. E’ la chiocciola tipica della costa mediterranea e delle isole, presenta una conchiglia depressa (diametro 2,8–3,5 mm) con bande di colore marrone, molto evidenti. E’ presente su tutti i mercati italiani durante l’intero anno, in parte provenie dalla Grecia o dal Marocco; tutto il prodotto è esclusivamente di raccolta naturale. Non si conoscono allevatori di questa specie in quanto il prezzo di mercato non è molto elevato e anche perché occorrono quasi 250 soggetti per ottenere un kg di prodotto. La sola raccolta, in allevamento, se lo stesso fosse esistente, comporterebbe già costi doppi o tripli nei confronti delle specie più pesanti e di taglia più grande. E’ la lumaca più conosciuta nel territorio di Roma: alla base della famosa e antica festa di San Giovanni.

(7)

7

(8)

8

2.2 I tipi di allevamento

In Italia l’Istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco, in Piemonte, è il capofila e il punto di riferimento del settore dell’ elicicoltura. Il tipo di allevamento che l’Istituto promuove e sostiene è quello biologico all’aperto a ciclo completo, che risulta essere anche quello maggiormente diffuso sul territorio nazionale.

L’allevamento biologico all’aperto (Figura 4) è organizzato in settori di terreno delimitati da recinzioni appositamente studiate per evitare l’ingresso di animali infestanti e limitare la fuga delle chiocciole. I terreni, così lottizzati, vengono coltivati con piante che sono funzionali all’alimentazione delle chiocciole ed inoltre utili a creare zone d’ombra.

Si individua una zona per la riproduzione separata da quella per l’ingrasso (Figure 5 e 6). I riproduttori vengono acquistati da centri certificati, e sono immessi in allevamento nel periodo estivo. Trascorse due settimane di tempo, in cui i soggetti si ambientano, comincia la riproduzione: le prime chioccioline schiuderanno circa due mesi dopo l’immissione dei genitori. Questa nuova generazione di chiocciole che ne deriva viene spostata nei recinti da ingrasso. Negli allevamenti a ciclo incompleto non esiste la zona per la riproduzione ma solamente la zona nella quale condurre la sola fase di ingrasso. All’arrivo dell’autunno tutti i riproduttori sono prelevati e dopo venti giorni di spurgatura venduti. Nel frattempo le chioccioline nate nei mesi estivi continuano a crescere e si preparano ad interrarsi per il sonno invernale. Alla primavera successiva, le chiocciole, risvegliatesi dal letargo, sono immesse nel recinto d’ingrasso che nel periodo di febbraio-marzo ha subito una preparazione adeguata e la semina. Nello

(9)

9

stesso periodo è necessario occuparsi del recinto per i nuovi riproduttori. Questi vengono scelti tra i soggetti più grossi presenti nella zona di ingrasso, vengono prelevati perciò dalle chiocciole nate l’anno precedente, la scelta cade solo sugli individui adulti e quindi già ‘bordati’. La bordatura è il processo di indurimento che subisce il legamento situato a livello dell’apertura conchigliare anteriore e segna l’arrivo dell’età adulta del soggetto e quindi del raggiungimento del momento adatto alla vendita. Dal mese di luglio in poi i soggetti cominciano a ‘bordarsi’, la loro commercializzazione proseguirà fino all’autunno, momento dell’esaurimento dei riproduttori. In seguito ricomincia il ciclo successivo (Sava, 2013). La percentuale di morte negli allevamenti a ciclo completo, pur essendo una variabile da considerare nell’economia dell’allevamento, non incide in maniera significativa sul risultato finale, poiché si utilizzano animali del genere Helix che sono, rispetto ad altri, particolarmente resistenti e adattabili a questo tipo di pratiche zootecniche. Non tutte le specie presentano un ciclo biologico di egual durata: Helix aspersa cresce molto più velocemente ed entro il secondo anno già è possibile ottenere la bordatura dei soggetti nati l’anno precedente; Helix pomatia ha, invece, una crescita molto più lenta e può essere venduta solo due anni dopo, spesso la maturità viene raggiunta solo nella primavera del terzo anno (Sava, 2013).

(10)

10

Figura 4: Allevamento a ciclo biologico completo, per concessione dell’ Azienda Agricola Helix Valdera.

Figura 5: Recinti da riproduzione, per concessione dell’Azienda Agricola Helix Valdera.

(11)

11

Esiste un altro tipo di sistema di allevamento che non prevede l’utilizzo di terreni all’aria aperta. Si tratta del cosiddetto “allevamento al coperto” (Avagnina, 2011), che consiste in strutture sopraelevate, dentro le quali è contenuto del terriccio, su cui le chiocciole sono stabulate. Questo tipo di allevamento è allestito all’interno di capannoni o serre che consentono di controllare l’umidità, la temperatura e la luce dell’ambiente. L’alimentazione delle chiocciole allevate con il sistema al coperto può consistere in mangimi concentrati sotto forma di farine quali alternativa all’utilizzo di foraggi freschi (Figura 7).

