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Academic year: 2021

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Il castello di Monreale a Sardara (VS)

Francesca Romana Stasolla

Sapienza, Università degli studi di Roma e-mail: francescaromana.stasolla@uniroma1.it

Dopo le indagini degli anni Novanta, sono ripresi gli scavi nel castello di Monreale a Sardara. Nel 2009, il coordinamento tra Comune e Regione Sardegna ha consentito la realizzazione di un più ampio progetto di conoscenza e di valorizzazione dell’area del castrum e del suo borgo, così che e stato possibile riprendere le indagini archeologiche in una logica di continuità e di lunga durata, con lo scopo di completare lo scavo del cassero e di effettuare alcune indagini mirate nel borgo.

Il castello appare indissolubilmente legato ai de-stini dei giudici d’Arborea e rappresenta l’impianto fortificatorio tra i più importanti del giudicato, lungo il confine che divideva l’Arborea dal giudicato di Ca-gliari, in relazione con altri impianti castrensi, quali quelli di Marmilla e di Sanluri. Benché la struttura attuale sia legata alle vicende giudicali, non è pos-sibile al momento avere certezze in merito alla sua fondazione, alla sua eventuale facies originaria, a pos-sibili preesistenze, sebbene la sua collocazione appaia strategica nelle dinamiche del popolamento anche di età bizantina.

Attualmente il castello è costituito un mastio qua-drangolare in posizione elevata, punto di partenza per una cinta fortificata che comprende il borgo. Il mastio è stato già oggetto di indagini archeologiche, che hanno rivelato la presenza di ambienti aggettanti attorno ad un cortile centrale. L’approvvigionamento idrico del castello e dei suoi abitanti era garantito da un sistema di cisterne, con imboccatura dai cortili, e sistemi di controllo della conservazione delle acque. Anche le derrate cerealicole erano conservate per lo più sfruttando le cavità ipogee. Il borgo conserva buona parte del perimetro murario, dotato di porte verso valle.

Nel corso della campagna tra il novembre 2008 ed il maggio 2009 le ricerche archeologiche si sono concentrate all’interno del mastio, evidenziando

l’ar-ticolazione degli ambienti e la loro relazione con le strutture di approvvigionamento idrico. E’ stata tra l’altro identificata la cucina del castello, dotata di ac-cesso alle cisterne e al silos per la conservazione delle derrate. La presenza di butti chiaramente pertinen-ti agli scarpertinen-ti della mensa signorile, ha consenpertinen-tito il ritrovamento di molti manufatti vitrei, tra cui un frammento di bicchiere con lo stemma aragonese. In un altro ambiente è stato rinvenuto un pavimento in lastre di trachite di Serrenti, rettangolari e provviste di alette di incasso, databile tra XVI e XVII secolo. Lo scavo ha interessato anche gli ambienti per la conser-vazione delle derrate e il sistema idrico, che prevedeva una cisterna a camera ed una a bottiglia, collegate fra di loro. In esse confluivano gli scoli dei tetti, median-te una serie di discendenti fittili.

Ma i dati di maggiore rilevanza riguardano le fasi precedenti alla vita del castello e l’attestazione di un abitato in età bizantina, rappresentato da una capan-na lignea seminterrata, e di ucapan-na capancapan-na nuragica riempita da un butto ricchissimo di ceramica d’im-pasto, ossa animali lavorate a ricavarne aghi, resti di pasto e carbone. L’analisi del materiale rinvenuto è ancora all’inizio e costituisce un laboratorio che vede lavorare insieme archeologi e studenti delle Universi-tà di Roma Sapienza e di Cagliari. Gli studi di Fran-cesca Carrada sulle ceramiche hanno invece permesso di avere maggiore chiarezza sulle fasi della piena età medievale e della prima età moderna.

Il potenziale archeologico di Monreale appare evidente. La contemporaneità del circuito murario e la connessione con le porte residue attestano il forte radicamento con il territorio fino alla pianura, nel-la scelta delle vie di accesso, strategicamente poste ai due lati della sella. Analisi condotte su fotografie ae-ree comparate con la visione autoptica nel corso della ricognizione hanno evidenziato al presenza di altre cisterne, di strutture spesso monovano, da attribuire ArcheoArte 2010, 1: 307-308

http://archeoarte.unica.it/ ISSN: 2039-4543

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308 -Notizie

presumibilmente a cellule abitative. Più complesso è il recupero dell’articolazione stradale, stante gli inter-venti subiti nel corso degli anni del sito in riferimento alle attività per la prevenzione degli incendi e per la manutenzione delle specie arboree. Tutta l’area inter-na alle mura del borgo è senz’altro da considerare area archeologica, con resti significativi anche a quote ele-vate, prive di un interro consistente.

La bibliografia su Monreale è raccolta in: F. R. Stasolla, Per un’archeologia dei castelli in Sardegna: il

castrum di Monreale a Sardara (VS), in Temporis Si-gna, V (2010), in corso di stampa.

Fig. 1 La posizione del castello di Monreale rispetto all’orografia della Sardegna.

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