Analisi della vulnerabilità sismica
CAPITOLO 3
Descrizione del caso di studio
Dopo aver analizzato i principali elementi di vulnerabilità sismica per gli edifici in muratura, si introduce di seguito il caso studio del
elementare di Filetto nel Comune di Villafranc
3.1. Il Comune di Villafranca in Lunigiana Il territorio del Comune di Villafranca superficie di 29,49 km2
lambito dalle acque del fiume, esso è prevalentemente pianeggiante e collinare.
Figura 3.1: posizione del Comune di Villafranca in Lunigiana all’interno della Provincia di
Massa-Carrara.
Il territorio comunale risulta 130 m s.l.m. La popolazione è di
abitati, di cui circa il 65% nel capoluogo
9 Dato fornito da: www.wikipedia.it.
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
Descrizione del caso di studio
Dopo aver analizzato i principali elementi di vulnerabilità sismica per gli edifici in si introduce di seguito il caso studio del presente lavoro di tesi: la scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana (MS).
Il Comune di Villafranca in Lunigiana
del Comune di Villafranca in Lunigiana (MS) si estende
nella parte mediana della vallata del fiume Magra; in parte lambito dalle acque del fiume, esso è prevalentemente pianeggiante e collinare.
posizione del Comune di Villafranca in Lunigiana all’interno della Provincia di
comunale risulta compreso tra 75 e 720 m s.l.m.; il capoluogo si trova a La popolazione è di 4819 abitanti9, la maggior parte residenti nei centri abitati, di cui circa il 65% nel capoluogo.
Dato fornito da: www.wikipedia.it.
el Comune di Villafranca in Lunigiana Descrizione del caso di studio
41 Dopo aver analizzato i principali elementi di vulnerabilità sismica per gli edifici in presente lavoro di tesi: la scuola
si estende per una diana della vallata del fiume Magra; in parte lambito dalle acque del fiume, esso è prevalentemente pianeggiante e collinare.
posizione del Comune di Villafranca in Lunigiana all’interno della Provincia di
compreso tra 75 e 720 m s.l.m.; il capoluogo si trova a , la maggior parte residenti nei centri
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
42 Figura 3.2: foto con vista del borgo antico di Villafranca in Lunigiana.
Il paesaggio è caratterizzato da una vegetazione ricca e lussureggiante: ai castagneti e ai boschi di querce, frassini, roverelle e lecci si succedono ampi tratti con coltivazioni cerealicole e pascoli; i vigneti ricoprono i terrazzamenti più soleggiati e meglio esposti.
L'economia, un tempo prevalentemente agricola, si è trasformata a partire dalla fine del XIX secolo, e soprattutto dal dopoguerra: oggi a Villafranca hanno sede alcune importanti aziende produttive, e notevole incremento ha avuto il settore terziario in progressione con lo sviluppo urbano del capoluogo, polo di attrazione per i centri montani delle vallate circostanti.
Il territorio fu abitato fin dalle età preistoriche dai Liguri-Apuani, come testimoniano le numerose statue-stele (sculture antropomorfe risalenti al III millenio a.C.) rinvenute nelle vicinanze di Malgrate, Filetto e Mocrone.
In età alto-medioevale era compreso nei vasti possessi degli Obertenghi, dai quali discenderà il ceppo marchionale dei Malaspina che assunse un ruolo predominante in Lunigiana a partire dal XII secolo e diede origine a numerosi rami dinastici, ognuno distinto in un proprio feudo.
Il territorio comunale racchiude alcuni tra i borghi e centri storici più interessanti per conformazione urbanistica e collocazione ambientale dell'intera provincia: Filetto, Malgrate, Mocrone, Irola, Virgoletta, Merizzo, Fornoli.
Analisi della vulnerabilità sismica
3.2. La scuola elementare di Filetto
La scuola elementare di Filetto è sita nel Comune di Villafranc San Genesio n. 24, a poche centinaia di metri dal borgo di Filetto.
Come si può vedere dalla seguente foto satellitare, l’edificio sorge in una zona scarsamente urbanizzata situata
Villafranca.
Figura 3.3: foto aeree del Comune di Villafranca in Lunigiana e del lotto con indicazione della
scuola elementare di Filetto (fonte: google maps)
L’edificio, realizzato in muratura portante che racchiude tutti i servizi della scuola
• quattro aule per l’insegnamento • un aula per attività fisica di circa 36 m • un aula di informatica
• una sala adibita a cucina di circa 29 m • servizi igienici divisi per sesso
Questi locali si affacciano su un ampio atrio di forma rettangolare con dimensioni di circa 15,00 x 7,00 m, dotato di una copertura a falda unica realizzata in latero cemento.