Rientrano nella categoria degli allevamenti al coperto anche i più innovativi sistemi in completa assenza di terra. Ne esistono di svariate tipologie ma ciò che li accomuna tutti è lo sfruttamento di superfici, realizzate con materiali di diverso tipo, spesso plastico, che si sviluppano in verticale. Queste strutture di materiale plastico hanno l’aspetto di grandi fogli sospesi a un supporto metallico da cui pendono paralleli l’uno all’altro. Questi grossi “appendini” che reggono i fogli, su cui le chiocciole possono muoversi liberamente, sono poggiati su un reticolato anti-fuga (Figura 9) per

(12)

12

consentire il colìo delle deiezioni sulla piattaforma di raccolta posta al di sotto della struttura, opportunamente inclinata per favorirne lo scarico verso il basso (Figura 8). L’alimentazione delle chiocciole allevate senza terra è basata sull’utilizzo di mangimi concentrati sotto forma di farine, che vengono distribuiti su lunghe mangiatoie metalliche poggiate sopra i fogli di plastica in modo facilmente accessibile agli animali. Queste strutture sono modulari e vengono sistemate l’una sopra l’altra in file da due. L’intero sistema di allevamento senza terra è organizzato all’interno di capannoni coibentati con fibra di cotone nei quali è possibile modulare l’umidità ambientale, la temperatura e la quantità di luce, allo scopo di fornire agli animali le migliori condizioni di vita possibili. La percentuale di mortalità registrata con questo tipo di allevamento è addirittura inferiore a quella che si riscontra nell’allevamento biologico, secondo quanto viene riferito dagli allevatori che utilizzano questo metodo, anche se non esistono dati certi in letteratura.

(13)

13

Figura 8: Sistema modulare senza terra, per concessione dell'Allevamento sperimentale di Misilmeri (PA)

Figura 9: Particolare del reticolato anti-fuga, per concessione dell'Allevamento

(14)

14

2.3 Caratteristiche bromatologiche delle carni di chiocciola

Il successo delle chiocciole come alimento è dovuto alle caratteristiche bromatologiche delle loro carni che le rendono un cibo salutare e nutriente (Brandone, 2005).

Le carni di chiocciola sono costituite in prevalenza da acqua (83,97%), proteine (12,35%), sali minerali (1,93%) e grassi (1,75%), come evidenziato in Tabella 1. La composizione chimica delle chiocciole in percentuale sulla parte edibile mette in luce che si tratta di un alimento, da un punto di vista nutrizionale, molto pregiato. La chiocciola è un alimento di notevole digeribilità, ricco di amminoacidi essenziali e sali minerali. In particolare, questo gasteropode polmonato terrestre è tra gli animali più poveri di grassi e ha un buon contenuto di proteine. La vera ricchezza della loro carne è data dagli amminoacidi e, in particolare, da quelli essenziali fortemente presenti (Tabella 2).

Umidità Proteine Grassi Zuccheri Ceneri

Helix pomatia 79,30 16,10 1,08 1,97 1,55

Helix aspersa 79,46 14,56 0,69 3,85 1,42

Helix lucorum 80,28 12,94 0,63 4,38 1,77

Tabella 1: Composizione chimica percentuale della parte edibile di chiocciole (Tiecco, 2000)

(15)

15

Tabella 2: Contenuto in aminoacidi della parte edibile di chiocciole in mg/100g (Fonte: www.inran.it)

Il contenuto in acidi grassi è a favore di quelli polinsaturi, mentre gli acidi grassi saturi, tipici delle carni di animali terrestri, sono molto bassi. Ciò avvicina i molluschi polmonati terrestri ai pesci dal punto di vista nutrizionale.

Il valore medio del grasso grezzo indica che la massa muscolare del prodotto presenta ridottissime quantità di trigliceridi a vantaggio del grasso a valenza strutturale. Esaminando, infine, la composizione in elementi minerali (Tabella 3), si distinguono in particolare l’abbondanza di calcio e fosforo (Brandone, 2005).

(16)

16 METALLO CONCENTRA ZIONE VALORE MINIMO VALORE MASSIMO VALORE MEDIO Calcio mg/100 297 957 499 Fosforo mg/100 155 216 186 Magnesio mg/100 42 95 62 Potassio mg/100 101 201 164 Sodio mg/100 47 201 109 Rame mg/100 5 173 48 Ferro mg/100 18 55 35 Manganese mg/100 2 4 3 Zinco mg/100 12 22 15

Tabella 3: Composizione centesimale del prodotto fresco (Brandone, 2005)

(17)

17

3. L’elicicoltura: riferimenti normativi

La normativa cogente, sia comunitaria che nazionale, non esplora approfonditamente la materia ma si limita a lambire in qualche punto la questione senza realmente cogliere e risolvere gli aspetti igienico-sanitari delle chiocciole eduli.

La Circolare n. 30 del 3 luglio 1987 della Direzione Generale dei servizi Veterinari – Divisione III, “Vigilanza veterinaria sulle chiocciole eduli” (Prot.n.600.1 7/24475/2961) è il documento più recente nel quale viene affrontato l’argomento nella sua interezza. Essa, però, fa riferimento alla legge 283/1962 e al relativo regolamento di attuazione adottato con il DPR 327/1980. Entrambi i provvedimenti sono stati largamente superati dalle normative contenute nel cosiddetto “Pacchetto Igiene” di maggiore valore e vincolanti per ogni Paese Membro UE. Nella circolare vengono definiti alcuni punti relativi non solo agli aspetti igienico-sanitari e ispettivi più salienti, ma anche quelli concernenti:

 la classificazione delle chiocciole,  il loro ciclo biologico (ciclo vitale),  il controllo ambientale,

 la batteriologia,

 la contaminazione da parte di sostanze nocive,  la radiocontaminazione

per consentirne una commercializzazione più idonea (Vitali, 2014).

