Introduzione
La presente tesi affronterà il tema inerente alle formule di proscioglimento nella fase dibattimentale da quelle più favorevoli a quelle meno favorevoli all’imputato.
L’obiettivo che mi propongo di raggiungere è l’individuazione degli effetti e funzioni delle formule di proscioglimento.
Attraverso questo studio intendo offrire una panoramica generale dell’istituto e una sua lettura ed applicazione ad alcuni casi di cronaca giudiziaria al fine di dimostrare che il principio della presunzione di innocenza e la conseguente tutela dell’imputato è un criterio guida nel nostro ordinamento.
Il proscioglimento dell’imputato dal fatto contestato può avvenire in dibattimento per diversi motivi a seconda dei quali il giudice adotta una formula diversa.
La prova dubbia (contraddittoria o insufficiente) legittima il proscioglimento con la formula piena.
La declaratoria di colpevolezza e di condanna deve essere emessa nel caso in cui il giudice ritiene provata, oltre ogni ragionevole dubbio, sulla base degli atti acquisiti ed utilizzabili, la sussistenza del fatto reato contestato, l’attribuibilità dello stesso all’imputato e l’esclusione di una causa di giustificazione o di una causa personale di non punibilità. La prima parte si incentrerà sullo studio delle formule di proscioglimento nel processo penale, istituto tipico della realtà italiana, dapprima focalizzando l’attenzione sulle passate codificazioni e poi analizzando la disciplina attualmente vigente.
Mentre la seconda parte prenderà in esame un caso di cronaca giudiziaria. Mi soffermerò in particolare sul delitto di Meredith Kercher di cui ho seguito con interesse l’iter processuale anche in virtù della mia passione per la cronaca nera.
Passione che mi ha spinto a partecipare per due edizioni al corso di diritto e tecnica dell’investigazione organizzato dall’Università di Siena e ad effettuare il tirocinio presso la sezione penale del Tribunale di Lucca.