L’atrio affaccia attraverso tre grandi aperture sul prospetto all’edificio.
Viene riportata di seguito una foto del prospetto principale dell’edificio da cui si può notare la natura articolata delle strutture di copertura.
10 Dati ottenuti da rilievo geometrico in situ.
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
La scuola elementare di Filetto
La scuola elementare di Filetto è sita nel Comune di Villafranca in Luni , a poche centinaia di metri dal borgo di Filetto.
Come si può vedere dalla seguente foto satellitare, l’edificio sorge in una zona scarsamente urbanizzata situata in periferia rispetto al centro del Comune di
foto aeree del Comune di Villafranca in Lunigiana e del lotto con indicazione della elementare di Filetto (fonte: google maps).
L’edificio, realizzato in muratura portante di pietra sbozzata, presenta un unico piano tutti i servizi della scuola10:
aule per l’insegnamento di dimensione pari a circa 36 m attività fisica di circa 36 m2;
aula di informatica di circa 20 m2; una sala adibita a cucina di circa 29 m2; servizi igienici divisi per sesso di 27 m2.
Questi locali si affacciano su un ampio atrio di forma rettangolare con dimensioni di circa 15,00 x 7,00 m, dotato di una copertura a falda unica realizzata in latero
L’atrio affaccia attraverso tre grandi aperture sul prospetto principale da cui si accede
Viene riportata di seguito una foto del prospetto principale dell’edificio da cui si può notare la natura articolata delle strutture di copertura.
Dati ottenuti da rilievo geometrico in situ.
el Comune di Villafranca in Lunigiana Descrizione del caso di studio
43 in Lunigiana in via
Come si può vedere dalla seguente foto satellitare, l’edificio sorge in una zona in periferia rispetto al centro del Comune di
foto aeree del Comune di Villafranca in Lunigiana e del lotto con indicazione della
, presenta un unico piano
di dimensione pari a circa 36 m2;
Questi locali si affacciano su un ampio atrio di forma rettangolare con dimensioni di circa 15,00 x 7,00 m, dotato di una copertura a falda unica realizzata in
latero-principale da cui si accede
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
44 Figura 3.4: foto del prospetto principale della scuola elementare di Filetto.
La zona Ovest dove si trovano due aule, è coperta da un tetto a falda unica, con solaio di sottocopertura; lo stesso vale per le altre due aule e i servizi igienici a Nord ma con orditura ortogonale alla falda descritta in precedenza (Fig. 3.5).
Figura 3.5: foto in del prospetto Nord della scuola elementare di Filetto. Si nota la presenza di
due tetti a falda unica al centro e a sinistra della foto.
La cucina, l’aula restante e l’aula di informatica sono coperte invece da un tetto a capanna, anch’esso con solaio di sottocopertura.
I due solai di sottocopertura sono accessibili tramite due botole presenti una nel locale servizi igienici, ed una nell’aula di informatica.
L’altezza interna dei locali è di circa 3,50 m, salvo che per l’atrio centrale in cui si passa da un altezza minima di 3,90 m ad una massima di 6,50 m circa.
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
45 La struttura risulta interamente rialzata da terra di 1,25 m, e vi si accede tramite le scale principali poste in corrispondenza del grande atrio centrale.
Altre scale di servizio sono presenti nel locale cucina e portano direttamente sull’esterno tramite una porta che in parte risulta murata.
Al di sotto della cucina, e di medesime dimensioni in pianta, troviamo un locale seminterrato di altezza 1,75 m adibito a locale tecnico.
Tale locale costituisce l’unica zona accessibile della parte seminterrata e si trova ad una profondità di 0,50 m dal livello del terreno.
Di seguito riportiamo alcune foto del fabbricato.
Figura 3.6: foto in sequenza del prospetto Nord-Ovest e dell’ingresso della scuola elementare di
Filetto.
Figura 3.7: foto del grande atrio centrale interno alla scuola elementare di Filetto.
Riportiamo di seguito la pianta dell’edificio con indicazione dei locali e nomenclatura delle varie pareti in funzione dei punti cardinali per una loro più rapida e precisa individuazione.
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
46 Figura 3.8: pianta della scuola elementare di Filetto.
Nel prossimo paragrafo verrà affrontato il problema della sismicità dell’area in cui sorge il fabbricato.
