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Valutazione psicopatologica e dei temperamenti affettivi in un campione di pazienti obesi candidati alla chirurgia bariatrica

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Academic year: 2021

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HIRURGIA

Dipartimento di Psichiatria, Neurobiologia,

Farmacologia e Biotecnologie

Scuola di Specializzazione in Psichiatria

Direttore: Prof. Liliana Dell’Osso

Tesi di Specializzazione

VALUTAZIONE PSICOPATOLOGICA E DEI TEMPERAMENTI

AFFETTIVI IN UN CAMPIONE DI PAZIENTI OBESI CANDIDATI

ALLA CHIRURGIA BARIATRICA

Relatori:

Prof. Stefano PINI Prof. Mauro MAURI

Candidato:

Dott. Letizia CECCONI

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INDICE

RIASSUNTO...pag. 3 1. INTRODUZIONE………...………...….pag. 5 2. EPIDEMIOLOGIA DELL’OBESITÀ...pag. 6 3. INDICAZIONI ALLA CHIRURGIA BARIATRICA...pag. 9 4. PSICOPATOLOGIA ED OBESITA’……….…….pag. 12 5. TEMPERAMENTO ED OBESITA’...pag. 16 6. SCOPO DELLA TESI...pag. 18 7. MATERIALE E METODO……….pag. 19 8. STRUMENTI PSICODIAGNOSTICI...pag. 21 9. ANALISI STATISTICHE……..…………...pag. 26 10. RISULTATI...pag. 27 11. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI...pag. 32 12. TABELLE ...pag. 36 13. BIBLIOGRAFIA...pag. 43

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RIASSUNTO

L’obesità è una patologia cronica ed è un importante fattore di rischio per comorbidità quali diabete, ipertensione, dislipidemia, malattie cardiovascolari, patologie neoplastiche; è inoltre associata ad un alto tasso di mortalità. Numerosi dati di letteratura (Scott 2008, Petry 2008) mostrano alti tassi di comorbidità tra obesità e disturbi psichiatrici, in particolar modo i disturbi dell’umore e i disturbi della condotta alimentare (Sarwer 2004). Pochi lavori, non limitandosi a valutare le suddette associazioni, hanno preso in considerazione un’eventuale relazione tra obesità grave e temperamenti affettivi (Amann 2009). In questo studio sono stati utilizzati i seguenti strumenti: la Mini International Neuropsychiatric Interview (M.I.N.I.) versione 5.0.0 per la diagnosi di Asse I, la versioni autosomministrata dell’Intervista Clinica Strutturata per lo Spettro Anoressico-Bulimico Lifetime (SCI-ABS-SR), il questionario in autosomministrazione per la valutazione temperamentale (Affective Temperament Evaluation-Memphis, Pisa, Paris, and San Diego Autoquestionnaire - TEMPS-A), la Symptom Check List-90 - SCL-90 (o Self-Report Symptom Inventory -Revised - SCL-90-R) per la valutazione della sintomatologia psichiatrica in generale e la Boston Interview for Gastric Bypass per la diagnosi di Binge Eating Disorder.

Lo scopo di questa tesi è la descrizione, in un campione di pazienti affetti da obesità, candidati a un intervento di chirurgia bariatrica, della prevalenza di diagnosi di Asse I, temperamenti affettivi, dimensioni dello spettro dei disturbi

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della condotta alimentare e la correlazione di tali indici psicopatologici con il peso corporeo e le caratteristiche socio-demografiche.

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1. INTRODUZIONE

L’obesità è una patologia cronica ed è un importante fattore di rischio per comorbidità quali diabete, ipertensione, dislipidemia, malattie cardiovascolari, patologie neoplastiche; è inoltre associata ad un alto tasso di mortalità (Hensrud

2006; Potter 2006). L’attuale definizione di Obesità si basa su criteri clinici ed è

definita in base al concetto di Body Mass Index o Indice di Massa Corporea (BMI o IMC), ossia dal rapporto tra peso corporeo espresso in Kg e altezza in metri al quadrato.

Le linee guida sviluppate nel 1998 dal “National Heart, Lung and Blood Institute” definiscono come sovrappeso un BMI di 25-29.9 kg/m² e come obesità un BMI >30 kg/m².

L’obesità viene inoltre distinta in tre categorie; ovvero si parla di I classe per un BMI di 30-34.9 kg/m² , di II classe per un BMI di 35-39.9 kg/m² e infine di obesità di III classe per un BMI maggiore di 40 kg/m². I soggetti con obesità di III classe sono stati suddivisi da Mason e coll. in due gruppi, uno comprendente soggetti con 40≥BMI<50 l’altro formato da soggetti con BMI≥50: quest’ultimi pazienti sono stati denominati super-obesi. Il concetto di super obesità nasce dall’osservazione di pazienti sottoposti a gastroplastica verticale: quelli con BMI≥50 non solo ottenevano risultati peggiori in termini di calo ponderale (Mason e al. 1987) ma presentavano più alti tassi di complicanze e di mortalità post chirurgiche.

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2. EPIDEMIOLOGIA DELL’OBESITÀ

La prevalenza dell’obesità è in allarmante aumento in tutto il mondo, tanto da assumere i caratteri di un’epidemia globale. Secondo i dati pubblicati dall’International Obesity Task Force, oltre 1 miliardo di persone adulte sono in sovrappeso e circa 310 milioni sono obese. Nei bambini e negli adolescenti le stime rispettive sono di circa 160 e 40 milioni (Linee Guida SICOB).

Recenti studi epidemiologici indicano che la maggioranza della popolazione americana è sovrappeso o obesa; negli Stati Uniti la prevalenza dalla condizione di obesità morbosa o di 3° grado è aumentata di quattro volte in quattordici anni tanto che nel 2004 il 6,4% delle donne ed il 3,3% degli uomini risultavano affetti da obesità morbosa (Hedley 2004; Sturm 2003). Anche la percentuale dei super obesi è in aumento: negli USA, dal 2000 al 2005, è incrementata del 75% (Sturm 2007).

In Europa la prevalenza dell’obesità è aumentata di tre volte nelle ultime due decadi ed è destinata a raddoppiarsi nei prossimi trenta anni se non verranno effettuati interventi efficaci (Conferenza ministeriale europea per la lotta all’obesità; Istanbul, 2006).

Anche in Italia l’obesità rappresenta un problema sanitario di crescente e pressante gravità. La percentuale di soggetti in sovrappeso è di circa il 35%, con una prevalenza del sesso maschile, mentre la percentuale di soggetti francamente obesi è di circa il 10%, con una piccola prevalenza per il sesso femminile e per le regioni meridionali.

