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La rilevazione empirica dell’autoritarismo di destra: Un contributo per l’adattamento italiano della scala di Funke (2005)

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La rilevazione empirica dell’autoritarismo di destra: Un contributo all’adattamento italiano della scala di Funke (2005)

Running head: Adattamento della scala di Funke

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Riassunto

Lavorando su un campione composto da 801 partecipanti (F = 635; età media = 24.78 anni), abbiamo condotto un’analisi fattoriale confermativa di un adattamento italiano della scala RWA3D

di Funke, volta a rilevare l’autoritarismo di destra come costrutto tridimensionale costituito da sottomissione autoritaria, aggressività autoritaria e convenzionalismo. Il fit più soddisfacente è stato ottenuto da un modello a tre fattori correlati in cui abbiamo controllato l’errore di metodo dovuto all’ordinamento semantico degli item. Tale modello è risultato invariante fra i generi.

Ciononostante, le elevatissime correlazioni fra i tre fattori sostantivi suggeriscono una certa cautela nel considerare genuinamente tridimensionale la scala.

Conteggio parole del riassunto= 100

The empirical assessment of right-wing authoritarianism: A contribution for developing an Italian version of Funke’s (2005) scale

Abstract

Analyzing the responses given by 801 Italian participants (F = 635; mean age = 24.78 years), we performed a confirmatory factor analysis of an Italian version of Funke’s RWA3D scale, aimed

at assessing right-wing authoritarianism as a three-dimensional construct defined by authoritarian submission, authoritarian aggression, and conventionalism. The model showing the best fit was a three-correlated-factors model, controlling the semantic direction of the items as correlated

uniquenesses. Such model was invariant between genders. However, the very strong correlations among the three substantive factors warned against mechanically considering the scale as three-dimensional.

Key words: Authoritarianism, Measurement, Confirmatory factor analysis, Structural equations models.

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La rilevazione empirica dell’autoritarismo di destra: Un adattamento italiano della scala di Funke (2005)

Dopo un periodo di relativo disinteresse, da una ventina d’anni gli psicologi sociali hanno ripreso a studiare intensivamente l’autoritarismo. Le principali ragioni di questa rinnovata attenzione sembrano essere due. La prima, di ordine politico-culturale, è la montante diffusione nell’opinione pubblica europea e statunitense degli atteggiamenti razzisti e la crescita dei partiti di estrema destra e dei gruppi xenofobi (Ignazi, 2000; Meloen, Van der Linden e Witte, 1996); la seconda, di ordine teorico-metodologico, è la possibilità di utilizzare approcci all’autoritarismo assai più convincenti di quelli in precedenza disponibili (Christie, 1991).

L’approccio all’autoritarismo sviluppato da Altemeyer (1981, 1988, 1996) è attualmente quello considerato più soddisfacente dalla comunità degli psicologi sociali (vedi ad esempio Bulter, 2000; Ekhardt, 1991; Smith, 1997). Frutto di un lavoro intrapreso fin dagli anni ’60 e non ancora ultimato, tale approccio costituisce la base di una vera e propria rifondazione teorica e metodologica degli studi sull’autoritarismo, principalmente per il suo fondarsi sull’agevolmente falsificabile teoria dell’apprendimento sociale. Il costrutto su cui si fonda, il Right-wing authoritarianism (RWA), dà conto dell’autoritarismo dei seguaci, ossia della propensione psicologica a sottomettersi ai leader antidemocratici.

L’RWA è definito come la covariazione di tre gruppi di atteggiamenti: (a) Aggressività autoritaria: una predisposizione a nuocere, fisicamente, psicologicamente o economicamente, a persone e categorie sociali sanzionate negativamente a livello sociale (principalmente ai bersagli convenzionali dell’ostilità sociale) – l’aggressività è autoritaria se è accompagnata dalla credenza che le autorità percepite come legittime la approvino o dalla credenza che essa serva a preservarle; (b) Sottomissione autoritaria: un elevato grado di accettazione delle affermazioni e delle azioni delle autorità (principalmente i genitori, i leader religiosi, i poliziotti, i magistrati, i legislatori e i capi di governo), percepite come completamente legittime nel dirigere la società, e (c)

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Convenzionalismo: un elevato grado di accettazione delle convenzioni sociali, che sono percepite essere sostenute dalle autorità costituite e dall’intera società.

Per rilevare empiricamente l’RWA Altemeyer ha sviluppato una scala Likert bilanciata costituita da 30 item a 9 categorie di risposta (RWA scale)1. Dato che, come si è detto, il costrutto

consiste nella covariazione di tre gruppi di atteggiamenti, ognuno di questi item è stato appositamente scritto per rilevare almeno due, e talvolta addirittura tutte le tre dimensioni

dell’RWA, anche se non con la medesima intensità (esistono infatti item che rilevano «soprattutto» l’aggressività autoritaria, oppure la sottomissione autoritaria, oppure il convenzionalismo).

