G Chir Vol. 27 - n. 11/12 - pp. 405-410 Novembre-Dicembre 2006
Tumori stromali gastrointestinali: cinque casi clinici
e revisione della letteratura
A. TORRETTA, A. PROSPERI, C. SARAGANI, N. SAGGESE, M. MARTINO, C. FORTUNATO
1,
D. BATTISTA
2, F. CAPONE
2, G. CACCIATORE, O. DE BERARDINIS
405
Introduzione
L’acronimo GIST (Gastro-Intestinal Stromal
Tu-mors) si riferisce a neoplasie del tratto
gastrointestina-le, di tipo mesenchimale (tumori non epiteliali), la cui
origine non può essere ricondotta ai comuni
compo-nenti connettivali del tubo digerente (fibroblasti,
cel-lule muscolari lisce, celcel-lule di Schwann). Negli ultimi
anni questi tumori sono stati al centro di numerosi
studi per quanto concerne la loro istogenesi, i criteri
diagnostici, i fattori prognostici ed il loro trattamento.
Fino agli anni Ottanta i tumori mesenchimali del
tratto gastrointestinale erano considerati come delle
neoplasie ad origine dal tessuto muscolare liscio e
clas-sificati come leiomiomi, leiomiosarcomi o
leiomiobla-stomi (1-3). Studi successivi di microscopia
elettroni-ca e di immunoistochimielettroni-ca rivelarono una
differenzia-zione di queste neoplasie verso il tessuto muscolare
li-scio meno evidente rispetto a quella osservata per i
tu-mori muscolari lisci di altri organi (per esempio, i
leio-miomi dell’utero), finché nel 1983 Mazur e Clark
in-trodussero il termine “stromal tumor” riconoscendo
queste neoplasie come una nuova entità
anatomo-pa-tologica tra i comuni tumori mesenchimali (4).
Ulteriori studi hanno evidenziato somiglianze
ul-trastrutturali e immunoistochimiche tra le cellule di
RIASSUNTO: Tumori stromali gastrointestinali: cinque casi clinici e
revisione della letteratura.
A. TORRETTA, A. PROSPERI, C. SARAGANI, N. SAGGESE,
M. MARTINO, C. FORTUNATO, D. BATTISTA, F. CAPONE, G. CAC
-CIATORE, O. DEBERARDINIS
Pur essendo delle neoplasie molto rare, i GIST costituiscono i più fre-quenti tumori di origine mesenchimale del tratto gastrointestinale e ven-gono identificati come delle neoplasie dotate di caratteristiche istologiche ed immunoistochimiche proprie tali da differenziarle da altre neoplasie di origine muscolare o nervosa. Questi tumori sono stati oggetto di numero-se pubblicazioni in letteratura circa l’istogenesi, i criteri diagnostici, la prognosi e ed il loro trattamento.
La scoperta che tali neoplasie esprimono la proteina Kit non solo ha fornito un marcatore immunoistochimco per la diagnosi, ma ha consen-tito anche di individuare un trattamento medico specifico. Lo straordina-rio interesse che questa patologia sta suscitando nella letteratura interna-zionale ci ha indotti, stimolati dal riscontro di cinque casi negli ultimi 2 anni, ad eseguire una review sull’argomento.
SUMMARY: Gastrointestinal stromal tumors: five case reports and
review of the literature.
A. TORRETTA, A. PROSPERI, C. SARAGANI, N. SAGGESE,
M. MARTINO, C. FORTUNATO, D. BATTISTA, F. CAPONE, G. CAC
-CIATORE, O. DEBERARDINIS
Being a rare entity, GISTs represents the most common subset of me-senchymal tumours that arise from the digestive tract. Their immunohisto-chemical and histopathologic features distinguish them from other ga-strointestinal mesenchymal neoplasms. These tumours have been the mat-ter of considerable debate in the limat-terature regarding their histogenesis, cri-teria for diagnosis, prognostic features and treatment.
GISTs express Kit protein that not only is a marker for diagnosis but has also permitted to identify a specific medical treatment. The exceptional interest aroused in the literature leads us to make a review about this subject reporting five cases treated in the last 2 years.
