• Non ci sono risultati.

L’asse sinistra-destra e le sue euristiche: Cambiamenti in Italia 1975-2006

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L’asse sinistra-destra e le sue euristiche: Cambiamenti in Italia 1975-2006"

Copied!
1
0
0

Testo completo

(1)

La dimensione sinistra-destra e le sue euristiche: Cambiamenti in Italia 1975-2006

Abstract

The left-right dimension may be conceived as the basis of some important heuristics used by voters to reduce the complexity of their political judgments. Which decision rules linked to the left-wight counterposition do voters actually use? We hypothesized that different rules are used in relation both to individual (cognitive ability and motivation) and contextual (cultural and political variables) factors. To test such hypotheses, we analyzed the answers given by two representative samples of the Italian population to the same open-ended questions about the meaning they

attributed to the political «right» and «left», asked in 1975 (N =1,657) and in 2006 (N = 1,377). We detected five main decision rules, differing according to the level of abstraction of the content taken into consideration. We discuss the changes occurred between 1975 and 2006 in the use of such heuristics and their relationships with the main individual characteristics in the frame of a changing context . We argue that the «right» and «left» labels are tools suitable to meet a need for

simplification which did not lose importance in the 31 years passed between the first and the second survey, even if the level of motivation and cognitive ability of the Italians, as their political context, did actually change.

Key words: Left, Right, Decision, Heuristics

Riassunto

La dimensione sinistra-destra può essere concepita come base per la generazione di alcune euristiche utili agli elettori per ridurre la complessità dei giudizi politici. Abbiamo ipotizzato che diverse regole di decisione vengano generate a partire dalla contrapposizione sinistra-destra, in funzione di fattori individuali (motivazione e abilità cognitiva) e contestuali (culturali e politici). Per testare questa ipotesi abbiamo analizzato le risposte date da due campioni rappresentativi della

(2)

popolazione italiana alla stessa domanda aperta sul significato che essi attribuiscono alle etichette «sinistra» e «destra» in politica. Le domande sono state poste nel 1975 (N = 1657) e nel 2006 (N = 1377). Abbiamo trovato cinque principali regole di decisione, differenti per grado di astrazione degli elementi presi in considerazione. Vengono discusse le differenze osservate fra il 1975 il 2006 nell’uso di queste euristiche e la loro relazione con fattori individuali nel quadro dei cambiamenti contestuali. La ricerca porta a concludere che le etichette «destra» e «sinistra» sono strumenti funzionali al bisogno di semplificazione persistenti nel trentennio considerato, anche se la

(3)

La dimensione sinistra-destra e le sue euristiche: Cambiamenti in Italia 1975-2006

La distinzione sinistra-destra è al cuore del dibattito politico europeo da più di due secoli, rappresentando lo schema concettuale che ad oggi meglio sintetizza le differenze politiche (Inglehart e Klingeman, 1976). Tuttavia, molte cose sono cambiate nella società e nella politica italiana negli anni recenti, al punto che molti studiosi si sono chiesti se e in che modo questa distinzione sia ancora utile per i cittadini. Il punto di partenza del dibattito è rappresentato dall‘affermazione provocatoria di Bell sulla «fine delle ideologie»: «Nel mondo occidentale di oggi… gli intellettuali convergono largamente su alcuni temi politici: l’accettazione del welfare state, la desiderabilità di un potere decentralizzato, un sistema di economia mista e di pluralismo politico. Anche in questo senso, l’era ideologica è finita» (1965, p. 402). Ciononostante, i tentativi di validare empiricamente questa affermazione non hanno avuto molto successo. Più di 30 anni fa, sulla base di uno studio condotto in nove paesi europei, Inglehart e Klingemann (1976)

concludevano che sinistra e destra stavano assumendo nuova vita e nuovi significati nella politica occidentale. Nei trent’anni successivi la ricerca empirica ha sistematicamente confermato questa tesi (si veda ad esempio la rassegna di Jost, 2006).

