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Academic year: 2021

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Introduzione Andrea Mecacci

Materiali di Estetica n. 6.1 : 2019 – Pagina 1

Introduzione a

“Gillo Dorfles. L’estetica al plurale”

di Andrea Mecacci

andrea.mecacci@unifi.it

A poco più di un anno dalla scomparsa di Gillo Dorfles, “Materiali di Estetica” dedica un numero della rivista alla sua memoria. Tra le principali figure dell’estetica italiana del secondo Novecento, Dorfles ha percorso la contemporaneità come un testimone allo stesso tempo inquieto e critico.

Questo numero intende percorrere la pluralità dei campi in cui l’indagine di Dorfles si è manifestata ininterrottamente. Partendo dal rapporto dello studioso con la città di Milano, i saggi illustrano l’eclettismo culturale di Dorfles e della sua proposta teorica. Una pluralità di saperi che si delinea fin dalla propria formazione e che generano l’identikit di Dorfles come esemplare esploratore dei linguaggi contemporanei: gli anni della sua formazione culturale, la sua produzione artistica (pittorica e poetica), l’analisi dell’industrial design e la definizione di una estetica industriale, le oscillazioni del gusto e le sue implicazioni non solo teoriche ma anche operative, l’interesse verso la musica e le trasformazioni sonore urbane, l’attenzione rivolta ai fenomeni della moda.

Oltre a cercare di evidenziare quella passione per il contemporaneo che ha sempre contraddistinto la vita privata e pubblica di Dorfles, il numero di “Materiali di Estetica” è completato da tre saggi della sezione “Varia” che in qualche modo riflettono il carattere plurale di questo numero: l’analisi di uno dei nodi cruciali della critica d’arte italiana e della storia dell’estetica (il rapporto tra Corrado Ricci e Benedetto Croce), il resoconto di un seminario di estetica comparta tenuto a Rimini

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Introduzione Andrea Mecacci

Materiali di Estetica n. 6.1 : 2019 – Pagina 2

nel 2018, e, infine, a partire dal libro di Emanuele Coccia La vita delle

piante nuove prospettive per una filosofia della natura contemporanea.

Alla recente scomparsa di Ettore Casari è dedicato un ricordo di Fulvio Papi.

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