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Bartolomeo Facio, Rerum gestarum Alfonsi regis libri X (VI-X): edizione critica, introduzione e fonti

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Academic year: 2021

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1

UNIVERSITÀ DI PISA

FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA

FACOLTÀ DI LINGUE E LETTERATURE STRANIERE

C

ORSO DI

L

AUREA

S

PECIALISTICA

I

NTERFACOLTÀ IN

L

ETTERATURE E

F

ILOLOGIE EUROPEE

Tesi di Laurea

B

ARTOLOMEO

F

ACIO

Rerum gestarum Alfonsi regis libri X (VI-X):

edizione critica, introduzione e fonti

Relatore

Prof.ssa Gabriella Albanese

Candidato

Agostino Bimbo

(2)

2

Ad Elena

AUSPICIS ETERNOS VENERANDE MATRIS ALUMNOS / DOCTRINA EXCELSOS INGENIOQ VIROS / UT NUDA CERVICE CADANT ANTE [ORA PARENTIS / SUPPLIC]ITER FLEXO PROCUBUERE GENU / IUSTITIA PIETAS VINCIT REVERENDA NEC ULLUM / POENITENT ALTRICI SUCCUBVISSE SUE

Iscrizione nel fregio di coronamento dello

Studiolo di Gubbio - Metropolitan Museum

(3)

3 SOMMARIO

PREMESSA. . . 4

ABBREVIAZIONI E SIGLE. . . 6

I. INTRODUZIONE. . . 10

I.1«Serius quam putaram». Composizione e pubblicazione istantanea dei Gesta faciani. . . 11

I.2Il tessuto stilistico dell’opera: identità latina e moda greca. . . . 18

II. NOTA AL TESTO. . . 28

II.1 La tradizione dei Rerum gestarum Alfonsi regis libri . . . 29

Manoscritti p.30, Stampe p.30 II.2 Classificazione dei testimoni. . . 32

Un archetipo per la tradizione dei Gesta p.32, Le due aree dello stemma p.36, Articolazione interna del ramo a: conseguenze della circolazione a blocchi p.39, I codici B ed M1: l’identificazione di un descriptus p.51, Un sottogruppo a corte (t): P e B p.54, La mano di Facio: varianti d’autore e varianti di trasmissione p.60, L’Editio princeps e la tradizione manoscritta p.83 II.3 Criteri editoriali e ortografia. . . 88

III. BARTOLOMEO FACIO,RERUM GESTARUM ALFONSI REGIS LIBRI. . . 90

LIBER SEXTUS . . . 91 LIBER SEPTIMUS. . . 118 LIBER OCTAVUS. . . 142 LIBER NONUS. . . 187 LIBER DECIMUS. . . 218 IV. BIBLIOGRAFIA. . . 260 V. INDICI. . . 265

V.1Indice delle fonti. . . 266

V.2 Indice dei manoscritti. . . 274

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4 PREMESSA

Alfonso V d’Aragona (1396-1458), detto il Magnanimo, si impadronì del regno di Napoli nel 1443 dopo venti lunghi anni di guerra contro la casata angioina. Fu lo stesso sovrano a commissionare a Bartolomeo Facio (1405ca.-1457), il suo storico di corte, una narrazione ufficiale delle conquiste aragonesi che si spingesse sino alla contemporaneità; ne scaturirono i Rerum gestarum Alfonsi regis libri X, destinati a divenire un modello per la storiografia politico-propagandistica del Quattrocento.

L’opera, dopo una repentina diffusione manoscritta nel XV secolo, è rimasta relegata nella corrotta edizione settecentesca di Gravier sino alla recente edizione di Daniela Pietragalla (2005). Questo lavoro, di indiscusso valore divulgativo, resta provvisorio dal punto di vista filologico poiché basato su un confronto sistematico di tre soli testimoni dei diciannove che compongono la vasta tradizione manoscritta del testo. Negli anni trascorsi dall’ultima pubblicazione, la Tesi di Laurea specialistica di Valentina Lupo ha presentato una lezione critica dei primi cinque libri dei Gesta frutto del raffronto integrale della maggior parte dei codici su tale partizione di testo.

Facendo seguito al suddetto percorso di studi, la presente Tesi di Laurea estende la collazione alla seconda pentade della storia alfonsina e ne propone un testo critico. Per la prima volta, tuttavia, elaborando nel loro complesso i dati finora raccolti lungo tutta l’estensione dell’opera, viene proposto uno stemma complessivo, quanto mai utile a indirizzarci verso la forma dell’opera più vicina alla volontà finale dell’autore, e offerta una visuale d'insieme sull’iter compositivo e il processo di trasmissione.

Il testo critico costituito è stato corredato da due fasce di apparato negativo. Nella prima si registrano le probabili varianti d’autore e le varianti e gli errori di tradizione; nella seconda le fonti stilistiche più significative riecheggiate nel dettato faciano. Il capitolo introduttivo è dedicato alle circostanze compositive e alla peculiare diffusione in tempo reale dei Gesta, in questo vicini a tanta storiografia umanistica; all’uso delle fonti classiche da parte dell’autore; alla sua condotta stilistica nei diversi anni della stesura; ai suoi punti di contatto o disgiunzione, infine, da alcuni degli orientamenti umanistici coevi sullo scrivere storia.

Il modesto contributo raccolto in queste pagine è stato possibile solo grazie alla guida sapiente e autorevole della prof.ssa Gabriella Albanese, la cui passione per gli studi

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5 filologici trascina da anni l’avanzare della disciplina, e del prof. Paolo Pontari che ha accompagnato il costituirsi del mio lavoro di tesi con pazienza e competenza impagabili. Ad entrambi sono rivolti la mia ammirazione e il mio ringraziamento sincero.

Tutta la mia gratitudine, naturalmente, va a coloro che accompagnano e sostengono da sempre la mia vita, i miei genitori Luisa e Gianni e mio fratello Francesco. Alla mia ragazza Elena, infine, dedico questo lavoro ringraziandola della vicinanza anche nei mesi faticosi che lo hanno preceduto.

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