Per capire le ragioni che stanno dietro la persistenza della dimensione sinistra-destra nella cultura politica occidentale dobbiamo esplorare le funzioni che essa soddisfa. Mair (2007) suggerisce che tale dimensione attribuisce un senso ed una forma intelligibile ad una realtà altrimenti complessa. In particolare, a livello collettivo essa svolge una funzione di orientamento sociale, offrendo un quadro di riferimento simbolico rispetto al quale i gruppi politici prendono posizione e la comunicano all’elettorato. Rappresenta dunque un fondamentale principio

organizzatore dello spazio politico, utile per definire conflitti e prossimità fra partiti e fra leader, come gli assi cardinali su una mappa permettono di dire se una città è vicina o lontana da un’altra.

A livello individuale, essa può essere considerata un efficace strumento usato dai cittadini per comprendere e interpretare il mondo politico e per semplificare i processi di decisione e di giudizio

(4)

nella sfera politica. È noto che spesso gli individui affrontano le decisioni complesse utilizzando euristiche, cioè semplici regole di decisione definite anche «scorciatoie mentali», che permettono loro di evitare una elaborazione approfondita delle informazioni disponibili (Tversky e Kahneman, 1974). Le euristiche sono particolarmente utili quando gli individui affrontano compiti decisionali complessi non avendo la motivazione o le capacità cognitive per considerare accuratamente le informazioni in gioco, come è spesso il caso dei cittadini di fronte alle decisioni politiche (Lau e Redlawsk, 2001, 2006; Popkin, 1991). Il ragionamento euristico è tuttavia utilizzato anche in condizioni di alta motivazione e capacità cognitiva (Kruglanski, Thompson e Spiegel, 1999). Dunque, le condizioni necessarie per l’uso di un’euristica sono: (a) disponibilità (l’individuo l’ha registrata nella memoria), (b) accessibilità (l’individuo la può attivare in memoria), e (c) validità (l’individuo ha constatato nel corso della sua esperienza che essa porta a giudizi appropriati).

La collocazione degli oggetti politici (partiti e leader) e delle posizioni politiche lungo l’asse sinistra-destra facilita enormemente i giudizi e le decisioni degli elettori, riducendo la complessità dell’ambito politico (Inglehart e Klingemann, 1976). In questa prospettiva, gli elettori –

indipendentemente dal proprio grado di conoscenza della politica e dalla propria motivazione a essere accurati – possono facilmente formarsi opinioni su nuovi oggetti e temi politici sulla base della posizione che questi occupano lungo l’asse sinistra-destra. Allo stesso modo, possono

facilmente determinare la propria posizione su questioni complesse senza elaborare un gran numero di informazioni, facendo riferimento alle collocazioni contrapposte sull’asse sinistra-destra.

Le ricerche mostrano che in Italia fin dagli anni Cinquanta il principale criterio usato dai cittadini per percepire, categorizzare e valutare oggetti e temi politici è stato la loro collocazione sull’asse sinistra-destra (Ricolfi, 1999). Inoltre, fra il 1975 e il 2006, la quota di italiani che riconosce ed è capace di usare questo strumento per orientarsi nell’ambiente politico è cresciuta, plausibilmente in risposta al forte bisogno di semplificare la complessità del mondo politico italiano, sensibilmente aumentata a partire dagli anni Novanta per la disintegrazione del sistema politico del dopoguerra (Corbetta, Cavazza e Roccato, in revisione). Tuttavia sarebbe difficile

(5)

credere che questa dimensione abbia lo stesso significato per tutte le persone che la usano. Al contrario, la nostra ipotesi principale è che essa possa assumere significati divergenti corrispondenti a diversi contenuti generativi. Nel momento in cui un cittadino voglia formulare un giudizio o debba elaborare una decisione, questi contenuti vengono attivati in accordo con il tipo di informazione politica e il livello di expertise che lo caratterizza (Baldassarri, 2005).

