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L' Arma dei carabinieri e la sfida della modernità. La sicurezza fra tradizione, rivoluzione tecnologica, e società civile

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UNIVERSITÀ DI PISA

DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE

Corso di Laurea in Sociologia e Management dei Servizi Sociali Classe LM-88

TESI DI LAUREA

L' ARMA DEI CARABINIERI E LA SFIDA DELLA MODERNITÀ La sicurezza fra tradizione, rivoluzione tecnologica, e società civile

IL RELATORE IL CANDIDATO

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2 Sommario

Sommario...2

Introduzione...5

Capitolo I I.1 Riflessioni sulla sicurezza...6

I.2 Il paradigma teorico dell’ Interazionismo Simbolico...8

I.3 La cornicetecnico metodologica della Grounded Theory...9

I.4 Lo strumento dell’ intervista semistrutturata...10

Capitolo II...12

II.1 Una difficile definizione...12

II.2 La struttura dell’ Arma...14

II.3 Accesso all’ impiego eprogressione di carriera...18

Capitolo III III.1 Motivi di studio...21

III.2 La militarizzazione del Paese...21

III.3 Fasi concorsuali...23

III.4 L’ autogestionedella formazione...25

III.5 I giorni neri dell’ Arma...30

III.6 Il tema dei suicidi...32

III.7 Comunicazione e reputazione...34

III.8 Casi trattati...40

Capitolo IV IV.1 Definizione di un disegno di ricerca...45

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IV.2 Fasi della ricerca...45

IV.3 Analisi dei dati...47

CONCLUSIONI...57

APPENDICE Intervista...65

Altri gradi e qualifiche...68

Simboli...69

Bibliografia...71

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Ad Antonio (in)efficiente fratello maggiore

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La giustizia è soggetta a contestazioni, la forza è riconoscibilissima e senza dispute: proprio per questa ragione non è stato possibile concedere la forza alla giustizia

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INTRODUZIONE

Quando uno straniero sente parlare di “Italia” sono molte le immagini tipicche del Paese che vengono alla mente; non tutte certamente positive... Tra queste la Torre di Pisa, la Pizza, e potremmo continuare per molto. Tra gli elementi che si riconducono automaticamente alla Nazione troviamo l’ Istituzione dell’ Arma dei carabinieri. Con i suoi oltre due secoli di storia l’ Arma fa parte della Nazione non solo in quanto Istituzione, ma come elemento della cultura e delle tradizioni proprie di un popolo. Questo lavoro nasce con l’ obbiettivo di esplorare l’ Istituzione “Arma” contribuendo ad accentuare l’ attenzione sullo studio delle forze di polizia in un periodo storico dove, da un lato se ne richiede una maggiore presenza sul territorio e maggiore libertà di azione, da altri lati invece proviene la richiesta di un maggior controllo del loro operato anche in seguito a comportamenti criminali di alcuni dei membri di tali istituzioni, i cosiddetti “infedeli”. Al netto delle diverse posizioni la volontà è quella di fornire un contributo scientifico che punti a raccordare conoscenze così da attrubuirgli senso in un’ ottica di insieme, e approfondire la comprensione di apparati istituzionali che per loro stessa natura spesso sfuggono ad un esame approfondito. Il lavoro è un'indagine conoscitiva realizzata prponendo ad un campione di soggetti un'intervista semi-strutturata. Il lavoro è articolato in quattro distinti momenti. La prima parte è finalizzata all’ individuazione del quadro teorico e metodologico all’ interno del quale si è mossa la ricerca. Nella seconda parte viene presentata schematicamente la struttura dell' Arma. In seguito viene poi motivato l’ interesse per questa tematica descrivendo l’ attuale situazione. Partendo spesso da casi di cronaca, verranno catalogati gli argomenti di interesse su cui si è cercato di indirizzare la ricerca. Infine si delinierà la ricerca condotta analizzandone i risultati, e si presenteranno le conclusioni.

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CAPITOLO 1

Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza. (Benjamin Franklin)

RIFLESSIONI SULLA SICUREZZA

La richiesta di sicurezza è sempre inversamente proporzionale alla quantità di libertà garantite ad una società. Un crescente senso di insicurezza fa sì che un popolo chieda maggiori tutele a scapitto di libertà invece pretese in una condizione di sicurezza ideale. Lo Stato moderno ha trovato un equilibrio tra queste due forze, ma il tema delle varie forme di insicurezza è un dibattito sempre attuale per la sociologia principalmente perchè l’ insicurezza di una società è condizionata da variabili in continuo mutamento, siano esse economiche, politiche, o sociali. Fare il punto della situazione attuale è un compito arduo; molteplici sono i fattori che oggi, più che in altri periodi, condizionano quell’ equilibrio.

Al tempo della rivoluzione tecnologica, dei nuovi mass media, del terrorismo di matrice Islamica, della crisi economica, la protezione richiesta dal cittadino è in costante aumento. Si ci potrebbe dilungare per interi volumi sulla distorsione tra insicurezza reale e quella invece percepita, ma si lascerà ad altri questo argomento concentrandoci sull’ effetto ultimo del sentimento di sicurezza percepito: ovvero una maggiore richiesta di protezione dell’ incolumità. Quello che accade nella società globalizzata è che un attentato terroristico compiuto in Francia scuote intere comunità nazionali e, indipendentemente dal reale pericolo, anche l’ abitante di Ispani(SA)(piccolo comune rurale di circa 1000 abitanti situato a centinaia di kilometri da qualunque obbiettivo sensibile) è ben disposto a rinunciare a parte della propria libertà in cambio di una maggiore sicurezza. Ovviamente “la sicurezza può essere totale se, e soltanto se, lo Stato è assoluto[...] lo Stato, se diviene poco o tanto democratico, e a mano a mano che lo diviene, pone dei limiti a quel potere che si

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realizza pienamente solo attraverso il dispotismo o il totalitarismo”( Robert Castel, 2011).

Poco conta che il timore dell’ abitante sopra citato sia reale o meno, è reale per lui, di conseguenza questi si comporterà nel modo più appropriato che potrà concepire trovandosi di fronte ad un reale pericolo. I suoi sentimenti di insicurezza potranno essere alimentati e trasformati in paura da classi politiche che su tale paura costruiranno il loro consenso. Politici che nella peggiore delle ipotesi potrebbero arrivare ad attentare a quei meccanismi democratici che, pur creando insicurezza, tutelano le libertà democratiche.

Fornire una quanto più possibile obbiettiva visione dei fenomeni complessi in corso è una sfida attuale a cui la sociologia non può sottrarsi. La disciplina appare la più appropriata perchè al contrario di società civile o di altre branche del sapere, si è sempre occupata di sicurezza.

Abbiamo accennato alla comune questione della domanda di sicurezza, ma qualunque economista sarebbe pronto a ricordarci che poco senso avrebbero queste analisi se non si prendesse in considerazione anche l’ altra faccia della medaglia; vale a dire l’ offerta della sicurezza.

Nel complesso scenario Italiano, che primeggia in Europa per numero di istituzioni votate a vario titolo a tutelare la pubblica sicurezza, le due più grandi e articolate sono la Polizia di stato e l’ Arma dei Carabinieri. Nonostante la proverbiale chiusura di quest tipo di istituzioni all’ esame e alla valutazione da parte di soggetti terzi, non mancano esempi di ricerca che provano a evidenziarne le differenze. Tuttavia una semplice comparazione, con dati inattendibili, in quanto datati in un preciso momento e non aggiornati ai mutamenti sociali attualmente in corso, non può sogliere il difficele nodo della conoscenza e valutazione dell’ attività di polizia. Spesso vengono citati report sul numero di arresti, elencati premi per “innovazioni istituzionali” non ben precisate, o ancora viene promulgata una continua, melassa e banale retorica sul buon lavoro svolto quotidianamente. Senza mettere in discussione tali informazioni a priori, in questa tesi si cerca di approfondire le dinamiche interne alla burocrazia di uno di questi due corpi: l’ Arma. L’ interesse per questa istituzione nello specifico è motivato da una serie di fattori che si esplicheranno più avanti nel corso del presente lavoro, ora ci limiteremo a dire come verrà svolta l’ indagine.