Analisi della vulnerabilità sismica
3.3. La sismicità in Lunigiana
La Garfagnana-Lunigiana, settore della Toscana che si estende tra 43° 50’ N e 44° 30’ N e tra 9° 40’ E e 10° 40’ E, rappresenta il bordo occidentale della catena degli Appennini settentrionali. Quest’area è
strutturale risultante dai profondi processi di deformazione a cui è stata sottoposta durante l’orogenesi alpina e l’apertura del mar Tirreno. A questa complessità strutturale corrispondono una attività ed una sto
medio-alta energia (terremoto del 1481, Mm = 5.8; 1902, Mm = 4.8;1920, Mm = 6.4), strettamente legate alla collisione continentale tra la placca
Europea.
Figura 3.9: catalogo parametrico dei
e Garfagnana (fonte: Progetto terremoto in Garfagnana e Lunigiana).
Poiché l’analisi della sismicità rappresenta un mezzo molto potente per investigare i processi geodinamici che caratterizzano
Garfagnana-Lunigiana è ed è stato un importante obbiettivo per diversi studi; infatti dopo l’installazione di numerose reti temporanee, per migliorare l’affidabilità e la qualità delle localizzazioni dei terremoti
del terremoto di Md = 5.0 del 10 Ottobre 1995, l’ Università di Genova con la collaborazione del Servizio Sismico Nazionale e della Regione Toscana, ha progettato ed installato una rete di monitoraggio sismico pe
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
La sismicità in Lunigiana
Lunigiana, settore della Toscana che si estende tra 43° 50’ N e 44° 30’ N e tra 9° 40’ E e 10° 40’ E, rappresenta il bordo occidentale della catena degli Appennini settentrionali. Quest’area è caratterizzata da una notevole complessità strutturale risultante dai profondi processi di deformazione a cui è stata sottoposta durante l’orogenesi alpina e l’apertura del mar Tirreno. A questa complessità strutturale corrispondono una attività ed una storia sismica dell’ultimo millennio di alta energia (terremoto del 1481, Mm = 5.8; 1902, Mm = 4.8;1920, Mm = 6.4), strettamente legate alla collisione continentale tra la placca Adriatica e la placca
catalogo parametrico dei terremoti italiani (1999) relativo alla zona della Lunigiana Garfagnana (fonte: Progetto terremoto in Garfagnana e Lunigiana).
Poiché l’analisi della sismicità rappresenta un mezzo molto potente per investigare i processi geodinamici che caratterizzano quest’area, il monitoraggio sismico della Lunigiana è ed è stato un importante obbiettivo per diversi studi; infatti dopo l’installazione di numerose reti temporanee, per migliorare l’affidabilità e la qualità delle localizzazioni dei terremoti in questa zona ed in particolare, a seguito del terremoto di Md = 5.0 del 10 Ottobre 1995, l’ Università di Genova con la collaborazione del Servizio Sismico Nazionale e della Regione Toscana, ha progettato ed installato una rete di monitoraggio sismico permanente.
el Comune di Villafranca in Lunigiana Descrizione del caso di studio
47 Lunigiana, settore della Toscana che si estende tra 43° 50’ N e 44° 30’ N e tra 9° 40’ E e 10° 40’ E, rappresenta il bordo occidentale della catena degli caratterizzata da una notevole complessità strutturale risultante dai profondi processi di deformazione a cui è stata sottoposta durante l’orogenesi alpina e l’apertura del mar Tirreno. A questa complessità ria sismica dell’ultimo millennio di alta energia (terremoto del 1481, Mm = 5.8; 1902, Mm = 4.8;1920, Mm = Adriatica e la placca
terremoti italiani (1999) relativo alla zona della Lunigiana
Poiché l’analisi della sismicità rappresenta un mezzo molto potente per investigare i quest’area, il monitoraggio sismico della Lunigiana è ed è stato un importante obbiettivo per diversi studi; infatti dopo l’installazione di numerose reti temporanee, per migliorare l’affidabilità e la in questa zona ed in particolare, a seguito del terremoto di Md = 5.0 del 10 Ottobre 1995, l’ Università di Genova con la collaborazione del Servizio Sismico Nazionale e della Regione Toscana, ha
Analisi della vulnerabilità sismica
La Rete Sismica in Lunigiana e Garfagnana (RSLG) ha raggiunto il suo aspetto definitivo alla fine dell’anno 2000 e risulta attual
semi broad-band11.
Nei due anni di piena operatività, la rete ha registrato circa 700
della Toscana settentrionale e dell’Emilia occidentale. I terremoti registrati da pi 4 stazioni rientrano nel gruppo di localizzazioni di alta qualità (ERH e ERZ minore di 5 km) e vengono utilizzati per intraprendere studi prelimin
sismotettoniche di questa complessa regione. Per aumentare e la copertura sul territorio e la qualità delle localizzazioni dei terremoti immediatamente esterni alla rete, sono state recentemente installate 4 stazioni temporanee ad
permanente. La attuale distribuzione azimutale delle stazioni e il numero di polarità per i terremoti registrati dalle 12 stazioni (8 + 4 temporanee) operanti consente il calcolo di meccanismi focali ben vincolati, almeno per quelli interni
Figura 3.10: sismicità della Garfagnana
rilevamento sismico consiste di 8 stazioni fisse (triangoli) e 4 temporanee (quadrati). La rete RSLG rappresenta l’estremo orientale della Rete Sismica
a destra).