Dall’analisi della letteratura politologica dedicata alle diverse concettualizzazioni della dimensione sinistra-destra, abbiamo identificato quattro possibili declinazioni del suo contenuto. Le prime due assegnano a destra e sinistra significati intrinseci, vale a dire autonomi rispetto agli oggetti che popolano il campo politico in un momento dato. Da un lato, secondo Bobbio (1994) il criterio fondamentale per distinguere fra destra e sinistra è il loro atteggiamento verso

l’uguaglianza: a sinistra si tende a considerare le persone più uguali che diverse, e a muovere dalla convinzione che le diseguaglianze siano eliminabili, in quanto basate su cause sociali, mentre è vero il contrario per la destra. Dall’altro, secondo Fuchs e Klingemann (1990) il contenuto cambia nel tempo a seconda dei cleavage sui quali si impernia il conflitto sociale in una determinata fase storica. Conferendo un significato intrinseco (cioè autonomo) alla dicotomia destra e sinistra, queste due prime tesi postulano che i contenuti ad essi associati operino in modalità top-down sulle

opinioni degli elettori. Al contrario, la terza e la quarta tesi non attribuiscono un significato

autonomo all’asse in questione, considerandolo elaborato dai cittadini mediante processi bottom-up. Secondo Butler e Stokes (1969) i cittadini considerano destra e sinistra come «etichette

convenzionali» derivate dalla posizione reciproca degli oggetti politici (soprattutto dei partiti) lungo l’asse. Infine, secondo Sani (1974) e Sartori (1976), destra e sinistra sono «scatole vuote» pronte a essere riempite di ogni contenuto in relazione alle circostanze storiche in cui se ne parla: tali

contenuti sono localizzati lungo l’asse in risposta a bisogni di ordine e comprensibilità della politica contingente più che a leggi di coerenza interna.

Lo studio che presentiamo ha analizzato la situazione italiana nei 31 anni compresi fra il 1975 e il 2006, un arco di tempo sufficientemente lungo per cogliere i cambiamenti e particolarmente

(6)

interessante in quanto in questo periodo le condizioni entro le quali i cittadini hanno raggiunto le loro decisioni politiche sono profondamente cambiate. Da un lato, la diffusione dell’istruzione di massa ha aumentato le capacità cognitive complessive della popolazione. Questo è particolarmente rilevante, dato che in Italia, per quanto riguarda la politica, l’abilità cognitiva (principalmente operazionalizzata in termini di istruzione) e la motivazione (principalmente operazionalizzata in termini di interesse per la politica) correlano positivamente (Segatti, 2007). Dall’altro lato, molti cambiamenti hanno riguardato anche «l’ambiente decisionale», provocando un aumento del livello di complessità della decisione. Infatti, all’inizio degli anni Novanta il sistema dei partiti strutturatosi nel dopoguerra ha improvvisamente cominciato a dissolversi. Tutti i partiti tradizionali sono

scomparsi dalla scena politica, nuove formazioni sono nate, il numero dei partiti è quasi

raddoppiato; la disintegrazione del sistema è stata accelerata dalla caduta del muro di Berlino, che ha neutralizzato le fondamenta ideologiche di base del conflitto politico del paese, l’opposizione comunismo/anti-comunismo. In base a questi eventi possiamo considerare l’Italia come una sorta di «laboratorio sociale» adatto a studiare come cambiano la rilevanza e i contenuti dell’asse sinistra destra in condizioni di indebolimento delle identificazioni politiche, di scomparsa degli oggetti politici familiari e di aumento della complessità della decisione politica.

Obiettivi e ipotesi

Il presente contributo si propone di esplorare quali sono le euristiche spontaneamente generate dalle persone in riferimento alla distinzione sinistra-destra, mettendole in relazione con

caratteristiche individuali (motivazione e capacità cognitiva) e del sistema politico (complessità della sfera politica). Abbiamo ipotizzato di trovare quattro diverse classi di contenuti generatori di euristiche relative all’asse sinistra-destra, corrispondenti alle quattro declinazioni politologiche illustrate sopra e potenzialmente utili ai cittadini come principi guida di posizioni politiche. Le definiremo: euristica dei valori, euristica delle categorie sociali, euristica dei partiti e dei leader ed euristica dell’inquadramento contingente. La Tabella 1 presenta qualche esempio di ragionamento finalizzato ad interpretare e valutare un’iniziativa politica mediante queste euristiche.