KEYWORDS: Tumore stromale gastrointestinale - Imatinib - Chirurgia. Gastrointestinal stromal tumor - Imatinib - Surgery.
casistica clinica
Ospedale “S. Liberatore”, Atri (TE) U. O. di Chirurgia Generale. (Direttore: Dott. O. De Berardinis) 1U.O. di Anatomia Patologica (Responsabile: Dott. C. Fortunato) 2U.O. di Radiologia
queste
neoplasie
e
le
cellule
interstiziali
di
Cajal
(ICC)
(5,
6),
che
costituiscono
una
rete
interposta
tra
le
fibr
e
della
tonaca
muscolar
e
e
iplessi
ner
vosi
della
par
ete
di
-gestiv
a
e
che
inter
vengono
nella
regolazione
della
mo
-tilità
intestinale
(pacemaker).
La
tappa
decisiv
a
nella
storia
nosografica
dei
GIST
si
è
avuta
con
l’identifica
-zione,
nel
1998,
di
una
pr
oteina
-la
pr
oteina
Kit
-in
-tensamente
espr
essa
in
quasi
tutti
questi
tumori
(5)
e
che
risulta
comunemente
pr
esente
anche
nelle
cellule
di
Cajal;
ciò
ha
suppor
tato
l’ipotesi
che
questi
tumori
derivino
in
effetti
da
tali
cellule.
La
pr
oteina
Kit
ed
il
suo
pr
oto-oncogene
c-Kit
non
solo
hanno
fornito
un
mar
cator
e
altamente
specifico
per
la
diagnosi
di
queste
neoplasie,
ma
hanno
consentito
anche
di
individuarne
un
trattamento
medico
specifico
(7).
Lo
straor
dinario
inter
esse
che
questa
patologia
sta
suscitando
nella
letteratura
internazionale
ci
ha
indot
-ti,
stimolati
dal
riscontr
o
di
5
casi
negli
ultimi
2
anni,
ad
eseguir
e
una
revie
w
sull
’argomento
.
Casi
clinici
C aso n. 1 S. P., 75 anni, di sesso maschile, affetto da iper tensione ar terio -sa in trattamento medico domiciliar e, si reca in P ronto Soccorso per lipotimia e melena. O biettiv amente all ’ingr esso il paziente si pr esenta pallido, sudato ed ipoteso (P A 100-70 mmHg, FC 100 b/min) ; l’esplorazione rettale conferma la pr esenza di feci melani -che in ampolla. G li esami ematochimici evidenziano un quadr o di anemia (GR 2.450.000, Hb 7.1 g/dl). Instaurata l’oppor tuna terapia infu -sionale ematica ed idr oelettr olitica, il paziente viene sottoposto ad esofagogastr oduodenoscopia (EGDS) che dimostra una lesione ov alar e della piccola cur vatura gastrica, del diametr o di 4 cm cir ca, ricoper ta da mucosa normale, fatta ecce zione per una piccola zona ulcerata che pr esenta segni di sanguinamento recente. N ei giorni successivi i parametri ematochimici e lo stato emo -dinamico si mantengono stabili e vengono eseguiti quindi: -dosaggio ematico dei mar ker tumorali, che risultano nella norma; -ecografia dell ’addome, che evidenzia una lesione roton -deggiante iper ecogena di 1,5 cm di diametr o del VI seg -mento epatico, riferibile in prima ipotesi ad angioma; -T C addome, che evidenzia un gr ossolano difetto di riem -pimento gastrico di cir ca 5 cm di diametr o, in corrispon -denza della piccola cur vatura gastrica, con discr eto enhan -cement, senza segni d ’infiltrazione epatica; viene conferma -ta la pr esenza di una lesione epatica suggestiv a di angioma del VI segmento . Si esegue quindi l’inter vento chir urgico in ele zione nel corso del quale si evidenzia la pr esenza di una neoformazione della picco -la cur vatura gastrica, che riguar da corpo ed antr o, del diametr o di 5-6 cm. Si effettua una gastr ectomia subtotale con anastomosi ga -str o-digiunale termino-laterale, semiorale inferior e, isoperistaltica. L’esame anatomopatologico macr oscopico ha evidenziato una lesione intramurale della piccola cur vatura gastrica, del diametr o di 5.3 cm, ricoper ta da mucosa indenne e facilmente “scapsulabile ”, eccetto che per la par te superior e che è risultata ulcerata, senza se -gni di infiltrazione della sier osa. L’esame istologico ha deposto per GIST con conta mitotica inferior e a 5 mitosi per 50 HPF . I 21 linfonodi perigastrici reper tati sono risultati negativi per patologia neoplastica. Le indagini