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IL PARADIGMA TEORICO DELL’ INTERAZIONISMO SIMBOLICO

L’ Arma è un’ istituzione di otre due secoli che conta ad oggi oltre centomila unità. Vien da se che l’appartenenza ad una tale struttura produce una serie di significati negli uomini che ne fanno parte, significati che si sono formati lungo una storia ricca di episodi, tradizioni, miti, che portano alla formazione di una cultura propria, una cultura di classe. Appere allora necessario e quasi scontato che il paradigma teorico di riferimento sia l’ interazionismo simbolico. L'espressione interazionismo simbolico fu coniata da Herbert Blumer nel 1937 ed è un approccio teorico che pone al centro dell’analisi la creazione dei significati che i soggetti costruiscono nella vita e nelle relazioni, e che ne influenzano le azioni. Questo approccio sottolinea “il relativismo culturale e sociale delle norme e delle regole etiche e sociali e la visione del sé come socialmente strutturato”(Salvini, 2015). Cardini principali dell’ interazionismo simbolico sono dunque, schematicamente:

“-gli esseri umani agiscono nei confronti delle "cose" (oggetti fisici, esseri umani, istituzioni, idee) in base al significato che attribuiscono ad esse

-il significato attribuito a tali oggetti nasce dall' interazione tra gli individui ed è quindi condiviso da questi (il significato è un prodotto sociale)

-tali significati sono costruiti e ricostruiti attraverso un "processo interpretativo messo in atto da una persona nell'affrontare le cose in cui si imbatte"(”Herbert Blumer, Symbolic Interactionism, Berkeley, University of California, 1969)

Quando parliamo di Arma ci riferiamo ad un complesso sistema burocratico fortemente radicato su tutto il territorio nazionale, ma quanto più questi appare presente, tanto più si mostra chiuso nelle sue pratiche interne. L’ Arma infatti si presenta come un’ istituzione i cui membri hanno uno status differente da quelle degli altri cittadini: quello militare. Tale status comporta l’adesione ad un sistema di regole e valori preciso, l’ appartenenza ad un sistema rigidamente organizzato in modo gerarchico, e una rinuncia ad alcune libertà che in occidente rientrano nelle garanzie offerte dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (libertà sindacale,

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libertà di associarsi in partiti politici, ecc). L’ Arma è, prendendo in prestito da Erving Goffman il termine, come un’ istituzione totale per una serie di fattori: -è regolata da simboli e tradizioni propri del mondo militare,

-applica regole proprie che vanno oltre l’ orario di servizio condizionando l’intera vita dei soggenti appartenenti ad essa,

-Il personale viene formato dalla stessa istituzione,

-La formazione non si limita alle tecniche lavorative ma è arricchitada dall’ insegnamento di codici di condotta e regole di comportamento da tenere fuori dall’orario di servizio,

-l’avanzamento di carriera viene effettuato per lo più mediante lo stumento del concorso interno.

-La formazione è quasi interamente autogestita

LA CORNICE TECNICO METODOLOGICA DELLA GROUNDED THEORY

All’ interno dell’ Interazionismo simbolico Erving Goffman applica un approccio "drammaturgico" all'interazione sociale, vale a dire che considera la vita sociale come una sorta di teatro in cui le persone assumono le diverse parti. Quello che si ci proporrà di indagare sono le costruzioni di significato che il personale dell’ Arma crea e in base alle quali regola il suo agire, la sua parte in commedia. Il fine ultimo sarà quello di compiere affermazioni generalizzabili sull’ istituzione partendo dai suoi membri. Per far ciò, ci si servirà diella cornice tecnico-metodologica della Grounded Theory per formulare un’ analisi qualitativa dei dati. La scelta di un approccio qualitativo e nello specifico quello della graunded Teory ha una duplice valenza, dal lato operativo ben si adatta alle esigenze della ricerca: fornire una comprensione non superficiale dei meccanismi interni all’ Arma. Ma tale scelta porta con se anche una componente strategica; fornire una conoscenza dell’ istituzione partendo dalla singola unità permette di scavalcare quella che è la tipica resistenza all’ esame esterno delle organizzazioni chiuse. Ciò non fa perdere di validità alla

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ricerce perchè ogni persona contribuisce a creare, consapevolmente o meno, la cultura interna e l’ immagine di un’ organizzazione: “Da un lato le organizzazioni in quanto strutture condizionano l’ agire dei soggetti attraverso vincoli normativi, tecnici, economici e culturali; dall’ altro lato i soggetti nel modo in cui interpretano e modificano questi vincoli mettono in atto un processo che giorno per giornoriproduce (e modifica) quelle organizzazioni” (Tarozzi, 2008). Giddens definisce tale processo “strutturazione” ed è proprio in vitù di questo processo che si ci può spingere ad affermare che lo studio di un’ istituzione potrà essere effettuato partendo dai suoi membri anche se nodi periferici rispetto a quello che è l’ organigramma dell’ organizzazione in esame. Questo approccio risponde anche all’esigenza di evitare ciò da cui avverte Herbert Simon, vale a dire il pericolo di considerare le organizzazioni come un’ entità distinta dai suoi membri e dotate di vita propria indipendente dalle azioni umana.

In una recente intervista il noto divulgatore scientifico Piero Angela ha dichiarato, in merito al tema della democraticità delle scienze, -la velocità della luce non si stabilisce per alzata di mano-. Parafrasando questo concetto si ci può soffermare a riflettere su una domanda: quanto un’ analisi conoscitiva può essere realmente arricchita dal numero di soggetti coinvolti se questo va a coincidere con una perdita di informazioni? Attribuito al presente scritto l’ obbiettivo di indagare un’ organizzazione su cui si sa poco, se escludiamo tutto ciò che proviene dall’ organizzazione stessa, la scelta di una metodologia di ricerca basata sull’ analisi dei dati qualitativi appare la più sensata. Tra tutte le metodologie di ricerca qualitativa (etnografia, storie di vita, ecc) si è invece scelta la Graunded Theory non perchè la si reputi migliore di altre, ma bensì essa si adatta alle esigenze conoscitive che dipendono “dal tipo di oggetto che si intende indagare e sopratutto dal tipo di sguardo che si intende porre su quel tema” (Tarozzi, 2008). Dal momento che si ci propone di mettere in luce tematiche scarsamente esplorate, la modifica e l’adattamento continuo delle domande dell’ intervisa, mano a mano che la conoscenza dell’ oggetto della ricerca aumenta, rappresenta un altro punto di forza della Grounded Theory e un altra ragione per cui è stata scelta.

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Lo strumento che verrà utilizzato è quello dell’ intervista semistrutturata. Anche in questo caso la scelta è stata ponderata sulla base dell’ oggetto di studio e delle caratteristiche delle unità che prenderanno parte alla ricerca. La libertà che deve essere concessa nell’ esposizione ai soggetti intervistati sui temi più disparati, e che andranno dalle loro idee, i loro valori, le loro convinzioni, e il vissuto professionele dai quali queste sono scaturite, sono frutto di un’ esperienza che abbraccia gran parte, se non la totalità della vita lavorativa di un individuo. Daltraparte vi è la necessità di dotarsi di una “bussola” che indirizzi non le risposte all’ intervista ma quantomento le tematiche, che delimiti l’area di discussione, facendo in modo da evitare di spaziare su tematiche che si allontanino troppo dal disegno della ricerca e consentano invece il restare centrati sul tema. L’ intervista semistrutturata si presenta allora come lo strumento più adatto ad equilibrare queste due esigenze: la delimitazione dei temi trattati; e la libertà nell’esposizione del soggetto intervistato nel raccontare ed esplorare la propria storia.

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13 CAPITOLO 2

"La sicurezza è più che altro una superstizione. Non esiste in natura, e i figli dell'uomo non riescono a sperimentarla" (Helen Keller)

UNA DIFFICILE DEFINIZIONE

Per evitare di creare distorioni va anzitutto chiarito un punto cardine sul tema: raramente nella storia l’ essere umano ha goduto della quantità e qualità di sicurezza di cui fruisce oggi in occidente. Ma in ognli tempo vi sono state istituzione atte a garantire l’incolumità pubblica. Ogni società si è dotata di apparati di polizia differenti e congeniali alle proprie esigenze e tradizioni. Trovandoci ora in piena globalizzazione appare necessario analizzare ogni singola realtà organizzativa per favorire un lavoro coordinato tra sistemi eccessivamente diversi. Al di la delle singole differenze possiamo dire che i paesi del sud Europa (Italia, Spagna, Francia) hanno una caratterizzazione comune, ovvero si sono dotate di due polizie, una a ordinamento civile, l’altra militare. Nello specifico caso Italiano Troviamo “Polizia di Stato” e ”Arma dei carabinieri”. Accanto a queste due forze con competenze generali, e sovrapponibili, ve ne sono altre tre con competenze specifiche: Corpo forestale dello Stato, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria.