(7)

Oltre che ai criteri cui si riferiscono, queste quattro euristiche possono essere considerate diverse per il livello di astrazione andando da un massimo di astrazione (euristica dei valori) ad un massimo di concretezza (euristica dell’inquadramento contingente). A livello individuale,

ipotizziamo che alti livelli di motivazione e abilità cognitiva rendano più probabile il riferimento a contenuti astratti. A livello collettivo, ipotizziamo che il cambiamento radicale del sistema politico italiano fra il 1975 e il 2006 abbia promosso il ricorso all’astrazione. Infatti, nella complessità e nella confusione delle contrapposizioni, l’operazione concettuale più semplice che l’elettore può compiere sembra quella di risalire alle distinzioni fondanti, cioè astratte. Per esempio, negli anni Settanta, di fronte alla domanda «che cosa significa per lei “sinistra”?» un operaio poteva disporre sia di risposte astratte (come ad esempio «Più potere ai lavoratori in fabbrica», «Più libertà in fabbrica») sia di risposte concrete (come ad esempio «L’Urss» o «Il Partito comunista»). Nel 21° secolo, dopo la caduta del muro di Berlino, la scomparsa del Partito comunista, la perdita di salienza degli oggetti di un tempo e la frammentazione del mondo politico, i partecipanti della stessa classe sociale hanno visto sensibilmente ridursi le loro possibilità di fornire risposte concrete, trovandosi plausibilmente costretti a ricorrere con maggiore frequenza a risposte più astratte.

Metodo

Abbiamo analizzato i dati di due inchieste condotte a 31 anni di distanza l’una dall’altra (1975 e 2006) su ampi campioni rappresentativi della popolazione italiana. Entrambe includevano le stesse domande aperte riguardanti i significati che i partecipanti attribuiscono a «destra» e «sinistra»1. La prima inchiesta (N = 1.657) è stata condotta nell’ambito della Eight nations -

Political action survey; la seconda inchiesta (N = 1.377) è stata condotta in occasione delle elezioni nazionali italiane del 2006 dal gruppo di ricerca «Itanes»2.

Misure

Per confrontare la diffusione delle quattro euristiche ipotizzate, una persona all’oscuro delle ipotesi di ricerca ha codificato le risposte date dai partecipanti alle due domande aperte «Lei cosa intende per “destra”/ “sinistra” in politica?» sulla base di una griglia di codifica che includeva le

(8)

quattro aree semantiche illustrate sopra. Abbiamo assunto che per rispondere gli intervistati abbiano utilizzato contenuti cognitivamente disponibili, accessibili e validati, dunque adatti a generare euristiche. La motivazione individuale è stata operazionalizzata in termini di livello di interesse per la politica e di frequenza con la quale i partecipanti parlano di politica. Per l’abilità cognitiva abbiamo utilizzato il livello di istruzione e la frequenza di lettura di articoli riguardanti la politica. Infine, abbiamo usato la dicotomia relativa all’anno della rilevazione (0 = 1975, 1 = 2006) come proxy della complessità del sistema politico.

Risultati Tipo di euristiche generate

Contrariamente alle nostre aspettative, dall’analisi del contenuto non sono emersi riferimenti a temi contingenti, mentre sono emerse due aree semantiche non previste che possono essere

considerate come base di generazione di euristiche: la dimensione economica (sinistra e destra sono state distinte in relazione alle posizioni assunte circa la relazione economica tra stato e mercato come principio guida dell’azione politica – la sinistra è stata ricondotta a posizioni pro-stato mentre la destra a posizioni pro-mercato) e la dimensione temporale (sinistra e destra sono state distinte in termini di concezione del cambiamento nel tempo – la sinistra è stata ricondotta alla proiezione nel futuro e quindi al favore per il progresso, mentre la destra è stata considerata come radicata nel presente o proiettata nel passato e quindi a favore della conservazione). La Tabella 2 presenta esempi di uso di queste due euristiche per interpretare e valutare un’iniziativa politica.