immunoistochimiche hanno mostrato po -sitività per CD117/Kit e vimentina e negatività per actina-musco liscio (ML) e pr oteina S100. A 28 mesi dall ’inter vento il paziente risulta liber o da malattia ai contr olli clinico-str umentali. C aso n. 2 C.A., 64 anni, di sesso maschile. All ’anamnesi patologica risul -ta già operato di ernioplastica inguinale ed appendicectomia ed af -fetto da iper tensione ar teriosa e br oncopneumatia cr onica ostr utti -va. P er la comparsa da cir ca 4 mesi di dolori epigastrici ricorr enti e fenomeni dispeptici, viene sottoposto ad EGDS che mostra muco -sa gastrica e duodenale normali e par eti gastriche non omogenea -mente distensibili ver osimilmente per la pr esenza di una lesione comprimente ab estrinseco . Il paziente quindi viene sottoposto a T C addome che eviden -zia una lesione ov alar e con discr eto enhancement in corrisponden -za del corpo gastrico, del diametr o di cir ca 5 cm, in assenza di le -sioni ripetitiv e a distanza. All ’inter vento chir urgico si dimostra la pr esenza di una neofor -mazione, delle dimensioni di 5 cm, ad origine dalla piccola cur va-tura gastrica, accr esciuta nel contesto della pars condensa del picco -lo omento . Si pr ocede all ’enucleazione della neoformazione ed al suo esame istologico estemporaneo che depone per lesione compa -tibile con tumor e di tipo mesenchimale. L’esame istologico definitiv o ha deposto per GIST dello sto -maco del diametr o di 5 cm, con attività mitotica inferior e a 5 mi -tosi per 50 HPF . Le indagini immunoistochimiche hanno mostra -to positività per CD117/Kit, vimentina e CD34 e negatività per actina-ML, S100 e fattor e VIII. A 17 mesi dall ’inter vento il paziente risulta liber o da malattia ai contr olli clinico-str umentali. C aso n. 3 S.F ., 51 anni, di sesso femminile, si reca in P ronto Soccorso per la comparsa, da due giorni, di melena associata ad astenia e cefalea per la quale av ev a assunto acido acetilsalicilico . N essuna patologia degna di nota all ’anamnesi. All ’esame obiettiv o la paziente si pr e-senta pallida, sudata, ipotesa e tachicar dica (P A 80-60 mmHg, FC 120 b/min). L’esplorazione rettale conferma la pr esenza di feci me -laniche in ampolla. U n emocr omo urgente documenta una grav e anemia (GR 1.380.000; Hb 4,6 g/dl) che viene corr etta con emotrasfusioni. U na EGDS urgente evidenzia un quadr o di gastr oduodenite er osi -va, senza segni di sanguinamento recente. V iene quindi instaurata una terapia infusionale con inibitori di pompa pr otonica e, nei giorni successivi, si assiste ad un miglioramento del quadr o clinico e dei parametri ematochimici con valori emodinamici stabili. A sei giorni dal rico ver o, però, un nuo vo episodio ipotensiv o con ane -mizzazione, oppor tunamente trattato con terapia infusionale ema -tica ed idr oelettr olitica, induce ad eseguir e ulteriori esami diagno -stici: -pancolonscopia, che mostra la pr esenza di coaguli multipli in assenza di lesioni della mucosa colo-r ettale; -T C addome, che non evidenzia alterazioni organiche pa -tologiche; -angiografia selettiv a del tripode celiaco, dell ’ar teria mesen -terica superior e e dell ’ar teria mesenterica inferior e, che non documenta alterazioni vascolari di tipo malformativ o né sanguinamento in atto . A 10 giorni dal rico ver o, un nuo vo episodio ipotensiv o induce a sottoporr e la paziente a lapar otomia esplorativ a nel corso della quale viene evidenziata una lesione solida della seconda ansa digiu -nale, del diametr o di 2,5 cm, a sviluppo esofitico, con un ’ulcera -zione sanguinante della mucosa. Si esegue quindi una rese zione di -406 A. T orr etta e Coll.giunale con aspor tazione del meso alla radice e si ripristina la con -tinuità intestinale con confe zionamento