Tre soli esempi, tratti dalla versione del 1998 della scala. A detta dello stesso Altemeyer (1998), l’item «Prima che sia troppo tardi bisogna tornare a seguire i precetti religiosi sull’aborto, la pornografia e il matrimonio e punire chi non li segue» rileva contemporaneamente il

convenzionalismo e l’aggressività autoritaria; l’item «Se il governo e la magistratura dessero l’ordine, sarebbe dovere di ogni cittadino contribuire a schiacciare la corruzione che avvelena il nostro Paese dall’interno» rileva contemporaneamente la sottomissione autoritaria e l’aggressività autoritaria; l’item «Il nostro Paese potrà uscire dalla sua crisi solo tornando ai suoi valori

tradizionali, dando il potere a un leader forte e zittendo i sobillatori che diffondono idee sbagliate» rileva tutti i tre atteggiamenti che costituiscono l’autoritarismo. L’analisi fattoriale esplorativa mostra che la RWA scale ha generalmente una struttura unidimensionale (Altemeyer, 1996) o, in talune occasioni, una struttura bidimensionale, con gli item autoritari che correlano con un fattore e quelli antiautoritari con l’altro (Altemeyer, 1996; Canetti-Nisim, 2004; Duckitt e Fisher, 2003; Krauss, 2002; Roccato e Ricolfi, 2005, studio 3).

Benché la RWA scale sia stata considerata a lungo lo standard per rilevare empiricamente l’autoritarismo (Feldman, 2001), negli ultimi anni alcuni autori hanno cominciato a rivolgere ad essa alcune critiche piuttosto radicali. Fra queste, le più rilevanti per il presente lavoro sono quelle mosse da Funke (2005), che avanza tre ordini di argomentazioni. La prima riguarda un’insufficiente coerenza tra la definizione del costrutto e la sua operazionalizzazione. Come si è detto, l’RWA è

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concettualizzato come un costrutto complesso e sfaccettato, organizzato in tre dimensioni legate ma distinte, al punto che nei suoi volumi Altemeyer (1981, 1988, 1996) dedica un notevole

approfondimento al loro studio come dimensioni separate le une dalle altre. Tuttavia, esso viene operazionalizzato come un costrutto unidimensionale. Di conseguenza, secondo Funke, risulta impossibile sia distinguere tipi diversi di persone autoritarie accomunate dal medesimo punteggio di RWA, sia indagare separatamente i predittori e i correlati delle tre dimensioni del costrutto.

Il secondo ordine di argomentazioni riguarda la complessità degli item. Da questo punto di vista la RWA scale sarebbe criticabile perché costituita da numerosi item doppi o addirittura tripli: ad esempio, gli item «Bisogna ammirare chi ha sfidato la legge e la maggioranza combattendo per il diritto all’aborto, i diritti degli animali e per abolire la preghiera a scuola» e «Tutti hanno diritto ad avere il proprio stile di vita, le proprie credenze religiose e le proprie preferenze sessuali, anche se ciò li rende diversi da chiunque altro» raggruppano nella stessa affermazione questioni fra loro distinte e non necessariamente associate. Lo stesso Altemeyer è consapevole di questo problema, al punto da corredare la scala con istruzioni che recitano «In alcuni casi Lei potrebbe sentire di avere differenti reazioni a differenti parti di un’affermazione. Ad esempio, potrebbe essere molto in disaccordo (“-4”) con un’idea espressa nell’affermazione, ma essere leggermente d’accordo (“+1”) con un’altra idea espressa nella stessa affermazione. Nei casi in cui questo accade, La preghiamo di combinare le sue reazioni, riportando la sua risposta “bilanciata” (in questo esempio un “-3”)» (Altemeyer, 1996, p. 13, traduzione nostra). Si tratta, come è ovvio, di una soluzione tutt’altro che soddisfacente, contraria alle regole fondamentali che stanno alla base della costruzione dei

questionari (vedi ad esempio Alreck e Settle, 1995).

Infine, il terzo e ultimo ordine di argomentazioni avanzate da Funke. La letteratura mostra come alcuni response set (primo fra tutti l’acquiescenza) possano distorcere le risposte ai

questionari self-report al punto che l’analisi fattoriale esplorativa può fare apparire artificiosamente bidimensionali scale che sono «genuinamente» unidimensionali. Quel che è peggio, i risultati che emergono dall’elaborazione finiscono per confondere fra loro le dimensioni «fenotipiche» (quelle