A parte la citata Circolare, attualmente, le chiocciole vengono citate solo nell’allegato III, sez. XI del Reg. (CE) 853/2004, in cui si illustrano i requisiti obbligatori per la

(18)

18

commercializzazione di questo prodotto. Nello specifico ci si riferisce agli operatori del settore alimentare che preparano lumache e quindi si tratta di chiocciole macellate e non di animali vivi. In questa sezione del regolamento si definiscono:

 i requisiti obbligatori degli stabilimenti di macellazione,

 il divieto di licenziare al consumo umano animali morti al di fuori del processo di macellazione,

 l’obbligo dell’esame organolettico a campione prima dell’immissione in commercio,

 il lavaggio e l’immediata refrigerazione che devono seguire il processo di macellazione,

 l’obbligo di separare ed escludere dal consumo umano l’epatopancreas qualora ci sia motivo di sospettare che esso rappresenti un pericolo per la salute. E' prevista inoltre una apposita certificazione sanitaria per quanto riguarda le chiocciole importate, secondo quanto indicato nel Reg. (CE) 2074/2005, successivamente modificato dal Reg. (CE) n. 1664/2006.

In particolare nell’Appendice I dell’Allegato VI parte b del Reg. (CE) n. 1664/2006 è presente il modello di certificato sanitario per le importazioni di lumache refrigerate, congelate, sgusciate, cotte, preparate, conservate destinate al consumo umano (Figura 10).

(19)

19

Figura 10: Modello di certificato sanitario per l'importazione di chiocciole, Reg. (CE) n.1664/2006

(20)

20

Riguardo infine ai Criteri di igiene di processo (CIP) e ai Criteri di sicurezza alimentare (CSA) eventualmente applicabili alla filiera produttiva delle chiocciole, si può notare come nemmeno il Reg. (CE) 2073/2005 e s.m.i., che stabilisce i limiti microbiologici degli alimenti prima che essi vengano immessi sul mercato (CIP) o durante la loro vita commerciale (CSA), faccia espressamente riferimento alle chiocciole, ma solo genericamente ai gasteropodi vivi. E’ evidente che le chiocciole, essendo gasteropodi polmonati terrestri, presentano delle profonde differenze con i gasteropodi marini e che i limiti microbiologici non possono essere equiparabili. Le ragioni per prendere in considerazione le chiocciole in maniera autonoma e specifica sono parecchie, infatti si tratta di animali che stanno costantemente a contatto con il suolo e di cui si può ragionevolmente sospettare che possano essere contaminati da microrganismi patogeni come Listeria monocytogenes o Salmonella spp. Sebbene, inoltre, esse vengano vendute vive ma siano consumate previa cottura, esiste comunque il rischio che il consumatore non cuocia adeguatamente l’alimento. Inoltre bisognerebbe stabilire dei CIP per le chiocciole trasformate, essendo esse ampiamente commercializzate dopo essere state cotte, preparate e conservate in vario modo, rendendo reale il rischio di contaminazioni crociate e secondarie ai processi produttivi.

(21)

21

3.1. Metodiche ispettive applicabili alle chiocciole

Nonostante non esista un chiaro riferimento normativo sul controllo sanitario delle chiocciole, rimane il fatto che esse, in quanto alimento di origine animale destinato al consumo umano, debbano essere commercializzate nel pieno rispetto della sicurezza alimentare. Ciò significa che, secondo quanto stabilito dal Reg. (CE) n. 178/2002, le chiocciole devono rispettare i requisiti di sicurezza alimentare di cui alla sez. IV del suddetto regolamento, e dunque non devono rappresentare un rischio per la salute umana. E’ chiaro che, finché non verranno esplicitati i parametri di riferimento e gli obblighi da parte del legislatore, la sicurezza di questo alimento deve essere garantita in linea generale attraverso un controllo di tutta la filiera produttiva. Ciò comporta l’adozione di manuali di buone pratiche di allevamento, come quello che è stato pubblicato nel 2015, elaborato ai sensi degli artt. 7 e 8 del Reg (CE) n. 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari, dal titolo “Manuale di corrette prassi operative in materia di elicicoltura”, a monte, e la predisposizione dei dovuti controlli ispettivi, a valle, facendo appello alla professionalità del medico veterinario ispettore.

Infatti neanche nel Reg. (CE) 854/2004, che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione di controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano, le chiocciole terrestri vengono citate.

Le modalità ispettive da mettere in atto al momento del controllo delle chiocciole erano state descritte nella già citata Circolare n. 30 del 3 luglio 1987 della Direzione Generale dei Servizi Veterinari – Divisione III (Prot. N. 600.1.7/24475/2961) “Vigilanza veterinaria sulle chiocciole eduli”.

(22)

22

Secondo quanto in essa contenuto, il veterinario ispettore dovrà verificare per le chiocciole vive o corritrici o itineranti la presenza dei seguenti requisiti:

 buon aspetto generale,  buono stato di nutrizione,

 superficie corporea liscia, leggermente umida,  carne compatta e consistente,

 reattività agli stimoli esterni (sonda),

 che siano asciutte con odore caratteristico della specie,  che siano spurgate,

 che non presentino fratture del guscio,  che non emanino cattivi odori,

 che non presentino bava e inoltre che:

 siano commercializzate in cartoni o reti idonei e ben aerati,  non abbiano subito stress termici,

 le confezioni non contengano soggetti morti (mancata reazione agli stimoli, soggetto retratto nel guscio, fuoriuscita di liquido scuro e nauseante) che possono contaminare i soggetti adiacenti.

Se ritenuto necessario ed opportuno, l’ispettore potrà predisporre esami di laboratorio, in particolare quelli batteriologici, nei confronti dell’intera partita. Per le chiocciole opercolate o epifragmate si deve sapere che:

 i soggetti in buono stato di salute hanno un opercolo ben chiuso e spesso, che occlude completamente l’apertura della conchiglia,

(23)

23

 i soggetti ammalati o denutriti hanno un opercolo o un epifragma fragile, incavato o affossato nel guscio,

 nei soggetti ben conservati, il corpo appare liscio, lucente, umido e con odore tipico,

 i soggetti con opercolo o epifragma perforato o lacerato o alterato, in qualsiasi modo, con perdita di liquami devono essere tolti dal consumo.