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L’andamento di tale patologia in Italia è in preoccupante aumento se si considera che il numero degli obesi negli ultimi venti anni è cresciuto del 25%, che ad aumentare non è tanto il numero dei soggetti in sovrappeso quanto quello dei pazienti obesi e che, infine, si registra il record europeo di bambini/adolescenti in sovrappeso (36%) ed obesi (10-15%).

L’ultimo rapporto dell’Istituto Auxologico Italiano, pubblicato nel 2007, indica un ulteriore significativo peggioramento. Il dato più allarmante è costituito dal fatto che in soli 4 anni la popolazione dei soggetti in sovrappeso sia aumentata di circa 6.000.000 di unità. Ad aggravare queste considerazioni, come si è già detto, si aggiunge il dato emergente dagli ambienti pediatrici che indica un notevole incremento dell’obesità nella popolazione giovanile ed infantile.

Tutto questo si traduce in un enorme impatto sociale, dal momento che l’obesità e le malattie correlate comportano una riduzione della quantità ed uno scadimento della qualità della vita nonché costi sanitari e sociali, diretti ed indiretti estremamente rilevanti. Questi numeri, uniti con i modesti risultati raggiunti dai soggetti affetti dai gradi più elevati di obesità che tentano di ottenere una perdita di peso con modificazioni comportamentali o trattamenti farmacologici, hanno contribuito probabilmente all’aumentare in popolarità del trattamento chirurgico dell’obesità (Sarwer 2004). Nonostante ciò il circolo vizioso dell’incremento ponderale che caratterizza l’obesità di terzo grado può essere interrotto solamente dalla restrizione dell’introito alimentare; la chirurgia bariatrica, quindi, non è assimilabile a una cura per l’obesità. Tuttavia

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l’intervento chirurgico può determinare un soddisfacente decremento ponderale a lungo termine e una migliore prognosi quod valetudinem per i pazienti (Murray D 2003, Benotti PN 2006).

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3. INDICAZIONI ALLA CHIRURGIA BARIATRICA

Il trattamento chirurgico è regolato da una serie di indicazioni ben precise, dettate dal Consensus Development Conference del National Institutes of Health nel 1991, secondo il quale i pazienti selezionati devono soddisfare alcuni requisiti:

- presentare un indice di massa corporea, BMI ≥40 kg/m² o BMI ≥ 35 kg/m² in presenza di comorbidità associate (diabete mellito di tipo II, ipertensione arteriosa, sindrome da apnea notturna, pseudo tumori cerebrali, etc.)

- età compresa tra i 18 e 60 (i pazienti minorenni vanno attentamente valutati) - obesità di durata superiore ai 5 anni

- dimostrato fallimento di precedenti tentativi di perdere peso e/o mantenere la perdita di peso con tecniche non chirurgiche (mancato o insufficiente calo ponderale; scarso o mancato mantenimento a lungo termine del calo di peso) - piena disponibilità ad un prolungato follow-up postoperatorio e a impegno costante, mantenuto tutta la vita, a seguire diete adeguate e protratte, esercizio fisico e istruzioni mediche.

E’ necessario che il paziente sia ben informato e motivato non solo sull’intervento ma anche sulla necessità di doversi sottoporre a periodici follow-up, dovendo seguire scrupolosamente eventuali prescrizioni mediche, integrative o sostitutive e dietetiche a seconda dell’intervento effettuato.

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Anche per quanto concerne le controindicazioni alla chirurgia bariatrica, le linee guida consigliate e adottate dalla S.I.C.OB. sono sovrapponibili a quelle internazionalmente codificate ed accettate:

1. assenza di un periodo di trattamento medico verificabile;

2. paziente incapace di partecipare ad un prolungato protocollo di follow-up; 3. disordini psicotici, depressione severa, disturbi della personalità e del comportamento alimentare (bulimia nervosa)

4. alcolismo e tossicodipendenza;

5. malattie correlate a ridotta spettanza di vita;

6. pazienti inabili a prendersi cura di se stessi e senza un adeguato supporto familiare e sociale.

(Linee Guida SICOB 2008).

Tipi Di Intervento Chirurgico

Negli ultimi decenni, numerosissime tecniche chirurgiche sono state proposte nell’ambito della chirurgia dell’obesità grave, ma molte di esse sono state successivamente abbandonate, o per la povertà dei risultati o per l’insorgenza di complicanze. I pochi interventi che hanno superato questo processo di selezione possono essere classificati, a seconda del meccanismo d’azione, in tre gruppi: 1) Interventi di restrizione gastrica (bendaggio gastrico regolabile, gastroplastica verticale).

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Agiscono semplicemente riducendo il volume dello stomaco e quindi causando un precoce senso di sazietà ed una riduzione del senso di fame. La digestione e l’assorbimento degli alimenti avviene normalmente. Il paziente deve essere disponibile a seguire una serie di consigli alimentari riguardanti soprattutto il modo di mangiare.

2) Interventi di restrizione gastrica con associato by-pass duodeno-digiunale (bypass gastrico).

Agiscono in parte come i precedenti, ma in questo caso il cibo non transita più nel primo tratto dell’intestino tenue, che viene appunto by-passato chirurgicamente. Questo provoca una maggior riduzione del senso di fame, almeno nel primo anno dopo l’intervento. Il by-pass può interferire con l’assorbimento di alcuni elementi (ferro, calcio) che vanno quindi introdotti come supplementi.

3) Interventi di restrizione gastrica con associato malassorbimento (diversione biliopancreatica, interventi di “duodenal switch”, by-pass bilio-intestinale). In questo caso la riduzione dello stomaco è minore e l’elemento più importante dell’intervento è il by-pass di gran parte dell’intestino. Il meccanismo che provoca il calo di peso è quindi la riduzione dell’assorbimento di quello che il paziente mangia. Il cibo ingerito ma non assorbito viene eliminato per via fecale. Vi sono deficit di assorbimento anche di nutrienti importanti per il benessere fisico (proteine, vitamine, ferro, calcio). Il paziente deve assumere supplementi di tali nutrienti per tutta la vita (Parini U. 2004).