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derivanti dai response set) e quelle «genotipiche» (quelle «effettive»), il che ha naturalmente effetti devastanti sull’interpretazione dei risultati e sul calcolo dei punteggi fattoriali individuali (Ricolfi, 1999). In questi casi in sede di elaborazione è consigliabile abbandonare l’analisi fattoriale

esplorativa per passare all’analisi fattoriale confermativa, introducendo «fattori di metodo» che rendano conto dell’orientamento degli item a fianco dei fattori «sostantivi» cui il ricercatore è interessato (vedi ad esempio Tarr e Lorr, 1991; Tomás e Oliver, 1999) o correlando fra loro gli errori di tutti gli item orientati nella stessa direzione dal punto di vista semantico (nel nostro caso, tutti gli item che esprimono autoritarismo o tutti gli item che a esso si contrappongono) (cfr. Becker e Cote, 1994; Conwey, 1996; Marsh, 1989; Marsh e Bailey, 1991). Per quel che concerne la fase di rilevazione dei dati, una scala bilanciata in modo ottimale dovrebbe rilevare ognuna delle

dimensioni che costituiscono il costrutto oggetto della ricerca mediante un numero equivalente di item pro-tratto e di item che al tratto si contrappongono. Nella RWA scale questo non avviene: infatti, è vero che metà dei suoi item è orientata in senso autoritario e l’altra metà in senso

antiautoritario; tuttavia, la maggioranza degli item che rilevano soprattutto l’aggressività autoritaria è orientata in senso autoritario, mentre la maggioranza degli item che rilevano soprattutto la

sottomissione autoritaria e il convenzionalismo è orientata in senso antiautoritario. Ne potrebbe conseguire che una differenza formale fra gli item, ossia la loro direzione di codifica, finisca per oscurare le specificità concettuali di certe voci della scala (per una conferma empirica, si veda Manganelli Rattazzi, Bobbio e Canova, 2007).

Il nostro interesse per il lavoro di Funke sta nel fatto che l’autore si è proposto di superare questi limiti, costruendo una nuova scala volta a rilevare empiricamente l’RWA, etichettata RWA3D

(3 indica che essa può rilevare separatamente l’aggressività autoritaria, la sottomissione autoritaria e il convenzionalismo; D indica che la sua lingua originale è il tedesco). Tale scala, costituita da 12 item, ha due principali caratteristiche distintive: (a) ognuno dei suoi item rileva una e una sola delle dimensioni che costituiscono l’RWA; e (b) ognuna delle tre dimensioni dell’RWA è

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può dunque essere utilizzata per rilevare l’autoritarismo di destra sia con approccio «analitico», consentendo di ottenere tre diversi punteggi individuali (uno per ognuno degli atteggiamenti che definiscono il costrutto), sia con approccio «sintetico», permettendo di ottenere un unico punteggio individuale di autoritarismo di destra, come combinazione lineare o come punteggio fattoriale dei 12 item che costituiscono la batteria. L’analisi fattoriale confermativa ha mostrato che un modello a tre fattori correlati in cui si è controllato l’effetto di metodo dovuto all’orientamento semantico degli item si adatta ai dati in modo significativamente più soddisfacente rispetto a quanto non accada al modello unidimensionale (Funke, 2005).

In una ricerca recentemente condotta in Belgio, Van Hiel, Cornelis, Roets e De Clerq (2007) hanno del resto evidenziato come la rilevazione tridimensionale dell’autoritarismo sia più

soddisfacente dal punto di vista statistico di quella unidimensionale anche nel caso in cui si analizzi contemporaneamente la struttura di covarianza degli item di diverse scale di autoritarismo: nel loro caso, oltre a quella di Funke, anche quelle di Feldman (2003), di Stellmacher e Petzel (2005) e di Van Hiel, Duriez e Kossowska (2006). Parallelamente, Passini (2008) ha evidenziato che scomporre l’autoritarismo nelle sue tre dimensioni di base può migliorare la predizione di costrutti connessi con esso, come l’orientamento alla dominanza sociale.

Sembra insomma utile poter rilevare l’autoritarismo mediante strumenti in grado di restituirne la complessità dell’articolazione concettuale. Abbiamo pertanto dedicato questo lavoro

all’adattamento della RWA3D scale di Funke alla nostra lingua e al nostro contesto e al test della sua

validità fattoriale.

Metodo Partecipanti

Il nostro adattamento italiano della RWA3D scale di Funke, che presentiamo nell’Appendice

di questo articolo, è stato somministrato a 801 persone (F = 635; età media 24.78), suddivise in cinque campioni indipendenti provenienti da città del nord, del centro e del sud Italia: (a) 217 studenti di psicologia dell’Università di Torino, di cui il 95.4% in possesso del diploma di scuola

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media superiore e il 4.6% di una laurea; (b) 101 seminaristi di Bari, di cui il 2% in possesso della licenza elementare, il 13.9% del diploma di scuola media inferiore, il 56.4% di un diploma di scuola media superiore e il 27.7% della laurea2; (c) 270 studenti di psicologia dell’Università di Palermo,

di cui il 93.0% in possesso un diploma di scuola media superiore e il 7.0% di una laurea; (d) 112 studenti di psicologia dell’Università di Roma “La Sapienza”, tutti in possesso di un diploma di scuola media superiore, ed (e) 101 studenti di psicologia dell’Università di Chieti-Pescara, tutti in possesso di un diploma di scuola media superiore. La Tabella 1 riporta, per ciascun campione, le statistiche descrittive relative al genere e all’età dei partecipanti3.