Quindi, nell’un caso e nell’altro, se i soggetti presentano le opportune caratteristiche organolettiche, ed appaiono vivi, reattivi, in buono stato di salute ed inoltre i documenti di accompagnamento risultino conformi, le partite di chiocciole verranno licenziate al commercio per il consumo umano.

Per quanto riguarda le chiocciole congelate, il veterinario ispettore deve considerare che l’integrità dell’opercolo o dell’epifragma consente un corretto congelamento. Si ha così l’opportunità di osservare l’aspetto e le caratteristiche organolettiche generali. Le chiocciole congelate devono essere ispezionate allo stato di congelamento valutando le tracce di eventuale decongelamento e ricongelamento della confezione, l'integrità e lo stato della confezione, come in un normale prodotto preconfezionato congelato. Allo scongelamento il prodotto deve presentare caratteristiche vicine a quelle del prodotto fresco, senza odori anomali. Alla prova di cottura (bollitura) deve sprigionarsi un aroma gradevole. E' noto che le chiocciole decongelate sono soggette a rapidi fenomeni autolitici di tipo putrefattivo (Vitali, 2014).

Infine, per tutelare la sicurezza alimentare delle chiocciole destinate ad essere vendute vive, esse, prima di poter essere commercializzate, devono subire la cosiddetta “spurgatura” (Figura 11), cioè devono trascorrere un periodo di tempo sufficiente senza alimentarsi per poter evacuare ogni residuo di alimento e poter essere vendute

(24)

24

senza il rischio di contaminazioni. Questo periodo di tempo è variabile in base all’esperienza degli allevatori e di solito non è inferiore ai 20 giorni.

Le chiocciole devono essere confezionate in contenitori o reti, simili a quelle che si utilizzano per i molluschi marini, per consentire la sopravvivenza delle chiocciole per tutta la durata commerciale fino al consumatore finale.

(25)

25

3.2 Tutela del benessere durante la macellazione

Le chiocciole, al pari di qualsiasi altro animale, dovrebbero essere tutelate in materia di benessere, dall’allevamento fino alla macellazione passando per il trasporto.

La normativa comunitaria e quella nazionale, purtroppo, non si occupano della questione, nonostante la chiocciola rientri a tutti gli effetti tra gli animali da reddito. Senza entrare nel merito della questione nella sua interezza, ci interessa, in questa sede, occuparci della tutela del benessere durante la macellazione. Il Reg. (CE) 1099/2009, che stabilisce le regole per la tutela degli animali al macello, definisce “animali” gli esseri vertebrati escludendo, così, le chiocciole che sono prive di un endoscheletro.

Nel “Manuale di corrette prassi operative in materia di elicicoltura” (2015) , approvato dal Ministero della Salute, la questione è stata presa in considerazione e sono state tracciate delle linee guida per la tutela del benessere durante la macellazione, in particolare per ciò che riguarda lo stordimento. Lo stordimento dei gasteropodi prima della macellazione, seppur non previsto da alcun Regolamento comunitario, in quanto trattasi di invertebrati, deve essere considerato quale valore etico aggiunto. Si raccomandano i seguenti metodi di stordimento, che portano a una desensibilizzazione accettabile del mollusco:

 Stordimento mediante il sale:

il sale deve essere pulito e conservato in modo da evitare possibili contaminazioni e non riutilizzato alla fine di ogni seduta di macellazione giornaliera.

(26)

26

 Stordimento mediante acqua fredda potabile addizionata con anidride carbonica (CO2):

Temperatura dell'acqua: 6°C circa. Contenuto di CO2 (biossido di carbonio): 5-12 gr/l. Dopo 30 secondi dall’immersione, si ha la prima reazione della lumaca con formazione di bolle d’aria.

Dopo 4 minuti la lumaca è fuori dal guscio completamente rilassata.

Al 5° minuto, estratta dall’acqua, non manifesta reattività nemmeno allo stimolo dei tentacoli oculari.

Se non avviene la macellazione:

Al 9° minuto la lumaca è ancora fuori dal guscio, ma dà i primi segnali di ripresa. Al 10° minuto si notano i primi movimenti della muscolatura.

All’11° minuto si ha discreta reattività al tocco dei tentacoli oculari. Al 13° minuto rientra nel guscio.

Al 25° minuto si muove autonomamente.

I tempi sono indicativi e possono subire variazioni in base alle dimensioni delle chiocciole.

Qualora le chiocciole vive non siano lavorate immediatamente dopo essere arrivate allo stabilimento di macellazione, dovrebbero essere depositate in una cella la cui temperatura permetta di non alterare la loro vitalità e non pregiudichi l’igiene alimentare. La temperatura raccomandata è tra i 6°C e gli 8°C.