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4. PSICOPATOLOGIA ED OBESITA’

E’ ancora ampiamente dibattuto se l'obesità ed i disturbi mentali siano correlati. Petry e colleghi, utilizzando i dati dal National Epidemiologic Survey on Alcohol and Related Conditions (NESARC), hanno rilevato una maggior prevalenza di disturbi dell’umore e di ansia degli ultimi 12 mesi nel gruppo di soggetti obesi rispetto al gruppo dei soggetti normopeso. Questi risultati sono in accordo con quelli ottenuti da un’indagine di Scott e colleghi effettuata utilizzando il Composited International Diagnostic Interview (CIDI 3.0). Questo studio trasversale si proponeva di indagare l’esistenza di un’associazione tra obesità e disturbi mentali nella popolazione generale e i potenziali moderatori, come le variabili demografiche, di questa eventuale associazione. Da tale ricerca è stata riscontrata un’associazione significativa tra obesità e Disturbo Depressivo Maggiore (OR=1,27), Disturbo bipolare (OR=1,47), Disturbi d’ansia (OR=1,46) come il Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) (OR=2,64), il Disturbo di Panico e Agorafobia (OR=1,27). Le variabili socio demografiche influenzavano l’associazione tra obesità e disturbi dell’umore mentre non veniva influenzata significativamente l’associazione tra obesità e disturbi d’ansia (Scott K.M. e coll., Journal of Psycosom. Research 2008).

Uno studio ulteriore, utilizzando il questionario HSCL-25, ha rivelato che l’obesità in età adolescenziale è fattore di rischio per lo sviluppo di depressione in età adulta così come soggetti di sesso maschile con obesità addominale hanno

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un rischio 1,76 volte maggiore di manifestare sintomi depressivi rispetto ai pazienti non obesi e di sesso femminile (Herva A. e coll., 2006).

Altri studi, invece, non hanno riscontrato una associazione significativa tra obesità e disturbi mentali. Ad esempio in uno studio del 2006, 4181 soggetti tra 18 e 65 anni sono stati reclutati per valutare un’eventuale relazione tra obesità e disturbi psichiatrici. Non veniva rilevata una maggior incidenza di patologia psichiatrica tra i soggetti obesi del campione, rispetto ai non obesi. Nei soggetti del campione in esame, inoltre, l’obesità risultava associata con malattie somatiche e con un basso stato socio economico, tuttavia i soggetti obesi erano più frequentemente sposati o con un partner e meno frequentemente divorziati: probabilmente questa condizione spiegava l’assenza di correlazione tra problemi psicologici ed obesità. (Hach 2006).

Tuttavia studi condotti su soggetti affetti da obesità di 3° grado hanno rilevato una più alta prevalenza di patologie psichiatriche rispetto a studi effettuati su pazienti con grado inferiore di obesità sebbene le percentuali riscontrate oscillassero ampiamente (Rosemberg 2006). Infatti Sarwer e colleghi avevano notato che la percentuale di soggetti con anamnesi psichiatrica positiva variava dal 20% al 70% in studi condotti su candidati alla chirurgia bariatrica. Gli stessi ricercatori, inoltre, avevano osservato che, in un campione di 90 soggetti obesi che si sarebbero sottoposti all’intervento chirurgico, la percentuale di paziente con diagnosi psichiatrica era del 64,4% ed in più della metà dei soggetti veniva riscontrata più di una patologia psichiatrica. Depressione e Binge Eating

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Disorder erano le due diagnosi più frequenti (rispettivamente del 28% e del 24%) (Sarwer 2004). In un altro studio il 66% dei partecipanti aveva almeno un disturbo di asse I in anamnesi ed il 38% presentava una patologia psichiatrica in atto (Kalarchian 2007). Dai dati ricavati dalle suddette ricerche emerge che i più comuni disturbi diagnosticati in candidati alla chirurgia bariatrica sono in ordine decrescente disturbi dell’umore, ansia, disturbi della condotta alimentare e da uso di sostanze (Sarwer 2004; Rosemberg 2006).

Nella pratica clinica sono incontrate regolarmente altre forme di disturbi dell’alimentazione: forme atipiche, sindromi parziali e sottosoglia. Questi stili alimentari anomali, pur non rispettando i criteri diagnostici, hanno un impatto

significativo sul funzionamento quotidiano (Saunders 2004).

Ricerche che coinvolgono popolazioni non-cliniche suggeriscono che la prevalenza di sindromi parziali è superiore a quella di disturbi alimentari a piena espressività (Shisslak CM 1995) e che i soggetti con sindrome parziale spesso presentano lo stesso comportamento disturbato di quelli con sindrome di piena, tuttavia di grado inferiore per frequenza o gravità (Striegel-Moore 2000). Nella pratica clinica sono frequentemente osservati episodi di abbuffate soggettive caratterizzate dall’ingestione di piccole quantità di cibo per un periodo di tempo prolungato associate alla sensazione di perdita di controllo; questo pattern alimentare è comunemente denominato "grazing". Si tratta di un modello che può essere considerato un disturbo alimentare sotto-soglia ed è stato descritto in letteratura in pazienti con bypass gastrico, sia precedentemente

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(Burgmer R 2005, Saunders R 1999) che successivamente all’intervento chirurgico (Saunders 2004). Mentre certe abitudini alimentari possono migliorare per alcuni pazienti dopo l'intervento, soprattutto nel breve termine, alcuni studi hanno dimostrato che i disturbi alimentari tendono a persistere dopo l'intervento chirurgico e sono legati a una scarsi risultati e sono associati a un maggior incremento ponderale post-chirurgico. (Hsu LKG 1997, Kalarchian 2002).

In un studio di Saunders del 2001, la prevalenza di soggetti che incontravano i criteri del DSM-IV per il Binge Eating Disorder era il 30% dei pazienti candidati al bypass gastrico. Se fossero state incluse sindromi parziali, la percentuale sarebbe stata molto più alta. È pertanto importante che sia ampliata la gamma di disturbi alimentari da studiare, sia prima che dopo la chirurgia bariatrica in modo che possano essere sviluppati interventi appropriati.

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5. TEMPERAMENTO ED OBESITA’

Il temperamento è la disposizione affettiva fondamentale e caratteristica di ogni persona, si connota per i livelli di energia, per la qualità dell’umore abituale, per l’intensità con cui sentimenti ed emozioni vengono vissuti ed espressi, per il grado di risonanza affettiva nei confronti di avvenimenti interni ed esterni (Maina G. e coll. 2007).