di anastomosi termino-terminale manuale. L’esame istologico definitiv o ha deposto per GIST del piccolo intestino con attività mitotica inferior e a 5 mitosi per 50 HPF . Le indagini immunoistochimiche hanno mostrato una mar cata posi -tività per CD117/Kit e vimentina, debole positività per actina-ML e positività focale per pr oteina S100. La paziente, cha ha avuto un decorso postoperatorio regolar e, risulta a 26 mesi dall ’inter vento libera da malattia ai contr olli cli -nico-str umentali. C aso n. 4 C.M., 79 anni, di sesso maschile, affetto da iper tensione ar te -riosa in trattamento medico domiciliar e, giunge alla nostra osser -vazione per un quadr o clinico, insor to da due giorni, caratterizza -to da dolori addominali diffusi con alv o chiuso a feci e gas. L’esa -me obiettiv o evidenzia un paziente disidratato con addome disteso con rumori peristaltici di timbr o metallico . U na radiografia dir et -ta dell ’addome evidenzia diffusi liv elli idr oaer ei nel tenue senza aria libera in cavità peritoneale. D opo gli oppor tuni esami pr eoperatori, il paziente viene sot -toposto ad inter vento chir urgico urgente di lapar otomia esplorati -va che evidenzia una neoplasia occludente del sigma del diametr o di 4 cm. V iene eseguita una rese zione del sigma con confe ziona -mento di colostomia terminale secondo H ar tmann. L’esame anatomopatologico macr oscopico del pe zz o operato -rio ha evidenziato, oltr e alla neoformazione del sigma (adenocar ci -noma allo stadio B secondo D ukes), una piccola lesione solida no -dular e, intramurale, in pr ossimità del margine pr ossimale di rese-zione, del diametr o di 0.5 cm, che è risultata esser e un GIST (im -munoistochimica positiv a per CD117/Kit) con indice mitotico in -ferior e a 5 mitosi per 50 HPF . Il decorso postoperatorio è stato regolar e e, a 10 mesi dall ’in -ter vento, il paziente è stato sottoposto ad inter vento chir urgico di ricanalizzazione intestinale. G li esami clinico-str umentali eseguiti a 24 mesi dal primo inter vento chir urgico non documentano recidi -va locale o a distanza. C aso n. 5 D.D., 55 anni, di sesso maschile. N essuna patologia degna di nota all ’anamnesi. In seguito a disturbi della canalizzazione intesti -nale e anemia di recente insorgenza (Hb 12.5 g/dl) viene sottopo -sto ai seguenti esami clinico-str umentali: -EGDS e pancolonscopia, che non mostrano patologie di riliev o; -ecografia dell ’addome, che evidenzia una neoformazione ov alar e, iposonica, di aspetto disomogeneo, del diametr o di cir ca 5-6 cm, ver osimilmente ad origine da un ’ansa di -giunale, con fegato liber o da lesioni focali; -T C addome, che evidenzia una lesione ov alar e del tenue, con moderato enhancement, del diametr o di 5 cm. Il paziente viene quindi sottoposto a lapar otomia esplorativ a che evidenzia una lesione intramurale della par ete digiunale, ov a-lar e, solida, del diametr o di 5 cm (F ig. 1). V iene eseguita una rese-zione digiunale con aspor tazione del meso alla radice e confe ziona -mento di anastomosi termino-terminale manuale. L’esame istologico definitiv o (F ig. 2) ha deposto per GIST del piccolo intestino con attività mitotica inferior e a 5 mitosi per 50 HPF . L’analisi immunoistochimica ha mostrato positività per CD117/Kit, vimentina e actina-ML e negatività per la pr oteina S100, desmina e CD34. A 12 mesi dall ’inter vento il paziente risulta liber o da malattia ai contr olli clinico-str umentali.
Discussione
I
GIST
sono
i
più
comuni
tumori
di
origine
me
-senchimale
del
tratto
gastr
oenterico
e
vengono
identi
-ficati
come
delle
neoplasie
dotate
di
caratteristiche
istologiche
ed
immunoistochimiche
peculiari
tali
da
differ
enziarle
da
altr
e
neoplasie
di
origine
muscolar
e
o
ner
vosa
(8,
9).