Strumenti

A tutti i campioni è stata somministrato il nostro adattamento della RWA3D scale di Funke

(2005) descritta in precedenza4. Giampaglia e Roccato (2002), usando il modello di Rasch per item

con categorie ordinate, hanno mostrato la necessità di rilevare empiricamente l’autoritarismo di destra con un numero di categorie decisamente inferiore alle 9 usate da Altemeyer. Per tale ragione gli item sono stati corredati da cinque categorie di risposta, tutte semanticamente ancorate ed etichettate da «Per nulla d’accordo» a «Del tutto d’accordo». La categoria centrale è stata etichettata con «Né d’accordo, né in disaccordo».

Strategie di analisi dei dati

Dopo aver condotto alcune analisi esplorative preliminari, abbiamo studiato la struttura fattoriale della scala mediante l’analisi fattoriale confermativa utilizzando il software Lisrel 8.20 (Jöreskog e Sörbom, 1998). A causa della violazione dell’assunzione di normalità multivariata, 2(2, 801) = 851.09, p < .001 abbiamo stimato i parametri dei modelli usando la procedura WLS

(Weighted least squares). Questo metodo di stima, basato sul calcolo della matrice asintotica di varianza-covarianza delle correlazioni policoriche, rappresenta la stima più appropriata quando si viola l’assunzione di normalità multivariata (Jöreskog e Sörbom, 1998). L’adattamento di ciascun modello è stato valutato mediante i seguenti indici: il Comparative Fit Index (CFI), il Non-Normed Fit Index (NNFI) e il Root Mean Square Error of Approximation (RMSEA). Convenzionalmente

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valori di CFI e di NNFI superiori o uguali a .90 e valori di RMSEA inferiori o uguali a .10 sono considerati indicativi di un adattamento soddisfacente. In linea con Hu e Bentler (1999), che hanno suggerito di ricorrere a criteri più severi per valutare questi indici di fit, abbiamo considerato indicativi di un adattamento adeguato valori di CFI e di NNFI superiori o uguali a .90 e indicativi di un adattamento eccellente valori superiori o uguali a .95. Per quel che concerne l’RMSEA, valori di adattamento inferiori o uguali a .10 sono stati considerati indicativi di un fit adeguato e valori inferiori o uguali a .06 sono stati considerati indicativi di un adattamento eccellente.

Come riportiamo in Figura 1, sono stati messi a confronto sei modelli concatenati, derivanti dalla combinazione di due criteri. Da un lato, abbiamo fatto variare il numero di fattori e la loro relazione: abbiamo così costruito un modello monofattoriale, un modello a tre fattori ortogonali e un modello a tre fattori correlati. Dall’altro, abbiamo fatto variare la presenza/assenza di un effetto di metodo dovuto all’orientamento semantico degli item. Il confronto fra i diversi modelli stimati è stato effettuato esaminando la significatività della differenza fra i loro 2 in funzione della

differenza fra i loro gradi di libertà. Basandoci su Funke (2005), abbiamo ipotizzato che il modello a tre fattori correlati che controllasse l’orientamento degli item sarebbe stato quello che avrebbe evidenziato i migliori indici di fit. Abbiamo successivamente testato la sua invarianza di

misurazione rispetto al genere dei partecipanti.

Risultati Analisi descrittive

Prima di procedere con l’analisi fattoriale confermativa sono stati calcolati l’alpha di Cronbach e il punteggio medio dei partecipanti sia relativamente all’autoritarismo inteso come punteggio totale alla RWA3D, sia in riferimento alle tre dimensioni ipotizzate da Funke. Come mostra la

Tabella 2, tutti i campioni hanno mostrato punteggi moderati e prossimi alla mediana teorica di sottomissione autoritaria, aggressività autoritaria, convenzionalismo e autoritarismo. Per quel che concerne la coerenza interna delle scale, mentre la scala totale di autoritarismo ha fatto registrare un  accettabile, pari a .74, le scale di sottomissione autoritaria, aggressività autoritaria e

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convenzionalismo hanno mostrato  inferiori alla soglia di accettabilità ( rispettivamente pari a . 53, .52 e .56; le correlazioni medie fra gli item sono state rispettivamente pari a .21, .21 e .23). Questi bassi valori di  sono a nostro avviso da imputare all’esiguo numero di item delle scale più che a un scarsa coerenza interna delle batterie. In effetti, l’ della scala di aggressività autoritaria (che è il più basso) arriverebbe a .71 se, a parità di correlazione media fra gli item, la batteria fosse composta da otto affermazioni.