Sono stati condotti varie ricerche al fine di analizzare la relazione tra i tratti temperamentali e i diversi quadri psicopatologici. L’ipotesi che il tipo di temperamento possa predisporre o costituire un fattore di rischio o servire come substrato per lo sviluppo di una psicopatologia manifesta, è stato confermato anche dai risultati di vari studi clinici: infatti la letteratura classica e quella più recente oltre agli studi empirici, sperimentali e sistematici, dimostrano come i temperamenti affettivi possano essere considerati strumenti validi per identificare la vulnerabilità ai disturbi dell’umore (Cassano 1989, Tohen 2006). L’attenzione al temperamento e la relazione esistente fra i tratti temperamentali e i differenti quadri psicopatologici, è diventata oggetto sempre più frequente di studio e approfondimento; tuttavia, mentre esiste un’ampia letteratura sulle relazioni tra temperamento e disturbi dell’umore (Koukopoulos 2006, Akiskal 2005), risulta essere scarsa quella che contempla il rapporto tra i temperamenti affettivi e disturbi della condotta alimentare. Molti lavori hanno valutato i tratti temperamentali di soggetti con disturbi del comportamento alimentare (Fassino 2002, Ramacciotti C.E 2004), avvalendosi di strumenti come quelli forniti da

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Cloninger: Il Temperament and Character Inventory (TCI) è lo strumento psicometrico più utilizzato per studiare le differenze personologiche, temperamentali e caratterologiche nei Disturbi della Condotta Alimentare (DCA); tuttavia tale scala, pur approfondendo la conoscenza sui tratti di personalità, sul temperamento e sul carattere nelle varie sotto diagnosi dei DCA, non utilizza una terminologia affettiva. Altri studi hanno utilizzato strumenti che consentono di individuare i soggetti con temperamento ipertimico, irritabile, ciclotimico, depressivo ed ansioso. In uno studio del 2004 sono stati confrontati due gruppi di pazienti, uno con anoressia nervosa restricter, uno con binge eating, con un gruppo di controllo: i soggetti con binge eating erano caratterizzati da temperamenti depressivi e ipertimici, inoltre presentavano percentuali di temperamento ciclotimico più elevate rispetto ai controlli (Ramacciotti C.E. 2004). In un recente studio la prevalenza di un temperamento affettivo era significativamente più alta nei pazienti con Anoressia e Bulimia Nervosa rispetto ai soggetti senza tale diagnosi (Lunde 2009).

Un unico lavoro, non limitandosi a valutare le suddette associazioni, ha preso in considerazione un’eventuale relazione tra obesità grave e temperamenti affettivi: il suddetto studio ha esaminato 213 pazienti con obesità morbosa paragonandoli a un gruppo di controllo; nei soggetti obesi non solo era presente una maggior comorbidità psichiatrica ma erano osservate più frequentemente disregolazioni temperamentale in particolare i temperamenti ciclotimico, irritabile e ansioso (Amann 2009).

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6. SCOPO DELLA TESI

Lo scopo di questa tesi è la descrizione, in un campione di pazienti affetti da obesità, candidati ad un intervento di chirurgia bariatrica, della prevalenza di diagnosi di Asse I, temperamenti affettivi, dimensioni dello spettro dei disturbi della condotta alimentare; inoltre lo scopo della tesi è la valutazione della correlazione tra il peso corporeo ed il genere con le suddette caratteristiche psicopatologiche.

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7. MATERIALE E METODO

I soggetti sono stati reclutati tra i pazienti ricoverati presso l'U.O. Medicina generale 3 e consecutivamente inviati al servizio di consulenza per la chirurgia bariatrica della U.O. Psichiatria 2.

Tra questi pazienti è stato selezionato un gruppo in base ad alcuni criteri di inclusione (Età compresa tra i 18 e gli 80 anni, Capacità di comprendere e parlare la lingua italiana, Indicazione preliminare all'intervento di chirurgia bariatrica, Capacità di fornire un consenso informato scritto, Disponibilità a sottoporsi a visite di controllo a cadenza regolare, Capacità di mostrarsi collaborante, comprendere le procedure e lo scopo dello studio) e di esclusione (Presenza di dipendenza da sostanze, Presenza di gravi sintomi psicotici, Incapacità di fornire un consenso informato scritto, Ritiro del consenso da parte del paziente).

I pazienti sono stati sottoposti ad un colloquio clinico con finalità diagnostiche secondo i criteri del DSM-IV. Tale diagnosi è stata confermata mediante somministrazione di MINI e della parte 2 della Boston Interview for Gastric Bypass per la diagnosi di BED.

Sono stati rilevati i dati demografici ed antropometrici e registrati l’eventuale trattamento psicofarmacologico e la familiarità psichiatrica. E’ stata indagata l’abitudine dei pazienti al fumo.

Per valutare il peso corporeo è stato utilizzato l’Indice di Massa Corporea (BMI) al momento dell’ammissione in reparto.

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L’indice di massa corporea, detto anche indice di Quetelet, risulta il più affidabile, tra tutti i metodi indiretti proposti per valutare il grasso corporeo. Esso si ottiene dividendo il peso corporeo, espresso in kg, per il quadrato dell’altezza espressa in metri.

BMI = Peso (kg) h² (m)

I temperamenti affettivi sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo derivante da uno studio effettuato su una popolazione di 1010 studenti valutati con la TEMPS-I; tale scala è stata validata con la TEMPS-A eccetto che per il temperamento ansioso.

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8. STRUMENTI PSICODIAGNOSTICI

Gli strumenti utilizzati per la valutazione psichiatrica sono stati:

1. La Mini International Neuropsychiatric Interview (M.I.N.I.) versione 5.0.0 per la diagnosi di Asse I

2. La versioni autosomministrata dell’Intervista Clinica Strutturata per lo Spettro Anoressico-Bulimico (SCI-ABS-SR) Lifetime

3. Questionario in autosomministrazione per la valutazione temperamentale (Affective Temperament Evaluation-Memphis, Pisa, Paris, and San Diego Autoquestionnaire - TEMPS-A)

4. La Symptom Check List90 SCL90 (o SelfReport Symptom Inventory -Revised - SCL-90-R)

5. Boston Interview for Gastric Bypass (Area 2) per la diagnosi di Binge Eating Disorder.

M.I.N.I.:

Il M.I.N.I. è stato progettato come intervista strutturata breve per i disturbi psichiatrici, sia per l’Asse I del DSM-IV che per l’ICD-10: nella versione 5.0.0 consente la diagnosi di 16 disturbi, 14 di asse I (Episodio Depressivo Maggiore, Distimia, Episodio (Ipo)Maniacale, Disturbo di Panico, Agorafobia, Fobia Sociale, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo PostTraumatico da Stress, Dipendenza/Abuso alcolico, Dipendenza/Abuso di Sostanze, Disturbi Psicotici, Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo d’Ansia Generalizzata), un

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disturbo di asse II, il Disturbo Antisociale di Personalità, incluso per la sua stabilità nel tempo, per la consistenza dimostrata nei vari disturbi di personalità e per il suo impatto sulla clinica e sulla prognosi, ed il Rischio Suicidario. Non è consentita la diagnosi di Distimia in presenza di una Depressione Maggiore attuale e di Disturbo d’Ansia Generalizzata in presenza di una qualsiasi altra diagnosi di disturbo d’ansia.

