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Diffondere la curiosità per l’arte

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Academic year: 2021

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(1)Musica Docta. Rivista digitale di Pedagogia e Didattica della musica, pp. 1-3. ELENA PETRUŠANSKAJA Mosca. DIFFONDERE LA CURIOSITÀ PER L’ARTE In qualità di membro del comitato organizzativo di questo incontro mi limiterò a dire poche parole, non senza esprimere un ringraziamento a Giuseppina La Face, ideatrice del convegno di oggi e domani. Sono certa che lo scambio personale e diretto di esperienze e idee ci consentirà di guardare da punti d’osservazione inattesi ciò che a prima vista ci sembra consueto. Se rifletto sul tema dell’incontro, mi pongo un interrogativo al tempo stesso semplice ed essenziale: che cosa importa oggi di più per l’insegnamento? che cosa intendiamo con ‘trasmissione della conoscenza’? Alludiamo all’esperienza del far musica? ai segreti dell’arte? a una posizione precisa nei confronti dei valori della cultura, della scienza, della morale? a un sistema razionale di concezioni scientifiche basate sull’esperienza passata? Ritengo che al giorno d’oggi, quando così tante informazioni e materiali oggettivi si possono agevolmente rintracciare in rete, altre cose assumono un’importanza sostanziale: – occorre insegnare metodi di lavoro appropriati sui dati, diffondere l’apprendimento di “tecniche di ricerca” sulle fonti primarie, i siti, gli archivi, ecc.; – occorre diffondere l’“infezione” della curiosità, riattizzare l’entusiasmo, l’amore per l’arte; e per converso coltivare il contatto emotivo diretto con i giovani, l’originalità delle concezioni, lo sviluppo della creatività; mi sembra che oggi nell’istruzione vi sia bisogno soprattutto di ravvivare una componente spirituale, anziché aumentare il flusso delle informazioni, nella lotta contro il pragmatismo montante; – tendere a insegnare e ad apprendere qualcosa di molto più importante: il rapporto con il mondo, la vita, la scoperta delle proprie possibilità… In Russia, dove le istituzioni dell’istruzione musicale laica si sono formate assai più tardi che nell’Europa occidentale, abbiamo l’Accademia pedagogica di Pietroburgo che dal 1907 accoglie candidati che posseggano la laurea universitaria; l’Accademia delle Scienze pedagogiche della Federazione Russa è nata nel 1943. Ma già nel primo Conservatorio russo, quello di Pietroburgo fondato nel 1862, vi erano dal 1866 cinque cattedre dell’indirizzo didattico-musicale. Oltre che dalle parole di Elena Petrušanskaja qui riportate, il meeting del 2930 maggio 2014 è stato inaugurato da una keynote di Giuseppina La Face, coordinatrice dello Study Group IMS “Transmission of Knowledge as a Primary Aim in Music Education”. La si può leggere nel «Journal of Music History Pedagogy»: G. LA FACE BIANCONI, Musicology and Pedagogy: an Unnatural Divorce, «Journal of Music History Pedagogy», V/1, Fall 2014, pp. 157-163, http://www.ams-net.org/ojs/index.php/jmhp/ article/view/168.. http://musicadocta.cib.unibo.it ISSN 2039-9715 © 2015 CIB - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna.