Sono
tumori
rari
la
cui
incidenza
è
1.1/100.000/anno
(10).
Il
sesso
maschile
è
leggermen
-te
più
inter
essato
rispetto
al
sesso
femminile
e
al
mo
-mento
della
diagnosi
la
maggior
par
te
dei
pazienti
ha
un
’età
compr
esa
tra
40
e
80
anni
con
una
mediana
di
60
anni
(11,
12).
P
uò
esser
e
sede
della
neoplasia
qualsiasi
segmento
dell
’apparato
gastr
ointestinale:
la
localizzazione
gastri
-ca
(60%)
è
la
più
fr
equente,
seguita
dal
tenue
(20-30%),
dal
retto
(5%)
e
dall
’esofago
(2%).
O
ccasional
-407 T umori str omali gastr ointestinali: cinque casi clinici e revisione della letter atur a. Fig. 1 -GIST del tenue (caso n. 5). Fig. 2 -Esame istologico: GIST del tenue con attività mitotica inferior e a 5 mi -tosi per 50 HPF (caso n. 5).mente
(5%)
sono
stati
descritti
GIST
anche
in
altr
e
lo
-calizzazioni
addominali,
come
l’appendice,
la
colecisti,
il
pancr
eas,
il
mesenter
e,
l’omento
ed
il
retr
operitoneo
(13).
La
recente
scoper
ta
(15)
di
cellule
ICC-simili
(Kit-positiv
e)
nel
tessuto
omentale
suggerisce
che
que
-ste
cellule
siano,
in
realtà,
più
diffuse
di
quanto
comu
-nemente
si
pensi.
I
GIST
sono
tumori
mesenchimali
a
cellule
fusate
(70%)
e/o
epitelioidi
con
immunor
eattività
positiv
a
alla
pr
oteina
Kit
nel
95%
dei
casi
(15,
38).
La
pr
otei
-na
Kit
(il
cui
antigene
immunoistochimico
è
CD117)
è
una
glicopr
oteina
transmembrana,
codificata
dal
pr
oto-oncogene
c-Kit,
dotata
di
attività
tir
osinchinasi
-ca.
È
espr
essa
dalle
cellule
interstiziali
di
Cajal,
dalle
cellule
del
sistema
emopoietico,
dai
mastociti
e
dalle
cellule
germinali.
Il
legame
di
questa
pr
oteina
con
il
suo
ligando
specifico
(stem
cell
factor)
determina
un
’au
-tofosforilazione
che
induce
una
cascata
di
segali
intra
-cellulari
che
conducono
alla
replicazione
cellular
e.
N
elle
cellule
neoplastiche
sono
state
individuati
div
er
-si
tipi
di
mutazioni
che
codificano
per
pr
oteine
Kit
al
-terate
che
inducono
una
replicazione
cellular
e
in
as
-senza
del
legame
con
il
pr
oprio
ligando
(16).
Il
trattamento
dei
GIST
è
stato
riv
oluzionato
dal
-l’intr
oduzione
di
una
sostanza,
l’imatinib
mesilato
(G
liv
ec
®),
già
utilizzata
per
il
trattamento
della
leuce
-mia
mieloide
cr
onica
e
capace
di
inibir
e
selettiv
amen
-te
l’attività
tir
osinchinasica
della
pr
oteina
Kit
(17,
18).
I
sintomi
dipendono
dalle
dimensioni
e
dalla
loca
-lizzazione
del
tumor
e.
N
el
30%
dei
casi
nessun
sinto
-mo
viene
descritto
dal
paziente
e
il
tumor
e,
di
piccole
dimensioni
(meno
di
2
cm),
viene
scoper
to
for
tuita
-mente,
in
occasione
di
un
esame
radiologico
o
di
un
inter
vento
chir
urgico
o
in
corso
di
un
esame
autopti
-co
(19).
Il
caso
n.
4
da
noi
descritto
è
un
esempio
clas
-sico
di
reper
to
occasionale
di
GIST
in
un
paziente
sot
-toposto
ad
inter
vento
chir
urgico
per
altra
causa.
Le
manifestazioni
cliniche
dei
tumori
str
omali
gastr
ointe
-stinali
sintomatici
(dolor
e,
sanguinamento,
sintomi
ostr
uttivi,
disturbi
del
transito)
sono
assimilabili
a
quelle
degli
altri
tumori
digestivi.