(27)

27

3.3 Etichettatura e confezionamento delle chiocciole vive

In ottemperanza alle disposizioni del D. lgs n. 109 del 27 gennaio 1992, concernente l’etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti e del Regolamento (UE) n.1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, per le chiocciole vive esiste l’obbligo di indicare in etichetta le seguenti informazioni (“Manuale di corrette prassi in elicicoltura”, 2015) :

 denominazione di vendita,  peso netto,

 lotto di appartenenza del prodotto,

 modalità di conservazione e di utilizzazione,  luogo di origine,

 ragione sociale o marchio depositato e la sede del fabbricante o del confezionatore o di un venditore stabilito,

 indicazione da “consumarsi previa cottura”,

 metodologia di conservazione (4°-6°C in luogo asciutto),

 data di confezionamento e di scadenza (< 60 giorni dal confezionamento). Per ciò che riguarda il confezionamento (Figura 12), le chiocciole devono essere confezionate in reti di plastica oppure rafia con un reticolato che non ne consenta la dispersione. Le confezioni di chiocciole vive, spurgate, devono essere di materiale plastico a scomparti e a perfetta chiusura, in modo da evitarne la fuga, e con fori di aerazione per mantenerne la vitalità. Sulla confezione devono comparire le diciture:

 denominazione di vendita,

(28)

28  da consumarsi previa cottura,

 da conservare in luogo fresco ed asciutto,  numero del lotto,

 eventuale marchio d’origine e/o di identificazione geografica

Figura 12: Chiocciole confezionate in rete di plastica ed etichettate (http://www.eurohelix.com/prodotti-lumache-vive.html)

(29)

29

4. Problematiche igienico-sanitarie

Nel passato diversi autori si sono impegnati nella ricerca di patogeni nelle chiocciole vive destinate al consumo umano. Nel 1975, in uno studio sulle chiocciole della specie Helix aspersa provenienti dal Marocco, 84 campioni su 270 totali risultarono positivi per Salmonella spp. (Andrews et al., 1975).

L’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), attraverso il Sistema di Allerta Rapida per Alimenti e Mangimi (RASFF), ha emesso tra il 2008 e il 2014 per la categoria “gasteropodi” (“gasteropods”) 3 notifiche per la presenza di patogeni nelle chiocciole. In particolare fu evidenziata in Slovenia, il 26/05/2008, la presenza di Salmonella enterica in chiocciole eduli vive (Helix pomatia) provenienti dalla Croazia; il 22/07/2008, sempre in Slovenia, fu riscontrata la presenza di Salmonella coeln in chiocciole eduli vive provenienti dalla Serbia; il 19/11/2012 si riscontrò in Francia la presenza di Salmonella spp. in chiocciole preparate con burro e congelate provenienti dalla Macedonia.

Tra il 2008 e il 2010, sempre attraverso il RASFF, sono state inoltre ratificate 8 notifiche di respingimento alla frontiera di chiocciole vive a causa di deterioramento microbiologico e inadeguate condizioni igieniche (chiocciole morte anziché vive), per la presenza di parassiti o per l’interruzione della catena del freddo durante il trasporto di chiocciole vive importate nella Comunità Europea, provenienti da Nigeria, Tunisia e Marocco.

Corda et al. (2014) in uno studio su 28 campioni di chiocciole delle specie Helix aspersa e Helix vermiculata provenienti da allevamenti europei e commercializzate in Sardegna

(30)

30

trovarono che due campioni erano positivi per Salmonella spp., due campioni erano positivi per Clostridium perfringens e otto erano positivi per Listeria monocytogenes. Cicero et al. (2015) in uno studio condotto sulle chiocciole delle specie Helix aspersa Maxima e Helix aspersa Muller, provenienti dalla Grecia e dalla Polonia e commercializzate in Sicilia, hanno messo in evidenza la presenza di Escherichia. coli, Pseudomonas spp., Streptococcus spp. e Listeria spp.

Parlapani et al. (2015), in uno studio microbiologico comparativo condotto su chiocciole allevate e selvatiche in Grecia, hanno messo in evidenza che nei soggetti allevati la popolazione microbica era inferiore rispetto a quella riscontrata nei soggetti selvatici. In particolare, la carica batterica totale (CBT) riscontrata, sia in quelle allevate che in quelle selvatiche, si aggirava su valori da 6 a 8 log UFC/g ( solo muscolo) e da 7 a 9 log UFC/g (intestino). Le Enterobacteriaceae rappresentavano la maggior parte della CBT. Si riscontravano però valori significativamente inferiori di coliformi, E. coli e Enterococcus spp. nel muscolo e nell’intestino delle chiocciole allevate rispetto a quelle raccolte in natura. Salmonella spp., invece, fu riscontrata solo nell’intestino e nel muscolo delle chiocciole selvatiche mentre non si riscontrava in quelle allevate.

(31)

31

5. Scopo della tesi

Lo scopo della tesi è analizzare dal punto di vista microbiologico, prendendo in considerazione i parametri igienici di maggiore rilevanza per il prodotto in esame, le chiocciole prelevate presso due allevamenti italiani di diversa tipologia, confrontandoli ed evidenziando le eventuali differenze che possono intercorrere tra animali allevati all’aperto e animali allevati al chiuso senza terra.

(32)

32

6. Materiali e metodi

Gli allevamenti da cui sono stati prelevati i campioni sono differenti per tipo e localizzazione geografica. Il primo è un allevamento biologico a ciclo completo sito a Palaia, in provincia di Pisa. Il secondo è un allevamento sperimentale senza terra sito a Misilmeri, in provincia di Palermo.

Le chiocciole oggetto di analisi sono state preventivamente spurgate per almeno 20 giorni prima del campionamento. I campioni sono stati prelevati direttamente in azienda, avendo cura di scegliere lotti distanti tra di loro. Le chiocciole erano confezionate in reti di plastica.

Sono stati effettuati tre prelievi per ciascuna azienda per un totale di sei lotti.

Da ciascun lotto di chiocciole pronte per il consumo, del peso di circa 1 kg, corrispondenti a circa 100 animali, sono stati prelevati 25 grammi di prodotto edibile, muscolo e visceri compresi. Il materiale veniva prelevato con l’utilizzo di strumenti sterili e veniva inserito in un sacchetto da Stomacher. Al prodotto estratto dalla conchiglia è stata aggiunta acqua peptonata tamponata (Oxoid, Basingstoke, GB ) nella quantità di 225 ml in modo da ottenere una diluizione di 10-1. Il materiale è stato poi omogeneizzato in apparecchio Stomacher 400 Cirulator (PbI, Milano, Italia) per 90 secondi. Si è quindi proceduto all'allestimento delle successive diluizioni scalari in base 10 ed alla semina nei diversi terreni colturali (Oxoid).