Nel M.I.N.I. l’attenzione è focalizzata sui sintomi attuali (con l’eccezione del disturbo bipolare, per il quale è rilevante sapere se un soggetto con un episodio depressivo in corso ha nell’anamnesi un episodio maniacale o ipomaniacale), senza domande relative alla disabilità, ai rapporti con la patologia somatica e con l’uso di sostanze.

SCI-ABS-SR:

Lo SCI-ABS-SR è costituito da 9 Domini: Attitudini e convinzioni (1), Storia del peso (2) , Autostima (3), Fobie (4), Comportamenti evitanti e compulsivi (5), Mantenimento del peso (6), Discontrollo sul cibo (7), Aspetti associati e conseguenze (8), Compromissione ed insight (9); Il Dominio 7 valuta gli stili alimentari anomali ed in particolare l’item 89 “Nella sua vita, ha mai avuto lunghi periodi (almeno un mese) in cui mangiava continuamente nell’arco della giornata, tanto da ingerire una quantità di cibo decisamente maggiore di quella che le persone generalmente mangiano?” è stato utilizzato per confermare la presenza di grazing lifetime.

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TEMP-A versione breve:

la Temperament Evaluation Memphis, Pisa, Paris e San Diego (TEMPS-A) è un test autosomministrato, sotto forma di questionario, ideato e messo a punto da Akiskal e dai suoi collaboratori. Tale strumento è composto da 39 item a risposta dicotomica vero/falso che discriminano i temperamenti ciclotimico, distimico, irritabile, ipertimico, ansioso. Analisi statistiche hanno consentito di individuare per ogni scala un cut-off che identifica il tipo di temperamento del soggetto valutato. La versione breve è stata validata in Italia da Petri e collaboratori nel 2009. Nella presente tesi è stato considerato cut-off media più una ds, poiché la numerosità del campione è limitata; la media più due ds è stata utilizzata per individuare soggetti con tratti molto più marcati di temperamento.

SCL-90:

La Symptom Check List-90 - SCL-90 (o Self-Report Symptom Inventory - Revised - SCL-90-R), che deriva dalla Hopkins Symptom Check List - HSCL, è una scala per l’autovalutazione della sintomatologia psichiatrica in generale. È composta da 90 item che riflettono le 9 dimensioni che sottendono la maggior parte dei sintomi che si osservano nei pazienti psichiatrici ambulatoriali, cioè non gravemente psicotici.

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La scala misura la sintomatologia dell’ultima settimana e fino al momento della valutazione.

Gli item, valutati su di una scala da 0 (per niente) a 4 (moltissimo), vengono raggruppati in 9 cluster (Somatizzazione, Ossessività-Compulsività, Sensitività interpersonale, Depressione, Ansia, Rabbia-Ostilità, Ansia fobica, Ideazione paranoidea, Psicoticismo). La Somatizzazione riflette il disagio derivante dalle percezioni corporee. Molti dei sintomi valutati sono inclusi nei criteri diagnostici di disturbi d'ansia ed hanno un'alta prevalenza nei disturbi che suggeriscono un’eziologia funzionale. Tuttavia tutti questi sintomi possono, naturalmente, essere indicativi di una malattia fisica. L’Ossessività riflette i sintomi tipici del disturbo ossessivo-compulsivo. Sensibilità interpersonale: si concentra sui sentimenti di inadeguatezza personale e di inferiorità nel confronto con gli altri. Depressione ed Ansia: in queste dimensioni sono compresi la maggior parte dei sintomi tipici delle sindromi depressive e delle manifestazioni dell’ansia compresi alcuni correlati somatici. Ostilità: sono valutati pensieri, sentimenti, o azioni caratteristiche dello stato di rabbia come l'aggressività e l‘irritabilità. L’ansia fobica valuta manifestazioni di agorafobia. L’ideazione paranoide valuta alterazioni del contenuto del pensiero (sospettosità, diffidenza, grandiosità, autoriferimento, la paura della perdita di autonomia e deliri). Il costrutto Psicoticismo fornisce un continuum da lieve alienazione interpersonale alla drammatica evidenza di psicosi. Comprende elementi quali il

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ritiro, l'isolamento e uno stile di vita schizoide così come sintomi di primo rango della schizofrenia, quali allucinazioni e furto del pensiero.

Sono presenti elementi aggiuntivi (7 fattori) che contribuiscono ai punteggi globali del questionario, ma non sono segnati collettivamente come dimensione. Essi in primo luogo riguardano disturbi dell'appetito e del sonno. Il valore soglia di significatività clinica per ogni fattore è maggiore o uguale a 1. La scala fornisce, inoltre, 3 indici, il General Symptomatic Index (GSI), rappresentato dalla somma dei punteggi diviso per il numero degli item, il Positive Symptom Total (PST), che è il numero degli item segnati con un punteggio diverso da zero, ed il Positive Symptom Distress Index (PSDI), rappresentato dal rapporto fra il punteggio totale ed il PTS.

BOSTON INTERVIEW for Gastric Bypass:

La Boston Interview for Gastric Bypass è un’intervista semistrutturata utilizzata per la valutazione pre-chirurgica di bypass gastrico. L'intervista raccoglie le informazioni in 7 aree di valutazione: 1) storia del peso, delle diete e della nutrizione, 2) comportamenti alimentari, 3) anamnesi patologica, 4) capacità di comprensione delle procedure chirurgiche, dei rischi, e del regime post-chirurgico, 5) motivazioni ed aspettative riguardo all'outcome post-chirurgico, 6) relazioni e sistemi di supporto, 7) anamnesi psichiatrica.

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9. ANALISI STATISTICHE

I dati raccolti sono stati registrati in un database costruito appositamente, organizzati ed esportati in un formato standard pronto ad essere elaborato in SPSS (Chicago 2007). I dati sono stati analizzati con test statistici generali per la determinazione degli indici di tendenza centrale (Media) e della significatività nella differenza tra i gruppi selezionati (T test di Student, Test del Chi-Quadro). Il confronto tra soggetti con temperamento ipertimico e soggetti con un altro temperamento è stato effettuato con il Test di Mann-Whitney per dati appaiati.