Al
momento
della
diagnosi
le
lesioni
primitiv
e
generalmente
hanno
un
diametr
o
compr
eso
tra
2
e
30
cm
e
i
sintomi
sono
do
-vuti
ad
un
sanguinamento
pr
ov
ocato
da
un
’ulcera
del
-la
mucosa
oppur
e
all
’effetto
compr
essiv
o
di
una
massa
addominale
(13,
20).
R
ecentemente
M
iettinen
et
al.
hanno
pubblicato
una
casistica
molto
ampia
di
GIST
dello
stomaco
(1.756
casi),
in
cui
il
54.4%
dei
pazienti
si
era
pr
esen
-tato
per
sintomi
corr
elati
a
sanguinamento
gastr
ointe
-stinale
(più
comunemente
anemia
ma
anche
emateme
-si
e
melena),
il
16.8%
per
dolor
e
nei
quadranti
addo
-minali
superiori
e
l’1.7%
per
per
forazione
o
altr
e
cause
di
addome
acuto
(21).
N
el
piccolo
intestino,
segmento
del
tratto
gastr
ointestinale
più
difficilmente
esplorabile
mediante
i
routinari
str
umenti
diagnostici,
un
sangui
-namento
può
por
tar
e
ad
anemizzazioni
ricorr
enti
la
cui
causa
può
venir
e
individuata
con
notev
ole
ritar
do
(22).
N
ella
nostra
casistica
3
pazienti
hanno
avuto
emorragia
dal
tratto
gastr
o-enterico
che
in
un
caso
ha
por
tato
ad
uno
shock
emorragico
.I
n
effetti
in
letteratura
si
stanno
moltiplicando
le
descrizioni
di
casi
di
sanguinamento
gastr
ointestinale
do
vuto
a
GIST
(23,
24).
Q
uando
il
tumor
e
è
palpabile
oppur
e
è
associato
a
dimagramento
risulta,
nella
maggior
par
te
dei
casi,
maligno
.
N
el
15-20%
dei
casi
i
tumori
str
omali
sono
accompagnati
da
metastasi
che
inter
essano
maggiormente
il
fegato
(65%),
il
retr
operitoneo
(21%),
ilinfonodi
(6%),
le
os
-sa
(6%)
o
i
polmoni
(2%)
(25,
26).
La
diagnosi
cer
ta
di
GIST
viene
posta
solo
dall
’a
-natomopatologo
con
l’esame
del
pe
zz
o
operatorio;
gli
esami
diagnositici
possono
solo
orientar
e
nella
fase
pr
eoperatoria.
N
ei
GIST
più
voluminosi
l’ecografia
e
la
T
C
mostrano
una
massa
eter
ogenea,
riccamente
va-scolarizzata,
a
sviluppo
extramurale
dallo
stomaco
o
da
un
altr
o
tratto
del
sistema
gastr
ointestinale.
Il
lor
o
contributo,
tuttavia,
è
spesso
ridotto
per
ché
esse
per
-mettono
di
valutar
e
bene
la
massa
ma
difficilmente
consentono
di
stabilir
e
la
sede
di
origine
della
lesione
(27).
L’esame
endoscopico
mostra
una
lesione
nodula
-re
o
una
deformazione
della
par
ete
digestiv
a,
ricoper
ta
da
mucosa
normale,
suggestiv
a
di
una
lesione
sotto
-mucosa
(28).
T
uttavia
si
può
verificar
e
anche
un
’ulce
-razione
della
mucosa
responsabile
di
emorragia.
Q
uan
-do
realizzabile,
l’ecoendoscopia
pr
ecisa
la
sede
intrapa
-rietale
della
lesione
mostrando
una
lesione
sottomuco
-sa
eter
ogenea
ed
ipoecogena
che
si
sviluppa
nella
mu
-scularis
mucosa
o
nella
tonaca
muscolar
e
(29).
L’ar
te
-riografia
in
corso
di
sanguinamento
dal
piccolo
intesti
-no
(notoriamente
difficile
da
esplorar
e)
costituisce
un
pr
esidio
diagnostico
impor
tante
per
l’individuazione
della
fonte
di
sanguinamento
anche
in
pazienti
con
anemizzazione
senza
cause
evidenti
e
negatività
degli
esami
endoscopici
(30).
