Circolazione extracorporea e
Protezione Miocardica
Gino Gerosa Chiara d’Agostino
Sezione di Cardiochirurgia
Dipartimento di scienze cardiache, toraciche e vascolari Università di Padova
Progressi in Cardiochirurgia
• Circolazione Extracorporea • Ipotermia • Miocardioprotezione – Soluzioni cardioplegiche • Chirurgia Mini-invasiva– By-pass a Cuore battente in sternotomia o in minitoracotomia – Interventi in CEC o a cuore battente con ROBOT e torace aperto – Interventi in CEC (Port-Access system) o a cuore battente con
Robot e torace chiuso
Circolazione Extracorporea
Lo
sviluppo
della circolazione extracorporea ha reso
possibili e routinari tutti gli interventi quali:
– la correzione delle cardiopatie congenite complesse
– la rivascolarizzazione miocardica
– la sostituzione delle valvole cardiache
– la chirurgia maggiore dei grossi vasi
– il trapianto di organi solidi (cuore, polmone, cuore-polmone)
Concettualmente si fonda su di un sistema in grado di
escludere il cuore ed i polmoni dalla circolazione ematica per un definito intervallo di tempo.
• Il blocco cuore-polmoni può essere ottenuto mediante un sistema composto da:
– cannule che drenano il sangue venoso sistemico
– ossigenatore che arricchisce di O2 e rimuove la CO2
– scambiatore di calore per ottenere la temperatura corporea desiderata – pompa in grado di reimmettere il sangue arterioso
Circolazione Extracorporea
CEC
• 1915 eparina (J Mc Lean -John’s HopkinsHospital)
• 1937 CEC sperimentale nei gatti (Gibbon)
• 1948 Ossigenatore a dischi (Bjork)
• 1950 Ossigenatore a bolle (Clarke e Lillehei)
• 1950 Effetti protettivi dell’ipotermia (Bigelow)
• 1951 I intervento in CEC (DIA; Dennis)
• 1953 I intervento in CEC con successo (DIA; Gibbon)
• 1956 Inizio dei programmi di chirurgia cardiaca a cuore aperto
Circolazione Extracorporea
Cenni storici
• Concetto base su cui si fonda la CEC
Circolazione Extracorporea
Sistema di cannule di drenaggioPaziente
AspiratoriPompa roller Cardiotomo di raccolta e Filtro Ossigenatore e Scambiatore di calore Emofiltro Pompa roller Cannula aortica
Circolazione Extracorporea
• Ossigenatori comunemente in uso:– a bolle (interfaccia tra sangue e gas)
– a membrana (membrana semipermeabile di gomma siliconata. Il gas ed il sangue sono completamente separati evitando il problema della generazione di schiuma e quindi ridotto rischio di embolie ed emolisi) – a fibre cave (sangue e gas sono separati tramite la parete delle fibre
• La pompa roller, ideata da De Bakey nel 1934,
consiste di una struttura concava a parete verticale
contro cui viene schiacciato da due rulli, sorretti da
un braccio meccanico rotante, un tubo morbido in
silicone.
• Vantaggi dell’emodiluizione:
– diminuizione della viscosità ematica (Ht 20%-25%)
– migliore perfusione tissutale per migliorata reologia
– minor trauma agli elementi cospuscolati
– minori danni agli organi
•cervello •cuore •polmoni •rene
• I continui miglioramenti nelle tecniche di CEC,
dall’inizio degli anni 50 in poi, hanno contribuito alla
riduzione della morbidità e della mortalità in
cardiochirurgia.
• Attualmente più di 500.000 interventi di chirurgia
cardiaca maggiore vengono portati a termine nel mondo
in un anno, con una mortalità complessiva che varia dal
1% al 15%, a seconda della complessità della cardiopatia.
• Ipotermia:
– moderata tra 32C° e 25 C° – profonda tra 25C° e 18 C°
• L’ipotermia viene ottenuta:
– mediante il raffreddamento del sangue durante il passaggio attraverso lo scambiatore di calore del circuito per la CEC – mediante raffreddamento topico del paziente con materassino – mediante raffreddamento topico diretto sul cuore con ghiaccio
Il concetto di ipotermia venne introdotto nel 1950 da Bigelow e collaboratori
Vantaggi:
– veniva considerato come unico e più importante presidio di protezione miocardica e tissutale
– la base fisiologica stava nella diminuzione del consumo di O2 da parte dei tessuti e delle cellule in particolare, una volta esposti alle basse temperature (1.1 vs 0.135 ml O2/min/100 gr tessuto a 37 C° e 11 C° rispettivamente)
– da studi sperimentali a 10 C° un cuore arrestato consuma il 95% di O2 in meno rispetto un cuore in normale attività
Miocardioprotezione
• L’accesso alle camere cardiache per procedere alla correzione delle cardiopatie congenite e/o acquisite è consentito attraverso l’arresto flaccido del cuore (diastolico).