Analisi fattoriale confermativa e invarianza di misurazione

Abbiamo confrontato fra loro sei modelli, ottenuti combinando tre modelli di misurazione (un modello monofattoriale, un modello a tre fattori ortogonali e un modello a tre fattori correlati fra loro) con la presenza versus l’assenza di un fattore di metodo (cfr. Figura 1). I modelli

monofattoriali prevedono una struttura della scala sovrapponibile a quella proposta da Altemeyer (1981): tutti gli item devono essere considerati indicatori manifesti di un’unica dimensione di autoritarismo. I modelli a tre fattori ortogonali prevedono un autoritarismo strutturato in tre dimensioni fra loro indipendenti (una di sottomissione autoritaria, una di aggressività autoritaria e una di convenzionalismo). Infine, il modello a tre fattori correlati prevede la stessa struttura del modello precedente, con la differenza che in questo caso le tre dimensioni sono state considerate associate fra loro. Per testare l’effetto del metodo e, in particolare, dell’orientamento degli item si è adottato l’approccio correlated uniquenesses di Marsch (1989), che modella la varianza attribuibile all’effetto del metodo correlando gli errori tra uno dei due insiemi di item che condividono lo stesso orientamento. La scelta di questo approccio è stata dettata sia dall’esigenza di risolvere alcuni problemi di identificazione dei modelli (Marsh, 1989; Marsh e Bailey, 1991), sia perché diverse ricerche (cfr. Brecker e Cote, 1994; Conwey, 1996; Marsh, 1989; Marsh e Bailey, 1991) hanno evidenziato che esso consente di ottenere risultati più attendibili e stabili rispetto ai tradizionali modelli multitratto-multimetodo. Nel nostro caso abbiamo correlato gli errori tra gli item orientati in senso non autoritario.

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La Tabella 3 mostra che, indipendentemente dal numero dei fattori di tratto, i modelli in cui abbiamo controllato l’effetto del metodo hanno mostrato un adattamento significativamente più soddisfacente di quelli che non lo hanno controllato (modello monofattoriale: ΔΧ2(15) = 158.70, p

<.001; modello a tre fattori non correlati: ΔΧ2(15) = 269.55, p <.001; modello a tre fattori correlati:

ΔΧ2(15) = 138.88, p <.001). Per questa ragione, nel confronto fra i modelli definiti dal numero di

fattori e dalle loro relazioni abbiamo esclusivamente considerato i modelli in cui abbiamo tenuto sotto controllo l’orientamento degli item.

Come già emerso in Funke (2005), da un punto di vista puramente statistico il miglior modello è risultato essere quello a tre fattori correlati in cui abbiamo controllato l’effetto del metodo. Infatti, tutti i suoi indici di fit hanno evidenziato un adattamento ai dati eccellente. Soprattutto, il suo adattamento è risultato essere significativamente più soddisfacente di quello del modello

monofattoriale (ΔΧ2(3) = 25.64, p <.001) e di quello a tre fattori indipendenti (ΔΧ2(3) = 472.62, p

<.001). Tutti gli item hanno mostrato factor loading statisticamente significativi, compresi tra .16 e .73, così come significative sono risultate tutte le correlazioni di metodo tra gli item

anti-autoritari, eccezion fatta per quelle dell’item 1, che ha correlato solo con gli item 2 e 11.

Significative e forti (forse eccessivamente forti, come argomenteremo nella discussione del lavoro) sono infine risultate le correlazioni fra i tre atteggiamenti che definiscono l’autoritarismo di destra. I parametri del modello sono analiticamente presentati nelle Tabelle 4 (factor loading), 5

(correlazioni fra i fattori) e 6 (correlazioni di metodo).

Una volta verificato che, anche nel contesto italiano, il modello a tre fattori «genotipici» controllato per l’effetto di metodo è il miglior modello di misurazione tra quelli presi in

considerazione dal punto di vista statistico, abbiamo testato la sua invarianza di misurazione in funzione del genere. Coerentemente con l’ampia letteratura sull’autoritarismo di destra, non

dovremmo attenderci differenze della struttura fattoriale in funzione del genere dei rispondenti (per una rassegna, cfr. Altemeyer, 1996)5. A tal fine, in linea con Reise, Widaman e Pugh (1993) sui due

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in cui tutti i parametri stimati sono stati lasciati liberi, e un modello invariante, in cui i factor loading stimati sulle donne sono stati vincolati a essere invarianti rispetto a quelli stimati sul campione degli uomini. Come si può osservare in Tabella 7, entrambi i modelli hanno mostrato ottimi indici di adattamento relativamente a RMSEA, CFI e NNFI. L’ipotesi di invarianza di misurazione non è stata falsificata, dal momento che passando dal modello invariante al modello baseline non si è verificato un aumento significativo del 2 ( ΔΧ2(12) = 18.33, p >.30).