N
el
caso
n.
3
da
noi
descritto
la
falsa
negatività
dell
’esame
potr
ebbe
ver
osimilmente
imputarsi
alla
mancanza
di
un
sanguinamento
in
atto
al
momento
dell
’esecuzione
dell
’esame.
U
na
volta
posta
la
diagnosi
di
GIST
non
metasta
-tico
(primitiv
o)
non
è
possibile
stabilir
e
l’ev
oluzione
biologica
della
malattia
dal
momento
che
non
esistono
criteri
assoluti
per
distinguer
e
le
forme
benigne
da
quelle
maligne
(31).
T
ra
i
vari
fattori
pr
ognostici
fino
-ra
pr
esi
in
considerazione
quelli
risultati
più
significa
-tivi
sono
le
dimensioni
del
tumor
e,
l’indice
mitotico
e
la
localizzazione
del
tumor
e
(T
ab
.1).
I
GIST
dello
sto
-maco
tendono
ad
av
er
e
una
pr
ognosi
più
fav
or
ev
ole
ri
-spetto
a
quelli
del
piccolo
intestino
(16).
La
chemioterapia
e
la
radioterapia
non
sono
effica
-ci
e
la
terapia
standar
d
nel
caso
di
tumor
e
primitiv
o
re-sta
il
trattamento
chir
urgico
(17).
408 A. T orr etta e Coll.Il
tasso
di
resecabilità
dei
GIST
non
metastatici
oscilla
tra
il
60%
e
il
90%
(32,
33).
I
migliori
risulta
-ti
si
sono
ottenuti
dopo
l’ex
er
esi
completa
e
senza
rot
-tur
e
della
neoplasia
primitiv
a
con
una
sopravviv
enza
media
di
60
mesi
(sopravviv
enza
a
5
anni
del
50%),
mentr
e
in
caso
di
ex
er
esi
incompleta
la
sopravviv
enza
globale
a
5
anni
è
del
10%
(34).
La
linfadenectomia
generalmente
non
è
indicata,
a
meno
che
i
linfonodi
non
siano
già
micr
oscopicamente
coinv
olti,
dal
mo
-mento
che
i
GIST
,
come
gli
altri
tumori
di
origine
mesenchimale,
raramente
determinano
metastasi
lin
-fatiche
(15).
L’impiego
della
terapia
adiuv
ante
con
imatinib
do
-po
rese
zione
completa
di
un
GIST
primitiv
o
è
attual
-mente
in
corso
di
valutazione
così
come
è
in
corso
di
valutazione
la
possibilità
di
utilizzar
e
l’imatinib
come
trattamento
neoadiuv
ante
dei
pazienti
con
GIST
pri
-mitiv
o
localmente
av
anzato
e
par
zialmente
resecabile
o
che
imponga
scelte
terapeutiche
par
ticolarmente
de
-molitiv
e,
per
esempio
un
inter
vento
di
M
iles
(15).
I
GIST
hanno
un
compor
tamento
biologico
im
-pr
ev
edibile
e
possono
dar
e
metastasi
anche
dopo
ex
e-resi
completa
di
tumori
giudicati
a
basso
rischio
(il
tempo
medio
di
recidiv
a
è
compr
eso
tra
18
e
24
mesi)
(13).
Al
momento
della
recidiv
a
a
distanza
cir
ca
i
2/3
dei
pazienti
ha
un
coinv
olgimento
epatico
e
la
metà
pr
esenta
metastasi
peritoneali
(12).
In
caso
di
metasta
-si
a
distanza
di
GIST
la
sola
chir
urgia
ha
un
efficacia
limitata
e
di
fatto
tutti
i
pazienti
sottoposti
a
ex
er
esi
di
metastasi
epatiche
sviluppano
nuo
ve
metastasi
nel
pa
-renchima
residuo
(15,
16).
A
ttualmente
il
trattamento
di
prima
linea
dei
pa
-zienti
con
malattia
metastatica
è
rappr
esentato
dall
’i
-matinib
con
una
sopravviv
enza
mediana
del
70%
a
2
anni;
prima
dell
’intr
oduzione
dell
’imatinib
la
soprav
-viv
enza
mediana
dopo
rese
zione
chir
urgica
era
di
soli
15
mesi
(15,
16).
