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Le cinquecentine della biblioteca del Convento della Verna, a cura di Chiara Razzolini e Chiara Cauzzi, con una nota di Carlo Ossola, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2019

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Bibliothecae.it, 8 (2019), 2, 420-422 DOI <10.6092/issn.2283-9364/10380>

Le cinquecentine della biblioteca del Convento della Verna, a cura di Chiara Razzolini e Chiara Cauzzi, con una Nota di Carlo Ossola, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2019, XXXI, 502 p., ill. (Istituto de-gli Studi Italiani. Università della Svizzera italiana. Biblioteca, 4) isbn 978-88-2226-594-4, € 58.

Il catalogo delle edizioni del secolo XVI della biblioteca del Con-vento della Verna rappresenta la felice conclusione di un lavoro volto alla valorizzazione e conservazione del patrimonio librario antico di questo importante luogo religioso.

Fr. Francesco Brasa OFM, guardiano della Verna, nella Premessa al catalogo, accenna alla diatriba interiore di san Francesco sull’uso e possesso dei libri da parte dei frati, vexata quaestio ereditata an-che dal suo Ordine e an-che rappresenta tutt’oggi argomento di studio e discussione: «Ma se è vero che questa questione ha pesato molto sui primordi del francescanesimo, e sulla crisi stessa che condusse il Poverello sul sacro Monte della Verna nel 1224, è vero anche che nella vita di Francesco e nella storia plurisecolare del suo ordine, la questio-ne del conflitto tra uso dei libri e vita di altissima povertà, siquestio-ne proprio, arriva in realtà ad una sintesi efficace, che si fonda su un elemento profondamente radicato nell’esperienza di Francesco e del carisma che attraverso di lui sboccia nella Chiesa: Francesco è un uomo della Parola». (p. V).

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tutti i beni», fornisce una primissima interpretazione del nucleo strut-turato delle edizioni del Cinquecento attraverso una carrelata degli autori, titoli ed edizioni che il catalogo ci presenta.

Nel saggio Le ragioni di un catalogo, Chiara Razzolini puntualizza come il Catalogo descriva 731 edizioni per un totale di 764 esemplari e di 1.071 volumi: catalogazione e pubblicazione promossa dall’Uni-versità della Svizzera Italiana.

Come giustamente rammenta Razzolini, il catalogo delle edizio-ni del XVI s’inserisce in un progetto più ampio di catalogazione e valorizzazione del patrimonio librario della Verna; se le edizioni in-cunabole sono ricercabili nella banca dati dell’ISTC, le edizioni del Cinquecento così come parte di quelle del Seicento e del Settecento sono state catalogate in SBN e ricercabili nell’opac SDIAF (Sistema documentario integrato dell’area fiorentina).

Ai criteri di catalogazione adottati e i repertori di riferimento, segue il catalogo vero e proprio delle edizioni del XVI ordinato alfabetica-mente. Le schede, non numerate, sono composte di quattro parti: in-testazione, descrizione dell’edizione, repertori di riferimento (identi-ficativo di SBN e EDIT16) e infine la descrizione dell’esemplare a sua volta divisa in descrizione della legatura e delle note di provenienza.

Completano il catalogo gli indici: degli autori secondari, dei tipo-grafi e degli editori, dei luogi di edizione, delle provenienze e dei pos-sessori. Manca, forse per motivi di spazio l’indice degli autori princi-pali.

Alla numerazione delle schede bibliografiche le curatrici sostitui-scono negli indici la forma short-title delle diverse edizioni. Aver adot-tato questo sistema di indicizzazione ha dei notevoli punti di forza come la capacità di individuare immediatamente le edizioni possedute da ogni singolo possessore mettendo in evidenza eventuali criteri bi-bliografici di accumulo librario (per autore, per argomento, per edito-re etc.) che la sola numerazione delle schede non riesce a far emergeedito-re. Sarebbe stato molto interessante avere cognizioni più dettagliate della storia del Convento e della sua biblioteca, delle vicissitudine

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eventualmente attraversate, dei criteri di ordinamento della stratifi-cazione libraria conventuale, dei bibliotecari che ne hanno preso in custodia il posseduto. Tutte domande che rimangono ad oggi senza risposta e che ci auguriamo che le curatrici, dopo questa tappa im-portante, riescano a fornire alla luce dei dati raccolti. Una speranza che custodisce la stessa Razzolini: «Come emerge da questo catalogo i dati raccolti sono molti e consentono l’accesso a diverse prospettive di studio. Attraverso un’analisi comparata tra le informazioni raccolte tramite la schedatura e id coumenti dell’Archivio del Convento della Verna, dell’Archivio del Comune e dell’Archivio di Stato di Firenze sarà possibile ricostruire la storia della biblioteca e contribuire anche alla storia di altri aspetti relativi al Santuario». (p. XVIII).

Il volume è corredato da splendide immagini che raffigurano alcu-ne edizioni possedute dal Convento.

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