Discussione

In questo articolo abbiamo indagato le caratteristiche psicometriche del nostro adattamento italiano di una scala di autoritarismo di destra recentemente sviluppata in Germania, la scala

RWA3D (Funke, 2005), che mira a ottenere una rilevazione empirica tridimensionale del costrutto. I

risultati che abbiamo ottenuto ci hanno lasciato un po’ ambivalenti. Da un lato, infatti, hanno evidenziato con grande chiarezza come un modello a tre fattori correlati, in cui si controlla

l’orientamento semantico degli item, si adatti ai dati in misura assai più soddisfacente di quanto non fanno sia il classico modello unidimensionale, sia un modello tridimensionale con i fattori vincolati all’indipendenza. Tale modello è risultato inoltre solido, mostrandosi invariante fra i generi. Di primo acchito, questi risultati sembrerebbero confermare l’antica intuizione di Adorno, Frenkel-Brunswik, Levinson e Sanford (1950), successivamente ribadita dallo stesso Sanford (1973), secondo cui l’autoritarismo deve essere considerato una sindrome unitaria, anche se articolata in sottosindromi fra loro fortemente associate.

Tuttavia, il nostro adattamento italiano ha evidenziato due aspetti problematici della scala, peraltro già emersi nella versione originaria dello strumento. In primo luogo, l’attendibilità relativamente insoddisfacente delle tre sotto-scale. È tuttavia realistico che essa sia da attribuire all’assai ridotto numero dei loro item più che a una loro scarsa coerenza interna. A nostro parere, questa scarsa attendibilità costituirà un problema soprattutto per i ricercatori che intenderanno rilevare empiricamente le tre dimensioni dell’autoritarismo in modo «tradizionale», ossia calcolando i loro punteggi sommati o le loro medie e non ricorrendo all’analisi fattoriale. Il

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problema sarà tuttavia meno grave per chi userà lo strumento ricorrendo ai modelli di equazioni strutturali.

Il secondo punto di debolezza dello strumento è rappresentato dalle elevatissime correlazioni esistenti fra i fattori di aggressività autoritaria, sottomissione autoritaria e convenzionalismo (r compresi fra .75 e .94). È evidente che trattare come distinti atteggiamenti che mostrano correlazioni così forti – decidendo che la scala RWA3D ha struttura tridimensionale basandosi

esclusivamente su criteri statistici – potrebbe portare a problemi piuttosto seri in sede di analisi dei dati nei casi qualora si utilizzassero tali atteggiamenti come variabili indipendenti in analisi

multivariate volte a individuare il potere predittivo di ognuno di essi «al netto» degli altri. Che cosa rimane, infatti, dal punto di vista sostantivo dell’aggressività autoritaria, della sottomissione

autoritaria e del convenzionalismo una volta che la loro tanto cospicua variabilità comune è stata eliminata? Da questo punto di vista, dunque, riteniamo che correlazioni così forti dovrebbero far passare in secondo piano i «freddi» indici di fit restituiti dall’analisi fattoriale confermativa, segnalando che può essere assai rischioso considerare meccanicamente tridimensionale la scala di Funke basandosi esclusivamente su criteri statistici.

Crediamo pertanto utile concludere il nostro lavoro con un invito alla cautela rivolto a chi intenda prendere una decisione in merito alla «genuina» dimensionalità della scala che abbiamo analizzato. L’utilità di articolare in senso multidimensionale l’autoritarismo di destra è evidente, soprattutto se si intende usare l’autoritarismo come variabile predittrice di un insieme di

atteggiamenti e comportamenti, come recentemente argomentato da Aiello, Leone e Chirumbolo (2005) e da Leone, Speranza e Chirumbolo (2005). Del resto, diversi psicologi della personalità hanno evidenziato che le micro-dimensioni di personalità sono sovente più esplicative e predittive di numerosi comportamenti e atteggiamenti rispetto alle più generali macro-dimensioni

consuetamente analizzate (cfr. Ashton e 1998; Paunonen e Ashton, 2001; Paunonen, Haddock, Forsterling e Keinonen, 2003). Questi autori suggeriscono in definitiva di

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ordine e fattori sovravraordinati più generali. Tuttavia, affinché questo possa essere fatto nell’ambito degli studi sull’autoritarismo di destra muovendo dalla scala di Funke sarà indispensabile procedere alla scrittura di nuovi item di aggressività autoritaria, sottomissione autoritaria e convenzionalismo da aggiungere al «nocciolo duro» di voci attualmente disponibili con il duplice fine di aumentare l’attendibilità delle singole sottoscale e di ridurre sensibilmente la correlazione fra i tre atteggiamenti che definiscono il costrutto.

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(19)

Note

1 Esistono attualmente due versioni italiane dello strumento, la prima sviluppata da

Giampaglia e Roccato (2002) e la seconda da Aiello, Chirumbolo e Leone (2004). Esiste anche un’ulteriore scala per rilevare empiricamente l’RWA, sviluppata da Passini (2003), meno fedele alla versione originaria dello strumento.