Le
metodiche
migliori
per
seguir
e
la
risposta
tumorale
alla
terapia
con
imatinib
sono
la
T
C
e
la
P
ET
(34).
L’imatinib
,
tuttavia,
raramente
induce
una
risposta
tumorale
completa
per
cui
sono
in
corso
studi
per
valutazione
dell
’efficacia
della
terapia
chir
ur
-gica
dopo
6
mesi
di
trattamento
con
imatinib
,
quando
cioè
la
risposta
alla
chemioterapia
è
massima
(35-38).
Conclusioni
P
ur
essendo
delle
neoplasie
molto
rar
e,
i
GIST
co
-stituiscono
ipiù
fr
equenti
tumori
di
origine
mesenchi
-male
del
tratto
gastr
ointestinale.
I
lor
o
sintomi
di
pr
e-sentazione
sono
gli
stessi
degli
altri
tumori
gastr
oente
-rici
ma
si
intensificano
le
segnalazioni
in
letteratura
(21,
22,
24)
di
emorragie
gastr
oenteriche
da
GIST
che,
quando
inter
essano
il
piccolo
intestino,
spesso
possono
esser
e
evidenziate
solo
alla
lapar
otomia
esplo
-rativ
a.
Q
ueste
neoplasie
sono
resistenti
alla
radioterapia
ed
alla
chemioterapia
conv
enzionale
e
l’aspor
tazione
chi
-rurgica
costituisce
il
trattamento
di
scelta
per
i
tumori
completamente
resecabili.
R
ecenti
risultati
di
studi
di
fase
I
e
di
fase
II
(20)
indicano
però
che
la
terapia
me
-dica
con
inibitor
e
selettiv
o
della
tir
osinchinasi
(imati
-nib)
costituisce
un
pr
esidio
efficace
nella
terapia
dei
GIST
localmente
av
anzati
o
metastatici.
409 T umori str omali gastr ointestinali: cinque casi clinici e revisione della letter atur a. T ABELL A 1 -GIST : CRITERI DI MALIGNITÀ (10) . Rischio D imensioni Indice mitotico M olto basso < 2 cm < 5/50 HPF B asso 2–5 cm < 5/50 HPF Intermedio < 5 cm 6–10/50 HPF 5–10 cm < 5/50 HPF > 5 cm > 5/50 HPF E lev ato >10 cm qualsiasi qualsiasi > 10/50 HPF 1. A ppelman HD. Smooth muscle tumors of the gastr ointestinal tract. What w e kno w no w that Stout didn ’t kno w . Am J Surg P athol 1986; 10:83-99. 2. F ranquemont D W . D iffer entiation and risk assessment of ga -str ointestinal str omal tumors. Am J Clin P athol 1995;103:41-47. 3. A ppelman HD, H elwig EB. Sar comas of the stomach. Am J Clin P athol 1977; 67:2-10. 4. M azur MT , Clar k HB. G astric str omal tumors. R eappraisal of histogenesis. Am J Surg P athol 1983; 7:507-519. 5. Kindblom L G, R emotti HE, Aldenborg F, M eis-Kindblom JM. G astr ointestinal pacemaker cell tumor (GIP A CT ): ga -str ointestinal str omal tumors sho w phenotypic characteristics of the interstitial cells of Cajal. Am J P athol 1998; 152:1259-1269. 6. H ir ota S, Isozaki K, M oriyama Y , et al. G ain-of-function mu -tations of c-kit in human gastr ointestinal str omal tumors. Science 1998; 279:577-580. 7. D emetri GD. T argeting c-kit mutations in solid tumors: scien -tific rationale and no vel therapeutic options. Semin O ncol 2001; 28(5 Suppl 17):19-26. 8. M iettinen M, Lasota J. G astr ointestinal str omal tumors defi -nition, clinical, histological, immunohistochemical, and mole -cular genetic featur es and differ ential diagnosis. V ir cho ws Ar -ch 2001; 438:1-12. 9. F letcher CD, B erman JJ, Corless C, et al. D iagnosis of ga -str ointestinal str omal tumors: a consensus appr oach. H um P athol 2002; 33:459-65.Bibliografia
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