Georg Wilhelm
Friedrich HEGEL
Fenomenologia dello Spirito
a cura di
Fenomenologia dello Spirito
LOGICA
Idea in sé (=logos) studiata dalla logica
FILOSOFIA della NATURA Idea fuori di sé (=Natura) FILOSOFIA dello SPIRITO
Idea che ritorna a sé
Ovvero in sé e per sé
Discorso sull’apparizione dello Spirito
E’ la via che conduce la coscienza finita all’assoluto infinito (la storia romanzata della coscienza)
Fenomenologia dello Spirito
Due sono i piani che nella Fenomenologia d. S.
si intersecano e si giustappongono:
1)
La via percorsa dallo Spirito infinito per
giungere a sé attraverso tutte le vicende
della storia del mondo.
2)
Il piano dello Spirito del singolo uomo che
deve ripercorrere quella stessa via per
appropriarsene
L’uomo quando filosofa si innalza ben al di sopra della coscienza comune: guadagna il punto-di-vista-dell’Assoluto
Per costruire l’Assoluto nella coscienza bisogna negare e superare le finitezze della coscienza ed elevare l’Io empirrico a Ragione e Spirito
Hegel è convinto che il passaggio dalla coscienza comune alla coscienza filosofica debba avvenire in modo mediato e non in modo immediato (Romantico). La
Fenomenologia dello Spirito è stata concepita da Hegel esattamente allo scopo di purificare la coscienza empirica e in alzarla mediatamente fino allo Spirito e al Sapere assoluto
La filosofia per Hegel e conoscenza dell'assoluto in due sensi: ha l’ Assoluto come
oggetto e ha l'assoluto anche come soggetto in quanto essa è l'assoluto che si
La Fenomenologia dello Spirito è la via che
conduce la coscienza finita all'assoluto infinito, la
quale coincide con la via che l'assoluto ha percorso
e percorre per giungere a se medesimo (il rientrare
in sé dall'esser altro)
Fenomenologia dello Spirito
LOGICA
Idea in sé (=logos) studiata dalla logica
FILOSOFIA della NATURA Idea fuori di sé (=Natura) FILOSOFIA dello SPIRITO
Idea che ritorna a sé
Ovvero in sé e per sé
Discorso sull’apparizione dello Spirito
E’ la via che conduce la coscienza finita all’assoluto infinito (la storia romanzata della coscienza)
Nella Fenomenologia dello Spirito vi sono dunque due piani che si intersecano e si giustappongono:
La via attraverso cui lo
spirito si è realizzato e si
è conosciuto
Il piano è costituito dalla via
percorsa dallo spirito per
giungere a sè attraverso
tutte le vicende della storia
del mondo
Il piano che è proprio del
singolo individuo
empirico
L’uomo deve ripercorrere
quella stessa via e farla
propria: la storia della
coscienza dell'individuo
non può pertanto essere
altro che il ripercorrere la
storia dello spirito
Lo Spirito che si determina e appare è la coscienza
Coscienza indica sempre un rapporto determinato di un “io” e di un “oggetto”, una relazione soggetto-oggetto
L’opposizione soggetto-oggetto è dunque caratteristica distintiva della coscienza
Si può dire che lo scopo che Hegel persegue nella
Fenomenologia è il superamento della scissione di coscienza e oggetto, e la dimostrazione che l'oggetto non è altro che il sé della coscienza cioè autocoscienza: quella autocoscienza che da Kant in poi era diventata il centro della filosofia e che Hegel cerca di fondare scientificamente traendone a un tempo le
La tesi di Hegel è che
ogni coscienza è
autocoscienza; a sua
volta, l'autocoscienza si
scopre come Ragione;
infine la Ragione si
realizza pienamente
come Spirito che,
tramite la religione, nel
Sapere Assoluto
La coscienza è ciò che “guarda” (=conosce) il mondo
si dispiega in
certezza sensibile
percezione
intelletto
l’oggetto appare contraddittorio perché per comprendere il particolare bisogna passare al generale
l’oggetto appare contraddittorio perché risulta uno e molti
l’oggetto appare alla coscienza come un fenomeno cioè prodotto da forze e leggi che sono opera
dell’intelletto. Cioè da se stessa. La coscienza diventa autocoscienza
L’autocoscienza
L'autocoscienza si manifesta dapprima come caratterizzata dall' appetito e dal desiderio ossia come tendenza ad appropriarsi delle cose e a far dipendere tutto da sé
Ma subito deve uscire da questa posizione perché si scontra con altre autocoscienze
lotta per la vita e per la morte
Ogni autocoscienza ha bisogno
strutturalmente dell'altra e la lotta non deve avere Come esito la morte di una delle due ma il soggiogamento di una all'altra
Il padrone ha rischiato nella lotta il suo essere fisico e nella vittoria è diventato di conseguenza padrone. Il servo ha avuto timore della morte e nella sconfitta per aver salva la vita fisica ha accettato la
condizione di schiavitù ed è diventato come una
cosa dipendente dal padrone. Il padrone usa il servo e lo fa lavorare per sé limitandosi a godere delle
cose che il servo fa per lui. Ma in questo tipo di rapporto si sviluppa un movimento dialettico che
finirà col portare al rovesciamento delle parti. Infatti il padrone finisce col diventare dipendente dalle cose da indipendente quale era perché disimpara a fare tutto ciò che fa il servo, mentre il servo finisce per diventare indipendente dalle cose facendole
Inoltre il padrone non può realizzarsi pienamente come autocoscienza perché lo schiavo ridotto a cosa non può rappresentare il polo dialettico con cui il padrone possa adeguatamente confrontarsi; invece lo schiavo ha nel padrone un polo dialettico.
❏ Nella lotta vince chi ha messo in gioco la propria vita (e diventa padrone), perde chi non ha voluto rischiarla (e diventa servo)
❏ Il servo diventa una “cosa” nelle mani del padrone e il padrone gode delle cose che il servo fa per lui
❏ Ma così il padrone disimpara a fare le cose mentre il servo impara
attraverso il lavoro. Il servo, lavorando, conduce un’attività spirituale di riplasmazione della materia che richiede di dominare le cose non
restando schiavo del desiderio animale di esse, mentre il padrone diventa via via schiavo delle cose che gli fornisce il servo.
❏ Inoltre il padrone non può riconoscersi nel servo (in quanto cosa) mentre il servo si riconosce nel padrone (riconoscendolo come potenza estranea da superare)
❏ Dunque nel lavoro la coscienza servile ritrova se stessa, mentre quella padronale nel non-lavoro perde se stessa: il servo prende coscienza che è il signore a dipendere da lui, mentre il padrone non ritrova più se stesso in quella realtà che lui non contribuisce più a costruire.
❏ Ciò dà luogo ad un progressivo rapporto di rovesciamento delle parti e di liberazione dell’autocoscienza servile
L’autocoscienza dipendente e indipendente. La dialettica servo-padrone