• Numerosi sono stati i metodi adottati per ottenere l’arresto cardiaco controllato:
– cardioplegia farmacologica con citrato di potassio – fibrillazione ventricolare
– arresto cardiaco anossico
– perfusione coronarica intermittente in FV
• Il danno miocardico che si verifica durante
l’arresto ischemico del cuore è tuttora una delle
più comuni cause di mortalità e morbidità in
cardiochirurgia
• Negli ultimi 20 anni ci si è accorti come non fosse
sufficiente ridurre il consumo di ossigeno da parte
dei tessuti miocardici con l’ipotermia
• Da qui la spinta per lo studio di nuovi sistemi
attuabili di miocardioprotezione
• Scopi:
– arresto cardiaco il più rapido possibile per ridurre al minimo il periodo ischemico
– riduzione dei processi metabolici mediante l’arresto chimico e l’ipotermia
– riduzione dell’edema cellulare per l’iperosmolarità delle soluzioni – azione tampone per l’inevitabile acidificazione dell’ambiente
cellulare dovuto all’attivazione della glicolisi anaerobia durante il periodo ischemico
– energizzante
Miocardioprotezione e Soluzioni
cardioplegiche
• Sulla base del concetto che l’ipotermia e
l’arresto chimico del cuore sono i più
importanti componenti della protezione
miocardica, la cardioplegia fredda è divenuta
la tecnica standard di protezione miocardica
più usata durante il clampaggio aortico
Miocardioprotezione e Soluzioni
cardioplegiche
Tipi di cardioplegia
CardioplegiaCristalloide Ematica
Fredda Fredda 8°C Calda 37°C
• La cardioplegia cristalloide fredda è stata la prima ad essere
sperimentata, venne successivamente modificata e costituita da una parte ematica ed una cristalloide secondo un rapporto di: 8:1, 4:1,
2:1. Tale rapporto inoltre influisce sull'ematocrito. La parte ematica è rappresentata dal sangue autologo che si combina direttamente con la composizione cristalloide. Il raffreddamento della soluzione invece avviene per il passaggio in uno specifico scambiatore di calore,
impostato a seconda del protocollo ad una temperatura tra i 4-12°C. Questo tipo di cardioplegia si sviluppa su diversi presupposti:
• SANGUE: veicolo di ossigeno, sistema tampone, proprietà osmotiche, substrato metabolico;
• CRISTALLOIDE: composizione elettrolitica e pH fisiologici, presenza di antiossidanti e stabilizzatori di membrana;
• TEMPERATURA: freddo› riduzione metabolismo, riduzione richiesta O2, miglioramento protezione tessuto miocardico
• Il concetto di cardioplegia ematica calda (o normotermica) risale agli anni '80. Si basa concettualmente sulle proprietà
biochimiche del sangue; infatti è a 37° che avviene in maniera ottimale il rilascio dell'ossigeno dall'emoglobina; inoltre
l'arresto cardiaco elettromeccanico in normotermia riduce
sensibilmente il danno della riperfusione, fenomeno frequente invece nelle tradizionali cardioplegie cristalloidi fredde. Una linea specifica da 1/4 proveniente dall'ossigenatore, potassio cloruro infuso nella stessa linea mediante una pompa siringa da 50ml, sono i due elementi di cui si costituisce questo tipo di cardioplegia.