11 Stazioni per invio e ricezione di informazioni a banda larga.
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
La Rete Sismica in Lunigiana e Garfagnana (RSLG) ha raggiunto il suo aspetto definitivo alla fine dell’anno 2000 e risulta attualmente composta da otto stazioni
Nei due anni di piena operatività, la rete ha registrato circa 700 terremoti nell’area della Toscana settentrionale e dell’Emilia occidentale. I terremoti registrati da pi 4 stazioni rientrano nel gruppo di localizzazioni di alta qualità (ERH e ERZ minore di 5 km) e vengono utilizzati per intraprendere studi preliminari sulle caratteristiche sismotettoniche di questa complessa regione. Per aumentare e la copertura sul territorio e la qualità delle localizzazioni dei terremoti immediatamente esterni alla rete, sono state recentemente installate 4 stazioni temporanee ad
permanente. La attuale distribuzione azimutale delle stazioni e il numero di polarità per i terremoti registrati dalle 12 stazioni (8 + 4 temporanee) operanti consente il calcolo di meccanismi focali ben vincolati, almeno per quelli interni alla rete.
ismicità della Garfagnana-Lunigiana e aree limitrofe. Attualmente la rete di rilevamento sismico consiste di 8 stazioni fisse (triangoli) e 4 temporanee (quadrati). La rete RSLG rappresenta l’estremo orientale della Rete Sismica Nord-ovest d’Italia (riquadro in basso
Stazioni per invio e ricezione di informazioni a banda larga.
el Comune di Villafranca in Lunigiana Descrizione del caso di studio
48 La Rete Sismica in Lunigiana e Garfagnana (RSLG) ha raggiunto il suo aspetto mente composta da otto stazioni
terremoti nell’area della Toscana settentrionale e dell’Emilia occidentale. I terremoti registrati da più di 4 stazioni rientrano nel gruppo di localizzazioni di alta qualità (ERH e ERZ minore ari sulle caratteristiche sismotettoniche di questa complessa regione. Per aumentare e la copertura sul territorio e la qualità delle localizzazioni dei terremoti immediatamente esterni alla rete, sono state recentemente installate 4 stazioni temporanee ad est della rete permanente. La attuale distribuzione azimutale delle stazioni e il numero di polarità per i terremoti registrati dalle 12 stazioni (8 + 4 temporanee) operanti consente il
alla rete.
Lunigiana e aree limitrofe. Attualmente la rete di rilevamento sismico consiste di 8 stazioni fisse (triangoli) e 4 temporanee (quadrati). La rete ovest d’Italia (riquadro in basso
Analisi della vulnerabilità sismica
Le considerazioni12 sulla distribuzione della sismicità’ (Fig. così riassunte:
• Esistono due fasce sismogenetiche distinte: una superficiale, che raggiunge profondità massime di 35 km,
km. Sulla base della sismicità registrata, e prendendo in considerazione i soli eventi contraddistinti da errori di localizzazione limitati, sembrerebbe esistere una fascia asismica (35
• La magnitudo massima dei terremoti all’interno d Md. Sulla base della attività storica, sembra lec terremoti più energetici.
• Esiste una fascia circa nord
comunque meno frequente: questa caratteristica, riscontrata già nella distribuzione dei terremoti storici, potrebbe essere legata al passaggio tra il settore interno e quello esterno degli Appennini.
• I meccanismi focali calcola
adiacenti alla rete mostrano un carattere transtensivo per quanto riguarda gli eventi più superficiali. I pochi terremoti profondi mostrano carattere compressivo come il modello strutt
Figura 3.11: carta delle faglie attive (in rosso) e ritenute attive (in blu) dell’Appennino
settentrionale. I trattini se presenti indicano il lato ribassato (fonte: Università di Parma, Dipartimento di scienze della terra.
12 GNGTS – Atti del 20° Convegno Nazion
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
sulla distribuzione della sismicità’ (Fig. 3.10) possono essere
Esistono due fasce sismogenetiche distinte: una superficiale, che raggiunge profondità massime di 35 km, ed una più profonda che inizia intorno ai 50 km. Sulla base della sismicità registrata, e prendendo in considerazione i soli eventi contraddistinti da errori di localizzazione limitati, sembrerebbe esistere una fascia asismica (35-50), la cui natura è tutt’ora oggetto di studio
La magnitudo massima dei terremoti all’interno della rete è inferiore a 4.0 Sulla base della attività storica, sembra lecito prevedere la possibilità di terremoti più energetici.