(2) 2. Elena Petrušanskaja. L’educazione specializzata dei musicologi risale invece agli anni ’30 del secolo scorso, quando le Facoltà di composizione si mutarono in Facoltà di Teoria, Storia e Composizione musicale. Nel Conservatorio di Mosca (che ha lo status di un’università) gli studenti di ogni ramo acquisiscono anche abilità didattiche, per le quali vi è peraltro una Facoltà specifica incentrata sull’apprendimento della prassi pedagogica: sotto la guida di pedagogisti gli studenti danno a loro volta lezioni a “studenti cavie”. Nell’Istituto musicale pedagogico fondato nel 1895 dalle sorelle Elena, Evgenija e Marija Gnesin, trasformato ufficialmente in Istituto pedagogicomusicale statale nel 1944 ed oggi Accademia musicale russa Gnesin, dotata di status universitario, l’ordine degli studi prevede, oltre al tirocinio didattico, anche lo studio teorico e metodologico della didattica della musica. Evidenzierò qui due tratti caratteristici della didattica della musica in Russia. A tutti i livelli dell’insegnamento si osserva un deciso orientamento verso una formazione musicale di tipo professionale, il che comporta un cospicuo monte ore di esercitazioni (per l’àmbito di specializzazione, la storia della musica, il solfeggio, l’armonia, l’analisi delle forme, la polifonia; in tutto si tratta di quasi 20 anni di studio). Gli standard richiesti agli studenti sono molto elevati. Già verso i 18 anni i più dotati tra i diplomati delle scuole di musica che afferiscono ai Conservatorii, nelle quali vigono criteri di selezione assai severi, possono cominciare a insegnare nelle scuole musicali primarie. Oltre alle caratteristiche specifiche del sistema d’istruzione vigente in Russia, occorre sottolineare che nell’ordinamento degli studi si tiene conto di “scuole” specifiche, come ad esempio la priorità assegnata alla “scuola” tedesca per l’armonia e l’analisi morfologica, o ai metodi francesi per il solfeggio (scuola di Charles-Simon Catel). Nel complesso il sistema dei Conservatorii è più vicino al modello francese; l’indirizzo polacco-austriaco prevale tuttavia nell’insegnamento del pianoforte, sebbene all’inizio dell’Ottocento avesse avuto grande influenza la linea risalente a Muzio Clementi. L’influenza italiana sulla cultura musicale, l’educazione musicale, la didattica dell’arte è sempre stata di primaria importanza, specie nelle classi di canto e di strumento. Per esempio, il primo insegnante di clarinetto al Conservatorio di Pietroburgo fu il primo clarinetto dell’orchestra della Scala, Ernesto Cavallini, musicista e didatta insigne. Gli ospiti in questo incontro, miei colleghi nell’Istituto statale di Studi artistici, rappresentano diverse istituzioni musicali di Mosca. Darò qualche breve cenno sul loro profilo accademico, intellettuale ed artistico. Levon Hakobian (Akopjan), direttore della sezione di Teoria della musica nell’Istituto statale di Studi artistici, ha al suo attivo lavori d’impostazione sistematica sul canto spirituale armeno antico e svariate monografie – su La struttura profonda della musica (1995), su Music of the Soviet Age (1998), su Šostakovič (2006) – ma anche un dizionario enciclopedico sulla musica del secolo XX (2010) e diversi articoli di teoria e di storia della musica, tra cui il primo contributo in lingua russa su Giacinto Scelsi; traduttore e curatore della versione rus-. Musica Docta, V, 2015 ISSN 2039-9715.

(3) Diffondere la curiosità per l’arte. 3. sa del Grove Dictionary of Music and Musicians, condirettore di due riviste musicali, fa parte del comitato della nuova edizione critica delle opere di Šostakovič ed è conduttore di trasmissioni radiofoniche sulla musica russa contemporanea. Svetlana Savenko, specialista riconosciuta e autorevolissima nella sfera dell’arte musicale contemporanea, ha pubblicato in particolare studi fondamentali su Stravinskij, e riunisce in sé le doti dello studioso e del musicista praticante: in quanto vocalista occupa una nicchia speciale nell’àmbito della musica da camera, ha eseguito numerosi pezzi rari, sia antichi sia contemporanei; e vanta una lunga esperienza d’insegnamento nel Conservatorio di Mosca. Irina Susidko è una squisita specialista, dotata di un ricco bagaglio di conoscenze sull’arte musicale dell’Europa occidentale. Assieme al marito, Pavel Lutsker, ha pubblicato due volumi di grande importanza sull’opera in musica europea del Settecento e una monografia mozartiana a dir poco rivoluzionaria; laureata dell’Istituto statale pedagogico-musicale Gnesin a Mosca, è oggi professore dell’Accademia musicale russa, dove insegna Storia della musica e tiene corsi – innovativi per la Russia – sulla storia e la teoria della morfologia operistica.. Musica Docta, V, 2015 ISSN 2039-9715.

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