L’insieme definitivo delle cinque euristiche ha classificato il 92.38% delle risposte relative a «sinistra» e il 90.50% delle risposte relative a «destra». L’analisi delle distribuzioni dei riferimenti alle cinque euristiche in funzione del target della domanda (sinistra o destra) ha fatto emergere una differenza significativa nell’uso delle euristiche a seconda che vengano utilizzate per definire la sinistra oppure la destra, χ2(4) = 15.86, p < . 001. Parlando della sinistra i rispondenti si sono riferiti ai valori e ai gruppi sociali più che parlando della destra, mentre quando hanno parlato della destra hanno generato più riferimenti alla dimensione economica rispetto a quando hanno parlato della

(9)

sinistra. L’analisi sulla distribuzione dei cinque tipi di euristiche in funzione dell’orientamento politico dei rispondenti mostra che i rispondenti di sinistra si sono riferiti più frequentemente alle categorie sociali, χ2(4) = 33.88, p < . 001, mentre le persone di destra si sono riferite più

frequentemente ai partiti e ai leader, alla dimensione temporale e a quella economica, χ2(4) = 79.06, p < .001 (Tabella 3).

Quattro studenti universitari di scienze della comunicazione all’oscuro delle nostre ipotesi di ricerca e non esperti di politica hanno ordinato le cinque euristiche per livello di astrazione dei loro contenuti (da 1 = massima concretezza a 5 = massima astrazione), attribuendo unanimemente i punteggi 1 a partiti e leader, 4 all’euristica temporale e 5 all’euristica dei valori; tre giudici su quattro hanno attribuito punteggio 2 alle categorie sociali e 3 all’euristica dell’economia, mentre il quarto ha dato punteggi invertiti. La discussione fra i quattro si è risolta con l’unanimità,

attribuendo punteggio 2 alle categorie sociali e 3 all’euristica dell’economia. Il punteggio di astrazione individuale derivante dalla media dei codici delle due risposte (una per sinistra e l’altra per destra) è stato utilizzato come variabile dipendente critica nelle analisi seguenti.

Caratteristiche individuali, complessità politica e astrazione delle euristiche

La Tabella 4 mostra che – come ipotizzato – tutti gli indicatori di abilità cognitiva e di motivazione verso la politica sono aumentati fra la prima e la seconda ricerca. Dunque, anche se il contesto politico è diventato più complesso, gli italiani hanno parallelamente migliorato la propria capacità di elaborare contenuti complessi (per esempio più astratti). La Tabella 5 confronta la distribuzione delle cinque euristiche nelle due indagini. Nel 1975 erano sovrarappresentati i contenuti relativi a partiti e leader sia per la sinistra, sia per la destra; per quest’ultima erano anche sovrarappresentati quelli riferiti a gruppi e categorie sociali. Nel 2006 risulta sovrarappresentata la dimensione valoriale per la sinistra e quella temporale per la destra; la dimensione economica risulta sovrarappresentata per entrambe.

Un’analisi di regressione in cui abbiamo usato l’astrazione dei significati come variabile dipendente e gli indicatori di abilità cognitiva, di motivazione e l’anno di rilevazione come

(10)

predittori ha mostrato che tutti i predittori inclusi hanno influenzato significativamente il livello di astrazione, Adj. R2 = .286 (Tabella 6). L’ultima colonna della tabella mostra i risultati di una

decomposizione simmetrica dell’R2, statistica che permette di calcolare la quota della variabile dipendente spiegata da ogni predittore incluso nell’analisi3. La capacità cognitiva dei partecipanti e la loro motivazione verso la politica hanno spinto i rispondenti a utilizzare riferimenti più astratti. Tuttavia, l’anno di rilevazione è rimasto un predittore significativo del livello di astrazione anche controllando gli effetti dovuti alle caratteristiche individuali. Questo è il risultato che a noi più interessa: nel 2006 i riferimenti sono risultati complessivamente più astratti rispetto a quelli del 1975.