Esiste una fascia circa nord-sud dove la attività sismica appare assente o comunque meno frequente: questa caratteristica, riscontrata già nella distribuzione dei terremoti storici, potrebbe essere legata al passaggio tra il settore interno e quello esterno degli Appennini.
I meccanismi focali calcolati nel periodo 2000-2001 dei terremoti interni e adiacenti alla rete mostrano un carattere transtensivo per quanto riguarda gli eventi più superficiali. I pochi terremoti profondi mostrano carattere compressivo come il modello strutturale dell’area richiede.
carta delle faglie attive (in rosso) e ritenute attive (in blu) dell’Appennino . I trattini se presenti indicano il lato ribassato (fonte: Università di Parma, Dipartimento di scienze della terra.
Atti del 20° Convegno Nazionale / 12.14.
el Comune di Villafranca in Lunigiana Descrizione del caso di studio
49 ) possono essere
Esistono due fasce sismogenetiche distinte: una superficiale, che raggiunge ed una più profonda che inizia intorno ai 50 km. Sulla base della sismicità registrata, e prendendo in considerazione i soli eventi contraddistinti da errori di localizzazione limitati, sembrerebbe esistere
’ora oggetto di studio.
ella rete è inferiore a 4.0 ito prevedere la possibilità di
tà sismica appare assente o comunque meno frequente: questa caratteristica, riscontrata già nella distribuzione dei terremoti storici, potrebbe essere legata al passaggio tra il
2001 dei terremoti interni e adiacenti alla rete mostrano un carattere transtensivo per quanto riguarda gli eventi più superficiali. I pochi terremoti profondi mostrano carattere
carta delle faglie attive (in rosso) e ritenute attive (in blu) dell’Appennino . I trattini se presenti indicano il lato ribassato (fonte: Università di Parma,
Analisi della vulnerabilità sismica
Si riporta di seguito, in riferimento al caso di studio, la mappa di pericolosità sismica
Figura 3.12: mappa della pericolosità sismica con indicazione del Comune di Villafranca in
Lunigiana espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità del 10% in 50 anni (fonte: INGV).
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
riferimento al caso di studio, la mappa di pericolosità sismica
mappa della pericolosità sismica con indicazione del Comune di Villafranca in espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità
10% in 50 anni (fonte: INGV).
el Comune di Villafranca in Lunigiana Descrizione del caso di studio
50 riferimento al caso di studio, la mappa di pericolosità sismica.
mappa della pericolosità sismica con indicazione del Comune di Villafranca in espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
51 3.4. Vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio scolastico in Italia
Le scuole pubbliche in Italia, intese come istituti scolastici e non come edifici, sono oggi 42.000 circa. Il totale degli alunni è di circa 8 milioni. Le scuole private al 2005 erano 14800, che, sommate alle pubbliche portano a 57000 circa il numero totale. Gran parte del patrimonio edilizio scolastico ha un livello di sicurezza sismica non allineato agli standard attuali, oggi stabiliti dalle norme tecniche per le costruzioni emanate dal Ministero delle Infrastrutture con DM 14 gennaio 2008.
Ciò a causa dell’evoluzione della classificazione sismica nel secolo scorso e, per ultimo, a seguito dell’OPCM 3274/2003, e degli aggiornamenti delle normative tecniche ma soprattutto a causa della talvolta scarsa qualità costruttiva degli edifici, anch’essa soggetta ad una variabilità non trascurabile, in relazione al tempo e al luogo, e a condizioni specifiche dei singoli edifici.
Il problema della sicurezza sismica delle scuole da tempo si è manifestato in tutto il mondo in tutta la sua drammaticità, tutte le volte che terremoti violenti hanno colpito un territorio abitato durante le ore di insegnamento, determinando tantissime vittime innocenti presenti negli edifici scolastici come per il terremoto di San Giuliano. La sicurezza sismica delle scuole è diventata un obiettivo primario dell’OCSE13 (OECD), che nel 2005 ha emanato una raccomandazione ai paesi aderenti “OECD
Recommendation Concerning Guidelines on Earthquake Safety in Schools”,
approvata dal Consiglio dell’OCSE. In essa vengono stabiliti principi ed elementi per possibili programmi di azione per risolvere il problema.