2 Ringraziamo Emanuela Soleti per averci fornito i dati dei partecipanti di Bari.

3 I partecipanti baresi avevano caratteristiche assai dissimili da quelle degli appartenenti agli

altri sotto-campioni. Tuttavia, in questo sotto-campione la struttura fattoriale della scala è stata identica a quella emersa dall’analisi su tutti i partecipanti, così come sostanzialmente analogo è stato il fit delle analisi. Inoltre, i risultati ottenuti escludendo i partecipanti baresi dalle analisi sono stati sostanzialmente sovrapponibili a quelli emersi dall’analisi di tutti i partecipanti (i dati di tutte queste analisi sono disponibili su richiesta). Abbiamo pertanto preferito non escludere dalle analisi i seminaristi, anche perché nelle analisi fattoriali il campo di variazione dei fattori – a sua volta almeno in parte dipendente dall’eterogeneità dei casi – promuove l’ampiezza delle saturazioni delle variabili marker sui fattori stessi (Comrey e Lee, 1995).

4 L’adattamento è stato condotto in maniera letterale dai tre autori dell’articolo, separatamente

l’uno dall’altro. Le tre versioni risultanti della scala sono state discusse fino ad arrivare a una versione comune, successivamente sottoposta a back-translation.

5 Si noti che in questo articolo è stata analizzato solo un tipo di invarianza di misurazione fra i

generi, quella relativa alle saturazioni fattoriali. Esistono tuttavia altri modelli di invarianza di misurazione che – assieme a questa – postulano ipotesi di invarianza più rigide, ad esempio relative alle varianze d’errore, alla matrice di covarianza tra i fattori latenti e alla funzione discriminante dei singoli item. Future ricerche potranno vagliare empiricamente queste ulteriori ipotesi.

(20)

Tabella 1.

Caratteristiche sociodemografiche dei campioni dello studio

Torino Bari Palermo Roma Chieti Totale

N 217 101 270 112 101 801 N uomini (%) 57 (26.3%) 101 (100.0%) 31 (11.5%) 40 (35.7%) 14 (13.9%) 166 (20.7%) Età media (D.S) 20.70 (3.57) 46.37 (16.17) 23.63 (8.47) 20.01 (3.51) 20.35 (.96) 24.78 (11.47)

(21)

Tabella 2.

Statistiche descrittive dell’autoritarismo nei campioni dello studio

Torino Bari Palermo Roma Chieti Totale

Media Convenzionalismo (D.S) 2.51 (.80) 3.58 (.76) 2.89 (.70) 2.70 (.74) 3.06 (.62) 2.87 (.80) Media Aggressività autoritaria

(D.S) 2.36 (.86) 2.64 (.86) 2.38 (.75) 2.40 (.70) 2.35 (.72) 2.41 (.79) Media Sottomissione autoritaria

(D.S) 2.25 (.66) 2.96 (.74) 2.32 (.63) 2.18 (.68) 2.35 (.58) 2.37 (.69) Media RWA3D (D.S) 2.37 (.63) 3.06 (.60) 2.53 (.52) 2.43 (.58) 2.59 (.47) 2.55 (.60)

(22)

Tabella 3.

Indici di adattamento dei sei modelli di misurazione

Senza fattore di metodo Con fattore di metodo

Monofattoriale 2(54) = 291.05 RMSEA = .07 CFI = .83 NNFI = .80 2(39) = 132.35 RMSEA = .05 CFI = .89 NNFI =.89 Tre fattori indipendenti 2(54)= 848.88 RMSEA = .14 CFI = .51 NNFI = .41 2(39) = 579.33 RMSEA = .13 CFI = .67 NNFI = .44 Tre fattori correlati 2(51)= 245.59 RMSEA = .07 CFI = .86 NNFI = .82 2(36)= 106.71 RMSEA = .05 CFI = .95 NNFI = .91

(23)

Tabella 4.

Factor loadings standardizzati (modello a tre fattori correlati con il controllo del fattore di metodo)

ConvenzionalismoAggressività Autoritaria

Sottomissione Autoritaria 10. È molto meglio essere virtuosi e obbedire alle

leggi che mettere sempre in discussione le fondamenta della nostra società.

.54

1. La gente dovrebbe crearsi un proprio sistema di valori su cosa è morale e immorale, e dare meno ascolto a ciò che dicono la Chiesa e il Papa.*

.39

4. Un giorno o l’altro scopriremo che avere abbandonato le nostre tradizioni è stato un errore gravissimo.

.39

7. La legge dovrebbe trattare allo stesso modo il matrimonio e le relazioni stabili fra persone dello stesso sesso.*

.39

2. Invece che un ulteriore aumento dei diritti civili, al nostro Paese serve soprattutto un’inflessibile cura a base di legge e ordine.