Discussione

In questa ricerca abbiamo analizzato i dati rilevati in due inchieste campionarie effettuate nel 1975 e nel 2006, al fine di esplorare la diffusione delle euristiche usate dagli italiani per formulare i propri giudizi politici, in relazione con alcune condizioni di uso. Abbiamo individuato cinque euristiche politiche generate spontaneamente dagli italiani sul continuum sinistra-destra e riferite rispettivamente ai valori, alla dimensione temporale, alla dimensione economica, alle fratture sociali e agli oggetti politici. Il livello di abilità cognitiva e di motivazione nei confronti della politica ha fatto aumentare l’astrazione dei contenuti utilizzati come criteri per definire «sinistra» e «destra», senza tuttavia riuscire a spiegare completamente l’aumento di astrazione dei riferimenti osservato fra gli stessi anni. Tale aumento è dunque attribuibile solo in parte alla diffusione dell’istruzione di massa: un’altra parte rilevante può essere riconducibile all’incremento di complessità dell’ambiente decisionale occorso fra il 1975 e il 2006. Ne consegue che quando le alternative decisionali

diventano numerose, rapidamente mutevoli e instabili, emerge plausibilmente la necessità di risalire ad ancoraggi più fondanti e stabili, come per esempio le differenze valoriali.

Per tutto il periodo intercorso fra il 1975 e il 2006 l’asse sinistra-destra ha continuato a essere significativo per i cittadini italiani, svolgendo funzioni decisive di orientamento nel mondo politico. Le etichette «destra» e «sinistra» sembrano dunque essere strumenti utili a soddisfare un bisogno di

(11)

semplificazione rimasto intatto nei trent’anni considerati, anche se gli altri fattori che abbiamo analizzato sono cambiati. La nostra analisi quantitativa di risposte molto stringate non ha consentito di approfondire ulteriormente l’universo simbolico che i cittadini elaborano a proposito delle due etichette in questione. Sarebbe dunque interessante condurre a questo scopo ricerche qualitative, in modo da cogliere anche quale sia l’influenza che esercita la retorica della politica e dei suoi

cambiamenti sulle risposte degli italiani.

Nella letteratura psico-sociale le ricerche sui processi cognitivi condotte tenendo conto della reale situazione in cui i processi si svolgono non sono frequenti. In questa ricerca abbiamo utilizzato l’anno di rilevazione cercando di esplorare come specifiche caratteristiche del contesto storico-politico influenzino i criteri usati dai cittadini per interpretare e giudicare nell’ambito storico-politico. Abbiamo quindi considerato questa variabile come una proxy della complessità politica, variabile che non abbiamo potuto misurare direttamente. Sarebbe interessante che ricerche future

includessero misure più dirette delle caratteristiche contestuali. Nonostante questa limitazione, riteniamo che questi risultati possano contribuire ad aggiungere un importante spessore temporale all’analisi socio-cognitiva, spesso condotta disinteressandosi di ogni legame con il contesto in cui le persone attivano i propri processi cognitivi.

(12)

Riferimenti bibliografici

Baldassarri D. (2005). La semplice arte di votare. Bologna: Il Mulino. Bell D. (1965). The end of ideology. Glencoe, IL: The Free Press. Bobbio N. (1994). Destra e sinistra. Milano: Donzelli.

Butler D. e Stokes D. (1969). Political change in Britain. London: MacMillan.

Corbetta P., Cavazza N. e Roccato M. (in revisione). Between ideology and social representations: Four theses plus (a new) one on the relevance and the meaning of the political left and right. Fuchs D. e Klingemann H.D. (1990). The left-right schema. In M.K. Jennings e J. van Deth (a cura

di), Continuities in political action. Berlin: de Gruyter, pp. 203-234.