Tipi di tecniche cardioplegiche
Anterograda Retrograda
Intermittente Continua Intermittente Continua
Combinate
Alternata Simultanea
• Due sono le limitazioni della cardioplegia
ematica fredda intermittente:
– ischemia durante gli intervalli tra una dose e
l’altra con la conseguente conversione in
metabolismo anaerobico
– danni da ipotermia
Miocardioprotezione
Università degli Studi di Padova Istituto di Chirurgia Cardiovascolare
Cardioplegia ematica fredda con
riperfusione calda
Svantaggi: a)metabolismo anaerobio negli intervalli b)ipotermia
alterazione della stabilità delle membrane alterazione dei processi enzimatici
Ca++ intracitoplasmatico alterato up-take di O2
pH e pressione osmotica
utilizzo di glucosio, ATP omeostasi curva di dissociazione dell’Hb
aspartati, glutamati, taurina, glutamina inibizione pompa del Na+
La circolazione extracorporea di per se non rappresenta una condizione fisiologica, comportando inevitabilmente una risposta infiammatoria ed il rischio di microembolizzazioni sistemiche (cerebrali), con disfunzioni multiorganiche, oltre all’ischemia miocardica.
Da qui la spinta negli ultimi 10 anni alla ricerca di soluzioni tecniche meno invasive per la chirurgia coronarica, alla ricerca di una morbidità minore.
Crescente è stato quindi l’interesse da parte di molti centri verso la rivascolarizzione miocardica a cuore battente (OPCAB e MIDCAB).
Chirurgia Mini-invasiva
Cardiochirurgia mini-invasiva:
Intervento cardiochirurgico tradizionale
eseguito con obiettivo di ridurre l’incisione
ed il trauma chirurgico
Cardiochirurgia a cuore battente:
Intervento cardiochirurgico (tradizionalmente
in CEC ed a cuore fermo) eseguito a cuore
Cuore Battente
– buona esposizione intraoperatoria dei vasi (esclusione delle coronarie intramiocardiche, piccole <1mm Ø, calcifiche)
– efficaci sistemi di stabilizzazione miocardica
– efficaci sistemi di monitorizzazione intraoperatoria dell’emodinamica del paziente (Ecocardiografia transesofagea)
– collaborazione chirurgo-anestesista
Cuore Battente
• Indicazioni:
– Lesioni vascolari cerebrali
– Pregresse lesioni del parenchima cerebrale (Ictus, TIA, Emorragia)
– Depressa funzione ventricolare – Insufficienza renale
– BPCO
– Aorta ascendente calcifica – Octuagenari
Cuore Battente
• Vantaggi:
– Ridotta mortalità e morbidità perioperatoria
(complicazioni neurologiche, renali, polmonari, intestinali)
– Ridotta incidenza di infarti miocardici ed aritmie cardiache (cardioplegia)
– Ripresa di una vita attiva più rapida – Riduzione dei costi
– Riduzione delle perdite ematiche con minore necessità di trasfusioni
Cuore Battente
• Problemi:
– Difficoltà operative per l’inevitabile
movimento cardiaco
– Necessità di follow-up a più lungo termine
– Pervietà delle anastomosi a lungo termine
– Incidenza di:
• reinfarti • reinterventi
Il trapianto cardiaco
Aspetti clinici e chirurgici
Gino Gerosa Chiara d’Agostino
Sezione di Cardiochirurgia
Dipartimento di scienze cardiache, toraciche e vascolari Università di Padova
Francesco Bacone, Nuova Atlantide (1598)
Francesco Bacone, Nuova Atlantide (1598)
“… sostituire gli organi guasti
per ritardare l’arresto della
macchina organica
propellente il sangue, umor
vitale per eccellenza,
prolungando in tal modo la
vita…”
• Christiaan Barnard
• Nel 1967, nei primi giorni di un piovoso
dicembre, giungeva in Italia la notizia
che Christiaan Barnard, uno
sconosciuto
sconosciuto chirurgo sudafricano,
aveva eseguito il giorno tre di quel
mese, presso il Groote Schuur Hospital
di Cape Town, il primo trapianto
1967 Prima esperienza di Barnard
1967 Prima esperienza di Barnard
L’esperienza di Barnard indusse numerosi centri a livello internazionale ad intraprendere la strada del trapianto: nei 12 mesi successivi vennero eseguiti 101 Trapianti cardiaci in 24 nazioni da parte di 64
1967
Prima esperienza di Barnard
1967
Prima esperienza di Barnard