Nella ricerca che verrà illustrata si è scelto come oggetto di studio l’ Arma dei Carabinieri (in origine Corpo dei Carabinieri Reali). Il primo passo è definire quest’ organizzazione. Essa si presenta come una delle “forze di polizia” italiane, con competenza generale e in servizio permanente di pubblica sicurezza. Dal 2000 è stata eleveta al rango di “forza armata” con una collocazione autonoma all’ interno del ministero della difesa; prima di quel momento era inserita nelle fila dell’ Esercito italiano. Quindi appare una sorta di ibrido tra una forza armata e una forza di polizia. La distinzione tra le due categorie può essere schematizzata comesegue:

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-FORZE ARMATE: insieme degli apparati di cui un Governo si dota per influire con la forza sulla politica estera. Le forze armate sono generalmente suddivise in base all’ area di competenza e sono:

-Esercito-competenza terrestre

-Marina-controlla le operazioni navali in acque territoriali ed einternazionali -Aeronautica-addetta alle operazioni aeree

-FORZE DI POLIZIA: istituzioni di cui si dota un Governo per operare all’ interno dei confini nazionali con i compiti di tutelare l’ordine pubblico e la pubblica sicurezza.

Oltre alla differenza nei compiti forze armate e forze di polizia hanno un’altra importante caratteristica che li distingue. Gli appartenenti alle forze armate hanno lo status giuridico di “militare”(mentre per le forze di polizia è lo stesso del resto della popolazione). Questo differenzia i sogetti che lo possiedono dai comuni cittadini il cui status viene definito invece “civile”. Essere un militare comportauna serie di privazioni di alcuni importanti diritti: il dirittodi associarsi, i diritti sindacali, il diritto alla manifestazione e diffusione del pensiero, il dirittodi sciopero. Inoltre vi è un buon numero di doveri come il portare un’ uniforme, comportamenti da seguire anche fuori dall’ orario lavorativo, ecc. Ancora i militari sono soggetti ad un sistema giuridico parallelo che contempla i così detti reati militari. Queste limitazioni della libertà sono motivate dalla necessità di natura operativa di queste organizzazioni che si differenziano da tutte le altre per due caratteristiche principali, la natura estrema della propria mission “la garanzia della sopravvivenza della società di fronte ad un’ aggressione esterna. La seconda è la natura estrema dei mezzi impiegati”( Battistelli, Ammendola, Greco, 2008).

Può accadere che una forza di polizia abbia caratteristiche proprie dell’ ordinamento militare e quindi possa essere difficilmente inquadrabile in uno dei due insiemi. Si veda allora che l’ Arma si presenta complessa già nella sua definizione. Svolge la totalità delle funzioni di polizia nel Paese ma è impiegata anche all’ estero nelle missionidi pecekeeping(mantenimento della pace), è inquadrata nel ministero della difesa e non dell’ interno, svolge sul territorio nazionale le stesse funzioni della Polizia di Stato ma è composta a diferenza di questa da personale con lo status

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giuridico di militare.

comparazione che si rende eventualmente possibile solo es

(caratteristiche, funzioni, ecc) in relazione all’istituzione di volta in volta effettivamente comparabile.

L’ Arma dei carabinieri ha capo un comandante generale: u per un periodo di tre anni. vertice:

-Ufficili -Sottufficiali -Truppa

Tali categorie sono ulteriormente suddivise in -Ufficiali

 Ufficiali Generali

 generale di corpo d'armata

 generale di divisione

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La difficile definizione rende anche particolarmente ostica una che si rende eventualmente possibile solo esaminando singoli aspetti (caratteristiche, funzioni, ecc) in relazione all’istituzione di volta in volta effettivamente comparabile.

LA STRUTTURA DELL’ ARMA

L’ Arma dei carabinieri ha un’ organizzazione gerarchica di tipo piramidale con a omandante generale: un Generale di corpo d’armata che svolge l’ incarico per un periodo di tre anni. Il personale in forza si suddivide in tre categorie, dal

Tali categorie sono ulteriormente suddivise in ruoli e gradi:

Ufficiali Generali:

generale di corpo d'armata

Comandante generale Vice comandante generale generale di divisione

Generale di divisione con incarichi del grado superiore La difficile definizione rende anche particolarmente ostica una

aminando singoli aspetti (caratteristiche, funzioni, ecc) in relazione all’istituzione di volta in volta

di tipo piramidale con a enerale di corpo d’armata che svolge l’ incarico Il personale in forza si suddivide in tre categorie, dal

Vice comandante generale

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 generale di brigata

 Ufficiali superiori  Colonnello

conincarichi del grado superiore  tenente colonnello

Tenente colonnello con incarichi del grado superiore  maggiore

con incarichi del grado superiore  Ufficiali inferiori

 Capitano

16 generale di brigata

Generale di brigata con incarichi del grado superiore superiori

nnello

Colonnelo con incarichi di comando conincarichi del grado superiore

tenente colonnello

Tenente colonnello conincarichi di comando Tenente colonnello con incarichi del grado superiore

maggiore

Maggiore con incarichi di comando con incarichi del grado superiore

inferiori apitano

grado superiore

Colonnelo con incarichi di comando Colonnello

Tenente colonnello conincarichi di comando

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Capitano con incarichi del grado superiore  Tenente  Sottotenente -Sottufficiali  ispettori  maresciallo aiutante

possono acquisire la qualifica di luogotenente con le modalità prevista dall'art. 38 ter del D.Lgs. 198/95),

 maresciallo capo

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Primo capitano(Per permanenza nel grado) Capitano con incarichi del grado superiore

enente

Tenente comandante di compagnia ottotenente

maresciallo aiutante - sostituto ufficiale di pubblica sicurezza (che possono acquisire la qualifica di luogotenente con le modalità prevista dall'art. 38 ter del D.Lgs. 198/95),

Luogotenente qualifica speciale maresciallo capo

Primo capitano(Per permanenza nel grado)

Tenente comandante di compagnia

sostituto ufficiale di pubblica sicurezza (che possono acquisire la qualifica di luogotenente con le modalità prevista

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 maresciallo ordinario  maresciallo  sovrintendenti  brigadiere capo  brigadiere  vicebrigadiere 18 maresciallo ordinario maresciallo sovrintendenti brigadiere capo

brigadiere capo qualifica speciale brigadiere

vicebrigadiere

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-truppa

 appuntato scelto  appuntato

 carabiniere scelto  carabiniere

Altri gradi e qualifiche in appendice.

ACCESSO ALL’ IMPIEGO

L’ accasso all’ impiego

pubblico, mentre la prograssione di carriera si sviluppa di servizio all’ interno della propria categoria

categoria ufficiali esistono diversi canali di accesso. Quello principale è senza dubbio il concorso per l’ arruolamento nell’accademia militare. Si ap

unità all’ anno e prevede, per i vincitori del concorso, un periodo di

durata di cinque anni. Nell’ accademia militare i cadetti frequentano una rango universitario ma

ad orari rigidi, e hanno previsto nel loro piano di formazione attività tra le più disparate come il nuoto, l’ equitazione, ecc. Viene da chiedersi

19 appuntato scelto

carabiniere scelto

Appuntato scelto Altri gradi e qualifiche in appendice.