Inglehart R. e Klingemann, H.-D. (1976). Party identification, ideological preference and the left-right dimension among Western publics. In I. Budge, I. Crewe e D. Farlie (a cura di), Party identification and beyond. London: Wiley, pp. 243-273.

Jost J. (2006). The end of the end of ideology. American Psychologist, 61, 651-670.

Kruglanski A.W, Thompson E.P. e Spieghel S. (1999). Separate or equal? Bimodal notions of persuasion and a single-process «unimodel», in S. Chaiken , Y. Tope, et al. (a cura di), Dual-process theories in social psychology. New York: Guilford Press, pp. 293-313.

Lau R.R. e Redlawsk D.P. (2001). Advantages and disadvantages of cognitive heuristics in political decision making. American Journal of Political Science, 45, 951-971.

Lau R.R. e Redlawsk D.P. (2006). How voters decide. London: Cambridge University Press. Mair P. (2007). Left-right orientations. In R.J Dalton e H.D Klingemann (a cura di), The Oxford

handbook of political behaviour. Oxford, Oxford University Press, pp. 206-222. Popkin S.L. (1991). The reasoning voter. Chicago, IL: University of Chicago Press. Ricolfi L. (1999). Destra e sinistra?. Torino: Omega.

Sani G. (1974). A test for the least-distance model of voting choice: Italy, 1972. Comparative Political Studies, 7, 193-208.

(13)

Segatti P. (2007). L’interesse per la politica: Diffusione, origine e cambiamento. In M. Maraffi (a cura di), Gli italiani e la politica. Bologna: Il Mulino, pp. 39-71.

Tversky A. e Kahneman D. (1974). Judgment under uncertainty: Heuristics and biases. Science, 185, 1124-1131.

(14)

Note

1 Non c’è corrispondenza biunivoca fra numero di intervistati e numero di risposte, dato che alcuni intervistati hanno dato più di una risposta, mentre altri non hanno risposto a una o a entrambe le domande aperte.

2 ITAlian National Election Studies. I lettori interessati a questo programma di ricerca possono trovare ulteriori informazioni nel sito www.itanes.org.

3 La formula usata è la seguente:

% di varianza spiegata = (ri * i)/R2*100,

dove ri è la correlazione bivariata tra la i-esima variabile indipendente e la variabile dipendente,  è

il coefficiente standardizzato della regressione multipla della i-esima variabile indipendente sulla variabile dipendente, e R2 il coefficiente di determinazione della regressione.

(15)

Tabella 1.

Esempi di uso delle quattro euristiche ipotizzate

Interpretazione Giudizio

Euristica dei valori L’iniziativa promuove l’uguaglianza? Se sì è di sinistra

L’iniziativa promuove

l’uguaglianza? Se sì, essendo di sinistra sono favorevole

Euristica delle categorie sociali L’iniziativa è in favore dei poveri? Se sì è di sinistra

L’iniziativa è in favore dei poveri? Se sì, essendo di sinistra sono favorevole Euristica dei partiti e dei leader Chi è favorevole all’iniziativa?

Se è un partito o un leader di sinistra, l’iniziativa è di sinistra

L’iniziativa è sostenuta da un partito o un leader di sinistra? Se sì, essendo di sinistra sono favorevole

Euristica dell’inquadramento contingente

L’iniziativa riguarda una questione attualmente

enfatizzata dalla sinistra? Se sì, è di sinistra

L’iniziativa riguarda una questione attualmente

enfatizzata dalla sinistra? Se sì, essendo di sinistra sono

(16)

Tabella 2.

Esempi di uso delle due euristiche non ipotizzate

Interpretazione Giudizio

Euristica dell’economia L’iniziativa promuove l’intervento dello stato nel mercato? Se sì è di sinistra

L’iniziativa promuove l’intervento dello stato nel mercato? Se sì, essendo di sinistra sono favorevole Euristica della dimensione

temporale L’iniziativa promuove il cambiamento sociale? Se sì è di sinistra L’iniziativa promuove il cambiamento sociale? Se sì, essendo di sinistra sono favorevole

(17)

Tabella 3.