Approvando queste raccomandazioni, le nazioni aderenti all’OCSE si sono impegnate ad implementarle. Conseguentemente ci sarà un processo di verifica negli stati aderenti, che coinvolgerà esperti locali e internazionali, così come autorità locali ed il Programma per gli Edifici Scolastici (PEB) dell’OCSE, comprendente una prima revisione, con la possibilità di revisione ogni 5 anni.
La stima dei costi per la messa in sicurezza delle scuole italiane rispetto al rischio sismico non è facile, a causa della mancanza di dati di dettaglio relativi ai singoli edifici scolastici e, pertanto, si deve procedere per grandi numeri, con stime indirette, basate sui pochi dati disponibili in forma omogenea a livello nazionale. Con un approccio di questo tipo, ci si può riferire alle valutazioni fatte per la messa a punto del Piano straordinario per la messa in sicurezza delle scuole di cui all’art. 80,
Analisi della vulnerabilità sismica
comma 21, della legge 289/2002, del Ministero delle Infrastrutture, a partire dalla banca dati del MIUR delle scuole, da cui sono stati estratti i dati sopra esposti. In tale piano, le stime erano limitate agli edif
1979 (e quindi progettati prima dei
prima dell’introduzione del coefficiente di riclassificazione sismica successiva al approssimazione come a vulnerabilità medio
Tale fabbisogno era stato stimato considerando interventi di miglioramento i cui costi parametrici erano tratti dalla ricostruzione in Um
stimate a partire dal numero
mq/allievo in funzione del livello della riportato in tabella 3.1.
Tabella 3.1: Costo presuntivo
(fonte: Ministero delle infrastrutture, Maggio 2004).
Complessivamente il fabbisogno stimato per le scuole vulnerabili delle tre zone sismiche era di circa 13 miliardi di euro, e deve rite
pesanti di adeguamento
caso di stime approssimative, che
per il miglioramento sismico e le finiture connesse.
La distinzione tra adeguamento e miglioramento sismico può essere, in termini di costi, non secondaria, in quanto il raggiungimento dei livelli di sicurezza richiesti per l’adeguamento (pari circa a quelli di una struttura nuova) può determinare consistenti incrementi di costo rispetto a
Umbria-Marche si limitavano a livelli di
adeguato). D’altronde, in una situazione di budget
comunità è decisamente superiore se si interviene con il miglioramento
numero maggiore di edifici, piuttosto che con l’adeguamento sismico, se non con la ricostruzione, su un numero decisamente più piccolo. Peraltro va sottolineato che questa filosofia di intervento, contemplata dall’attuale normativa ed accettata nelle Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana
Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
comma 21, della legge 289/2002, del Ministero delle Infrastrutture, a partire dalla MIUR delle scuole, da cui sono stati estratti i dati sopra esposti. In tale limitate agli edifici costruiti nelle attuali zone 1, 2 e 3 prima del 1979 (e quindi progettati prima dei D.M. di attuazione della L. 64/74 e soprattutto prima dell’introduzione del coefficiente di importanza (1984) e della importante riclassificazione sismica successiva al sisma del 1980), considerabili in prima approssimazione come a vulnerabilità medio-alta e, perciò, a rischio elevato.
Tale fabbisogno era stato stimato considerando interventi di miglioramento i cui costi erano tratti dalla ricostruzione in Umbria-Marche. Le superfici erano stimate a partire dal numero di alunni, utilizzando gli standard di progetto (da 6 a 9 mq/allievo in funzione del livello della scuola). Il quadro che ne era derivato è
Costo presuntivo per miglioramento sismico delle scuole pubbliche più vulnerabili (fonte: Ministero delle infrastrutture, Maggio 2004).
Complessivamente il fabbisogno stimato per le scuole vulnerabili delle tre zone di circa 13 miliardi di euro, e deve ritenersi non comprensivo di lavori sismico, né di messa a norma degli impianti. Si tratta in ogni caso di stime approssimative, che danno solo l’ordine di grandezza del fabbisogno per il miglioramento sismico e le finiture connesse.
distinzione tra adeguamento e miglioramento sismico può essere, in termini di secondaria, in quanto il raggiungimento dei livelli di sicurezza richiesti per circa a quelli di una struttura nuova) può determinare consistenti ncrementi di costo rispetto a interventi di miglioramento sismico (che nel caso Marche si limitavano a livelli di sicurezza pari al 65% di quelli di un edificio adeguato). D’altronde, in una situazione di budget limitato, il beneficio per la
à è decisamente superiore se si interviene con il miglioramento
numero maggiore di edifici, piuttosto che con l’adeguamento sismico, se non con la ricostruzione, su un numero decisamente più piccolo. Peraltro va sottolineato che
intervento, contemplata dall’attuale normativa ed accettata nelle el Comune di Villafranca in Lunigiana
Descrizione del caso di studio
52 comma 21, della legge 289/2002, del Ministero delle Infrastrutture, a partire dalla MIUR delle scuole, da cui sono stati estratti i dati sopra esposti. In tale ici costruiti nelle attuali zone 1, 2 e 3 prima del D.M. di attuazione della L. 64/74 e soprattutto importanza (1984) e della importante considerabili in prima alta e, perciò, a rischio elevato.