ACCESSO ALL’ IMPIEGO E PROGRESSIONE DI CARRIERA

L’ accasso all’ impiego nell’ Arma dei carabinieri avviene mediante concorso mentre la prograssione di carriera si sviluppa principalmente

interno della propria categoria. Nello specifico, per quanto riguarda la categoria ufficiali esistono diversi canali di accesso. Quello principale è senza dubbio il concorso per l’ arruolamento nell’accademia militare. Si apre per poche decine di unità all’ anno e prevede, per i vincitori del concorso, un periodo di

durata di cinque anni. Nell’ accademia militare i cadetti frequentano una

rango universitario ma ricevono anche una formazione di tipo militare, sono soggetti ad orari rigidi, e hanno previsto nel loro piano di formazione attività tra le più disparate come il nuoto, l’ equitazione, ecc. Viene da chiedersi quanto un regime di Appuntato scelto qualifica speciale

E PROGRESSIONE DI CARRIERA

avviene mediante concorso principalmente per anzianità per quanto riguarda la categoria ufficiali esistono diversi canali di accesso. Quello principale è senza dubbio re per poche decine di unità all’ anno e prevede, per i vincitori del concorso, un periodo di formazione della durata di cinque anni. Nell’ accademia militare i cadetti frequentano una scuola di ricevono anche una formazione di tipo militare, sono soggetti ad orari rigidi, e hanno previsto nel loro piano di formazione attività tra le più quanto un regime di

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vita ricco di attività e regolato da rigidi orari sia effettivamente compatibile con un regime di studio accademico. Vari cadetti intervistati sono stati però illuminanti su questo aspetto, affermando che in realtà la mole di studio effettiva è di gran lunga inferiore a quella degli studenti universitari, inoltre giustificano la cosa come necessaria, proprio per il gran numero di attività aggiuntive. Tra i dati che vanno considerati c’è la retribuzione: i cadetti infatti percepiscono uno stipendio già nel periodo di formazione. Va sottolineata la sostanziale immissione automatica in servizio dopo il percorso di studi, altra caratteristica pressocchè esclusiva del mondo militare; infatti in altri ambiti troveremmo questo impensabile. Proviamo ad immaginare di selezionare i medici non sulla base del concorso successivo agli studi ma in base al test di ingresso della facoltà di medicina. Ancora va ricordato che parte dei posti messi a concorso vengono riservati ai cadetti dei licei militari cioè accademie che sostituiscono gli ultimi tre anni dei licei classico e scientifico. Tra i requisiti richiesti per partecipare ai concorsi importante è l’età, compresa tra i diciassette (e in quel caso è richiesta l’autorizzazione dei genitori) e ventidue anni. Altra modalità di arruolamento per gli ufficialiè quella del concorso pubblico per il ruolo tecnico, o applicativo. Tali concorsi richiedono come requisito di accesso il possesso di titoli di studio specifici. Infatti questi accessi, spesso per la selezione di poche unità, sono finalizzati al reclutamento di personale tecnico con profili professionali specifici differenti da quelli tipici dell’ accademia (es. Laurea in biologia, chimica, scienze forestali). L’ età massima per partecipare a tali concorsi è fino al giorno del compimento del trentaduesimo compleanno.

Esiste poi l’iscrizione ad una lista di laureati di cui l’ Arma può disporre liberamente e senza concorso, sempre con la logica del curriculum professionale per determinate esigenze. Tale lista prende il nome di Riserva Selezionata.

Ultima modalità è il concorso interno. Tale pratica serve a garantire una predilizione per il personale già facente parte dell’ organizzazione seppur di specifici gradi. Tra queste forme di arruolamento esiste un’importante differenza: i soli ufficiali che che accedono alla carriera tramite il percorso in accademia hanno la denominazione di “appartementi al ruolo normale”; a differenza di coloro che provengono ad esempio dall’ università pubblica, che assumono invece la denominazione di “ruolo speciale”. La differenza tra questi due ruoli è una progressione di carriera diversa per

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velocità, nel caso degli ufficiali del ruolo speciale la carriera di questi procede più lentamente e non raggiunge i gradi apicali dell’ organizzazione.

Per quanto concerne invece l’ arruolamento dei sottufficiali vi sono due metodologie per gli ispettori ( dal grado di maresciallo) e una per i sovraintendenti (dal grado di vicebrigadiere). Per i primi sono previste una procedura di concorso interno, al cui superamento segue un corso di formazione di alcuni mesi, e una procedura di concorso pubblico. Quest’ ultima è aperta ai diplomati di età compresa tra i diciassette e i ventisei anni e prevede la frequenza di un corso triennale con un iter simile a quello previsto per gli ufficiali. La procedura per la nomina dei sovraintendenti è invece esclusivamente interna, cioè aperta ai soli uomini che già fanno parte dell’ Arma.

La truppa è invece arruolata solo mediante concorsi pubblici. Tra i requisiti di accesso vi è l’ età: compresa tra i diciassette e i ventisei anni; e il titolo di studio: il diploma di istruzione secondaria di primo grado, ovvero la licenza media. I vincitori di concorso vengono ammessi alla frequenza di un corso di formazione ed un successivo periodo di tirocinio della durata complessiva di un anno.

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22 CAPITOLO III

Io oso fare tutto ciò che può essere degno di un uomo, chi osa di più non lo è. (Macbeth, William Shakespeare)

Da un grande potere derivano grandi responsabilità (Stan Lee)

MOTIVI DISTUDIO

Nei parafraghi che seguono in questo capitolo si affrontano alcune tematiche che, oltre ad avere lo scopo di approfondire e ordinare quanto si sa già sull’ Arma, serviranno come nodi. L’ ipotesi di partenza è che ognuno di questi nodi sia una tematica rilevante che riflette qualità e/o criticità dell’ istituzione preposta alla sicurezza e che quindi si traduca poi concretamente in pratica lavorativa, sia essa vista dal punto di vista operativo, o come attività collaterale al lavoro ma che inevitabilmente ne viene influenzato.

LA MILITARIZZAZIONE DEL PAESE

L’ Italia è uno dei paesi con il più alto numerodi appartenenti alle forze dell’ ordine al mondo. Nel dati di truenumbers vengono riportate il numero di unità in servizio per ogni diecimila abitanti.

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L’ Italia si pone al terzo Turchia. Nella classifica non ci

autoritari che necessitano di ricorrere ad un ampio uso delle forze dell’ ordine. Secondo truenambers questo alto livello potrebbe essere influenzato in parte dalla presenza di cinque istituzioni che rientrano nella ca

Sebbene dopo la recente riforma “Madia”

l’ accorpamento all’ Arma dei carabinieri, questo rimane attivo Regionale nelle regioni a statuto speciale. Tale accorpa

valutazione da parte di organismi internazionali, inoltre l’ attuale Governo ha espresso più volte la volontà di procedere ad uno smantellamento della riforma. aspetto unico del contesto italiano, in Europa, è la presenza di

esclusivamente ai reati finanziari: la Guardia di Finanza

Carabinieri contava un totale di 103.659 unità

(http://www.carabinieri.it/docs/default annuale/conto-annuale

organico previsto di circa 118000 uomini. Tale deficit di

incompleta sostituzione del personale che termina il servizio. La minore entità del

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dati:467,2 agenti ogni 10000 abitanti

L’ Italia si pone al terzo posto subito dopo Russia, e quasi agli stessi livelli Turchia. Nella classifica non ci sono soltanto democrazie occidentali ma anche Stati autoritari che necessitano di ricorrere ad un ampio uso delle forze dell’ ordine. Secondo truenambers questo alto livello potrebbe essere influenzato in parte dalla presenza di cinque istituzioni che rientrano nella categoria di forze dell’ ordine. Sebbene dopo la recente riforma “Madia” il Corpo forestale dello Stato abbia subito l’ accorpamento all’ Arma dei carabinieri, questo rimane attivo come Corpo forestale Regionale nelle regioni a statuto speciale. Tale accorpamento è ancora oggetto di valutazione da parte di organismi internazionali, inoltre l’ attuale Governo ha espresso più volte la volontà di procedere ad uno smantellamento della riforma. aspetto unico del contesto italiano, in Europa, è la presenza di

esclusivamente ai reati finanziari: la Guardia di Finanza. Nel 2015 l'Arma dei

Carabinieri contava un totale di 103.659 unità

http://www.carabinieri.it/docs/default-source/amministrazione-trasparente/conto annuale-arma-dei-carabinieri---anno-2015.pdf ) a fronte di un organico previsto di circa 118000 uomini. Tale deficit di organico è dovuto all’ incompleta sostituzione del personale che termina il servizio. La minore entità del agenti ogni 10000 abitanti

posto subito dopo Russia, e quasi agli stessi livelli della democrazie occidentali ma anche Stati autoritari che necessitano di ricorrere ad un ampio uso delle forze dell’ ordine. Secondo truenambers questo alto livello potrebbe essere influenzato in parte dalla tegoria di forze dell’ ordine. il Corpo forestale dello Stato abbia subito come Corpo forestale mento è ancora oggetto di valutazione da parte di organismi internazionali, inoltre l’ attuale Governo ha espresso più volte la volontà di procedere ad uno smantellamento della riforma. Altro aspetto unico del contesto italiano, in Europa, è la presenza di un corpo addetto Nel 2015 l'Arma dei

Carabinieri contava un totale di 103.659 unità

trasparente/conto-) a fronte di un organico è dovuto all’ incompleta sostituzione del personale che termina il servizio. La minore entità del

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numero di nuove assunioni si è tradotto in un innalzamento dell’ età media della forza, aspetto comune alla generalità delle forze di polizia del Paese.