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10. RISULTATI

Il campione è costituito da 67 soggetti di cui 49 di sesso femminile e 18 di sesso maschile. L’età media del campione era di 45,07 anni con un’età minima di 18 e una massima di 68.

Il BMI medio dei pazienti è stato di 47,63 Kg/m² con un massimo di 76,00 kg/m² e un minimo di 30,00 kg/m² .

Dai dati socio-demografici è risultato che 2 soggetti non avevano alcun titolo di studio, 5 avevano conseguito la licenza elementare, 21 licenza media, 27 diploma di scuola superiore, 12 laurea; 18 soggetti non si erano mai sposati, 9 erano separati divorziati o vedovi, e 40 erano coniugati o convivevano. Il 36,4% non aveva figli; 5 pazienti erano in cerca di occupazione, 5 pazienti studenti, 12 casalinghe, 9 operai, 6 commercianti, 15 impiegati, 7 imprenditori, 8 pensionati. 35 pazienti non avevano mai fumato, 19 paziente erano fumatori e 11 ex fumatori. Il 40,3 % dei pazienti ha riferito familiarità positiva per disturbi psichiatrici; 10 pazienti effettuavano terapia farmacologica al momento della valutazione e 4 pazienti psicoterapia. 9 soggetti avevano già effettuato in passato un intervento di chirurgia bariatrica. Il 43,2% dei partecipanti allo studio aveva presentato nel corso della vita un disturbo psichiatrico di Asse I; nel 11,9% dei soggetti era presente un disturbo in atto. Il 6% dei pazienti presentava un episodio depressivo in atto al momento della valutazione, il 29,9 % mostrava un’anamnesi positiva per episodio depressivo maggiore. 2 pazienti avevano un episodio ipomaniacale in anamnesi, 1 paziente un episodio maniacale pregresso.

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1 paziente presentava un disturbo da attacchi di panico senza agorafobia, 2 pazienti pur non mostrando un disturbo conclamato presentavano attacchi di panico paucisintomatici. 13 pazienti avevano diagnosi positiva per panico life time, nessun soggetto era agorafobico. Il 8,9% dei soggetti del campione aveva un’anamnesi positiva per binge eating disorder di cui solo un paziente presentava tale patologia in atto al momento della valutazione. Nel 37,3% dei soggetti era presente grazing. Un soggetto del campione era affetto da disturbo ossessivo-compulsivo. Nessun paziente presentava al momento della valutazione episodio depressivo maggiore con manifestazioni melanconiche, distimia, rischio suicidiario, episodi maniacali ed ipomaniacali, disturbo dell’umore con sintomi psicotici, sintomi psicotici in atto né pregressi, fobia sociale, disturbo d’ansia generalizzato, abuso e dipendenza di alcool e sostanze, anoressia nervosa attuale, bulimia nervosa attuale, disturbo antisociale di personalità. Per quanto riguarda i temperamenti affettivi in 15 pazienti (22,4%) era rappresentato il temperamento ciclotimico, in 10 pazienti quello distimico (14,9%), in 11 soggetti il temperamento irritabile (16,4%), in 8 l’ ipertimia (11,9%), in 14 il temperamento ansioso (20,9%). Tra questi soggetti sono stati individuati pazienti con tratti molto più marcati di temperamento: 1 soggetto per il temperamento ciclotimico, 2 per quello distimico, 4 per l’irritabile, nessun soggetto per i temperamenti ipertimico ed ansioso. All’SCL-90 punteggi maggiori o uguali a 1 erano presenti nel 44,8% dei soggetti per la Somatizzazione, nel 45,8% per i Disturbi del sonno, nel 23,9% per l’Ossessività,

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nel 23,9% per la Depressione, nel 22,4% per l’Ideazione paranoide nel 20,9% per la Sensitività interpersonale, nel 19,4% per l’Ansia, nel 7,5% per la Rabbia ostilità, nel 6,0% per l’Ansia fobica, nel 1,5% per lo Psicoticismo.

Il 64,2% dei soggetti del campione aveva un BMI inferiore a 50, il 35,8% dei soggetti era super-obeso. Confrontando i due gruppi di pazienti è stata rilevata significatività statistica per quanto riguarda i temperamenti ciclotimico ed irritabile che risultavano maggiormente rappresentati nel gruppo con BMI<50 con rispettivamente p = 0,039 e p = 0,043. Il 33,3% dei superobesi presentava un disturbo psichiatrico al momento della valutazione, mentre solo il 2,3% dei soggetti con BMI inferiore a 50 aveva in atto una patologia psichiatrica conclamata. 8 delle 9 dimensioni valutate dall’SCL-90 sono simili nei suddetti gruppi di pazienti. Risulta, invece, una differenza significativa per quanto riguarda la dimensione ossessività-compulsività: i soggetti con grado di obesità fino al 3 avevano un punteggio di 0,69±0.58, mentre i soggetti con BMI ≥50 avevano una media di 0,40±0,43 (p = 0,041). E’ statisticamente significativa la differenza tra maschi e femmine nei due gruppi del campione in studio: tra gli obesi con BMI <50 l’81,4 % sono di sesso femminile ed il 18,6 % di sesso maschile, nel gruppo con BMI ≥50 il 58,3% sono femmine ed il 41,7 sono maschi (p = 0,041).

Altri valori pur non raggiungendo la sensibilità statistica sono maggiori nel gruppo dei pazienti super-obesi: gli attacchi di panico paucintomatici in atto sono stati rilevati solo in 2 pazienti entrambi con BMI ≥50 (p = 0.055). Inoltre

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agli item di ansia fobica tali soggetti avevano un punteggio più alto rispetto al gruppo con BMI <50: i soggetti con obesità di terzo tipo hanno una media di 0,19±0,25, il gruppo dei super obesi presenta una media di 0,36±0,44 (p = 0,057). Non sono emerse differenze in relazione al peso tra i vari domini dello SCI-ABS.