Sono state effettuate le seguenti analisi microbiologiche:

 determinazione della Carica Batterica Totale (CBT): semina per inclusione in Plate Count Agar ed incubazione a 30°C per 72 ore,

(33)

33

 determinazione quantitativa delle Enterobacteriaceae: semina per spatolamento in Violet Red Bile Lactose Agar (VRBA) e incubazione a 37°C per 24 ore,

determinazione quantitativa di Escherichia coli: semina per spatolamento in Tryptone Bile X-glucuronide Medium (TBX) e incubazione a 42°C per 24 ore,  determinazione quantitativa degli stafilococchi presuntivamente coagulasi

positivi: semina per spatolamento in Salt Mannitol Agar (SMA) ed incubazione a 37°C per 48 ore,

determinazione quantitativa di Bacillus cereus: semina per spatolamento in MYP Agar (Mannitol Egg Yolk Polymyxin Agar) con Egg Yolk Emulsion e Polymyxin Supplement, con incubazione a 30°C per 24 ore,

 determinazione quantitativa dei clostridi solfito riduttori (spore): semina per inclusione in Perfringens TSC (Tryptose Sulphite Cycloserine) Agar Base con Perfringens TSC Supplement, previa pastorizzazione del campione a 80°C per 10 minuti ed incubazione in anaerobiosi a 37°C per 48 ore,

determinazione qualitativa di Salmonella spp. secondo la metodica ISO 6579/2004.

Nelle figure successive vengono illustrate alcune fasi dell'allestimento del campione per le analisi microbiologiche e della semina in piastra.

(34)

34

Figura 13: Campione di chiocciole della specie Helix aspersa Muller. Laboratorio di Microbiologia degli Alimenti di Origine Animale, Dip. di Scienze Veterinarie, Università di Pisa

Figura 14: Contenuto della conchiglia: piede muscolare e visceri. Laboratorio di Microbiologia degli Alimenti di Origine Animale, Dip. di Scienze Veterinarie, Università di Pisa

(35)

35

Figura 15: Campione da processare in busta Stomacher. Laboratorio di Microbiologia degli Alimenti di Origine Animale, Dip. di Scienze Veterinarie, Università di Pisa

(36)

36

Figura 16: Campione processato in busta Stomacher. Laboratorio di Microbiologia degli Alimenti di Origine Animale, Dip. di Scienze Veterinarie, Università di Pisa

Figura 17: Fase dell'allestimento delle semine in piastra Laboratorio di Microbiologia degli Alimenti di Origine Animale, Dip. di Scienze Veterinarie, Università di Pisa

(37)

37

Analisi statistica: i risultati delle conte, espressi in log UFC/g di prodotto sono stati sottoposti a test T di Student per evidenziare, per singola categoria microbica, eventuali differenze significative tra i valori ottenuti per le chiocciole di Pisa e quelli ottenuti per le chiocciole della Sicilia. Le differenze sono state considerate significative per P<0,05%. L'elaborazione è stata effettuata con l'ausilio del software R Foundation for statistical computing (Vienna, Austria), V 3.0.2.

(38)

38

7. Risultati e discussione

I risultati ottenuti sono tabulati in Tabella 4 e visualizzati in Figura 18. PALAIA (PI) MISILMERI (PA)

CBT 5,81 ± 1,07 6,91±0,75 Stafilococchi coagulasi + 2,87±0,90 3,04±1,25 Enterobacteriaceae 4,30±1,14 5,66±0,88 Escherichia coli - - Clostridi solfito-riduttori - - Bacillus cereus - -

Salmonella Neg. Neg.

Medie ± deviazioni standard delle diverse categorie microbiche in log UFC/g -: al di sotto della soglia di rilevazione del metodo

Tabella 4: Valori relativi a cariche batteriche e deviazioni standard delle diverse categorie microbiche analizzate per i campioni in esame

Figura 18: Visualizzazione grafica dei valori delle cariche delle diverse categorie microbiche considerate per i campioni in esame

0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 CBT Stafilococchi coagulasi + Enterobacteriaceae media Pisa media Sicilia

(39)

39

Come si vede, le cariche ottenute sono risultate abbastanza simili, e non sono mai state evidenziate differenze statisticamente significative tra i campioni da allevamento biologico all'aperto e i campioni provenienti da allevamento del tipo "senza terra". I campioni di quest'ultima tipologia hanno però ottenuto valori di cariche leggermente più elevati, anche se le deviazioni standard in generale abbastanza grandi per entrambe le tipologie suggeriscono che vari fattori possono influire nel raggiungimento di cariche complessive più o meno alte.

Questo dato apre le porte ad alcune riflessioni. Esistono, evidentemente, delle discriminanti tra i due tipi di allevamento riguardo in particolare a fenomeni di contaminazione e permanenza dei microrganismi sulle superfici.

Un aspetto negativo che potrebbe essere imputabile al sistema di allevamento senza terra è il contatto maggiormente persistente degli animali con le loro stesse deiezioni rispetto alla tipologia di allevamento tradizionale. Infatti, seppure esse siano destinate a colare verso il basso, esiste probabilmente un tempo di permanenza maggiore rispetto a quanto succede nell’allevamento all’aperto in cui la presenza del suolo e delle relative microflore svolge un ruolo nella decomposizione.