FASI CONCORSUALI

Ad ognuno dei diversi accessi corrisponde un percorso concorsuale o di reclutamento che presenta alcune varianti. Dal momento che il profilo dei partecipanti alla ricerca si concentra tra i ranghi più bassi dell’ Arma di seguito verrà riporto l’ iter concorsuale dell’ arruolamento della truppa. Esso prevede quattro fasi, ad ognuna si accede superando quella precedente:

-Prova scritta: un test composto da questiti a risposta multipla che vertono sulla conoscenza della lingua italiana, attualità, storia, geografia, matematica, geometria, educazione civica, scienze, geografia astronomica, storia delle arti, e logica deduttiva. I test vengono estratti a sorte da una banca dati composta da qualche migliaio di quesiti, preventivamente resa disponibile. Pur chiamandosi test di cultura generale tende più che altro a riconoscere le abilità mnemoniche e l’ impegno profuso.

-Prove di efficienza fisica: consistono in una corsa piana di mille metri, piegamenti sulle braccia, salto in alto. Il numero minimo varia in base al sesso.

-Accertamenti sanitari.

-Accertamenti attitudinali: uno o più test, intervista attitudinale di selezione e colloquio con la commissione. Il test è il Minnesota multiphasic personality inventory (MMPI): un questionario auto somministrato che valuta le principali caratteristiche di personalità. L’ intervista invece viene gestita da un ufficiale che svolge il ruolo di “perito selettore” e sono pochi minuti di conversazione. Il colloquio con la commissione è una ancor più ridotta formalità in cui si fa una sola domanda più per prassi che per rigore scentifico. Tale giudizio è senza dubbio critico ma chiedere ad un candidato -quali sono i suoi hobbie?-(stessa domanda per vari candidati intervistati) limitando alla risposta il criterio per giudicare l’ attitudine di un soggetto a portare un arma, ad essere impiegato in un lavoro ad altro rischio, a

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gestire la forza in nome del popolo, ecc, non può essere ridotta ad un uso delle scienze psicologiche trattate alla stregua di arti divinatorie. Si tratta, a parere di chi scrive, di una selezione che si basa, al netto di eventuali raccomandazioni e/o pratiche corruttive, affidata più all’ impressione da primo impatto piuttosto che ad una valutazione oggettiva.

La metodologia di selezione del personale è ovviamente un punto nevralgico dello studio di un’ organizzazione. Tuttavia varie evidenze, più o meno recenti, dimostrano che tale selezione non è improntata alla correttezza come si ci aspetterebbe. Alcuni titoli di cronaca sono esplicativi in merito:

-“Concorsi truccati nelle forze dell’ordine, 15 arresti: svelata la “cricca dell’algoritmo” (Vincenzo Iurillo, ilfattoquotidiano.it, 17 ottobre 2018)

-“Concorsi truccati: “Noi fottitori dello Stato”” (Vincenzo Iurillo, il fatto quotidiano, 18 ottobre 2018)

-“Concorsi, truccati anche quelli per Polizia, Carabinieri e Penitenziaria? Ecco come”(Simone Micocci, forzeitaliane.it, 30 ottobre 2018)

-“La concorsopoli delle divise, truffe e corruzione per entrare nelle forze dell’ordine: fino a 50mila euro per passare ai test”

( https://video.corriere.it/concorsopoli-divise-truffe-corruzione-entrare-forze-dell-ordine-fino-50mila-euro-passare-test/923815d4-2bf5-11e7-a45f-5318c0275c1e 28 aprile 2017)

-“L'ombra della camorra sul concorso per poliziotti e agenti penitenziari” (Nino Materi, ilgiornale.it, 9 giugno 2016)

Si potrebbe continuare ma ciò che già emerge è la presenza di disegni criminosi che coinvolgono le varie forze armate e di polizia. Coinvolti nelle indagini risultano essere spesso figure corrotte interne alle forze stesse, spesso in ruoli di comando, ma anche alcuni degli altri soggetti di quello che viene definito giornalisticamente “business dei concorsi” e che comprende anche scuole di formazione per la preparazione ai concorsi, i candidati che cercano una scorciatoia, società esterne che

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si occupano della realizzazione di quesiti, case editrici che pubblicano i testi per la preparazione. Si parla di giri di affari molto cospicui. A queste criticità più volte finite nelle aule di tribunale si aggiunge una reazione da parte delle istituzioni che si ferma ai proclami e esente da reali interventi, sia in merito a concorsi in atto sia nei successivi concorsi dove i problemi tendono a ripetersi. Appurata la non correttezza delle pratiche concorsuali avviene poi puntualmente la pioggia di ricorsi che provano a mettere un freno al maltolto di taluni candidati, ma che spesso vanno ad inficiare ulteriormente la procedura concorsuale che si riapre per i soli ricorrenti e non tutti gli esclusi ingiustamente. Nonostante la natura criminosa di taluni concorsi, la ripetizione delle prove o il loro annullamento rimane un evento rarissimo, atto probabilmente più a placare gli animi nell’ opinione pubblica e meno a garantire pubblici impieghi assegnati in modo meritocratico. Anche i concorsi in cui i ricorsi vengono giudicati positivamente dai tribunali non vanno ad intaccare chi ha superato la selezione preferendo una scorciatoia alla preparazione. La conoscenza del fenomeno non fa di per se avviare alcun meccanismo, spesso le forze armate e di polizia si trincerano dietro a muri di piombo che non ammettono l’ accaduto se non di fronte ad evidenze giudiziarie, e anche allora gli eponenti dei Governi, per imbarazzo forse, favoriscono il proseguo di iter concorsuali corrotti. Ciò si traduce nell’ arruolamento di criminali tra le fila delle forze dell’ ordine. Sorge il dubbio su quale sia la reale capacità di dette istituzioni nell’ assolvere al loro compito di garantire la legalità nella società quando sembra evidente che non riescano ad assolvere a questo neanche al loro interno.

L’ AUTOGESTIONE DELLA FORMAZIONE

La formazione della forza viene gestita quasi interamente dall’ organizzazione. Se questo è comune in riferimento alla formazione specifica e tecnica, nonchè alla formazione continua, appare una scelta organizzativa quantomeno singolare se si pensa alla formazione scolastica e accademica. L’ istituzione gemella dell’ Arma, la Polizia di Stato, non presenta strutture di formazione di rango accademico. In Polizia il personale viene preparato in seguito a vittoria di concorsi sostenuti dopo la fine del percorso formativo personale.

Concentrandoci sulla base, ovvero sulla truppa, all’ apparenza la formazione di base non sembra essere per l’ Arma un elemento imprescindibile; ciò viene evidenziato da una serie di fattori. Il primo è senza dubbio il titolo di studio richiesto per l’ arruolamento, la terza media. Il secondo è l’ età richiesta per accedere ai concorsi: si

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parte dai diciassette anni. A diciassette anni è richiesta l’ autorizzazione dei genitori per partecipare ai concorsi, inoltre va considerato che un percorso di studio che termini almeno con un diploma di scuola superiore si conclude generalmente a diciannove anni. Questo vuol dire che un soggetto che si è fermato alla scuola dell’ obbligo ha a disposizione più possibilità per concorrere. Va ricordato quanto detto in merito alle limitazioni dei diritti che comporta lo status di militare. Quindi un soggetto di diciassette anni, privo della capacità di agire, rinuncia a diritti che ancora non ha acquisito, fermo restando lavorare un domani per garantire quegli stessi diritti alla cittadinanza. Inoltre un ingresso troppo precoce può pregiudicare lo sviluppo dei soggetti che saltano una tappa importante che E. Erikson definiva moratoria psicosociale e che è un periodo della vita in cui è possibile trovare e sperimentare abilità, definire e ridefinire la propria identità, relativamente senza conseguenze, prima di entrare definitivamente nei ruoli adulti.

