4. Orazio Monastero, Immigrazione

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Euclide Tema 2000.4A “Il fenomeno dell’immigrazione”

Da molto tempo dalla televisione, dai giornali e dai mass media sentiamo parla-re di un argomento molto delicato che riguarda soprattutto noi italiani: il fe-nomeno dell’immigrazione. Col termine immigrazione si intende uno sposta-mento di persone da un paese all’altro al fine di cercare fortuna, trovare lavoro e crearsi una nuova vita. Molto spesso questa “fuga” è dovuta a situazioni di grande povertà o a causa di guerre che hanno devastato il paese d’origine. Nel corso dei secoli sono sempre esistiti dei flussi migratori da parte di vari paesi; ad esempio in Italia, tra la metà del 19° secolo e la fine del 20° secolo, circa 29 milioni di abitanti emigrarono all’estero, soprattutto in America. Uno dei flussi migratori più importanti della storia lo stiamo vivendo in questo mo-mento e proviene da un continente che, anche nei secoli scorsi, ha sofferto la fame e la miseria: l’Africa. Da sempre il continente africano è stato dominato e sottomesso da altri popoli, basti pensare alla spartizione dell’Africa nel 1880, per la quale tutti i territori vennero divisi tra le maggiori potenze europee, o al commercio degli schiavi neri. Insomma, l’Africa è sempre stata ingiustamente sottomessa ad altri popoli! Gli africani quindi, a causa delle guerre che deva-stano il loro paese e ad altri fattori economici che creano la povertà, cercando un posto dove rifugiarsi, vanno nei paesi confinanti con il loro continente, tra cui l’Italia, il paese che in questo periodo accoglie più extracomunitari in Euro-pa. Essi, prima di arrivare nel nostro paese, arrivano all’estremità del nord dell’Africa; da lì vengono raggruppati in delle imbarcazioni decisamente non adatte al mare, con le quali attraversano tutto il Mar Mediterraneo fino ad ar-rivare in prossimità della costa siciliana, dalla quale poi vengono smistati in centri accoglienza. Vi sono però molte problematiche e conseguenze dovute a questi grandi flussi migratori: gli immigrati che arrivano in Italia e non trovano lavoro vengono reclutati da organizzazioni criminali che offrono loro lavoro il-legale; persone che muoiono nel tragitto per arrivare in Italia a causa delle condizioni nelle quali viaggiano; l’intolleranza e la discriminazione razziale che il fenomeno dei grandi flussi riesce a far scaturire, anche in popolazioni acco- glienti come quella degli Italiani ed infine il problema più grande: l’Italia, da so- la, non riesce ad accogliere tutti. Riguardo all’ultimo problema sono state ipo-tizzate varie soluzioni, tra le quali, una delle più ingiustamente accreditate è la

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chiusura dei porti. Io personalmente penso che per risolvere la situazione ba- sterebbe soltanto che tutti gli stati dell’Europa si mettessero d’impegno per ac-cogliere gli immigrati a braccia aperte, creando un sistema che possa integrarli, procurando lavoro in settori in cui c’è bisogno di manodopera. Gli immigrati hanno il diritto di crearsi una nuova vita e l’Italia e l’Europa il dovere di convi-vere con gli stessi nella quotidianità. Chiudere i porti sarebbe come guardare in faccia una persona che muore senza aiutarla e quindi, un’azione crudele e disumana; ma la vera soluzione potrebbe essere riuscire a risolvere i conflitti politici e le criticità economiche del paese di provenienza dell’immigrato, così da consentirgli una vita decorosa nella propria terra d’origine, che per tutti è sempre la migliore. I meridionali sono chiamati da sempre “terroni” d’Italia, so-no stati migranti per decenni al nord del paese; adesso gli Africani sono i nuovi “terroni” d’Europa. Ci sarà sempre un “terrone” ad emigrare. Orazio Monastero 1A Liceo Scientifico A.Einstein Palermo

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