Distribuzione percentuale dei riferimenti alle cinque euristiche in funzione del target (sinistra o destra) e dell’orientamento politico degli intervistati

Orientamento politico degli intervistati

Sinistra Destra

Sinistra

Partiti e Leader 20.2 20.8

Gruppi e categorie sociali 21.1* 12.0

Dimensione economica 4.1 8.2* Dimensione temporale 12.7 15.1 Valori 41.8 43.8 Totale 100 100 (N) (1171) (648) Destra Partiti e Leader 19.2 25.2*

Gruppi e categorie sociali 22.0* 6.7

Dimensione economica 6.7 9.7*

Dimensione temporale 14.0 18.9*

Valori 38.0 39.5

Totale 100 100

(N) (1099) (683)

(18)

Tabella 4.

Medie relative a abilità cognitiva e motivazione: confronti 1975-2006

1975 2006 t-test

Abilità: anni di istruzione 7.79 (SD = 3.82)

10.23 (SD = 3.919)

t(3030) = -2.439, p < .001

Abilità: frequenza di lettura degli articoli di politica

2.16 (SD = 1.16)

2.29 (SD = .97)

t(2511) = -2.815, p < .01

Motivazione: interesse per la politica 1.73 (SD = .86) 2.14 (SD =.89) t(2993) = -12.879, p < .001

Motivazione: frequenza con cui si parla di politica

2.07 (SD = 1.11)

3.49 (SD = 1.68)

(19)

Tabella 5.

Distribuzione delle cinque euristiche: 1975-2006

Anno di rilevazione

1975 2006

Sinistra

Partiti e Leader 34.8* 6.8

Gruppi e categorie sociali 16.2 19.5 Dimensione economica 1.7 9.2* Dimensione temporale 14.3 12.9 Valori 33.0 51.6* Totale 100 100 (N) (1171) (648) Destra Partiti e Leader 31.3* 12.6

Gruppi e categorie sociali 21.6* 11.2 Dimensione economica 1.7 13.5*

Dimensione temporale 9.0 22.1*

Valori 36.4 40.6

Totale 100 100

(N) (1099) (683)

(20)

Tabella 6.

Predittori dell’astrazione

B SE  Percentuale di varianza spiegata

Anno di rilevazione .647*** .059 .222 27.7%

Abilità: anni di istruzione .223*** .028 .181 24.7%

Abilità: frequenza di lettura degli articoli di politica

.210*** .030 .153 21.7%

Motivazione: interesse per la politica .215*** .036 .146 21.5% Motivazione: frequenza con cui si parla di

politica

.060** .019 .059 4.4%

(Costante) -.024 .069

Riferimenti

Documenti correlati

40(m-1)+b+500 nel caso delle femmine. Trascuriamo i casi di persone aventi lo stesso numero di patente, etc. Determiniamo la data di nascita e il sesso dei titolari di pa-

COLORA IL PIEDE DESTRO DEI BAMBINI DI BLU, IL PIEDE SINISTRO DI ROSSO (RICORDATI CHE LE LORO DESTRA E SINISTRA SONO!. INVERTITE RISPETTO

Alle spalle del sistema dunare (nella vasta area della Colmate d’Arnino), sempre in entrambi i periodi di misura, sono state altresì individuate tre zone di

pubblicazione di un’inchiesta nel 2019 che aveva rilevato che solo il due per cento dei personaggi umani erano people of color (parola utilizzata negli Stati Uniti dalle minoranze

[r]

[r]

LE PASSIVITÀ CIOÈ I VALORI PASSIVI DEL PATRIMONIO COSTITUISCONO I DEBITI DELL'IMPRENDITORE, DEBITI CHE SONO STATI NECESSARI PER EFFETTUARE

Analizzando crisi e ruolo delle élite fino alla globalizzazione di cui prendere i benefici senza pagarne i costi.. E con uno sguardo