Un’altra problematica può essere legata alla superficie dei fogli di materiale plastico su cui sono stabulate le chiocciole nell’allevamento senza terra. E' noto infatti che le materie plastiche possono rappresentare un buon substrato per la formazione di biofilm da parte di microrganismi (Di Mattia, 2005) che, come le Enterobacteriaceae o gli stafilococchi, siano in grado di produrlo. Sarebbe quindi interessante verificare il livello di contaminazione delle superfici plastiche in allevamento e la rispondenza delle pratiche di sanificazione in uso.

(40)

40

In linea generale, comunque, valori di cariche batteriche totali e di Enterobacteriaceae simili ai nostri sono già stati riportati in lavori precedenti (Parlapani, 2015) e non destano quindi preoccupazione, potendo essere considerati in linea con la tipologia di prodotto. Parlapani et al. (2015) hanno anche evidenziato come le Enterobacteriaceae rappresentassero la maggior parte della carica batterica totale nei campioni da loro analizzati, in analogia con quanto da noi rilevato, il che non risulta sorprendente considerando che i campioni in esame comprendevano anche la parte viscerale. Infine, l'assenza di patogeni come Salmonella spp., Clostridium perfringens e Bacillus cereus, potenzialmente veicolabili da suolo e ambiente, testimonia per un adeguato livello igienico per entrambe le produzioni analizzate.

(41)

41

8. Conclusioni

La chiocciola può a pieno diritto essere considerata un alimento oltre che nutriente anche sicuro dal punto di vista igienico-sanitario. La gestione razionale dell’allevamento, suffragata dall’esperienza del medico veterinario ispettore, hanno garantito fino ad oggi una buona qualità del prodotto. Rimane comunque la necessità di colmare un vuoto normativo che non prende ancora nella dovuta considerazione il comparto delle chiocciole eduli, che rappresenta ormai una buona fetta di mercato sia per il settore della produzione primaria che per quello della trasformazione degli alimenti di origine animale.

(42)

42

BIBLIOGRAFIA

Bibliografia

Andrews WH, Wilson CR, Romero A, Poelma PL, “The Moroccan food snail, Helix aspersa, as a source of Salmonella”. Applied Microbiology 29:328-30, 1975.

Avagnina G., “Elicicoltura, l’allevamento intensivo delle chiocciole Helix, la produzione a ciclo biologico completo, la commercializzazione e il consumo, cucina e curiosità”, Edizioni Istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco-Italia, 2011.

Barker G.M., “The biology of terrestrial Molluscs” , CABI publishing, 2001.

Brandone C., “La lumaca nell’alimentazione e nella medicina: Il limitato contenuto di grasso, unitamente ad una corretta preparazione gastronomica, fanno della lumaca un alimento leggero e facilmente digeribile”, Eurocarni, nr. 11, , p. 91, 2005.

Cicero A., Giangrosso G., Cammilleri G., Macaluso A., Currò V., Galuppo L.,Vargetto D., Vicari D., Ferrantelli V., “Microbiological and chemical analysis of land snailscommercialised in Sicily”, Italian Journal of Food Safety, volume 3:4196, pp. 66-68, 2015.

Corda A., Mara L., Virgilio S.,Pisanu M., Chessa G.,Parisi A., Cogoni M.P., “Microbiological and chemical evaluation of Helix spp. snails from local and non-EU markets, utilised as food in Sardinia”, Italian Journal of Food Safety,volume 3:1732, pp.69 -72, 2014.

Di Mattia E., Canganella F., “Produzione di biofilm batterici su substrati idrofobici e inibizione dell’adesione mediante ramnolipidi”, Dipartimento di Agrobiologia e Agrochimica, Università degli Studi della Tuscia, Viterbo, I Workshop Nazionale “Biofilm microbici", 2005.

Parlapani F. ,Neofitou C., Boziaris I.S., “Microbiological quality of raw and processed wild and cultured edible snails”, Journal of the Science of Food and Agriculture, volume 94, pp. 768– 772, 2015.

Sava C., Tesi di laurea magistrale in Medicina Veterinaria, “Indagini sull’inquinamento da metalli pesanti “usuali” e “inusuali” nelle chiocciole per uso alimentare umano”, Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Medicina Animale, Produzioni e salute, .A.A. 2012/2013. Tiecco G., Ispezione degli alimenti di origine animale, Il Sole 24 Ore Edagricole, III edizione, 2001

Wallace H. A., Wilson C.R., Romero A., Poelma P.L., “The Moroccan food snail, Helix aspersa, as a source of Salmonella, Applied Microbiology, Vol. 29, No. 3, pp. 328-330, 1975.

UNI EN ISO 6579/2004. Microbiologia di alimenti e mangimi per animali. Metodo orizzontale per la ricerca di Salmonella spp.

(43)

43

Riferimenti normativi

Legge 30 aprile 1962 , n. 283, Modifica degli articoli 242, 243, 247, 250 e 262 del testo unico delle leggi sanitarie, approvato con regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265: Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande

(G.U. Serie Pregressa , n. 139 del 04 giugno 1962).

Regolamento di esecuzione della Legge 30 aprile 1962, n.283 , e successive modificazioni, in materia di disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande - pubblicato su : Gazzetta Ufficiale Italiana n. 193 del 16/07/1980

Circolare n.30 del 3 luglio 1987 della Direzione Generale dei servizi Veterinari – Divisione III “Vigilanza veterinaria sulle chiocciole eduli” (Prot.n.600.1 7/24475/2961).