I risultati furono deludenti con unasopravvivenza attorno al 20%
Alla fine del 1970 solo due centri al mondo perseverarono nell’idea: Stanford University
Anni 70
Messa a punto di metodiche utili alla
conservazione del cuore espiantato
Infusione intracoronarica di una soluzione fredda
contenente potassio ad alta concentrazione (cardioplegia)
seguita da raffreddamento topico in soluzione fredda (4° C)
A partire dal 1977 si fecero i primi prelievi di cuore a
distanza
Anni 80
Età dell’oro del Trapianto Cardiaco
Introduzione della ciclosporina A nei protocolli
immunosoppressivi
Aumento dei centri e del numero dei trapianti eseguiti nel
mondo
Accettazione dei criteri di Stanford per la selezione e
scelta dei donatori e dei riceventi
14 novembre 1985 a Padova il prof Gallucci esegue il
primo trapianto di cuore in Italia
Anni 90
Il Trapianto Cardiaco raggiunge piena maturità clinica
Soluzione terapeutica applicata in tutto il mondo
occidentale, con basso rischio chirurgico, in grado non
solo di aumentare la durata della vita, ma di assicurarne
una qualità normale
TRAPIANTI DI CUORE NEL MONDO
TRAPIANTI DI CUORE NEL MONDO
N u m er o d i T ra p ia n ti N u m er o d i T ra p ia n ti
Indicazioni (1)
Indicazioni (1)
NYHA III e IV classe VO2 max < 14 ml/kg/m’ FE < 0,25
ricoveri ripetuti > 3/anno
NYHA III e IV classe
VO2 max < 14 ml/kg/m’ FE < 0,25
ricoveri ripetuti > 3/anno
Transitoria disfunzione epatica e renale
necessità di incremento del diuretico
intolleranza agli ACE
Transitoria disfunzione
epatica e renale
necessità di incremento del
diuretico
intolleranza agli ACE
Insufficienza cardiaca refrattaria alla terapia medica
o con caratteristiche di progressione nel tempo, non
migliorabile con terapia medica corretta, procedure
interventistiche o cardiochirurgiche
Indicazioni (2)
Indicazioni (2)
Insufficienza cardiaca avanzata determinata da
disfunzione ventricolare dx pura o prevalente
Aritmie minacciose non dominabili con terapia medica
o procedure interventistiche o chirurgiche
Angina refrattaria non suscettibile di rivascolarizzazione
con angioplastica o bypass
INDICAZIONI AL TRAPIANTO CARDIACO
INDICAZIONI AL TRAPIANTO CARDIACO
Istituto di Medicina Legale
Istituto di Chirurgia Cardiovascolare Università di Padova
Istituto di Medicina Legale
Istituto di Chirurgia Cardiovascolare Università di Padova
AGE DISTRIBUTION
OF HEART RECIPIENTS
(1982-2000)AGE DISTRIBUTION
OF HEART RECIPIENTS
(1982-2000) % o f T ra n sp la n ts % o f T ra n sp la n tsUnità di Cardiochirurgia di Padova Direttore: Prof. Gino Gerosa
Attività Trapianti
(Nov. 1985 - Gen. 2005)
Unità di Cardiochirurgia di Padova Direttore: Prof. Gino Gerosa
Attività Trapianti
(Nov. 1985 - Gen. 2005) MD MD 46% 46% Ri-Tc Ri-Tc 2% 2% Altre Altre 7% 7% MV MV 7% 7% MI MI 38% 38% MD MD MI MI MV MV Altre Altre Ri-Tc Ri-Tc 605 trapianti 580 pazientiEtà: da 1 mese a 73 anni Età donatori: da 3 mesi a 65 anni Tecnica: ortotopica 558 eterotopica 14 Re-Trapianti: 11 Trapianti multiorgano: (cuore-rene) 6 (cuore-polmoni) 2
Momenti Critici
Momenti Critici
Accesso in lista d’attesa
Assegnazione dell’organo
Prelievo
Criteri di inclusione
e di esclusione dalla
lista di attesa
Criteri di inclusione
e di esclusione dalla
lista di attesa
Criteri di idoneità alla donazione Criteri di idoneità alla donazione Conoscenza fattori prognostici nella insufficienza cardiaca Conoscenza fattori prognostici nella insufficienza cardiaca Chirurgia alternativa Chirurgia alternativa Efficacia terapia medica Efficacia terapia medica Disponibilità organi Disponibilità organi Conoscenza fattori di rischio post-TC Conoscenza fattori di rischio post-TCAccesso in lista d’attesa
Controindicazioni assolute
Accesso in lista d’attesa
Controindicazioni assolute
Ipertensione polmonare con elevate resistenze
vascolari polmonari fisse
Malattie sistemiche con spettanza di vita < 5 aa.