Tale fabbisogno era stato stimato considerando interventi di miglioramento i cui costi Marche. Le superfici erano di alunni, utilizzando gli standard di progetto (da 6 a 9 scuola). Il quadro che ne era derivato è
per miglioramento sismico delle scuole pubbliche più vulnerabili
Complessivamente il fabbisogno stimato per le scuole vulnerabili delle tre zone nersi non comprensivo di lavori sismico, né di messa a norma degli impianti. Si tratta in ogni danno solo l’ordine di grandezza del fabbisogno
distinzione tra adeguamento e miglioramento sismico può essere, in termini di secondaria, in quanto il raggiungimento dei livelli di sicurezza richiesti per circa a quelli di una struttura nuova) può determinare consistenti interventi di miglioramento sismico (che nel caso sicurezza pari al 65% di quelli di un edificio limitato, il beneficio per la à è decisamente superiore se si interviene con il miglioramento sismico su un numero maggiore di edifici, piuttosto che con l’adeguamento sismico, se non con la ricostruzione, su un numero decisamente più piccolo. Peraltro va sottolineato che intervento, contemplata dall’attuale normativa ed accettata nelle
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
53 ricostruzioni post-terremoto per la necessità di intervenire “rapidamente” su un numero molto elevato di costruzioni, è più difficile da far comprendere e accettare all’opinione pubblica in situazioni “normali”, in quanto non si percepisce la dimensione del problema e, dunque, la necessità di dover intervenire su un numero molto elevato di edifici, con un budget limitato.
Qualora si volesse procedere sistematicamente all’adeguamento sismico, le cifre sopra riportate dovrebbero essere significativamente aumentate, ed ulteriori incrementi andrebbero previsti per la messa a norma degli impianti.
Il problema della vulnerabilità sismica delle scuole è ben noto da molti anni e alcune iniziative sono state prese già d parecchio tempo come azione di pura prevenzione, ossia non a valle di un terremoto nell’ambito della ricostruzione nell’area colpita, per la mitigazione del rischio sismico. Appartengono a questa categoria gli interventi, promossi e monitorati dalla Protezione Civile, effettuati con le leggi 730/86, 400/87, 433/91, 195/91. Essi hanno interessato le regioni Toscana, Sicilia, Calabria, Basilicata. I finanziamenti erano comunque limitati e perciò il numero delle scuole interessate piuttosto ridotto, pari a circa 120.
Dopo il terremoto di San Giuliano il Dipartimento della Protezione Civile ha dato un forte impulso ai fini della prevenzione sismica dell’edilizia scolastica, spingendo affinché fossero presi una serie di provvedimenti finalizzati ad un miglioramento delle conoscenze sulla vulnerabilità e sul rischio sismico delle scuole e all’effettuazione di interventi di miglioramento o adeguamento sismico.
Tra questi il Piano straordinario per la messa in sicurezza delle scuole di cui all’art. 80, comma 21, della legge 289/2002, l’art. 32bis del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326 ed incrementato con la Legge 24 Dicembre 2007, n. 244 e, più recentemente, l’art. 7bis della L. 169/2008.
È evidente che per una gestione razionale del problema della prevenzione, e non solo quella riguardante gli edifici scolastici, è necessaria una conoscenza dettagliata del patrimonio edilizio scolastico, per poter definire una classifica di priorità a livello nazionale e regionale riguardante i singoli edifici. Tale conoscenza è conseguibile solo attraverso accurate valutazioni della sicurezza sismica, che richiedono rilievi geometrici, indagini sui materiali, modellazioni e verifiche di sicurezza. L’acquisizione di questi elementi di conoscenza è stata avviata dopo il terremoto di
Analisi della vulnerabilità sismica della scuola elementare di Filetto nel Comune di Villafranca in Lunigiana Capitolo 3: Descrizione del caso di studio
54 San Giuliano, con l’emanazione dell’Ordinanza 3274/2003, che prescriveva, all’art. 2 c. 3, l’esecuzione entro cinque anni delle verifiche sismiche degli edifici e delle opere infrastrutturali strategici e rilevanti, tra cui ovviamente le scuole, con priorità per quelli ricadenti nelle zone 1 e 2.