D. Lgs. 27 gennaio 1992, n. 109: Attuazione delle direttive (CEE) n. 395/89 e (CEE) n. 396/89, concernenti l'etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari. (Gazzetta Ufficiale n. 39 del 17 febbraio 1992 - Supplemento Ordinario)

Regolamento (CE) n. 178/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 28 gennaio 2002, che stabilisce i principi e i requisiti generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare, Gazzetta ufficiale delle Comunità europee L 31/1.

Regolamento (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 139/55.

Regolamento (CE) n. 854/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche per l’organizzazione di controlli ufficiali sui prodotti di origine animale destinati al consumo umano, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, L 139/206. Regolamento (CE) n. 882/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 29 aprile 2004, relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali, (GU L 191 del 28.5.2004, pag. 1).

Regolamento (CE) n. 2073/2005 della Commissione del 15 novembre 2005 sui criteri

microbiologici applicabili ai prodotti alimentari, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 338/1. Regolamento (CE) N. 2074/2005 della Commissione del 5 dicembre 2005 recante modalità di attuazione relative a taluni prodotti di cui al regolamento (CE) n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio e all'organizzazione di controlli ufficiali a norma dei regolamenti del Parlamento europeo e del Consiglio (CE) n. 854/2004 e (CE) n. 882/2004, deroga al

Regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio e modifica dei Regolamenti (CE) n. 853/2004 e (CE) n. 854/2004, (GU L 338 del 22.12.2005, pag. 27)

(44)

44

Regolamento (CE) n. 1664/2006 della Commissione del 6 novembre 2006 che modifica il regolamento (CE) n. 2074/2005 per quanto riguarda le misure di attuazione per taluni prodotti di origine animale destinati al consumo umano e che abroga talune misure di attuazione, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 320/13.

Regolamento (CE) N. 1099/2009 del Consiglio del 24 settembre 2009 relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 303/1.

Regolamento (UE) N. 1169/2011 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che modifica i regolamenti (CE) n. 1924/2006 e (CE) n. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio e abroga la direttiva 87/250/CEE della Commissione, la direttiva 90/496/CEE del Consiglio, la direttiva 1999/10/CE della Commissione, la direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, le direttive 2002/67/CE e 2008/5/CE della Commissione e il regolamento (CE) n. 608/2004 della Commissione, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea 22.11.2011.

(45)

45

Sitografia

Istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco:

http://www.istitutodielicicoltura.com

http://www.istitutodielicicoltura.com/la-lumaca/le-specie-commerciali/

http://www.istitutodielicicoltura.com/il-mercato/il-mercato/

Manuale di Buone prassi in elicicoltura, 2015,

http://www.salute.gov.it/imgs/c_17_paginearee_1187_listafile_itemname_2_file.pdf

RASFF: https://webgate.ec.europa.eu/rasff-window/portal/?event=searchResultList

http://www.eurohelix.com/prodotti-lumache-vive.html

Vitali E., Seminario dal titolo “La lumaca nel piatto, chi va piano va sano e va lontano” , Cherasco, 2014: http://www.izsto.it/images/stories/allegati_eventi/vitali_26_09_14.pdf

(46)

46

Ringraziamenti

Ai cuori che hanno fatto parte di questa avventura.

Al cuore immenso dei miei genitori che nonostante fatichino a stare dietro ai miei progetti mi danno sempre tutto il supporto di cui ho bisogno, incondizionatamente. Alla mamma in particolare, che si commuove ancora con sincerità.

Alla mia famiglia pisana, gigetto, mimì, gengi, Andrea e Diego, che mi hanno scaldato il cuore, hanno fatto il tifo per me e con cui mi sono sentita sempre a casa.

Al cuore grande dei miei colleghi, quelli che hanno avuto voglia di condividere la vita dando sorrisi con generosità.

Alla Dottoressa Sbrana che mi ha insegnato come con eleganza è possibile svolgere un mestiere non sempre facile e comodo.

Al mio correlatore che mi ha aperto gli occhi e la mente sulla professione abbattendo tabù e luoghi comuni e che mi ha fatto sentire per la prima volta veramente una collega.

Alla dolcissima e paziente relatrice che si è dedicata con entusiasmo a questo progetto originale e a tutti gli altri professori che hanno messo a disposizione la loro conoscenza.

Agli amici che ho conosciuto in questi tre anni, a coloro che hanno avuto voglia di dirmi qualcosa di saggio, qualcosa di leggero, qualcosa di solenne.

A tutti coloro che ho tenuto stretti al mio cuore e che per sempre saranno lì dico grazie.

(47)

Riferimenti

Documenti correlati

• La digestione anaerobica offre interessanti prospettive per l’auto-sostentamento energetico di impianti finalizzati alla riduzione del carico azotato di effluenti

Il latte appena munto è sottoposto solo a trattamenti fisici, quali la refrigerazione e la filtrazione, operazione, quest'ultima, che avviene tramite un filtro generalmente

Oggetto: richiesta parere igienico sanitario, per l’immobile da realizzare sito in .... di proprietà

Il miele si ottiene da arnie stanziali o che vengo- no periodicamente spostate solamente all’interno del territorio montano di produzione; la raccolta del miele avviene sempre

I dati ottenuti sono stati elaborati statisticamente per mettere a confronto tra loro chiocciole di specie diversa; un altro confronto statistico ha riguardato i livelli di

ti di origine animale sempre più peso ha assunto il campo dell’igiene delle produ- zioni e delle tecnologie connesse e la necessità di usufruire di strumenti didattici aggiornati non

357 – Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna

Asse Y: divario fiscale = misura in cui il rapporto del saldo primario dell'anno di base (per i Cantoni svizzeri: 2022, per i paesi dell'UE diversi) dovrebbe essere adeguato