Infezioni maggiori in atto da agente sconosciuto
Ulcera peptica sanguinante
Non compliance alle cure
HIV positività
Controindicazioni relative
Controindicazioni relative
Disfunzione epatica da scompenso cardiaco
Pregressa cardiochirurgia multipla
Cachessia cardiaca
Grave obesità
Vasculopatia polidistrettuale
Diabete mellito insulino-dipendente
Infezioni maggiori in atto da agente noto
Colelitiasi sintomatica
Diverticolosi sintomatica
Epatite da virus B o C con HBV-DNA o HCV-RNA
Grave osteoporosi
Grave broncopneumopatia
Embolia polmonare recente (< 3 mesi)
Età ?
Assegnazione dell’organo
Assegnazione dell’organo
La scarsità di risorse spinge il chirurgo ad
agire considerando l’esigenza di
“ottimizzare i risultati” senza trascurare le
caratteristiche d’urgenza dei pazienti in lista
d’attesa
Assegnazione dell’organo
Criteri
Assegnazione dell’organo
Criteri
Gruppo sanguigno
Peso – Superficie corporea
Resistenze vascolari arteriolari polmonari
Gradiente transpolmonare
Età
Urgenza clinica
Cross-match
Assegnazione dell’organo
Status ricevente
Assegnazione dell’organo
Status ricevente
Status one
2 A
2 B
Prelievo d’organo
Prelievo d’organo
Sicurezza di non veicolare patologie trasmissibili dal donatore al ricevente:
Infezioni Tumori Rischio di graft failure:
Danni preesistenti
Cattiva conservazione Tempo d’ischemia
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
IMPIANTO
DEL
GRAFT
Sopravvivenza dopo trapianto cardiaco
Sopravvivenza dopo trapianto cardiaco
Emivita = 9.3 anni
centro
Qualità della vita
HEART TRANSPLANTS: CAUSE OF DEATH (1982-2000) Timing of Death C au se o f D ea th ( % )
POST-HEART TRANSPLANT MORBIDITY
(April 1994-December 2000)
Outcome 1-year Follow-up 5-year Follow-up
Hypertension 68.1% 68.0% Renal Function None 78.1% 75.1% Renal Dysfunction 12.8% 14.0% Creatinine>5 mg/dl 7.8% 8.6% Chronic Dialysis 1.2% 1.9% Renal Transplant 0.1% 0.4% Hyperlipidemia 40.6% 43.8% Diabetes 20.8% 16.2% CAV 7.8% 20.8%
1 anno 5 anni 10 anni
•
Infezioni (ep/pz) 2,9 1,5•
Tumori 3,5 1,5 8,8 11 25•
Ipertensione sistemica 68 56 68 55 58•
Dislipidemia 40 30 43 35 40•
Insufficienza renale 22 20 25 30 38•
Diabete 21 16 16 10 12•
Osteoporosi•
Obesità•
Cataratta•
Disturbi sfera sessualeComplicanze sistemiche dopo il trapianto di cuore
Follow-up (%)
ISHLT registry 2001 (pz. 57818)
Eziologia
Immunodepressione
infezioni
tumori
Effetti collaterali dei
singoli farmaci
ipertensione
diabete
dislipidemia
etc...
Alterata omeostasi
neuro ormonale
ipertensione
Complicanze sistemiche
Complicanze sistemiche dopo T.C.