Con 25 milioni di euro sono state finanziate circa 2400 verifiche sismiche di edifici scolastici, grazie anche all’ulteriore cofinanziamento di regioni e soggetti beneficiari. A partire dal 2008 il Fondo, è stato rifinanziato con 20 M € annui, da dedicare esclusivamente ad interventi di adeguamento su scuole, con particolare riferimento a quelli per i quali le verifiche suddette hanno dato esito negativo.
L’acquisizione della conoscenza dello stato di fatto e del rischio sismico degli edifici scolastici sta creando una maggiore consapevolezza delle condizioni di rischio ma anche una concreta risposta per il corretto uso delle risorse, non solo a livello statale. Purtroppo le disponibilità appaiono sempre inadeguate rispetto all’enorme dimensione e all’urgenza del problema, rispetto al quale la pubblica opinione sempre di più chiede una risposta rapida ed efficace.
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55 3.4.1. Normativa sugli interventi di prevenzione e riduzione del rischio sismico
degli edifici scolastici in Toscana
La Regione Toscana con la delibera di Giunta Regionale n. 65 del 2.02.2004:
“istruzioni generali illustrative dei criteri, modalità e fasi degli interventi di prevenzione e riduzione del rischio sismico degli edifici scolastici” definisce i criteri
per la progettazione e per l'esecuzione degli interventi di prevenzione e riduzione del rischio sismico degli edifici scolastici inseriti nel III piano generale triennale e I e II piano annuale attuativo (anni 2003-2004) di finanziamento secondo quanto previsto dalla legge n. 23/96: “norme per l’edilizia scolastica”.
Le Regione inoltre assegna delle risorse che costituiscono un riferimento basato su procedure di tipo qualitativo e dovranno essere confermate con la progettazione esecutiva redatta in base alle istruzioni fornite. La regione procederà alle eventuali e necessarie rimodulazioni delle risorse assegnate nei piani, al fine di perseguire il raggiungimento di un livello di riduzione del rischio sismico omogeneo, finalizzato alla ottimizzazione delle risorse disponibili per la messa in sicurezza sismica delle strutture e la salvaguardia della vita umana sul maggior numero di edifici scolastici. Gli enti locali devono a tal fine valutare le scelte delle tecniche di intervento che devono essere finalizzate all’ottimizzazione delle risorse sulla base di una attenta analisi dei costi e dei benefici strutturali attesi, al fine di rendere ottimale il rapporto costi/benefici.
Le aree di intervento previste sono i comuni a maggior rischio sismico della toscana, individuati con le delibere di Giunta Regionale n. 604 del 16.06.2003 e n. 751 del 28.07.2003, nelle zone della Lunigiana, Garfagnana, Mugello, Casentino, Valtiberina e Monte Amiata.
Gli interventi atti a raggiungere gli obiettivi della norma, sono:
a) l’adeguamento sismico degli edifici scolastici esistenti;
b) la costruzione di nuovi edifici scolastici, previa demolizione o delocalizzazione di quelli esistenti ed inseriti nei piani.
Le soluzioni progettuali devono tendere ad evitare l'alterazione delle caratteristiche ambientali ed architettoniche dell'edificio.
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56 Gli interventi di costruzione previsti al punto b) sono ammessi solo laddove sia dimostrata la convenienza tecnica-economica, rispetto ad interventi di adeguamento sismico.
Nel corso dei lavori sono da evitare modifiche al progetto approvato ai sensi delle direttive, che possano innescare possibili decrementi del livello di sicurezza raggiunto pena la decadenza dei finanziamenti erogati.
Nella realizzazione degli impianti tecnologici, sono da evitare interventi che possano compromettere le strutture portanti (tracce e fori nei maschi murari, pilastri e travi in c.a.).
All’Art. 4 della delibera troviamo il: “limite dei costi degli interventi”:
1. gli interventi di adeguamento sismico degli edifici scolastici devono conseguire l'ottimizzazione delle scelte progettuali rispetto ai costi di intervento.
2. sono ammissibili a finanziamento anche gli interventi di demolizione e nuova edificazione, compresa l’eventuale delocalizzazione, sostitutivi di interventi di adeguamento sismico, nei casi in cui sia evidenziata la convenienza tecnico-economica rispetto ad interventi di solo adeguamento sismico.
La soglia di convenienza tecnico-economica di un intervento di demolizione/ricostruzione, rispetto all’adeguamento sismico, è fissata in euro 600/mq escluso iva.
Gli enti locali dovranno dimostrare la convenienza tecnico-economica di un intervento di demolizione/ricostruzione rispetto all’adeguamento sismico, a seguito di rilievi e indagini conoscitive e una progettazione di massima degli interventi.