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Conte en bibliothèque, sous la direction d'Évelyne Cevin

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Academic year: 2021

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Conte en bibliothèque, sous la direction d’Évelyne Cevin. Paris: Cercle de la librairie, 2005 (Bibliothèques). 267 p. ISBN 2-7654-0896-3. €42,00.

Il racconto in biblioteca: perché? Che s’intende per racconto? A chi raccontare? Perché raccontare ai bambini? Chi può raccontare? E ancora: chi tramanderà i racconti? I biblio-tecari? I nuovi narratori, appassionati o professionisti?

Sono alcune delle domande che l’editore si pone presentando il volume e che la cura-trice, Évelyne Cevin, si è posta di sicuro raccogliendo i materiali che è riuscita a mettere sapientemente insieme. Il lavoro finale è un complesso di esperienze, di punti di vista diversi e non solo di chi si occupa di biblioteca o di racconti per l’infanzia e per la gio-ventù, ma anche di professionisti d’altro genere, quali docenti universitari, antropologi, pedagogisti e psicanalisti, sicuramente ben più noti in Francia che non da noi in Italia.

Dal canto suo, Évelyne Cevin è bibliotecaria da oltre trent’anni, specializzata in let-teratura per bambini e, nello stesso tempo, è una narratrice.

L’opera, considerata essenziale in materia secondo varie recensioni che ha avuto il libro in Francia, propone al lettore alcune definizioni delle differenti famiglie di racconti; rifles-sioni sulla loro trasmissione e sulla loro sopravvivenza grazie allo scritto e al ritorno all’o-ralità. Poi, una veloce storia delle biblioteche per la gioventù, testimonianze attuali su una parte – e questo ci interessa molto – spesso dimenticata del lavoro di bibliotecario e il ruolo della biblioteca nella trasmissione di questi racconti (per esempio attraverso l’ora del rac-conto), così come degli elementi ai quali il bibliotecario deve prestare attenzione nel momen-to della costituzione di un fondo di libri di racconti e della sua classificazione.

Diviso in tre parti, il libro si pone come testo fondamentale e di riferimento – quasi fosse un manuale – per chi vuole affrontare l’importanza del racconto e del raccontare in biblio-teca; dall’atto in sé, fino alla costituzione di raccolte e fondi librari specialistici sull’argomento. Un colpo d’occhio sulla storia dei racconti, così come delle difficoltà incontrate dai trascrittori, traduttori e riduttori letterari nel tempo fin dal 1956, riguarda la prima parte del volume, divisa in due capitoli e dedicata al racconto popolare.

La seconda parte, Il racconto in biblioteca, è la più specialistica, e prende in considerazio-ne, in tre capitoli, la storia delle biblioteche per la gioventù, in cui viene messo l’accento sulle missioni della biblioteca, concepita come luogo della “parola viva” e della trasmissione.

Si parla poi di politica delle acquisizioni proponendo piste per costituire un fondo di libri di racconti, fino all’uso dei differenti pubblici: bambini, bibliotecari, appren-disti narratori che vogliono costituirsi un repertorio. In questo caso, la stessa Cevin dà alcuni criteri di scelta, concernente testi d’autore, gli adattamenti, le riletture, l’illu-strazione.

Come valorizzare i fondi? Tre testimonianze si succedono. Il volume si chiude con una piccola guida pratica: alcune bibliografie commentate, un repertorio di risorse e di for-mazione da presentare ai professionisti e sei varianti di uno dei racconti più conosciuti: Biancaneve.

Al centro di tutto, comunque, c’è un’interessante esperienza che la curatrice ha vissuto in prima persona presso “La joie par les livres”. Un’iniziativa nata nel 1963 dalla volontà di una mecenate, Anne Gruner-Schlumberger, che si augurava venisse aperto per i bambini una sorta di quartiere popolare per la lettura, un luogo ispirato al modello anglosassone di lettura pubblica: «è sempre stato un luogo di incontro, di confronto, di riflessione. Questo libro è un riverbero della ricchezza del lavoro svol-to in seno a questa istituzione», è quansvol-to afferma l’autrice nella sua brevissima intro-duzione al libro.

Giuseppe Luppino CEUM-Centro Edizioni Università di Macerata

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