L’infezione rappresenta la prima causa di
mortalità e di morbidità nel primo anno
Infezioni
Precoci (30gg)
Tardive
Batteriche
Virali
Neoplasie
• L’incidenza globale di neoplasia maligna in soggetti in regime immunosoppressivo portatori di trapianto d’organo è tre volte superiore rispetto alla popolazione di pari età
• L’incidenza tende ad aumentare allungando il periodo di osservazione dopo trapianto
• L’incidenza di alcuni tumori nella popolazione sottoposta a trapianto di organi solidi è stimata fino a 400 volte maggiore a quella della popolazione generale
Tumori dopo Tx
Eziologia multi-fattoriale
•Immunosoppressione
•Virus oncogeni
(EBV, HHV8, HPV, Epatite B)•Insufficienza renale cronica
•Ruolo mutageno dei farmaci
Tumori
Incidenza pz Tx vs non-Tx
Tipo Pazienti Popolazione trapiantati generaleLinfoma non Hodgkin 24% 6% Carcinoma labbra 6%
0,2%
Sarcoma Kaposi 6% 0,5%
Carcinoma renale 5% 2%
Carcinoma vulva e perineo 3% 0,7%
Tumori epato-biliari 2,3% 1,7%
Sarcomi 1,8%
MALIGNANCY POST-HEART TRANSPLANTATION
(April 1994-December 2000)
1-Year Followup
5-Year Followup
Istituto di Chirurgia Cardiovascolare - Università degli Studi di Padova
Prima causa di mortalità dopo il 1° anno
Morbidità compresa tra il 30% ed il 45%
al 5° anno
Due forme
Prima causa di mortalità dopo il 1° anno
Morbidità compresa tra il 30% ed il 45%
al 5° anno
Due forme
Vasculopatia del graft
Vasculopatia del graft
Aterosclerosi coronarica
Rigetto cronico
Aterosclerosi coronarica
Rigetto cronico
Già presente nel cuore donato
Ex novo (fattori di rischio)
Già presente nel cuore donato
Vasculopatia dopo TC
Vasculopatia dopo TC
Aterosclerosi comune Rigetto cronicoSegmentarie Diffuse
Eccentriche
Arterie epicardiche Arterie epicardiche Grosso/medio calibro Arteriole intramiocardiche
Vene
Stria lipidica Iperplasia fibrointimale concentrica Placca fibrosa Lamina elastica interna conservata Placca complicata
Aterosclerosi comune Rigetto cronico
Segmentarie Diffuse
Eccentriche
Arterie epicardiche Arterie epicardiche Grosso/medio calibro Arteriole intramiocardiche
Vene
Stria lipidica Iperplasia fibrointimale concentrica Placca fibrosa Lamina elastica interna conservata Placca complicata Lesioni Vasi colpiti Istologia Lesioni Vasi colpiti Istologia
Diagnosi
Clinica
Diagnosi
Clinica
Assenza di dolore cardiaco
Modificazioni ECG o
ecocardiografiche ai controlli
Aritmie
SCOMPENSO CARDIACO (IMA)
Morte improvvisa
Assenza di dolore cardiaco
Modificazioni ECG o
ecocardiografiche ai controlli
Aritmie
SCOMPENSO CARDIACO (IMA)
Morte improvvisa
Diagnosi
Indagini strumentali
Diagnosi
Indagini strumentali
Angiografia coronarica
quadri di rarefazione e
assottigliamento dei vasi
Ecografia intracoronarica (IVUS)
rivela l’aspetto delle pareti vasali
Biopsia endomiocardica
ricerca immunoistochimica RNAm
in endotelio piccoli vasi
Angiografia coronarica
quadri di rarefazione e
assottigliamento dei vasi
Ecografia intracoronarica (IVUS)
rivela l’aspetto delle pareti vasali
Biopsia endomiocardica
ricerca immunoistochimica RNAm
in endotelio piccoli vasi
Terapia
Terapia
Bypass
Angioplastica
Ritrapianto
Bypass
Angioplastica
Ritrapianto
Ruolo limitato
Ruolo limitato
}
}
Conclusioni
Trapianto Cardiaco oggi
Conclusioni
Trapianto Cardiaco oggi
Opzione terapeutica di scelta nel
trattamento delle cardiopatie allo
stadio terminale o ad esito
infausto
Opzione terapeutica di scelta nel
trattamento delle cardiopatie allo
stadio terminale o ad esito
infausto
Conclusioni
Conclusioni
• Le complicanze sistemiche dopo TC rappresentano a
tutt’oggi un’importante causa di morbidità e mortalità
• Il grado di immunosoppressione e gli effetti collaterali
dei singoli farmaci ne sono principalmente la causa
• L’introduzione di nuovi agenti immunosoppressivi
dotati di minor tossicità e maggior specificità dovrebbe diminuirne l’incidenza nel prossimo decennio
• L’induzione della tolleranza potrebbe costituire la
soluzione ideale a questo problema
• Le complicanze sistemiche dopo TC rappresentano a
tutt’oggi un’importante causa di morbidità e mortalità
• Il grado di immunosoppressione e gli effetti collaterali dei singoli farmaci ne sono principalmente la causa
• L’introduzione di nuovi agenti immunosoppressivi dotati di minor tossicità e maggior specificità dovrebbe diminuirne l’incidenza nel prossimo decennio
• L’induzione della tolleranza potrebbe costituire la soluzione ideale a questo problema