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Prefazione. In: D’Amore, B., & Sbaragli, S. (Editors) (2017). Matematica, didattica e scuola: fra ricerca e prassi quotidiana. Atti del XXXI Convegno Nazionale Incontri con la matematica, Castel San Pietro (Bo), 10- 12 XI

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Academic year: 2021

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927. D’Amore, B., & Sbaragli, S. (2017). Prefazione. In: D’Amore, B., & Sbaragli, S. (Editors) (2017). Matematica, didattica e scuola: fra ricerca e prassi quotidiana. Atti del XXXI Convegno Nazionale Incontri con la matematica, Castel San Pietro (Bo), 10-12 XI.Pagg. IX-X. ISBN: 88-371-1936-4.

Prefazione

Bruno D’Amore e Silvia Sbaragli

Ancora una volta abbiamo voluto calcare la mano sulle relazioni fra i tre poli fondamentali lungo i quali ci muoviamo: la nostra disciplina (la Matematica), l’ambito di riferimento dal quale attingiamo ispirazione (la Didattica della Matematica) e il mondo sociale cui tutto ciò si rivolge con priorità assoluta senza dubbio alcuno (la Scuola).

La Matematica, perché, ancora oggi, ogni tanto bisogna mettere in evidenza il fatto che è necessario che si conosca la Matematica sia per poterla insegnare (a noi sembra ovvio, ma ci sembra opportuno ribadirlo) sia per poter effettuare ricerca in Didattica della Matematica (insistiamo ripetendoci: a noi sembra ovvio, ma ci sembra opportuno ribadirlo). E anche perché lo scopo di tutti noi, insegnanti e ricercatori, è far sì che i nostri allievi alla fine abbiano imparato la Matematica auspicata dalla società, dalla tradizione, dalla ragionevolezza, dalla cultura, dalle necessità future.

La Didattica, perché è falso che basta sapere la Matematica per far avere ai propri allievi successo apprenditivo. Per essere più sottili ed espliciti: siamo anche disposti a prendere in considerazione l’ingenua posizione di chi afferma che per insegnare bene è sufficiente conoscere la Matematica bene; ma il nostro problema non è insegnare bene, qualsiasi cosa ciò significhi, ma fare in modo che gli studenti la apprendano bene. E qui la cosa si fa complicata; la buona conoscenza della Matematica è certo necessaria ma nient’affatto sufficiente, ci sono fior di ricerche serie che lo dimostrano. E così, da circa 50 anni ci rivolgiamo a questa nostra amata disciplina in perenne trasformazione, la Didattica della Matematica, che si è universalmente affermata, la ricerca nel cui ambito ha dato frutti favolosi, concreti, di grande portata scientifica e sociale.

La Scuola, perché noi crediamo nel ruolo di questa istituzione che favorisce, così com’è organizzata oggi in quasi tutto il mondo, l’apprendimento, con lo scopo di formare persone razionali, etiche, libere, critiche. Per raggiungere tale traguardo l’educazione in Matematica ha senza alcun dubbio un ruolo cruciale.

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E così, questo nostro convegno Incontri con la Matematica numero 31 è dedicato proprio a questi tre poli, nella speranza che le attività che si svolgeranno nei tre giorni previsti aiutino a rinforzare, ribadendolo e diffondendolo, il nostro punto di vista.

Lo spazio concesso agli insegnanti che si sono autoproposti per tenere seminari o presentare poster o proporre altre forme di colloquio e interazione critica con i colleghi è sempre maggiore. Abbiamo avuto più di un centinaio di richieste, il che mostra che gli insegnanti sentono la necessità di mettersi in relazione con i propri colleghi, anche di diversi ordini scolastici, per discutere i risultati della loro azione didattica; e che questa occasione è fortemente avvertita come potenziale bacino non solo di formazione, ma anche di colloquio relazionale.

Ma, come sempre, abbiamo chiesto a ricercatori che si occupano di Didattica della Matematica di esporre agli insegnanti i risultati delle loro ricerche o delle loro riflessioni, nei campi più vari della Matematica, della sua divulgazione, della sua didattica, e nei diversi livelli scolastici.

E poi abbiamo creato, come sempre, occasioni culturali di discussione e formazione, nel campo dell’arte figurativa, della letteratura, dei giochi e del teatro, ipotizzando che queste occasioni siano anche di sprone concreto in senso didattico. Perché non dedicare, infatti, alcune ore del proprio insegnamento all’esame delle indubbie relazioni fra matematica e mondo dell’arte figurativa, della lettura, dei giochi, del teatro? Le occasioni qui fornite e proposte potrebbero essere interpretate come esempi concreti percorribili in aula. Sappiamo per certo che esistono studenti che hanno un vero e proprio bisogno di capire che la nostra disciplina, la Matematica, è non solo un fatto endogeno, ma è fortemente e felicemente relazionata a tanti altri campi creativi del genere umano; tali studenti sentono questa necessità per dare un senso non solo scolare a quel che studiano.

Organizzare tutto ciò è un’impresa colossale che ben pochi riescono a immaginare; richiede a molte persone un impegno severo da dicembre a novembre, un anno intero. Il nostro sogno, la nostra speranza è che i partecipanti escano da questi tre giorni di incontri e sollecitazioni con la sensazione di aver avuto, grazie alla loro presenza fisica ed emotiva, un vantaggio culturale, professionale, relazionale e disciplinare.

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