Analizzando le differenze di genere è presente significatività statistica per quanto riguarda i soggetti con tratti più marcati di temperamento irritabile che risulta più frequente nei maschi (p = 0,025). Non sono state rilevate altre significatività nella distribuzione dei temperamenti tuttavia i soggetti con temperamento ipertimico sono più rappresentati tra i maschi (4 su 18) che tra le femmine (4 su 49) anche se tale differenza non raggiunge la sensibilità statistica. Dal confronto tra i soggetti di sesso femminile e maschile emergono altre differenze. Le donne riferivano una familiarità psichiatrica nel 49% dei casi, mentre solo il 16,7 % degli uomini avevano una familiarità psichiatrica positiva (p=0,017). Le donne, inoltre, raggiungevano punteggi più alti degli uomini agli item dell’SCL-90 che valutano la sensitività interpersonale (p=0,040). Altri risultati, pur non essendo statisticamente significativi, mostrano differenze tra i generi. Gli uomini avevano punteggi medi più bassi al dominio riguardante la fobia, mentre le donne avevano punteggi più alti agli item dell’SCL-90 che misurano l’intensità dei sintomi ossessivi e depressivi. Non si riscontrano differenze di genere statisticamente rilevanti per quanto riguarda le diagnosi di Asse I in atto, tuttavia i soggetti di sesso femminile presentavano una maggior

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prevalenza di disturbi psichiatrici sia al momento della valutazione che in anamnesi.

Analizzando le differenze tra i soggetti ipertimici ed i soggetti con un qualsiasi altro temperamento sono emerse alcune significatività. Per quanto riguarda i domini dello sci-abs attitudini e credenze e storia del peso i soggetti non ipertimici avevano punteggi più alti (rispettivamente p=0,029 e p=0,009). I soggetti non ipertimici hanno mostrato punteggi medi più alti a tutti i domini dell’scl-90 anche se raggiungevano la sensibilità statistica le seguenti dimensioni: ossessività, sensitività interpersonale, depressione, ansia, ansia fobica, psicoticismo; differenze significative sono state riscontrate anche tra gli indici gsi e pts dell’scl-90. Solo i soggetti non ipertimici hanno avuto un episodio depressivo in anamnesi (p=0,009).

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11. DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

I nostri risultati indicano che la prevalenza lifetime di un disturbo di Asse I è del 43,2%. Questi risultati sono in accordo con i dati riportati da altri studi in cui le percentuali di diagnosi di Asse I lifetime oscillano tra il 20 ed il 70% (Sarwer 2004): in una ricerca condotta a Pisa nel 2007 veniva rilevata una percentuale più bassa (37,6%) (Mauri 2008), mentre in uno studio americano la prevalenza era molto più elevata (66%) (Kalarchian 2007). In quest’ultimo studio veniva riscontrata, inoltre, un’associazione positiva tra il BMI e la psicopatologia di Asse I ma non con il genere. Nel presente studio, anche se non in modo significativo dal punto di vista statistico, la prevalenza di diagnosi di Asse I aumenta in relazione al peso raggiungendo il 50% nei soggetti super obesi; neanche in questo studio sono state riscontrate differenze di genere che raggiungono la sensibilità statistica.

La frequenza dei soggetti con diagnosi di disturbo mentale in atto è dell’11,9%: tale percentuale è notevolmente più bassa rispetto a quella riscontrata dai suddetti autori. Tuttavia, in questo studio sono stati reclutati pazienti ricoverati e preliminarmente valutati a livello ambulatoriale dove si è verificato un primo screening: i soggetti con abuso di alcool e di sostanze e con condotte di eliminazione quali il vomito autoindotto venivano indirizzati verso un trattamento conservativo per la perdita di peso ed ai pazienti con marcata psicopatologia in atto veniva consigliata la presa in carico da parte di uno specialista.

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Paragonando i pazienti con BMI inferiore a 50 con i super obesi risulta statisticamente significativa la maggior prevalenza di malattia psichiatrica in atto nei soggetti con BMI superiore a 50. Questo dato è in accordo con la correlazione positiva tra patologia psichiatrica in atto e BMI trovata dal sopracitato studio di Kalarchian. La psicopatologia è stata valutata anche attraverso lo studio dei trattamenti farmacologici o psicoterapici dei soggetti candidati alla chirurgia bariatrica (Dixon 2003, Glinski 2001). In questo studio il 20,9% dei soggetti effettuava terapia psicofarmacologica o psicoterapia al momento dell’assessment. Questa percentuale è in linea con i dati della letteratura in cui dal 12 al 28% dei pazienti riferiva prima dell’intervento di effettuare una terapia per un disturbo psichiatrico (Sarwer 2004).

Abbiamo paragonato la prevalenza dei temperamenti affettivi del nostro campione con quella rilevata in uno studio effettuato su 1010 studenti (Placidi 1998). I candidati alla chirurgia bariatrica presentavano rispetto ai soggetti non bariatrici percentuali più alte di temperamento ciclotimico ed irritabile (rispettivamente 22,4% vs 5,3% e 16,4% vs 5,4%) mentre il temperamento ipertimico era meno rappresentato (11,9% vs 31,8%). Questi risultati sono in accordo con i dati presentati dallo studio di Amann del 2009 in cui l’associazione tra temperamento ciclotimico, irritabile ed ansioso e soggetti obesi è statisticamente significativa rispetto ad un gruppo di controllo. Una recente ricerca (Vasquez 2011) che ha studiato il temperamento nella popolazione generale ha rilevato un’associazione tra i diversi temperamenti: nel

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campione complessivo è stata osservata una correlazione positiva tra i temperamenti ciclotimico ed irritabile e tra il depressivo e l’ansioso.

Tali correlazioni significative supportano e confermano ciò che è stato evidenziato da studi precedenti, cioè che i cinque temperamenti non sono indipendenti l’uno dall’altro. Solo il temperamento ipertimico è stato dimostrato indipendente dagli altri quattro (Blöink et al., 2005; Karam et al., 2005; Rózsa et al., 2008; Vázquez et al., 2007), mentre c’è stata una forte associazione tra il depressivo, l’ansioso, l’irritabile ed il ciclotimico (Rózsa et al., 2008) con correlazioni più forti tra temperamenti depressivo ed ansioso, ciclotimico ed irritabile e temperamento ansioso ed irritabile (Blöink et al., 2005; Rózsa et al., 2008). Alcuni studi hanno riportato anche la correlazione tra temperamento ansioso e ciclotimico (Blöink et al., 2005; Karam et al., 2005).