Altro aspetto impostante sull’ età è il limite massimo: ventisei anni. Considerando un percorso di studi universitari questo finirebbe almeno ad un’età di ventiquattro/venticinque anni. Essendo preso come riferimento non l’ anno, ma bensì il giorno di nascita, vi è una sostanziale esclusione di chiunque abbia raggiunto una formazione universitaria. Questo aspetto non è ignoto al legislatore, il Deputato Antonino Minardo (Forza Italia), sulla sua pagina facebook riporta:

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https://www.facebook.com/

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È importante ricordare

Bassanini) l’eliminazione del limite anagrafico per iscriversi ai concorsi pubblici La norma vigente afferma che la “partecipazione ai concorsi indetti da pubbliche amministrazioni non è soggetta a limiti di età, salvo deroghe

delle singole amministrazioni connesse alla natura del servizio o ad oggettive necessità dell’amministrazione”

vincoli anagrafici, ma vista la genericità dei criteri con il qual

assegniati è nella sostanza non vincolante. Ciò è dimostrato dal fatto che i limiti di età sono stati modificati più volte, senza giustificazioni chiare.

Europea si è espressa a riguardo con la

legittimità dei vincoli anagrafici, impone l’ uso di tali discriminazioni solo se proporzionate all’attività per la quale si concorre

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https://www.facebook.com/ninominardo/?__tn__=kCH-R&eid=ARAYpK6YnkZ4nJFqTclLLW5y7ykqd_MnKrFG83dm3sUZW2

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È importante ricordare che l’ attuale normativa haprevisto nella L. 127/1997 (legge eliminazione del limite anagrafico per iscriversi ai concorsi pubblici

afferma che la “partecipazione ai concorsi indetti da pubbliche non è soggetta a limiti di età, salvo deroghe dettate da regolamenti delle singole amministrazioni connesse alla natura del servizio o ad oggettive necessità dell’amministrazione”. Tale legge leggittima si il mantenimento di specifici , ma vista la genericità dei criteri con il quale questi debbano essere assegniati è nella sostanza non vincolante. Ciò è dimostrato dal fatto che i limiti di età sono stati modificati più volte, senza giustificazioni chiare.

Europea si è espressa a riguardo con la direttiva 2000/78 che, pur confermando la legittimità dei vincoli anagrafici, impone l’ uso di tali discriminazioni solo se

all’attività per la quale si concorre.

R&eid=ARAYpK6YnkZ4nJFqTclLLW5y7ykqd_MnKrFG83dm3sUZW2-aJgXElkHB_GDz_fa8fR8OiA8jViG7ynWY&hc_ref=ARSLBjPEMWOk03yo8ooXy FDo1UmEPmzSYDYhCprmssB8WcPnHTmgtZOMC635moHAiYw&fref=nf

la L. 127/1997 (legge eliminazione del limite anagrafico per iscriversi ai concorsi pubblici. afferma che la “partecipazione ai concorsi indetti da pubbliche dettate da regolamenti delle singole amministrazioni connesse alla natura del servizio o ad oggettive mantenimento di specifici e questi debbano essere assegniati è nella sostanza non vincolante. Ciò è dimostrato dal fatto che i limiti di età sono stati modificati più volte, senza giustificazioni chiare. Anche l’ Unione pur confermando la legittimità dei vincoli anagrafici, impone l’ uso di tali discriminazioni solo se

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“La normativa europea è stata esaminata dalla Corte di Giustizia con la del 13 novembre 2014

hanno riconosciuto le ragioni di un cittadino spagnolo che aveva presentato ricorso contro un bando della Comunità autonoma delle Asturie che stabiliva a 30 anni il limite anagrafico di part

Il limite è stato giudicato

medesime capacità, a prescindere dall’età, ed eccessivo rispetto alle finalità stabilite dalla direttiva europea. In particolare la Corte ha sottolineato come il bando, allo scopo di assicurarsi che i candidati fossero in possesso delle “condizioni fisiche e psichiche adeguate per l’esercizio delle funzioni proprie dell’incarico da svolgere”, prevedeva comunque

modalità di selezione più efficace e meno restrittiva rispetto all’imposizione di un’età massima per la partecipazione.

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L’ esempio appena riportato si adatta perfettamente

non volendo discutere i criteri utilizzati per fissare il limite di età massima, prendendo in esame l’ ultimo bando di concorso

anagrafico, posto a ventisei anni per chi proviene dalla vi ventotto anni per chi ha già prestato servizio nelle forze armate.

http://www.carabinieri.it/docs/default

In base alle passate esperienze lavorative si stabilisce una doppia soglia, ma se un ex militare di ventotto anni viene reputato idoneo al parte

selezione per l’ arruolamento, è lecito chiedersi perchè anche un civile non possa usufruire dello stesso limite essendo di fatto l’ età non determinante per l’esercizio della professione.

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La normativa europea è stata esaminata dalla Corte di Giustizia con la

2014nella causa C-416/13. In quella sede i giudici di Lussemburgo hanno riconosciuto le ragioni di un cittadino spagnolo che aveva presentato ricorso contro un bando della Comunità autonoma delle Asturie che stabiliva a 30 anni il limite anagrafico di partecipazione ad un concorso per agente di polizia locale. Il limite è stato giudicato discriminatorio nei confronti di altri cittadini titolari delle

a prescindere dall’età, ed eccessivo rispetto alle finalità stabilite opea. In particolare la Corte ha sottolineato come il bando, allo scopo di assicurarsi che i candidati fossero in possesso delle “condizioni fisiche e psichiche adeguate per l’esercizio delle funzioni proprie dell’incarico da svolgere”, prevedeva comunque il superamento di prove fisiche rigorose ed eliminatorie, una modalità di selezione più efficace e meno restrittiva rispetto all’imposizione di un’età massima per la partecipazione. ”(http://blog.edises.it/limite

concorsi-pubblici-3653)

L’ esempio appena riportato si adatta perfettamente alla situazione dell’ Arma. Pur non volendo discutere i criteri utilizzati per fissare il limite di età massima, prendendo in esame l’ ultimo bando di concorso del 2018 sipuù notare che il limite anagrafico, posto a ventisei anni per chi proviene dalla vita civile, viene elevato a ventotto anni per chi ha già prestato servizio nelle forze armate.

http://www.carabinieri.it/docs/default-source/concorsi/2018/car18/bando concorso-car18.pdf?sfvrsn=31ce5223_0 In base alle passate esperienze lavorative si stabilisce una doppia soglia, ma se un ex militare di ventotto anni viene reputato idoneo al partecipare ad una procedura di selezione per l’ arruolamento, è lecito chiedersi perchè anche un civile non possa usufruire dello stesso limite essendo di fatto l’ età non determinante per l’esercizio La normativa europea è stata esaminata dalla Corte di Giustizia con la sentenza 416/13. In quella sede i giudici di Lussemburgo hanno riconosciuto le ragioni di un cittadino spagnolo che aveva presentato ricorso contro un bando della Comunità autonoma delle Asturie che stabiliva a 30 anni il

ecipazione ad un concorso per agente di polizia locale. discriminatorio nei confronti di altri cittadini titolari delle a prescindere dall’età, ed eccessivo rispetto alle finalità stabilite opea. In particolare la Corte ha sottolineato come il bando, allo scopo di assicurarsi che i candidati fossero in possesso delle “condizioni fisiche e psichiche adeguate per l’esercizio delle funzioni proprie dell’incarico da svolgere”, il superamento di prove fisiche rigorose ed eliminatorie, una modalità di selezione più efficace e meno restrittiva rispetto all’imposizione di un’età

http://blog.edises.it/limite-di-eta-per-la-alla situazione dell’ Arma. Pur non volendo discutere i criteri utilizzati per fissare il limite di età massima, del 2018 sipuù notare che il limite ta civile, viene elevato a

source/concorsi/2018/car18/bando-di-car18.pdf?sfvrsn=31ce5223_0 In base alle passate esperienze lavorative si stabilisce una doppia soglia, ma se un ex cipare ad una procedura di selezione per l’ arruolamento, è lecito chiedersi perchè anche un civile non possa usufruire dello stesso limite essendo di fatto l’ età non determinante per l’esercizio

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Sta di fatto che il limite di età fissato a ventisei anni esclude nella sostanza la parte più preparata e professionalmente formata del Paese. “La formazione destinata alle forze di polizia permette inoltre di capire quanto un Paese le ritenga importanti per la sua esistenza e stabilità democratica e cosa chieda ai suoi componenti in termini di professionalità e comportamenti”(Carrer, Dionisi 2011).