.68

8. Il nostro Paese ha soprattutto bisogno di un leader forte e determinato che spazzi via il male e ci riporti sulla retta via.

.59

5. Nessun crimine, nemmeno il più grave, dovrebbe essere punito con la pena di morte.*

.33

11. È importante difendere in ogni modo i diritti di tutti, anche di chi è molto diverso dalla

maggioranza o ha idee politiche estremiste.*

(24)

12. Per vivere bene servono soprattutto obbedienza e disciplina.

.73

6. L’obbedienza e il rispetto per l’autorità sono i valori più importanti che i bambini dovrebbero imparare.

.67

9. È molto positivo che oggi i giovani abbiano la libertà di protestare contro ciò che non

condividono, e che si costruiscano le proprie regole di comportamento.*

.37

3. Il «posto di una donna» è dovunque essa voglia stare. L’epoca della sottomissione delle donne al marito e alle convenzioni sociali deve finire per sempre.*

.16

(25)

Tabella 5.

Correlazioni tra i fattori (modello a tre fattori correlati con il controllo del fattore di metodo)

1 2 3

1 Convenzionalismo

2 Aggressivita autoritaria .75***

3 Sottomissione autoritaria .94*** .81***

(26)

Matrice di covarianza tra gli item antiautoritari (modello a tre fattori correlati con il controllo del fattore di metodo)

1 2 3 4 5 6

1. La gente dovrebbe crearsi un proprio sistema di valori su cosa è morale e immorale, e dare meno ascolto a ciò che dicono la Chiesa e il Papa.

.85***

3. Il «posto di una donna» è dovunque essa voglia stare. L’epoca della sottomissione delle donne al marito e alle convenzioni sociali deve finire per sempre.

.15*** .97***

5. Nessun crimine, nemmeno il più grave, dovrebbe essere punito con la pena di morte. -.07* .05 .89*** 7. La legge dovrebbe trattare allo stesso modo il matrimonio e le relazioni stabili fra persone dello stesso

sesso.

.28*** .22*** .00 .85***

9. È molto positivo che oggi i giovani abbiano la libertà di protestare contro ciò che non condividono, e che si costruiscano le proprie regole di comportamento.

.19*** .21*** .05 .21***.87***

11. È importante difendere in ogni modo i diritti di tutti, anche di chi è molto diverso dalla maggioranza o ha idee politiche estremiste.

.09** .13*** .11** .17*** 17*** .95***

(27)

Tabella 7.

Test di invarianza di misurazione in funzione del genere (modello a tre fattori correlati con il controllo del fattore di metodo)

2 df RMSEA CFI NFI

Modello B 115.88 72 .04 .96 .93

Modello I 134.21 84 .04 .96 .94

Nota. Modello B = Modello baseline. Modello I = Modello in cui abbiamo vincolato le saturazioni fattoriali all’invarianza.

(28)

Intestazione della figura Figura 1. I modelli testati

(29)
(30)

Appendice

L’adattamento italiano della scala RWA3D

Per favore, indichi il suo grado di accordo con ognuna delle seguenti affermazioni.

1. La gente dovrebbe crearsi un proprio sistema di valori su cosa è morale e immorale, e dare meno ascolto a ciò che dicono la Chiesa e il Papa.* (C)

2. Invece che un ulteriore aumento dei diritti civili, al nostro Paese serve soprattutto un’inflessibile cura a base di legge e ordine. (AA)

3. Il «posto di una donna» è dovunque essa voglia stare. L’epoca della sottomissione delle donne al marito e alle convenzioni sociali deve finire per sempre.* (SA)

4. Un giorno o l’altro scopriremo che avere abbandonato le nostre tradizioni è stato un errore gravissimo. (C)

5. Nessun crimine, nemmeno il più grave, dovrebbe essere punito con la pena di morte.* (AA) 6. L’obbedienza e il rispetto per l’autorità sono i valori più importanti che i bambini dovrebbero

imparare. (SA)

7. La legge dovrebbe trattare allo stesso modo il matrimonio e le relazioni stabili fra persone dello stesso sesso.* (C)

8. Il nostro Paese ha soprattutto bisogno di un leader forte e determinato che spazzi via il male e ci riporti sulla retta via. (AA)

9. È molto positivo che oggi i giovani abbiano la libertà di protestare contro ciò che non condividono, e che si costruiscano le proprie regole di comportamento.* (SA)

10. È molto meglio essere virtuosi e obbedire alle leggi che mettere sempre in discussione le fondamenta della nostra società. (C)

11. È importante difendere in ogni modo i diritti di tutti, anche di chi è molto diverso dalla maggioranza o ha idee politiche estremiste.* (AA)

(31)

12. Per vivere bene servono soprattutto obbedienza e disciplina. (SA)

Nota:

* Item controscalari.

(C): Item che rilevano il convenzionalismo (AA): Item che rilevano l’aggressività autoritaria (SA): Item che rilevano la sottomissione autoritaria

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