Sulla base di queste ricerche abbiamo confrontato le differenze tra soggetti ipertimici e soggetti che presentavano un temperamento diverso da quello ipertimico: tali pazienti mostrano un peggior livello di psicopatologia generale e del pattern alimentare valutato dai primi due domini dello SCI-ABS. I limiti di questo confronto consistono nella scarsa numerosità dei soggetti appartenenti ai due gruppi: sarebbe necessario un campione più ampio per valutare come il temperamento influenza i disordini alimentari e gli stili alimentari anomali. Dal confronto tra soggetti con obesità fino al terzo grado e superobesi emerge in quest’ultimo gruppo una minor prevalenza di temperamenti ciclotimici ed irritabili e più bassi livelli di ossessività; è stata osservata, inoltre, una differenza

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statisticamente significativa tra il genere maschile e quello femminile, molto più rappresentato nel gruppo con BMI inferiore a 50. Per studiare questi risultati è stato effettuato un confronto tra i generi: non sono emerse significatività statistiche nei temperamenti, (eccetto per i soggetti con tratti più estremi di temperamento irritabile più rappresentati nel gruppo dei maschi) né nella psicopatologia se non una maggior familiarità psichiatrica ed sensitività interpersonale nel genere femminile. Per spiegare, quindi, le differenze tra obesi e super obesi sarebbero necessarie ulteriori ricerche volte ad indagare alterazioni metaboliche e neuropsicologiche ed un follow up post chirurgico per valutare eventuali variazioni della psicopatologia e dei temperamenti in relazione alla riduzione del BMI.

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12. TABELLE

Tab 1: Età media del campione (range 18-68 anni)

Età media totale 45,07 anni

Età media maschi 46,72 anni

Età media femmine 44,47 anni

Tab 2: BMI medio del campione (43 Soggetti con BMI<50; 24 Soggetti con BMI≥50)

BMI medio totale 47,63 Kg/m²

BMI medio maschi 49,45 Kg/m²

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Tab 3: Caratteristiche demografiche del campione totale (Soggetti 67; Maschi 18; Femmine 49) Non coniugati 26,8% Coniugati 59,7% Divorziati/Separati 7,5% Vedovi 6,0% Disoccupati 7,5% Occupati 55,2% Studenti/Casalinghe/Pensionati 37,3% Con figli 63,6% Senza figli 36,4% Laurea 17,9%

Diploma Scuola Superiore 40,3%

Licenza Media 31,3%

Licenza Elementare 7,5%

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Tab 4: Diagnosi confermate con il M.I.N.I. 5.0.0

DIAGNOSI LIFETIME IN ATTO

EDM 29,9% 6,0%

Episodio Ipomaniacale 3,0% 0%

Episodio Maniacale 1,5% 0%

Disturbo Di Panico 19,4% 1,5%

Attacchi di Panico Paucisintomatici NV 3%

DOC NV 1,5% EDM_con_Manifestazioni_Melancoliche NV 0% Distimia NV 0% Rischio di Suicidio NV 0% Fobia Sociale NV 0% PTSD NV 0% Dipendenza Alcolica NV 0% Abuso Alcolico NV 0% Dipendenza da Sostanze NV 0% Abuso di Sostanze NV 0% Sindrome Psicotica 0% 0%

Disturbo dell’Umore con manifestazioni psicotiche NV 0% GAD NV 0% Anoressia Nervosa NV 0% Bulimia Nervosa NV 0% Anoressia Binging-Purging NV 0%

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Tab 5: Disturbi Alimentari BED Lifetime

BED

7,5%

BED Attuale 1,5%

Grazing Lifetime 37,3%

SCI-ABS Eating Discontrol (media) 8,2

Tab 5 bis: Terapia in atto Terapia psicofarmacologica BED

14,9%

Psicoterapia 6,0%

Totale soggetti in terapia 20,9%

Totale diagnosi lifetime 43,2% ed in atto 11,9%

Tab 6: SCL-90 SCL_90 >1 >2 Somatizzazione 44,8% 3% Ossessività 23,9% 1,5% Sensitività Interpersonale 20,9% 6% Depressione 23,9% 4,5% Ansia 19,4% 1,5% Rabbia ostilità 7,5% 0% Ansia fobica 6% 0% Psicoticismo 1,5% 0% Ideazione Paranoide 22,4% 1,5%

Disturbi del sonno 45,8% 10,4%

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Tab 7: Temperamenti affettivi

TEMPERAMENTI + 1DS +2 DS CICLOTIMICO 22,4% 1,5% DISTIMICO 14,9% 3% IRRITABILE 16,4% 6% IPERTIMICO 11,9% 0% ANSIOSO 20,9% 0%

Tab 8: Temperamenti affettivi

TEMPERAMENTI Campione 67 Controlli 1010 Chi-quadro p CICLOTIMICO 15 54 30.43 <0.001 DISTIMICO 10 249 3.25 0.071 IRRITABILE 11 55 13.15 <0.001 IPERTIMICO 8 321 11.66 0.001

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Tab 9: Differenze in relazione al peso (*p<0,05)

OBESI BMI<50 SUPEROBESI BMI≥50

TEMPERAMENTO CICLOTIMICO* 30,2% 8,3% TEMPERAMENTO IRRITABILE* 23,3% 4,2% TEMPERAMENTO DEPRESSIVO 16,3% 12,5% TEMPERAMENTO ANSIOSO 23,3% 16,7% TEMPERAMENTO IPERTIMICO 11,6% 12,5% SCL_Ossessività* 0,6860±0,57883 0,4042±0,42883 Femmine* 81,4% 58,3% Maschi* 18,6% 41,7% Diagnosi life-time 41,9% 50,0% Diagnosi in atto* 2,3% 33,3% SCI_ABS eating_discontrol 8,2791±5,15625 8,0833±5,07266 Attacchi di Panico Paucisintomatici 0% 8,3% SCL_Ansia Fobica 0,1927±0,25304 0,3571±0,44383

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Tab 10: Differenze di genere (*p<0,05)

FEMMINE MASCHI Familiarità psichiatrica* 49,0% 16,7% SCL_Sensitività_interpersonale* 0,6599±0,69256 0,3025±0,33182 TEMPERAMENTO IRRITABILE 2 DS* 2,0% 16,7% TEMPERAMENTO IRRITABILE 14,3% 22,2% TEMPERAMENTO IPERTIMICO 8,2% 22,4% TEMPERAMENTO CICLOTIMICO 22,4% 22,2% TEMPERAMENTO DISTIMICO 16,3% 11,1% Fumatori* 25,5% 38,9% Ex Fumatori* 10,6% 33,3% Non fumatori* 63,8% 27,8% Diagnosi life-time 51,0% 27,8% Diagnosi in atto 14,3% 11,1% SCI-ABS Eating_Discontrol 8,2245±4,95927 8,1667±5,57568

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Figura

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