GIORNI NERI DELL’ ARMA

Quello che oggi l’ arma sta attraversando non sembra affatto un periodo facile. Di recente l’ attenzione dei media si è concentrata su casi di cronaca che hanno scosso l’ opinione pubblica e gettato un’ ombra di diffidenza sugli uomini in uniforme. Tra i tanti:

-Milano, tre carabinieri arrestati per peculato, droga e calunnia https://tg24.sky.it/cronaca/2018/05/18/milano-tre-carabinieri-arrestati-peculato-droga.html

-Lunigiana, indagati 37 carabinieri nell'inchiesta sui presunti abusi in caserma https://firenze.repubblica.it/cronaca/2017/10/06/news/lunigiana_indagati_37_carabin ieri_nell_inchiesta_sui_presunti_abusi_in_caserma-177560111/

-Frode negli incidenti: in manette un maggiore dei carabinieri

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/frode-negli-incidenti-manette-maggiore-dei-carabinieri-1589260.html

-Carabinieri rapinatori, choc in Campania. Colpo al supermarket: ucciso il titolare, 9 feriti. La svolta nelle indagini: arrestati i due militari | Vd https://www.ilmattino.it/salerno/rapina_supermarket_sfocia_sangue-941529.html

Le risposta dei vertici dell’ Arma seguono un copione immutato; slogan come “un infedele”, “singola mela marcia”, “Questo non centra con le altre migliaia di carabinieri che ogni giorno rischiano la vita...”. Ovviamente questa retorica all’

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apparenza propagandistica non è priva di veridicità, altrimenti non si spiegherebbe il relativo apprezzamento dell’ Arma da parte dei cittadini italiani che la valutano spesso in modo molto più positivo della maggior parte delle altre Istituzioni. Daltra parte è anche vero che ripetuti abusi di potere hanno instillato nella società un timore nei confronti dei carabinieri che non è quel sano timore referenziale che si deve ad un’ istituzione stale, ma quello che dovrebbe appartenere soltanto ai criminali, e che invece oggi coglie fette della società civile che arriva a porsi il problema di come contrastare un’ istituzione che detiene il potere dell’ uso della forza quando questo viene male amministrato. Quanto detto è dimostrato dalla nascita di gruppi online, associazioni onlus, ecc, volte a contrastare fenomeni di abuso delle forze dell’ ordine. Di seguito un esempio:

A.C.A.D è una onlus costituitasi nel 2012 che ha attivato un numero verde per prevenire atti di abuso. Ha le finalità indicate nel suo statuto all’ Art. 3: “intende perseguire le seguenti finalità: a. Difesa dei diritti delle persone soggette ad episodi di abusi da parte delle forze dell’ordine b. Dar vita ad un osservatorio operativo atto a monitorare e contrastare la situazione degli abusi delle forze dell’ordine c. Dar vita ad un mutuo soccorso solidale alle famiglie e individui colpiti da tali abusi con un sostegno economico purchè i soggetti coinvolti non siano ispirati ad ideologie razziste, fasciste o xenofobe d. Realizzare un “pronto intervento” che si attivi immediatamente in tutta Italia in caso di segnalazione di abusi commessi dalle forze dell’ordine e. Organizzare iniziative di vario genere su tutto il territorio nazionale al fine di sensibilizzare su questo tema”(dall’ Art. 3 dello statuto di ACAD). Non è questo il contesto in cui valutare l’ iniziativa, ma si ritiene che l’

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esistenza di simili organizzazioni siano da assumere come dato: vi è una risposta ad un senso di insicurezza.

SUICIDI

Nei primi otto mesi del 2018 si sono verificati già 14 suicidi: 6 nell’esercito (2 dei quali all’interno di Strade sicure), 1 nella marina e 7 tra i carabinieri. (www.ilmessaggero, Simone Canetteri, 13 agosto 2018)

“Il suicidio nella maggior parte delle polizie occidentali rappresenta mediamente nel tempo la prima causa di morte violenta per gli operatori, davanti agli incidenti avvenuti in servizio ed all’ omicidio”(Lucchetti, 2014). Nell’ottanta per cento dei casi avviene utilizzando la pistola d’ordinanza.

Quello dei suicidi tra le Forze dell’Ordine italiane - Polizia, Carabinieri, ecc - è un fenomeno che miete vittime e su cui si ci concentra di tanto in tanto per i pochi giorni seguenti al singolo tragico episodio. Da parte dei vertici vi è la tendenza a minimizzare e derubricare tali gesti come scaturiti da soli motivi personali. Tuttavia risulta difficile da credere se si considerano le parole del “segretario generale della FSP-già Ugl Polizia di Stato di Milano, Giuseppe Camardi la media dei suicidi della popolazione generale si aggira intorno a 5 casi ogni centomila abitanti mentre per le Forze dell’Ordine il dato è praticamente raddoppiato: 9,8 casi ogni centomila appartenenti. detta la linea il sindacalista (www.lanotiziagiornale.it, Giorgio Velardi, 14 giugno 2018)

L’ interesse verso la tematica del benessere psicologico dgli operatori sembra avere recentemente raccolto l’ attenziona anche del Governo che per il momento è fermo sulla posizione di affrontare il problema in futuro. Nello specifico le dichiarazioni del ministro:

- Difesa, ministro Trenta al Messaggero: «Preoccupata per i suicidi: caserme al Sud e psicologi»grnet.it,Simone Canettieri, 13 agosto 2018

Il ministro Elisabetta Trenta ha espresso l’ intenzione di aumentare il sostegno psicologico, facilitare i ricongiungimenti familiari, e l’apertura di nuove sedi di

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servizio nel Sud Italia. Inoltre ha dichiarato “da parte mia c’è massimo apprezzamento per la reattività con cui i capi di forze armate e lo Stato Maggiore della Difesa si sono adoperati fin dall’inizio per dare un contributo alla nuova azione di governo. Da parte di tutti - racconta - ho visto molta umanità e professionalità.” Tali affermazioni, che hanno l’aria più di cortesie istituzionali, che di analisi e conoscenza del fenomeno, vanno a cozzare duramente con quanto espresso sempre da Camardi:“occorre, a nostro parere, monitorare costantemente lo stato psicologico dell’appartenente alle Forze dell’Ordine, mediante una più incisiva azione del Servizio Sanitario, e della figura dello psicologo, che a tutt’oggi, trova ancora scarso accreditamento nei confronti del personale”. Va aggiunto che la disponibilità all’ apertura delle istituzioni di polizia professata dal ministro non sembra trovare riscontro nella realtà, i dati sui suicidi rimangono riservati e, nell’ unica occasione in cui la risposta ad un’ interrogazione parlamentare ha fornito cifre ufficiali queste sono state poste in modo aggregato, senza distinzione tra corpi o mansioni. Al momento l’ unico corpo ad aver fornito dati ufficiali è l’Arma dei carabinieri.

Alla miopia delle istituzioni ha in parte provveduto l’ azione della società civile. Cerchio Blu nasce nel 2004 come primo progetto di sostegno psicologico per le Polizie italiane.“Dal 2014, Cerchio Blu si è costituita in associazione no profit, divenendo l’unica Organizzazione non Governativa che si occupa trasversalmente e in modo multidisciplinare in Italia, di gestione delle situazioni critiche in emergenza, di comunicazione durante la crisi, di comunicazione social 2.0 in emergenza, di gestione dello stress degli operatori di polizia e dei soccorritori e del loro supporto psicologico, dell’assistenza delle vittime di eventi traumatici, della comunicazione del decesso ai familiari delle vittime, di Etica di Polizia”(www.cerchioblu.org).

ONSFO(L’Osservatorio Nazionale dei Suicidi nelle Forze dell’Ordine), è un progetto di Cerchio Blu che raccoglie e analizza e geo referenzia i suicidi e gli eventi di omicidio – suicidio degli operatori di polizia italiani. Gli episodi di suicidio presi in esame sono quelli di: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Penitenziaria, Polizia Locale.

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Grazie ai dati ufficiali

chiaramente la distorsione tra casi reali e casi registrati dall’osservatorio.

Notoriamente le forze dell’ ordine,e nello

di fiducia nella cittadinanza. Uno dei motti storicamente enunciati dai carabinieri, e che amano ripetere è “tra la gente per la gente”.

disparati, ma trai tanti senza dubbio vi è la capillarità con cui l’ Arma raggiunge territori del Paese privi di a

assume il ruolo di principale, se non unica, forma di presenza delle istituzioni statali. Questa visione, che rimane

discussione. Complici di questa deriva sono stati i dubbi sul corretto operato operatori. La cronaca recente ci ha dato notizia di episodi di violenza, abuso corruzione. Quando le vicende si concretizzano in sentenze e/o arresti si assiste ad una certa disponibilità da parte dell’ istituzione che sottolinea puntualmente che l’ errore di uno non può mettere in discussione il corretto operato di migliaia di uomini. Questa risposta appare banale e scontata, ma la logica le da ragione, non è possib fare di tutta l’ erba un fascio. Ugualmente fuorviante è però considerare tali episodi

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Trend suicidi dal 2010 al 2016

Grazie ai dati ufficiali forniti dall’ Arma, anche se fermi al 2015, si evince chiaramente la distorsione tra casi reali e casi registrati dall’osservatorio.

COMUNICAZIONE E REPUTAZIONE

Notoriamente le forze dell’ ordine,e nello specifico l’ Arma, godono di un alto grado fiducia nella cittadinanza. Uno dei motti storicamente enunciati dai carabinieri, e che amano ripetere è “tra la gente per la gente”. I motivi possono essere i più disparati, ma trai tanti senza dubbio vi è la capillarità con cui l’ Arma raggiunge i del Paese privi di altri referenti. In questi territori la stazione dei carabinieri assume il ruolo di principale, se non unica, forma di presenza delle istituzioni statali. Questa visione, che rimane nel complesso positiva, è messa oggi,

discussione. Complici di questa deriva sono stati i dubbi sul corretto operato . La cronaca recente ci ha dato notizia di episodi di violenza, abuso corruzione. Quando le vicende si concretizzano in sentenze e/o arresti si assiste ad una certa disponibilità da parte dell’ istituzione che sottolinea puntualmente che l’ errore di uno non può mettere in discussione il corretto operato di migliaia di uomini. Questa risposta appare banale e scontata, ma la logica le da ragione, non è possib fare di tutta l’ erba un fascio. Ugualmente fuorviante è però considerare tali episodi

forniti dall’ Arma, anche se fermi al 2015, si evince chiaramente la distorsione tra casi reali e casi registrati dall’osservatorio.

specifico l’ Arma, godono di un alto grado fiducia nella cittadinanza. Uno dei motti storicamente enunciati dai carabinieri, e I motivi possono essere i più disparati, ma trai tanti senza dubbio vi è la capillarità con cui l’ Arma raggiunge . In questi territori la stazione dei carabinieri assume il ruolo di principale, se non unica, forma di presenza delle istituzioni statali. almeno in parte, in discussione. Complici di questa deriva sono stati i dubbi sul corretto operato degli . La cronaca recente ci ha dato notizia di episodi di violenza, abuso e corruzione. Quando le vicende si concretizzano in sentenze e/o arresti si assiste ad una certa disponibilità da parte dell’ istituzione che sottolinea puntualmente che l’ errore di uno non può mettere in discussione il corretto operato di migliaia di uomini. Questa risposta appare banale e scontata, ma la logica le da ragione, non è possibile fare di tutta l’ erba un fascio. Ugualmente fuorviante è però considerare tali episodi

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come isolati o accidentali. La logica della singola mela marcia si scontra con il buon senso, ogni buon contadino sa che esiste un numero di frutti cattivi che un albero può produrre prima che questi diventi legna da ardere. Parlare di singolo ha poco senso se il problema appare sistemico. I dati sul numero di cosiddetti “infedeli” sono un mistero: negli archivi di cronaca si contano a decine ma non esistono dati ufficiali. Qualora questi dati esistessero sorgerebbe comunque il dubbio su quanto possano essere affidabili. Ogni episodio criminoso compiuto da appartenenti all’ Arma ne ferisce l’ immagine e il prestigio, per cui vi è l’ interesse a non diffondere l’ informazione, e in alcuni casi si è visto che a seguito di un evento sospetto si è attivata tutta la linea di comando per “porre rimedio” finendo poi nei registri degli indagati che raccolgono nomi che vanno dal carabiniere ai vertici dell’ Arma. Questa chiusura, spezzata da colleghi fedeli più allo Stato che all’ Arma, spesso si traduce in ritorsioni per chi ha avuto l’ ardire di comportarsi legalmente e che viene spesso punito e trasferito. Di conseguenza la paura di ritorsioni da parte dei comandi, il corporativismo, e la mancanza di dati certi, a cui vanno aggiunti le “piccole” violazioni che non compaiono sui giornali, fanno si che certi reati abbiano un’ elevata “cifra nera (la differenza tra i delitti commessi e quelli che giungono a conoscenza delle autorità)”(Davigo, 2017).

Tornando ancora sul tema dell’ asse metaforico che va da tutta l’ erba un fascio a singola mela marcia, bisogna tenere presente un aspetto: ogni militare dell’ Arma viene arruolato in giovane età e creesce, e si sviluppa all’ interno dell’ istituzione; viene selezionato in base ai medesimi criteri, riceva lo stesso addestramento e lo stesso indottrinamento di tutti gli altri suoi colleghi. Se la verità è nel mezzo del nostro asse da quale dei due lati è più probabilmente spostato l’ago?

Cosa è avvenuto dunque? Di recente la qualità del personale si è abbassata? O l’ Arma ha perso attenzione alla comunicazione verso l’ esterno? L’ ufficio relazioni con il pubblico o il centro di produzione televisiva dell’ Arma non riescono più a gestire l’ immagine. Probabilmente vi è una compartecipazione di questi fattori, ma tra i tanti sicuramente la rivoluzione tecnologica ha il peso maggiore. Le nuove tecnologie registrano, comunicano e informano in tempo reale e “ciò modifica l’idea stessa di prossimità nei riguardi di persone e istituzioni potenti che si mostrano più accessibili e trasparenti, meno sacre che in passato”(Stella, Riva, Scarcelli, Drusian 2014). La censura è ormai un ricordo del passato e se uomini delle forze dell’ ordine

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(citando un episodio realmente accaduto) richiedono la lista dei presenti alla visione di un film che narra la storia di un uomo arrestato prima, e

massacrato, e ucciso da dipendenti dello Stato, nel giro di ventiquattro ore la notizia ha raggiunto potenzialmente

All’impossibilità di gestire questo traffico di informazioni va poi aggiunta la riluttanza dell’ Arma a confrontarsi sui nuovi social media. Tali rivoluzionari canali sono caratterizzati da una c

risposte stabilisce il peso o meglio la “rep in una condotta autoreferenziale

tra i vari new media l’ Arma

consente la pubblicazione e la condivisione di

spesso i commenti e like/dislike vengono disabilitati. Quando ciò avviene il contenuto perde in terminidi di

un video caricato da un semplice smarphone riguardante un episodio che getta discredito sull’ istituzione può arrivare ad avere molta più visibilità.

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tando un episodio realmente accaduto) richiedono la lista dei presenti alla visione di un film che narra la storia di un uomo arrestato prima, e

massacrato, e ucciso da dipendenti dello Stato, nel giro di ventiquattro ore la notizia iunto potenzialmente chiunque abbia uno smartphone in tasca. All’impossibilità di gestire questo traffico di informazioni va poi aggiunta la riluttanza dell’ Arma a confrontarsi sui nuovi social media. Tali rivoluzionari canali sono caratterizzati da una comunicazione bidirezionale, la qualità e quantità delle risposte stabilisce il peso o meglio la “reputazzione” online. Ma l’Arma

una condotta autoreferenziale, pur aprendosi ai canali social. Per meglio chiarire, tra i vari new media l’ Arma ha aperto un canale sulla piattabora web Youtube, che consente la pubblicazione e la condivisione di video. Quando viene caricato un video spesso i commenti e like/dislike vengono disabilitati. Quando ciò avviene il contenuto perde in terminidi di battito, condivisione e visibilità. Dal fronte opposto un video caricato da un semplice smarphone riguardante un episodio che getta discredito sull’ istituzione può arrivare ad avere molta più visibilità.

tando un episodio realmente accaduto) richiedono la lista dei presenti alla visione di un film che narra la storia di un uomo arrestato prima, e poi aggredito, massacrato, e ucciso da dipendenti dello Stato, nel giro di ventiquattro ore la notizia chiunque abbia uno smartphone in tasca. All’impossibilità di gestire questo traffico di informazioni va poi aggiunta la riluttanza dell’ Arma a confrontarsi sui nuovi social media. Tali rivoluzionari canali , la qualità e quantità delle utazzione” online. Ma l’Arma persevera aprendosi ai canali social. Per meglio chiarire, ha aperto un canale sulla piattabora web Youtube, che video. Quando viene caricato un video spesso i commenti e like/dislike vengono disabilitati. Quando ciò avviene il . Dal fronte opposto un video caricato da un semplice smarphone riguardante un episodio che getta discredito sull’ istituzione può arrivare ad avere molta più visibilità.

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